lunedì 12 aprile 2021

Aswang

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L'aswang è un vampiro-mannaro delle Filippine che secondo la leggenda si presenta di giorno come una donna molto bella, mentre di notte sarebbe uno spaventoso demone alato con corpo di lupo dalla lingua lunga come il serpente. Vive dunque una vita normale durante le ore solari, mentre di notte stormi di uccelli notturni lo guidano verso le sue prede.
Il suo nutrimento principale - come tutti i vampiri - è il sangue, preferendo solitamente quello animale. Il mostro si riconosce per l'aspetto gonfio che assume dopo essersi nutrito, apparendo quasi incinto. Il mito vuole che se l'aswang sfiora l'ombra di qualcuno, questi avrà vita breve.
È insofferente all'aglio e agli amuleti.

domenica 11 aprile 2021

Sole (astrologia)

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Il Sole in astrologia è il primo e più importante pianeta del sistema solare. Indica la parte virile di ognuno di noi, quella solare e diurna, la figura del padre e per una donna anche quella del marito, è il modo di affrontare il mondo, la realtà, è creatività, l'aggressività. La posizione del Sole in un oroscopo determina il segno zodiacale di appartenenza e conferisce alla persona le caratteristiche proprie di quel segno. Avere il Sole in Ariete significa essere del segno dell'Ariete, e così via per tutti gli altri segniche sono sul pianeta.

Caratteristiche e posizioni

Il Sole è domiciliato in Leone, in esaltazione in Ariete, in esilio in Aquario in caduta in Bilancia.
È il luminare per eccellenza anche se astrologicamente è considerato un pianeta. Percorre all'incirca un grado al giorno all'interno dello Zodiaco e termina il suo percorso nell'arco di un anno, toccando così tutte le costellazioni.

Il Sole nei segni

La posizione del Sole, più che quella di altri pianeti, influenza il modo di essere dell'individuo ed è quella che determina le caratteristiche generali del carattere. Questo significa che in un'interpretazione globale di un tema natale, al di là dei vari significati che si possono dare agli altri pianeti, esso sarà comunque il cardine da cui partire ed aiuterà nel completamento del quadro astrologico.

sabato 10 aprile 2021

Ghul

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«Gul: specie di demone arabo e turchesco, maschio o femmina; si sposta con facilità fra cielo e terra e ama frequentare i cimiteri. [...] l'occupazione principale dei ghoul consiste nel battere le campagne, far abortire le donne incinte, succhiare il sangue dei giovani, divorare i cadaveri, urlare nel vento, aggirarsi fra i ruderi, gettare il malocchio, provocare sventure.»
(Dictionnaire Infernal di Jacques Collin de Plancy)

La ghul o gul (in arabo: الغول), talora scritto secondo la grafia inglese ghoul, italianizzato in gula, è secondo i musulmani un'entità soprannaturale o uno spirito, le cui origini sono precedenti all'avvento dell'islam.
La stella Algol ha preso il nome da questa creatura.

Etimologia

Ignota l'etimologia del sostantivo ghūl, anche se alcuni ritengono che il termine derivi dalla radice araba <gh-w-l>, "catturare", "afferrare", secondo l'Oxford English Dictionary, mentre altre fonti indicano come significato dell'ipotizzata radice, "uccidere".

Religione islamica e folclore

Le descrizioni della ghūl nelle storie del folclore arabo sono spesso contraddittorie.
Nelle storie preislamiche e islamiche è generalmente un jinn, entità a metà via tra uomini e demoni, che muta spesso forma. Se i jinn sono di entrambi i sessi, la ghūl è esclusivamente di sesso femminile, abitante dei deserti, decisamente dedita all'aggressione dei viaggiatori. Una delle possibili fonti di ispirazione per il concetto della ghūl potrebbe essere derivato dal contatto dei beduini arabi con le civiltà mesopotamiche e dall'essere stato influenzato dal demone gallu, che rapì la divinità accadica Damuzi per portarla nel reame dei morti.
In diversi detti attribuiti a Maometto compaiono le ghūl, intese come demoni o geni che uccidono, rubano o terrorizzano i viandanti che percorrono i luoghi desertici. L'autenticità di questi racconti è curiosamente messa in dubbio da alcuni studiosi, tra cui un ḥadīth tramandato da Jābir b. ʿAbd Allāh, che ne nega l'esistenza: «Non esiste 'ghūl', non esiste 'adwā' e non esiste 'ṭayrra'», a dispetto del fatto che dei jinn (di cui fa parte la ghūl) parli più volte il Corano e che la loro esistenza non sia in alcun modo messa in dubbio dall'islam sunnita e sciita.
La credenza in queste creature continua ancor oggi ad essere ampiamente diffusa, e non solo nel XVIII e XIX secolo, in cui alcune testimonianze di viaggiatori occidentali riportavano storie che si possono far risalire alla ghūl.

