L'archeologia misteriosa, nota
anche come
fantarcheologia,
criptoarcheologia, archeologia alternativa o
pseudoarcheologia
(in inglese pseudoarchaeology), è
una sorta di archeologia pseudoscientifica che dà una
interpretazione non scientifica di reperti archeologici o di presunti
tali.
Tutto ciò che non si conforma al
metodo scientifico usato in archeologia è considerato
pseudoarcheologia.
"Archeologia misteriosa" o
"pseudoarcheologia" sono termini generici riferiti a tutte
quelle attività legate alla scienza del passato che giungono a
conclusioni rigettate dalla comunità scientifica internazionale.
Questo termine viene spesso associato con l'investigazione di teorie
ardite, spesso non suffragate da prove e di conseguenza non accettate
dall'ambiente accademico, come le pretese scoperte dell'Arca di Noè
sul monte Ararat o l'esistenza di antiche civiltà scomparse
sviluppatesi in continenti perduti come Atlantide o Mu, l'idea di
contatti diretti tra le antiche civiltà egiziana e maya o come
l'influenza degli UFO o di antichi astronauti sulle civiltà del
passato.
Vi sono un gran numero di siti
archeologici legittimati che sono stati per lungo tempo al centro di
uno sproporzionato interesse di speculazione pseudoscientifica nel
contesto dell'archeologia misteriosa. Tra questi vi sono Stonehenge,
la Piramide di Cheope, la Sfinge di Giza, le iscrizioni etrusche,
l'Isola di Pasqua, Teotihuacan, Palenque, Chichén Itzá, le Linee di
Nazca e le sfere di pietra della Costa Rica; quest'interesse è
dovuto all'assenza di spiegazioni certe riguardo a taluni punti poco
chiari dei suddetti siti. Allo stesso modo alcuni dei reperti che
sono citati nell'ambito dell'archeologia misteriosa sono oggetti
autentici, che, secondo le interpretazioni dei pseudoarcheologi,
presenterebbero aspetti poco chiari o controversi.
L'origine dell'archeologia misteriosa
può essere ricondotta all'opera dell'americano Charles Fort (1874 -
1932). Questi consacrò la propria vita alla paziente raccolta e
catalogazione di tutti quegli articoli di giornali che riportassero
fatti strani, oggetti impossibili e scoperte incredibili, dalle
scienze naturali all'archeologia. Fort raggiunse alla fine la
convinzione che tutta la storia della Terra sia stata diretta, ed
alcuni pensano che lo sia tuttora, da un misterioso «potere»
alieno. L'idea di una «chiave» unica alla quale far risalire la
spiegazione di ogni mistero archeologico (o presunto tale) si ritrova
alla base di gran parte della archeologia misteriosa. Gran parte
delle notizie raccolte furono pubblicate nel The Book of the Damned e
gli immensi schedari accumulati da Fort furono in seguito acquisiti
alla sua morte dalla Fortean Society, che tuttora ne prosegue la
divulgazione.
L'archeologia misteriosa gode ai giorni
nostri di vasta popolarità in virtù del suo sensazionalismo, che
trova nei mass media una risonanza a volte maggiore della
divulgazione prettamente archeologica. Di conseguenza, il grosso
pubblico non sempre riesce a distinguere tra le acquisizioni della
ricerca storico-archeologica condotta dagli scienziati e le ipotesi,
a volte fantasiose, messe in campo da alcuni "archeologi
alternativi". Il favore incontrato dall'archeologia misteriosa
dipende anche dal fatto che, mentre le spiegazioni fornite
dall'archeologia scientifica sono a volte parziali e incerte, essa al
contrario tende a fornire per ogni mistero una risposta esauriente,
seppure non dimostrata e difficilmente dimostrabile.
La maggioranza degli addetti ai lavori
rigetta le teorie avanzate dall'archeologia misteriosa,
classificandole come fantasiose dissertazioni prive di qualsiasi
fondamento scientifico e volte più ad ingrossare il portafogli degli
scrittori di archeologia misteriosa che a dimostrare ipotesi
improbabili, scevre da un accurato esame dei dati archeologici.
Alcuni studiosi di archeologia del
mistero argomentano che solamente conservando la massima apertura
mentale si può evitare di escludere a priori alcune ipotesi che
possono risultare fondate in seguito ad un'indagine più
approfondita. Essi affermano che spesso la dottrina tradizionale è
restìa ad accettare nuove teorie che mal si inseriscono nel sistema
di conoscenze acquisite, specie se le nuove ipotesi comportano una
revisione totale dei concetti consolidati.
Alcuni sono andati oltre, sostenendo
che, secondo quanto illustrato dalla teoria critica, ogni forma di
pensiero scientifico presuppone una ideologia di controllo,
attraverso la quale si cerca di influenzare la società tramite la
strumentalizzazione dello status degli scienziati in quanto
'esperti'. Il concetto di mentalità governativa del filosofo
francese Michel Foucault ha anche spinto alcuni pensatori a vedere
gli archeologi più come strumenti dello stato che come neutrali
investigatori del passato, in quanto incorporati in un processo di
pianificazione politica volto a mantenere un filtraggio delle
conoscenze a livello mondiale. Tali teorie sono state accostate al
complottismo.
