giovedì 8 settembre 2022

In quale santuario tutti i visitatori devono togliersi la maglia?

Nella città ghanese di Bolgatanga c’è il santuario di Tengzug in cui è obbligatorio togliersi la maglia.



Solo in tal caso è possibile percorrere quei luoghi sacri per i Talensi, un gruppo etnico africano.

I sacrifici animali sono una parte importante dello stile di vita della tribù, e mentre passeggiate per il villaggio noterete che le case di fango hanno santuari coperti di sangue e carcasse.


Il santuario principale è una grotta sopra un mucchio di massi.

I visitatori, sia uomini che donne, devono entrare a torso nudo. Dentro ci sono mucchi di piume, attrezzi per il sacrificio e resti assortiti di animali amati e perduti.

La vista e l’odore sono insopportabili.


mercoledì 7 settembre 2022

Il fatto che non vediamo i viaggiatori nel tempo apparire ovunque non è la prova perfetta che il viaggio nel tempo rimarrà per sempre impossibile?

Questa è effettivamente la prova più solida che nega i viaggi nel passato. Ma ci sono delle possibili soluzioni.

Multiverso: ci devono essere universi dove nessuno ha fatto viaggi nel tempo, e noi siamo in quelli.

Estinzione: Il viaggio nel passato è possibile, ma l'umanità si è estinta troppo presto per scoprirla.

Macchina del tempo: c'e chi sostiene che una macchina del tempo non possa portarti dopo la sua distruzione e non prima della sua creazione, e dato che nel 2022 non ci sono macchine del tempo nessuno potrà mai andarci.





martedì 6 settembre 2022

Quale bufala resiste da oltre un secolo?

Nel 1883 Henry Ziegland annulla il suo matrimonio il giorno prima dalle nozze.



Per la ragazza è un’onta terribile e si toglie la vita. Il fratello della giovane accusa il fidanzato come responsabile dell’insano gesto. Dopo le esequie, l’uomo aspetta Henry fuori dalla sua abitazione e gli spara, poi si suicida.

Henry non è morto: è stato colpito allo zigomo e la pallottola ha continuato il suo percorso conficcandosi in un albero della sua proprietà.

Vent’anni dopo l’uomo decide di abbattere alcuni alberi del suo giardino e uno di essi si rivela particolarmente difficile da tagliare. Sì, era proprio l’albero con il proiettile conficcato al suo interno.

Decidono di farlo esplodere e durante la deflagrazione il proiettile colpisce Ziegland, uccidendolo. La vendetta era compiuta.


È ovviamente una clamorosa bufala, eppure ancora oggi molte persone considerano attendibile questa storia. È proprio vero che le bufale, una volta arrivate ad una fonte percepita affidabile, anche falsamente, diventano immortali.


lunedì 5 settembre 2022

Caboclo d'água

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Il caboclo d'água è una creatura leggendaria del folclore brasiliano.
È descritto come un essere di forma umana, tarchiato e muscoloso, agile in acqua, dotato di un solo occhio. Vive nel Rio São Francisco ed è in grado di rovesciare le imbarcazioni. Per ingraziarselo, pescatori e barcaioli, buttano in acqua del tabacco.





domenica 4 settembre 2022

Aura

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Nel contesto della parapsicologia e della spiritualità, l'aura o alone luminoso, parola che deriva dal greco alos («corona»), denota un sottile campo di radiazione luminosa, invisibile alla normale percezione, che circonderebbe e animerebbe tutti gli esseri viventi (persone, animali e piante) come una sorta di bozzolo o alone, capace di riflettere l'anima dell'individuo cui tale aura appartiene, e di sopravvivere al decadimento della sua vita biologica. Non esistono prove scientifiche a supporto di tali credenze, che restano al momento non dimostrabili e ritenute oggetto della pseudoscienza.


