domenica 3 febbraio 2019

Il Mistero del Triangolo delle Bermude: Mito o Realtà? Un'Analisi Concreta


Il Triangolo delle Bermude, noto anche come il "Triangolo del Diavolo", è una vasta area dell'Oceano Atlantico settentrionale, definita dai vertici di Miami (Florida), San Juan (Porto Rico) e l'isola delle Bermude. Da decenni, questo triangolo immaginario ha catturato l'immaginazione del pubblico, alimentando storie di navi e aerei scomparsi senza lasciare traccia. Ma esiste davvero un mistero dietro queste sparizioni? Un giornalista australiano, dopo aver analizzato dati e testimonianze, tenta di fare chiarezza su uno dei misteri più affascinanti e temuti del nostro tempo.

Il mito del Triangolo delle Bermude ha radici lontane, risalenti agli anni '50 del Novecento, ma le sue origini possono essere tracciate ancora più indietro. Il primo evento che ha contribuito alla leggenda è stata la misteriosa scomparsa della nave USS Cyclops nel 1918, durante la Prima Guerra Mondiale. Questo evento ha dato il via a numerose speculazioni e racconti di navi e aerei scomparsi nel nulla.

Il termine "Triangolo delle Bermude" è stato coniato negli anni '60 dal giornalista Vincent Gaddis, che ha scritto un articolo sulla rivista "Argosy" nel 1964, intitolato "The Deadly Bermuda Triangle". Da quel momento, il mito è cresciuto, alimentato da libri, documentari e film, ognuno dei quali ha aggiunto strati di mistero e intrigo.

Nel corso degli anni, molte teorie sono state proposte per spiegare le misteriose sparizioni nel Triangolo delle Bermude. Alcune delle più popolari includono:

Fenomeni Naturali: Una delle spiegazioni più plausibili è legata ai fenomeni naturali, come le tempeste improvvise, le onde anomale e le correnti oceaniche potenti. Questi fenomeni potrebbero facilmente causare il naufragio di navi e la caduta di aerei, specialmente in un'epoca in cui le tecnologie di navigazione non erano avanzate come oggi.

Gas Metano: Un'altra teoria scientifica suggerisce che grandi quantità di gas metano intrappolate sotto il fondale marino possano essere rilasciate in superficie, riducendo la densità dell'acqua e causando il naufragio delle navi. Questo fenomeno potrebbe anche influenzare gli strumenti di navigazione degli aerei.

Errori Umani: Molte delle sparizioni attribuite al Triangolo delle Bermude possono essere spiegate con errori umani. La navigazione in mare aperto e il volo su lunghe distanze erano, e in parte sono ancora, attività rischiose che richiedono grande precisione e attenzione.

Interferenze Elettromagnetiche: Alcuni teorici hanno ipotizzato che interferenze elettromagnetiche possano influenzare gli strumenti di navigazione, disorientando i piloti e i capitani delle navi. Tuttavia, non ci sono prove concrete che supportino questa teoria.

Coincidenze e Sensazionalismo: È importante considerare che molte delle storie del Triangolo delle Bermude sono il risultato di coincidenze e del sensazionalismo mediatico. Numerosi eventi che avvengono al di fuori del triangolo vengono trascurati, mentre quelli all'interno vengono esagerati e drammatizzati.


Un giornalista australiano ha intrapreso una rigorosa analisi dei dati relativi alle sparizioni nel Triangolo delle Bermude, raccogliendo informazioni da varie fonti ufficiali e studi accademici. I risultati della sua ricerca offrono una prospettiva più equilibrata e meno sensazionalistica.

Contrariamente a quanto spesso riportato, il numero di sparizioni nel Triangolo delle Bermude non è significativamente superiore rispetto ad altre aree oceaniche con un traffico marittimo e aereo comparabile. I dati della Guardia Costiera degli Stati Uniti e delle compagnie assicurative marittime mostrano che la maggior parte degli incidenti avviene in condizioni meteorologiche avverse o a causa di errori tecnici e umani.

Molte delle testimonianze di eventi inspiegabili nel Triangolo delle Bermude si basano su racconti di seconda mano o su resoconti non verificati. Le indagini approfondite spesso rivelano spiegazioni logiche e razionali. Ad esempio, la scomparsa del Volo 19 nel 1945, un episodio emblematico del mistero del Triangolo delle Bermude, è stata attribuita a errori di navigazione e alla mancanza di carburante, piuttosto che a forze soprannaturali.

