Una teoria del complotto (o
della cospirazione) è una teoria che attribuisce la causa
prima di un evento, o di una catena di eventi (in genere religiosi,
politici, sociali, culturali o talvolta anche naturali), a un
complotto.
Si tratta in genere di teorie
alternative più complesse ed elaborate rispetto alle versioni
fornite dalle fonti ufficiali e critiche nei confronti del senso
comune o della verità circa gli avvenimenti comunemente accettata
dall'opinione pubblica. Tali ipotesi non sono provate per
definizione, dal momento che cesserebbero di essere "teorie",
e vengono spesso elaborate in occasioni di eventi che suscitano forte
impressione nell'opinione pubblica, come ad esempio eventi tragici
legati alla morte di personaggi più o meno famosi o grandi disastri
civili e ambientali, o atti terroristici, a volte anche per effetto
dell'ampia diffusione e trattazione da parte dei mass media.
«[…] ma dietro tutti
questi movimenti non potrebbe esserci qualcosa di altrimenti
temibile, che forse neanche i loro stessi capi conoscono, e di cui
essi a loro volta quindi, non sono che dei semplici strumenti? Noi
ci accontenteremo di porre questa domanda senza cercare di
risolverla qui.»
|
(René Guénon, Il Teosofismo, edizioni Arktos, 1987, vol. II, pag. 297) |
Già agli inizi del XX secolo il
mondialismo complottista fu preso in considerazione negli ambienti
esoterici, soprattutto da parte di Rudolf Steiner che denunciava
apertamente l'operato di confraternite occulte, di matrice
anglo-americana, tendenti a imporre una sorta di imperialismo
economico planetario ma il cui vero scopo era il predominio culturale
e spirituale sull'umanità. Sostenendo quanto fosse urgente prendere
coscienza che delle potenze malefiche stessero realmente cercando di
ostacolare il cammino evolutivo delle persone, Steiner descrisse più
volte il modo in cui queste logge facessero ricorso anche a rituali
esoterici per attuare le loro strategie geo-politiche, pilotando ad
esempio lo scoppio della prima guerra mondiale, o l'avvio
dell'esperimento socialista in Russia.
Il termine "teoria del
complotto" (conspiracy theory in inglese) è stato
utilizzato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1964, in
relazione all'assassinio di John Fitzgerald Kennedy. In particolare
l'espressione venne usata per descrivere collettivamente le varie
voci critiche nei confronti delle conclusioni della Commissione
Warren (la commissione ufficiale incaricata di indagare
sull'assassinio) pubblicate in quell'anno. Sebbene inizialmente non
avesse una connotazione particolare, il termine ha assunto nel tempo
una valenza sostanzialmente dispregiativa, sottintendendo
implicitamente che il contenuto di tali voci critiche sia di per sé
poco credibile. A partire dagli anni novanta del XX secolo, grazie
all'attività di alcuni giornalisti come David Icke, ma soprattutto
dall'inizio del XXI secolo, il fenomeno ha avuto un grande sviluppo a
causa degli eventi eccezionali legati agli attentati dell'11
settembre 2001. Una descrizione degli obiettivi e dell'azione delle
confraternite occulte è stata offerta inoltre dallo scrittore russo
Sergej Olegovič Prokof'ev.
Di solito queste teorie attribuiscono
la causa di un evento all'azione di cospiratori, che spesso
offrirebbero una ricostruzione artefatta degli avvenimenti, e
chiamerebbero in causa le istituzioni preposte, talvolta anche
accusandole di essere presunte colpevoli di occultamento della verità
e di insabbiamento delle eventuali indagini. Questo tipo di
ricostruzione tende spesso a essere critica nei confronti del senso
comune e/o della verità circa gli avvenimenti comunemente accettati
dall'opinione pubblica.