Descrizioni dell'aura

Le descrizioni a noi pervenute dell'aura provengono da popoli appartenenti anche a culture molto diverse, antiche e moderne, presso le quali sono presenti raffigurazioni dei corpi umani avvolti da ovoidi luminosi; dall'aspetto di questi ultimi sarebbe stato possibile capire persino un eventuale stato di malattia del corpo.
Si tratterebbe di un'"emanazione luminosa" che solo alcuni individui sensitivi sarebbero in grado di percepire. Charles Webster Leadbeater la descrive come «una nube a forma d'uovo di nebbia diafana». Joseph Jastrow sostiene in proposito che «tutti gli oggetti esalano dalla loro periferia una sorta di vapore o nube». Secondo il Manuale Rosacrociano, questa sorta di spirito, la cui essenza corrisponde al Mercurio degli alchimisti, ossia alla materia prima, «quando viene sottoposta a certe condizioni, si raccoglie in punti focali molto piccoli di carica elettrica», cioè negli elettroni; in tal modo avrebbe luogo la materia per come la vediamo.
La nozione dell'aura, o di un involucro energetico avvolgente il corpo umano, compare già nelle descrizioni dei Veda, nel Libro di Dzyan, o nei geroglifici egiziani. Sin dall'antichità essa rappresentava «una luminosità, o simbolica oppure reale, presente attorno al capo o al corpo di uomini illustri, come santi e capi carismatici». Anche nei dipinti di epoca cristiana, ad esempio di Tiziano o Raffaello, si nota spesso un alone luminoso intorno ai personaggi dotati di sacralità.
Nell'Europa moderna, si deve a Johann Georg Gichtel, allievo del filosofo Jakob Böhme, una descrizione dei centri energetici dell'aura, meglio noti nella scrittura sancrita indiana come chakra, illustrati nella sua Theosophia Practica del 1696. Nell'Ottocento, alcuni studi sulle emanazioni auriche dell'essere umano furono condotti dal barone austriaco Carl Von Reichenbach, teorizzatore della forza Odica, e in seguito dalla comunità teosofica fondata da Helena Petrovna Blavatsky.
Agli inizi del Novecento, Charles Webster Leadbeater intese divulgare al grande pubblico la descrizione dell'aura col suo libro L'uomo visibile e l'uomo invisibile, mentre Rudolf Steiner accoglieva l'indagine sull'aura nella sua medicina antroposofica.

Visualizzazione

Per spiegare tali visioni, tra le cause naturali proposte in ambito parapsicologico, ma scientificamente indimostrabili, potrebbe esservi un'emissione di onde elettromagnetiche d'una lunghezza d'onda troppo lunga per essere elaborate dai coni della retina ma sensibili invece ai bastoncelli, responsabili della visione laterale; questi ultimi, quando si assume una particolare posizione, ad esempio con il capo roteato e gli occhi socchiusi, sarebbero in grado di recepire tali onde; in tal modo, infatti, interverrebbe nella visione soltanto la parte periferica della retina.
Trattandosi di onde, si ritiene che queste possano essere percepibili anche da apparecchiature tecniche, in particolare mediante strumenti di tipo termografico, in grado di eseguire foto a colori delle radiazioni di calore presenti sul corpo umano, ma non percepibili ad occhio nudo a causa della loro lunghezza d'onda. In proposito, hanno raggiunto una certa notorietà le presunte fotografie dell'aura scattate con un procedimento fotografico noto come «effetto Kirlian», dal nome dei coniugi loro ideatori, da cui anche il nome di aura Kirlian. Secondo la ricerca scientifica, questo tipo di fotografia non ritrarrebbe in realtà l'aura, ma semplicemente normali effetti fisici quali l'umidità, il calore o generici fenomeni elettromagnetici tipicamente presenti in tutti i corpi, anche in quelli inanimati.
Gli stessi coniugi Kirlian tracciarono la mappa dei punti del corpo umano che secondo loro avrebbero emanato questa luce e ritennero, in un secondo tempo, di individuare corrispondenze con i punti fondamentali per l'agopuntura. Un'analoga corrispondenza è stata oggetto di studio del naturopata Peter Mandel.

Patologie dell'aura e rimedi

Poiché l'aura non è che il riflesso dei pensieri e degli atteggiamenti di una persona, essa ne riflette anche le eventuali disarmonie e comportamenti errati, che possono dare luogo a patologie tendenti a trasferirsi progressivamente dal piano più sottile, attraverso i vari corpi intermedi, fino a quello materiale. Il legame tra psiche e malattia era noto del resto già nelle epoche pre-moderne, presso le quali il medico era anche sacerdote. La disarmonia tra l'anima, intesa come la forma o il modello che la personalità è chiamata a realizzare, e la psiche, si esprime come una frattura del campo sottile che può andare da un semplice assottigliamento a una sorta di buco dell'aura, spesso di colore scuro. Attraverso i buchi dell'aura si determinano fuoriuscite di energia che vengono generalmente vissute come spossatezza e svuotamento.
Quali forme di rimedio, oltre ad una presa di coscienza delle problematiche scatenanti, tra le più antiche vi sono le terapie energetiche come l'agopuntura o la cura dei colori della medicina tradizionale cinese. A livello eterico agisce anche l'omeopatia. Rimedi che agiscono invece al livello astrale o emozionale sono i fiori di Bach, i quali, apportando una specifica energia ad alta frequenza, inondano l'aura di vibrazioni armoniche in grado di riequilibrarne le eventuali disarmonie.


