Belfagor, o Belfegor, è
la principale divinità presso alcune popolazioni semite del Medio
Oriente.
Dio adorato sul Fegor, montagna
d'Assiria, ed è la stessa divinità caldea che Baal, Belo o Bel,
adorata dai popoli d'Oriente sotto il nome di Baal-Berit dagli uni,
di Baal-Gad da altri, e da alcuni sotto quello di Baal P'eor; lo si
fa risalire etimologicamente dalle antiche lingue semitiche (come il
caldeo-babilonese) con il termine composito di Baal-P'eor,
letteralmente Signore del monte Peor. Venne adorato dai Moabiti sotto
il nome di Beelfegor e dai Cananei sotto quello di Moloch. Potrebbe
essere la stessa divinità di Adone; nome sotto il quale i Siriani
adoravano il Sole.
Belfagor era un idolo d'impurità e
della turpitudine, lo stesso che il Priapo, della mitologia
greco-romana.
Probabilmente con il nascere del
monoteismo ebraico, in contrapposizione al politeismo dei vicini
cananei, Moloch-Beelfagor divenne per gli israeliti una figura
demoniaca da abbattere (si ricordino le distruzioni degli idoli
cananei).
Assimilato poi dal Cristianesimo come
il diavolo con il nome di Belfagor, nella demonologia cristiana viene
raffigurato anche come uno dei sette principi dell'inferno. Belfagor
attira le anime degli uomini e li seduce promettendogli scoperte e
geniali invenzioni che li renderanno ricchi. Secondo molti demonologi
del XVI secolo, egli diviene più potente nel mese di aprile. Egli è
inoltre il demone che rappresenta il peccato mortale dell'accidia.
Belfagor è protagonista di numerose
opere letterarie, cinematografiche e musicali:
- della novella Belfagor arcidiavolo di Niccolò Machiavelli (1520 c.). In quest'opera, peraltro inusuale nel panorama della produzione machiavelliana, Belfagor viene mandato sulla terra (più precisamente, a Firenze) per prendere moglie e poter così verificare se sia vero che, come sostenuto da molte anime dannate, la maggior parte dei peccati umani è causata dall'influenza nefasta delle donne;
- dell'opera lirica Belfagor di Ottorino Respighi (1923);
- del romanzo Belfagor di Arthur Bernède (1925);
- del film muto Belfagor diretto da Henri Desfontaines (1927);
- del popolare sceneggiato televisivo degli anni '60 Belfagor ovvero Il fantasma del Louvre con Juliette Gréco;
- del cartone animato Belfagor del 2001
- del film Belfagor - Il fantasma del Louvre (2001) diretto da Jean-Paul Salomé;
Belfagor viene citato in varie opere,
tra cui il Dizionario infernale di Collin de Plancy, il Paradiso
perduto di John Milton e I lavoratori del mare di Victor Hugo.
Belfagor è il titolo di una canzone
degli Underground Life, presente nel loro album "Filosofia
dell'Aria", del 1987. È citato anche nella canzone Nel tempo
del cantautore Luciano Ligabue. Viene nominato anche nella canzone
Suicidol, dell'omonimo album Suicidol di Nitro (rapper), citando
nella omonima frase Belfagor ovvero il fantasma del Louvre. Inoltre,
Belfagor viene citato nella canzone Hollywood, dell'album Ill
Movement di Mostro in questo pezzo vi hanno partecipato due nomi noti
nel genere Rap Nick Sick (Che collabora al disco) e Smacco con
l'omonima frase Pregano Belfagor il fantasma del Louvre.
Il numero primo 1 000 000 000 000 066
600 000 000 000 001 è detto Numero di Belfagor. È un primo
palindromo: cioè un numero primo che è anche un numero palindromo.
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