lunedì 4 novembre 2019

Teoria del complotto sugli UFO

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La teoria del complotto riguardante gli UFO è un'indimostrata teoria del complotto che sostiene che le prove dell'esistenza degli oggetti volanti non identificati e della presenza di alieni sulla terra, siano state occultate da vari governi in tutto il mondo, tra i quali i più attivi sarebbero gli Stati Uniti d'America. Questa teoria complottistica ha numerose varianti a seconda degli autori, che vanno dal semplice recupero di UFO che si sarebbero schiantati al suolo uccidendo l'equipaggio alieno all'idea che i governi sarebbero effettivamente in comunicazione o cooperazione con ipotetiche entità extraterrestri.
Secondo quanto riferito da David Morrison, membro del Committee for Skeptical Inquiry queste teorie sono sostenute da poche o nessuna prova. Uno dei membri fondatori del SETI, Carl Sagan sottolinea nella sua serie Cosmos che «affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie» (citando Marcello Truzzi). Ad ogni modo, moltissime persone affermano che vi sarebbe un generale insabbiamento attuato da alcuni soggetti del Governo degli Stati Uniti. L'ex-senatore statunitense Mike Gravel, ha affermato che la Casa Bianca ha ripetutamente soppresso, ignorato e/o minimizzato le prove. Alcuni generali, piloti e funzionari governativi hanno dichiarato a verbale la medesima cosa.
Alcune di queste teorie arrivano a sostenere che i governi starebbero esplicitamente permettendo presunti rapimenti alieni in cambio di non meglio specificata tecnologia superiore. Altre teorie sospettano che alcuni Stati, segnatamente gli Stati Uniti d'America sono in comunicazione e/o in cooperazione con gli extraterrestri, nonostante le affermazioni pubbliche contrarie. Secondo altri, gli extraterrestri influenzerebbero addirittura le politiche dei governi (esopolitica). Fin dal suo esordio, il concetto del complotto è entrato a far parte della cultura di massa (specialmente statunitense) ed è diventato un topos delle opere di fiction, la più famosa delle quali è probabilmente la serie televisiva X-Files. Ricerche britanniche avrebbero trovato prove della soppressione di incidenti di UFO da parte delle autorità durante la guerra fredda, ma non sarebbe mai stata trovata alcuna prova del carattere cospiratorio. Il motivo è riferito al desiderio dei governi di evitare di dover ammettere l'esistenza del fenomeno ufologico senza poterlo spiegare e per contenere l'isteria causata da queste notizie nel particolare periodo storico.
In questo contesto, il termine UFO (Unidentified Flying Object) è utilizzato impropriamente, perché esso si riferisce a qualsiasi oggetto volante che sia stato avvistato otticamente e/o a mezzo radar e non sia stato possibile ricondurre a un oggetto o fenomeno noto (velivolo civile o militare, aerostato, satellite artificiale, pianeta, meteora, nuvola, fulmine globulare, ecc.), e non a macchine volanti dichiaratamente di origine extraterrestre.

Le origini
Nel suo Libro dei Dannati del 1919 Charles Fort fece conoscere ad un piccolo ma influente gruppo di lettori le sue ampie documentazioni sul fenomeno UFO. Fort criticò il consesso scientifico e il suo libro conteneva, a suo dire, numerose prove riferite a fatti che chiamava "dannati", cioè ignorati dalla scienza ufficiale.
La Fortean Society fu fondata nel 1931 per promuovere il suo lavoro e i suoi membri hanno incluso H. L. Mencken, R. Buckminster Fuller e Frank Lloyd Wright.

Cultura popolare ed opinioni
Diverse idee cospirative in materia sono fiorite negli ultimi anni attraverso internet ed anche in diversi programmi televisivi anche in Italia, ad esempio il programma Squadra Speciale Ufo del canale National Geographic Italia o il programma Alieni: nuove rivelazioni del canale Focus.
Anche l'intrattenimento televisivo è ricco di serie a tema (X-Files e Stargate), di film (Men in Black e Independence Day) e molte altre storie hanno alla base le teorie cospiratorie sugli UFO. Elementi romanzati possono includere agenti governativi di agenzie sconosciute come i Men in Black, le basi segrete come l'Area 51, la base R.A.F. di Rudloe Manor o la base di Porton Down, riferimenti al caso della cittadina di Roswell, l'incidente della foresta di Rendlesham, un comitato politico segreto, noto come "Majestic 12", o lo studio ufficiale sugli UFO del Ministero della difesa inglese ‘Flying Saucer Working Party' (FSWP).
Alcuni civili riferiscono di essere stati rapiti, addotti dagli alieni; alcuni tra di essi dicendo di essere stati sottoposti ad intensivi ed invasivi esami medici ed altri aggiungendo anche che sperma ed uova gli venivano estratti. L'ipotesi che vi sia una estesa copertura delle informazioni in materia ufologica non è limitata agli studiosi della materia o più in generale alla pubblica opinione. Per esempio, nel 1971 un'indagine di una rivista di sviluppo e ricerca industriale ha rilevato che il 76% dei partecipanti al sondaggio ritiene che il governo non ha mai rivelato tutto ciò che conosceva in materia di UFO, il 54% pensa che gli UFO definitivamente o almeno probabilmente esistano, e il 32% pensa che gli UFO provengono dallo spazio.
Personaggi di rilievo hanno pubblicamente dichiarato che le prove sugli UFO sono state deliberatamente cancellate, incluso il senatore Barry Goldwater, l'ammiraglio Lord Hill-Norton (ex-comandante NATO e capo dello Stato Maggiore della difesa britannico), il generale Arthur Exon (ex-ufficiale di comando della Base Aerea di Wright-Patterson), il vice ammiraglio Roscoe H. Hillenkoetter (primo direttore della CIA), gli astronauti Gordon Cooper e Edgar Mitchell, l'ex-ministro della Difesa canadese Paul Hellyer, il rapporto COMETA francese del 1999 da parte di vari generali francesi ed esperti aerospaziali. Al di là delle loro testimonianze e relazioni, nessuna prova è stata presentata per sostenere le loro dichiarazioni e conclusioni. In accordo con il ‘Committee for Skeptical Inquiry' esiste poca o nessuna prova a loro sostegno, nonostante una significativa ricerca sul tema da parte di agenzie scientifiche non governative.

