sabato 9 ottobre 2021

Zombi

Risultati immagini per Zombi


Zombi o nella grafia inglese, zombie (in creolo haitiano zonbi) è un termine di origine haitiana, (a sua volta proveniente dal bantu nzumbe) legato alla tradizione magica vudù. Zombi è entrato in epoca contemporanea nell'immaginario comune attraverso la letteratura e la cinematografia, per indicare la figura di un morto vivente, un cadavere ambulante.
Secondo le credenze popolari haitiane, alcuni sacerdoti detti bokor sarebbero in grado di catturare una parte dell'anima e detenerla in una piccola fiasca, sotto forma di piccolo angelo guardiano. Il rito produrrebbe nella vittima uno stato di letargia simile alla morte. Tali bokor sarebbero in grado di resuscitare la vittima, dopo anche a distanza di diversi anni dalla sepoltura, restituendogli una piccola parte dell'anima sottratta, tanto per renderlo uno schiavo abulico. Secondo alcune tradizioni, per ingestione di sale, lo zombie riacquisirebbe totalmente la coscienza spezzando definitivamente l'incantesimo. Nel maggio del 1973, in Italia, esce un volume mensile del fumetto Zagor, chiamato "Zombi" (n°95). Si pensa che in questo fumetto compaia per la prima volta il termine "Zombie", italianizzato in "Zombi".
Si narra plausibilmente di vittime dell'incantesimo tra haitiani del ceto povero, indotti ad uno stato di morte apparente da persone senza scrupoli, frettolosamente sepolti e presto riesumati, per assumere del blando antidoto che ne avrebbe ripristinato le funzioni vitali senza però restituire loro la volontà. Le vittime incapaci di qualsiasi resistenza sarebbero state asservite come schiavi per le piantagioni di canna da zucchero.
Le popolazioni haitiane non temerebbero gli zombie in quanto minaccia, "bensì di divenire zombie essi stessi". Il regime dittatoriale della famiglia Duvalier, al potere fino agli anni Ottanta, esasperava il clima di superstizione sugli zombie.
Nella letteratura occidentale del passato, si indicavano per zombie individui privati di ogni volontà dalla dipendenza da droghe. Zombie è anche una droga futuribile citata nel racconto fantastico La porta sull'estate di Robert Heinlein, con la quale il protagonista viene totalmente asservito ai suoi falsi amici.
Un ottimo riferimento filmografico è costituito da quello che viene riconosciuto come il primo film del genere, L'isola degli zombies (1932) con la star Bela Lugosi, nel ruolo di uno stregone che dispone della manodopera di schiavi drogati e per volere di un innamorato, fa ritenere morta una giovane vittima.
Il concetto di "morto vivente" pare una reinterpretazione di quello che lo zombie rappresenta nella religione vuduista ed è interessante come nel giro di una o due generazioni una parte di verità sia divenuta un mito sovrannaturale.
Nella figura dello zombie si intravede un'immagine speculare in negativo, di carattere diabolico del concetto cristiano di resurrezione finale (dei corpi integri). "Quando non ci sarà più posto all'Inferno" - citazione ricorrente in parte della filmografia del genere - i corpi corrotti risorgono dandosi al cannibalismo - in letteratura sovente chiamato "eucarestia pagana" - in un disperato tentativo di assunzione dell'anima, dell'energia vitale dalle proprie vittime.
Con La notte dei morti viventi del 1968, film cult capostipite del ciclo di George A. Romero, si inaugura l'immagine apocalittica di zombie quale la compagine di deceduti resuscitati e cannibali, decretando la fine di una civiltà. Tale soggetto si ispira al romanzo di Richard Matheson Io sono leggenda, dove un intero continente viene infettato da un patogeno che causa follia collettiva e violenza omicida (qui il termine zombie non era ancora usato). Un durissimo apologo satirico sociale si evidenzia nel secondo capitolo del ciclo di Romero: Zombi del 1978, dove folle di non morti invadono un centro commerciale mimando le gestualità dei vivi.
Nel libro Il serpente e l'arcobaleno di Wade Davis, da cui è stato tratto l'omonimo film di Wes Craven, edito guarda caso dopo la caduta del regime dittatoriale, viene analizzata la relazione tra zombie e vudù, nel caso Clairvius Narcisse: qui non si tratta di un cadavere risorto ma più realisticamente di un uomo scomodo alla polizia segreta, drogato per privarlo totalmente della sua volontà.

venerdì 8 ottobre 2021

Santa Manna

Risultati immagini per Santa Manna


La santa manna è un liquido, chimicamente assimilabile all'acqua pura, che può trasudare da reliquie di santi o da immagini sacre, apparentemente senza spiegazione.
Le spiegazioni scientifiche proposte al fenomeno sono legate all'umidità o alla capillarità di pietre o marmi, ma nella maggior parte dei casi analizzati le suddette spiegazioni avevano forti limiti di adattamento.
Gli episodi sono quasi sempre ciclici ed avvengono durante particolari ricorrenze.
I principali luoghi italiani dove avviene tale fenomeno sono:
  • Amalfi: dalle reliquie di Sant'Andrea, il fenomeno si verificò la prima volta nel 1304, e ricorre ancora oggi durante la festa del 30 novembre.
  • Atripalda: dal sarcofago di San Sabino, il prodigio ricorre, non costante, dal 1588.
  • Bari: il corpo di San Nicola trasuda la manna, a cui vengono attribuiti poteri taumaturgici, durante la festa della traslazione del 9 maggio.
  • Ferrara: nel monastero di Sant'Antonio Abate, la manna scaturisce, in inverno, dal sarcofago della beata Beatrice d'Este.
  • Latronico: la manna trasuda dal 1709, in uno o più venerdì di marzo, da un dipinto laterale della chiesa di Sant'Egidio Abate.
  • Napoli: dalle reliquie di San Pomponio.
  • Nola: le reliquie di San Felice trasudano manna il 15 novembre, in occasione della festività del Santo, oppure l'8 dicembre.
  • Maratea: nella Basilica di San Biagio, dove è conservato il torace del santo armeno, il prodigio della manna, autenticato già da papa Paolo IV nel 1563, si verifica saltuariamente durante le festività di maggio.
  • Salerno: dalle reliquie attribuite al santo Matteo evangelista.
  • Soriano nel Cimino: la manna trasuda da una pietra delle catacombe di Sant'Eutizio.
  • Venafro: la manna scaturisce dal sarcofago di San Nicandro martire nella cripta della basilica in occasione dei festeggiamenti del 17 giugno e di altre importanti ricorrenze liturgiche. Ad essa sono attribuite doti miracolose e per questo la basilica è meta di pellegrinaggi.

