lunedì 11 ottobre 2021

Teoria del complotto

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Una teoria del complotto (o della cospirazione) è una teoria che attribuisce la causa prima di un evento, o di una catena di eventi (in genere religiosi, politici, sociali, culturali o talvolta anche naturali), a un complotto.
Si tratta in genere di teorie alternative più complesse ed elaborate rispetto alle versioni fornite dalle fonti ufficiali e critiche nei confronti del senso comune o della verità circa gli avvenimenti comunemente accettata dall'opinione pubblica. Tali ipotesi non sono provate per definizione, dal momento che cesserebbero di essere "teorie", e vengono spesso elaborate in occasioni di eventi che suscitano forte impressione nell'opinione pubblica, come ad esempio eventi tragici legati alla morte di personaggi più o meno famosi o grandi disastri civili e ambientali, o atti terroristici, a volte anche per effetto dell'ampia diffusione e trattazione da parte dei mass media.
«[…] ma dietro tutti questi movimenti non potrebbe esserci qualcosa di altrimenti temibile, che forse neanche i loro stessi capi conoscono, e di cui essi a loro volta quindi, non sono che dei semplici strumenti? Noi ci accontenteremo di porre questa domanda senza cercare di risolverla qui.»
(René Guénon, Il Teosofismo, edizioni Arktos, 1987, vol. II, pag. 297)
Già agli inizi del XX secolo il mondialismo complottista fu preso in considerazione negli ambienti esoterici, soprattutto da parte di Rudolf Steiner che denunciava apertamente l'operato di confraternite occulte, di matrice anglo-americana, tendenti a imporre una sorta di imperialismo economico planetario ma il cui vero scopo era il predominio culturale e spirituale sull'umanità. Sostenendo quanto fosse urgente prendere coscienza che delle potenze malefiche stessero realmente cercando di ostacolare il cammino evolutivo delle persone, Steiner descrisse più volte il modo in cui queste logge facessero ricorso anche a rituali esoterici per attuare le loro strategie geo-politiche, pilotando ad esempio lo scoppio della prima guerra mondiale, o l'avvio dell'esperimento socialista in Russia.
Il termine "teoria del complotto" (conspiracy theory in inglese) è stato utilizzato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1964, in relazione all'assassinio di John Fitzgerald Kennedy. In particolare l'espressione venne usata per descrivere collettivamente le varie voci critiche nei confronti delle conclusioni della Commissione Warren (la commissione ufficiale incaricata di indagare sull'assassinio) pubblicate in quell'anno. Sebbene inizialmente non avesse una connotazione particolare, il termine ha assunto nel tempo una valenza sostanzialmente dispregiativa, sottintendendo implicitamente che il contenuto di tali voci critiche sia di per sé poco credibile. A partire dagli anni novanta del XX secolo, grazie all'attività di alcuni giornalisti come David Icke, ma soprattutto dall'inizio del XXI secolo, il fenomeno ha avuto un grande sviluppo a causa degli eventi eccezionali legati agli attentati dell'11 settembre 2001. Una descrizione degli obiettivi e dell'azione delle confraternite occulte è stata offerta inoltre dallo scrittore russo Sergej Olegovič Prokof'ev.
Di solito queste teorie attribuiscono la causa di un evento all'azione di cospiratori, che spesso offrirebbero una ricostruzione artefatta degli avvenimenti, e chiamerebbero in causa le istituzioni preposte, talvolta anche accusandole di essere presunte colpevoli di occultamento della verità e di insabbiamento delle eventuali indagini. Questo tipo di ricostruzione tende spesso a essere critica nei confronti del senso comune e/o della verità circa gli avvenimenti comunemente accettati dall'opinione pubblica.