Elementi tipici
Gli elementi tipici di questo genere di teorie del complotto sono:
  • l'esistenza di un presunto governo ombra o di un Nuovo ordine mondiale (New World Order), che controllerebbe segretamente le sorti del mondo;
  • una ipotetica congiura del silenzio finalizzata a nascondere all'opinione pubblica l'esistenza degli UFO e degli alieni;
  • una sorta di accordo o alleanza di qualche tipo tra il governo (o i governi) e gli extraterrestri (volto, per esempio, a celare i presunti casi di rapimento alieno);
  • l'impiego di speciali agenti governativi (i cosiddetti uomini in nero) per nascondere le prove dell'esistenza degli UFO;
  • elementi tratti dall'ufologia, come l'incidente di Roswell e l'Area 51.
Sostenitori e critiche
Non sono mai emerse prove credibili su UFO di origine extraterrestre. L'astronomo Carl Sagan, già consulente scientifico del Progetto Blue Book, ritiene veritiere le conclusioni del Progetto stesso, secondo cui per i casi non spiegati di UFO non ci sono prove di un'origine extraterrestre. In proposito, James Oberg, ex-ingegnere della NASA, ha aggiunto che i casi non spiegati di UFO non possono costituire evidenza per qualsiasi ipotesi.
Secondo i sostenitori delle ipotesi complottistiche, queste prove esisterebbero, ma sarebbero insabbiate sistematicamente da militari o governi. Ciò avverrebbe essenzialmente per evitare alla popolazione uno shock culturale con probabile diffusione di preoccupazione, panico e sfiducia nelle istituzioni politiche, religiose e scientifiche. Secondo altri, il segreto verrebbe mantenuto per le pressioni degli ambienti militari, per il timore della fine dei nazionalismi o addirittura per richiesta degli stessi alieni.
Gli scettici, ispirandosi al principio del rasoio di Ockham (secondo cui, a priori, la spiegazione più semplice è anche la più probabile), osservano invece che se le prove non si trovano è perché non esistono. Essi fanno notare che le affermazioni dei sostenitori della teoria del complotto non solo non possono essere provate, ma sono anche inconfutabili e perciò, in base al principio di falsificabilità, non sono scientifiche. Viene obiettato anche che non vi sarebbero serie motivazioni per nascondere l'origine extraterrestre degli UFO, poiché lo shock culturale paventato da certi ufologi non sarebbe in realtà così grave: la religione, che è sopravvissuta alle scoperte di Copernico, Galileo e Darwin, accoglierebbe anche questa novità e così farebbe anche la scienza ufficiale. Quanto al possibile atteggiamento della popolazione, si fa notare che oggi molte persone credono già negli UFO e negli extraterrestri e si ritiene che la rivelazione della loro esistenza, passato il clamore iniziale, dopo un po' di tempo non farebbe più notizia.

Sostenitori
L'idea che le autorità stessero occultando prove sugli UFO si è fatta strada già nei primi anni dopo la nascita dell'ufologia. Donald Keyhoe, ex-maggiore del marines, affermò in un libro che a suo avviso l'Aeronautica Militare sapeva che gli UFO erano di origine extraterrestre, ma cercava di nasconderlo, minimizzando i rapporti degli avvistamenti. Il capitano Edward J. Ruppelt smentì quest'ipotesi, affermando che l'Aeronautica non aveva cercato di insabbiare rapporti; semmai li aveva esaminati in maniera organizzata, ma confusa. Anche Carl Sagan ritiene che dietro le spiegazioni superficiali o forzate di alcuni avvistamenti di UFO non c'era l'intenzione di nascondere qualcosa, ma solo la volontà da parte dell'Aeronautica di dimostrare al pubblico che si interessava al problema UFO ed era in grado di spiegarlo. Nonostante, tuttavia, le smentite e i pareri contrari, l'ipotesi dell'insabbiamento di prove sull'origine extraterrestre degli UFO ha trovato nel tempo vari sostenitori.
Tra i sostenitori del complotto UFO (almeno in alcune sue parti) vi sono anche due ex-astronauti della NASA: Edgar Mitchell (il sesto uomo a porre il suo piede sulla Luna nel corso della missione spaziale Apollo 14) e Gordon Cooper; quest'ultimo avrebbe avvistato personalmente degli UFO, mentre Mitchell avrebbe avuto delle confidenze da fonti che non ha rivelato. La NASA si è dissociata dai due ex-astronauti, sostenendo di non condividere tali opinioni. Occorre poi segnalare che da parte dell'ente spaziale non esiste alcuna attività di ricerca sugli UFO, ritenuto fenomeno molto difficile da studiare scientificamente in quanto non ripetibile.
Tra gli scienziati, l'idea che governi e militari nascondano informazioni sugli UFO ha trovato favorevoli il fisico nucleare Stanton Friedman e il docente universitario di ingegneria James Harder. L'ipotesi del complotto è sostenuta anche da alcuni ex-militari statunitensi tra cui Robert Dean e Philip Corso. Dean sostiene che esisterebbe un rapporto segreto della NATO in cui si direbbe che la Terra è stata visitata da almeno quattro razze aliene (una razza praticamente identica agli umani -Alieni nordici-, una seconda razza differente dagli umani solo per il colore della pelle, poi i grigi e i rettiliani). Corso, autore del libro The Day After Roswell, sostiene invece che gli USA avrebbero ricavato preziose informazioni tecnologiche dall'UFO caduto a Roswell.
Tra i politici che sostengono la tesi del complotto sugli UFO si segnala la figura dell'ex-ministro della difesa canadese Paul Hellyer, il quale ha parlato di questa presunta "congiura del silenzio". La posizione ufficiale dei governi in merito a queste dichiarazioni è che non ci sia nulla da coprire sugli UFO.