La proliferazione e diffusione di
teorie del complotto venne agevolata anche dalla convinzione,
sviluppatasi in seno alla pubblica opinione, che la cultura di massa
non esaurisca la sua funzione nell'intrattenimento, ma sia in grado
di veicolare "profonde verità che un mondo dominato da ‘poteri
forti' impegnati a nascondere la Verità (con la V maiuscola)
permetterebbe di esprimere soltanto in questa forma". Talvolta
anche l'industria dell'intrattenimento avrebbe trattato tali temi
(basti pensare a telefilm, cinema, letteratura di genere) che si
presterebbero a un pubblico molto ampio proprio per la loro facile e
immediata fruibilità come prodotti di disimpegnato intrattenimento.
Tali teorie, che sovvertono spesso il
senso comune o la verità comunemente accettata, talvolta potrebbero
essere considerate come un processo di mitopoiesi, che comporta la
creazione di vere e proprie "mitologie religiose". Alcuni
studi empirici indicherebbero che la credulità verso i complotti sia
aiutata da un approccio epistemologico relativista che blocca lo
sviluppo di un pensiero critico personale, per superare il quale è
necessario imparare gli elementi costitutivi del metodo scientifico.
Secondo questi studi è stato dimostrato che questo relativismo, per
il quale ogni forma di conoscenza è un’opinione alla pari di
altre, è in gran parte diffuso tra persone che possiedono
un’istruzione superiore non seguita da una specializzazione.
Il termine "complottismo"
viene invece usato per designare, generalmente in senso
dispregiativo, il punto di vista di chi crede alle più svariate
teorie alternative in modo ritenuto acritico e fideistico e senza
sentire ragioni di sorta, per sottolineare l'aspetto maniacale e
paranoico che avrebbe tale atteggiamento mentale. Il termine, come
riconoscono gli stessi fautori delle teorie alternative, è tuttavia
entrato nell'uso comune.
Quando le teorie del complotto
combinano elementi "illogici" con la mancanza di prove, ci
si riferisce a esse come a una forma di complottismo,
descrivendo con tale locuzione un punto di vista del mondo che
interpreti praticamente tutti i più importanti eventi e le tendenze
della storia come il risultato di cospirazioni segrete.
Il termine complottisti può
essere usato per indicare persone che credono nelle cospirazioni; gli
psicologi fanno notare che una persona che crede a una teoria del
complotto può credere con la stessa facilità anche ad altre teorie
del complotto ed è proprio questo che accade di norma. Questa
correlazione, secondo psicologi che si occupano del fenomeno, deriva
dal fatto che il credere in una teoria del complotto non è il
risultato di una risposta mentale a un singolo evento, ma il
riflesso, piuttosto, di una particolare visione del mondo
onnicomprensiva. Per altro verso, l'idea di complotto colpisce
l'immaginazione collettiva, rende apparentemente chiaro - fornendo
una spiegazione - ciò che sembra a prima vista incomprensibile,
suscita sentimenti contro un nemico comune; è stata quindi usata a
più riprese dal potere in carica come strumento di costruzione del
consenso.
Le cose sono complicate dal fatto che
gruppi o individui potenti possono avere interesse nel cercare di
screditare coloro i quali li accusano di crimini reali o immaginari.
L'etichetta di "teoria del complotto" è stata utilizzata
per squalificare, schernire e denigrare il dissenso politico o
sociale, ad esempio quando una potente figura pubblica viene accusata
di corruzione.
Nel giustificare la classificazione di una teoria come teoria
del complotto, si tende a sollevare soprattutto le seguenti
obiezioni logiche alla teoria:- Non è sostenuta da prove sufficienti.
- È formulata in modo tale da essere non verificabile.
- È complessa in maniera implausibile.
- Le persone potenti coinvolte nella cospirazione nascondono, distruggono od offuscano le prove.
- Gli scettici non sono dotati di una sufficiente apertura mentale.
- Gli scettici potrebbero essere politicamente motivati o avere interesse a mantenere lo status quo.
- La sua complessità è dovuta al fatto che dietro al
complotto potrebbero esserci più menti, per di più dotate di
potenti risorse monetarie.