La proliferazione e diffusione di teorie del complotto venne agevolata anche dalla convinzione, sviluppatasi in seno alla pubblica opinione, che la cultura di massa non esaurisca la sua funzione nell'intrattenimento, ma sia in grado di veicolare "profonde verità che un mondo dominato da ‘poteri forti' impegnati a nascondere la Verità (con la V maiuscola) permetterebbe di esprimere soltanto in questa forma". Talvolta anche l'industria dell'intrattenimento avrebbe trattato tali temi (basti pensare a telefilm, cinema, letteratura di genere) che si presterebbero a un pubblico molto ampio proprio per la loro facile e immediata fruibilità come prodotti di disimpegnato intrattenimento.
Tali teorie, che sovvertono spesso il senso comune o la verità comunemente accettata, talvolta potrebbero essere considerate come un processo di mitopoiesi, che comporta la creazione di vere e proprie "mitologie religiose". Alcuni studi empirici indicherebbero che la credulità verso i complotti sia aiutata da un approccio epistemologico relativista che blocca lo sviluppo di un pensiero critico personale, per superare il quale è necessario imparare gli elementi costitutivi del metodo scientifico. Secondo questi studi è stato dimostrato che questo relativismo, per il quale ogni forma di conoscenza è un’opinione alla pari di altre, è in gran parte diffuso tra persone che possiedono un’istruzione superiore non seguita da una specializzazione.
Il termine "complottismo" viene invece usato per designare, generalmente in senso dispregiativo, il punto di vista di chi crede alle più svariate teorie alternative in modo ritenuto acritico e fideistico e senza sentire ragioni di sorta, per sottolineare l'aspetto maniacale e paranoico che avrebbe tale atteggiamento mentale. Il termine, come riconoscono gli stessi fautori delle teorie alternative, è tuttavia entrato nell'uso comune.
Quando le teorie del complotto combinano elementi "illogici" con la mancanza di prove, ci si riferisce a esse come a una forma di complottismo, descrivendo con tale locuzione un punto di vista del mondo che interpreti praticamente tutti i più importanti eventi e le tendenze della storia come il risultato di cospirazioni segrete.
Il termine complottisti può essere usato per indicare persone che credono nelle cospirazioni; gli psicologi fanno notare che una persona che crede a una teoria del complotto può credere con la stessa facilità anche ad altre teorie del complotto ed è proprio questo che accade di norma. Questa correlazione, secondo psicologi che si occupano del fenomeno, deriva dal fatto che il credere in una teoria del complotto non è il risultato di una risposta mentale a un singolo evento, ma il riflesso, piuttosto, di una particolare visione del mondo onnicomprensiva. Per altro verso, l'idea di complotto colpisce l'immaginazione collettiva, rende apparentemente chiaro - fornendo una spiegazione - ciò che sembra a prima vista incomprensibile, suscita sentimenti contro un nemico comune; è stata quindi usata a più riprese dal potere in carica come strumento di costruzione del consenso.
Le cose sono complicate dal fatto che gruppi o individui potenti possono avere interesse nel cercare di screditare coloro i quali li accusano di crimini reali o immaginari. L'etichetta di "teoria del complotto" è stata utilizzata per squalificare, schernire e denigrare il dissenso politico o sociale, ad esempio quando una potente figura pubblica viene accusata di corruzione.
Nel giustificare la classificazione di una teoria come teoria del complotto, si tende a sollevare soprattutto le seguenti obiezioni logiche alla teoria:
  1. Non è sostenuta da prove sufficienti.
  2. È formulata in modo tale da essere non verificabile.
  3. È complessa in maniera implausibile.
I sostenitori potrebbero altresì affermare che:
  1. Le persone potenti coinvolte nella cospirazione nascondono, distruggono od offuscano le prove.
  2. Gli scettici non sono dotati di una sufficiente apertura mentale.
  3. Gli scettici potrebbero essere politicamente motivati o avere interesse a mantenere lo status quo.
  4. La sua complessità è dovuta al fatto che dietro al complotto potrebbero esserci più menti, per di più dotate di potenti risorse monetarie.