Dopo un'attenta analisi, il giornalista australiano conclude che il mistero del Triangolo delle Bermude è in gran parte un costrutto mediatico, alimentato da un mix di fenomeni naturali, errori umani e sensazionalismo. Sebbene alcune sparizioni rimangano senza una spiegazione definitiva, la maggior parte degli incidenti può essere attribuita a cause razionali e scientifiche.

Il Triangolo delle Bermude, come molte altre leggende, continua a esercitare un fascino magnetico sulla nostra immaginazione, ma i dati concreti suggeriscono che non vi è nulla di intrinsecamente misterioso o soprannaturale in questa area dell'Oceano Atlantico. Il vero mistero, forse, è il potere delle storie e della nostra capacità di trasformare eventi ordinari in racconti straordinari.







sabato 2 febbraio 2019

I Segreti delle Campane Tibetane: Un Viaggio nell'Armonia e nella Guarigione

 


Le campane tibetane, conosciute anche come ciotole sonore o ciotole cantanti, sono strumenti antichi utilizzati da secoli nei rituali spirituali, nelle pratiche di meditazione e nelle terapie di guarigione. Originarie dell'Himalaya, queste campane hanno affascinato molte persone in tutto il mondo per la loro capacità di emettere suoni armoniosi e rilassanti. Questo articolo esplorerà i segreti delle campane tibetane, la loro storia, i benefici e come vengono utilizzate per promuovere il benessere.

Le origini delle campane tibetane sono avvolte nel mistero. Si ritiene che siano state create più di 2000 anni fa nelle regioni dell'Himalaya, comprendendo il Tibet, il Nepal, e l'India settentrionale. Questi strumenti erano tradizionalmente fatti a mano utilizzando una lega di sette metalli, ciascuno rappresentante un corpo celeste: oro (il Sole), argento (la Luna), mercurio (Mercurio), rame (Venere), ferro (Marte), stagno (Giove) e piombo (Saturno).

Le campane tibetane erano utilizzate dai monaci buddisti nei rituali religiosi e nelle pratiche di meditazione. La loro capacità di produrre suoni armoniosi e vibrazioni profonde era considerata un mezzo per connettersi con il divino e per promuovere la guarigione spirituale e fisica.

Le campane tibetane emettono suoni e vibrazioni quando vengono percosse o strofinate con un bastone di legno o pelle. Il suono prodotto è ricco di armonici, che sono frequenze multiple di una nota fondamentale. Questi armonici creano un effetto sonoro complesso e avvolgente, che può essere percepito non solo con l'udito ma anche attraverso il corpo.

Le vibrazioni delle campane tibetane influenzano le onde cerebrali, aiutando a portare la mente in stati di rilassamento profondo e meditazione. Questi stati possono essere paragonati alle onde cerebrali alfa e theta, che sono associate a stati di calma, creatività e guarigione interiore.

L'uso delle campane tibetane offre una vasta gamma di benefici, che spaziano dal benessere fisico al miglioramento della salute mentale ed emotiva. Ecco alcuni dei principali vantaggi:

Riduzione dello Stress e dell'Ansia

Il suono armonioso delle campane tibetane ha un effetto calmante sul sistema nervoso. Le vibrazioni sonore possono ridurre i livelli di cortisolo, l'ormone dello stress, e promuovere una sensazione di rilassamento e tranquillità. Questo può aiutare a ridurre l'ansia e migliorare l'umore generale.

Miglioramento della Concentrazione e della Meditazione

Le campane tibetane sono spesso utilizzate nelle pratiche di meditazione per facilitare la concentrazione e l'introspezione. Il loro suono può aiutare a focalizzare la mente e a creare un ambiente di meditazione profondo, permettendo ai praticanti di raggiungere stati di consapevolezza elevata.

Guarigione Fisica

Le vibrazioni delle campane tibetane possono avere effetti positivi sul corpo fisico. Si ritiene che possano aiutare a migliorare la circolazione sanguigna, ridurre il dolore muscolare e articolare, e promuovere la guarigione dei tessuti. Alcune terapie sonore utilizzano le campane tibetane per stimolare il processo di guarigione a livello cellulare.

Equilibrio Energetico

Secondo la medicina tradizionale tibetana e altre pratiche olistiche, le campane tibetane possono aiutare a bilanciare i centri energetici del corpo, noti come chakra. Le vibrazioni sonore possono sciogliere blocchi energetici e ristabilire il flusso armonioso dell'energia vitale, migliorando la salute e il benessere generale.


Le campane tibetane possono essere utilizzate in vari modi, a seconda degli obiettivi del praticante. Ecco alcune delle modalità più comuni di utilizzo:

Meditazione Personale

Molte persone usano le campane tibetane durante le sessioni di meditazione personale. Si possono percuotere delicatamente o strofinare il bordo della campana con un bastone per produrre un suono continuo. Il suono aiuta a focalizzare la mente e a creare un ambiente di calma e introspezione.

