In magia, è definita fattura d'amore quel procedimento atto a legare "esotericamente" due persone dello stesso sesso o non al fine di creare un legame sentimentale ed amoroso. Rientrano in questa categoria quei procedimenti atti a ricostituire coppie in crisi.
lunedì 24 gennaio 2022
Fattura d'amore
In magia, è definita fattura d'amore quel procedimento atto a legare "esotericamente" due persone dello stesso sesso o non al fine di creare un legame sentimentale ed amoroso. Rientrano in questa categoria quei procedimenti atti a ricostituire coppie in crisi.
domenica 23 gennaio 2022
Formula magica
Una formula magica è una
parola, o un gruppo di parole, che va pronunciato o pensato per
evocare un incantesimo. Le formule magiche sono presenti in quasi
tutte le saghe fantasy, sebbene sotto forme diverse. Possono essere
in lingua corrente, in una lingua antica (tipicamente il latino), o
in una lingua inventata; anche la lunghezza può variare da pochi
suoni a diversi versi in rima tra loro.
Il termine viene spesso utilizzato in
senso figurato, e non necessariamente riferendosi a fenomeni magici e
esoterici. Per esempio, vengono denominate formula magica la
composizione del consiglio federale svizzero e un particolare modello
matematico del comportamento fisico degli pneumatici sull'asfalto (la
formula magica di Pacejka).
Alcune formule magiche celebri:
- Abracadabra
- Hocus Pocus
- Sim Sala Bim
- Alakazam
- Apriti sesamo
- Shazam
- Bibbidi Bobbidi Bu, utilizzata dalla fata madrina di Cenerentola nel film Disney del 1950
- Pape Satàn, pape Satàn aleppe
sabato 22 gennaio 2022
Rito
Un rito (o rituale)
indica ogni atto, o insieme di atti, che viene eseguito secondo norme
codificate.
Caratteristiche
I riti sono strettamente connessi con
la religione, il mito (si dice che il rito riassume e riattualizza
il mito) e la sfera del sacro: ogni rito religioso svolge la
funzione di rendere tangibile e ripetibile l'esperienza religiosa,
sottraendola alla dimensione tutta privata della mistica.
Tramite il rituale, soprattutto
all'interno della celebrazione di una festa, le varie componenti
religiose come i miti, le prescrizioni, le formule, divengono reali e
normative per tutti i partecipanti.
L'uomo religioso affida al rito i
momenti più critici della sua esistenza personale e della
collettività di cui fa parte, come ad esempio la nascita, la morte,
il raggiungimento della pubertà, il matrimonio, la guerra, cercando
in esso la garanzia del mantenimento della propria identità e di
quella della comunità di appartenenza.
Gli studi antropologici, sociologici e psicoanalitici
Uno dei principali studiosi del rito è
stato Ernesto de Martino: secondo l'antropologo italiano il rito
aiuta l'uomo a sopportare una sorta di "crisi della presenza"
che esso avverte di fronte alla natura, sentendo minacciata la
propria stessa vita. I comportamenti stereotipati dei riti offrono
rassicuranti modelli da seguire, costruendo quella che viene in
seguito definita come "tradizione".
Il sociologo
Émile Durkheim ha invece messo in evidenza come la componente
iniziale religiosa del rito porti ad una funzione sociale, che
permette di fondare o di rinsaldare i legami interni alla
comunità[1]. Sulla stessa linea anche l'antropologo funzionalista
Bronislaw Malinowski.
Diversamente gli antropologi Arnold Van
Gennep e Meyer Fortes considerano primaria la funzione sociale e
culturale del rito che può estendersi successivamente in ambito
religioso.
La psicoanalisi ha inoltre mostrato la
presenza di una ritualità inconscia in gran parte dei comportamenti
quotidiani umani. Le personalità di tipo ossessivo-compulsive sono
le più soggette all'espressione di ritualità personali; un caso
tipico dei nostri giorni è verificare di aver chiuso il gas uscendo
di casa, oppure di aver chiuso la porta di casa o della macchina,
molto comune è il camminare senza pestare le righe. I tennisti sono
famosi per questo tipo di ritualità: far battere a terra tre volte
la pallina, oppure allacciarsi le scarpe o controllare che i calzini
siano bene allineati, vi sono una serie infinite di piccoli riti che
se nella vita privata possono essere considerati piccoli fastidi o al
limite anche sintomi di malattia, nel gioco del tennis sono normali e
funzionali al raggiungimento di un'alta concentrazione prima del
servizio.
