L'esperimento di Filadelfia
sarebbe un presunto esperimento
scientifico con finalità militari dalla United States Navy durante
la seconda guerra mondiale.
Esso sarebbe avvenuto il 28 ottobre del
1943 sotto la guida di un certo Franklin Reno (a volte indicato anche
come "Dott. Rinehart") al quale avrebbero partecipato anche
diversi scienziati tra i quali Albert Einstein. La vicenda viene
ritenuta una bufala ed è oggetto di dibattito solo nell'ambito delle
diverse teorie del complotto.
Si sarebbe cominciato a parlare del
progetto agli inizi degli anni '30, ma esso avrebbe avuto un impulso
decisivo durante la seconda guerra mondiale poiché i sommergibili
tedeschi avevano affondato un numero considerevole di navi da guerra
statunitensi.
Il 28 ottobre del 1943 alle ore 17:15
il cacciatorpediniere USS Eldridge (DE-173) ormeggiato nei pressi del
molo di Filadelfia sarebbe svanito nel nulla per diversi istanti,
ricomparendo dopo pochi minuti a Norfolk in Virginia. Dopo pochi
minuti la nave sarebbe scomparsa di nuovo e sarebbe tornata nel molo
di Filadelfia, nello stesso punto in cui si trovava.
Nel 1955, Morris K. Jessup, un
astronomo dilettante, avanzò un'ipotesi sull'uso delle forze
elettromagnetiche nella propulsione spaziale degli UFO che egli
stesso dichiarò aver osservato. Egli criticava pubblicamente l'uso
dei razzi come propulsori per la conquista dello spazio, poiché il
loro sviluppo avrebbe distolto risorse da altri campi di ricerca
secondo lui più promettenti.
Nello stesso anno, Jessup affermò di
aver ricevuto tre lettere firmate da un certo Carlos Miguel Allende,
nelle quali l'autore avrebbe citato l'esperimento di Filadelfia,
riferendosi ad una serie di articoli di giornali scandalistici che ne
parlavano senza però riportare alcuna fonte o elemento verificabile.
Secondo quanto riferito da Jessup, Allende avrebbe raccontato nelle
lettere di essere stato testimone oculare dell'esperimento mentre si
trovava su una nave nelle vicinanze, la SS Andrew Furuseth. Inoltre
Jessup riferì che Allende sarebbe stato a conoscenza della scomparsa
e del destino di alcuni membri dell'equipaggio della Eldridge.
Sempre da quanto fu riferito da Jessup
riguardo alla corrispondenza che aveva ricevuto all'epoca da Allende,
a una richiesta di approfondimento da parte sua, Allende avrebbe
risposto solo dopo mesi identificandosi questa volta col nome di Carl
M. Allen, dichiarando di non poter fornire ulteriori prove, ma che le
stesse sarebbero emerse tramite ipnosi di altre persone coinvolte se
si fosse cercato a fondo. A questo punto ritenendo di non poter
procedere nella sua indagine Morris K. Jessup riferì di aver deciso
di interrompere questa corrispondenza. Nonostante apparentemente la
questione dell'esperimento fosse stata nel frattempo accantonata
anche da parte di Jessup, nella primavera del 1957 egli riferì di
essere stato contattato dall'Office of Naval Research di Washington
D.C.
Secondo quanto
affermatoda Jessup, l'ente aveva ricevuto una copia del suo libro:
The Case for the UFO del 1955, con numerose annotazioni da parte di
tre persone che trattavano di due tipi di creature che avrebbero
vissuto nello spazio.[6] Tra tali annotazioni ve ne sarebbero state
alcune che alludevano all'esperimento di Filadelfia, come se chi
scrivesse ne fosse a conoscenza. Tali affermazioni da parte di Jessup
riportarono all'attenzione dell'opinione pubblica l'argomento
dell'esperimento Filadelfia, facendo circolare diverse ipotesi alcune
delle quali ipotizzavano persino che gli autori di queste annotazioni
potessero essere stati degli extraterrestri.
Ad un confronto calligrafico, sembrò
comunque che uno degli autori delle note risultasse essere senza
dubbio Allende/Allen, e anche le altre sarebbero state scritte dalla
stessa persona, ma con penne diverse. L'indirizzo del mittente
corrispondeva ad una fattoria abbandonata. In seguito venne
pubblicata un'edizione limitata del libro di Jessup col testo
annotato, e questi tentò di continuare a scrivere su altri misteri
con poco successo. Jessup fu trovato morto nel 1959 nella sua
autovettura. La sera precedente alla sua morte aveva fissato un
appuntamento per il mattino successivo, al quale non arrivò mai.