La parola "cospirazione"
deriva dal latino conspirare ("sperare assieme",
"respirare assieme"), e nell'uso contemporaneo indica una
situazione dove due o più persone si accordano per compiere un atto
illegale o immorale. Le componenti essenziali sono il coinvolgimento
di almeno due persone, la segretezza e l'intento malevolo. Tali
cospirazioni sono considerate crimini nella maggior parte degli Stati
e, come tali, possono essere perseguite in quanto finalizzate a
commettere un atto illegale; le persone coinvolte possono essere
indagate come facenti parte di una struttura criminosa, o anche,
talvolta, per essere semplicemente a conoscenza della cospirazione e
non aver agito per opporvisi.
Gli storici generalmente usano il
termine per indicare una cospirazione reale e provata o, quanto meno,
seriamente plausibile e con alcuni solidi elementi a supporto. Il
termine "teoria del complotto" viene invece usato, in
ambito sociologico, per indicare le cospirazioni solo presunte ma non
dimostrate da alcunché. Lo storico Richard Hofstadter, nel saggio
The Paranoid Style in American Politics del 1964, sostenne che
la paranoia e la convinzione dell'esistenza di complotti hanno
caratterizzato la storia degli Stati Uniti d'America fin dalla
rivoluzione americana.
In Italia si utilizza, nel linguaggio
politico e giornalistico, il termine "dietrologia",
che indica la ricerca di supposte motivazioni nascoste che sarebbero
all'origine di un avvenimento. Il punto cardine della dietrologia è
la domanda cui prodest?, "a chi giova" un
determinato fatto, sottintendendo l'ipotesi che tale avvenimento
potrebbe essere stato provocato ad arte.
In generale le teorie del complotto si basano quindi su ipotesi e
congetture nonché sull'oscurità dei fatti in oggetto e delle
relazioni tra di essi; pertanto risulta estremamente difficile
provare e verificare tali avvenimenti. Gli autori delle varie teorie
pro-cospirazione sostengono le loro asserzioni con vari
argomenti, anche se spesso non si basano su fonti neutrali o su prove
scientifiche riconosciute. In particolare, si riscontrano fenomeni
come:
- Ingrandimento temporale o spaziale di attività di organizzazioni segrete: nella teoria del complotto ideata da Robert Ludlum come mera finzione nel romanzo Il circolo Matarese (The Matarese Circle), un'associazione segreta còrsa, fondata all'inizio del Novecento, causa l'attività di ogni organizzazione terroristica nel mondo. Nello stesso modo, nel film propagandistico Esoteric Agenda si avanza la tesi che una setta pagana e occulta abbia governato il mondo fin dal tempo dell'antico Egitto.
- Interpretazione libera di relazioni tra gruppi: tutte le relazioni (guerra, tensione, amicizia, alleanza, indifferenza, ecc.) fra le istituzioni, siano esse locali o internazionali e di natura politica o economica, possono essere interpretate nei seguenti modi:
- una istituzione è subordinata all'altra;
- una si è infiltrata nell'altra;
- entrambe sono la stessa istituzione con due facciate diverse;
- entrambe cooperano nel raggiungimento dello stesso
obiettivo, spesso illecito.
- Opinione che tutte le organizzazioni segrete siano affiliate tra di loro. Questo è un caso specifico che testimonia le due caratteristiche precedenti. Secondo questa teoria, un'organizzazione segreta non può nascere in modo indipendente (cioè autonomo, spontaneo, "genuino") ma è fondata con l'intenzione di continuare l'attività di una precedente organizzazione segreta (massoneria e Cavalieri templari nel libro Il codice da Vinci di Dan Brown) o come filiale dell'altra organizzazione. Tale affiliazione è possibile nel caso di organizzazioni ufficiali, ma nelle teorie del complotto la questione si riferisce spesso a gruppi segreti.
- Sostituzione di informazioni carenti o equivoche con informazioni inventate. Ad esempio gli autori del film Zeitgeist dichiarano che la biografia di Gesù (la nascita, l'attività, i 12 apostoli, la crocifissione, la risurrezione) somiglia precisamente al mito di Horus dall'antico Egitto.
