L’8 maggio 1891 si spegneva in un sobborgo londinese una delle figure più controverse, affascinanti e influenti dell’occultismo moderno: Elena Petrovna von Hahn, meglio conosciuta come Madame Blavatsky. Nata a Dnipro, nell’attuale Ucraina, il 12 agosto 1831, la sua esistenza fu una continua fuga dalle convenzioni, un pellegrinaggio spirituale attraverso il mondo e un costante inseguimento del mistero.
Madame Blavatsky fu filosofa, mistica, saggista e medium. Ma soprattutto fu co-fondatrice, nel 1875, della Società Teosofica, un’organizzazione che ambiva a sondare i segreti dell’universo e a riunificare sotto un’unica filosofia spirituale le grandi religioni del mondo. Le sue opere, come Iside Svelata e La Dottrina Segreta, sono oggi considerate veri pilastri della letteratura esoterica, testi tanto osannati dai cultori dell’occulto quanto criticati da storici e scienziati.
La vita di Helena Blavatsky sembra uscita da un romanzo di avventure. Bambina dai magnetici occhi celesti e dai capelli scuri, affermava di parlare con esseri invisibili nei sotterranei della casa di famiglia, presenze che lei chiamava affettuosamente i suoi “folletti”. La sua immaginazione era così potente da provocare, secondo le testimonianze, vere e proprie allucinazioni nei coetanei.
A soli sedici anni, sposò Nikifor Blavatsky, un uomo molto più anziano, ma la loro unione si rivelò effimera. Lasciato il marito, non rinunciò mai al titolo di "Madame", che divenne parte integrante della sua figura pubblica. Iniziò così un’esistenza errante che la condusse nei cinque continenti, tra circhi dove si esibiva come cavallerizza, lezioni di pianoforte a Londra e collaborazioni con medium professionisti.
Dal 1849 in poi, Madame Blavatsky affermò di essere entrata in contatto con una misteriosa confraternita spirituale nota come i “Maestri dell’Antica Sapienza”. Questi adepti, sosteneva, la invitarono nel Tibet per istruirla nei segreti dell’occulto, rafforzando i suoi presunti poteri psichici. Sebbene non vi siano prove documentali di questi viaggi, i suoi racconti contribuirono a costruire attorno alla sua figura un alone mitico e intramontabile.
Nel 1870, si avvicinò al movimento spiritualista, da cui però si distaccò concettualmente: per Blavatsky, i fenomeni paranormali non erano contatti con spiriti dei defunti, come sosteneva lo spiritismo, bensì manifestazioni di forze cosmiche e principi eterni. Fu a New York che conobbe Henry Steel Olcott, un avvocato e giornalista, con il quale fondò la Società Teosofica. L’organizzazione si proponeva di indagare l’origine della vita, la struttura dell’universo e i misteri delle civiltà antiche, come quella egizia o babilonese.
Con la Dottrina Segreta – monumentale opera in dieci volumi pubblicata nel 1888 – Madame Blavatsky fornì una sintesi audace e visionaria delle tradizioni religiose orientali, dell’occultismo occidentale, del simbolismo alchemico e delle cosmologie perdute. Basandosi su un ipotetico manoscritto tibetano chiamato Libro di Dzyan, che lei sosteneva di aver consultato direttamente, Blavatsky scrisse “Le Stanze”, liriche simboliche e criptiche su cui articolò il cuore della sua cosmogenesi e antropogenesi esoterica.
Secondo le sue teorie, il genere umano si sarebbe evoluto attraverso sette razze radice. La terza, quella dei Lemuriani, abitava un vasto continente scomparso che copriva buona parte dell’emisfero sud. Essi comunicavano telepaticamente, dotati di un "terzo occhio" spirituale. La quarta razza, gli Atlantidi, sarebbe emersa da Lemuria e poi scomparsa in una catastrofe circa 9.000 anni fa. I superstiti, diceva, avrebbero dato origine alle grandi civiltà euroasiatiche.
Con questa visione mitica della storia umana, la Teosofia rese popolare una nuova concezione di Atlantide, non più solo un’eco platonica, ma la culla perduta della conoscenza e della civiltà. In un’epoca dominata dal positivismo scientifico e dall’industrializzazione, Madame Blavatsky offrì una risposta spirituale al bisogno di senso e di appartenenza cosmica, recuperando simboli arcaici e tessendo miti antichi in un sistema coerente e affascinante.
Nonostante le accuse di frode, le controversie pubbliche e il discredito da parte della scienza ufficiale, l’eredità di Helena Blavatsky resta viva. La sua figura è ancora oggi al centro di dibattiti e studi accademici, e la sua influenza ha superato i confini della Teosofia, permeando il pensiero New Age, il simbolismo esoterico contemporaneo e persino la cultura popolare.
Madame Blavatsky non fu solo un personaggio del suo tempo. Fu una pioniera, una provocatrice intellettuale, una visionaria che sfidò le convenzioni religiose e scientifiche del XIX secolo. A distanza di oltre un secolo dalla sua morte, il suo nome continua a evocare mistero e fascino. E mentre la scienza cerca certezze, la sua voce ci ricorda che nell’ombra dell’ignoto si nasconde spesso il seme della conoscenza.
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