giovedì 7 ottobre 2021

Uomo falena

Risultati immagini per Uomo falena



Uomo falena (o Mothman in inglese), è il nome con cui viene chiamata una misteriosa creatura, secondo una leggenda metropolitana diffusasi negli Stati Uniti. La creatura sarebbe stata ripetutamente avvistata nelle cittadine di Charleston, Point Pleasant, nella Virginia Occidentale e nell'Ohio fra il novembre 1966 e il dicembre 1967. I presunti testimoni avrebbero descritto l'apparizione come una specie di essere umano dagli occhi rossi rifrangenti, dotato di ali e di una velocità eccezionale.
Il primo avvistamento della creatura sarebbe avvenuto il 12 novembre 1966. Un gruppo di cinque uomini, intenti ad allestire una tomba in un cimitero vicino a Clendenin, vide "una figura umana di colore marrone dotata di ali" sollevarsi in aria dagli alberi vicini. Questo avvistamento non venne riportato subito, ma solo dopo alcuni giorni, in seguito ad altre segnalazioni.
L'avvistamento successivo, relativo al 15 novembre, coinvolse due coppie sposate di Point Pleasant: Roger e Linda Scarberry e Steve e Mary Mallette. Secondo il racconto di una di loro (Linda Scarberry, l'unica che ne volle parlare), stavano passando in automobile nei pressi di una fabbrica di TNT, in disuso dalla Seconda guerra mondiale, quando videro due strane luci rosse all'ombra di un vecchio generatore accanto al cancello. Avvicinatisi, si resero conto che le luci erano gli occhi luccicanti di un grosso animale "dalla forma di un uomo, ma più grosso, fra i sei e mezzo e sette di piedi di altezza (circa due metri), con grandi ali ripiegate sulla schiena". Terrorizzati, fuggirono verso la città, seguiti per un certo tratto dalla creatura in volo. Giunti a Mason County, raccontarono l'accaduto al vicesceriffo Millard Halstead, che in seguito ebbe a dichiarare:
«Conosco questi ragazzi da quando erano nati. Non si sono mai messi nei guai e quella notte erano davvero spaventati. Li ho presi sul serio.»
Fu un cronista della stampa locale che, riportando l'episodio, battezzò la misteriosa creatura "Mothman", per analogia con Batman (di cui all'epoca stava andando in onda negli Stati Uniti la serie televisiva).
Nei giorni e nei mesi successivi l'uomo falena sarebbe apparso a molti altri abitanti della zona, in genere sempre nei pressi della fabbrica. Le descrizioni dell'aspetto della creatura erano tutte sostanzialmente simili.
A Point Pleasant si trova una scultura che rappresenta la creatura (opera di Robert Roach) e un museo dedicato (il Mothman Museum).
Ecco i principali avvistamenti, accreditati da rilevamenti effettuati sui luoghi interessati:
  • 1º settembre 1966 - Scott Missouri - Diverse persone adulte osservano un oggetto a forma d'uomo che manovra a bassa quota
  • 1º novembre 1966 - Camp Conley Road - Una Guardia Nazionale osserva una grande figura umana bruna posta su un ramo d'albero
  • 12 novembre 1966 - Cimitero di Clendenin - Cinque maschi adulti osservano un oggetto volante bruno a forma d'uomo
  • 15 novembre 1966 - Area TNT vecchia centrale elettrica Point Pleasant - Due coppie di sposi avvistano un essere grigiastro dotato di 2 occhi rossi luminosi
  • 16 novembre 1966 - Area TNT presso Igloo - Tre adulti, osservano un essere grigio, alto e dotato di 2 occhi rossi luminosi
  • 17 novembre 1966 - Statale 7 Cheschire Ohio - Un ragazzo osserva un essere grigio di forma umana dotato di occhi rossi luminosi, con una apertura alare di 3 metri
  • 18 novembre 1966 - Area TNT - Due pompieri osservano un essere molto alto e gigantesco dotato di occhi rossi luminosi
  • 20 novembre 1966 - Campbells Creek - Sei adolescenti avvistano un essere grigio, alto, dotato di occhi rossi luminosi
  • 24 novembre 1966 - Point Pleasant - Due adulti e due bambini notano un essere gigantesco che vola, dotato di occhi rossi luminosi
  • 25 novembre 1966 - Autostrada nei pressi dell'area TNT - un uomo in macchina incontra un essere alto, grigio, con occhi rossi luminosi che l'insegue
  • 26 novembre 1966 - Lowell Ohio - Due adulti e due bambini osservano 4 uccelli giganteschi di colore bruno, alti 1,5 metri, con un'apertura alare di 3 metri
  • 27 novembre 1966 - Statale Albans - Una casalinga osserva un essere grigio, con occhi rossi luminosi, più alto di un uomo, fermo sul prato
  • 27 novembre 1966 - Manson - Una ragazza avvista un essere alto e grigio a forma d'uomo con 3 metri di apertura alare, con occhi rossi luminosi. Insegue l'auto
  • 27 novembre 1966 - Statale Albans - Due ragazze osservano alcuni esseri grigi alti 2,10 metri che le inseguono a piedi
  • 4 dicembre 1966 - Aeroporto di Gallipolis Ohio - Cinque piloti osservano un uccello gigantesco dal collo lungo,in un primo tempo scambiato per un aereo, che poi si avvicina a loro ad una velocità costante di 110 km/h senza sbattere le ali
  • 6 dicembre 1966 - Maysville Kentucky - Un postino osserva un essere gigantesco simile ad un uccello in volo
  • 6 dicembre 1966 - Area TNT - Due adulti osservano una figura grigia dagli occhi rossi e luminosi che li assale
  • 7 dicembre 1966 - Statale 33 Ohio - Quattro donne osservano un essere volante la cui forma ricorda un uomo, di colore bruno-argenteo e dagli occhi rossi luminosi
  • 8 dicembre 1966 - Statale 35 - Due donne osservano su di una collina una figura indistinta che ha occhi rossi luminosi
  • 11 dicembre 1966 - Area TNT - Un ragazzo e un uomo, osservano una figura dall'aspetto umano di colore grigio in volo a grande velocità
  • 11 dicembre 1966 - Statale 35 - Una donna osserva un enorme essere grigio con occhi rossi luminosi che sorvola la sua auto
  • 11 gennaio 1967 - Point Pleasant - Una casalinga osserva un essere alato delle dimensioni di un piccolo aereo che vola a bassa quota
  • 12 marzo 1967 - Letert Falls Ohio - Una donna osserva un grande essere volante dal pelo bianco dalla lunga apertura alare (3 metri) che passa davanti alla sua auto
  • 19 maggio 1967 - Area TNT - Una donna osserva un essere volante dagli occhi rossi luminosi che si avvicina ad un oggetto rosso librato in aria e scompare