La ghūl nella cultura moderna

L'idea della ghūl come abitatrice dei cimiteri che si nutre di cadaveri è ben precedente alla versione delle Mille e una notte di Antoine Galland, il quale si prese molte libertà nella sua traduzione. Nel racconto Storia di Sidi-Nouman presentò la ghūl come mostro che dissotterra i cadaveri dai cimiteri per nutrirsene e gli autori successivi ripresero le caratteristiche cannibalistiche di tale jinn.
Nella letteratura anglofona, il termine fu usato per la prima volta nel romanzo Vathek di William Beckford (pubblicato in francese nel 1786 e tradotto in inglese l'anno successivo da Samuel Henley).
Nei suoi romanzi H.P. Lovecraft presentò i ghoul come i membri di una razza notturna sotterranea, esseri umani che si trasformano in orripilanti umanoidi in seguito all'abitudine di cibarsi di cadaveri umani. Per quanto terrificanti, non sono mostri necessariamente malvagi; non uccidono (si limitano a cibarsi di chi è già morto) e in alcune storie sostengono conversazioni intelligenti con le persone normali. Richard Upton Pickman, un pittore di Boston che scompare in circostanze misteriose nella storia Il modello di Pickman, riappare come ghoul nel romanzo breve La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath. In conseguenza della popolarità di Lovecraft, molte altre opere moderne usano il termine ghoul riferendosi a creature umanoidi degenerate e cannibali.
A partire da La notte dei morti viventi (1968) di George Romero le caratteristiche dello zombie, fino ad allora semplicemente uno schiavo privo di volontà sottoposto alla volontà del suo creatore, si fusero con quelle della ghul mangiatore di cadaveri, generando lo zombie moderno mangiatore di carne umana.
Nel manga ed anime Tokyo Ghoul si parla dei ghoul come esseri dalle sembianze umane, ma quando il loro organismo necessita della piena potenza, assumono un aspetto caratterizzato da occhi neri con iridi rosse detto kakugan, e un kagune, cioè un organo predatorio utile sia per l'offesa che per la difesa specifico per ogni ghoul; in altre situazioni riescono a confondersi tra le persone normali. La condizione di ghoul non impone la non esistenza di valori morali: infatti queste creature possono decidere di sfamarsi aggredendo individui inconsapevoli, oppure di cibarsi della carne di coloro che hanno scelto di togliersi la vita, in modo da non causare scompiglio nel distretto di appartenenza. Alcuni di loro praticano anche il cannibalismo, ovvero la pratica secondo la quale un ghoul si ciba della carne di un altro ghoul, si dice che questo sviluppi in loro delle capacità superiori a quelle degli altri, ma li porti alla pazzia.
Nel romanzo Il figlio del cimitero, di Neil Gaiman, i ghoul si radunano in una città sotterranea o comunque "altra" rispetto al mondo dei viventi e dei defunti ordinari. Vi accedono mediante un portale rappresentato, in ogni cimitero, da una tomba più rovinata delle altre. Sostengono fra loro conversazioni pompose e al contempo irriverenti. Anche in questo caso, si cibano di cadaveri. Infine, nella rivisitazione di Gaiman essi temono i Gaunt della notte, creature volanti di origine lovecraftiana, e i Mastini di Dio (come la signorina Lupescu, istitutrice del protagonista).
I membri della band heavy metal svedese Ghost sono caratterizzati dal più totale anonimato: mentre il cantante è noto come "Papa Emeritus" e pesantemente truccato in volto, gli strumentisti sono noti solo come "Nameless Ghouls" ("ghoul senza nome") e portano delle maschere.


venerdì 9 aprile 2021

Pettenedda

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La pettenedda è una creatura mitica che appartiene alla tradizione sarda e che vivrebbe nei pozzi. Probabilmente la leggenda è stata inventata dalle madri per spaventare i bambini e tenerli lontani dai pozzi.

