martedì 26 settembre 2023

I Lemuri: Spiriti della Notte tra Mito e Realismo

 




Nel vasto panorama delle leggende antiche, i lemuri emergono come figure affascinanti e misteriose. Originariamente chiamati "lemures" dai Romani, il termine stesso evoca l'atmosfera di spiriti notturni e creature erranti. Detto anche Larva[e], un termine equivalente a fantasma, i lemuri occupano un posto unico nel folklore romano come anime tormentate di defunti che non trovano riposo a causa di una morte violenta.


Il Mito dei Lemuri nella Tradizione Romana

Nel mito romano, si credeva che queste creature fossero anime non identificabili e indescrivibili, vaganti senza meta per le strade come anime in pena. La loro transitorietà fatale e eterna li condannava a un limbo spirituale, alimentando il senso di orrore associato alle figure spettrali. Questa mitologia delineò il dominio di Ecate, la dea associata ai lemuri, dando loro una figura e un contesto più definiti.

Per tenere lontani gli spiriti tormentati, vennero istituite le Lemuria, feste celebrative che ricorrevano il 9, 11 e 13 maggio. La tradizione attribuisce a Romolo l'istituzione di queste festività per placare lo spirito del fratello Remo, da lui ucciso. Durante le Lemuria, il rituale prevedeva che il Pater familias gettasse dietro di sé alcune fave nere simbolicamente per nove volte, recitando formule propiziatorie. Queste festività erano accompagnate dalla chiusura dei templi e dal divieto di contrarre matrimonio.


Dal Mito alla Realità: Lemuri nella Scienza e nella Cultura Moderna

Il mito dei lemuri ha lasciato un'impronta indelebile nella cultura e nella scienza moderna. Carlo Linneo, il celebre naturalista svedese, ha utilizzato il termine "lemure" per designare un particolare tipo di primati notturni presenti principalmente sull'isola del Madagascar. Questi lemuri, pur lontani dalla loro controparte mitologica, sono diventati un oggetto di studio scientifico e hanno ispirato la terminologia della biologia.

La rappresentazione letteraria dei lemuri ha trovato spazio anche nell'opera di Johann Wolfgang von Goethe, in particolare nel suo Faust. Qui, i lemuri appaiono come schiavi di Mefistofele, costretti a scavare la fossa in cui Faust sarebbe stato sepolto. Goethe li descrive come creature sub-umane, assemblate con ossa, legamenti e tendini, creando un'immagine suggestiva di esseri distorti e incompleti.

L'esoterista Rudolf Steiner ha ulteriormente enfatizzato la profondità spirituale di Goethe nel dipingere i lemuri come creature che "ricordano a metà di derivare da uomini defunti". Nella visione di Steiner, i lemuri rappresentano forze sovrasensibili, prive della coscienza dell'Io e incapaci di memoria, una rappresentazione simbolica della condizione di transizione e dell'assenza di consapevolezza propria.


In sintesi, i lemuri, da spiriti notturni tormentati a oggetti di studio scientifico, hanno attraversato secoli di mito e realtà. La loro presenza persistente nella cultura e nella scienza moderna è un tributo alla loro unicità e al loro impatto duraturo nella nostra comprensione del mondo naturale e mitologico.


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