  • 2 novembre 1967 - Area TNT - Una donna osserva una figura grigia gigantesca simile ad un uomo che sorvola un campo sfiorando il suolo
  • 7 novembre 1967 - Chief Cornstalk Park - Quattro uomini mentre erano a caccia, osservano una figura gigantesca con gli occhi rossi luminosi. Uno di loro dirà che non ebbe la forza di sparare all'essere perché era in preda al terrore.
Nella tarda nottata del 15 novembre 1966, due giovani coppie di sposi, Roger e Linda Scarberry e Steve e Mary Mallette, mentre transitavano in auto accanto ad una fabbrica dismessa di esplosivi della seconda guerra mondiale chiamata Area TNT, nei pressi di Point Pleasant, notarono 2 luci rosse nell'ombra all'interno di una vecchia struttura accanto ad un vecchio generatore della fabbrica. Decisero quindi di fermare l'automobile per vedere meglio di cosa si trattasse. Con loro stupore però, si accorsero che le luci erano occhi rossi luminosi appartenenti ad un grande animale, "dalla forma simile ad un uomo, ma più grande; circa 6,5 o 7 piedi di grandezza, con le ali grandi piegate contro la relativa parte posteriore del corpo (come un pipistrello)"; secondo il racconto di Roger Scarberry le coppie terrorizzate tornarono subito in automobile e si allontanarono lungo la statale 62. Durante tale viaggio videro ancora la creatura ritta in piedi su una collina accanto alla strada; l'essere si levò in volo e seguì la loro automobile fino alle porte della città. Più tardi, dopo aver informato le autorità locali, Scarberry tornò nell'area, ma dello strano essere non fu più trovata alcuna traccia.
La notte successiva, il 16 novembre, alcuni cittadini locali muniti di armi si misero alla ricerca di segni e tracce della creatura nella zona circostante la vecchia fabbrica, ma l'insolita battuta di caccia non portò a nessun risultato.
Nel frattempo il signore e la signora Raymond Wamsley e la signora Marcella Bennett, con sua figlia Teena e suo figlio, si misero in viaggio in automobile per far visita ad alcuni amici, il signore e la signora Thomas. I Thomas vivevano in un bungalow presso "Igloo", un'area piena di strutture a cupola erette per l'immagazzinamento degli esplosivi durante la seconda guerra mondiale, vicino alla stessa area industriale in cui avvenne l'avvistamento la notte precedente. Giunti all'abitazione degli amici i Wamsley notarono una figura misteriosa comparire alle loro spalle. La signora Bennett riferì trattarsi di un grosso essere grigiastro, con occhi rossi emittenti luce, intento a cercare qualche cosa a terra. Dal bungalow dei Thomas il signor Wamsley telefonò alla polizia, mentre l'essere, raggiunto il portico dell'abitazione, scrutò all'interno attraverso una finestra.
Il 24 novembre, quattro agenti avvistarono una creatura simile in volo sopra l'Area TNT.
La mattina successiva Thomas Ury riferì di avere notato una creatura simile a quella segnalata nei giorni precedenti ritta in piedi in un campo a lato della strada, mentre si dirigeva verso nord lungo l'itinerario 62 nei pressi dell'Area TNT. L'essere aprì le ali e si levò in volo inseguendo l'automobile di Ury, il quale, dopo averla seminata accelerando spaventato, giunse in città e decise di informare lo sceriffo locale dell'accaduto.
Il 27 novembre, la signora Ruth Foster, nel sobborgo di Charleston, in Virginia dell'Ovest, vide una creatura grigia con luminosi occhi rossi, più alta di un uomo, ritta sul prato della sua abitazione, nei pressi della Statale Albans. L'essere scomparve non appena la signora Foster uscì per controllare meglio. La mattina dello stesso giorno una creatura alata dall'aspetto umanoide inseguì una giovane donna presso Mason, in Virginia dell'Ovest; la stessa notte un essere simile venne avvistato nei pressi della Statale Albans da due bambini.
Descrizione in base alle testimonianze rilasciate:
  • Altezza: circa 2 metri.
  • Occhi: dotati di luminosità propria, rosso-vivi, distanziati tra loro, di un diametro approssimativo di 5–8cm.
  • Gambe: di tipo umano; l'essere fu visto in posture erette, mentre la deambulazione avvenne con passo strascicato.
  • Ali: di aspetto simile a quelle di una falena, vennero viste ripiegate contro il dorso quando non utilizzate e sembrarono vantare un'apertura di circa 3 metri quando adoperate in volo. Venne riferito da più testimoni come il volo avvenisse mantenendole rigide, senza cioè che venissero battute.
  • Velocità: avrebbe seguito, senza alcun problema, l'andatura di automobili che si muovevano a 120–160 km/h.
  • Verso: alcuni testimoni affermarono che la creatura sembrò emettere in volo dei ronzii metallici.
Numerosi autori hanno studiato il fenomeno degli avvistamenti di Mothman del 1966-67, traendone interpretazioni molto diverse. Autori come John Keel e A. B. Colvin considerano gli avvistamenti reali, e cercano di darne spiegazione. Keel, nel suo celebre romanzo-inchiesta The Mothman Prophecies (1976) sviluppa una articolata teoria del complotto che si propone di spiegare Mothman mettendolo in relazione con altri misteri come UFO, Men in Black, poltergeist, avvistamenti di Bigfoot, e infine con il crollo del Silver Bridge.
Colvin sostiene che Mothman è una creatura soprannaturale con l'incarico di aiutare l'umanità in momenti critici, e che la stessa creatura è nota come Thunderbird presso i nativi americani e come Garuda in Asia. Criptozoologi come Mark A. Hall hanno sostenuto che il Mothman sia in effetti un esemplare di una misteriosa specie animale riconducibile agli uccelli giganti del Pleistocene.
Gli scettici (molti dei quali hanno contribuito ai numeri di marzo e aprile 2002 della rivista Skeptical Inquirer) ritengono che i testimoni si siano semplicemente sbagliati, scambiando per una creatura misteriosa un gufo o un barbagianni, probabilmente di una specie di grandi dimensioni come il grande gufo cornuto (il più grande presente negli Stati Uniti). Anche il CSICOP (il "Comitato americano per l'indagine scientifica delle affermazioni sul paranormale") sostiene tale tesi.