La parola "cospirazione" deriva dal latino conspirare ("sperare assieme", "respirare assieme"), e nell'uso contemporaneo indica una situazione dove due o più persone si accordano per compiere un atto illegale o immorale. Le componenti essenziali sono il coinvolgimento di almeno due persone, la segretezza e l'intento malevolo. Tali cospirazioni sono considerate crimini nella maggior parte degli Stati e, come tali, possono essere perseguite in quanto finalizzate a commettere un atto illegale; le persone coinvolte possono essere indagate come facenti parte di una struttura criminosa, o anche, talvolta, per essere semplicemente a conoscenza della cospirazione e non aver agito per opporvisi.
Gli storici generalmente usano il termine per indicare una cospirazione reale e provata o, quanto meno, seriamente plausibile e con alcuni solidi elementi a supporto. Il termine "teoria del complotto" viene invece usato, in ambito sociologico, per indicare le cospirazioni solo presunte ma non dimostrate da alcunché. Lo storico Richard Hofstadter, nel saggio The Paranoid Style in American Politics del 1964, sostenne che la paranoia e la convinzione dell'esistenza di complotti hanno caratterizzato la storia degli Stati Uniti d'America fin dalla rivoluzione americana.
In Italia si utilizza, nel linguaggio politico e giornalistico, il termine "dietrologia", che indica la ricerca di supposte motivazioni nascoste che sarebbero all'origine di un avvenimento. Il punto cardine della dietrologia è la domanda cui prodest?, "a chi giova" un determinato fatto, sottintendendo l'ipotesi che tale avvenimento potrebbe essere stato provocato ad arte.
In generale le teorie del complotto si basano quindi su ipotesi e congetture nonché sull'oscurità dei fatti in oggetto e delle relazioni tra di essi; pertanto risulta estremamente difficile provare e verificare tali avvenimenti. Gli autori delle varie teorie pro-cospirazione sostengono le loro asserzioni con vari argomenti, anche se spesso non si basano su fonti neutrali o su prove scientifiche riconosciute. In particolare, si riscontrano fenomeni come:
  • Ingrandimento temporale o spaziale di attività di organizzazioni segrete: nella teoria del complotto ideata da Robert Ludlum come mera finzione nel romanzo Il circolo Matarese (The Matarese Circle), un'associazione segreta còrsa, fondata all'inizio del Novecento, causa l'attività di ogni organizzazione terroristica nel mondo. Nello stesso modo, nel film propagandistico Esoteric Agenda si avanza la tesi che una setta pagana e occulta abbia governato il mondo fin dal tempo dell'antico Egitto.
  • Interpretazione libera di relazioni tra gruppi: tutte le relazioni (guerra, tensione, amicizia, alleanza, indifferenza, ecc.) fra le istituzioni, siano esse locali o internazionali e di natura politica o economica, possono essere interpretate nei seguenti modi:
    • una istituzione è subordinata all'altra;
    • una si è infiltrata nell'altra;
    • entrambe sono la stessa istituzione con due facciate diverse;
    • entrambe cooperano nel raggiungimento dello stesso obiettivo, spesso illecito.
Le relazioni ufficiali tra le istituzioni, ossia quelle narrate dai mass-media e dagli storici appoggiati dalla comunità accademica, vengono rifiutate dai complottisti, che le considerano bugie preparate dalle stesse istituzioni per non allarmare la massa del popolo, che non fa ovviamente parte dei suddetti gruppi. Le teorie del complotto si differenziano soventemente fra di loro in rapporto alle relazioni tra le istituzioni.
  • Opinione che tutte le organizzazioni segrete siano affiliate tra di loro. Questo è un caso specifico che testimonia le due caratteristiche precedenti. Secondo questa teoria, un'organizzazione segreta non può nascere in modo indipendente (cioè autonomo, spontaneo, "genuino") ma è fondata con l'intenzione di continuare l'attività di una precedente organizzazione segreta (massoneria e Cavalieri templari nel libro Il codice da Vinci di Dan Brown) o come filiale dell'altra organizzazione. Tale affiliazione è possibile nel caso di organizzazioni ufficiali, ma nelle teorie del complotto la questione si riferisce spesso a gruppi segreti.