Che abbia un fine sociale o che sia
strettamente personale, il rito ha bisogno di una partecipazione
emotiva profonda, senza la quale cessa di esistere. Per questo nel
rito è necessaria una componente estetica, differente nelle diverse
culture e nei diversi tempi; il rito si deve evolvere per non perdere
di significato. Per esempio nell'ambito della stessa religione, il
Cristianesimo, mentre per la cristianità occidentale cattolica il
suono dell'organo è percepito come potenza e diventa quindi
strumento "divino", per la cristianità orientale il rumore
dell'organo è percepito come cacofonia e quindi lontano dal concetto
di sacro: pur non cambiando il contesto, differenti tradizioni hanno
portato a sensibilità differenti che a loro volta hanno generato
differenti ritualità.
I più moderni sviluppi di studio sul
rito tendono a spostare l'attenzione sull'elemento dinamico.
Significativa la visione di Roy Rappaport del rituale come dimensione
cibernetica. Studi di caso relativi a quest'ambito sono ancora pochi
ma sempre più diffusi e corroborati dalla riflessione teorica.
In ambito non religioso si può portare
l'esempio della corrida: una parte della popolazione vive questa
manifestazione con passione, mentre per un'altra parte della stessa
popolazione, che ha sviluppato una sensibilità animalista, la
corrida è un orrore. La componente artistica fa sì che i concerti
rock o i megaraduni diventino rito o prendano il contorno di un rito
e vengano vissuti con una forte partecipazione emotiva.
venerdì 21 gennaio 2022
Occulto
Occulto è un termine che deriva
dal latino occultus (nascosto) e si riferisce alla "conoscenza
di ciò che è nascosto" o anche alla "conoscenza del
soprannaturale", in antitesi alla "conoscenza del
visibile", ovvero alla scienza.
Il significato moderno del termine è
spesso tradotto in modo errato, intendendo "sapere nascosto",
"conoscenza riservata a pochi" o "sapere che deve
rimanere nascosto". Per gli occultisti invece si tratta dello
studio di una realtà spirituale più profonda che non può essere
compresa usando puramente la ragione o la scienza materiale.
I termini esoterico e arcano
possono essere usati per indicare l'occulto, in aggiunta ai loro
significati non strettamente collegati al soprannaturale.
Il termine occulto è anche usato per identificare anche alcune
organizzazioni magiche o ordini, oltre che per gli insegnamenti e le
pratiche che queste organizzazioni insegnano. Inoltre, il termine
indica la letteratura storica e la filosofia spirituale che trattano
temi occulti.Occultismo
Le scienze occulte, in molti casi
coincidenti con le scienze esoteriche, prendono questo nome dal fatto
che dovevano nascondersi, rendersi occulte usando allegorie, per non
subire le reazioni della chiesa.
Il termine occultismo viene
generalmente utilizzato per indicare un complesso di pratiche che
spaziano dall'alchimia all'astrologia, alla magia, alle percezioni
extrasensoriali, allo spiritismo, alla divinazione a quelle scienze o
pseudoscienze, che si basano sul principio che esistano analogie ed
omologie tra l'uomo e realtà soprasensibili.
L'interpretazione dell'occultismo e i
suoi concetti possono trovarsi nel sistema della credenze filosofiche
e religiose come lo gnosticismo, l'ermetismo, la teosofia, la thelema
e il paganesimo moderno.
L'elaborazione teorica sulla quale si
fonda l'occultismo è l'esoterismo, l'insieme dei sistemi di pensiero
filosofico - religiosi che costituiscono la base delle tecniche
occulte.
La creazione del termine francese
occultisme si deve ad Eliphas Lévi (1810-1871), che lo derivò
probabilmente dalla filosofia occulta di Agrippa von
Nettesheim.