Critiche
Carl Sagan ha fatto osservare che i militari prosperano sull'esistenza di nemici reali o potenziali, pertanto è poco probabile che proprio l'istituzione che trarrebbe maggiore beneficio dall'arrivo di alieni con intenzioni sconosciute faccia pressione per tacerne l'esistenza, come sostengono i fautori della teoria del complotto sugli UFO. Secondo lo scienziato, l'impostazione dei programmi militari e di quelli spaziali effettuata dagli USA e dalla Russia dopo la fine della guerra fredda contraddice l'idea che sulla Terra siano realmente arrivati gli alieni e le grandi potenze ne siano segretamente a conoscenza.
Critiche alla teoria del complotto UFO o ad alcune sue parti sono state peraltro avanzate non solo dagli scettici, ma anche da esponenti dell'ambiente ufologico. Jerome Clark pensa che le storie sensazionali di certi militari si basano più su dicerie che su elementi concreti mentre Kevin Randle, che crede nell'origine extraterrestre dell'UFO di Roswell, non ritiene credibili certe posizioni estreme, come i contatti tra governi e alieni, nonché altri temi ben noti ai complottisti, tra cui l'esistenza del Majestic 12. Altri ufologi ritengono possibili episodi di insabbiamento e discredito dei fenomeni ufologici, ma ne danno spiegazioni meno sensazionalistiche. Essi ritengono che l'atmosfera di mistero che circonda gli UFO si concilia male con la mentalità gerarchica e rigida degli ambienti militari che perciò, temendo possibili destabilizzazioni, cercano di minimizzare e ricondurre a spiegazioni convenzionali le esperienze insolite vissute da piloti e altri appartenenti alle Forze Armate. Inoltre, in ambienti governativi ci sarebbe la consapevolezza che i gruppi privati di ricerca ufologica sarebbero difficilmente controllabili e che le discussioni sull'origine extraterrestre degli UFO potrebbero prestarsi in alcuni casi a veicolare messaggi di sfiducia verso le istituzioni.

Teorie sugli avvistamenti da parte di astronauti
Alcuni affermano che nel tempo si sarebbero succeduti una serie di presunti avvistamenti di UFO da parte di vari astronauti impegnati in missioni nello spazio; tali avvistamenti sarebbero stati occultati dalla NASA. James Oberg, giornalista scientifico ed ex-ingegnere dell'ente spaziale statunitense, si dichiara scettico, affermando che in alcuni casi si tratterebbe di dicerie prive di fondamento, in altri di satelliti non identificati, mancando qualsiasi prova che si tratti di veicoli extraterrestri.

La teoria del complotto alieno secondo David Icke
Una teoria indimostrata che tenta di riassumere la maggior parte degli elementi delle varie ipotesi cospirazioniste sugli alieni è quella che ha fruttato fortuna e popolarità al giornalista britannico David Icke, il quale, alla fine degli anni novanta, ha introdotto la sua tesi personale secondo cui il mondo sarebbe segretamente governato dai rettiliani, una presunta specie aliena proveniente da Alpha Draconis.
Nel 1999 Icke pubblicò un libro in cui sviluppava una sua ipotesi secondo la quale una razza di rettili umanoidi, chiamata la Fratellanza Babilonese, avrebbe conquistato il mondo, e alcuni tra i più illustri personaggi storici sarebbero in realtà di questa razza. Tra questi, secondo Icke, ci sarebbero George H.W. Bush, Bill Clinton, la Regina Madre e Kris Kristofferson.
Icke, facendo riferimento a documenti (peraltro già dimostrati come falsi) come i Protocolli dei Savi di Sion, sostiene inoltre che un gruppo di ebrei, in particolare la famiglia Rothschild, avrebbe finanziato Adolf Hitler e favorito l'Olocausto. Queste teorie gli hanno valso l'attenzione sia di alcuni gruppi affini al neonazismo, in particolare Combat 18, sia di alcuni ebrei attivisti contro il razzismo. In risposta a queste affermazioni, Icke ha fortemente negato di essere antisemita, e ha addirittura affermato che gli "illuminati" come la famiglia Rothschild sarebbero lucertole, non ebrei.
Secondo il Political Research Associates, un gruppo di ricerca statunitense attento agli estremisti di destra, le idee di Icke (definite come paranoiche) si sono saldate in vari paesi con le attività di gruppi di estrema destra, anche in nazioni come il Canada dove l'aspetto New Age della sua filosofia mette in secondo piano gli elementi più controversi e improbabili delle sue affermazioni.


domenica 3 novembre 2019

Illuminati

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Gli Illuminati (conosciuti anche come gli Illuminati di Baviera o più precisamente l'Ordine degli Illuminati) sono stati una società segreta nata in Baviera nel XVIII secolo.
Venne istituita a Ingolstadt (Germania) il 1º maggio del 1776 da Johann Adam Weishaupt (1748–1830) come alternativa alla massoneria, assumendone una struttura analoga. Sebbene sia in dubbio l'attuale esistenza di tale società, essa è spesso menzionata nell'ambito delle teorie del complotto per indicare presunti gruppi di potere e di pressione che eserciterebbero segretamente o, secondo altre versioni, aspirerebbero al dominio del mondo mediante l'instaurazione di un nuovo ordine mondiale.

