mercoledì 13 gennaio 2021

Suicidio quantistico

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Il suicidio quantistico è un esperimento mentale nell'ambito della meccanica quantistica.
Fu proposto in maniera indipendente da Hans Moravec nel 1987 e da Bruno Marchal nel 1988, per poi essere ripreso e sviluppato da Max Tegmark nel 1998. L'esperimento cerca di distinguere l'interpretazione di Copenaghen e quella a molti mondi di Hugh Everett III attraverso una variazione dell'esperimento del gatto congetturato da Erwin Schrödinger nel 1935.
Esso consiste, in sintesi, nell'esaminare l'esperimento del gatto di Schrödinger dal punto di vista del gatto. Dall'esperimento è stata ricavata una speculazione metafisica sull'immortalità quantica, secondo la quale l'interpretazione multi-mondo della meccanica quantistica implica l'immortalità degli esseri autocoscienti.

Spiegazione

Un ricercatore si siede di fronte a una pistola carica, il cui grilletto è azionato, oppure no, a seconda del decadimento di alcuni atomi radioattivi.

Prove ripetute dell'esperimento

In ciascuna prova dell'esperimento esiste una possibilità del 50% che la pistola faccia fuoco e che il ricercatore muoia. In accordo con l'interpretazione di Copenaghen, c'è una probabilità del 50% che il ricercatore muoia o che continui a vivere. Se invece si considera l'interpretazione multi-mondo della meccanica quantistica, allora a ogni prova dell'esperimento il ricercatore sarà "sdoppiato" in un mondo in cui continua a vivere e uno in cui muore. Dopo una serie di prove esisteranno molti mondi e il ricercatore cesserà effettivamente di esistere in quelli in cui egli muore.

Il punto di vista del ricercatore

Tuttavia, dal punto di vista delle copie rimaste in vita del ricercatore, l'esperimento continuerà a oltranza senza che egli ne rimanga ucciso, dal momento che a ogni biforcazione sarà in grado di osservare il risultato della prova soltanto nel mondo in cui sarà sopravvissuto a essa e, se la teoria quantistica multi-mondo è corretta, le copie sopravvissute del ricercatore noteranno l'impossibilità di rimanere uccisi nell'esperimento e proveranno a loro stesse di essere "soggettivamente invulnerabili".

Bomba atomica

Un altro esempio è quello in cui il ricercatore si fa esplodere accanto a una bomba nucleare. Sebbene in quasi tutti i multi-mondi possibili l'esplosione nucleare ridurrà in polvere lo sperimentatore, esisterà comunque un piccolo numero di universi alternativi nel quale egli riesce in qualche modo a sopravvivere (ad esempio, grazie a un guasto tecnico oppure a qualche scenario "miracoloso"). Per quanto pochi potranno essere i mondi nei quali lo sperimentatore rimane in vita, ne esisterà sempre e comunque qualcuno.

Immortalità quantistica

L'idea dietro all'immortalità quantistica è che lo sperimentatore rimarrà vivo e in grado di esperire almeno uno tra gli universi nei quali persiste.

Assunti da fare e controversie

Coloro che sostengono questa teoria chiariscono che, sebbene essa sia altamente speculativa, non viola nessuna legge fisica conosciuta; perché funzioni è comunque necessario che:
  1. L'interpretazione multi-mondo della meccanica quantistica (MWI) sia corretta.
  2. Tutti gli scenari nei quali lo sperimentatore (o un'altra entità oggetto dello stesso esperimento) muore contengano comunque un numero qualsivoglia piccolo di sotto-scenari nei quali continua a vivere.
  3. Non morire un certo numero finito di volte equivalga a immortalità.
  4. La coscienza e l'abilità di osservare cessino permanentemente al fuoco della pistola.

Spiegazione

Se l'interpretazione multi-mondo della MQ è corretta, il numero delle copie sopravvissute dello sperimentatore diminuirà del 50% a ogni prova pur senza mai giungere a zero continuando all'infinito il percorso o viaggio dimensionale.

martedì 12 gennaio 2021

Titani

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I Titani (in greco antico: Τιτάνες, Titánes; singolare: Τιτάν) sono, nella mitologia e nella religione greca, gli dèi più antichi (próteroi theoí), nati prima degli Olimpi e generati da Urano (Cielo) e Gea (anche Gaia, Terra). Titanidi erano invece chiamate le loro sorelle, mogli e compagne.
I Titani vengono considerati come le forze primordiali del cosmo, che imperversavano sul mondo prima dell'intervento regolatore ed ordinatore degli dèi olimpici.