Caratteristiche

La pettenedda è sempre stata immaginata come una donna molto vecchia che passa la vita a pettinarsi (da qui il suo nome) con le sue unghie lunghissime, una chioma di capelli arruffati senza mai riuscire a metterli in ordine, per questo si dice sia sempre molto arrabbiata.
Le madri sarde, per spiegare ai bambini i normali rumori che si sentono in fondo a un pozzo, causati dall'acqua che scorre, si inventarono questo personaggio, e dicevano ai bambini che non dovevano avvicinarsi mai a quel pozzo e soprattutto non dovevano sporgersi, poiché la pettenedda li avrebbe agguantati con i suoi enormi artigli e li avrebbe trascinati in fondo al pozzo, facendoli diventare suoi schiavi per l'eternità.
Per certi versi la pettenedda è molto simile alla marabbecca della tradizione siciliana.

giovedì 8 aprile 2021

ʿIfrīt

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L'ʿifrīt (in arabo: عِفٰرِيتْ), al plurale ʿafārīt (in arabo: عَفَارِيت), è una tipologia di jinn, creatura soprannaturale presente della cultura araba e islamica. Può essere considerato dal punto di vista tipologico una figura di ciò che l'antropologia definisce trickster.

L'ifrit nel Corano

L'essere è menzionato nel Corano, alla Sura 27 (al-Naml - "La Formica": 39).
Qui si narra come re Salomone cercasse tra tutte le creature quella che più velocemente gli avrebbe potuto portare il trono della regina di Saba. Un forte ʿifrīt si presentò annunciando che i suoi poteri gli avrebbero permesso di compiere la missione prima ancora che il re avesse avuto il tempo di uscire dal suo palazzo. Venne però surclassato da un uomo di fede che in un batter d'occhio fece apparire il trono alle spalle del Re spiegando che la grazia di Dio aveva compiuto un miracolo.

Caratteristiche

Gli afarit sono comunemente conosciuti come spiriti del fuoco. Appaiono come uomini di eccezionale forza e bellezza, ma è molto difficile avere contatti con loro. Si considerano superiori alle altre creature perché convinti della loro primigenia creazione e soffrono quindi molto il fatto che alcuni umani abbiano trovato delle formule magiche capaci di garantirgli il controllo su di loro. Quando interpellati mostrano un atteggiamento ironico e malizioso e tentano ogni volta che possono di travisare gli ordini del proprio padrone.



mercoledì 7 aprile 2021

Soprannaturale

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Il termine soprannaturale (o sovrannaturale) può riferirsi a qualsiasi fenomeno che vada, o che si presume andare, oltre l'ordine della natura o delle leggi della fisica.
In ambito religioso può riferirsi a vari enti (come ad esempio Dio) che trascendono la natura umana e pertanto non sono conoscibili attraverso i soli sensi. Un esempio di queste manifestazioni che sfuggono alle leggi naturali sono i miracoli.
Al soprannaturale è tradizionalmente legato il concetto escatologico di oltretomba, che vuole indicare una condizione (o luogo) di continuazione dell'esistenza (spesso solo in forma immateriale come anima o spirito) dopo la morte fisica.

martedì 6 aprile 2021

Miracolo

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Si definisce miracolo (dal latino «miraculum», cosa meravigliosa), in teologia, un evento straordinario, al di sopra delle leggi naturali, che si considera operato da Dio direttamente o tramite una sua creatura. Nel linguaggio comune, per estensione, il termine miracolo indica anche un fatto eccezionale, che desta meraviglia. Colui che si ritiene abbia compiuto dei miracoli di natura medica è detto taumaturgo.
Sui fatti ritenuti miracolosi si è sviluppato storicamente un dibattito tra i sostenitori della loro natura divina e i sostenitori di un approccio razionalista al fenomeno che negano spesso sia la veridicità che la natura soprannaturale di tali eventi.