 

sabato 3 settembre 2022

Teletrasporto

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Per teletrasporto si intende il processo di trasporto istantaneo della materia attraverso lo spazio da un luogo all'altro. Questo neologismo è un portmanteau derivato dalla radice greca "Τηλε-" ("lontano") e dall'italiano "trasporto", sulla falsariga del termine inglese "teleportation" coniato dallo scrittore Charles Fort (lo stesso prefisso "tele-" unito alle ultime sillabe di "transportation", ossia trasporto).
Come ipotetica tecnologia il teletrasporto è spesso utilizzato nelle opere di fantascienza, dove è generalmente usato come sinonimo di trasporto istantaneo, intendendo che il processo possa avvenire anche attraverso grandi distanze (es. tra la Terra e la Luna o un altro pianeta) e a velocità pari o superiori a quella della luce.
Il teletrasporto, così come descritto nelle opere di fantasia, è lontano dall'essere realizzato, tuttavia costituisce uno dei maggiori soggetti di ricerca tra i fisici di tutto il mondo che operano nel campo della meccanica quantistica.

Aspetti scientifici

Il teletrasporto è una possibilità teorica ammessa sia dalla fisica quantistica che dalla teoria della relatività generale, due teorie contrastanti per diversi altri aspetti.
Viene definito teletrasporto quantistico il fenomeno di apparente azione istantanea a distanza descritto dal paradosso Einstein-Podolsky-Rosen (detto anche "Paradosso EPR", dalle iniziali dei nomi degli scienziati che lo idearono in riferimento al principio di indeterminazione di Heisenberg e al principio di sovrapposizione di stati). Tale tipo di teletrasporto si basa sulla proprietà di entanglement di due (o più) osservabili (particelle, ad esempio). Due particelle entangled sembrano rispondere istantaneamente l'una dell'altra (in realtà violano il principio di località), ma le informazioni che si trarrebbero da queste risposte immediate andrebbero comunque utilizzate (comunicate) con velocità limitate da quella della luce.
Secondo alcuni sarebbe erroneo considerare il fenomeno un "primo passo" verso una tecnologia del teletrasporto o dei viaggi a velocità superiori a quella della luce. Negli esperimenti finora svolti il segnale è fatto di particelle aventi massa e non può superare la velocità della luce, può essere visto sia come onda che moto di particelle. Teoricamente, esistono e sarebbero utilizzabili onde aventi massa zero, che possono muoversi a velocità superluminali.
I ponti di Einstein-Rosen sono una costruzione matematica che prevede la possibilità di uno spostamento da un punto all'altro dello spazio o del tempo, attraverso dei buchi neri.
Con il teletrasporto quantistico non è il corpo ad attraversare lo spazio-tempo che separa il punto di partenza e di arrivo, ma un'onda che porta l'informazione in esso contenuta, per "ricomporre" la massa nel punto di arrivo. Invece, un punto materiale che attraversasse un ponte di Einstein-Rosen entrerebbe in una deformazione dello spazio-tempo che avvicina moltissimo i punti di partenza e di arrivo.
La relatività generale afferma che lo spazio-tempo risulta deformato all'osservatore se la velocità è prossima a quella della luce o in presenza di campi gravitazionali: velocità o gravità si possono usare per "accorciare" i tempi di viaggio per enormi distanze nello spazio e nel tempo. Il teletrasporto quantistico agisce sulla velocità, i ponti di Einstein-Rosen sulla gravitazione.

Cultura di massa

Nella narrativa fantastica, il teletrasporto (o un'analoga forma di portale di passaggio spaziotemporale) viene utilizzato come artificio narrativo nella fantascienza (come forma di tecnologia futura) e nel fantasy (come atto di magia).