Terapia del Suono

La terapia del suono con le campane tibetane è una pratica sempre più diffusa. I terapeuti del suono utilizzano le campane per creare un bagno di suoni, dove i pazienti sono immersi nelle vibrazioni armoniche delle campane. Questo tipo di terapia può aiutare a ridurre lo stress, alleviare il dolore e promuovere la guarigione.

Rituali Spirituali

Le campane tibetane sono spesso utilizzate nei rituali spirituali e nelle cerimonie religiose. Possono essere suonate per aprire e chiudere sessioni di preghiera, per purificare gli spazi e per invocare energie positive. Il loro suono è considerato un ponte tra il mondo materiale e quello spirituale.

Yoga e Pratiche di Benessere

Molte classi di yoga incorporano le campane tibetane per creare un ambiente di pace e armonia. Il suono delle campane può essere utilizzato durante le sessioni di rilassamento finale (Savasana) per aiutare i praticanti a raggiungere uno stato di rilassamento profondo e rigenerante.


Quando si sceglie una campana tibetana, è importante considerare la qualità del suono e la maestria artigianale. Le campane di alta qualità sono spesso fatte a mano e producono un suono ricco e armonioso. È utile ascoltare il suono della campana prima di acquistarla per assicurarsi che risuoni con voi a livello personale.

Le campane tibetane possono essere trovate in negozi specializzati in articoli spirituali, nei mercati dell'Himalaya e online. È consigliabile acquistare da venditori affidabili che possano garantire l'autenticità e la qualità delle campane.



venerdì 1 febbraio 2019

Essere Vegetariani O Vegani Fa Male Alla Salute


L’alimentazione vegetariana e vegana non fanno così bene come si crede Mentre sempre più persone rinunciano alla carne e alle altre proteine animali da uno studio austriaco emerge che essere vegetariani o vegani fa male alla salute. Vediamo di capire meglio.

Negli ultimi anni la dieta vegetariana e quella vegana hanno avuto una progressiva affermazione e incontrato il gradimento di fasce di popolazione via via più ampie. La prima, anche chiamata latto-ovo-vegetariana, esclude il consumo di carne e pesce. L’alimentazione vegana (o vegetaliana o vegetariana stretta) è invece priva di qualunque prodotto di origine animale, compresi quindi latte e derivati, uova e persino miele.

La dieta vegetariana e quella vegana non sono le migliori per la salute

Vegetariani e vegani non hanno una salute migliore di quella degli onnivori.

A questa crescente diffusione della scelta vegetariana più o meno radicale hanno contribuito, tra gli altri, siti internet e pagine facebook interamente dedicati all’argomento, community vegetariane e vegan, personaggi famosi (primo tra tutti l’oncologo Umberto Veronesi, la cui autorevolezza in altri ambiti sembra conferire implicita validità anche alle sue preferenze alimentari), medici quali Franco Berrino, che da tempo promuove una dieta povera di proteine animali, libri come The China Study, diventato la bibbia di molti vegetariani e soprattutto vegani, nonché diverse trasmissioni televisive, tra cui recentemente anche Le Iene, che ai benefici della scelta vegan ha dedicato proprio in queste settimane più di un servizio. Sta propagandosi, a ogni livello, la convinzione che eliminare dalla dieta la carne, se non addirittura tutti i prodotti di derivazione animale, sia la scelta più sana e quanto di meglio si possa fare a tavola per la propria salute.

Non sorprende quindi che uno studio come quello dell’Università di Graz pubblicato su Plos One e che ha confrontato la salute dei vegetariani e quella delle persone che consumano carne abbia l’effetto di una deflagrazione. I ricercatori austriaci hanno visto che i vegetariani sono meno sani, hanno una peggiore qualità di vita (anche in termini di relazioni sociali) e richiedono più trattamenti medici degli onnivori. In particolare lo studio mostra che chi segue una dieta vegetariana è più soggetto di chi mangia carne a patologie come cancro, allergie e disturbi psicologici quali ansia e depressione. Insomma, vegetariano fa rima con tutto tranne che con sano, secondo questo lavoro.

