La
cleromanzia
(dal greco kleros- 'sorte' e
-manteia 'indovinare') o
sortilegio
(dal latino sortem 'sorte' e lego
'lèggere') è una qualunque forma di divinazione il cui risultato
sia determinato da mezzi che normalmente sarebbero considerati
casuali, come per esempio l'estrazione a sorte di oggetti, simboli o
frasi oppure il lancio di dadi, ossi o altri oggetti, ma che si
presuppone possano rivelare la volontà divina o di altre entitÃ
soprannaturali.
Chi pratica una di queste arti
divinatorie si chiama generalmente cleromante o
sortilego.
Nell'Antica Roma le pratiche di
cleromanzia erano chiamate sortes ossia 'sorti', da cui l'indovino
era chiamato sortilegus ossia 'colui che legge le sorti'; altre forme
di cleromanzia praticate dai romani erano il lancio di dadi (oggi
chiamato astragalomanzia) o il pellegrinaggio al santuario della
Fortuna Primigenia. C'è da notare che per gli antichi Romani la
cleromanzia era un approccio popolare alla divinazione ed era
formalmente vietata ai personaggi pubblici; secondo la legge,
infatti, solo la cosiddetta divinazione ispirata era lecita, mentre
le sortes erano considerate quasi alla stregua del gioco d'azzardo.
Questo modo di tentare la sorte si
trova relativamente di frequente nella Bibbia e molti suoi studiosi
pensano che gli Urim e Tummim servano a questo scopo.
Nella Bibbia ebraica ci sono almeno
quattro casi dove questa forma di divinazione viene invocata per
determinare il pensiero di Dio:
- Nel Libro di Giosuè 7:11-22, Dio comanda che un furfante venga trovato tramite questa scelta a sorte, per prima tra le tribù di Israele, in seguito tra le famiglie di quella tribù, ecc. Achan, la persona identificata in questo modo, confessa la sua colpevolezza e mostra dove ha sepolto il bottino.
- Nel primo libro di Samuele 10:17-24, il popolo di Israele chiede a Dio di scegliere un re per loro e Dio ordina che venga trovato il re tramite una procedura simile a quella sopra accennata, portando così a scegliere Saul.
- Ancora nel primo libro di Samuele 14:42, questo sorteggio viene usato per determinare che fosse Gionata, figlio di Saul, colui che ruppe il giuramento fatto a Samuele: "maledetto sia l'uomo che mangia cibo fino alla sua sera e che io sia vendicato dei miei nemici".
- Nel libro di Giona 1:7, l'estrazione a sorte viene usata per determinare se Giona fosse stato la causa della tempesta. Egli fu di conseguenza buttato in mare e la tempesta si dissipò.
Altri luoghi nella Bibbia ebraica
pertinenti alla divinazione sono:
- Libro dei proverbi 16:33: la sorte viene gettata nel grembo, ma ogni sua decisione viene da Yahweh e 18:18: la sorte sistema dispute e le tiene fortemente separate..
- Levitico 19:26: .... né tu praticherai nahash o onan (divinazione). Il significato letterale di nahash è sibilante, sebbene esso può essere esteso a significare bisbigliante, ed è storicamente stato inteso come un riferimento all'incantesimo; onan letteralmente viene tradotto con nuvole, possibilmente riferendosi alla nefomanzia. Alcune traduzioni (in inglese) rendono onan con 'presagio' (augury, interpretando il volo a stormo degli uccelli), ma altri lo traducono con 'stregoneria' (sorcery).
- Deuteronomio 18:10 ... non lasciare che sia trovato tra te chi qasam qesem, svolga onan, nahash, o kashaph. qasam qesem letteralmente significa distribuisce le distribuzioni, e può riferirsi eventualmente alla cleromanzia; kashaph sembra significare mormorio, sebbene la Septuaginta rende la stessa frase come pharmakia (veleno), così che potrebbe riferirsi alle pozioni magiche.
- Nel Libro di Ester, Haman tira a sorte per decidere la data in cui sterminare gli ebrei di Shushan; la festività ebraica di Purim è un ricordo della successiva catena di eventi.
Da notare che
ci sono due distinti concetti ebraici che vengono a confondersi, se
entrambi vengono tradotti per mezzo dell'estrazione a sorte. Sebbene
nahash letteralmente significa fischiare quando usato come un verbo,
come sostantivo significa serpente; l'idea di divinazione, o predire
la fortuna, viene trasmessa attraverso l'associazione con il respiro
(fig. 'spirito') di un serpente (fig. 'ingannatore')[senza fonte] e
implicitamente proclama gli indovini come artisti truffatori. Al
contrario, la parola ebraica che sta per 'tentare la sorte',
gowral,[2] significa semplicemente 'assegnare porzioni', o
'distribuzioni', nell'interesse dell'imparzialità .
Gli esempi più notevoli nel Nuovo
Testamento si trovano in Giovanni 19:24, dove i soldati tirano a
sorte per gli abiti di Gesù non appena venne a morire sulla croce, e
negli Atti degli Apostoli 1:23-26 dove gli undici apostoli tirarono a
sorte per determinare chi tra Mattia o Barsabba (soprannominato
Giusto) sarebbe stato scelto per rimpiazzare Giuda.
Nel Libro di Mormon, i figli di Lehi
tirano a sorte nel primo libro di Nefi per determinare chi dovrÃ
ottenere i piatti di ottone, un supposto documento contenente le
scritture israelite, dal mercante Laban. Laman viene scelto per
rappresentare i fratelli tramite questo metodo, ma egli non riesce
nell'impresa e semplicemente scappa per salvarsi la vita (ad ogni
modo, i fratelli riuscirono a recuperare i piatti con altri mezzi).
In Cina, e specialmente nel taoismo
cinese, vari modi di divinazione erano impiegati attraverso mezzi
casuali, come l'uso dell'I Ching. In Giappone, l'omikuji è una forma
di oracolo scritto.
0 commenti:
Posta un commento