La tavola ouija
è un piccolo strumento usato per le comunicazioni medianiche, ideato
nella metà del XIX secolo e diventato famoso nella metà del XX
secolo.
Descrizione e funzionamento
L'apparecchio è costituito da una
superficie piatta, in genere di legno lucido o in plastica, sulla
quale sono disegnate tutte le lettere dell'alfabeto, i numeri dallo 0
al 9, spesso un "sì" e un "no" e altri simboli,
il cui utilizzo è abbinato a un indicatore mobile. Esistono in
commercio tabelloni, di forme svariate, già pronti per l'uso. Il
tipo più comune è quello con le lettere collocate in senso
circolare, ma ve ne sono anche con disposizioni orizzontali o
semicircolari.
Si tratta di uno strumento utilizzato
per le sedute spiritiche. Lo scopo di tale tavoletta è quello di
interagire con gli spiriti: gli utilizzatori pongono delle domande a
imprecisate entità sovrannaturali (fantasmi, demoni ecc..), che,
attraverso un medium, farebbero sì che l'indicatore si muova sulla
tavola ouija e componga la risposta, utilizzando le lettere e le
cifre disegnate sul supporto. I partecipanti, seduti attorno a un
tavolo, evocano l'entità con cui desiderano comunicare e poi
poggiano, in modo leggero, l'indice della mano destra
sull'indicatore. In seguito lo strumento inizia a muoversi prima
lentamente e poi con maggiore decisione e celerità.
Le varianti dell'Ouija
La planchette
Un tipo particolare di tavoletta è la
"Planchette" che, al posto della punta indicante le
lettere, ha un foro nel quale è fissata una matita che scrive
direttamente. Posandovi sopra le mani, essa si muove e traccia sul
foglio su cui è appoggiata lettere o parole. La Planchette è più
veloce dell'Ouija e rinvia alla scrittura automatica.
La tecnica da seguire usando la
planchette è identica a quella osservata con gli altri strumenti, ma
naturalmente al posto del tabellone spiritico si posa sul tavolo un
foglio di carta bianca. La comunicazione avviene tramite scrittura.
La seduta medianica fatta con il bicchiere
È possibile operare in modo simile
alla tavola Ouija utilizzando un bicchiere o una moneta all'interno
di una tavola contenente lettere e numeri. L'esperimento, che si può
svolgere anche senza la presenza di medium o sensitivi, si effettua
dispondendo su un tavolo un cerchio di quadratini di carta, ognuno
dei quali porta disegnata una lettera dell'alfabeto. Al centro si
mette un bicchierino rovesciato (o un piattino da caffè o una
tazzina) e tutti i presenti vi posano un dito. Dopo una breve
concentrazione il bicchiere inizia a scorrere nel cerchio indicando
via via le lettere dell'alfabeto. È un metodo che si può usare
anche in piena luce.
Etimologia
La parola "ouija" deriva
dall'unione dei due termini, "oui", ("sì" in
lingua francese) e "ja" (stesso significato in lingua
tedesca) ma non è chiaro per quale motivo il nome della tavoletta
sia stato formato in questo modo.
Storia
Usata tra il XIX secolo e il XX secolo,
essa non aveva un nome preciso ed era composta solo dalle lettere
dell'alfabeto. Inventori "ufficiali" della tavoletta Ouija
furono gli uomini d'affari Elijah J. Bond e Charles Kennard che
ebbero l'idea di brevettare una tavoletta con stampato l'alfabeto e
metterla in commercio il 28 maggio 1890. Nel 1901 un impiegato di
Kennard, William Fuld rilevò i diritti di sfruttamento della
tavoletta parlante, rimettendola in produzione 1901 e dandole il nome
"Ouija".
Dal 1991 il trademark per la tavola
Ouija è passato dalla ditta Parker Brothers alla Hasbro.
Esiste la leggenda secondo la quale
l'origine della tavoletta ouija sarebbe molto antica e che lo stesso
Pitagora l'avrebbe usata per comunicare con il mondo invisibile, ma
di tutto questo non esiste alcuna prova.
Spiegazioni scientifiche
Il movimento della lancetta sulla
tavola, laddove si manifesti, viene spiegato come un effetto
ideomotorio, ovvero un movimento umano inconscio suggerito dalla
psiche. James Randi, autore del libro An Encyclopedia of Claims,
Frauds, and Hoaxes of the Occult and Supernatural,
fece notare come, se i partecipanti a una seduta di ouija erano
bendati, non producevano alcuna parola di senso compiuto.
Tale spiegazione è avvalorata dalla frequenza dei casi in cui si
ottengono subito frasi prive di senso non appena si mischiano e
rovesciano lettere e numeri, cosa che è verificabile con altri
dispositivi (e non con la tavola ouija in cui lettere e numeri non si
possono spostare).
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