- Interpretazione arbitraria dei nomi, delle abbreviazioni e dei simbolismo. Secondo gli autori del film Esoteric Agenda, il nome "Israele" deriva dai nomi di idoli egiziani e idoli del Vicino Oriente: Iside, Ra, El (considerato come un idolo locale). Ma esso deriva da un altro nome di Giacobbe del Vecchio Testamento e significa "Colui che ha combattuto con Dio". In modo analogo Walter Veith interpreta "IHS" , o "JHS" - l'abbreviazione del nome di Gesù -, come un'abbreviazione dei nomi di alcuni idoli dell'antichità.
- Inserimento di molti dettagli. Molti autori di teorie del complotto fanno numerosi riferimenti a date e nomi con l'intenzione di renderle più credibili; spesso ovviamente questi dettagli sono falsi storici o forzature.
- Presentazione sensazionale d'informazioni, che assomigli a una scoperta. Nella teoria del complotto antivaticana basata, tra l'altro, sulla Bibbia, Walter Veith presenta la sua interpretazione dell'Apocalisse di Giovanni in cui il personaggio di Babilonia la Grande è interpretato come la personificazione della Città del Vaticano. Ma questa interpretazione è conosciuta da molto tempo e predicata da protestanti radicali avversi al cattolicesimo. C'è soprattutto il frammento in cui si dice che Roma (ma non l'attuale Vaticano) era situata su sette montagne all'inizio dell'era comune che tende indicare la posizione geografica della Babilonia la Grande e non soltanto le teorie del complotto l'utilizzano. In commenti di altre confessioni cristiane (interpretazione preterista) Roma - o una città simile che esisterà alla fine del tempo - è considerata la nuova Babilonia perché nel tempo del Nuovo Testamento Roma era la sede di tutte le abominazioni.
- Attribuzione di significato eccessivo a coincidenze e a somiglianze. Gli autori delle teorie cercano di convincere che una coincidenza di alcuni aspetti significhi la coincidenza in altri aspetti, fino alla totale identità. Il film Zeitgeist presenta opinioni di questo tipo in riferimento alla religione cristiana e alle religioni pagane. In realtà ogni grande religione ha assimilato riti locali. A tale meccanismo è riconducibile il fenomeno della apofenia, ovvero l'innata tendenza della mente a ricercare connessioni tra stimoli casuali alla ricerca di un significato logico; tale funzione risulterebbe vantaggiosa in termini evolutivi in quanto permetterebbe di evitare situazioni rischiose per la sopravvivenza degli individui.
- Attribuzione di grande importanza a eredità o a legami di sangue. In alcune teorie di complotto legate al Nuovo ordine mondiale vengono presentati gli avi di tutti i presidenti degli Stati Uniti dai tempi antichi, sottolineando il ruolo che essi occupavano e le lobby di cui facevano parte direttamente o indirettamente; a volte viene sottolineata la loro parentela ancestrale.
- Citazione di fonti senza valutazione e apprezzamento della loro validità. Molte delle fonti citate, ad esempio Le due Babilonie (The Two Babylons), sono parziali e/o inattendibili.
- Asserzione della formula "Segreto = Inganno". Molte teorie del complotto si occupano di enti che mantengono segrete determinate informazioni (ad esempio, la ricetta della Coca-Cola). I fautori delle teorie del complotto mettono in primo piano le possibili intenzioni malevole, ma non prendono in considerazione, per esempio, i motivi legittimi che rendono necessario il "mistero" quali, di volta in volta, il segreto professionale, la proprietà industriale, la protezione della privacy.
- Presentazione di versioni possibili di eventi come sicuramente valide. Questa è la base della creazione delle teorie del complotto. Una interpretazione che si accordi coi fatti conosciuti (dunque un'interpretazione possibile) e che sia considerata coerente con le tesi cospirazioniste, è trattata come vera. A causa dell'ambiguità o della mancanza di dati, tale interpretazione è difficile da confutare.