Una moderna definizione è fornita da Nicholas Goodrick-Clarke:
« L’OCCULTISMO trova
il suo fondamento in un modo religioso di pensare, le cui radici
affondano nell'antichità e che può essere descritto come la
tradizione esoterica occidentale. I suoi ingredienti principali
sono stati identificati nello gnosticismo, nei trattati ermetici
di alchimia e magia, nel neoplatonismo, e nella Kabbalah, che
hanno tutte avuto origine nella zona orientale del Mediterraneo
durante i primi secoli dopo Cristo. »
|
(Nicholas Goodrick-Clarke, The Occult Roots of Nazism) |
Dal XV al XVII secolo, queste idee che
sono state alternativamente descritte come esoterismo occidentale,
hanno avuto un rilancio dal 1770 in poi, a causa di un rinnovato
desiderio di mistero, un interesse per il Medioevo e una "reazione
al razionalismo illuminato". L'impiego dell’alchimia era
comune tra i più importanti scienziati del XVII secolo, come Isaac
Newton e Gottfried Leibniz. Newton fu anche accusato di aver
introdotto elementi dell'alchimia nella scienza naturale quando
postulò la forza di gravità come forza in grado di agire su vaste
distanze. Nel XVIII secolo queste preoccupazioni religiose e
filosofiche poco ortodosse furono definite come 'occulte', perché si
situavano ai margini delle forme accettate di conoscenza e di
discorso". Sono state, comunque, preservate dai mistici.
L'occultismo è lo studio dell'occulto
supposto e della saggezza nascosta. Per l'occultista è lo studio
della Verità, o piuttosto di una verità più nascosta che esiste
sotto la superficie delle cose: «La Verità è sempre nascosta ad
una visione superficiale». Può essere considerata un'area "oscura,
forse più grande di qualunque altra nel campo della religione. Può
avere a che fare con oggetti come talismani, alla stregoneria ed al
voodoo, ma anche a percezioni extrasensoriali ed alla numerologia.
Quasi tutto quello che non è
contemplato dalle maggiori religioni (e anche qualcosa che lo è) è
incluso nel regno dell'occulto. Anche la cabala è stata considerata
uno studio occulto, forse per la sua popolarità presso i magi, ma
più probabilmente perché ha a che fare con tematiche esoteriche.
In seguito fu adottata dall'Ordine
Ermetico dell'Alba Dorata (Golden Dawn) e portata alla luce da
Aleister Crowley. Da allora molti autori hanno dato il loro
contributo all'Occulto tracciando dei parallelismi tra differenti
discipline. Una delle organizzazioni più importanti è l'Ordo
Templi Orientis, che creò un sistema magico ispirandosi a molti
e differenti stili e sistemi.
giovedì 20 gennaio 2022
Numero della Bestia
Il Numero della Bestia, indicato
anche col numero 666 (ma è attestato anche come 616 e
in un codice compare come 665) è un concetto che nel
cristianesimo si riferisce a Satana.