Fantascienza

La prima menzione di un sistema di teletrasporto in un'opera di fantascienza è presente nel racconto The Man Without a Body (1877) di David Page Mitchell, in cui uno scienziato scopre un metodo per disassemblare gli atomi di un gatto e trasmetterli via telegrafo.
Il concetto verrà poi ripreso nella fantascienza del primo Novecento; uno dei primi autori a descrivere un sistema che trasmette corpi via etere da una cabina di partenza a una ricevente è Ettore Santi con il racconto L'esperienza di Donati (La Domenica del Corriere n.10 dell'11 marzo 1906). Tra i più noti, il racconto The Fly di George Langelaan del 1957, da cui verranno tratti i due film L'esperimento del dottor K e La mosca, con vari seguiti.
L'idea raggiunge la diffusione a livello mondiale con il successo della serie televisiva Star Trek e dei suoi seguiti e trasposizioni cinematografiche (si veda Teletrasporto (Star Trek)). Il concetto è stato ripreso in televisione anche con il telefilm Stargate SG-1 e serie correlate.
I modi di teletrasporto utilizzati nella fantascienza sono in genere di due tipi:
  • per scomposizione e riassemblaggio (come quelli citati precedentemente);
  • per portali (con o senza passaggio attraverso una "dimensione" intermedia).
Vi è poi un terzo tipo di trasmissione istantanea, che non riguarda la materia ma solo le informazioni, a scopo di telecomunicazione, attraverso dispositivi come l'ansible.


venerdì 2 settembre 2022

Onironautica

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L'onironautica o sogno lucido (termine coniato dallo psichiatra olandese Frederik van Eeden in un articolo del 1913) è il fenomeno di prender coscienza durante il sogno del fatto di stare dormendo, e la conseguente capacità di muoversi coscientemente all'interno di un sogno. Il "sognatore lucido", detto anche onironauta, può, con la pratica, esplorare e modificare a piacere il proprio sogno.
Lo scienziato Stephen LaBerge, dell'università Stanford, fondatore del Lucidity Institute, un centro di ricerca sul fenomeno dei sogni lucidi, definisce l'esperienza «sognare sapendo di stare sognando.».
I sogni lucidi sono argomento di studio per gli psicologi, ma attraggono anche l'interesse di artisti e di una più vasta e variegata platea di destinatari, composta da persone legate alla cultura new Age, o interessate a pratiche di occultismo. Inoltre, secondo LaBerge, l'esperienza dei sogni lucidi può essere d'aiuto negli ambiti più disparati, come il problem solving, lo sviluppo della creatività, il rafforzamento dell'autostima, la capacità di affrontare paure e inibizioni e, più in generale, il raggiungimento di un senso di liberazione e armonia nella propria vita.

Meccanismo

Da svegli condividiamo il mondo fenomenico con regole uguali per tutti (descritto, in generale, dalla scienza). Nel sogno le percezioni non sono legate ai fenomeni e, per questo motivo, possono anche non presentare alcuna linearità.
Tuttavia, alcune proprietà delle percezioni sono dovute alla formazione dei pensieri nella mente dell'uomo e quindi sempre uguali, indipendentemente dal sogno o dal sognatore. Tutte le attività interne ai sogni (racconti di sogni lucidi, test di realtà, tecniche di stabilizzazione, ecc.) vanno quindi lette con cognizione critica. Si deve distinguere ciò che può essere astratto (diventare una regola generale) da ciò che è legato al caso particolare, privo di valore generale.
È stata proposta la distinzione tra "sintassi del sogno" (sulla quale basare i test di realtà) e "semantica del sogno" (di valore puramente personale ed impossibile da adoperare per i test di realtà).