mercoledì 6 ottobre 2021

Caccia alle streghe

Risultati immagini per Caccia alle streghe


La caccia alle streghe è la ricerca e la persecuzione di donne sospettate di compiere atti di magia quali sortilegi, malefici, fatture, legamenti, o di intrattenere rapporti con forze oscure e infernali dalle quali ricevono i poteri per danneggiare persone, animali e cose; a tali forze esse tributano onori e devozione qualificandosi così anche come eretiche oltre che come incantatrici e fattucchiere. Secondo la trattatistica tardomedievale e moderna, costituita dai saggi eruditi di demonologia e dai manuali per gli inquisitori, la principale vittima delle streghe sarebbe l'uomo, da loro colpito specialmente nella virilità, e col quale scioglierebbero o stringerebbero legami amorosi. Tutti questi connotati hanno da sempre delineato la figura della strega nell'immaginario popolare.
Non sono mancati tuttavia episodi di accuse, processi e condanne contro gli uomini (stregoni), i quali, in alcuni periodi storici e in determinate aree geografiche, subirono le procedure inquisitoriali in numero maggiore rispetto alle donne, come attestano i casi della Carinzia, della Normandia, dell'Islanda e di alcune zone nell'est dell'Europa (Estonia e Russia).
Il fenomeno della caccia alle streghe nacque all'incirca alla fine del XV secolo e perdurò fino all'inizio del XVIII secolo all'interno dell'occidente cristiano. Benché le prime tesi sulla stregoneria vengano fatte risalire alla letteratura cattolica del 1400 circa, fu in particolare nelle regioni protestanti che durante l'Umanesimo e il Rinascimento il fenomeno ebbe maggiore rilevanza e recrudescenza. In quell'epoca, le streghe, ritenute sospette e pericolose dalle autorità civili e religiose, furono oggetto di persecuzioni che sovente terminavano con condanne a morte a seguito delle quali le stesse venivano arse vive sul rogo.
Nella terminologia moderna, per estensione, con "caccia alle streghe" si indicano fenomeni persecutori di determinate categorie di persone basati sul fanatismo ideologico e su un presunto pericolo sociale atto a scatenare il panico, per cui si giunge a negare i normali diritti di difesa agli accusati e ad avere scarsa considerazione della loro reale colpevolezza o innocenza, come nel caso del Maccartismo negli anni cinquanta del Novecento negli Stati Uniti.

La caccia alle streghe in Europa dal XV al XVII secolo

Streghe nell'immaginario popolare

La strega viene rappresentata nell'iconografia popolare ed artistica come una donna, solitamente molto vecchia e di brutto aspetto, che vola a cavallo di una scopa di saggina. Quest'immagine ricopre una realtà storica complessa, fatta di sapere sciamanico e di persecuzioni, antichissime credenze legate ai culti pagani della fertilità risalenti al mondo antico ed oltre, senz'altro alla fine del Paleolitico.
Le presunte streghe (e a volte anche i loro figli, soprattutto se femmine) appartenevano perlopiù alle classi sociali inferiori ed erano di solito vedove, levatrici ed herbarie; non mancò tuttavia qualche caso isolato di nobildonne condannate, come ad esempio la pomerana Sidonia von Borcke.
Soltanto una piccola minoranza di loro poteva essere realmente annoverata tra i veri e propri criminali (fu il caso della cosiddetta "Voisin", per esempio, prestatrice di servizi satanici per le messe nere della Marchesa di Montespan, pure lei criminale, favorita di Luigi XIV di Francia, al fine di assicurarsi i favori del re), colpevoli di omicidi o di altri gravi reati, quasi sempre collegati con l'occultismo.
La grande maggioranza era invece composta da persone innocenti, di ogni età e condizione, spesso levatrici e guaritrici o prostitute, in un tempo in cui decotti ed infusi a base di piante usati dall'empirico sapere tradizionale delle guaritrici risultavano non meno efficaci e sicuri di medicine e medici: e, d'altra parte, la popolazione, essenzialmente rurale, non aveva altre possibilità per curarsi che ricorrere ai loro rimedi, meno costosi di quelli dei medici. Veniva considerata "strega" anche chi possedeva gatti neri, aveva i capelli rossi, un neo nell'iride dell'occhio (il cosiddetto "segno del diavolo")o in caso di politelia.