Etimologia

L'origine del termine Τιτάνες non è assolutamente certa. Esiodo la fa discendere, ma in modo del tutto fantasioso, dal termine τιταίνειν ("produrre uno sforzo", "tendere in alto") e da τίσις ("vendetta", "punizione") collegandoli alla relazione con Urano, loro padre che li avrebbe chiamati così per disprezzo, per odio.

I Titani nella Teogonia di Esiodo

Nella Teogonia di Esiodo, viene narrato che unendosi a Urano (il Cielo), Gaia (la Terra) genera i sei Titani:
  • Oceano (Ὠκεανός),
  • Coio (Κοῖος, anche Ceo),
  • Creio (Κριός, anche Crio),
  • Iperione (Ύπέριον),
  • Iapeto (Ιαπετός, anche Giapeto),
  • Kronos (Κρόνος, anche Crono);
e le sei Titanidi:
  • Theia (Θεία, anche Teia o Tia),
  • Rea (Ῥέα),
  • Themis (Θέμις, anche Temi),
  • Mnemosyne (Μνημοσύνη, anche Menmosine),
  • Phoibe (Φοίϐη, anche Febe),
  • Tethys (Τηθύς, anche Teti).
Dopo i Titani, l'unione tra Gea e Urano genera i tre Ciclopi (Brontes, Steropes e Arges) e i Centimani (Ecatonchiri): Cotto, Briareo e Gige dalla forza terribile. Urano imprigiona i tre Centimani ed i Ciclopi . La ragione di questo rifiuto risiederebbe secondo alcuni autori nella loro "mostruosità". Gaia allora costruisce una falce dentata e chiede agli altri figli, i Titani, di mettersi contro il volere del padre Urano. Solo l'ultimo dei Titani, Kronos, risponde all'appello della madre: appena Urano si stende nuovamente su Gaia, Kronos, nascosto lo evira.
Da questo momento inizia il dominio di Kronos il quale, unendosi a Rea, genera: Istie, Demetra, Era, Ade ed Ennosigeo ("Scuotitore della terra", da intendere come Posidone o Poseidone); ma tutti questi figli vengono divorati da Kronos in quanto, avvertito dai genitori Gaia e Urano che uno di questi lo avrebbe spodestato, non vuole cedere il potere regale. Grande sconforto questo stato di cose procura a Rea, la quale, incinta dell'ultimo figlio avuto da Kronos, Zeus, e consigliatasi con gli stessi genitori, decide di partorire nascostamente a Lycto (Creta), consegnando a Kronos una pietra che questi divora pensando fosse il proprio ultimo figlio.
Zeus cresce in forza e intelligenza, fino a che sconfigge il padre Kronos facendogli vomitare gli altri figli che aveva divorato, e il primo oggetto vomitato da Kronos è proprio quella pietra che egli aveva inghiottito scambiandola per Zeus. Quindi Zeus scioglie dalle catene i tre Ciclopi, così costretti dallo stesso Kronos, i quali lo ricambieranno consegnandogli il tuono, il fulmine ed il lampo.