Appare in un solo passo del Nuovo
Testamento nella Apocalisse di Giovanni ed è riferito a una
bestia che sale dal mare e devasta la Terra:
«Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della Bestia o il numero del suo nome (ἔχων τὸ χάραγμα, τὸ ὄνομα τοῦ θηρίου ἢ τὸν ἀριθμὸν τοῦ ὀνόματος αὐτοῦ). Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della Bestia (ἔχων νοῦν ψηφισάτω τὸν ἀριθμὸν τοῦ θηρίου): infatti è numero d'uomo (ἀριθμὸς γὰρ ἀνθρώπου ἐστίν), e il suo numero è seicentosessantasei (καὶ ὁ ἀριθμὸς αὐτοῦ ἑξακόσιοι ἑξήκοντα ἓξ).» (Apocalisse 13,16-18) |
Esso appare anche in altri due passi
dell'Antico Testamento:
«Il re Salomone diede alla regina di Saba quanto essa desiderava e aveva domandato, oltre quanto le aveva dato con mano regale. Quindi essa tornò nel suo paese con i suoi servi. La quantità d'oro che affluiva nelle casse di Salomone ogni anno era di seicentosessantasei talenti, senza contare quanto ne proveniva dai trafficanti e dai commercianti, da tutti i re dell'Arabia e dai governatori del paese. Il re Salomone fece duecento scudi grandi d'oro battuto, per ciascuno dei quali adoperò seicento sicli d'oro, e trecento scudi piccoli d'oro battuto, per ciascuno dei quali adoperò tre mine d'oro, e il re li collocò nel palazzo della Foresta del Libano.» (1 Re 10,13:16) |
«Ora il peso dell’oro che giungeva ogni anno a Salomone, era di seicentosessantasei talenti, oltre quello che percepiva dai trafficanti e dai negozianti che gliene portavano, da tutti i re d’Arabia e dai governatori del paese che recavano a Salomone dell’oro e dell’argento. E il re Salomone fece fare duecento scudi grandi d’oro battuto, per ognuno dei quali impiegò seicento sicli d’oro battuto, trecento altri scudi d’oro battuto, per ognuno dei quali impiegò trecento sicli d’oro; e il re li mise nella casa della "Foresta del Libano"» (2 Cronache 9,13:14) |
Il numero è indirettamente ripreso nei
versi successivi che parlano del trono con sei gradini e dodici leoni
ai due lati, quindi sei per parte.
Sono state proposte numerose altre
interpretazioni simboliche, molte delle quali non riferite al
contesto storico del Libro dell'Apocalisse. In particolare, in epoca
contemporanea, il numero è diventato simbolo del Diavolo.
Nel Sistema di numerazione greco, la
Gematrìa del numero 666 è data dalle lettere greche χ (chi) = 600,
ξ (csi) = 60 e ϝ (digamma) o ϛ (stigma) = 6.
Le ipotesi
Interpretazione storica
L'apocalisse del Nuovo Testamento,
attribuibile alla scuola evangelica giovannea (cioè associata a
Giovanni) fu ipoteticamente scritta in esilio, nell'isola greca di
Patmos, intorno al 95-100 d.C. durante una delle persecuzioni dei
cristiani, probabilmente quella di Domiziano o, meno probabilmente,
quella precedente di Nerone. Secondo molti studiosi infatti, la
persona rappresentata dal citato "Numero della Bestia"
altri non è che il multi-gramma di cabala ebraica attribuibile
all'imperatore Nerone, autore della persecuzione nella quale morirono
sia Pietro che Paolo.
Come in greco antico, così anche in
alfabeto ebraico i numeri venivano scritti usando le lettere,
secondo, appunto la cabala ebraica. Se quindi si utilizzano le
consonanti ebraiche del nome QeSaR NeRON (קסר
נרון) si ha:
- Q (qof) = 100
- S (sameckh) = 60
- R (resh) = 200
- N (nun) = 50
- R (resh) = 200
- O (waw) = 6
- N (nun) = 50
che sommate, danno appunto 666. Una
sola nota merita la vocale O che è in realtà legata alla consonante
W che è una mater lectionis, cioè una consonante che serviva a
evitare equivoci nella lettura.
Critiche a questa interpretazione
arrivano dal fatto che tutti gli scritti di Giovanni sono in greco
antico, non in ebraico e notoriamente in questa lingua si scrivono
solo le consonanti, mentre le vocali vengono solo pronunciate: la o
(waw) dovrebbe essere esclusa dal computo. Inoltre, la lettera "S"
(sigma, in greco) di "Caesar" (Καίσαρ, Kaisar) va
tradotta con la lettera ebraica Šin = 300, che invece viene
sostituita in questa interpretazione con Samekh = 60: nel sistema di
numerazione greco la lettera csi equivale anch'essa al valore 60, e
normalmente è fatta corrispondere all'ebraico Samekh. Per cui:
NRN QSR (Neron Caesar):
n=50+r=200+n=50+q=100+s=300+r=200: Totale = 900
Dato, però, che l'Apocalisse sembra
essere stata scritta al tempo di Domiziano (95 d.C. circa), un'altra
corrente di pensiero punta ad interpretare il numero 666 come un
riferimento allo stesso Domiziano. Si osservi, tuttavia, che la
gematria, cioè l'utilizzo della corrispondenza fra numeri e lettere
dell'alfabeto ebraico, greco o latino può produrre molti risultati
diversi e costituisce più un gioco intellettuale utilizzato spesso a
scopo polemico (nei secoli ognuno ha cercato di trovarvi il nome del
proprio avversario), che uno strumento d'indagine.