Magia e stregoneria nella letteratura teologica e demonologica

Fino al principio del XV secolo la Chiesa Cattolica, pur non contestando la realtà di molte pratiche magiche, si attenne perlopiù al parere dei suoi maggiori teologi (anzitutto Sant’Agostino) e alle tesi del Canon episcopi, stabilendo in tal modo che le testimonianze intorno ai voli notturni e alle trasformazioni di uomini in animali fossero generalmente da attribuire all'immaginazione e al sogno. Con l'inizio dell'età moderna le autorità religiose – ma anche quelle secolari– si trovarono a dover ridiscutere le dottrine medievali in materia di stregoneria (e ciò soprattutto in seguito alla pubblicazione dei nuovi trattati di demonologia), arrivando così ad attribuire in molti casi una realtà concreta al volo delle streghe, al sabba e all'adorazione del Demonio. Se da un lato la Chiesa produsse, nel corso dei secoli, diversi documenti (tra cui il citato Canon episcopi del IX secolo e destinato ai vescovi) contro la superstizione, dall'altro promulgò 13 bolle in cui veniva accettata la realtà della stregoneria, tutt'oggi ancora non abiurata. "Fra tutte le eresie, la più grande è quella di non credere nelle streghe e con esse, nel patto diabolico e nel sabba" (dal Malleus Maleficarum).
Tra il 1435 e il 1437 il teologo Johannes Nider scrisse un trattato in forma di dialogo, il Formicarius, nel quale, oltre a ribadire l'esistenza della magia e del maleficio, veniva pure dato per certo che streghe e stregoni facessero parte di una setta. Molti anni dopo il Formicarius ebbe diverse ristampe e fu unito talvolta al più conosciuto Malleus Maleficarum.
Il 5 dicembre 1484 papa Innocenzo VIII emanò la bolla Summis desiderantes affectibus, dando voce alla preoccupazione della Chiesa verso il dilagante fenomeno della stregoneria e conferendo i poteri inquisitòri a due frati domenicani tedeschi, Jacob Sprenger e Heinrich Institor Kramer, affinché intervenissero in vari territori della Germania.
Trascorsi pochi anni dalla bolla di Innocenzo VIII, Jacob Sprenger e Heinrich Institor Kramer riapparvero come autori del Malleus Maleficarum, manuale ad uso degli inquisitori per stabilire i criteri utili a riconoscere e punire le streghe. Il Malleus Malefìcarum, pubblicato per la prima volta nel 1486 (o 1487) e mai adottato ufficialmente dalla Chiesa cattolica, fu ristampato ventotto volte dal 1487 al 1669 e almeno quattordici volte prima del 1520.
In seguito furono scritti altri manuali a corollario del Malleus sui metodi di tortura e di applicazione della pena e del modo con il quale riconoscere una strega. Il De Lamiis et Pythonicis Mulieribus di Ulrich Molitor, pubblicato nel 1489, non nascondeva alcune perplessità nei confronti delle confessioni ottenute dalle streghe e tuttavia, nei decenni successivi, la maggior parte delle opere di magia e demonologia trarrà spunto più dal Malleus Malefìcarum che non da questo breve dialogo, come attestano libri quali il De Strigiis di Bernardo Rategno da Como (1505 o 1510), la Quaestio de strigibus di Bartolomeo Spina (1523) e il Libro detto strega o delle illusioni del demonio di Giovanni Francesco II Pico della Mirandola (1524).
Nel 1580, Jean Bodin, intellettuale ritenuto l'ispiratore del moderno concetto di stato e teorico della tolleranza religiosa, scrisse La Démonomanie des Sorciers, un manuale giudiziario sul metodo per la tortura e la repressione delle streghe.
Al trattato del Bodin fecero seguito numerose altre opere sulla stregoneria scritte da teologi, eruditi e magistrati laici. Tra le principali: Daemonolatreia (1595) di Nicolas Rémy, Disquisitiones Magicae or Disquisitionum Magicarum Libri Sex (1599-1600) di Martin Delrio, Discours exécrable des Sorciers (1602) di Henry Boguet, Tableau de l'inconstance des mauvais anges et démons (1612) di Pierre de Lancre, Compendium maleficarum (1608 e 1626) di Francesco Maria Guaccio.
In Italia si ricorse frequentemente, a partire dalla seconda metà del Cinquecento, al De catholicis institutionibus liber di Diego de Simancas (1569, II ed.), un manuale di demonologia e procedura inquisitoriale meno rigoroso del Malleus Malefìcarum, e alla fine del secolo i giudici di fede ebbero a disposizione anche un documento "moderato" quale fu la Instructio pro formandis processibus in causis strigum et maleficorum, una direttiva per le cause di stregoneria che la Congregazione del Sant'Uffizio diffuse anche in forma stampata dal 1657.

Definizione della stregoneria come reato

La condanna a morte sul rogo non era comminata direttamente dalla Chiesa, bensì dell'autorità civile che, basandosi su una sentenza dell'autorità ecclesiastica, competente in materia, emetteva una propria sentenza di condanna e provvedeva all'esecuzione. I giudizi inquisitorii per i reati di stregoneria erano assimilabili a quelli emessi nei confronti degli eretici e non avevano titolo a decretare la morte dell'imputato; ma poiché l'eresia era considerata anche un reato civile, chiunque fosse stato riconosciuto colpevole dal tribunale ecclesiastico e consegnato al "braccio secolare", anche se poi avesse abiurato (anzi, paradossalmente, proprio in forza di questa abiura attraverso la quale si riconosceva la colpa), avrebbe visto comunque tradursi la sentenza ecclesiastica in una condanna capitale.
Di fatto, le condanne a morte erano avallate dalla credenza religiosa che si rifaceva al versetto del Vangelo di Giovanni (15,6) nel quale si dice che: "Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi viene raccolto per essere gettato via e bruciato." Era su questo passo che il rogo trovava giustificazione come strumento di condanna a morte, mentre l'appoggio della Bibbia alla pena capitale per le streghe veniva individuato nel capitolo 22° dell'Esodo, al versetto 18°, che così recita in latino: “Maleficos non patieris vivere" (“Non lascerai vivere le streghe" o “Non lascerai vivere colei che pratica la magia”). Sebbene alla Chiesa cattolica si debba ricondurre un numero esiguo di condanne a morte per stregoneria, alcuni ecclesiastici furono i promotori indiretti delle persecuzioni: cercando di giustificarle attraverso le bolle papali e altri scritti teologici e demonologici, costoro spingevano il potere temporale ad intervenire. Un caso emblematico, a tale riguardo, è quello di Martin Delrio e del suo ponderoso trattato in sei libri sulla magia. In Francia, però, i più accaniti cacciatori di streghe furono magistrati laici come Nicolas Rémy o Pierre de Lancre, e in Inghilterra l'avvocato Matthew Hopkins si proclamò “witchfinder general” (inquisitore generale) senza peraltro che venisse mai ufficializzata una sua nomina da parte del Parlamento. Altre volte furono la paura e la rabbia del popolo a organizzare cacce alle streghe o a improvvisare roghi, motivo per cui talvolta la Chiesa e il potere civile, per porre freno alla giustizia sommaria dei linciaggi, dovettero nominare degli (inquisitori) e istruire processi "inventando" anche nuovi profili giuridici quali l'avvocato difensore e la giuria.
L'ortodossia della fede era intesa come corpo portante della società e quindi l'eresia e la stregoneria non violavano solamente l'unità religiosa, bensì anche l'unità sociale. In realtà la paura delle streghe, indotta nella popolazione dagli oligarchi del potere temporale o da quelli del potere religioso cattolico e protestante, era usata come controllo poliziesco delle rivolte contadine e delle richieste di maggiore libertà del popolo. Tipico è il caso della caccia alle streghe nel Tirolo che rispecchia appieno l'instillazione della paura in eventi soprannaturali per poter controllare le rivolte contadine. Molte volte gli stessi funzionari del potere secolare temevano, se non avessero comminato la pena di morte, di essere accusati di complicità con le streghe.
In alcuni periodi storici, di fronte all'aumento di guerre, carestie, povertà e fame, la teologia spesso non riusciva a dare risposte convincenti, quindi risultava facile trovare un capro espiatorio in una non sempre ben definita categoria sociale come quella delle streghe, le quali oltretutto, secondo il parere dei Padri della Chiesa e di molti demonologi, agivano in ogni caso con il permesso accordato da Dio alle forze malefiche da loro invocate e adorate. Quando più tardi, in seguito alla Riforma protestante, l'unità della fede in Europa inizierà a vacillare, la logica delle persecuzioni e delle condanne diventerà ancora più complessa e sfaccettata assumendo caratteristiche peculiari secondo i paesi e le culture che facevano da contesto al fenomeno.
Moltissime "streghe" vennero torturate e bruciate vive con le motivazioni ufficiali più varie, ma spesso in base a delazioni anonime mosse anche da futili ragioni e, in molti casi, per avidità: ottenendo sotto tortura, in cambio della riduzione dei tormenti, che venisse fatto il nome di persone possibilmente benestanti, ree di complicità, in modo da poter istruire il processo successivo, considerato fortemente remunerativo dato che il condannato subiva anche la confisca dei beni.
Uno dei casi giudiziari più sconcertanti fu quello riguardante la famiglia Pappenheimer, i cui membri furono ferocemente torturati e condannati a morte nel 1600 in Baviera (le sevizie e il rogo non furono risparmiati neanche al piccolo Hoel, bambino di soli dieci anni). L'ultima strega condannata a morte in Europa fu Anna Göldi, uccisa nel 1782 a Glarona, in Svizzera, la cui figura è stata riabilitata dal parlamento cantonale nel 2008; secondo altre fonti, tuttavia, sono assimilabili alla "caccia alle streghe" le condanne di Giovanna Bonanno (Palermo 1789), Barbara Zdunk (Reszel 1811) e Bridget Cleary (Tipperary 1895).

