mercoledì 19 febbraio 2020

Cleromanzia

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La cleromanzia (dal greco kleros- 'sorte' e -manteia 'indovinare') o sortilegio (dal latino sortem 'sorte' e lego 'lèggere') è una qualunque forma di divinazione il cui risultato sia determinato da mezzi che normalmente sarebbero considerati casuali, come per esempio l'estrazione a sorte di oggetti, simboli o frasi oppure il lancio di dadi, ossi o altri oggetti, ma che si presuppone possano rivelare la volontà divina o di altre entità soprannaturali.
Chi pratica una di queste arti divinatorie si chiama generalmente cleromante o sortilego.

Nella civiltà classica
Nell'Antica Roma le pratiche di cleromanzia erano chiamate sortes ossia 'sorti', da cui l'indovino era chiamato sortilegus ossia 'colui che legge le sorti'; altre forme di cleromanzia praticate dai romani erano il lancio di dadi (oggi chiamato astragalomanzia) o il pellegrinaggio al santuario della Fortuna Primigenia. C'è da notare che per gli antichi Romani la cleromanzia era un approccio popolare alla divinazione ed era formalmente vietata ai personaggi pubblici; secondo la legge, infatti, solo la cosiddetta divinazione ispirata era lecita, mentre le sortes erano considerate quasi alla stregua del gioco d'azzardo.

Nella cultura giudaico-cristiana
Questo modo di tentare la sorte si trova relativamente di frequente nella Bibbia e molti suoi studiosi pensano che gli Urim e Tummim servano a questo scopo.
Nella Bibbia ebraica ci sono almeno quattro casi dove questa forma di divinazione viene invocata per determinare il pensiero di Dio:
  1. Nel Libro di Giosuè 7:11-22, Dio comanda che un furfante venga trovato tramite questa scelta a sorte, per prima tra le tribù di Israele, in seguito tra le famiglie di quella tribù, ecc. Achan, la persona identificata in questo modo, confessa la sua colpevolezza e mostra dove ha sepolto il bottino.
  2. Nel primo libro di Samuele 10:17-24, il popolo di Israele chiede a Dio di scegliere un re per loro e Dio ordina che venga trovato il re tramite una procedura simile a quella sopra accennata, portando così a scegliere Saul.
  3. Ancora nel primo libro di Samuele 14:42, questo sorteggio viene usato per determinare che fosse Gionata, figlio di Saul, colui che ruppe il giuramento fatto a Samuele: "maledetto sia l'uomo che mangia cibo fino alla sua sera e che io sia vendicato dei miei nemici".
  4. Nel libro di Giona 1:7, l'estrazione a sorte viene usata per determinare se Giona fosse stato la causa della tempesta. Egli fu di conseguenza buttato in mare e la tempesta si dissipò.
Altri luoghi nella Bibbia ebraica pertinenti alla divinazione sono:
  • Libro dei proverbi 16:33: la sorte viene gettata nel grembo, ma ogni sua decisione viene da Yahweh e 18:18: la sorte sistema dispute e le tiene fortemente separate..
  • Levitico 19:26: .... né tu praticherai nahash o onan (divinazione). Il significato letterale di nahash è sibilante, sebbene esso può essere esteso a significare bisbigliante, ed è storicamente stato inteso come un riferimento all'incantesimo; onan letteralmente viene tradotto con nuvole, possibilmente riferendosi alla nefomanzia. Alcune traduzioni (in inglese) rendono onan con 'presagio' (augury, interpretando il volo a stormo degli uccelli), ma altri lo traducono con 'stregoneria' (sorcery).
  • Deuteronomio 18:10 ... non lasciare che sia trovato tra te chi qasam qesem, svolga onan, nahash, o kashaph. qasam qesem letteralmente significa distribuisce le distribuzioni, e può riferirsi eventualmente alla cleromanzia; kashaph sembra significare mormorio, sebbene la Septuaginta rende la stessa frase come pharmakia (veleno), così che potrebbe riferirsi alle pozioni magiche.
  • Nel Libro di Ester, Haman tira a sorte per decidere la data in cui sterminare gli ebrei di Shushan; la festività ebraica di Purim è un ricordo della successiva catena di eventi.
Da notare che ci sono due distinti concetti ebraici che vengono a confondersi, se entrambi vengono tradotti per mezzo dell'estrazione a sorte. Sebbene nahash letteralmente significa fischiare quando usato come un verbo, come sostantivo significa serpente; l'idea di divinazione, o predire la fortuna, viene trasmessa attraverso l'associazione con il respiro (fig. 'spirito') di un serpente (fig. 'ingannatore')[senza fonte] e implicitamente proclama gli indovini come artisti truffatori. Al contrario, la parola ebraica che sta per 'tentare la sorte', gowral,[2] significa semplicemente 'assegnare porzioni', o 'distribuzioni', nell'interesse dell'imparzialità.
Gli esempi più notevoli nel Nuovo Testamento si trovano in Giovanni 19:24, dove i soldati tirano a sorte per gli abiti di Gesù non appena venne a morire sulla croce, e negli Atti degli Apostoli 1:23-26 dove gli undici apostoli tirarono a sorte per determinare chi tra Mattia o Barsabba (soprannominato Giusto) sarebbe stato scelto per rimpiazzare Giuda.
Nel Libro di Mormon, i figli di Lehi tirano a sorte nel primo libro di Nefi per determinare chi dovrà ottenere i piatti di ottone, un supposto documento contenente le scritture israelite, dal mercante Laban. Laman viene scelto per rappresentare i fratelli tramite questo metodo, ma egli non riesce nell'impresa e semplicemente scappa per salvarsi la vita (ad ogni modo, i fratelli riuscirono a recuperare i piatti con altri mezzi).