  • Sostituzione di informazioni carenti o equivoche con informazioni inventate. Ad esempio gli autori del film Zeitgeist dichiarano che la biografia di Gesù (la nascita, l'attività, i 12 apostoli, la crocifissione, la risurrezione) somiglia precisamente al mito di Horus dall'antico Egitto.
  • Interpretazione arbitraria dei nomi, delle abbreviazioni e dei simbolismo. Secondo gli autori del film Esoteric Agenda, il nome "Israele" deriva dai nomi di idoli egiziani e idoli del Vicino Oriente: Iside, Ra, El (considerato come un idolo locale). Ma esso deriva da un altro nome di Giacobbe del Vecchio Testamento e significa "Colui che ha combattuto con Dio". In modo analogo Walter Veith interpreta "IHS" , o "JHS" - l'abbreviazione del nome di Gesù -, come un'abbreviazione dei nomi di alcuni idoli dell'antichità.
  • Inserimento di molti dettagli. Molti autori di teorie del complotto fanno numerosi riferimenti a date e nomi con l'intenzione di renderle più credibili; spesso ovviamente questi dettagli sono falsi storici o forzature.
  • Presentazione sensazionale d'informazioni, che assomigli a una scoperta. Nella teoria del complotto antivaticana basata, tra l'altro, sulla Bibbia, Walter Veith presenta la sua interpretazione dell'Apocalisse di Giovanni in cui il personaggio di Babilonia la Grande è interpretato come la personificazione della Città del Vaticano. Ma questa interpretazione è conosciuta da molto tempo e predicata da protestanti radicali avversi al cattolicesimo. C'è soprattutto il frammento in cui si dice che Roma (ma non l'attuale Vaticano) era situata su sette montagne all'inizio dell'era comune che tende indicare la posizione geografica della Babilonia la Grande e non soltanto le teorie del complotto l'utilizzano. In commenti di altre confessioni cristiane (interpretazione preterista) Roma - o una città simile che esisterà alla fine del tempo - è considerata la nuova Babilonia perché nel tempo del Nuovo Testamento Roma era la sede di tutte le abominazioni.
  • Attribuzione di significato eccessivo a coincidenze e a somiglianze. Gli autori delle teorie cercano di convincere che una coincidenza di alcuni aspetti significhi la coincidenza in altri aspetti, fino alla totale identità. Il film Zeitgeist presenta opinioni di questo tipo in riferimento alla religione cristiana e alle religioni pagane. In realtà ogni grande religione ha assimilato riti locali. A tale meccanismo è riconducibile il fenomeno della apofenia, ovvero l'innata tendenza della mente a ricercare connessioni tra stimoli casuali alla ricerca di un significato logico; tale funzione risulterebbe vantaggiosa in termini evolutivi in quanto permetterebbe di evitare situazioni rischiose per la sopravvivenza degli individui.
  • Attribuzione di grande importanza a eredità o a legami di sangue. In alcune teorie di complotto legate al Nuovo ordine mondiale vengono presentati gli avi di tutti i presidenti degli Stati Uniti dai tempi antichi, sottolineando il ruolo che essi occupavano e le lobby di cui facevano parte direttamente o indirettamente; a volte viene sottolineata la loro parentela ancestrale.
  • Citazione di fonti senza valutazione e apprezzamento della loro validità. Molte delle fonti citate, ad esempio Le due Babilonie (The Two Babylons), sono parziali e/o inattendibili.
  • Asserzione della formula "Segreto = Inganno". Molte teorie del complotto si occupano di enti che mantengono segrete determinate informazioni (ad esempio, la ricetta della Coca-Cola). I fautori delle teorie del complotto mettono in primo piano le possibili intenzioni malevole, ma non prendono in considerazione, per esempio, i motivi legittimi che rendono necessario il "mistero" quali, di volta in volta, il segreto professionale, la proprietà industriale, la protezione della privacy.
  • Presentazione di versioni possibili di eventi come sicuramente valide. Questa è la base della creazione delle teorie del complotto. Una interpretazione che si accordi coi fatti conosciuti (dunque un'interpretazione possibile) e che sia considerata coerente con le tesi cospirazioniste, è trattata come vera. A causa dell'ambiguità o della mancanza di dati, tale interpretazione è difficile da confutare.