Il miracolo nelle religioni

Nell'ebraismo, così come nell'Islam, i miracoli sono considerati segni dell'onnipotenza di Dio.
Nella Bibbia svariati eventi vengono presentati come miracolosi. Si deve tuttavia fare una differenza tra l'interpretazione ebraica, ovviamente limitata all'Antico Testamento, e l'interpretazione cristiana, che abbraccia soprattutto il Nuovo Testamento, del quale l'Antico è letto come prefigurazione.

I miracoli nell'Induismo

I testi sacri propri dell'Induismo contengono vari esempi di miracoli, tra cui la comparsa di un ponte sull'oceano per lasciare che gli eserciti di Rama lo attraversino, il salvataggio divino di Prahlada alla cui vita si era attentato con molti mezzi (fuoco, calpestamento ad opera di elefanti, ecc), la scomparsa del corpo fisico di Mirabai e Andal mentre entrano nel santuario di un tempio, Krishna che risuscita dai morti Parikshit. In epoca recente si sarebbero verificati miracoli da parte del dio Ganesha; tra i più rilevanti quello del 21 settembre 1995, quando in diverse parti del mondo - dall'Asia alle comunità induiste europee ed americane - le statue della divinità avrebbero bevuto del latte.

I miracoli nel Cristianesimo

Nel Nuovo Testamento i principali miracoli sono opera di Gesù, e sono accompagnati da un valore simbolico; spesso capita che lo stesso Gesù si rifiuti di fare miracoli per fare proseliti. Da ricordare, come momento topico, la tentazione di Satana che nel deserto propone a Gesù di cambiare i sassi in pane; Gesù rifiuta, con questo e altri segni, di far diventare i miracoli segni per convincere i testimoni. Da ricordare, dopo la moltiplicazione dei pani, come Gesù si nasconda per fuggire alla gente che voleva farlo re. Gesù evita che i miracoli da lui operati possano venir equivocati dalla folla. Numerose sono le volte che Gesù chiede ai miracolati di rimanere in silenzio e di non dirlo, è sempre fatto divieto a chi riceve un miracolo di seguirlo. Nell'ottica complessiva del messaggio evangelico, l'unico segno attorno a cui ci si deve convertire è quello duro e crudo della croce. Il Nuovo Testamento riferisce anche di miracoli operati dagli Apostoli, attribuendoli esplicitamente al potere concesso loro da Gesù, perché potessero testimoniare la loro fede e annunciare il regno di Dio. Essi vengono presentati dagli evangelisti come opere di Gesù, il Cristo, termine greco che traduce l'ebraico Messia, e sono considerati come parte della proclamazione del regno divino, a solo scopo di sollecitare il pentimento e la conversione a Dio. Nel Nuovo Testamento è presente anche la figura di Simone Mago che compie prodigi considerati veri miracoli dai testimoni.
Sono quattro i termini Greci usati solitamente per indicare i miracoli nella Scrittura:
  • Semeion, "segno", cioè l'evidenza empirica di intervento o presenza divina (Matteo 12,38-39;16,1-4, Marco 8,11, Luca 11,16;23,8, Giovanni 2,11;2,18;2,23, Atti 6,8).
  • Terata, "miracoli", cioè portenti, eventi che causano stupore. (Atti 2,19).
  • Dynameis, "potenze", cioè opere che presuppongono una forza, o meglio, un potere sovrumano o sovrannaturale (Atti 2,22, Romani 15,19, 2 Tessalonicesi 2,9).
  • Erga, "opere", cioè le azioni dei santi o di Gesù e i suoi discepoli.