Storia
Predecessori e prodromi
Le origini antecedenti a Weishaupt possono essere trovate negli Alumbrados in Spagna e negli Illuminés in Francia. Questa affermazione è fatta sulla base della somiglianza nel nome o di presunti segreti occulti, ma di fatto non sussiste alcuna solida prova storica che attesti questo legame. Le pratiche mistiche di questi gruppi e il loro tentativo di unirsi a Dio tramite la meditazione, o anche con l'aiuto di pratiche sessuali, e infine l'affermazione - peraltro connaturata a ogni tipo di cammino iniziatico - che l'illuminazione poteva essere raggiunta durante la vita, li fanno certo assomigliare ai gruppi Illuminati successivi, ma le affermazioni che sostengono una connessione stretta con quelle organizzazioni successive restano a tutt'oggi indimostrate.
Vi sono anche altri antecedenti agli Illuminati di Baviera, che presentano una stessa matrice ideologica e che si possono considerare come precursori o come fonte di ispirazione per il pensiero di Weishaupt. Sicuramente certi aspetti dell'opera di Comenius, nome utilizzato da Johan Amos Komenský (1592-1670), sono strettamente legati al pensiero degli Illuminati. Comenius è noto come pedagogo, tuttavia la sua opera pedagogica è inseparabile dal resto del suo sistema, essenzialmente gnostico. Egli stesso lo riconosce quando afferma: "ciò che ho scritto in tema di gioventù, non l'ho scritto come pedagogo, ma come teologo" («Opera Didactica Omnia», IV, 27). Nella sua speculazione si ritrova la matrice mondialista, nella fattispecie l'ideale di un controllo gerarchico, unico e mondiale del sapere e dell'insegnamento.

La fondazione
Molto si sa sulle vicende della prima fase di questa associazione, grazie soprattutto alla tesi di dottorato dello storico e germanista René Le Forestier (1868-1951), che ebbe accesso a parecchi documenti andati persi durante le due guerre mondiali.
La società degli Illuminati, il cui nome completo è Illuminati di Baviera, secondo la storiografia tradizionale, sarebbe nata nel 1776 ad opera di Johann Adam Weishaupt (1748-1830), professore di giurisprudenza all'Università di Ingolstadt, assieme agli studenti Anton von Massenhausen (1758-1815) e Max Merz (1758-1807). Fondata inizialmente con il nome di "Ordine dei Perfettibili" (Bund der perfectbilisten), fu poi cambiato in "Ordine degli Illuminati" (Illuminatenorden). La società si forma come alternativa alla nascente massoneria tedesca, pur mantenendo i caratteri di segretezza e divisione gerarchica su base iniziatica. Per aumentare il prestigio dell'associazione, le si attribuisce un finto passato storico, con un tono autocelebrativo. Ciascun membro assume un nome mitico, e viene creata una prima gerarchia. All'inizio i membri sono solo studenti universitari, con l'intento dichiarato di diffondere le opere dei Lumi all'interno di uno Stato, la Baviera, che proibiva gran parte di tali scritti. Inoltre si propongono di operare un perfezionamento morale dei loro membri, e di riunire la Germania, e poi l'Europa, per ottenere il ritorno allo "stato di natura", in cui gli uomini sarebbero vissuti in pace tra loro.
Adam Weishaupt, per esempio, sosteneva che «ogni uomo capace di trovare in se stesso la Luce Interiore... diventa eguale a Gesù, ossia Uomo-Re...». Apparentemente l'insegnamento segreto panteista che veniva impartito agli adepti asseriva che «...tutte le religioni si fondano sull'impostura e le chimere, che tutte finiscono per rendere l'uomo debole, strisciante e superstizioso, che tutto, nel mondo, è materia e che Dio e il mondo non sono che un'unica cosa». Weishaupt ancora aggiungeva che «per raggiungere la società ideale si deve passare, per parecchie generazioni, attraverso l'esperienza della società autoritaria». La società divenne più organizzata con l'affiliazione nel 1780 del barone Adolf von Knigge (1752-1796), il quale, conoscendo i rituali massonici, suggerì a Weishaupt una riorganizzazione della società.

Le inchieste giudiziarie ed il declino
Il 22 giugno 1784, proprio quando la società segreta sembrava all'apice, gli Illuminati dovettero superare un periodo critico. Il principe elettore di Baviera Carl Theodor pubblicò l'interdizione assoluta d'ogni comunità, società e confraternita segreta o non approvata dallo Stato". Molti framassoni chiusero le logge ma gli Illuminati, che avevano membri alla Corte, continuarono in segreto. A complicare i piani della setta si era aggiunta anche la defezione di Knigge: Weishaupt lo condannava per la sua ossessione riguardo ai rituali occulti e Knigge accusava il leader di "tirannia" e "gesuitismo".
Knigge finì per lasciare l'ordine il 1º luglio del 1784. Nello stesso anno un professore di Monaco, Babo, scrisse ciò che conosceva degli Illuminati in un libro intitolato "Premier avis sur les francs-maçons" (1784). Nell'aprile del 1786, due ex-membri di basso livello della società, il prete Cosandey e l'abate Renner, professori di lettere a Monaco, furono chiamati a testimoniare per accertare aspetti contrari alla morale e alla religione. Allo stesso modo testimoniarono anche il consigliere aulico Utzschneider e l'accademico Grünberger.
I provvedimenti contro gli Illuminati però non furono efficaci: la setta aveva influenza anche nel Tribunale, e l'unica conseguenza fu la deposizione di Weishaupt dalla sua cattedra di professore ad Ingolstadt. Deposto dal suo ufficio, Weishaupt si era rifugiato a Ratisbona, più deciso che mai a proseguire i suoi piani. Tra i suoi seguaci c'era il prete Lanz (detto "Tamerlane"), che per curiosa fatalità morì colpito da un fulmine proprio mentre ricevette l'incarico di portare gli insegnamenti della setta in Slesia (fatto descritto nell'"Apologie des Illuminés"). L'incidente portò all'attenzione pubblica i piani della setta, i documenti segreti vennero recuperati da un ufficiale di Ratisbona e di conseguenza il principe Elettore della Baviera emise un nuovo bando a tutte le organizzazioni segrete, in particolare all'Ordine degli Illuminati e alla Loggia del Grande Oriente.
L'11 ottobre 1785, alcuni magistrati ispezionarono una casa a Landshut di proprietà di Xavier Zwack, consigliere aulico della reggenza dell'Ordine degli Illuminati e primo reclutatore di nuovi adepti della setta, nonché membro degli "Areopagiti", il consiglio superiore dell'Illuminismo. L'anno seguente venne perquisito il castello di Sanderstorf, di proprietà del barone Tommaso de Bassus "Hannibal". Queste ispezioni misero la giustizia in possesso di tutto l'archivio degli Illuminati. Il sequestro comprese anche dei biglietti, la maggior parte scritti da Massenhausen, consigliere a Monaco, in cui si trovavano delle ricette per comporre l'acqua tofana, per rendere malsana l'aria degli appartamenti, ecc., e una collezione di centotrenta sigilli di sovrani, signori, banchieri e le istruzioni per falsificare i mancanti.
Nel 1787 il principe Elettore di Baviera fece pubblicare della Corte di Monaco gli "Scritti originali dell'ordine e della setta degli Illuminati" con la seguente scritta sul frontespizio: "Coloro che avessero qualche dubbio sull'autenticità di questa collezione, non hanno che ad annunziarsi agli Archivi segreti di Monaco, dove si è dato l'ordine di mostrar loro le carte originali". Questi documenti sono stati riportati anche dall'abate francese Augustin Barruel nelle Memorie per la storia del giacobinismo (Mémoíres pour servir à l'histoire du Jacobinisme, 1796-1798). Sempre nel 1787 in Baviera venne posto l'editto definitivo con pena di morte contro gli Illuminati e il Grande Oriente. Nonostante la durezza della condanna, Weishaupt riuscì a sottrarsi alla giustizia rifugiandosi dal duca Ernst II di Sassonia-Gotha e altri membri della setta al massimo furono esiliati.
In questo periodo Weishaupt, sotto lo pseudonimo di "Spartacus", pubblicò diversi libri sulla sua organizzazione. Il traduttore Johann Joachim Christoph Bode, che già era il primo referente della setta in Turingia, diventò il coordinatore degli Illuminati, anche se Weishaupt ne rimase il vero leader. Bode aveva contatti con la loggia Les Amis réunis, la loggia dei Philalèthes a Parigi. Nel 1787 Bode e il barone von dem Bussche parteciparono al convegno massonico dei Philalèthes. Secondo alcuni Weishaupt morì il 18 novembre del 1830, all'età di 82 anni, mentre altri lo indicano vivo almeno fino al 1840.

