L’alimentazione vegetariana e vegana
non fanno così bene come si crede Mentre sempre più persone
rinunciano alla carne e alle altre proteine animali da uno studio
austriaco emerge che essere vegetariani o vegani fa male alla salute.
Vediamo di capire meglio.
Negli ultimi anni la dieta vegetariana
e quella vegana hanno avuto una progressiva affermazione e incontrato
il gradimento di fasce di popolazione via via più ampie. La prima,
anche chiamata latto-ovo-vegetariana, esclude il consumo di carne e
pesce. L’alimentazione vegana (o vegetaliana o vegetariana stretta)
è invece priva di qualunque prodotto di origine animale, compresi
quindi latte e derivati, uova e persino miele.
La dieta vegetariana e quella vegana
non sono le migliori per la salute
Vegetariani e vegani non hanno una
salute migliore di quella degli onnivori.
A questa crescente diffusione della
scelta vegetariana più o meno radicale hanno contribuito, tra gli
altri, siti internet e pagine facebook interamente dedicati
all’argomento, community vegetariane e vegan, personaggi famosi
(primo tra tutti l’oncologo Umberto Veronesi, la cui autorevolezza
in altri ambiti sembra conferire implicita validità anche alle sue
preferenze alimentari), medici quali Franco Berrino, che da tempo
promuove una dieta povera di proteine animali, libri come The China
Study, diventato la bibbia di molti vegetariani e soprattutto vegani,
nonché diverse trasmissioni televisive, tra cui recentemente anche
Le Iene, che ai benefici della scelta vegan ha dedicato proprio in
queste settimane più di un servizio. Sta propagandosi, a ogni
livello, la convinzione che eliminare dalla dieta la carne, se non
addirittura tutti i prodotti di derivazione animale, sia la scelta
più sana e quanto di meglio si possa fare a tavola per la propria
salute.
Non sorprende quindi che uno studio
come quello dell’Università di Graz pubblicato su Plos One e che
ha confrontato la salute dei vegetariani e quella delle persone che
consumano carne abbia l’effetto di una deflagrazione. I ricercatori
austriaci hanno visto che i vegetariani sono meno sani, hanno una
peggiore qualità di vita (anche in termini di relazioni sociali) e
richiedono più trattamenti medici degli onnivori. In particolare lo
studio mostra che chi segue una dieta vegetariana è più soggetto di
chi mangia carne a patologie come cancro, allergie e disturbi
psicologici quali ansia e depressione. Insomma, vegetariano fa rima
con tutto tranne che con sano, secondo questo lavoro.
Saranno sicuramente necessari ulteriori
approfondimenti che consentano di superare alcuni limiti di questo
studio, come giustamente avvertono gli stessi autori. Sono infatti
stati inclusi nello stesso gruppo vegani ortodossi e vegetariani in
senso lato, compresi persino quelli non rigorosi che occasionalmente
consumano pesce. La ricerca non ha inoltre potuto stabilire una
relazione di causa ed effetto tra comportamenti alimentari e
risultati osservati, ma solo un’associazione (va comunque precisato
che questo è un aspetto tutt’altro che infrequente negli studi
scientifici, perlomeno in quelli svolti secondo certe modalità, e
che di tale limitazione hanno sofferto anche molte delle ricerche che
in passato alla dieta vegetariana avevano attribuito benefici, The
China Study compreso).
Le conclusioni dello studio austriaco
tuttavia offrono l’occasione per qualche riflessione sulla
salubrità dell’alimentazione vegetariana e di quella vegana e
sulla loro presunta superiorità nutrizionale e salutistica.
Al di là di considerazioni di
carattere etico o ideologico, non esistono motivazioni scientifiche
valide per eliminare dalla dieta le proteine animali, al contrario di
quello che credono tanti, tra cui persino medici, nutrizionisti e
giornalisti, per non menzionare i colleghi naturopati.
L’alimentazione vegetariana, quando
ben condotta, ha senz’altro molti aspetti di indubbio interesse
salutistico, come il consumo di notevoli quantità di verdura e
frutta, di frutta in guscio, di legumi (sani, ma non così proteici
come alcuni ritengono), di cereali integrali e in genere anche
diversi dall’onnipresente frumento.
Ma i suoi benefici non derivano
dall’eliminazione delle proteine animali. E non ci sono ricerche
che individuino un rapporto di causa-effetto tra esclusione di carne
e altri prodotti animali dalla dieta e migliori condizioni di salute.
Sembra ormai assodato invece che la
miglior salute che caratterizza (alcuni) vegetariani sia da ascrivere
alla loro maggior attenzione allo stile di vita complessivo, al di là
della dieta vegetale: i vegetariani e i vegani di norma non fumano,
non bevono abitualmente alcolici, scelgono di preferenza alimenti
biologici, evitano cibi industriali ricchi di zucchero, sale e grassi
di scarsa qualità, fanno più spesso attività fisica, e magari
anche yoga o meditazione, si curano con prodotti naturali, non
abusano di farmaci.
Questo è stato ben verificato quando
la ricerca ha messo a confronto vegetariani e onnivori health
conscious (ovvero attenti alla propria salute e con uno stile di vita
sano e analogo a quello appena descritto) e non sono state
evidenziate differenze di mortalità tra vegetariani e non
vegetariani. E qui sì che si è trattato di studi particolarmente
significativi, che hanno seguito tante persone per molti anni, come
quello pubblicato sul British Medical Journal, rivista scientifica
tra le più prestigiose al mondo, o questa ricerca condotta in
Germania.
In altri termini, non è l’eliminazione
della carne dalla dieta il fattore determinante per la salute e i
vegetariani sono più sani – se e quando lo sono – per il loro
stile di vita globale e non per la rinuncia alle proteine animali.
Quando si escludono i tanti fattori che possono confondere e alterare
i risultati, come hanno fatto questi due studi, tale aspetto si
delinea chiaramente ed emerge che il vegetariano non ha una salute
migliore rispetto a chi mangia carne, pesce e uova all’interno di
un’alimentazione equilibrata e con frutta e verdura in abbondanza,
come quella di cui scriviamo abitualmente su queste pagine.
Nutrirsi con cibi di provenienza sia
vegetale che animale è il modo più naturale e razionale di
alimentarsi. L’uomo non è vegetariano: ha mangiato carne e
prodotti animali per centinaia di migliaia di anni e prima di lui lo
hanno fatto per almeno 2 milioni di anni gli ominidi da cui deriva.
E’ grazie alla carne (e ancor più in particolare alla carne cotta)
che l’uomo si è evoluto fino a diventare la specie più
intelligente e dominante. Solo 10.000 anni fa, con il Neolitico,
abbiamo iniziato a praticare l’agricoltura e la pastorizia e
modificato la nostra dieta introducendo cereali, legumi, latte e
derivati in quantità significative.
Senza carne l’evoluzione umana non
sarebbe stata la stessa, l’uomo non avrebbe potuto colonizzare
tutte le regioni climatiche del Pianeta, persino lo sviluppo del
cervello non sarebbe stato quello che è stato e forse vivremmo
ancora nelle foreste con scimpanzé e gorilla, i nostri parenti
viventi più prossimi, che hanno un’alimentazione per il 90%
vegetale e sono spesso citati come termine di paragone da vegetariani
e vegani a sostegno della loro scelta. E’ l’onnivorismo che ci ha
reso ciò che siamo.
Diventare vegetariani o vegani per
motivi etici o religiosi è una decisione pienamente comprensibile.
Ma non esiste alcuna ragione salutistica scientificamente valida per
escludere le proteine animali dalla nostra alimentazione.