Secondo Ovidio, nella commedia "Metamorfosi" (4.604–5.263) che fu scritta nell'8 d.C., Gorgon era una donna molto bella, sacerdotessa nel tempio della dea Atena.
Poseidone e Atena non erano in buoni rapporti, per questo il dio del mare decise di offenderla. Ovviamente doveva farlo di nascosto, perché Atena era una dea. Così vide la bella sacerdotessa Gorgone, e…
…decise di violentarla all'interno del tempio di Atena (insultando in questo modo sia lei che la sua divinità). Atena, indignata per questo atto scempio, non poté far altro che inveire sulla sacerdotessa, trasformandola nella terribile - e a tutti noi nota - Medusa.
Un mostro abominevole, con il busto da donna, il corpo da serpente e
delle serpi al posto dei capelli. Si dice inoltre che era così brutta che chi la guardava in faccia sarebbe rimasto letteralmente pietrificato.
Tutti sappiamo come andò a finire: la leggenda di come Perseo la uccise e la decapitò, usando uno scudo riflettente, come gli aveva consigliato la dea della saggezza.
La versione del mito di Medusa tramandataci da Ovidio è forse oggi più attuale e necessaria che mai. Simboleggia la lotta delle donne contro le esigenze del patriarcato e la vittimizzazione che, purtroppo, molte donne ancora oggi subiscono quando cadono vittime di molestie sessuali e stupri.
Atena non poteva punire Poseidone perché, oltre ad essere una divinità era anche un uomo. Dovette quindi incolpare la vittima, punendola!
Medusa è un personaggio incompreso. Se ci pensiamo non fece mai nulla di male, quello che le successe era fuori dal suo controllo.
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