Nel cuore del XIX secolo, tra le case benestanti d’Europa, si diffuse una pratica che avrebbe catturato l’immaginazione del pubblico: la tornitura della tavola, nota anche come ribaltamento della tavola o “table-turning”. I partecipanti, seduti attorno a un tavolo, poggiavano le mani sulla superficie e attendevano che questa iniziasse a muoversi, inclinarsi o ruotare. Si credeva che il fenomeno permettesse di comunicare con gli spiriti, con l’alfabeto evocato lentamente ad alta voce e il tavolo che indicava lettere e parole, come in una moderna versione della tavola Ouija. Tuttavia, la scienza e gli scettici hanno da sempre indicato una spiegazione ben più concreta: l’effetto ideomotorio, ovvero movimenti muscolari involontari e inconsci, o in alcuni casi l’inganno deliberato dei medium.
Il movimento di spiritualismo giunse in Europa dall’America nell’inverno del 1852–1853, trasformando la tornitura della tavola in un fenomeno di moda. Le testimonianze dell’epoca descrivono tavoli che ruotavano rapidamente, si sollevavano in aria e compivano gesti apparentemente inspiegabili. Alcuni spiritualisti attribuivano tali movimenti all’azione diretta degli spiriti, mentre investigatori come il conte di Gasparin e il professore Thury di Ginevra ipotizzarono l’esistenza di una forza fisica emanata dai partecipanti, da loro denominata “forza ectenica”. Nonostante gli esperimenti condotti fossero minuziosi, oggi si ritiene che non potessero escludere completamente l’azione muscolare inconscia o eventuali frodi volontarie.
In Inghilterra, la pratica divenne rapidamente un diversivo popolare nel 1853. Medici come John Elliotson sostennero che i fenomeni potessero essere spiegati tramite il mesmerismo, mentre il grande pubblico si interrogava su spiegazioni alternative, che spaziavano dal magnetismo animale all’elettricità, fino a forze misteriose come l’“odica” o perfino la rotazione terrestre. In Francia, Allan Kardec, figura di riferimento dello spiritismo, concluse che alcune comunicazioni contenevano informazioni sconosciute ai partecipanti, suggerendo un’origine “intelligente” esterna al gruppo.
La ricerca scientifica intervenne a smontare queste suggestioni. Il chirurgo scozzese Giacomo Treccia e il fisiologo inglese W. B. Carpenter evidenziarono come i movimenti potessero derivare dalle aspettative e dalle reazioni muscolari inconsce dei soggetti. Michel Eugène Chevreul spiegò dettagliatamente che il cosiddetto “movimento magico” era un fenomeno puramente fisiologico. Il celebre fisico Michael Faraday progettò un apparato in grado di rivelare il contributo inconscio delle mani dei partecipanti: due piccole tavole separate da rulli di vetro, con un montante indicatore, dimostrarono senza ombra di dubbio che erano i movimenti muscolari involontari a muovere il tavolo. Una volta chiarito questo ai partecipanti, il fenomeno cessava quasi immediatamente.
Accanto all’effetto ideomotorio, furono documentati numerosi casi di trucco deliberato. Maghi e scettici hanno svelato metodi sofisticati per far sollevare o inclinare il tavolo. Chung Ling Soo descrisse un meccanismo basato su un perno nascosto e un anello scanalato; Eusapia Palladino sfruttava stivali su misura per sollevare la superficie. John Mulholland, esperto di illusionismo, enumerava una serie di tecniche che spaziavano dal semplice spostamento dei pollici alla pressione strategica con ginocchia e piedi, capaci di far “galleggiare” tavoli di peso considerevole.
Oggi la tornitura della tavola è studiata più che come fenomeno soprannaturale, come un esempio storico di come curiosità, suggestione e inganno possano intrecciarsi. La pratica illustra la fragile linea tra desiderio di credere e osservazione scientifica, offrendo una lezione che resta attuale: anche le esperienze più suggestive possono avere radici perfettamente naturali.
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