  • Attribuzione del complotto ad altri autori di teorie del complotto. Secondo questo schema Michael Tsarion è considerato allo stesso tempo un avversario del Nuovo ordine mondiale e come una delle persone che hanno contribuito a fondarlo.
La discussione generale della teoria cospirativa è di per sé materia di contesa pubblica. I "teorici della cospirazione" sul web vengono spesso liquidati come un gruppo marginale e ridotto, ma la realtà suggerisce che al giorno d'oggi una vasta fetta di statunitensi - che attraversa in maniera trasversale etnie, genere, educazione, occupazione e altre suddivisioni - dà credito ad almeno alcune teorie cospirative.
Data questa comprensione popolare del termine, esso può anche essere usato in maniera illegittima e inappropriata, come strumento per respingere quelle che sono di fatto accuse sostanziali e ben dimostrate. La legittimazione di ogni utilizzo di quel genere sarà pertanto motivo di controversie. Michael Parenti nel suo saggio del 1996, che esamina il ruolo dei media progressisti nell'utilizzo del termine,The JFK Assassination II: Conspiracy Phobia On The Left ("L'assassino di JFK II: La fobia della sinistra per le cospirazioni"), afferma:
«È un mondo "o con noi o contro di noi" per quelli di sinistra che hanno un'avversione per ogni tipo di indagine sulla cospirazione: o sei uno che è strutturalista nel proprio approccio con la politica oppure sei un 'cospirazionista' che riduce lo sviluppo della storia a macchinazioni di cabale, e di conseguenza dirotti la nostra attenzione lontano dai poteri di sistema più influenti.»
Le analisi strutturaliste o istituzionali mostrano che l'utilizzo della locuzione verrebbe abusato quando è applicato a istituzioni che agiscono nel conseguimento dei loro obiettivi riconosciuti, per esempio, quando un gruppo di colossi multinazionali si accorda sottobanco sui prezzi, per incrementare i profitti. Ulteriori complicazioni si verificano per termini come UFO, un termine tecnico il cui significato letterale è "oggetto volante non identificato" ma che, nel linguaggio comune, è finito per connotare astronavi aliene, un concetto anch'esso associato con alcune teorie cospirative, e quindi che possiede un certo stigma. Michael Parenti dà un esempio dell'uso del termine che mette in evidenza il conflitto nel suo utilizzo. Egli afferma:
«In gran parte delle sue operazioni, la CIA è per definizione una cospirazione, usando operazioni sotto copertura e progetti segreti, molti dei quali sono del genere più ripugnante. Cosa sono le operazioni clandestine se non cospirazioni? Allo stesso tempo, la CIA è una istituzione, una parte strutturale della condizione della sicurezza nazionale. Tirando le somme, l'agenzia è una cospirazione istituzionalizzata.»
Su un piano di critica più generale - rivolto al fenomeno e non alla confutazione delle singole sue manifestazioni - si possono così riassumere le argomentazioni contro le teorie del complotto.

Esistono altre critiche che si possono muovere alle teorie del complotto in genere:

  • La quantità dei cospiratori che prendono parte al complotto ipotizzato spesso dovrebbe essere molto grande, tanto grande da rendere difficile pensare che nessuno se ne penta e confessi o si lasci sfuggire delle informazioni.
  • La capacità operativa dei cospiratori, che spesso sono considerati così potenti da essere in grado di censurare qualsiasi notizia sgradita, manipolare prove scientifiche, influenzare l'economia e la politica mondiali e possedere strumenti e poteri sovrumani, dovrebbe essere tale da permettergli facilmente di uccidere o comunque neutralizzare coloro che mettono in risalto le loro macchinazioni e censurare le loro pubblicazioni.