L'ipotesi della gematria ebraica ad
opera degli esegeti dette luogo a una ricca serie di dibattiti in
merito all'interpretazione simbolica ed esoterica del numero. Oggi,
alimentate anche da una buona e proliferata corrente di pensiero New
Age, numerose e varie interpretazioni del numero non ci mancano. Ad
esempio, quella per cui la gematria ebraica (così come greci e
latini) comprendeva già il conteggio matematico posizionale delle
decine e delle centinaia, ma il sistema di pura sommatoria algebrica
- da noi oggi ereditato - fu solo quello arabo, introdotto per noi
dai persiani soltanto dopo il 750 d.C.; tale puntualizzazione dà
corpo all'ipotesi che il "6-6-6", nella cabala ebraica, sia
solo e semplicemente la sequenza delle lettere waw-waw-waw e quindi,
nel nostro mondo, corrispondente al "www" di internet.
Pochi anni dopo gli scritti di Patmos, il vescovo teologo e padre
della chiesa S. Ireneo di Lione, studioso di gematria ebraica,
battezzò il 666 come il "Numero della Bestia" e cioè il
Numero dell'"anti-Cristo", simbolo del male e del
disordine, attraverso tre ipotesi teologiche:
- nella Bibbia il numero sette è sempre indicato come il numero della perfezione e della natura divina; il numero sei è quindi il numero dell'imperfezione e della natura umana, incline al peccato, alla passioni disordinate e alla disobbedienza alle leggi di Dio.
- in base all'alfabeto greco dal 666 si possono ottenere altri nomi: Euanthas, Lateinos e Teitan.
- se il 6-6-6, come dice l'Apocalisse, è un numero ed un nome di uomo, sappiamo che, secondo le culture dell'epoca, esso indicherebbe sia l'uomo che la sua precisa missione. Il numero di uomo potrebbe essere quindi il simbolo di un dualismo 3-3-3 x 2 legato all'oscillazione tra bene e male, e alla precisa missione simbolica di una specie di "anti-Trinità" (ripresa altresì nella Apocalisse al capitolo 16). In pratica, Drago-antiCristo-falso profeta, contrapposti a Padre-Figlio-Spirito Santo, sulla corrente della allora contemporanea prima dottrina teologica sulla Trinità cristiana (ad opera di Teofilo di Antiochia e di Tertulliano, II secolo d.C.)
Da allora, l'interpretazione del 666 fu
attribuito, in generale, al simbolo del male.
Altra interpretazione secondo la Qabbalah
secondo altre interpretazioni di stampo filo-ebraico e tradizione semitica, il numero corrisponderebbe al nome Sorat - un demone di tipo solare - contrapposto allo spirito solare di "Cristo" e quindi Anti-Cristo. Secondo uno studio basato sulla Qabbalah (cabala), è l'espressione in parole del numero 666, attraverso:400 | + 200 | + 6 | + 60 | = 666 |
ת | ר | ו | ס | |
tav | resc | vav | sameh | |
T | Ra | O | S | = SORAT |
Interpretazione allegorica
Senza avventurarci troppo nella
Ghematriah e nella cabala, si osservi che i numeri della Bibbia hanno
sempre un valore simbolico. Ad esempio il sette indica la completezza
(anche il mondo fu creato in 7 giorni). Il numero 6 si avvicina al
numero 7, senza raggiungerlo. Così il triplo sei potrebbe indicare
la suprema imperfezione, l'arroganza e la malvagità umana
contrapposte alla perfezione divina.