- Attribuzione del complotto ad altri autori di teorie del complotto. Secondo questo schema Michael Tsarion è considerato allo stesso tempo un avversario del Nuovo ordine mondiale e come una delle persone che hanno contribuito a fondarlo.
La discussione generale della teoria
cospirativa è di per sé materia di contesa pubblica. I "teorici
della cospirazione" sul web vengono spesso liquidati come un
gruppo marginale e ridotto, ma la realtà suggerisce che al giorno
d'oggi una vasta fetta di statunitensi - che attraversa in maniera
trasversale etnie, genere, educazione, occupazione e altre
suddivisioni - dà credito ad almeno alcune teorie cospirative.
Data questa comprensione popolare del
termine, esso può anche essere usato in maniera illegittima e
inappropriata, come strumento per respingere quelle che sono di fatto
accuse sostanziali e ben dimostrate. La legittimazione di ogni
utilizzo di quel genere sarà pertanto motivo di controversie.
Michael Parenti nel suo saggio del 1996, che esamina il ruolo dei
media progressisti nell'utilizzo del termine,The JFK Assassination
II: Conspiracy Phobia On The Left ("L'assassino di JFK II:
La fobia della sinistra per le cospirazioni"), afferma:
«È un mondo "o con noi o contro di noi" per quelli di sinistra che hanno un'avversione per ogni tipo di indagine sulla cospirazione: o sei uno che è strutturalista nel proprio approccio con la politica oppure sei un 'cospirazionista' che riduce lo sviluppo della storia a macchinazioni di cabale, e di conseguenza dirotti la nostra attenzione lontano dai poteri di sistema più influenti.» |
Le analisi strutturaliste o
istituzionali mostrano che l'utilizzo della locuzione verrebbe
abusato quando è applicato a istituzioni che agiscono nel
conseguimento dei loro obiettivi riconosciuti, per esempio, quando un
gruppo di colossi multinazionali si accorda sottobanco sui prezzi,
per incrementare i profitti. Ulteriori complicazioni si verificano
per termini come UFO, un termine tecnico il cui significato
letterale è "oggetto volante non identificato" ma che, nel
linguaggio comune, è finito per connotare astronavi aliene, un
concetto anch'esso associato con alcune teorie cospirative, e quindi
che possiede un certo stigma. Michael Parenti dà un esempio dell'uso
del termine che mette in evidenza il conflitto nel suo utilizzo. Egli
afferma:
«In gran parte delle sue operazioni, la CIA è per definizione una cospirazione, usando operazioni sotto copertura e progetti segreti, molti dei quali sono del genere più ripugnante. Cosa sono le operazioni clandestine se non cospirazioni? Allo stesso tempo, la CIA è una istituzione, una parte strutturale della condizione della sicurezza nazionale. Tirando le somme, l'agenzia è una cospirazione istituzionalizzata.» |
Esistono altre critiche che si possono muovere alle teorie del complotto in genere:
- La quantità dei cospiratori che prendono parte al complotto ipotizzato spesso dovrebbe essere molto grande, tanto grande da rendere difficile pensare che nessuno se ne penta e confessi o si lasci sfuggire delle informazioni.
- La capacità operativa dei cospiratori, che spesso
sono considerati così potenti da essere in grado di censurare
qualsiasi notizia sgradita, manipolare prove scientifiche,
influenzare l'economia e la politica mondiali e possedere strumenti
e poteri sovrumani, dovrebbe essere tale da permettergli facilmente
di uccidere o comunque neutralizzare coloro che mettono in risalto
le loro macchinazioni e censurare le loro pubblicazioni.
Karl Popper ha sostenuto che
distinguere la scienza dalla pseudoscienza sia un punto fondamentale
per poter distinguere quelle teorie scientifiche che si presterebbero
a essere falsificabili da principio, cioè di poter essere smentite
in qualsiasi momento da fatti o da altre teorie non ancora smentite
da fatti. Le teorie e asserzioni che sono falsificabili di principio
non sarebbero scientifiche. Tuttavia Popper non afferma che una
teoria non scientifica sia necessariamente falsa: più correttamente
la scienza non è in grado di chiarire se sia verosimile o falsa.