Nell'incontro si proponeva appunto di divulgare ulteriori prove e
retroscena che aveva trovato del suddetto esperimento. Benché non
siano mai state accertate le circostanze della morte, gli
investigatori sostennero l'ipotesi del suicidio, dovuto al crollo di
notorietà, mentre per i sostenitori della teoria del complotto
Jessup fu assassinato per metterlo a tacere.
Nel 1965, Vincent Gaddis pubblicò
Invisible Horizons: True Mysteries of the Sea, dove citava alcune
parti del testo annotato di Jessup. Tuttavia già attorno al 1977
l'intera faccenda era stata quasi dimenticata, ma venne ripresa in
seguito da Charles Berlitz, che la incluse nel suo Senza traccia
(Without a Trace: New Information from the Triangle, 1977), il
seguito di Bermuda, il triangolo maledetto (The Bermuda Triangle,
1974), libro che creò il mito del triangolo delle Bermude.
Il testo di Berlitz conteneva numerose
imprecisioni, manipolazioni volontarie di dati e divagazioni per dare
un aspetto scientifico alla pubblicazione, e il recupero
dell'esperimento di Filadelfia sarebbe stato tra questi.
L'esperimento viene infatti incluso tra i misteri del Triangolo,
nonostante Filadelfia si trovi a centinaia di chilometri da questo e
non abbia nulla a che fare con le Bermude.
Il libro di Berlitz ebbe molto
successo, grazie anche all'ascesa della moda della letteratura di
misteri e del complottismo. Nel 1978 George E. Simpson e Neal R.
Burger pubblicarono Thin Air, un romanzo basato vagamente sulla
vicenda dell'esperimento di Filadelfia.
Berlitz, cavalcando il successo del
libro del 1977, nel 1979 pubblicò insieme a William Moore The
Philadelphia Experiment: Project Invisibility, che riprendeva alcuni
spunti narrativi da Thin Air, raccontandoli come fatti reali o
trascrizioni di interviste. Berlitz si ispirò talmente al romanzo,
copiandone intere parti, da essere accusato di plagio. Dal libro di
Berlitz, ma soprattutto da Thin Air, furono tratti i due film di
fantascienza: The Philadelphia Experiment del 1984, e il seguito
Philadelphia Experiment 2 del 1993.
Nel 1990, durante una conferenza stampa
Alfred Bielek, un marinaio a bordo della nave, confermò
l'avvenimento dell'esperimento dichiarando di avervi partecipato, e
di esserne uno dei pochi sopravvissuti. Egli affermò di essersi
trovato catapultato nel futuro, in particolare di aver vissuto per
circa 6 settimane nell'anno 2137 e poi per 2 anni circa nel 2749,
affermando di aver visto il mondo completamente diverso, e poi nel
1983, venendo poi fatto tornare nel passato da John Von Neumann - uno
degli scienziati che prese parte al progetto e che Bielek sostenne di
aver incontrato nel futuro - per tentare di spegnere
l'apparecchiatura a bordo della nave. Tuttavia lo stesso Bielek
sostenne che le incoerenze del suo racconto siano dovute al processo
di recupero della memoria a causa del lavaggio del cervello a cui fu
sottoposto, ed è proprio per tale motivo che i suoi ricordi sono
confusi.
Ad una verifica da parte di alcuni
studiosi ed appassionati, emerse rapidamente che Bielek non si
trovava nemmeno nelle vicinanze di Filadelfia, che aveva cambiato la
propria versione dei fatti decine di volte, che i fatti riportati non
coincidevano con altri dati verificabili e che aveva già in passato
prodotto documentazione falsa per supportare i propri discorsi.
Ciononostante, Bielek ottenne una discreta esposizione mediatica per
quasi un decennio, intraprendendo una redditizia attività di
conferenziere e creandosi un piccolo seguito.
Nel 1999, durante un incontro tra
veterani, l'equipaggio della USS Eldridge venne intervistato dal
giornale Philadelphia Inquirer. La nave, varata il 27 agosto 1943,
era rimasta in porto a New York fino a metà settembre, e
nell'ottobre dello stesso anno era partita per il suo viaggio
inaugurale alle Bahamas rientrando a Long Island il 18 ottobre.