Entità della persecuzione

Il numero delle vittime della caccia alle streghe, durante i due secoli in cui sia i tribunali dell'Inquisizione che quelli della Riforma luterana le condussero al rogo è stato largamente dibattuto. Il raggiungimento di una certezza sul tema è ostacolato da molti elementi, come la perdita nel tempo di documenti affidabili relativi a gran parte dei processi.
Il motivo principale fu che per paura che gli immensi archivi inquisitoriali cadessero nelle mani degli avversari della Chiesa, molti di questi vennero dati alle fiamme, come a Milano, Mantova, Benevento e quelli della Sicilia con le carte di migliaia di processi, o come quelli rubati dai francesi a Roma. Pertanto le cifre che si ipotizzano in ordine alle vittime della persecuzione vanno considerate come ordini di grandezza e spesso sono oggettivamente influenzate dalle opinioni e dalle collocazioni culturali e ideologiche degli autori che le hanno determinate.
Le stime che trovano più largo consenso parlano di circa 110.000 processi, svoltisi principalmente in Germania (50.000), Polonia (10.000), Francia (10.000), Svizzera (9.000), isole britanniche (5.000), paesi scandinavi (5.000), Spagna (5.000), Italia (5.000) e Russia (4.000). Brian Levack ha valutato le esecuzioni capitali al 55% dei processi, giungendo pertanto ad un totale di giustiziati pari a circa 60.000 persone in tre secoli. In questi processi l'80% degli accusati era di sesso femminile, mentre in Estonia (60%), Russia (68%) e Islanda (90%) vi fu una predominanza maschile.
La "caccia alle streghe" si concentrò soprattutto tra la fine del Quattrocento e la prima metà del Seicento e conobbe due ondate: una dal 1480 al 1520 e l'altra dal 1560 al 1650. In generale, la storia dei processi contro la stregoneria e la magia si può dividere in tre periodi. Il primo, compreso tra il 1300 e il 1435, è possibile dividerlo ulteriormente in tre parti (1300-1330, 1330-1375 e 1375-1435), delle quali l'ultima, principalmente a causa dell'introduzione nei tribunali locali della procedura inquisitoria, vide un aumento delle accuse di adorazione del demonio rispetto alle accuse di magia politica (diffuse nel primo trentennio del XIV secolo) e a quelle di maleficio e rituale magico (peculiari nella fase compresa fra il 1330 e il 1375). Il secondo periodo va dal 1435 alla metà del XVI secolo ed è caratterizzato da un aumento dei processi che durerà fino al 1520 circa e da un successivo calo di numero dei medesimi fino a tutto il 1550 (fenomeno, quest'ultimo, da ricondursi anche alla diminuita pubblicazione di nuovi trattati demonologici e alla minore diffusione di quelli già esistenti). Il terzo periodo, infine, è quello compreso tra il 1580 e il 1650, quando, prevalentemente in alcune aree della Svizzera, della Germania, della Scozia e della Francia, i processi per stregoneria aumentarono considerevolmente.
  • Treviri (368 roghi tra il 1587 e il 1593)
  • Ellwangen (400 roghi tra il 1611 e il 1618)
  • Würzburg (900 roghi tra il 1623 e il 1631)
  • Ellingen (68 roghi nel 1590)
  • Eichstätt (122 roghi tra il 1603 e il 1627)
  • Bamberga (300 roghi tra il 1624 e il 1631)
  • Labourd (80 roghi nel 1609)
  • Lorena (800 roghi tra il 1586 e il 1595)
  • Franca Contea (62 roghi tra il 1599 e il 1668)
  • Vaud (90 condanne tra il 1537 e il 1630)
  • Ginevra (68 condanne tra il 1537 e il 1662)
  • Scozia (216 condanne tra il 1563 e il 1727)
Un caso a sé stante è costituito dalla Polonia, dove oltre la metà delle condanne a morte per stregoneria è compresa tra il 1676 e il 1725 e circa un terzo tra il 1701 e il 1725. Considerando anche i territori lituani, si contano per la Polonia circa 10.000 processi contro le streghe.
Juan Antonio Llorente, inquisitore madrileno, fa una stima dei condannati dall' Inquisizione spagnola dal 1481 al 1808. I numeri dei condannati, "abbruciati in persona, abbruciati in effigie e condannati alla reclusione" sono molto alti: si tratta precisamente di 343.522 condanne alle diverse pene. Di questi 34.382 furono bruciati sul rogo. Circa 1/3, precisamente 10.220, furono giustiziati tra il 1481 e il 1498 durante il periodo dell'inquisitore Tomas de Torquemada.
Tuttavia Juan Antonio Llorente è giudicato dalla maggior parte degli studiosi non fededegno in quanto politicamente attivo nell'abolizione della suddetta. Inoltre le cifre da lui riportate sono probabilmente inventate in quanto i veri registri dell'Inquisizione spagnola riportano cifre molto più contenute.
Esistono poi molti studi che pervengono a conclusioni di poco superiori. La situazione muta, ma non di molto, se si passa ad esaminare cifre parziali riferite a particolari aree geografiche che sono state oggetto di studi più particolareggiati ed approfonditi, sulla base del ritrovamento di documenti processuali, non essendo stato possibile recuperare la documentazione per ogni processo celebrato. A risultati notevolmente distanti si collocano pochi autori che arrivano a parlare di 12 milioni di processi e 9 milioni di esecuzioni. Ma tali cifre appaiono del tutto inverosimili, se confrontate con l'intera popolazione europea del tempo.
Per contro, altri studi come quelli condotti dal professor Agostino Borromeo della Sapienza di Roma suggeriscono numeri molto più contenuti: circa 125.000 processi condotti dall'Inquisizione spagnola, di cui solo 2000 conclusi con la reale esecuzione dei condannati.