Popper afferma, inoltre, che molte teorie non scientifiche possono
essere pre-scientifiche: cioè teorie che in un dato momento della
storia non sono falsificabili di principio, ma che successivamente lo
diventano, per effetto del progresso della conoscenza e della
tecnologia (Popper cita la metafisica e fa l'esempio dell'atomismo di
Democrito).
L'epistemologia post-popperiana ha
evidenziato che atteggiamenti "fideistici", intesi come
fiducia nella validità di una teoria al di là e nonostante iniziali
(e apparenti) smentite sperimentali, sussistono anche negli
scienziati e sono caratteristici della ricerca scientifica (per
esempio, la formulazione della teoria della relatività generale di
Einstein è del 1915 mentre la verifica sperimentale di alcune sue
conseguenze avvenne nel 1919, quindi tra l'una e l'altra intercorsero
quattro anni).
I critici delle teorie del complotto
talvolta argomentano che molte di esse non sono passibili di
falsificazione e, quindi, non sono scientifiche. L'argomentazione
nasce dalla struttura logica di certi tipi di teoria del complotto.
Queste prendono costituirebbero una quantificazione esistenziale non
circostanziata, che sosterrebbe l'esistenza di soggetti,
azioni od oggetti, senza specificare tempo e luogo nel quale
essa sia stata o possa essere osservata. L'esistenza del complotto
sarebbe da considerarsi veritiera quindi, al di là di qualsiasi
verifica sperimentale.
La non percettibilità immediata del
fenomeno sarebbe attribuita dai complottisti a osservazioni fatte nel
momento o nel posto sbagliato, ovvero all'attività di copertura
della cospirazione stessa. Dal punto di vista dei complottisti,
dimostrare che la cospirazione non esista (ovvero falsificare la
teoria) diventerebbe impossibile e questo renderebbe tali teorie
non-scientifiche. Ad esempio, si consideri come viene dimostrata, di
solito, la consistenza reale di una delle principali varianti della
teoria del complotto sugli UFO (una diffusa teoria secondo la quale
la venuta degli alieni sulla Terra, realmente accaduta, sarebbe stata
occultata), a fronte delle smentite ufficiali. Poiché la teoria non
specifica quando o dove la visita o il complotto siano avvenuti, non
è possibile dimostrarne la falsità. In via ipotetica, non
servirebbe a nulla neppure esaminare da cima a fondo gli archivi del
Pentagono, o di qualsiasi altro organo governativo, dal momento che
si potrebbe sempre obiettare che i documenti ufficiali sull'evento
sono archiviati in qualche altro archivio a cui non si ha accesso.
Un'altra obiezione che gli scettici
muovono ai teorici del complotto è il ricorso costante a ipotesi ad
hoc ogni volta che un fatto sembri falsificare la loro teoria.
Proseguendo l'esempio della teoria del complotto UFO, anche se si
potesse accedere liberamente agli archivi del Pentagono (o di qualche
altro ente governativo) e non si trovasse alcun riscontro, si può
sempre sostenere che esiste un altro archivio segreto, da qualche
altra parte, che contenga i documenti che dettagliano il complotto,
ma a cui non si ha (ancora) accesso. E se si scoprisse davvero un
archivio segreto del genere, ma che non contenga ugualmente documenti
probanti del presunto complotto, allora si potrebbe ipotizzare
l'esistenza di un terzo archivio, ancora più segreto, e così via
all'infinito. Oppure si può sostenere che quei documenti siano stati
distrutti, pur non potendo circostanziare quando, dove e da chi.
Jerry Bowyer, riferendosi alle accuse
che la seconda guerra del Golfo fosse il risultato della volontà di
George W. Bush di seguire le direttive delle compagnie petrolifere,
disse: «Preferisco questa teoria del complotto, rispetto alle altre,
perché è una delle poche che permette di essere confutata
empiricamente». Egli fece notare come il declino dei valori azionari
di dette compagnie fosse una dimostrazione a confutazione di tale
teoria. In risposta a queste obiezioni, alcuni controbattono che
l'applicabilità del criterio di Popper alle scienze sociali, con lo
stesso rigore con cui viene applicato alle scienze naturali, è
oggetto di discussione.
