Un
ciarlatano o
imbonitore è una persona che esercita pratiche da guaritore, o
si approfitta in modo simile della buona fede delle persone, allo
scopo di ottenere denaro o altri vantaggi grazie a false promesse.
È parola italiana fatta derivare dal
termine "cerretano", incrociato con "ciarlare"
che si è diffusa poi in altre lingue come ad esempio nella lingua
francese nella quale troviamo la parola
charlatan.
Nell'uso, viene fatta una sottile
differenza tra il ciarlatano e persone che sfruttano in altro modo la
buona fede delle loro vittime. Infatti, il ciarlatano è tipicamente
un venditore. Egli non cerca di creare una relazione personale con le
sue vittime, o di inscenare bufale elaborate impersonando un ruolo.
Piuttosto, la persona detta ciarlatano
viene accusata di fare uso della pseudoscienza o di qualche altro
mezzo falso allo scopo di ingannare le persone e vender loro finte
medicine e beni o servizi simili, che non risponderanno a quanto
promesso. La parola richiama alla mente l'immagine d'altri tempi del
venditore di medicamenti, che lascia il villaggio nel momento in cui
le persone che hanno comprato i suoi unguenti capiscono che questi
non producono gli effetti pubblicizzati.
Nell'opera lirica L'elisir d'amore,
musicata da Gaetano Donizetti, su libretto di Felice Romani, il
personaggio del dottor Dulcamara è un truffatore che, spacciandosi
per medico di grande fama, sfoggia alla gente i propri portentosi
preparati.
Un famoso ciarlatano parigino fu
Tabarin, che eresse un palco in
Place Dauphine
dal 1618 e le cui scenette e
farse, riprese dalla commedia dell'arte, ispirarono Molière.
In Italia la professione del ciarlatano
è espressamente vietata dal Testo unico delle leggi di pubblica
sicurezza (TULPS) del 1931.
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