Riconoscere un sogno lucido

Il punto focale dell'esperienza del sogno lucido è rendersi conto del fatto di stare sognando. A tal proposito, è necessario ricercare nel proprio sogno dei segni che indichino chiaramente una situazione bizzarra o irrealizzabile nel mondo reale. Prerequisito necessario per sperimentare il sogno lucido è quello di riuscire a ricordare i propri sogni. Il metodo più usuale utilizzato per potenziare tale abilità è quello di tenere un registro (o diario) dei sogni da compilare al risveglio. Perché ciò risulti efficace è importante svolgere tale operazione il più presto possibile poiché il ricordo dei sogni tende a svanire molto rapidamente (in particolare è da sapere che i sogni che si ricordano sono in realtà i sogni che si fanno negli ultimi minuti di sonno prima del risveglio). Inoltre il sogno lucido viene descritto come un'esperienza di notevole qualità percettiva durante l'attività onirica, tanto che persone seppur con problemi fisiologici riescono a percepire in modo chiaro e distinto. L'ambientazione varia spesso; da qui nasce la disputa tra viaggio astrale e sogno lucido (ci sono coloro che sostengono infatti che il viaggio astrale altro non sia che un sogno lucido con tema diverso, altri credono in tale distinzione). Nel caso del viaggio astrale si percepisce l'ambiente reale ed alcuni che testimoniano di averne avuto esperienza dicono che si vive la sensazione di distacco dell'anima dal corpo; nel caso del sogno lucido ci si può anche trovare nell'ambiente circostante, ma più frequentemente in ambienti surreali.
La reale difficoltà ad uscire da tale disputa consiste nella dialettica riguardo l'affidabilità dei testimoni e soprattutto la possibilità di isolare tutti i fattori concomitanti a tale fenomeno; a ciò si è per esempio dedicato Stephen LaBerge, studioso di tali fenomeni, tanto che ha fondato un istituto a suo nome per approfondire tali studi.
L'opposto del sogno lucido potrebbe essere descritto come un "sogno a occhi aperti", ma in realtà è più calzante dire "perdere la concentrazione" (o attenzione, se non lucidità). Un esempio dell'opposto di un sogno lucido è "tornare a casa a notte tarda, guidando la macchina come se fosse inserito l'autopilota e senza esserne del tutto coscienti".
Secondo alcuni neurologi tali fenomeni potrebbero essere, specialmente nel caso di sogni lucidi spontanei e frequenti, disturbi del sonno, in cui lo stato di veglia viene a manifestarsi durante la fase REM, compromettendo così l'equilibrio del sonno e la sua funzione ristorativa. Ciò non significa necessariamente che siano contro tale realtà, ma sono propensi a riconoscere una positiva funzionalità del fenomeno se indotto artificialmente o meccanicamente a scopi terapeutici per risolvere disturbi radicati nel subconscio (è ben saputo che nel sonno prende spazio l'inconscio, che custodisce le nostre informazioni più recondite).

Test di realtà

Va detto che nel momento in cui un soggetto avverte il bisogno di effettuare un test di realtà (durante il sonno), il dubbio stesso, se ciò che vede o sente sia o no reale è di per sé un test di realtà (in stato di veglia non ci chiediamo ragionevolmente se stiamo sognando oppure no), comunque, a conferma, tale operazione consiste nella volontaria ricerca di alcuni dettagli che contraddistinguano univocamente il mondo onirico. Può capitare che i primi tentativi diano un esito negativo. È quindi consigliabile dubitare del "falso negativo", fidarsi dell'intuizione di sognare (o del dubbio di essere svegli) e di insistere. Con un numero maggiore di tentativi (da 3 a 5) si aumenta l'accuratezza del risultato. Si ottengono risultati più accurati combinando diversi test (piuttosto che ripetere meccanicamente lo stesso test). In generale, ripetere meccanicamente un test senza attenzione (fermarsi a riflettere) è inutile. Ecco alcuni esempi:
  • Saltare - Nel mondo dei sogni spesso la forza di gravità non agisce come nella realtà: saltare corrisponde il più delle volte a prendere il volo o rimanere sospesi a mezz'aria.
  • Guardarsi le mani - Può succedere che in un sogno la mano possa apparire sfocata o con sei dita.
  • Leggere - Un test efficace consiste nel leggere una scritta qualsiasi, distogliere lo sguardo e poi provare a rileggerla. Nei sogni spesso le parole cambiano, non restano le stesse.
  • Guardare l'orologio - Nei sogni l'ora su un orologio digitale non rimane la stessa se la si legge più volte di seguito. Stranamente, di rado questo fenomeno si ha con gli orologi analogici (a lancette). Una spiegazione potrebbe essere che per leggere dei numerali lo sforzo mentale è maggiore (si devono mettere in serie dei simboli, come per la lettura), mentre per interpretare la posizione delle lancette è sufficiente riconoscere una forma geometrica, attività maggiormente legata alla vista.
  • Respirare - Se si riesce a respirare chiaramente con il naso pur essendoselo tappato o se si respira sott'acqua si sta sognando.
  • Guardarsi allo specchio - Spesso nei sogni la propria immagine riflessa allo specchio è deformata o sostituita con qualcosa d'altro o, anche, può non apparire. Talvolta lo specchio è molto sporco e non specchia affatto.
  • Spegnere la luce - Se in un sogno si prova a spegnere la luce, anche forzatamente (distruggendo la fonte), la luce non si spegne.
  • Accendere la luce - A volte può capitare di entrare in una stanza buia. Spesso provando a premere l'interruttore per accenderla non accade nulla.
  • Aprire la vista su nuovi spazi - Accendere la luce in una stanza buia, aprire una porta, usare un cannocchiale, sbirciare oltre un muro e via dicendo, può avere il sorprendente effetto di mostrare uno spazio indistinto senza contorni o contenuti discernibili (molto simile alla nebbia o al fumo).
  • L'impossibilità di ricordarsi o tracciare come si è arrivati ad una certa situazione è un altro metodo utilizzabile per capire se si sta sognando.
  • Urlare - Spesso mentre si sogna si nota di non riuscire ad urlare ma si emette solo una voce rauca.
Se il test di realtà dà esito favorevole si è nel mondo dei sogni. A tal punto il sognatore, pur essendo ancora addormentato, acquisisce l'acutezza dei sensi e la lucidità proprie della vita nel mondo reale e può quindi interagire con il proprio mondo onirico come se fosse sveglio, forte dei propri ricordi e della propria volontà. In questa condizione è facile risvegliarsi oppure riperdere il controllo di sé e continuare l'esperienza di sogno normalmente: la capacità di controllo di questo labile stato viene dall'esperienza e dalla pratica.
Arrivare ad eseguire volontariamente un test di realtà all'interno di un sogno richiede una certa pratica di tale tecnica durante la veglia: nei sogni, infatti, tendiamo a riprodurre i comportamenti e le operazioni che siamo più abituati ad assumere e ad eseguire nel mondo reale.
Questi test offrono il fianco alla critica che la loro applicazione può avvenire in una fase non onirica ma di aspettativa nella quale ricreiamo aspetti di un sogno precedentemente avuto e quindi produciamo involontariamente (inconsciamente) il risultato finale del test medesimo. In assenza di una registrazione dei movimenti REM o di un EEG che confermi lo stato onirico questi test sono poco affidabili.