Nella cultura orientale
In Cina, e specialmente nel taoismo cinese, vari modi di divinazione erano impiegati attraverso mezzi casuali, come l'uso dell'I Ching. In Giappone, l'omikuji è una forma di oracolo scritto.


martedì 18 febbraio 2020

Kenneth Arnold

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Kenneth A. Arnold (Sebeka, 29 marzo 1915 – Bellevue, 16 gennaio 1984) è stato un aviatore statunitense, noto per aver affermato di aver avvistato un UFO negli USA nel 1947.

Il presunto avvistamento
Il 24 giugno 1947, Arnold sostenne che, mentre sul suo CallAir A-2 stava svolgendo un'attività di ricerca di un velivolo militare andato disperso, ha osservato nove insoliti oggetti volanti volare in schieramento vicino al Monte Rainier (Washington). Egli descrisse gli oggetti come luci intermittenti come se stessero riflettendo i raggi del Sole, il loro procedere era "irregolare" e volavano ad una velocità molto elevata. La storia di Arnold venne ampiamente diffusa dall'agenzia Associated Press e da altre agenzie; si ritiene che questa notizia abbia svolto la funzione di catalizzatore per l'interesse moderno nei confronti del fenomeno UFO, nonostante la presenza di incidenti che hanno interessato precedentemente gli UFO, ma che sono stati meno pubblicizzati.