I miracoli secondo la Chiesa Cattolica

Il miracolo è sempre opera di Dio anche se può avvenire tramite l'intercessione dei Santi. La Chiesa cattolica romana richiede due distinti eventi miracolosi, avvenuti dopo la morte e riferibili alla sua intercessione, come presupposto per la causa di canonizzazione dei santi, uno per la Beatificazione, più un secondo per la Canonizzazione.
Secondo la procedura attuale, definita nel 1983, l'inchiesta compiuta dalla Chiesa per accertare la verità del miracolo si basa, nei casi di guarigione inspiegabile, su un'attenta analisi dei fatti da parte di una consulta medica nominata dalla Congregazione per le cause dei santi composta da specialisti sia credenti sia non credenti, la quale verifica se il caso in esame soddisfi i sette criteri definiti dal cardinale Prospero Lambertini, poi papa Benedetto XIV, nel De servorum beatificatione et beatorum canonizatione (1734). Fondamentale il 7º e ultimo punto: la guarigione deve dimostrarsi permanente, e ciò richiede un periodo d'osservazione (follow up) notevole, convenzionalmente sui 20-25 anni.
In caso di responso positivo, si valuta se le circostanze dell'evento sono compatibili con un intervento divino, ad esempio se la persona guarita miracolosamente stava pregando o era in pellegrinaggio in un santuario, o se qualcuno aveva fatto una di queste cose per lei, altrimenti la guarigione, anche se avente tutte le caratteristiche oggettive per esser dichiarata miracolosa è archiviata come remissione spontanea.
Taluni sostengono che l'obiezione secondo la quale tra i vari casi miracolosi non si annoverino, tuttavia, casi di ricrescita di arti mutilati o amputati sarebbe falsa, perché almeno un caso di presunto reimpianto miracoloso di una gamba amputata tre anni prima, e seppellita nel campo dell'ospedale, è stato sufficientemente documentato a Calanda in Spagna, nel Seicento, cfr. nella bibliografia Vittorio Messori, Il Miracolo, Rizzoli 1998. In tal senso il CICAP ipotizza (senza apportare alcun documento) oggi la non veridicità della documentazione da cui è attestato l'evento, oppure ipotizza oggi che l'evento sia stato a suo tempo interpretato in modo fuorviante.
In senso lato, parte della Chiesa cattolica considera come miracoli anche eventi non prettamente fisici come le guarigioni corporali ma vi include anche i cosiddetti "miracoli spirituali" o "interiori", come per esempio l'improvvisa e completa conversione alla fede di persone fino a un istante prima incredule, atee, fortemente e dichiaratamente ostili e nemiche della fede. Il caso più famoso è, nella Bibbia, la Conversione di Saulo sulla via di Damasco. Altri casi moderni sono state le conversioni di Alphonse Marie Ratisbonne, André Frossard e Bruno Cornacchiola. Naturalmente per tali "miracoli" non sono possibili verifiche da parte di commissioni mediche.
Ad eccezione dei miracoli di Gesù contenuti nei Vangeli canonici, la Chiesa cattolica non impone nessun miracolo come obbligatorio da credersi. Per la dottrina cattolica, i miracoli sono segni di Dio e sono orientati alla Fede, non alla soluzione di problemi materiali. Il miracolo non genera automaticamente la Fede in Dio, che può essere aiutata, ma non sostituita, da un evento materiale ancorché miracoloso; pertanto i miracoli non possono costituire la strada ordinaria dell'annuncio della Fede.

Ebraismo

Maimonide asserisce che il miracolo attesta l'avvenuta creazione del Mondo inoltre può essere di differenti tipologie:
- può perdurare, come il caso delle benedizioni o delle maledizioni;
- può avvenire in modo prodigioso secondo differenti caratteristiche:
la previsione di tale manifestazione;
il luogo e/o il popolo cui può manifestarsi;
qualità e quantità di esso, nel primo caso come il bastone, divenuto serpente ed ancora bastone per Mosè, e nel secondo per gran parte delle dieci piaghe, che in parte presentano le precedenti caratteristiche.
Egli afferma anche che il miracolo, spesso, potrebbe suscitare perplessità qualora sia perpetuo, anche se ciò possibile, infatti l'evento della terra, aperta e poi richiusa, sotto Core ed i suoi seguaci e l'apertura delle acque del ma rosso che poi si riversarono su alcuni degli egizi furono non perpetui.
Così Nachmanide, come per la Chassidut, molti spiegano ancora che la stessa esistenza del Creato è un miracolo "continuo" infatti essa potrebbe essere riportata al nulla qualora Dio volesse, anche in un istante, concludendo però con l'espressione "...che Dio non voglia".
Nel testo "Be'ur" di Bahya ben Asher è scritto che esistono "miracoli nascosti" e "miracoli manifesti": del primo caso ve ne furono anche per i patriarchi ebrei, in merito a quelli del secondo è descritto che avvengono ...modificando le "leggi" Naturali della Creazione.

