
L'astrologia
islamica, o Scienza
degli astri (in arabo: ﺍﺣﻜﺎﻡ
ﺍﻟﻨﺠﻮﻡ, Aḥkām
al-nujūm, lett. "Decreti delle
stelle"), nasce dall'accentuato interesse che gli Arabi
preislamici avevano della volta stellata, in parte perché creazione
di Allah, in parte perché - abituati a viaggiare di notte, sotto la
volta stellata - essi riuscivano a orientarsi grazie agli astri e
alle costellazioni visibili.
Dopo l'avvento dell'Islam, i musulmani
avevano necessità di determinare il tempo per adempiere all'obbligo
giornaliero delle preghiere canoniche, individuare la direzione della
Kaʿba e il corretto orientamento per costruire le moschee, al cui
interno è sempre presente un miḥrāb perché indichi la
corretta qibla (direzione della Mecca). Tutto ciò contribuì
a imprimere una formidabile accelerazione agli studi di astronomia,
anche per il convincimento che i corpi astrali influenzassero in
qualche misura il comportamento umano e le stesse condizioni
dell'uomo. La scienza astrologica fu chiamata in arabo: علم
النجوم, ʿIlm al-nujūm, "Scienza
delle stelle": un termine non troppo differenziato rispetto a
ʿIlm al-falak (in arabo: علم
الفلك), con cui si volle indicare più
precisamente lo studio astronomico, con le discipline matematiche ad
esso connesse. I principi di questi studi trovavano la loro
ispirazione nei consimili studi dell'antica Persia preislamica, in
quella di Babilonia, nell'Ellenismo e nelle tradizioni dell'India.
Lungo tutto il periodo medievale,
l'applicazione pratica dell'astrologia fu soggetta a profondi
dibattiti di carattere filosofico da parte dei dotti musulmani e
degli uomini di scienza.
Va comunque ricordato che i pronostici astrologici, malgrado la precarietà scientifica delle basi della disciplina, richiesero comunque conoscenze utili allo studio e allo sviluppo dell'astronomia.
Va comunque ricordato che i pronostici astrologici, malgrado la precarietà scientifica delle basi della disciplina, richiesero comunque conoscenze utili allo studio e allo sviluppo dell'astronomia.
Storia
L'astrologia islamica proseguirono
lungo il solco tracciato a suo tempo dalle tradizioni di età
ellenistica e romana, basate sull'Almagesto di Tolomeo. Centri di
studio e insegnamento in medicina e astronomia/astrologia sorsero a
Damasco e Baghdad, capitali califfali, e il califfo abbaside
al-Mansur istituì un importante osservatorio astronomico e una
famosa biblioteca (nell'ambito della Bayt al-Ḥikma) a
Baghdad, facendone il principale centro astronomico del mondo. Al suo
tempo, le conoscenze astronomiche ebbero un forte impulso e lo stesso
astrolabio fu inventato da Muḥammad ibn Ibrāhīm al-Fazārī.
Gran parte dei nomi delle stelle derivano per questo dalla lingua araba.
Gran parte dei nomi delle stelle derivano per questo dalla lingua araba.
Albumasar o Abū Maʿshar (805-885) fu
uno dei più rinomati astrologi. Il suo trattato Introductorium in
Astronomiam (Kitāb al-mudkhal al-kabīr ilā ʿilm aḥkām
al-nujūm) parla di come "la sola osservazione delle grande
diversità dei movimenti planetari può farci capire le innumerevoli
varietà dei cambiamenti nel mondo". L'Introductorium fu
uno dei primi libri a essere tradotto grazie all'ambiente spagnolo
dei traduttori e a circolare in Europa nel Medioevo, influenzando
grandemente la rinascita colà dell'astrologia e dell'astronomia.
I Persiani combinarono insieme le
discipline mediche e astrologiche mettendo in correlazione le
proprietà curative delle erbe con specifici segni zodiacali e
pianeti. Marte, ad esempio, era considerato caldo e asciutto e si
credette che esso condizionasse piante con sapore caldo o acre, come
l'elleboro, il tabacco o la mostarda. Questi convincimenti furono
fatti propri dagli erboristi come Culpeper fino allo sviluppo della
medicina moderna.
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