Organizzazione
L'organizzazione della setta era simile a quella massonica, aveva struttura piramidale e diversi gradi di iniziazione a cui corrispondeva una consapevolezza progressiva dei segreti della setta e un maggiore potere. Solo gli adepti dei gradi superiori erano a conoscenza dell'ultimo scopo dell'Ordine, del vero Illuminismo; questi capi parlavano di questo scopo agli altri adepti, senza mai dire in che cosa consistesse. Un adepto poteva conoscere quelli della sua classe e quelli dei gradi inferiori; ma a meno che non avesse ricevuto dai superiori la commissione di direttore, di visitatore o di spia, tutti gli altri adepti erano per lui quello che essi chiamavano "invisibili".
Il passaggio ad un grado superiore richiedeva almeno un anno di prove da superare finché colui che seguiva l'adepto tracciava il "quibus licet", che conteneva tutte le indicazioni sufficienti per giudicare se l'adepto fosse degno o meno del passaggio di grado. Il quibus licet era suddiviso in colonne in cui erano riportati: connotati, carattere morale, religione, coscienza, studi favoriti, servigi che può rendere, amicizie, appartenenza ad altre società segrete, passioni dominanti, ricchezze e rendite, famiglia.
Le fasi di iniziazione erano suddivise in tre classi principali:
  • i gradi inferiori del "Vivaio"
    • Fase preparatoria
    • Novizio
    • Minervale
    • Illuminato Minore
  • i gradi classici tratti dalla "framassoneria simbolica" del Rito Scozzese[senza fonte]
    • Apprendista
    • Confratello
    • Maestro
    • Illuminato maggiore (novizio scozzese)
    • Illuminato direttore (cavaliere scozzese)
  • i gradi superiori dei "Misteri"
    • Presbitero, Prete o Epopte
    • Principe o Reggente
    • Mago, Filosofo o Saggio
    • Re o Docente
Uno degli aspetti più innovativi della cosiddetta "massoneria illuminata" era l'aggiunta dei tre gradi inferiori a cui poteva accedere un gran numero di adepti, che in realtà non venivano iniziati sui veri segreti della setta, ma allo stesso tempo costituivano la parte più superficiale, visibile e strumentale dell'organizzazione stessa. L'apertura della setta alla "gente comune" permise di influenzare la società in tutte le sue classi. Questa caratteristica diverrà una delle distinzioni principali tra la massoneria elitaria di tipo inglese e quella più popolare, che poi si identificò nella massoneria del Grande Oriente.

Regole
Il 16 luglio 1782, sotto la protezione e la collaborazione del principe Ferdinando duca di Brunswick "Aaron", capo "formale" della massoneria, fu convocata a Wilhelmsbad (Germania) un'assemblea generale di deputati massonici. Il leader degli Illuminati non partecipò di persona, ma inviò il suo braccio destro Knigge, illustre massone e autore del Véritable Illuminé, il codice degli Illuminati. A sua volta Knigge giudicò più conveniente tenersi in disparte e agire per mezzo del fidato barone Ditfurth detto "Minos", allora consigliere alla Camera imperiale di Wetzlar.