Italia

La maggior parte dei roghi in Italia si ebbe nella prima parte del Cinquecento soprattutto nell'Italia settentrionale e in Toscana, con un solo caso a Benevento. Le persecuzioni più note si sono svolte in:
  • Val Camonica (1518-1521) la più grande caccia alle streghe dove vi furono tra i 62 e gli 80 roghi
  • Como (1510 ca), con forse 60 roghi
  • Val di Fiemme (1501-1505), 11 roghi
  • Mirandola (1522-1523), 10 roghi
  • Peveragno (Cuneo) (1513), 9 roghi
  • Rossino (1500 ca), 40 - 45 roghi
  • Bormio (1632 ca) 34 roghi
Secondo alcuni studiosi si noterebbe che, paradossalmente, se è in Italia che nasce la base religiosa e filosofica nonché teologica sulla caccia alle streghe attraverso bolle e manuali, non è in questo paese che si scateneranno più violentemente queste persecuzioni (eccetto nel nord del Piemonte, ovvero vicino alla linea di contatto fra protestantesimo e cattolicesimo), né quello in cui mieteranno più vittime: contrariamente al fatto che la caccia alle streghe venne regolata tramite i tribunali inquisitori, secondo questi studiosi fu proprio la presenza dell'Inquisizione cattolica in Italia, generalmente avversa ai processi sommari di popolo, che avrebbero potuto minare l'autorità ecclesiale, a impedire un eccesso di questo genere di persecuzioni nella penisola italiana. Esse saranno ben più numerose sia in Francia che in Gran Bretagna e in Germania. Secondo altri studiosi, come Giovanni Romeo, la caccia alle streghe in Italia si spense per la crisi che i tribunali del Sant'Uffizio, attore propulsivo e necessario per la caccia alle streghe e le relative condanne, ebbero tra il Seicento e il Settecento e non per decisioni degli inquisitori generali.
Queste osservazioni, tuttavia sono puramente legate alla possibilità di compiere ricerche statistiche, in quanto nei paesi sopra citati esistono ancora archivi intatti della caccia alle streghe, mentre in Italia questi archivi sono stati distrutti nel corso dei secoli.
Gli atti dei processi per stregoneria in Val Camonica, già custoditi negli archivi delle parrocchie, sarebbero finiti a fine Ottocento nella raccolta privata di don Luigi Brescianelli di Capo di Ponte, ma un ordine tassativo del vescovo di Brescia Giacinto Gaggia ne avrebbe imposto la distruzione al fine di "non fomentare una campagna anticlericale".

Il dissenso di laici e religiosi

Poco dopo il 1520, quando ancora venivano stampati e diffusi numerosi trattati contro la stregoneria, il giureconsulto Andrea Alciato, pur condannando le pratiche magiche compiute intenzionalmente, espresse i suoi forti dubbi intorno alla realtà del sabba e alla veridicità delle confessioni strappate a "povere donne ignoranti".
La procedura per l'accusa e il giudizio delle streghe era puntigliosamente codificata nei vari trattati di demonologia, molti dei quali ebbero un tale successo negli ambienti giuridici da essere ampiamente diffusi in tutta Europa anche nelle versioni tascabili. In quei libri si raggiungeva il limite del maniacale nella descrizione dei supposti marchi demoniaci presenti sul corpo delle streghe, ma fin dal Cinquecento medici e medici-filosofi come Agrippa di Nettesheim e Johann Wier, con un approccio molto più scientifico, condannarono le forti deviazioni presenti nei metodi di accusa.
Nel 1631 il gesuita tedesco Friedrich Spee diede alle stampe, in forma anonima, il trattato Cautio criminalis. De processibus contra sagas. Dalla sua lunga esperienza di confessore dei condannati a morte per stregoneria lo Spee aveva compreso a fondo i meccanismi di un sistema giudiziario il quale, sorretto dalla procedura inquisitoria e dalla tortura, non faceva che mandare al rogo centinaia di persone innocenti; tutto questo fu da lui duramente denunciato nel libro, i cui contenuti anonimi vennero ben presto ricondotti alla sua penna procurandogli non pochi problemi all'interno dell'ordine.