Saranno sicuramente necessari ulteriori approfondimenti che consentano di superare alcuni limiti di questo studio, come giustamente avvertono gli stessi autori. Sono infatti stati inclusi nello stesso gruppo vegani ortodossi e vegetariani in senso lato, compresi persino quelli non rigorosi che occasionalmente consumano pesce. La ricerca non ha inoltre potuto stabilire una relazione di causa ed effetto tra comportamenti alimentari e risultati osservati, ma solo un’associazione (va comunque precisato che questo è un aspetto tutt’altro che infrequente negli studi scientifici, perlomeno in quelli svolti secondo certe modalità, e che di tale limitazione hanno sofferto anche molte delle ricerche che in passato alla dieta vegetariana avevano attribuito benefici, The China Study compreso).

Le conclusioni dello studio austriaco tuttavia offrono l’occasione per qualche riflessione sulla salubrità dell’alimentazione vegetariana e di quella vegana e sulla loro presunta superiorità nutrizionale e salutistica.

Al di là di considerazioni di carattere etico o ideologico, non esistono motivazioni scientifiche valide per eliminare dalla dieta le proteine animali, al contrario di quello che credono tanti, tra cui persino medici, nutrizionisti e giornalisti, per non menzionare i colleghi naturopati.

L’alimentazione vegetariana, quando ben condotta, ha senz’altro molti aspetti di indubbio interesse salutistico, come il consumo di notevoli quantità di verdura e frutta, di frutta in guscio, di legumi (sani, ma non così proteici come alcuni ritengono), di cereali integrali e in genere anche diversi dall’onnipresente frumento.

Ma i suoi benefici non derivano dall’eliminazione delle proteine animali. E non ci sono ricerche che individuino un rapporto di causa-effetto tra esclusione di carne e altri prodotti animali dalla dieta e migliori condizioni di salute.

Sembra ormai assodato invece che la miglior salute che caratterizza (alcuni) vegetariani sia da ascrivere alla loro maggior attenzione allo stile di vita complessivo, al di là della dieta vegetale: i vegetariani e i vegani di norma non fumano, non bevono abitualmente alcolici, scelgono di preferenza alimenti biologici, evitano cibi industriali ricchi di zucchero, sale e grassi di scarsa qualità, fanno più spesso attività fisica, e magari anche yoga o meditazione, si curano con prodotti naturali, non abusano di farmaci.

Questo è stato ben verificato quando la ricerca ha messo a confronto vegetariani e onnivori health conscious (ovvero attenti alla propria salute e con uno stile di vita sano e analogo a quello appena descritto) e non sono state evidenziate differenze di mortalità tra vegetariani e non vegetariani. E qui sì che si è trattato di studi particolarmente significativi, che hanno seguito tante persone per molti anni, come quello pubblicato sul British Medical Journal, rivista scientifica tra le più prestigiose al mondo, o questa ricerca condotta in Germania.

In altri termini, non è l’eliminazione della carne dalla dieta il fattore determinante per la salute e i vegetariani sono più sani – se e quando lo sono – per il loro stile di vita globale e non per la rinuncia alle proteine animali. Quando si escludono i tanti fattori che possono confondere e alterare i risultati, come hanno fatto questi due studi, tale aspetto si delinea chiaramente ed emerge che il vegetariano non ha una salute migliore rispetto a chi mangia carne, pesce e uova all’interno di un’alimentazione equilibrata e con frutta e verdura in abbondanza, come quella di cui scriviamo abitualmente su queste pagine.

Nutrirsi con cibi di provenienza sia vegetale che animale è il modo più naturale e razionale di alimentarsi. L’uomo non è vegetariano: ha mangiato carne e prodotti animali per centinaia di migliaia di anni e prima di lui lo hanno fatto per almeno 2 milioni di anni gli ominidi da cui deriva. E’ grazie alla carne (e ancor più in particolare alla carne cotta) che l’uomo si è evoluto fino a diventare la specie più intelligente e dominante. Solo 10.000 anni fa, con il Neolitico, abbiamo iniziato a praticare l’agricoltura e la pastorizia e modificato la nostra dieta introducendo cereali, legumi, latte e derivati in quantità significative.

Senza carne l’evoluzione umana non sarebbe stata la stessa, l’uomo non avrebbe potuto colonizzare tutte le regioni climatiche del Pianeta, persino lo sviluppo del cervello non sarebbe stato quello che è stato e forse vivremmo ancora nelle foreste con scimpanzé e gorilla, i nostri parenti viventi più prossimi, che hanno un’alimentazione per il 90% vegetale e sono spesso citati come termine di paragone da vegetariani e vegani a sostegno della loro scelta. E’ l’onnivorismo che ci ha reso ciò che siamo.

Diventare vegetariani o vegani per motivi etici o religiosi è una decisione pienamente comprensibile. Ma non esiste alcuna ragione salutistica scientificamente valida per escludere le proteine animali dalla nostra alimentazione.

 
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