Molte teorie politiche, psicologiche e
sociologiche possono non essere scientifiche, in base al criterio di
Popper, perché non generano delle predizioni falsificabili con
sicurezza; allo stesso modo molte teorie storiografiche si basano su
presupposti non interpretabili univocamente o non sempre
riscontrabili. Popper stesso, proprio per questi motivi, rigettò le
pretese di scientificità avanzate da marxismo e psicoanalisi.
Un altro argomento che gli scettici
oppongono ai teorici del complotto è il rasoio di Occam, il
principio secondo cui fra più assunzioni per spiegare un dato
fenomeno va scelta quella che spiega in modo più semplice l'evento.
Umberto Eco ha fatto notare come spesso
i complotti, pur mostrandosi come spiegazioni invise ai potenti,
siano essi stessi uno strumento di potere utilizzato per screditare i
nemici politici o creare un capro espiatorio, come fece il regime
nazista grazie ai Protocolli dei Savi di Sion, o Nerone che
incolpò i cristiani del grande incendio di Roma. I complotti veri,
invece, come il golpe cileno del 1973, sarebbero stati tragicamente
evidenti e rapidi.
Alcune teorie sarebbero usate in chiave
politica, come ad esempio il negazionismo dell'Olocausto per
riabilitare il nazismo, ma si possono trovare riferimenti a teorie
del complotto anche in pubblicazioni politiche o religiose di
qualsiasi fazione, volte a screditare gli avversari ideologici in
mancanza di argomenti concreti.
La strumentalizzazione è anche una
nuova modalità di propaganda che sarebbe utilizzata in politica
estera per influenzare le opinioni pubbliche, mediante la
divulgazione di argomenti fantoccio, a spiegazione di determinati
eventi, in grado di alterare la fiducia delle popolazioni nei
confronti delle loro classi dirigenti.
Gli argomenti sui quali si basano tali
teorie spaziano in una serie di campi: economico, politico,
scientifico e medico e generalmente si basano su fatti storici gravi
e imprevedibili, come gli attacchi terroristici, gli assassinii o le
catastrofi naturali oppure su fenomeni fisici che avrebbero o hanno
un grande impatto sulla società, come la fusione a freddo.
Siffatti argomenti, che tendono a
descrivere fenomeni o eventi complessi e importanti con spiegazioni
semplici e lineari che prevedono l'intervento di una regia occulta,
mostrano una certa semplicità che però è in genere solo apparente
perché per spiegarne le incongruenze vengono poi ideate delle
modifiche che la rendono estremamente contorta.
Tra gli elementi su cui si basano i
sostenitori di tali teorie vi sono stati avvenimenti che, a loro
dire, presupporrebbero, a monte, specifici progetti dei governi.
Diversi progetti e varie organizzazioni governative sono stati
descritti come attività atte a realizzare gli eventi descritti nelle
teorie del complotto.
Ciononostante, l'esistenza di questi
obiettivi è stata talvolta pacificamente riconosciuta dai rispettivi
governi, o da un ampio numero di esperti. Si possono citare, ad
esempio:
- L'Information Awareness Office (IAO) del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti si presterebbe a essere al centro di svariate teorie del complotto. In primo luogo, il suo scopo dichiarato è di raccogliere e correlare informazioni sui cittadini comuni, allo scopo di predire atti terroristici e altri crimini. Secondariamente, il suo logo originale ritraeva l'«occhio nella piramide», un simbolo (presente anche su tutte le banconote da un dollaro) associato agli Illuminati e alle rappresentazioni massoniche di potere e divinità, che getta lo sguardo sulla Terra. Anche se è stato cambiato in seguito, il logo originale è ancora ampiamente disponibile su internet. Da ultimo, il nome "Iao" è un termine gnostico per indicare Dio, usato tra gli altri dalla Golden Dawn e da Thelema.