Karl Popper ha sostenuto che distinguere la scienza dalla pseudoscienza sia un punto fondamentale per poter distinguere quelle teorie scientifiche che si presterebbero a essere falsificabili da principio, cioè di poter essere smentite in qualsiasi momento da fatti o da altre teorie non ancora smentite da fatti. Le teorie e asserzioni che sono falsificabili di principio non sarebbero scientifiche. Tuttavia Popper non afferma che una teoria non scientifica sia necessariamente falsa: più correttamente la scienza non è in grado di chiarire se sia verosimile o falsa. Popper afferma, inoltre, che molte teorie non scientifiche possono essere pre-scientifiche: cioè teorie che in un dato momento della storia non sono falsificabili di principio, ma che successivamente lo diventano, per effetto del progresso della conoscenza e della tecnologia (Popper cita la metafisica e fa l'esempio dell'atomismo di Democrito).
L'epistemologia post-popperiana ha evidenziato che atteggiamenti "fideistici", intesi come fiducia nella validità di una teoria al di là e nonostante iniziali (e apparenti) smentite sperimentali, sussistono anche negli scienziati e sono caratteristici della ricerca scientifica (per esempio, la formulazione della teoria della relatività generale di Einstein è del 1915 mentre la verifica sperimentale di alcune sue conseguenze avvenne nel 1919, quindi tra l'una e l'altra intercorsero quattro anni).
I critici delle teorie del complotto talvolta argomentano che molte di esse non sono passibili di falsificazione e, quindi, non sono scientifiche. L'argomentazione nasce dalla struttura logica di certi tipi di teoria del complotto. Queste prendono costituirebbero una quantificazione esistenziale non circostanziata, che sosterrebbe l'esistenza di soggetti, azioni od oggetti, senza specificare tempo e luogo nel quale essa sia stata o possa essere osservata. L'esistenza del complotto sarebbe da considerarsi veritiera quindi, al di là di qualsiasi verifica sperimentale.
La non percettibilità immediata del fenomeno sarebbe attribuita dai complottisti a osservazioni fatte nel momento o nel posto sbagliato, ovvero all'attività di copertura della cospirazione stessa. Dal punto di vista dei complottisti, dimostrare che la cospirazione non esista (ovvero falsificare la teoria) diventerebbe impossibile e questo renderebbe tali teorie non-scientifiche. Ad esempio, si consideri come viene dimostrata, di solito, la consistenza reale di una delle principali varianti della teoria del complotto sugli UFO (una diffusa teoria secondo la quale la venuta degli alieni sulla Terra, realmente accaduta, sarebbe stata occultata), a fronte delle smentite ufficiali. Poiché la teoria non specifica quando o dove la visita o il complotto siano avvenuti, non è possibile dimostrarne la falsità. In via ipotetica, non servirebbe a nulla neppure esaminare da cima a fondo gli archivi del Pentagono, o di qualsiasi altro organo governativo, dal momento che si potrebbe sempre obiettare che i documenti ufficiali sull'evento sono archiviati in qualche altro archivio a cui non si ha accesso.
Un'altra obiezione che gli scettici muovono ai teorici del complotto è il ricorso costante a ipotesi ad hoc ogni volta che un fatto sembri falsificare la loro teoria. Proseguendo l'esempio della teoria del complotto UFO, anche se si potesse accedere liberamente agli archivi del Pentagono (o di qualche altro ente governativo) e non si trovasse alcun riscontro, si può sempre sostenere che esiste un altro archivio segreto, da qualche altra parte, che contenga i documenti che dettagliano il complotto, ma a cui non si ha (ancora) accesso. E se si scoprisse davvero un archivio segreto del genere, ma che non contenga ugualmente documenti probanti del presunto complotto, allora si potrebbe ipotizzare l'esistenza di un terzo archivio, ancora più segreto, e così via all'infinito. Oppure si può sostenere che quei documenti siano stati distrutti, pur non potendo circostanziare quando, dove e da chi.