Articoli e origine del termine "dischi volanti"
Brevemente, dopo il suo avvistamento, Arnold atterrò a Yakima (Washington), dove fece un normale rapporto all'Amministrazione dell'Aeronautica Civile. Quando sulla via del ritorno si fermò a Pendleton (Oregon) per far rifornimento, raccontò la sua storia ad un gruppo di ascoltatori curiosi fra cui vi erano anche dei giornalisti. Diversi anni più tardi Arnold disse ai giornalisti che "il loro moto era irregolare, come un piattino lanciato sull'acqua", da cui fu coniato il termine di "flying saucers" (letteralmente "piattini volanti"). Un altro termine con cui vengono più comunemente descritti gli oggetti che Arnold vide è "dischi volanti" (o semplicemente "dischi"). Arnold sostenne di essere stato frainteso in quanto la descrizione che aveva fornito era riferita al movimento degli oggetti piuttosto che al loro aspetto.
In ogni caso la vera forma descritta da Arnold era molto complicata. Subito dopo il suo avvistamento, egli descrisse gli oggetti come sottili e piani, arrotondati nella parte anteriore ma tagliati nella parte posteriore e terminanti con due punte, più o meno come un piattino o un disco. Per esempio, in un'intervista rilasciata alla radio due giorni dopo l'avvistamento, egli li descrisse come "qualcosa come un piatto da torta che è stato tagliato a metà con una specie di un triangolo convesso nella parte posteriore". Nella storia pubblicata lo stesso giorno, venne riportata la seguente citazione: "Avevano la forma di piattini ed erano così sottili che potevo vederli a mala pena". Il giorno seguente nel Portland Oregon Journal, la citazione di Arnold fu "Avevano l'aspetto di mezzelune, ovali davanti e convesse dietro. ... sembravano dei grandi dischi piatti".
In una dichiarazione redatta per l'intelligence dell'Army Air Forces (AAF) il 12 luglio, Arnold si riferì agli oggetti paragonandoli a dei piattini. Alla fine del rapporto egli fece un disegno degli oggetti che gli apparvero quando si trovò vicino al monte Rainer. Scrisse, "Sembravano più larghi che lunghi, il loro spessore era circa 1/20 della loro larghezza". In una riunione con due ufficiali dell'intelligence dell'AAF, Arnold in primo luogo rilevò che uno dei nove oggetti era differente, essendo più grande e con la parte posteriore dalla forma di una mezzaluna (vedere l'immagine alla destra).
Per l'avvistamento furono proposte diverse spiegazioni. L'astronomo Donald Menzel parlò di un miraggio e il giornalista scientifico Philip J. Klass di un gruppo di meteore, ma tali spiegazioni non sono state ritenute soddisfacenti dagli ufologi. È stato anche ipotizzato che poteva trattarsi di un gruppo di aerei ad ala volante in volo sperimentale.

Periodo successivo
Dopo l'avvistamento, Arnold divenne una celebrità; rilasciò parecchie interviste, scrisse articoli e venne anche spedito da un editore a Tacoma per investigare su un altro caso di avvistamento di UFO, il cosiddetto incidente di Maury Island, anche se poi passò la ricerca all'AAF. A partire dagli anni sessanta ebbe poco a che fare con il mondo dell'ufologia, tuttavia nel 1977 partecipò al Primo Congresso Internazionale di Ufologia tenuto a Chicago in occasione del trentennale dell'avvistamento di cui era stato protagonista.

lunedì 17 febbraio 2020

Belfagor

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Belfagor, o Belfegor, è la principale divinità presso alcune popolazioni semite del Medio Oriente.

Culto
Dio adorato sul Fegor, montagna d'Assiria, ed è la stessa divinità caldea che Baal, Belo o Bel, adorata dai popoli d'Oriente sotto il nome di Baal-Berit dagli uni, di Baal-Gad da altri, e da alcuni sotto quello di Baal P'eor; lo si fa risalire etimologicamente dalle antiche lingue semitiche (come il caldeo-babilonese) con il termine composito di Baal-P'eor, letteralmente Signore del monte Peor. Venne adorato dai Moabiti sotto il nome di Beelfegor e dai Cananei sotto quello di Moloch. Potrebbe essere la stessa divinità di Adone; nome sotto il quale i Siriani adoravano il Sole.
Belfagor era un idolo d'impurità e della turpitudine, lo stesso che il Priapo, della mitologia greco-romana.
Probabilmente con il nascere del monoteismo ebraico, in contrapposizione al politeismo dei vicini cananei, Moloch-Beelfagor divenne per gli israeliti una figura demoniaca da abbattere (si ricordino le distruzioni degli idoli cananei).
Assimilato poi dal Cristianesimo come il diavolo con il nome di Belfagor, nella demonologia cristiana viene raffigurato anche come uno dei sette principi dell'inferno. Belfagor attira le anime degli uomini e li seduce promettendogli scoperte e geniali invenzioni che li renderanno ricchi. Secondo molti demonologi del XVI secolo, egli diviene più potente nel mese di aprile. Egli è inoltre il demone che rappresenta il peccato mortale dell'accidia.