La Titanomachia

La Titanomachia è il nome della lotta tra i Titani residenti sul monte Othrys e gli dèi dell'Olimpo figli di Kronos e di Rea. Zeus coinvolge i Ciclopi e gli Ecatonchiri nella battaglia che diverrà così decisiva e si concluderà con la sconfitta dei titani e la loro segregazione nel Tartaro, chiuso da mura e da porte di bronzo costruite appositamente da Poseidone e guardati a vista dagli stessi tre Centimani.
Sempre nella Teogonia esiodea viene citata la generazione di altri Titani:
  • Ponto (Πόντος, il Mare) genera, forse per partenogenesi o come gli altri successivi a lui, per mezzo dell'unione con Gaia, Nereo (Νηρεύς) detto il "vecchio", divinità marina sincera ed equilibrata; poi, sempre Ponto ma unitosi a Gaia, genera Taumante (Θαῦμας – l'aspetto meraviglioso del mare), quindi Phorcy (Φόρκυς, Phòrkys – l'aspetto mostruoso del mare), Cetó (Κητώ) dalle "belle guance", ed Eurybie (Εὐρύβια – l'aspetto violento del mare);
  • Theia (Θεία, Teia) e Iperione (Ἰαπετός) generano Elios (Ἥλιος, Helios, Sole), Selene (Σελήνη, Luna) e Eós (Ἠώς, Aurora)
  • Phoibe (Φοίβη) e Coio (Κοῖος) generano la dolce Letó (Λητώ, anche Latona) dal peplo azzurro, Asterie (Ἀστερία, anche Asteria) che Perse (Πέρσης) condusse al suo palazzo come consorte;
  • Asterie e Perse generano Ecate (Ἑκάτη); nell'Inno a Ecate, la dea di stirpe titanica che qui possiede un rango particolarmente elevato, assegnatole da Zeus in persona; la sua zona di influenza è la terra, il mare e il cielo dove ella appare a protezione dell'uomo oltre che nel ruolo di intermediaria tra questi e il mondo degli dèi;
  • Iapeto e l'oceanina Climene (Κλυμένη) generano Atlante (Ἄτλας) dal cuore violento, Menetio (Μενοίτιος), Prometeo (Προμηθεύς – "colui che pensa prima") e Epimeteo (Ἐπιμηθεύς – "colui che pensa dopo"): il destino di Atlante e di Menetio sono decisi da Zeus che costringe il primo a sorreggere la volta celeste con la testa e facendo forza sulle braccia, mentre il secondo, per via della sua tracotanza, lo scaglia con il fulmine nell'Erebo.

I Titani nelle altre tradizioni mitologiche greche

  • Diodoro Siculo ( Bibliotheca historica V, 64 e sgg.) riferisce che secondo i Cretesi, i Titani nacquero al tempo dei Cureti. Essi vivevano nei pressi di Cnosso, erano sei maschi (Crono, Iperione, Ceo, Iapeto, Crio, Oceano) e cinque femmine (Rea, Temi, Mnemosine, Febe e Teti), figli di Urano e di Gea, oppure figli di uno dei Cureti andato in sposo a una certa Titaia da cui essi presero il nome. Ognuno di questi Titani ebbe modo di lasciare un dono prezioso in eredità agli uomini conquistando in questo modo un onore imperituro. Crono, dei Titani il più anziano, fu re.
  • Apollonio Rodio (Argonautiche I, 503-506) racconta, per mezzo di Orfeo, come, prima di Crono e Rea, i Titani fossero sudditi del serpente marino Ofione (Ὀφίων) e dell'oceanina Eurinome (Εὐρυνόμη) i quali avevano sede sull'Olimpo, ma questi sovrani dovettero cedere il potere regale rispettivamente a Crono e a Rea dopo essere stati gettati nei flutti dell'Oceano.

Nella cultura di massa

Nell'antichità erano comunque rappresentati uguali agli esseri umani, allo stesso modo degli déi, anziché in forme mostruose come in alcune loro rappresentazioni contemporeanee, come nella saga videoludica di God of War (serie) o il film Disney Hercules (film 1997).




lunedì 11 gennaio 2021

Quante possibilità ci sono che un'apocalisse zombi si verifichi sul nostro pianeta?

No. E ci sono due ragioni principali per cui non potrebbe accadere.

In primo luogo, gli zombie non esistono.

In secondo luogo, se gli zombie esistessero, avrebbero un difetto evolutivo critico:

Per gli zombie (quanto meno nella maggior parte delle loro rappresentazioni fittizie), gli esseri umani sono

(1)la loro fonte primaria di cibo,

(2) il loro principale predatore, e

(3) la loro fonte di riproduzione. In natura, se una specie ricopre due di questi ruoli rispetto ad un'altra, la seconda specie sarà quasi certamente estinta. Nel caso di zombie/ umani, è tutti e tre. Gli zombie sono fritti, secondo la biologia evolutiva. Non c'è bisogno di agitarsi, non importa cosa dicono quei bugiardi su The Walking Dead.



domenica 10 gennaio 2021

Quali sono le basi scientifiche che hanno prodotto la leggenda dei vampiri?

Se é vero che la figura del vampiro si origina in Mesopotamia, il vampiro mesopotamico é molto diverso da quello che conosciamo dai film e dalla letteratura. Il personaggio 'chiave' per l'immaginario comune é basato su un uomo esistito realmente, Vlad III di Valacchia, altrimenti noto come Vlad Tepes del' ordine del Drago (Vlad Tepes Dracului) da cui il nome Dracula.