Interpretazione numerologica
La numerologia cristiana, derivata da
quella pitagorica, vede il 3 come numero perfetto, legato al concetto
della Trinità. Tre volte tre fa 9, quindi il nove era la
quintessenza di questa perfezione, a maggior ragione se ripetuto tre
volte, 999. Il nove rovesciato è il 6, numero dell'anti-dio, quindi
di Satana, e il sei ripetuto tre volte ne è l'emblema. Tuttavia
questa interpretazione presuppone l'adozione dei numeri arabi in
occidente, che avvenne solo nel X secolo ed è quindi impensabile per
l'Apocalisse.
L'Apocalisse, scritta nel 95 d.C da
Giovanni, in (18, 21) si riferisce ad una Bestia che era comparsa,
non è più, riapparirà dopo secoli. Il Regno di Israele (e il
tempio di Gerusalemme) era stato distrutto una prima volta nel 495
a.C. da re Nabucodonosr, ristabilito nel 37 a.C. da Erode il Grande
sotto i Romani, distrutto una seconda volta dall'imperatore romano
Tito nell'anno 70 d.C.
Sotto re Salomone, Israele aveva
raggiunto l'apice della sua ricchezza, estensione geografica,
potenza: il peso dell'oro, pari a 666 talenti, che entravano ogni
giorno nelle casse del re, è il simbolo del Grande Israele, che si
pone in continuità con il regno distrutto. Il 666 è un “numero
d'uomo” (13,18), a significare che questa Bestia è il simbolo di
un gruppo umano.
Interpretazione escatologica
Sono state fatte varie ipotesi nel corso dei secoli.Tolstoj
Il grande scrittore russo indica nel
suo capolavoro Guerra e pace un metodo per identificare la
Bestia con Napoleone.
Chiesa cristiana avventista del settimo giorno
Ellen Gould White, tra i fondatori
della Chiesa cristiana avventista del settimo giorno, indicava nel
Papa la Bestia, usando i numeri romani nella formula "Vicarius
filii Dei" (V + I + C + I + V + I + L + I + I + D + I = 666),
dato che nel latino classico non c'era distinzione tra "U"
e "V".
Ipotesi d'interpretazione letterale
Poiché in greco antico, cioè nella
lingua con cui ha scritto Giovanni, prima dell'introduzione dei
numeri arabi, venivano usate le lettere dell'alfabeto, il numero 666
(hexakosioi hexekonta hex) apparirebbe come χξϝʹ chi xi digamma
oppure χξϛʹ chi xi stigma (in caratteri latini Ch X V oppure Ch X
ST), che potrebbero corrispondere alle iniziali di un personaggio
noto. Considerando poi che la prima e terza lettera sono
tradizionalmente abbreviazione di Christos mentre la lettera di mezzo
somiglia ad un serpente, altri hanno scorto nella forma greca del
numero 666 una raffigurazione dell'assalto del dragone a Cristo.
Codici a barre e carta Visa
Secondo una leggenda metropolitana, nei
codici a barre che si trovano sui prodotti sarebbe nascosto il Numero
della Bestia. E da questo alcuni vedrebbero il compiersi della
profezia dell'Apocalisse di San Giovanni (13:16-18) secondo cui
Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè
il nome della Bestia o il numero che corrisponde al suo nome.
Il numero "666" si
anniderebbe, secondo i sostenitori di tale teoria, nelle coppie di
righe sottili all'estrema destra, all'estrema sinistra e al centro di
ogni codice esistente. Difatti, la cifra 6 è indicata in questo
sistema di codifica da due righe sottili che sono per l'appunto
simili alle righe estreme e centrali; tuttavia, queste ultime non
rappresenterebbero alcuna cifra all'interno del codice stesso, in
quanto sono semplicemente linee di riferimento utilizzate dai
dispositivi di lettura per capire dove inizia e dove finisce lo
stesso.
Una teoria analoga a quella riguardante
i codici a barre afferma che la carta di credito del circuito Visa,
diffusa in moltissimi paesi del mondo, sarebbe altresì una forma
cifrata per rendere il numero 666, così composta:
- VI-S-A
VI è infatti notoriamente il sei romano, mentre l'S rappresenta lo
stigma greco, sempre corrispondente al numero 6; infine l'A finale
rappresenta il 60 nel sistema cuneiforme babilonese.