Belfagor nella cultura di massa
Belfagor è protagonista di numerose opere letterarie, cinematografiche e musicali:
  • della novella Belfagor arcidiavolo di Niccolò Machiavelli (1520 c.). In quest'opera, peraltro inusuale nel panorama della produzione machiavelliana, Belfagor viene mandato sulla terra (più precisamente, a Firenze) per prendere moglie e poter così verificare se sia vero che, come sostenuto da molte anime dannate, la maggior parte dei peccati umani è causata dall'influenza nefasta delle donne;
  • dell'opera lirica Belfagor di Ottorino Respighi (1923);
  • del romanzo Belfagor di Arthur Bernède (1925);
  • del film muto Belfagor diretto da Henri Desfontaines (1927);
  • del popolare sceneggiato televisivo degli anni '60 Belfagor ovvero Il fantasma del Louvre con Juliette Gréco;
  • del cartone animato Belfagor del 2001
  • del film Belfagor - Il fantasma del Louvre (2001) diretto da Jean-Paul Salomé;
Belfagor viene citato in varie opere, tra cui il Dizionario infernale di Collin de Plancy, il Paradiso perduto di John Milton e I lavoratori del mare di Victor Hugo.
Belfagor è il titolo di una canzone degli Underground Life, presente nel loro album "Filosofia dell'Aria", del 1987. È citato anche nella canzone Nel tempo del cantautore Luciano Ligabue. Viene nominato anche nella canzone Suicidol, dell'omonimo album Suicidol di Nitro (rapper), citando nella omonima frase Belfagor ovvero il fantasma del Louvre. Inoltre, Belfagor viene citato nella canzone Hollywood, dell'album Ill Movement di Mostro in questo pezzo vi hanno partecipato due nomi noti nel genere Rap Nick Sick (Che collabora al disco) e Smacco con l'omonima frase Pregano Belfagor il fantasma del Louvre.
Il numero primo 1 000 000 000 000 066 600 000 000 000 001 è detto Numero di Belfagor. È un primo palindromo: cioè un numero primo che è anche un numero palindromo.



domenica 16 febbraio 2020

Sepher Ha-Razim

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Sepher Ha-Razim è un testo di misticismo ebraico ipoteticamente dato a Noè dall'arcangelo Raziel e trasmesso nelle generazioni durante il corso della storia biblica fino a Salomone, per il quale fu grande fonte di saggezza e di presunti poteri magici. Da notare che questo è un libro differente dal Sefer Raziel HaMalakh, che fu dato ad Adamo dallo stesso angelo. È un testo totalmente non ortodosso: anche se le leggi tradizionali di purezza fanno parte della cosmogonia, ci sono per esempio dei riti magici che "richiedono la pratica di mangiare focacce impastate con sangue e farina"; pratica proibitissima per un ebreo osservante. Sembra quindi essere un'opera di magia ebraica, che insegnerebbe ad evocare gli angeli piuttosto che Dio, a compiere imprese sovrannaturali. Il testo fu inizialmente considerato parte del giudaismo "ortodosso", benché sotto l'influenza dell'ellenismo, ma ora insieme ad alcuni altri scritti è considerato non ortodosso o addirittura eretico dall'Ebraismo moderno.

