venerdì 4 gennaio 2019

La più antica religione monoteista e il suo inferno diabolico: un viaggio nell'aldilà zoroastriano

 


La religione zoroastriana, spesso considerata una delle più antiche religioni monoteiste al mondo, ci offre una visione dell'inferno estremamente vivida e inquietante. Fondata da Zoroastro (o Zarathustra) intorno al X secolo a.C. in quella che oggi è l'Iran, questa religione ha avuto un impatto profondo non solo sulla cultura persiana, ma anche sulle religioni successive, incluso il cristianesimo e l'islam.

Il zoroastrismo nacque in un contesto politeista, dove i popoli dell'antica Persia veneravano una vasta gamma di divinità naturali e personificazioni di forze cosmiche. Zoroastro, attraverso visioni divine, proclamò l'esistenza di un unico dio supremo, Ahura Mazda, il "Signore Saggio". Secondo gli insegnamenti zoroastriani, Ahura Mazda è il creatore di tutto ciò che è buono, in contrapposizione ad Angra Mainyu (o Ahriman), lo spirito del male.

La religione di Zoroastro presenta una cosmologia dualistica in cui il bene e il male sono in costante lotta. Questa battaglia cosmica tra Ahura Mazda e Angra Mainyu è riflessa nelle scelte morali degli esseri umani, che sono incoraggiati a seguire il sentiero della verità e della rettitudine (asha) per contribuire alla vittoria del bene.

Una delle caratteristiche più distintive dello zoroastrismo è la sua descrizione dettagliata dell'aldilà. Secondo i testi sacri zoroastriani, come l'Avesta e il Bundahishn, dopo la morte, l'anima del defunto attraversa il Ponte Chinvat, un passaggio che determina la destinazione dell'anima in base alle sue azioni in vita.

Se l'anima è giudicata degna, attraversa il ponte senza difficoltà e raggiunge il paradiso (Garothman o Vahishta Ahu). Tuttavia, se le azioni dell'anima sono state malvagie, il ponte diventa stretto e pericoloso, e l'anima cade nel terribile abisso dell'inferno (Druj Demana).

L'inferno nel zoroastrismo è descritto come un luogo di oscurità e sofferenza, dove le anime dei dannati subiscono tormenti per espiare i loro peccati. I testi zoroastriani sono espliciti nella descrizione delle pene infernali, che variano in base alla gravità dei peccati commessi. I peccatori sono torturati da demoni e soffrono in laghi di fuoco, fiumi di metallo fuso e in altre orribili condizioni.

Questa visione dell'inferno non è solo un luogo di punizione eterna, ma anche di purificazione. Secondo alcune tradizioni zoroastriane, alla fine dei tempi, dopo la sconfitta definitiva di Angra Mainyu, tutte le anime saranno purificate attraverso il fuoco sacro e redente, permettendo loro di unirsi ad Ahura Mazda in un mondo rinnovato e perfetto.

Il concetto di inferno nello zoroastrismo ha influenzato profondamente le teologie di altre religioni monoteiste. Gli studiosi hanno notato similitudini tra le descrizioni zoroastriane dell'inferno e quelle presenti nel cristianesimo e nell'islam. Ad esempio, l'idea di un giudizio finale e la divisione delle anime tra paradiso e inferno sono temi centrali che compaiono anche nella Bibbia e nel Corano.

Inoltre, il dualismo zoroastriano tra il bene e il male ha contribuito a modellare le visioni manichee e gnostiche del mondo, creando una base per la comprensione delle forze oscure e della redenzione nelle tradizioni religiose successive.

La visione zoroastriana dell'inferno, con la sua immagine vivida di tormento e purificazione, offre uno sguardo affascinante e terrificante sull'aldilà. Come una delle religioni monoteiste più antiche, il zoroastrismo ci permette di esplorare le radici delle idee di bene, punizione e redenzione che hanno plasmato il pensiero religioso per millenni.




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