Varianti: 616 e 665
Nei manoscritti che riportano il testo dell'Apocalisse si possono trovare due varianti per il Numero della Bestia, il 616 (con attestazioni significative) e il 665.616
Nel Papiro 115 (uno dei papiri di
Ossirinco) e nel codice C (Codex Ephraemi Rescriptus) compare il
numero 616 al posto del 666.
Alcuni studiosi hanno proposto la
teoria secondo cui il Numero della Bestia, il 616, corrisponderebbe
al "Paraclito", ovvero avvocato difensore, consolatore,
Spirito di Verità. Nel Nuovo Testamento il paraclito corrisponde
allo Spirito Santo. Il termine 'paraclito' in greco risulta
παράκλητος: sommando i valori alle lettere, si ottiene
appunto il numero 616. In greco il numero 616 si scriveva XIC
(chi + iota + stigma), come si vede nell'immagine a fianco.
π | α | ρ | α | κ | λ | η | τ | ο | ς | Tot |
80 | 1 | 100 | 1 | 20 | 30 | 8 | 300 | 70 | 6 | 616 |
665
Nel codice 2344 (datato all'XI secolo)
il Numero della Bestia è indicato come 665.
mercoledì 19 gennaio 2022
Falso profeta
Falso profeta è un titolo che
si dà ad una persona che illegittimamente si proclama detentrice di
particolari conoscenze o messaggi divini.
La Bibbia parla sovente di falsi
profeti, ovvero di persone che, in modo improprio, attribuiscono
a sé stessi il titolo di profeta (cfr. Matteo 7,15; Luca 6,26).
Il più famoso falso profeta che
la Bibbia ci presenta è il personaggio descritto dall'Apocalisse di
Giovanni.
Nell'Apocalisse
Nell'Apocalisse di Giovanni il Falso
profeta (o Bestia della terra) è una misteriosa creatura
mitologica.
La creatura viene prima introdotta come
Bestia della terra (Ap. 13,11) e poi come falso profeta
(Ap. 16,13; 19,20 e 20,10).
Viene chiamata Bestia della terra
per distinguerla da quella introdotta appena prima (Ap. 13,1) e che
viene comunemente chiamata Bestia del mare.
Descrizione
La bestia viene così descritta (Ap.
13,11):
- sale dalla terra;
- ha due corna, simili a quelle di un agnello;
- parla come un drago.
Viene presentata sempre insieme alla
Bestia del mare ed alla fine perirà insieme (Ap. 20,10).
Interpretazione
È sempre particolarmente difficile
comprendere a chi o a che cosa si riferisse Giovanni nel descrivere
questa ed altre creature. Non aiuta certamente il genere letterario
tipico dell'Apocalisse. Possono essere comunque utili queste
osservazioni:
- è una bestia del male che combatte ed alla fine viene vinta dalle forze del bene;
- all'apparenza può ingannare: per certi aspetti assomiglia ad un agnello e per altri ad un drago; si presenta come profeta (= uno che parla a nome di Dio) ma non lo è;
- durante il medioevo la figura del Falso Profeta venne spesso associata a Maometto.