Pochi sanno però che circa 80 anni prima di Stocker un italo-inglese, John Polidori, creò la prima figura di Vampiro letterario: Lord Ruthven Conte di Marsden.



Scientificamente il mito del vampiro é basato su una condizione medica rara e grave: la porfiria, caratterizzata dalla bassa produzione di gruppo eme sanguigno.

In realtà dovremmo parlare 'porfirie' e di 'insieme di condizioni mediche' poichè esistono diverse manifestazioni, dovute all'accumularsi di sostanze chiamate porfirine - una classe di composti chimici la cui molecola è caratterizzata da uno scheletro eterociclico costituito da quattro molecole di pirrolo unite tramite i ponti metinici nella posizione alfa - delle quali fanno parte la clorofilla e il gruppo eme, fondamentali per lo svolgimento delle funzioni vitali degli organismi.



Le porfirie hanno diverse manifestazioni a seconda del tipo, ad esempio:

  • la Porfiria Cutanea Tarda si manifesta con ipersensibilità cutanea, ed é alla base dell'idea che il vampiro non può stare al sole;

  • la Porfiria Eritropoietica Congenita (chiamata anche Morbo di Gunther) si manifesta con anemia emolitica, dalla quale l' idea del vampiro che deve succhiare sangue per ricreare il suo equilibrio di globuli rossi


sabato 9 gennaio 2021

Perché Lucifero viene raffigurato con le ali di pipistrello?

Il pipistrello è un animale strano: pur non essendo un uccello ha le ali ed è l'unico mammifero a volare, non semplicemente a planare.

Già Aristotele aveva difficoltà nel classificarlo e nel Medioevo questo dubbio proseguiva.

Inoltre è un animale notturno, predatore, che esteticamente non si può definire bello, anzi, ha tratti quasi scimmieschi.



Tutte queste caratteristiche messe assieme ne hanno fatto il simbolo ideale per rappresentare il Male

  • Natura duplice come il diavolo che è androgino, rappresentato da un'eccesiva sessualità (contrapposta all'asessualità angelica)

  • Animale notturno (contrapposto alla luce) le cui ali sono contrapposte di conseguenza a quelle dell'aquila (utilizzate per gli angeli) uccello solare, legato al cielo

  • Esteticamente brutto (parodia anche qui della canonica bellezza angelica) e predatore

    Inoltre circolavano già dall'Antichità numerose leggende come il fatto che si attaccassero ai capelli delle donne e che succhiassero il sangue.

    Va detto però che la raffigurazione di Lucifero (e degli altri diavoli) con ali di pipistrello è piuttosto tarda, inizia attorno al XIV secolo
    Uno dei più begli esempi li abbiamo nella Basilica Superiore di San Francesco a opera di Giotto


(Cacciata dei diavoli da Arezzo di Giotto)


Dante riprenderà questo simbolismo nella Commedia, dove afferma che le ali di Lucifero "non avean penne, ma di vispistrello / era lor modo" (Inferno XXXIV)


venerdì 8 gennaio 2021

Ambrosia

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Nella mitologia greca l'ambrosia (in greco antico: ἀμβροσία, ambrosìa) è menzionata come cibo, o talvolta bevanda, degli dèi. La parola deriva dal greco a- (detto alfa privativo, che indica negazione) e (μ)βρότος (m)brotos «mortale», ovvero «[cibo, bevanda] che rende immortali» o «che solo gli immortali possono consumare». Etimologicamente, la parola è legata e riconducibile al sanscrito Amrita.
Strettamente correlato con l'ambrosia è il "nettare". Nei poemi omerici il nettare è solitamente la bevanda e l'ambrosia il cibo degli dèi; mentre in Alcmane nettare è il cibo, e in Saffo (frammento 45) e Anassandride ambrosia è la bevanda.