Scoperta

Il testo fu scoperto nel XX secolo da Mordecai Margalioth, uno ricercatore ebreo che studiava testi cabalistici presso la Bodleian Library durante un soggiorno a Oxford nel 1963. Egli comprese che alcuni frammenti rinvenuti nella Geniza del Cairo provenivano da uno stesso testo e si mise alla ricerca in diversi archivi di altri frammenti, che consentissero di ricostruire tale fonte comune. Raggiunse questo scopo nel 1966, quando pubblicò lo Sepher Ha-Razim. La prima traduzione in inglese del libro è stata realizzata da Michael A. Morgan, nel 1983 ed il libro è ora in stampa dall'estate 2007. Una nuova edizione critica delle più importanti testimonianze manoscritte esistenti, tra cui i frammenti della Geniza in ebraico e giudeo-arabo e una traduzione latina del XIII secolo, è stata preparata da Bill Rebiger e Peter Schäfer nel 2009, seguita da una traduzione e commentario in tedesco.

Datazione

Margalioth pone la data del testo originale ai primi del IV secolo e tardo III secolo dell'era volgare e tale datazione è quasi universalmente accettata. Un'eccezione viene dallo studioso Ithamar Gruenwald, che data il testo al VI o VII secolo e.v., ma è comunque chiaro che questo testo predata non solo i testi cabalistici, inclusi Zohar (XIII secolo), Bahir (anche XIII secolo), ma forse anche il protocabalistico Sefer Yetzirah (IV secolo). Ci sono chiari indizi testuali che confermano questa datazione dei primi secoli, specificamente il riferimento all'uso da parte dei "re greci" del computo cronologico per mezzo delle indizioni romane. Se i re in questione sono quelli egiziani il testo è successivo al 297 e.v.; se, invece, si intende i re di Costantinopoli esso è successivo al 312".

Struttura e contenuto

Il libro è suddiviso in sette sezioni, escludendo la prefazione che dettaglia la ricezione del libro e la sua trasmissione. Ognuna delle sette sezioni contiene un elenco di angeli e istruzioni per eseguire uno o più riti magici. C'è una tensione inquieta tra la cosmogonia ortodossa del libro e le prassi poco ortodosse incorporate in questi riti magici: il libro è stato ovviamente curato da uno scriba rabbinico, ma la "religione popolare" contenuta nel libro è più o meno intatta. Alcuni dei rituali pretendono di facilitare la guarigione, la profezia, un attacco contro il proprio nemico e ottenere buona fortuna. Il simbolismo del numero sette, l'importanza dei nomi divini e la prevalenza della "magia simpatica" (imitativa) non deve essere trascurata nel collocare questa opera nella suo contesto magico del Vicino Oriente antico.

sabato 15 febbraio 2020

Balam

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Nella demonologia, Balam (o anche Balaam, Balan) è un potente re (o secondo alcuni un potente governatore) dell'Inferno che comanda più di 40 legioni di demoni.
Ha il potere di donare informazioni perfette su cose che accaddero nel passato, che accadono nel presente, o che dovranno accadere nel futuro; conosce inoltre il segreto dell'invisibilità.
Viene descritto come essere con tre teste (la prima di toro, la seconda di uomo e la terza di montone) due occhi infuocati e una coda simile a quella di un serpente. Lo si può trovare rappresentato come creatura con un falco sull'avambraccio a cavallo di un orso terribilmente forte, oppure come uomo nudo sempre a cavallo di un orso.
Sembra che il suo nome derivi dal mago biblico Balaam.

venerdì 14 febbraio 2020

Effetto Pauli

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L'effetto Pauli è una espressione gergale, tra lo scherzoso e il superstizioso, che si riferisce al malfunzionamento di apparecchiature tecniche in presenza di fisici teorici. Il suo nome deriva dal fisico austriaco Wolfgang Pauli.
L'effetto Pauli non è da confondersi con il principio di esclusione di Pauli, che è un fenomeno peculiare della fisica quantistica.

