Zombi o nella grafia inglese,
zombie (in creolo haitiano zonbi) è un termine di
origine haitiana, (a sua volta proveniente dal bantu nzumbe)
legato alla tradizione magica vudù. Zombi è entrato in epoca
contemporanea nell'immaginario comune attraverso la letteratura e la
cinematografia, per indicare la figura di un morto vivente, un
cadavere ambulante.
Secondo le credenze popolari haitiane,
alcuni sacerdoti detti bokor sarebbero in grado di catturare
una parte dell'anima e detenerla in una piccola fiasca, sotto forma
di piccolo angelo guardiano. Il rito produrrebbe nella vittima
uno stato di letargia simile alla morte. Tali bokor sarebbero
in grado di resuscitare la vittima, dopo anche a distanza di diversi
anni dalla sepoltura, restituendogli una piccola parte dell'anima
sottratta, tanto per renderlo uno schiavo abulico. Secondo alcune
tradizioni, per ingestione di sale, lo zombie riacquisirebbe
totalmente la coscienza spezzando definitivamente l'incantesimo. Nel
maggio del 1973, in Italia, esce un volume mensile del fumetto Zagor,
chiamato "Zombi" (n°95). Si pensa che in questo fumetto
compaia per la prima volta il termine "Zombie",
italianizzato in "Zombi".
Si narra plausibilmente di vittime
dell'incantesimo tra haitiani del ceto povero, indotti ad uno stato
di morte apparente da persone senza scrupoli, frettolosamente sepolti
e presto riesumati, per assumere del blando antidoto che ne avrebbe
ripristinato le funzioni vitali senza però restituire loro la
volontà. Le vittime incapaci di qualsiasi resistenza sarebbero state
asservite come schiavi per le piantagioni di canna da zucchero.
Le popolazioni haitiane non temerebbero
gli zombie in quanto minaccia, "bensì di divenire zombie essi
stessi". Il regime dittatoriale della famiglia Duvalier, al
potere fino agli anni Ottanta, esasperava il clima di superstizione
sugli zombie.
Nella letteratura occidentale del
passato, si indicavano per zombie individui privati di ogni volontà
dalla dipendenza da droghe. Zombie è anche una droga
futuribile citata nel racconto fantastico La porta sull'estate
di Robert Heinlein, con la quale il protagonista viene totalmente
asservito ai suoi falsi amici.
Un ottimo riferimento filmografico è
costituito da quello che viene riconosciuto come il primo film del
genere, L'isola degli zombies (1932) con la star Bela Lugosi,
nel ruolo di uno stregone che dispone della manodopera di schiavi
drogati e per volere di un innamorato, fa ritenere morta una giovane
vittima.
Il concetto di "morto vivente"
pare una reinterpretazione di quello che lo zombie rappresenta nella
religione vuduista ed è interessante come nel giro di una o due
generazioni una parte di verità sia divenuta un mito sovrannaturale.
Nella figura dello zombie si intravede
un'immagine speculare in negativo, di carattere diabolico del
concetto cristiano di resurrezione finale (dei corpi integri).
"Quando non ci sarà più posto all'Inferno" -
citazione ricorrente in parte della filmografia del genere - i corpi
corrotti risorgono dandosi al cannibalismo - in letteratura sovente
chiamato "eucarestia pagana" - in un disperato tentativo di
assunzione dell'anima, dell'energia vitale dalle proprie vittime.
Con La notte dei morti viventi
del 1968, film cult capostipite del ciclo di George A. Romero,
si inaugura l'immagine apocalittica di zombie quale la compagine di
deceduti resuscitati e cannibali, decretando la fine di una civiltà.
Tale soggetto si ispira al romanzo di Richard Matheson Io sono
leggenda, dove un intero continente viene infettato da un
patogeno che causa follia collettiva e violenza omicida (qui il
termine zombie non era ancora usato). Un durissimo apologo
satirico sociale si evidenzia nel secondo capitolo del ciclo di
Romero: Zombi del 1978, dove folle di non morti invadono un
centro commerciale mimando le gestualità dei vivi.
Nel libro Il serpente e l'arcobaleno
di Wade Davis, da cui è stato tratto l'omonimo film di Wes Craven,
edito guarda caso dopo la caduta del regime dittatoriale, viene
analizzata la relazione tra zombie e vudù, nel caso Clairvius
Narcisse: qui non si tratta di un cadavere risorto ma più
realisticamente di un uomo scomodo alla polizia segreta, drogato per
privarlo totalmente della sua volontà.
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