Jerry Bowyer, riferendosi alle accuse che la seconda guerra del Golfo fosse il risultato della volontà di George W. Bush di seguire le direttive delle compagnie petrolifere, disse: «Preferisco questa teoria del complotto, rispetto alle altre, perché è una delle poche che permette di essere confutata empiricamente». Egli fece notare come il declino dei valori azionari di dette compagnie fosse una dimostrazione a confutazione di tale teoria. In risposta a queste obiezioni, alcuni controbattono che l'applicabilità del criterio di Popper alle scienze sociali, con lo stesso rigore con cui viene applicato alle scienze naturali, è oggetto di discussione.
Molte teorie politiche, psicologiche e sociologiche possono non essere scientifiche, in base al criterio di Popper, perché non generano delle predizioni falsificabili con sicurezza; allo stesso modo molte teorie storiografiche si basano su presupposti non interpretabili univocamente o non sempre riscontrabili. Popper stesso, proprio per questi motivi, rigettò le pretese di scientificità avanzate da marxismo e psicoanalisi.
Un altro argomento che gli scettici oppongono ai teorici del complotto è il rasoio di Occam, il principio secondo cui fra più assunzioni per spiegare un dato fenomeno va scelta quella che spiega in modo più semplice l'evento.
Umberto Eco ha fatto notare come spesso i complotti, pur mostrandosi come spiegazioni invise ai potenti, siano essi stessi uno strumento di potere utilizzato per screditare i nemici politici o creare un capro espiatorio, come fece il regime nazista grazie ai Protocolli dei Savi di Sion, o Nerone che incolpò i cristiani del grande incendio di Roma. I complotti veri, invece, come il golpe cileno del 1973, sarebbero stati tragicamente evidenti e rapidi.
Alcune teorie sarebbero usate in chiave politica, come ad esempio il negazionismo dell'Olocausto per riabilitare il nazismo, ma si possono trovare riferimenti a teorie del complotto anche in pubblicazioni politiche o religiose di qualsiasi fazione, volte a screditare gli avversari ideologici in mancanza di argomenti concreti.
La strumentalizzazione è anche una nuova modalità di propaganda che sarebbe utilizzata in politica estera per influenzare le opinioni pubbliche, mediante la divulgazione di argomenti fantoccio, a spiegazione di determinati eventi, in grado di alterare la fiducia delle popolazioni nei confronti delle loro classi dirigenti.
Gli argomenti sui quali si basano tali teorie spaziano in una serie di campi: economico, politico, scientifico e medico e generalmente si basano su fatti storici gravi e imprevedibili, come gli attacchi terroristici, gli assassinii o le catastrofi naturali oppure su fenomeni fisici che avrebbero o hanno un grande impatto sulla società, come la fusione a freddo.
Siffatti argomenti, che tendono a descrivere fenomeni o eventi complessi e importanti con spiegazioni semplici e lineari che prevedono l'intervento di una regia occulta, mostrano una certa semplicità che però è in genere solo apparente perché per spiegarne le incongruenze vengono poi ideate delle modifiche che la rendono estremamente contorta.
Tra gli elementi su cui si basano i sostenitori di tali teorie vi sono stati avvenimenti che, a loro dire, presupporrebbero, a monte, specifici progetti dei governi. Diversi progetti e varie organizzazioni governative sono stati descritti come attività atte a realizzare gli eventi descritti nelle teorie del complotto.
Ciononostante, l'esistenza di questi obiettivi è stata talvolta pacificamente riconosciuta dai rispettivi governi, o da un ampio numero di esperti. Si possono citare, ad esempio:
  • L'Information Awareness Office (IAO) del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti si presterebbe a essere al centro di svariate teorie del complotto. In primo luogo, il suo scopo dichiarato è di raccogliere e correlare informazioni sui cittadini comuni, allo scopo di predire atti terroristici e altri crimini. Secondariamente, il suo logo originale ritraeva l'«occhio nella piramide», un simbolo (presente anche su tutte le banconote da un dollaro) associato agli Illuminati e alle rappresentazioni massoniche di potere e divinità, che getta lo sguardo sulla Terra. Anche se è stato cambiato in seguito, il logo originale è ancora ampiamente disponibile su internet. Da ultimo, il nome "Iao" è un termine gnostico per indicare Dio, usato tra gli altri dalla Golden Dawn e da Thelema.