Appartenenze e usi
Gli Illuminati adottavano soprannomi iniziatici ispirati al neoclassicismo: Adam Weishaupt si faceva chiamare Spartacus. Anche ai luoghi vennero attribuiti dei soprannomi con lo stesso principio, per esempio: Monaco era Atene e diventò la sede principale dell'organizzazione, Ingolstadt era Eleusi, Heidelberg Utica, la Baviera Grecia, Francoforte Edessa, la Svevia Pannonia, Vienna Roma. Il nucleo iniziale degli adepti doveva essere di 12, in analogia a Cristo e ai suoi apostoli, fatto non insolito nelle società segrete di matrice anticlericale.
Tra i primi adepti della setta c'erano alcuni studenti di Weishaupt come Hertel, Massenhausen, alias Ajax, futuro consigliere a Monaco e che Weishaupt considerava come il suo Pietro, e Merz, alias Tiberius, poi segretario dell'ambasciatore dell'Impero a Copenaghen. Altri adepti di rilievo furono Adolph Franz Friedrich Ludwig von Knigge, alias Philo (1752-1796), Johann Joachim Christoph Bode, alias Aurelius (1730-1793), Franz Xaver von Zwack, alias Cato, Friedrich Nicolai, alias Lucian (1733-1811), il prof. Westenriedr, alias Pythagoras, il marchese Costanzo di Costanzo, alias Diomedes, il conte Alessandro Savioli-Corbelli (1742-1811), alias Bruto, il Barone von Schroeckenstein, alias Mohammed, il Barone von Meggenhofen, alias Sylla, il Barone F. H. von Bussche, alias Bayard, il Barone Tommaso de Bassus (1742-1815), alias Annibale e il musicista (maestro di Gaetano Donizetti) Johann Simon Mayr (1763-1845), alias Aristotele.
La maggior parte dei membri appartenevano già ad altre società segrete e ricoprivano posizioni di prestigio nel clero, nella nobiltà, nella magistratura, nell'esercito, in ambito culturale, oppure erano rinomati avvocati. Anche molti personaggi illustri si associarono all'Ordine degli Illuminati, come per esempio il principe Carlo d'Assia-Kassel, alias Aaron (1744-1836), il duca Carlo Augusto di Sassonia-Weimar-Eisenach (1757-1828), il duca Ernst II, sovrano di Sassonia-Gotha, alias Quintus Severus (1745-1804) Johann Wolfgang von Goethe, alias Abaris (1749-1832) e Johann Gottfried Herder, alias Damasus Pontifex (1744-1803). Fin dai primi giorni della fondazione della sua setta, e forse anche prima, Weishaupt aveva compreso il vantaggio che avrebbe ottenuto dal consenso della moltitudine dei framassoni sparsi in tutto il mondo che contava già diversi milioni di membri.
Dal 1777, Weishaupt venne ammesso a Monaco nella loggia Zur Behutsamkeit. Come Weishaupt anche gli altri membri della setta si infiltrarono velocemente nella rete di logge che alla fine del Settecento si stavano diffondendo un po' in tutta Europa e a queste diedero un forte impulso rivoluzionario. Gli adepti dei gradi intermedi (Cavalieri Scozzesi) erano preposti a deviare e istruire le altre logge. Weishaupt sapeva che i massoni avevano il loro stesso obiettivo, ma si trovavano in posizioni diametralmente opposte: "egli aveva i segreti della framassoneria, ma i framassoni non avevano i suoi" (Barruel).

Le implicazioni nella storia
Oltre agli "Illuminati di Baviera", molte società segrete di matrice occulta o legate alle tradizioni esoteriche sono state a volte associate al termine "Illuminati", sia perché ispirate a princìpi analoghi, sia per il comune riferimento alla discesa nell'individuo della "Luce", sinonimo di conoscenza (o Gnosi) e di ampliamento della visione e del quadro percettivo. Tra il Medioevo e l'età moderna si sono a vario titolo autodefiniti "illuminati" i Confratelli dello Spirito Libero, i Rosacroce, gli Alumbrados, gli Illuminés, i Martinisti, i Palladisti.
Dal XIX secolo in poi, tra i teorici del complotto, il termine "Illuminati" è stato associato generalmente a seguaci di società iniziatiche: Skull & Bones, il movimento del Round Table di Cecil Rhodes, Pilgrims Society, Fabian Society, Royal Institute of International Affairs, Council on Foreign Relations, Bohemian Club, il Bilderberg, la Commissione Trilaterale, il Club di Roma, la Carnegie Foundation, la Fondazione Rockefeller.
In particolare, sul New York Review of Books (1995), Jacob Heilbrunn identificò una delle fonti della presunta prosecuzione degli “Illuminati” in età moderna o contemporanea nella polemica antisemita del telepredicatore evangelista di destra Pat Robertson. Già negli anni Venti del XX secolo, Nesta H. Webster utilizzò la medesima teoria del complotto nel suo libro World Revolution: The Plot Against Civilization and Secret Societies and Subversive Movements. La teoria emerge anche nel libro del teorico conservatore statunitense Eustace Mullins Secrets of the Federal Reserve, del 1952.

Differenze con la massoneria
Secondo la deposizione giuridica del professor Renner durante il processo in Baviera:
«L'Ordine degli illuminati dev'essere ben distinto da quello dei framassoni. Ma questa differenza non è conosciuta né dai semplici framassoni, e neppure dai nuovi iniziati nel grado minervale. Gli illuminati niente più temevano che d'essere riconosciuti sotto questo nome. Essi non si coprono del velo della framassoneria se non perché si credono più sicuri sotto l'egida d'una società riguardata come insignificante.
Le logge massoniche non contengono per essi, secondo la loro espressione, che gente inetta (der tross von leuten) o il grosso dell'esercito, nel quale si trovano pochissimi uomini che devono stimarsi felici, quando dopo lunghe e dure prove, son giudicati degni d'essere segretamente ammessi nel santuario dell'ordine. Tutti gli altri framassoni, apprendisti, compagni, e anche maestri, devono contentarsi delle loro vane cerimonie, e restar sotto il giogo, sia perché i loro occhi troppo deboli non sopporterebbero la luce, sia fors'anche perché non si potrebbe far calcolo abbastanza sul loro amore per l'Ordine e sul loro secreto, due cose essenziali agli adepti. Una volta condannati a rimaner in questa oscurità, non vi è più per loro speranza di giungere ai misteri; il che i Superiori esprimono in questi termini: Ex inferno nulla est redemptio.»