- ECHELON è una rete per l'intercettazione delle comunicazioni fatta funzionare da Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda. È progettata per catturare chiamate telefoniche, fax e messaggi e-mail. La Nuova Zelanda ha ammesso apertamente l'esistenza di Echelon, e l'Unione europea ha commissionato un rapporto su questo sistema.
- La struttura interna di organizzazioni criminali come "Cosa nostra" sarebbe praticamente sconosciuta a chi non ne faceva parte fin quando non venne rivelata dal pentito Joe Valachi nel 1963, anche se durante il ventennio fascista in Italia l'operato del prefetto Cesare Mori (1925 - 1927) mise a nudo un'imbarazzante serie di collusioni tra potere statale e organizzazioni mafiose. Durante la seconda guerra mondiale, l'OSS statunitense si avvalse dei servigi del noto gangster Lucky Luciano per agevolare l'invasione della Sicilia da parte degli Alleati (1943).
- Durante il XX secolo - in particolare tra gli anni '50 e '70 - la CIA e l'esercito statunitense, in collaborazione con scienziati ex nazisti, portarono avanti un programma di ricerca sul controllo mentale (Operazione Paperclip) il cui nome in codice era MKULTRA. In questo programma gli agenti della CIA somministravano LSD e altre droghe a vittime inconsapevoli e non consenzienti, nel tentativo di congegnare un "siero della verità" funzionante e/o una droga per il controllo delle menti. L'esistenza del MKULTRA venne svelata dai comitati di ricerca presidenziale e del Congresso nel 1975, e il progetto venne abbandonato. Molti noti scrittori e figure storiche della sperimentazione con le droghe vennero a contatto con l'LSD a causa di questo programma, compresi Ken Kesey dei Merry Pranksters, Timothy Leary, Allen Ginsberg, e Baba Ram Dass.
- L'Operazione Northwoods era un piano della CIA degli anni sessanta per simulare atti di terrorismo di cui incolpare Cuba, al fine di incoraggiare il supporto a una guerra. Questo piano fu per lungo tempo considerato niente più che una teoria del complotto, fin quando i documenti relativi al progetto vennero declassificati e resi pubblici, grazie al lavoro sulla NSA del ricercatore James Bamford, pubblicato nel libro L'Orecchio di Dio (2001).
- Lo studio sulla sifilide non curata nella popolazione maschile nera di Tuskegee. Per un periodo di 50 anni, il governo statunitense utilizzò alcuni membri della popolazione nera di una città dell'Alabama per osservare gli effetti della sifilide non curata. I partecipanti non ne erano al corrente e non venne detto loro che la malattia non veniva sanata. L'utilizzo di cavie umane inconsapevoli per esperimenti medici segreti fu utilizzata a lungo negli USA, finché il Presidente Bill Clinton chiese ufficialmente scusa nel 1994.
- Il Gruppo Bilderberg è un incontro annuale dei politici e dell'élite economica occidentale. Viene considerato da alcuni un moderno complotto in stile Illuminati, in cui le persone che detengono il potere discutono e si accordano per il controllo del mondo.
- L'Operazione Gladio, una struttura coperta della NATO di tipo stay-behind che aveva lo scopo di contrastare l'influenza comunista in tutta l'Europa occidentale, era da molti ritenuta una leggenda - come pure l'esistenza di organizzazioni stay-behind - fino a quando, nel 1990, l'allora capo del governo italiano Giulio Andreotti non ne rivelò ufficialmente l'esistenza al Parlamento.
Esiste una notevole somiglianza tra
certe teorie del complotto e le leggende metropolitane. Molte di
queste, in particolare quelle che toccano il governo o il mondo della
finanza, hanno alcuni, anche se non tutti, gli attributi tipici delle
teorie del complotto.
In particolare la diffusione sui social
networks di ricostruzioni imprecise delle sequenze cronologiche
di alcuni eventi possono essere frutto di approssimazione e di
proliferazione di informazioni erronee, assai più che vere e proprie
teorie cospirative.
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