Nella mitologia

Teti unse l'infante Achille nell'ambrosia e lo immerse nel fuoco per renderlo immortale - una usanza tipica dei Fenici - ma Peleo, atterrito da quello spettacolo, la fermò.
Nell'Iliade, Apollo lavò il sangue rappreso dal cadavere di Sarpedonte e lo unse con l'ambrosia, preparandolo così al suo ritorno nella nativa Licia.
Lo studioso classicista Arthur Woollgar Verrall, tuttavia, negò l'evidenza che il termine greco ambrosios dovesse necessariamente significare immortale, e preferì tradurlo con il significato di "fragrante", significato più appropriato. Se così fosse, questa parola deriverebbe dal termine semitico MBR ("ambra", che quando viene bruciata produce una resina profumata) ed alla quale le popolazioni d'Oriente attribuivano poteri miracolosi.
In Europa l'ambra color miele era già un dono tombale nell'era del Neolitico ed era ancora indossata nel VII secolo a.C. come talismano da sacerdoti della Frisia, sebbene Sant'Eligio metta in guardia, dicendo che «Nessuna donna dovrebbe avere la presunzione di far ciondolare ambra dal proprio collo».
Wilhelm H. Roscher pensa che sia "nettare" che "ambrosia" identificassero tipi di miele, ed in questo caso il loro potere di conferire immortalità sarebbe da attribuire al supposto potere curativo e purificante del miele stesso, il quale è infatti asettico, ed anche perché l'idromele, miele fermentato, precedette il vino come enteogeno, ovvero sostanza psicoattiva usata in un contesto religioso-sciamanico, nel mondo dell'Egeo antico: la grande divinità venerata a Creta su alcuni resti è apparsa nella forma di un'ape: si comparino Merope e Melissa. Si veda anche Icore.
Una delle empietà di Tantalo, secondo il poeta Pindaro, è l'aver offerto ai propri ospiti l'ambrosia degli Immortali, un furto simile a quello commesso da Prometeo, Karl Kerenyi fa notare (in Heroes of Greeks). Circe accenna ad Odisseo che uno stormo di rondini portò l'ambrosia all'Olimpo.
Come conseguenza, la parola ambrosia (al caso neutro plurale nel greco antico), fu usata per chiamare certe festività in onore di Dioniso, probabilmente per la predominanza di banchetti in relazione a queste.
L'ambrosia è collegata all'amrita della cultura indù, ed è una bevanda che conferisce immortalità agli dèi.
Molti studiosi moderni, tra cui Danny Staples, mettono in relazione l'ambrosia al fungo allucinogeno Amanita muscaria. Altri, come ad es. Rick Strassman, sostengono che la parola ambrosia indicherebbe una precisa sostanza dagli strani effetti allucinogeni chiamata DMT (Dimetiltriptammina), secreta dalla ghiandola pineale dell'uomo e contenuta anch'essa in alcune piante e funghi.



giovedì 7 gennaio 2021

Amanda Sefton

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Amanda Sefton, il cui vero nome è Jimanie Szardos, è un personaggio dei fumetti creato da Chris Claremont e Dave Cockrum. Conosciuta come Sefton, è apparsa per la prima volta in X-Men (prima serie) n. 98 (aprile 1976), Amanda ha rivelato il suo vero cognome Szardos in X-Men Annual (prima serie) n. 4 (1980), realizzato da Chris Claremont (testi) e John Romita Jr. (disegni).
Mentre come Daytripper è apparsa in Excalibur (prima serie) n. 75 (marzo 1994), realizzato da Jim Krueger (testi) e Tim Sale (disegni). Invece come Magik II è apparsa in X-Men: Black Sun - The New X-Men n. 1 (novembre 2000), realizzato da Chris Claremont (testi) e Thomas Derenick (disegni).

Biografia del personaggio

Jimanie è figlia della zingara Margali Szardos. Crebbe assieme a suo fratello Stefan e Nightcrawler in un circo in Baviera. Jimanie s'innamorò e si fidanzò con Nightcrawler ma lo perse di vista quando lui scappò in America per sfuggire alle ire di Margali perché nel tentativo di fermare suo fratello Stefan, che era impazzito ed aveva ucciso due bambini, lo uccise accidentalmente. Jimanie non vide Kurt per molti anni fino a quando lui decise di affrontare Margali, lei aiutò a convincere la madre dell'innocenza di Kurt. I due stettero insieme per un po' ma in seguito si lasciarono. Anni dopo divenuta esperta nella magia reclamò il dominio del limbo, prendendo il nome di Magik in onore a Illyana Rapsuntin, l'originale Magik. Recentemente ha aiutato l'ex fidanzato Nightcrawler in uno strano caso di sacrifici di bambini fatto da gente potente per poter controllare dei demoni, risolvendo la situazione all'ultimo momento bandendo i demoni dalla terra.

Poteri e abilità

Jimanie è una potente strega, ciò le dà un vantaggio nell'affrontare nemici mistici e ha un ottimo talento investigativo. Jimanie ha come protettori due enormi serpenti, guardiani della sua dimora nel limbo.
 
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