Studio delle cause

La caccia alle streghe è stata un insieme di eventi molto complesso alla cui origine l'odierna storiografia pone una serie di cause direttamente o indirettamente collegate tra loro, arrivando così a superare definitivamente qualsiasi tipo di spiegazione monocausale del fenomeno.
A differenza di quanto si crede comunemente, durante il Medioevo le persecuzioni sono rivolte soprattutto contro gli eretici (Catari, Valdesi, o Albigesi), contro "fedi altre" (gli Ebrei e i Musulmani) accusate in qualche caso di concubinaggio con il diavolo e contro i lebbrosi. È solo a partire dall'età moderna — dopo la scoperta delle Americhe, nel momento in cui nasce l'Umanesimo e in cui appare la stampa — che incomincia la caccia alle streghe, persecuzione definita da alcuni sessista (probabilmente l'unica del genere nella storia) e che altri hanno voluto chiamare genocidio od olocausto.
Lo stato di incertezza e la paura suscitate in varie circostanze da questa globalizzazione epocale non possono però essere le uniche ragioni che condussero alla demonizzazione del sesso femminile e alla sua trasformazione in capro espiatorio, specialmente se si tiene conto che i pregiudizi nei confronti delle donne risalgono fino all'epoca antica. Inoltre, come è stato già accennato, le persecuzioni contro le streghe coinvolsero in diverse occasioni anche individui di sesso maschile. Indubbiamente la misoginia rimane un presupposto importante nella costruzione del mito moderno della strega, quello cioè che la rappresenta come eretica e apostata, frequentatrice del sabba e operatrice di sortilegi a danno delle persone, delle colture e degli animali, come risulta evidente da ampie parti del Malleus Maleficarum.
C'è poi da considerare che le donne, fino alla fine del Medioevo, godevano nell'esercizio di certe professioni di una libertà ben più grande di quanto spesso sia stato fatto notare. In alcuni paesi europei erano relativamente numerose le donne dedite al commercio e all'artigianato, attività condotte talvolta in completa o pressoché completa autonomia (come lo studio dei testamenti ha dimostrato). A Basilea esisteva una corporazione all'interno della quale uomini e donne avevano i medesimi diritti. Con l'avvento dell'era moderna e delle sue grandi trasformazioni politiche, religiose, economiche e sociali, la partecipazione femminile alle attività produttive e mercantili svolte al di fuori delle mura domestiche si ridusse però fin quasi a scomparire del tutto.
È stato ipotizzato che le numerose cacce alle streghe dell'era moderna potessero essere fomentate da un interesse economico, dato che la condanna comportava anche la confisca dei beni della vittima, i quali venivano divisi a metà fra la Chiesa e il potere temporale. Essendo comunque i perseguitati, nella maggior parte dei casi, degli emarginati nullatenenti, questo non sembrerebbe costituire un aspetto tra i più rilevanti del fenomeno, quantunque, come si è visto, non siano mancati episodi di persecuzione rivolti contro persone facoltose.
Più importante risulta essere la specificità del periodo storico. Sul piano politico, infatti, si assiste a livello europeo a una progressiva concentrazione dei poteri, che culmineranno con l'affermazione dei grandi stati nazionali e con regimi come l'assolutismo in Francia. Proprio in Francia, tuttavia, l'accentramento del potere esecutivo comporterà una notevole riduzione dell'autonomia dei tribunali locali e con essa una maggiore razionalizzazione nella procedura giudiziaria contro le presunte streghe.
Ora, a una centralizzazione dei poteri politici consegue generalmente un certo livellamento nei comportamenti pubblici e privati degli individui di una comunità. L'eventuale riavvicinarsi alla superstizione, il ricorrere ai rituali magici o in ogni caso a ciò che non è riconosciuto dall'autorità suprema che sta operando questa centralizzazione, non può che spingere i monarchi a reprimere con crescente violenza queste pratiche non ufficiali ed eterodosse.
Come detto, per collocare il fenomeno nel suo contesto storico, coincidente con il periodo delle guerre di religione, occorre ricordare come, tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Settecento, l'Europa fu scossa nella sua unità religiosa, al punto da collassare praticamente in una terribile caccia al colpevole, che non poteva altri che essere, di volta in volta, il cattolico, il luterano, il calvinista, e così via. A seguito della Riforma protestante, inoltre, il fenomeno del frazionamento religioso si moltiplicò, perché, contrariamente ai desideri degli stessi Riformatori, numerose altre sette si diramarono dal tronco, andando a formare le miriadi di sette non conformiste.
Il fenomeno coinvolse tutti: dai contadini alle istituzioni, dai governanti alle persone del popolo. Non è dunque improbabile trovare proprio qui l'origine del fenomeno della caccia alle streghe. Soprattutto nelle società agricole (e l'Europa all'epoca lo era in massima parte) le donne svolgevano infatti un particolare ruolo, che si può definire "conservativo". Allo stesso tempo, come testimonia anche l'esperienza contemporanea, la devozione femminile assume spesso alcune forme di completo abbandono e coinvolgimento.
Già nel Medioevo, ad esempio, fonti testimoniano come proprio le donne siano state le più attaccate alle antiche forme di culto pagane nelle campagne, e, allo stesso tempo, come fin dal primo cristianesimo, femminili furono le prime forme di vita cristiana associata che vennero alla ribalta. In un mondo in cui era diffusa la convinzione che il diavolo fosse in agguato in ogni momento a causa della mancanza dell'unità spirituale, e, anzi, sempre più persone si allontanavano dall'ortodossia religiosa, era facile indirizzare i sospetti su un gruppo di donne che si riunivano per compiere riti non riconosciuti.
A ciò inoltre va aggiunto che questo è il periodo in cui la società per la prima volta, a partire dal Medioevo, comincia a riorganizzarsi e occuparsi di ogni abitante e della sua salvezza spirituale. Se gli uomini venivano arruolati nelle guerre, le donne restavano nelle campagne o svolgevano i loro riti nelle città. Quelle che sfuggivano al controllo potevano essere quelle che furono accusate di stregoneria.
Le modalità con cui si formavano i sospetti e le accuse di stregoneria variavano, certamente, in funzione del periodo storico; ma anche la peculiare situazione sociale riscontrabile in un dato ambito geografico determinava i modi e i tempi di una specifica caccia alle streghe. Per fare un esempio, in Inghilterra — e in particolare nella regione dell'Essex — furono soprattutto i difficili rapporti di parentela e di vicinato all'interno dei villaggi a scatenare le persecuzioni contro le streghe, considerate qui quasi esclusivamente come responsabili delle avversità quotidiane e delle disgrazie e solo marginalmente come eretiche e adoratrici del Diavolo.
È stata avanzata l'ipotesi che la stregoneria sia l'interpretazione fantastica dell'intossicazione da Ergot.

Uso metaforico del termine: il Maccartismo

Il termine viene usato in senso metaforico per indicare la ricerca di un nemico percepito, con le implicazioni di isteria, pregiudizio e ingiustizia che si accompagnano alle moderne "cacce alle streghe". Con questa espressione sono note, in particolare, le attività anticomuniste del senatore statunitense Joseph McCarthy e in generale l'intenso anticomunismo negli Stati Uniti dei primi anni cinquanta (vedi anche paura rossa).
Il termine ha origine con l'opera teatrale Il crogiuolo di Arthur Miller, il quale in apparenza narrava del processo alle streghe di Salem, ma intendeva criticare le audizioni di McCarthy, così come l'atmosfera generale di paranoia e persecuzione che le accompagnava. Il Maccartismo fu caratterizzato dalla persecuzione di comunisti e anche di non comunisti, rappresentando un periodo di accuse selvagge e di mancato rispetto delle libertà civili.
Il Maccartismo fu anche parodiato in tv attraverso il personaggio di Mister Magoo, l'anziano quasi cieco dei cartoon americani anni sessanta, metafora della società americana accecata dalla paura del comunismo. Un caso italiano di "caccia alle streghe" fu lo scandalo detto dei Balletti verdi, che colpì ingiustificatamente oltre duecento persone omosessuali dal 1960 al gennaio 1964.
L'uso dell'espressione "caccia alle streghe" è comunque comune e riferentesi a qualsiasi situazione in cui si accusa qualcuno di correr dietro a dicerie infondate o di voler perseguitare portatori di libere opinioni.

 
Wordpress Theme by wpthemescreator .
Converted To Blogger Template by Anshul .