Nell'arte
Letteratura
  • Jordan Maxwell nel suo libro Matrix of Power parla dell'Ordine degli Illuminati come il Nuovo ordine mondiale che si è instaurato a nostra totale insaputa.
  • L'Ordine degli Illuminati è citato nel romanzo Angeli e demoni dello scrittore statunitense Dan Brown, in cui un killer usa la scusa di appartenere agli Illuminati per uccidere quattro cardinali della Chiesa cattolica nello stesso modo in cui venivano uccisi gli Illuminati nel medioevo.
  • L'Ordine degli Illuminati compare in molti libri di David Icke e nel DVD Libertà o Fascismo dell'autore britannico.
  • L'Ordine degli Illuminati appare nella Trilogia degli Illuminati di Robert Anton Wilson e Robert Shea, una serie di romanzi fantastici-umoristici di riferimento per il movimento discordiano.
  • Adam Kadmon nel suo libro Illuminati. Viaggio nel cuore nero della cospirazione mondiale del 2013 illustra numerose teorie legate al mondo degli Illuminati e alle loro simbologie.

Cinema e televisione
  • Il programma Adam Kadmon Rivelazioni, trasmesso su Italia 1 in prima serata, e la rubrica Le teorie di Adam Kadmon affrontano vari temi di attualità intervallandoli con l'illustrazione di teorie, alcune note altre inedite, dedicate agli Illuminati.
  • Un altro ordine di fantasia chiamato Illuminati appare nel film, ispirato al videogioco, Lara Croft: Tomb Raider.
  • Nella serie animata Gargoyles - Il risveglio degli eroi, Illuminati è un'organizzazione segreta che vede le proprie radici nel Medioevo e giunge fino all'epoca moderna in parte opponendosi ed in parte aiutando i protagonisti del cartoon.
  • Nel film Non aprite quella porta IV (1994), la famiglia del serial killer Leatherface è manipolata da un uomo che pare essere uno dei leader degli "Illuminati".
  • Nel cartone Gravity Falls è presente un demone chiamato Bill, che di fatto è un triangolo degli Illuminati, giallo, con un cilindro in testa, un papillon ed è privo di bocca, ma parla illuminandosi. Inoltre ha il potere di evocare mostri e di sparare palle di fuoco dalle mani, mutare forma e possedere corpi grazie al suddetto patto di fuoco, che consiste nel prendere corpi o possederli. Può quindi manipolare la mente.

Fumetti
  • Illuminati è anche il nome dato a una sorta di congrega massonica all'interno dell'universo immaginario della Marvel Comics. Composta da Freccia Nera, Dottor Strange, Iron Man, Mister Fantastic, Namor e Professor X, è stata fondata con l'intento di decidere occultamente, dietro le quinte, su alcune questioni di particolare importanza per la comunità supereroica e le sue relazioni con il consorzio umano.
  • Nel manga Ao no Exorcist, Lucifer (uno dei sette Ba'Al) è a capo di una società segreta denominata gli illuminati.


Musica
  • Tupac Shakur denunciò la teoria complottista riguardante gli Illuminati definendola stupida e pericolosa in quanto minava la fiducia del popolo nell'affrontare i problemi reali. Coniò per questa ragione il termine Killuminati ("Kill-Illuminati") proponendosi di combattere lo sconfortante pensiero di essere controllati e senza alcuna speranza che ormai serpeggiava tra la gente comune. Divenne un'icona dei complottisti i quali ancora oggi sostengono che sia stato ucciso dopo la pubblicazione del suo album dagli Illuminati per via delle sue scomode dichiarazioni.
  • ILLUMINATI è una canzone del 1998 della band giapponese MALICE MIZER.
  • Illuminati è una canzone del 2002 della band canadese Kataklysm, contenuta nell'album Shadows and Dust.
  • Order of the Illuminati è un album speed metal del 2003 del gruppo statunitense Agent Steel.
  • Illuminati è una canzone del deejay britannico Fatboy Slim.
  • Illuminati è una canzone del cantante reggae Babaman.
  • Nell'album No World Order del gruppo metal Gamma Ray, il gruppo cita gli Illuminati come il nuovo ordine mondiale.
  • Illuminati è una canzone del gruppo Korn nell'album The Path of Totality del 2011.
  • Illuminati è una canzone del 2015 pubblicata da Madonna nell'album Rebel Heart; è un manifesto attraverso il quale la cantante cerca di smentire le voci che la vedrebbero, insieme ad altre celebrità e personaggi politici, come membro della setta degli Illuminati.
  • Weishaupt è una canzone del rapper e produttore discografico Salmo (contenuta in "Midnite", album uscito nel 2013 per Tanta Roba)
  • Nella canzone Formation della cantante americana Beyonce vengono citati.

Nell'intrattenimento[
Videogiochi
  • Gli Illuminati appaiono come una setta ancora potente nei videogiochi Deus Ex, Deus Ex: Invisible War e Deus Ex: Human Revolution.
  • Nel videogioco Mass Effect, Illuminati è un nome con cui vengono chiamati i Prothean, una razza aliena estinta puramente fantastica a cui viene conferito il merito di aver creato, tra le altre cose, i "portali galattici" che permettono lo spostamento rapido da un sistema solare all'altro.
  • Nel videogioco MMORPG di FunCom The Secret World gli Illuminati sono una delle fazioni giocabili insieme a Templari e Dragoni.
  • Nel videogioco Call of Duty: Black Ops il protagonista della "modalità zombie", Edward Richtofen, è un Illuminato.
  • Nel videogioco Street Fighter III e nei successivi upgrade Street Fighter III 2nd Impact: Giant Attack e Street Fighter III 3rd Strike il boss finale è Gill, un personaggio misterioso, dall'aspetto di un semidio metà rosso e metà blu, dotato di poteri del ghiaccio e del fuoco, leader dell'organizzazione denominata appunto Illuminati.
  • Nel videogioco Resident Evil 4 i nemici fanno parte di un'antica setta denominata Los Illuminados ("Gli Illuminati") ed hanno come obbiettivo il dominio del mondo.
  • Nel videogioco GTA V appaiono molti cartelli/poster riferenti agli illuminati specialmente il personaggio di Lester Crest che pare aver a che fare con gli illuminati.
  • Anche nel videogioco Life Is Strange sono presenti riferimenti agli Illuminati, soprattutto nei graffiti della scuola frequentata dalla protagonista.
  • Nel videogioco post-apocalittico Enslaved: Odyssey to the West il nemico principale del gioco dimora in una piramide lucente ed il suo obiettivo è soggiogare la popolazione umana tramite controllo mentale veicolato da una simulazione virtuale prebellica.


