Palazzo Acerbi, in corso di Porta Romana, al civico 3, nei pressi di piazza Missori, a Milano.
Per esservi accolti occorre un appuntamento con il diavolo in persona.
Si narra che l'originario proprietario, tale Ludovico Acerbi, gentiluomo della Milano spagnola del '600, abbia fatto un patto con il diavolo, con Satana in persona, valido PER SEMPRE.
Infatti, durante la peste manzoniana del 1630, nella nobiliare e graziosa dimora, costruita nello stile del "barocchetto lombardo", si succedevano lussuose e lussuriose feste, tutti i giorni e tutte le notti e mai nessuno, padrone di casa o ospiti, si ammalò.
E, mentre sotto i balconi del palazzo una processione continua di monatti recava poveri corpi al "foppone" (fossa comune), i balli sfrenati dei gaudenti irridevano di continuo i macabri cortei.
La protezione del diavolo proseguì nei secoli: durante i moti del "quarantotto" (Le Cinque Giornate di Milano) una palla di cannone austriaca si conficcò, senza recare gran danni, sulla facciata principale del palazzo (ed è ancora lì, con una piccola targa commemorativa sottostante); durante i bombardamenti del '43 e '44 l'illustre dimora non ebbe un graffio (a differenza della devastazione di gran parte degli edifici vicini e di tutto il centro cittadino).
In tempo di pandemia molti avrebbero voluto attendarsi nell'androne del diabolico palazzo…
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