Falsi risvegli

A seguito di un test di realtà positivo (spesso involontario) l'improvvisa acquisizione di lucidità può causare nel sognatore una sorpresa tale da svegliarlo. A volte però il risveglio è solo virtuale: il sognatore si ritrova nella sua camera da letto credendo di essersi svegliato, invece sta ancora sognando. Il fenomeno del "falso risveglio" potrebbe essere un meccanismo di protezione del sonno. Ad esempio, il sognatore ha sete, e sogna di svegliarsi per andare a bere; oppure, decide di svegliarsi per sfuggire ad un incubo. Questi falsi risvegli causano la maggior parte delle volte la perdita di lucidità e il soggetto prosegue nel suo sogno normalmente (talvolta ci si sveglia realmente quando nel falso risveglio si è sognato non solo di alzarsi dal letto, ma di stare andando al lavoro). Per evitare la perdita di lucidità è possibile abituarsi ad eseguire un test di realtà appena si crede di essersi svegliati.
Tuttavia l'acquisizione di consapevolezza del "falso risveglio" può essere l'anticamera di una esperienza assai angosciosa (anche se per fortuna breve): nel tentativo di risvegliarsi veramente, il soggetto si ritrova lucido e cosciente ma con il corpo paralizzato. Ciò è dovuto alla cosiddetta paralisi ipnagogica che tipicamente accompagna le fasi REM (si vedrà più avanti).

Tecniche per ottenere un sogno lucido

Vi sono diverse tecniche che permettono di aumentare significativamente le probabilità di avere un sogno lucido se applicate correttamente.

RCT, metodo del controllo sulla realtà

Una tecnica a priori per massimizzare la possibilità di avere un sogno lucido consiste nell'utilizzo del metodo del controllo sulla realtà (RCT, Reality Control Test). Si tratta durante il giorno di prestare attenzione più volte a cose che durante il sogno cambiano, in modo tale da rendersi conto che si sta sognando. Ad esempio si potrebbe controllare l'ora più volte (in genere quando si controlla l'orologio nel sogno e lo si ricontrolla anche a distanza di qualche secondo, l'orario è mutato), oppure fissare un panorama o una stanza più volte (quando lo si fa nel sogno in genere lo scenario cambia completamente). Riferirsi con questa tecnica a cose che non sono patrimonio dell'inconscio (contrariamente al sogno che è invece patrimonio dell'inconscio), ergo controllare qualsiasi cosa che abbia a che fare con i numeri (orario, matrici di numeri, partenze e arrivi di treni o di aerei...), con frasi logiche in genere ("mamma non è nanna"), con percorsi preferenziali (quando si guida un veicolo porre attenzione alla strada e magari notare qualche albero particolare)