Storia

A partire dal XX secolo, la ricerca fisica è stata divisa in "teorica" e "sperimentale", per cui la maggior parte dei fisici apparteneva ad uno di questi settori (o "modi di vedere" la fisica): solo pochi fisici, come per esempio Fermi, si dedicarono ad entrambi gli ambiti. A causa della mancanza di competenze e di esperienza nel lavoro sperimentale, molti fisici teorici fecero delle scoperte in seguito a degli eventi accidentali (come ad esempio la scoperta della mauveina da parte di William Henry Perkin), ma nella maggior parte dei casi gli incidenti in laboratorio avevano conseguenze spiacevoli, sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista dei danni alla salute.
Pauli fu un fisico teorico, e in seguito ad una serie di sfortunati eventi, che si verificarono a partire dal 1924, gli fu attribuita la fama di guastare qualsiasi esperimento con la propria presenza. Così, per paura dell'"effetto Pauli", il fisico Otto Stern ammonì Pauli di non entrare nel suo laboratorio.
Se fosse reale, l'effetto Pauli potrebbe essere classificato come un fenomeno macro-psicocinetico. Wolfang Pauli comunque, secondo il suo biografo Enz, era convinto che l'effetto che portava il suo nome fosse reale. Markus Fierz, un suo collega e collaboratore, affermava:
«Anche specialisti della fisica sperimentale – persone obiettive e realiste – condividevano l’opinione secondo cui fosse proprio Pauli che emanava questi effetti strani. Per esempio, si credeva che la sua semplice presenza dentro un laboratorio generasse un sacco di problemi nella conduzione di un esperimento: rivelava, diciamo così, la malignità delle cose. Era questo L’Effetto Pauli. Per questa ragione, il suo amico Otto Stern, celebre ‘artista dei fasci molecolari’, non l’ha mai lasciato entrare nel proprio istituto. Non è affatto una leggenda, conoscevo benissimo Stern così come Pauli! Anche Pauli credeva assolutamente ai suoi effetti. M’ha raccontato come percepisse le sventure in anticipo nella forma di una spiacevole tensione e che, se poi il disagio preconizzato avveniva davvero, si sentiva bizzarramente libero e sollevato. Si può insomma considerare l’Effetto Pauli come un fenomeno sincronico.»

e aggiunge inoltre: «Lo stesso Pauli comunque credeva nell'esistenza dell'effetto».
Poiché Pauli considerava la parapsicologia un metodo d'indagine serio, quest'affermazione potrebbe essere in accordo con il suo pensiero scientifico.

Aneddoti

Un incidente avvenne nel laboratorio di fisica dell'Università di Gottinga. Uno strumento di misura costoso, senza alcun motivo apparente, smise immediatamente di funzionare. Il direttore dell'istituto informò dell'accaduto il suo collega Pauli, a Zurigo, asserendo scherzosamente che questo fosse dovuto all'effetto Pauli. Solo in seguito si seppe che Pauli, nel momento in cui era avvenuto il malfunzionamento, stava rientrando a Zurigo da Copenaghen e si trovava proprio alla stazione di Gottinga, in attesa di una coincidenza. Il fatto è riportato, tra gli altri, nel libro di George Gamow Trent'anni che sconvolsero la fisica, dove si afferma anche che l'effetto è tanto più forte quanto il fisico è talentuoso.
Nel febbraio del 1950, quando Pauli si trovava all'Università di Princeton, il ciclotrone si incendiò, ed egli si chiese se questo incidente fosse dovuto giusto a questo effetto che prendeva da lui il nome. Questo avvenimento spinse Pauli a scrivere il suo articolo "Background-Physics", in cui egli prova a trovare relazioni complementari tra fisica e psicologia profonda.

giovedì 13 febbraio 2020

Tiptologia

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La tiptologia (dal greco τύπτω, typto, "batto, colpisco" e λόγος, logos, "parola") è, nell'ambito dello spiritismo, la forma più semplice di ricezione delle "comunicazioni" di tipo medianico, e consiste nella traduzione in parole e in frasi dei colpi battuti dai piedi di un tavolo o di altro mobile.

 
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