  • ECHELON è una rete per l'intercettazione delle comunicazioni fatta funzionare da Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda. È progettata per catturare chiamate telefoniche, fax e messaggi e-mail. La Nuova Zelanda ha ammesso apertamente l'esistenza di Echelon, e l'Unione europea ha commissionato un rapporto su questo sistema.
  • La struttura interna di organizzazioni criminali come "Cosa nostra" sarebbe praticamente sconosciuta a chi non ne faceva parte fin quando non venne rivelata dal pentito Joe Valachi nel 1963, anche se durante il ventennio fascista in Italia l'operato del prefetto Cesare Mori (1925 - 1927) mise a nudo un'imbarazzante serie di collusioni tra potere statale e organizzazioni mafiose. Durante la seconda guerra mondiale, l'OSS statunitense si avvalse dei servigi del noto gangster Lucky Luciano per agevolare l'invasione della Sicilia da parte degli Alleati (1943).
  • Durante il XX secolo - in particolare tra gli anni '50 e '70 - la CIA e l'esercito statunitense, in collaborazione con scienziati ex nazisti, portarono avanti un programma di ricerca sul controllo mentale (Operazione Paperclip) il cui nome in codice era MKULTRA. In questo programma gli agenti della CIA somministravano LSD e altre droghe a vittime inconsapevoli e non consenzienti, nel tentativo di congegnare un "siero della verità" funzionante e/o una droga per il controllo delle menti. L'esistenza del MKULTRA venne svelata dai comitati di ricerca presidenziale e del Congresso nel 1975, e il progetto venne abbandonato. Molti noti scrittori e figure storiche della sperimentazione con le droghe vennero a contatto con l'LSD a causa di questo programma, compresi Ken Kesey dei Merry Pranksters, Timothy Leary, Allen Ginsberg, e Baba Ram Dass.
  • L'Operazione Northwoods era un piano della CIA degli anni sessanta per simulare atti di terrorismo di cui incolpare Cuba, al fine di incoraggiare il supporto a una guerra. Questo piano fu per lungo tempo considerato niente più che una teoria del complotto, fin quando i documenti relativi al progetto vennero declassificati e resi pubblici, grazie al lavoro sulla NSA del ricercatore James Bamford, pubblicato nel libro L'Orecchio di Dio (2001).
  • Lo studio sulla sifilide non curata nella popolazione maschile nera di Tuskegee. Per un periodo di 50 anni, il governo statunitense utilizzò alcuni membri della popolazione nera di una città dell'Alabama per osservare gli effetti della sifilide non curata. I partecipanti non ne erano al corrente e non venne detto loro che la malattia non veniva sanata. L'utilizzo di cavie umane inconsapevoli per esperimenti medici segreti fu utilizzata a lungo negli USA, finché il Presidente Bill Clinton chiese ufficialmente scusa nel 1994.
  • Il Gruppo Bilderberg è un incontro annuale dei politici e dell'élite economica occidentale. Viene considerato da alcuni un moderno complotto in stile Illuminati, in cui le persone che detengono il potere discutono e si accordano per il controllo del mondo.
  • L'Operazione Gladio, una struttura coperta della NATO di tipo stay-behind che aveva lo scopo di contrastare l'influenza comunista in tutta l'Europa occidentale, era da molti ritenuta una leggenda - come pure l'esistenza di organizzazioni stay-behind - fino a quando, nel 1990, l'allora capo del governo italiano Giulio Andreotti non ne rivelò ufficialmente l'esistenza al Parlamento.
Esiste una notevole somiglianza tra certe teorie del complotto e le leggende metropolitane. Molte di queste, in particolare quelle che toccano il governo o il mondo della finanza, hanno alcuni, anche se non tutti, gli attributi tipici delle teorie del complotto.
In particolare la diffusione sui social networks di ricostruzioni imprecise delle sequenze cronologiche di alcuni eventi possono essere frutto di approssimazione e di proliferazione di informazioni erronee, assai più che vere e proprie teorie cospirative.



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