CAT, tecnica di adeguamento del ciclo

La CAT, acronimo di cycle adjustment technique, è una efficace tecnica per indurre un sogno lucido. È stata sviluppata da Daniel Love, uno studioso britannico. Consiste nel calibrare il proprio ciclo di sonno al fine di aumentare le probabilità di veglia durante la sua ultima parte. È necessario svegliarsi 90 minuti prima del normale orario di sveglia, finché il ciclo di sonno si regola sulle nuove condizioni. A questo punto si alternano le vecchie e le nuove condizioni di sveglia. Nei giorni con tempo di sveglia normale, lo stato di allerta sarà così aumentato rendendo il sogno lucido più probabile.

MILD, induzione mnemonica del sogno lucido

Acronimo di Mnemonic Induction of Lucid Dreaming, è una delle tecniche più utilizzate e consiste semplicemente nel coricarsi con l'intenzione di riconoscere nel sogno delle situazioni inusuali o impossibili da verificarsi nella realtà. È una tecnica molto semplice ed immediata da applicare ma non molto efficace se applicata da sola: solitamente si utilizza in combinazione con una delle altre per ottenere un effetto sinergico.



WBTB, induzione per risveglio e riaddormentamento

Acronimo di Wake Back To Bed. Questa tecnica applicata ad uno dei metodi è molto efficace; si sperimenta infatti un aumento del 62% dei sogni lucidi. La tecnica consiste nell'andare a dormire e svegliarsi circa 5/6 ore dopo, restare svegli per un'ora focalizzando i propri pensieri sul sogno lucido (semplicemente pensandoci o leggendo qualche libro sull'argomento) ed infine tornare a letto, cercando di effettuare il MILD.
Questa procedura aumenta di molto la probabilità di ottenere un sogno lucido. Ciò è dovuto al fatto che le fasi del sonno REM (quelle in cui si sogna) si allungano col prolungarsi della notte. Più la fase REM è lunga, più si alzano le probabilità di acquisire lucidità all'interno di essa.

WILD, sogni lucidi iniziati da sveglio

Acronimo di Wake Initiated Lucid Dreams, questa tecnica consiste nell'iniziare il sogno "senza addormentarsi" ed è resa possibile rilassando completamente il corpo ma mantenendo la mente vigile e concentrata su di esso. Il sogno lucido può essere raggiunto passando attraverso vari stadi: è possibile avvertire delle scosse attraversare il proprio corpo, essere preda di una particolare paralisi del sonno (innocua ma talvolta terrificante), assistere alla materializzazione di particolari immagini ipnagogiche davanti ai propri occhi (chiusi), e successivamente ritrovarsi in un ambiente onirico passando quindi da "spettatore" ad "attore" della scena.
Non è raro che l'ambiente in cui ci si viene a ritrovare sia una riproduzione del luogo in cui ci si era appisolati: alcuni sostengono che siano vicini, o talvolta siano le stesse esperienze extracorporee come viaggi astrali o fenomeni paranormali del genere.

Induzione tramite stimoli esterni

Alcuni ricercatori hanno sperimentato stimoli acustici su soggetti quando essi entravano nella fase REM, come l'ascolto di un nastro con frasi tipo "Questo è un sogno".
Sono inoltre in commercio dei dispositivi, che si presentano come mascherine da indossare a mo' di occhiali quando si va a dormire. I sensori dell'apparecchio si accorgono quando il soggetto entra in fase REM e provvedono ad inviargli degli stimoli tramite led luminosi (talvolta si può anche programmarli con suoni e/o registrazioni). A questo punto, se il dormiente sarà in grado di avvertirli ed interpretarli correttamente, potrà ottenere la lucidità nel sogno, anche perché richiede da parte dell'aspirante onironauta la capacità di porsi spontaneamente la verifica della percezione con i suddetti test di realtà (in questo caso deve "predisporsi" a riconoscere già durante il giorno delle luci lampeggianti). Comunque sia, il loro utilizzo viene proposto per facilitare l'accesso a tale stato di coscienza.

 
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