Molti archeologi e antropologi
accademici ribattono che anche i sostenitori dell'archeologia
misteriosa tendono a ragionare secondo schemi prestabiliti. Per
esempio se due civiltà costruirono strutture architettoniche simili
(es: piramidi e piramidi a gradoni) devono per forza esistere dei
collegamenti culturali tra di loro. Questo senza considerare che
magari tra le due civiltà non si trovano solo migliaia di miglia di
mare ma migliaia di anni di storia. In pratica l'accusa è quella di
un velato e assolutamente inconsapevole razzismo, che si sviluppa
sminuendo alcune civiltà (polinesiani, mesoamericani, andini)
negandone lo sviluppo fortemente autonomo e indipendente dai
condizionamenti culturali del vecchio mondo. Quando addirittura non
si presuppone che l'umanità non sia in grado di sviluppare
autonomamente una civiltà e si ricorre quindi, violando il rasoio di
Occam, a improbabili contributi extraterrestri (teoria degli antichi
astronauti).
I jet d'oro precolombiani sono una
collezione di monili in oro di circa 2–5 cm di lunghezza,
identificati come figure zoomorfe. L'aspetto di alcuni di questi
monili può ricordare la forma degli aerei a reazione con ala a
delta, e per questo motivo sono considerati da alcuni come OOPArt,
cioè manufatti estranei al loro contesto di origine, in connessione
con la teoria degli antichi astronauti. La maggior parte di tali
reperti è conservata al Museo dell'Oro di Bogotà, presso la Banca
Nazionale della Colombia, al British Museum di Londra, e allo
Smithsonian Institute di Washington.
Secondo alcuni pseudostudiosi
interessati all'argomento, tali reperti presenterebbero elementi
analoghi alle strutture tipiche dei jet, come le ali rigide e piatte
a delta situate nella parte bassa della struttura (e non in alto,
come dovrebbe essere per un insetto o un uccello), e l'impennaggio
dotato di deriva triangolare e stabilizzatore.
Il biologo e criptozoologo Ivan Terence
Sanderson (1911-1973) fu il primo a osservare analogie di forma con i
jet, dopo avere notato che a suo giudizio, tali reperti non
somigliavano a nessun animale alato (uccello o insetto); le
somiglianze tra i reperti e i moderni jet sono state rimarcate anche
nel libro Chariots of the Gods? di Erich von Däniken (1968).
I tubi di Baigong sono una serie di
condotti scoperti vicino al monte omonimo nella provincia di Qinghai
(Cina): questi tubi sono ritenuti un esempio di OOPArt e sono stati
messi in relazione ad una ipotetica visita extraterrestre. Le
condutture sono state associate ad una piramide alta circa 60 metri
costruita sulla stessa montagna, sui lati della quale si aprono delle
caverne. Fra i due tubi individuati nella caverna più grande uno ha
un diametro di 40 cm ed è di colore marrone-rossiccio; inoltre sono
stati individuati dozzine di tubi rettilinei, con diametri varianti
tra i 10 e i 40 cm che fuoriescono dal Monte Baigon situato al di
sopra della caverna più grande.
A conforto della inattendibilità delle
varie teorie, viene spesso citata la vicenda relativa all'uomo di
Piltdown, i cui resti furono trovati in una cava di ghiaia all'inizio
del XX secolo in Inghilterra. Il rinvenimento di frammenti di un
cranio umano e di una mascella scimmiesca fu oggetto di aspre
polemiche, in quanto confermava, per la paleontologia ufficiale e
ortodossa, l'esistenza del cosiddetto "anello mancante" tra
scimmia e uomo.
Dopo la scoperta della nuova specie
umana, la vicenda si protrasse fino agli anni cinquanta, quando la
truffa fu scoperta e la falsità dei reperti dimostrata. Secondo i
sostenitori dell'archeologia misteriosa, il falso ebbe la possibilità
di resistere tanto a lungo grazie al fatto che confermava la teoria
sull'evoluzione di Darwin.
Le spedizioni dell'archeologo
autodidatta tedesco Heinrich Schliemann per trovare l'antica città
di Troia, seguendo le tracce presenti nell'Iliade di Omero, sono
state portate ad esempio dai sostenitori dell'archeologia misteriosa
per dimostrare che talvolta nuovi approcci radicali nella scienza
archeologica all'inizio non sono stati presi per serie investigazioni
scientifiche.
Diverso il caso dello studioso
Athanasius Kircher che nel XVII secolo studiò la scrittura egizia;
pur partendo dalla geniale intuizione che i geroglifici fossero in
qualche modo connessi con la scrittura copta[non chiaro], arrivò
all'errata conclusione che i segni avessero unicamente un'origine
simbolica e non fonetica (Oedipus Aegyptiacus, Roma 1652), giungendo
ad una interpretazione completamente di fantasia. Vi sono molte
ragioni per il suo fallimento, come la mancanza di una Stele di
Rosetta da cui partire, ma i suoi studi furono comunque d'aiuto per
l'opera di decifrazione eseguita in seguito da Jean-François
Champollion.