Nell'Ebraismo
Nella religione ebraica, un falso
profeta è colui che afferma falsamente di possedere il dono
della profezia o ispirazione divina, o chi usa tale dono per motivi
malvagi. Spesso qualcuno che viene considerato un "vero profeta"
da alcuni, viene simultaneamente considerato un "falso profeta"
da altri, anche nell'ambito della stessa religione. Il termine è a
volte applicato al di fuori della religione per descrivere qualcuno
che promuove fervorosamente una teoria che altri considerano falsa
«Qualora si alzi in mezzo a te un profeta o un sognatore che ti proponga un segno o un prodigio e il segno e il prodigio annunciato succeda ed egli ti dica: Seguiamo dei stranieri, che tu non hai mai conosciuti, e rendiamo loro un culto, tu non dovrai ascoltare le parole di quel profeta o di quel sognatore; perché il Signore vostro Dio vi mette alla prova per sapere se amate il Signore vostro Dio con tutto il cuore e con tutta l'anima. Seguirete il Signore vostro Dio, temerete lui, osserverete i suoi comandi, obbedirete alla sua voce, lo servirete e gli resterete fedeli. Quanto a quel profeta o a quel sognatore, egli dovrà essere messo a morte, perché ha proposto l'apostasia dal Signore, dal vostro Dio, che vi ha fatti uscire dal paese di Egitto e vi ha riscattati dalla condizione servile, per trascinarti fuori della via per la quale il Signore tuo Dio ti ha ordinato di camminare. Così estirperai il male da te.» (Deuteronomio 13:1–5) |
I Libri dei Re narrano la storia in cui
il profeta Michea, costretto da Acab, descrive Dio che richiede
informazioni dai suoi consiglieri celesti su cosa debba fare di una
corte di falsi profeti. Tale descrizione è illustrata in 1 Re
22:19-23:
- Michea disse: "Per questo, ascolta la parola del Signore. Io ho visto il Signore seduto sul trono; tutto l'esercito del cielo gli stava intorno, a destra e a sinistra. Il Signore ha domandato: Chi ingannerà Acab perché muova contro Ramot di Gàlaad e vi perisca?
- "Chi ha risposto in un modo e chi in un altro. Infine si è fatto avanti uno spirito che - postosi davanti al Signore - ha detto: Lo ingannerò io.
- Il Signore gli ha domandato: Come?
- Ha risposto: Andrò e diventerò spirito di menzogna sulla bocca di tutti i suoi profeti.
- Ecco, dunque, il Signore ha messo uno spirito di menzogna sulla bocca di tutti questi tuoi profeti; ma il Signore a tuo riguardo preannunzia una sciagura".
È possibile che Michea intendesse descrivere i falsi profeti come un
test da YHWH. È anche possibile che fosse inteso come un insulto a
profeti di Acab, come Sedecìa, figlio di Chenaana.
La punizione per falsa profezia è
quella capitale (secondo Deuteronomio 18:20).
«Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dei, quel profeta dovrà morire.» (Deuteronomio 18:20) |
In conclusione, gli standard biblici
per i falsi profeti affermano chiaramente che è proibito parlare in
nome di un dio che non sia YHWH. Similmente, se un profeta fa una
profezia in nome di YHWH che poi non si avvera, quello è un altro
segno che tale profeta non è stato commissionato da Dio e il popolo
non deve temere il falso profeta.
«Quando il profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non accadrà e non si realizzerà, quella parola non l'ha detta il Signore; l'ha detta il profeta per presunzione; di lui non devi aver paura.» (Deuteronomio 18:22) |
Altro ancora
Il termine greco Koinè pseuoprophetes
lo si trova nel Septuaginta Geremia 6:13,33:8,11-34:7,36:1,8, 13:2,
Flavio Giuseppe Antichità giudaiche 8-13-1,10-7-3, La
guerra giudaica 6-5-2, e Filone d'Alessandria Leggi
specifiche 3:8. Gli scrittori classici pagani usano il termine
pseudomantis.
martedì 18 gennaio 2022
Presagio
Il termine praesagium
(antico praesagum) deriva dalla locuzione "omnes
prae sagum parvi futuros", che in latino significa "tutti,
in presenza dei sacerdoti (lett.: di chi indossa il saio) sarebbero
stati tenuti in piccolo conto".
Chi dice di avere presagi sente di
poter prevedere eventi futuri.
I presagi, che hanno caratterizzato
anche la parola dei Profeti, erano considerati messaggi inviati dagli
dei, e quindi forme di divinazione.
Nell'antica Roma
L'antica religione romana aveva due
distinte figure per l'interpretazione dei presagi. Gli auguri
interpretavano il volo degli uccelli, mentre gli aruspici traevano le
previsioni usando le interiora degli animali sacrificati.
Astrologia
In astrologia, le eclissi solari e
lunari (insieme alla comparsa di comete, ma anche alla ricorrenza
della Luna piena) erano spesso considerate presagi di nascite, morti
od eventi importanti.
Iscriviti a:
Post (Atom)