domenica 1 giugno 2025

Esiste una realtà indipendente dall’osservatore? Una riflessione tra scienza, percezione e coscienza

Viviamo in un universo che esiste indipendentemente da noi, o è la nostra coscienza a definire ciò che chiamiamo “reale”? È una domanda che ha attraversato i secoli, dalle dispute dei filosofi greci ai dibattiti più recenti tra fisici quantistici. Ma in un’epoca dominata dalla tecnologia e dai dati, in cui ogni informazione sembra verificabile, questa domanda acquista un’urgenza nuova: cosa chiamiamo “realtà”? E, soprattutto, da cosa dipende?

Secondo il consenso scientifico, la realtà materiale esiste indipendentemente dagli osservatori. La Terra ha 4,54 miliardi di anni, un dato ottenuto attraverso la datazione radiometrica di rocce, meteoriti e campioni lunari. Il decadimento degli isotopi radioattivi avviene con costanza matematica, e consente agli scienziati di calcolare con grande precisione l’età di un corpo celeste. Questi processi avvenivano ben prima che esistessero gli esseri umani, prima che vi fosse un occhio capace di osservare o un cervello in grado di interrogarsi.

Anche l'evoluzione dell'Homo sapiens, comparso sulla scena terrestre circa 300.000 anni fa, è un dato che si colloca all'interno di un lungo processo naturale. L’umanità è dunque un evento relativamente recente nella storia del pianeta. Questo rafforza l’idea che la realtà fisica non dipenda dall’osservazione cosciente: montagne, stelle, placche tettoniche e oceani esistevano e operavano secondo leggi determinabili ben prima del nostro sguardo.

Eppure, la percezione è un’altra questione. La realtà oggettiva e misurabile convive con il modo in cui ciascuno di noi la interpreta, la comprende, la narra. In questo spazio si insinua la filosofia – e talvolta, la confusione. Alcuni sostengono, influenzati da letture estreme della meccanica quantistica, che l’osservatore “crei” la realtà. Ma questa interpretazione va maneggiata con cautela: sebbene certi fenomeni subatomici sembrino comportarsi in modo diverso in base alla misurazione effettuata, non vi è alcuna prova che la realtà macroscopica – quella delle montagne e dei fiumi – dipenda dalla coscienza umana.

Ciò che cambia, semmai, è il significato che attribuiamo alla realtà. Quando gruppi di persone condividono una stessa visione del mondo – che sia scientifica, religiosa, culturale – stabiliscono una “realtà condivisa”. Questa può influenzare comportamenti, decisioni politiche, persino la direzione del progresso. Ma non altera le leggi della natura. Come disse Philip K. Dick, “la realtà è ciò che continua a esistere anche quando smetti di crederci”.

E tuttavia, viviamo immersi in bolle cognitive, spesso incapaci di distinguere ciò che percepiamo da ciò che è. Una Terra sferica può apparire piatta a chi la osserva senza strumenti adeguati, ma non per questo smette di essere sferica. L’accordo su una “realtà fissa” può creare coesione sociale, ma non modifica i fatti.

Il rischio, oggi, è confondere la soggettività della percezione con l’oggettività dell’esistenza. In un’epoca in cui ogni affermazione sembra legittima se sostenuta con abbastanza convinzione – o con abbastanza follower – la distinzione tra ciò che è vero e ciò che appare vero si fa sempre più sottile. I social media, in questo, amplificano la nostra visione soggettiva, creando ecosistemi chiusi dove anche l’assurdo può sembrare ovvio.

È per questo che la scienza – con la sua umiltà metodologica e la sua apertura alla revisione – resta uno degli strumenti più affidabili per affacciarsi sulla realtà così com’è, non come ci piacerebbe che fosse. E in questo contesto, l’osservatore ha un ruolo fondamentale: non nel creare la realtà, ma nel sforzarsi di comprenderla.

In definitiva, la realtà precede l’osservazione, ma la comprensione della realtà è figlia dello sguardo. Una verità può esistere senza di noi, ma non ha senso finché qualcuno non la cerca. È in questo paradosso – tra indipendenza oggettiva e interpretazione soggettiva – che si gioca la nostra esistenza. E il nostro compito, oggi più che mai, è cercare di vedere con chiarezza attraverso la lente, inevitabilmente imperfetta, della nostra prospettiva.



 
Wordpress Theme by wpthemescreator .
Converted To Blogger Template by Anshul .