I miracoli secondo la filosofia e la scienza

I filosofi razionalisti, in particolare David Hume, identificando il Creatore con le sue leggi, hanno opposto obiezioni alla possibilità di eventi miracolosi. La tesi razionalista indica che un evento si può considerare miracoloso solamente perché l'uomo in quel momento non possiede una conoscenza piena ed esaustiva delle leggi della natura che lo regolano. Rifacendosi a Baruch Spinoza, che afferma che il richiamo alla volontà divina non sarebbe altro che una scusa per i limiti della nostra conoscenza, il razionalismo afferma che appellarsi a un miracolo è semplicemente un'ammissione di ignoranza.
Tale punto di vista è condiviso da una larga parte degli scienziati contemporanei, per i quali non è possibile parlare di miracolo. I miracoli avvengono infatti nel mondo fisico, che è governato dalle leggi naturali che gli scienziati cercano di scoprire mediante osservazioni e indagini empiriche. Ciò che alcuni considerano un miracolo è semplicemente un fatto per cui ancora non sono note le leggi naturali ordinarie che lo regolano, oppure un fatto la cui spiegazione con leggi naturali ordinarie è ben nota alla comunità scientifica, ma questa spiegazione è ignorata dalle persone che credono a quel miracolo, oppure una leggenda non avvenuta realmente. La scienza cerca le spiegazioni dei fenomeni del mondo fisico nell'ambito delle leggi naturali, rifiutando di considerare qualsiasi ipotesi di intervento soprannaturale o trascendente; il concetto di miracolo inteso come intervento diretto divino sarebbe in contraddizione con il metodo scientifico e l'approccio razionalista, che per i fenomeni fisici non contempla la possibilità di una causalità non materiale. Thomas Paine, uno dei padri fondatori della Rivoluzione Americana, scrisse
(EN)
«All the tales of miracles, with which the Old and New Testament are filled, are fit only for impostors to preach and fools to believe.»
(IT)
«Tutti i racconti di miracoli, di cui l'antico e il nuovo testamento sono colmi, sono adatti solo a impostori che predicano e stolti che credono.»
(Thomas Paine)
Anche taluni teologi (come Hans Küng) sposano la tesi dell'inviolabilità delle leggi naturali e quindi dell'impossibilità dei miracoli. Il biblista Xavier Léon-Dufour sostiene che il miracolo non può essere una violazione delle leggi naturali o una deroga ad esse, perché se Dio agisse in questo modo andrebbe contro se stesso, dato che è all'origine del mondo e non in contraddizione ad esso.
Altri teologi ritengono che i miracoli siano eventi naturali inconsueti di cui Dio si serve per inviare segnali all'uomo.
Alcuni scienziati credenti sono tuttavia possibilisti sui miracoli, ritenendo che la natura sia più complessa di ciò che immaginiamo e abbia delle potenzialità sconosciute. Essi pensano che le leggi naturali non sarebbero rigide ed immutabili, ma avrebbero un ampio spazio di indeterminazione, per cui non sarebbe possibile conoscerle fino in fondo; in questo quadro si potrebbe inserire un'azione molto sottile del Creatore, che non sarebbe "contro natura" o "in deroga alla natura", ma "secondo natura" in base a regole sconosciute. Altri scienziati interpretano il miracolo in termine di sincronicità. Secondo Colin Humphreys, fisico inglese dell'Università di Cambridge che ha studiato i miracoli dell'Esodo, il miracolo non è rappresentato dall'evento in sé (che è un fatto naturale, anche se di rara frequenza) ma dal fatto che l'evento stesso si verifichi proprio in quell'istante in cui è necessario.

I miracoli nell'esoterismo

Nell'esoterismo si definiscono due concetti contrapposti di eventi miracolosi:
  • i miracoli veri e propri, prodotti dalla teurgia, di competenza della religione;
  • i prodigi, prodotti dalla taumaturgia, di competenza della magia.

 
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