Secondo i dati del giornale di bordo
del 1943 la Eldridge non è mai stata a Filadelfia. La nave, inoltre,
è documentata in servizio regolare sino al 1951 per la US Navy, e in
seguito risulta venduta alla marina greca per cui ha operato fino al
1977; in nessun momento della sua vita la nave avrebbe sofferto di
sparizioni di componenti dell'equipaggio.
Sempre secondo i diari di bordo, la SS
Andrew Furuseth, la nave da cui Allende/Allen avrebbe osservato
l'esperimento, si trovava in crociera nel Mar Mediterraneo fino al
gennaio dell'anno seguente.
Secondo alcune testimonianze, la USS
Eldridge sarebbe coinvolta in un esperimento di teletrasporto,
l'imbarcazione ormeggiata nel porto di Filadelfia sarebbe svanita nel
nulla dopo aver emesso un lampo di colore verde, materializzandosi
misteriosamente in Virginia per poi riapparire dopo qualche minuto
nuovamente nel molo di Filadelfia. Inoltre, sempre secondo i
sostenitori di tale tesi, in accordo con alcune testimonianze da loro
raccolte, al termine dell'esperimento alcuni marinai scomparvero,
mentre cinque furono ritrovati fusi con il metallo della struttura
della nave.
Einstein in realtà lavorò per la
marina militare degli Stati uniti d'America negli anni '40, ma solo
riguardo ad alcuni progetti relativi a ricerche teoriche sulle
esplosioni. L'apparato teorico citato nell'esperimento sarebbe pura
pseudoscienza, e avrebbe solo vaghi collegamenti con la teoria dei
campi unificati, o con gli studi di Nikola Tesla. Nel 1980 Robert
Goerman scrisse un articolo per la rivista Fate Magazine
identificando Allende/Allen come Carl Meredith Allen, uno studioso di
New Kensington, Pennsylvania, brillante ma sofferente di un grave
disturbo mentale che lo portava a costruirsi un proprio mondo di
fatti inventati, in uno stato simile a quello allucinatorio. Solo
nell'ottobre del 2006 alla Duke University si sarebbe riusciti ad
ottenere un effetto simile a quello presupposto dall'esperimento, su
scala molto ridotta e solo per quanto riguarda alcuni tipi di
microonde elettromagnetiche.
Nonostante l'insistenza con la quale
alcuni sostennero tale tesi, a tutt'oggi non è stato possibile
trovare alcun documento che confermi l'evento e tanto meno è stato
possibile rintracciare i presunti testimoni. Inoltre, sempre secondo
coloro che sostengono l'ipotesi del teletrasporto, nel corso
dell'esperimento sarebbero state anche teletrasportate ben 1.900
tonnellate di acqua per colmare il vuoto lasciato dalla nave, con il
risultato di creare un'onda di una certa rilevanza; ma anche di
quest'ultima non esistono documentazioni attendibili. Gli
approfondimenti dell'avvenimento hanno portato a considerarlo come
leggenda metropolitana in una serie di pubblicazioni su giornali
sensazionalistici, unite alle esperienze di personale di marina che
avrebbe assistito all'uso di bobine elettromagnetiche nei porti dove
si stavano costruendo le installazioni necessarie alla nascente
pratica della demagnetizzazione degli scafi navali. Nonostante
diverse persone abbiano successivamente condotto delle ricerche, non
furono mai pubblicate ricerche con fonti verificabili sulla vicenda.
Tutti i racconti sono rimaneggiamenti delle pubblicazioni precedenti,
originate da trafiletti comparsi su giornali d'epoca, a loro volta
privi di documentazione.
- Philadelphia Experiment
- Philadelphia Experiment 2
- The Philadelphia Experiment - film tv del 2012
- 100 Million BC - La guerra dei dinosauri
- Devil's Pass
Nel 1963 Vincent Gaddis pubblicò un
libro di forteana, intitolato Invisible Horizons: True Mysteries of
the Sea. In esso rinarra la storia dell'esperimento basandosi sugli
appunti di Varo.
George E. Simpson e Neal R. Burger
pubblicarono nel 1978 il romanzo La nave invisibile (Thin Air). Nel
romanzo, ambientato al tempo presente, un ufficiale del servizio
investigativo della Marina degli Stati Uniti indaga su numerosi temi
e collega gli esperimenti bellici sull'invisibilità a una
cospirazione che coinvolge il teletrasporto di materia.
Il romanzo Miraggio di Clive Cussler
tratta di una misteriosa sparizione basata sull'esperimento di
Filadelfia, ritenuto frutto degli studi di Nikola Tesla.
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