Sì, storicamente è esistita davvero
la confraternita degli
Assassini,
ma naturalmente erano molto diversi da quelli del
videogioco, anche se sono stati bravi a trasporre molti elementi
della loro dottrina.

Gli Assassini erano membri di una setta
appartenente all'islam sciita nota come i Nizariti. Il credo dei
Nizariti era considerato dagli altri musulmani come un movimento
eretico: credevano che non si potesse giungere alla verità divina
semplicemente tramite lo studio del Corano, ma attraverso un percorso
iniziatico ed esoterico. Di conseguenza seguivano con un fervore
fanatico i loro maestri, considerati rappresentanti di Dio sulla
terra.
I loro nemici li accusavano di farsi
beffe dell'Islam pregando con le spalle rivolte alla Mecca, di non
digiunare e soprattutto di essere grandi consumatori di droghe (grave
peccato per i musulmani), da cui il termine arabo
Hašīšiyyūn ("dediti
all'hashish").
La vera e propria setta degli Assassini
si formò in Persia nel 1094 attorno alla figura del mistico
Ḥasan-i Ṣabbāḥ,
infatti si ipotizza che il termine Assassino derivi da una
parola persiana che significa "Seguace di Hasan". Gli
Assassini scelsero come base principale il castello di
Alamut
("Nido dell'aquila" in Persiano), sulle
montagne nell'attuale Iran. Per questo Hasan e i successivi capi
della setta vennero chiamati il "Vecchio della montagna".
Oltre ad Alamut ebbero anche altre basi, tra cui
proprio
Masyaf, in Siria.
Anche se combatterono anche contro i
Crociati i Nizariti agivano principalmente contro altri musulmani,
perché volevano stabilire la supremazia della loro dottrina nel
mondo islamico.
Non essendo però abbastanza numerosi
da sfidare i loro nemici in battaglia gli Assassini si
specializzarono nella guerriglia e nell'omicidio politico: uccidevano
i capi politici, militari e religiosi delle altre fazioni in modo da
destabilizzarli.
Con il tempo svilupparono una vera e
propria ritualità legata all'omicidio: si vestivano di bianco
(simbolo di purezza) con una cintura rossa (simbolo di coraggio) e
come arma usavano solo il pugnale perché ritenuto più onorevole
(mai con il veleno o con armi che colpivano a distanza).
Non avevano paura di colpire allo
scoperto in luoghi pubblici e affollati come moschee e mercati, se
possibile compivano i loro attentati di venerdì. Erano disposti a
morire per la loro causa, anche lasciandogli linciare dalla folla
dopo aver compiuto la missione.
Tra le loro vittime più illustri
(accertate o sospette) figurano il califfo di Baghdad Al-Mustarshid,
il suo successore Al-Rashid e il comandante crociato Corrado del
Monferrato, anche il re d'Inghilterra Edoardo I rischiò di essere
ucciso da loro, ma scampò cavandosela con una ferita.
Anche Saldino ricevette una loro visita
come forma di monito: mentre assediava Aleppo un gruppo di assassini
si introdusse nella tenda dove dormiva e gli lasciò accanto al letto
un pugnale e un messaggio con scritto:
"Vieni a prenderci se ci riesci!"
Erano abilissimi nell'infiltrarsi tra
le linee nemiche: il già citato Corrado del Monferrato fu ucciso da
un gruppo di Assassini travestiti da monaci che gli si avvicinarono
parlandogli in francese.

La setta degli Assassini era
organizzata secondo una rigida gerarchia in cui si avanzava di grado
attraverso lo studio della dottrina di Hasan. Il vecchio della
montagna, il gran maestro, godeva di una fedeltà e di una devozione
fanatica: si narra infatti che una volta, per impressionare degli
ambasciatori inviati dai crociati, il vecchio ordinò ad alcuni dei
suoi uomini di uccidersi saltando giù dalle mura del castello. (Il
salto della fede è ispirato a questo episodio).

Secondo alcune leggende questa cieca
obbedienza e devozione assoluta era dovuta al fatto che gli Assassini
erano convinti che il Vecchio della montagna potesse offrire
l'accesso al paradiso.
Marco Polo, ad esempio descrive
nel Milione la fortezza di Alamut (pur non avendola visitata) e parla
degli Assassini. Narra infatti che all'interno del castello si
trovassero dei magnifici giardini costruiti secondo le visione
islamica del paradiso: erano pieni di piante e animali esotici, vino,
ragazzi e ragazze bellissime e ogni sorta di piacere dei sensi.
Secondo Polo i nuovi adepti venivano
drogati pesantemente con oppio e hashish in modo da lasciarli
addormentati per giorni, venivano portati ancora privi di sensi ad
Alamut per la prima volta, in modo che al loro risveglio (ancora
confusi e storditi dalla droga) credessero di trovarsi veramente in
Paradiso. Dopo essersi potuti godere per un po' i piaceri del
"paradiso" veniva assegnata loro una missione e nuovamente
fatti addormentare con l'oppio e riportati all'esterno,
promettendogli di poter tornare solo a missione compiuta.

La vera fortezza di
Alamut, in Iran.
La fine della loro storia avvenne nel
1256, quando i Mongoli assediarono e rasero al suolo Alamut.