Giochi
  • Illuminati è un gioco da tavolo della Steve Jackson Games, in cui ogni partecipante gioca il ruolo di un particolare gruppo di Illuminati con lo scopo di dominare il mondo.
  • Illuminati: New World Order è un gioco di carte collezionabili, sempre della Steve Jackson Games e derivato dal precedente Illuminati.


sabato 2 novembre 2019

Licantropo

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Il licantropo, detto anche lupo mannaro o uomo lupo, è una creatura leggendaria della mitologia e del folclore poi divenuta tipica della letteratura e del cinema dell'orrore.
Secondo la leggenda sarebbe un essere umano condannato da una maledizione (o già dalla nascita) a trasformarsi in una bestia feroce a ogni plenilunio.
La forma di cui si racconta più spesso è quella del lupo, ma in determinate culture prevalgono l'orso, il bue (Erchitu) o il gatto selvatico (si veda in seguito). Nella narrativa, e nella cinematografia dell'orrore, sono stati aggiunti altri elementi che invece mancavano nella tradizione popolare, quali il fatto che lo si possa uccidere solo con un'arma d'argento, oppure che il licantropo trasmetta la propria condizione ad un altro essere umano dopo averlo morso. Alcuni credevano che uccidendo il lupo prima della prima trasformazione la maledizione venisse infranta.
È importante notare inoltre che lupo mannaro e licantropo non sempre sono sinonimi: infatti nelle leggende popolari il lupo mannaro è talvolta semplicemente un grosso lupo con abitudini antropofaghe, a cui può essere associata una natura mostruosa. Inoltre, nel caso del lupo mannaro come mutaforma, si può distinguere tra il lupo mannaro, che si trasforma contro la propria volontà, e il licantropo, che si può trasformare ogni volta che lo desidera e senza perdere la ragione (la componente umana).
Nella letteratura medica, con il termine licantropia clinica è stata descritta una rara sindrome psichiatrica che avrebbe colpito le persone, facendo sì che assumessero atteggiamenti da lupo durante particolari condizioni (come le notti di luna piena). In modo analogo un licantropo era semplicemente una persona affetta da questo disturbo ed è con questo unico significato che la voce è riportata su alcuni importanti dizionari della lingua italiana. In tempi recenti, l'esistenza di tale disturbo è stata considerata rarissima.

Etimologia
"Licantropo" viene dal greco λύκος lýkos, "lupo" e ἄνθρωπος ánthropos, "uomo".
"Lupo mannaro" deriva dal latino volgare *lupus hominarius, cioè "lupo umano" o "lupo mangiatore di uomini" oppure dal latino lupī hominēs, sviluppatosi in area meridionale come calco del greco λυκάνθρωποι lykanthrōpoi – cfr. Dialetto Molfettese lëpòmënë e calabrese settentrionale lëpuòmmënë – a cui si sarebbe aggiunto un suffisso -rë, come nell'abruzzese lopemënarë.

Storia e diffusione del mito
Origini
Il lupo è stato un animale soggetto ad un radicale processo di demonizzazione e successiva rivalutazione, dimostrando la sua intima connessione all'immaginario umano. Il lupo è un simbolo ambivalente: amato per gli stessi pregi che hanno fatto del suo discendente (il cane) l'animale domestico per eccellenza; invocato nei riti sciamanici come guida sul terreno di caccia, ammirato per la forza e l'astuzia, addomesticato per diventare un alleato, ma poi cacciato per impedirgli di predare le greggi e infine addirittura demonizzato durante il Medioevo.
Il modo di considerare il lupo muta, in maniera piuttosto brusca e radicale, col passaggio dell'uomo dal nomadismo, basato sulla caccia, alla cultura stanziale ed agricola. Il cacciatore ha bisogno della forza dell'animale totemico e del predatore, che lo può portare a scovare e ad uccidere la preda, e il lupo è il predatore per eccellenza. Per i cacciatori nomadi delle steppe dell'Asia centrale era rappresentativo della tribù e suo protettore. Il pastore e l'allevatore, invece, hanno un rapporto radicalmente diverso con esso: il lupo diviene minaccia per le greggi ma, contemporaneamente, i suoi cuccioli, debitamente addestrati, possono divenire preziosi alleati contro i loro stessi simili.
Il mito di un essere umano che si trasforma in lupo o viceversa è antico e presente in molte culture. I miti che riguardano la figura del lupo hanno origine, con buona probabilità, nella prima età del bronzo, quando le migrazioni delle tribù nomadi indoarie le portarono in contatto con le popolazioni stanziali europee. Il substrato di religioni e miti "lunari" e femminili degli antichi europei si innestò nel complesso delle religioni "solari" e maschili dei nuovi arrivati, dando vita ai miti delle origini, in cui spesso il lupo è protagonista. La sovrapposizione tra i culti solari della caccia e quelli lunari della fertilità si riscontra nei miti che vedono il lupo come animale propiziatore della fecondazione. In Anatolia, fino ad epoca contemporanea, le donne sterili invocavano il lupo per avere figli. In Kamčatka, i contadini, nelle feste ottobrali, realizzavano con il fieno il simulacro di un lupo a cui recavano voti, perché le ragazze in età da marito si sposassero entro l'anno. Questo intimo legame, nel bene e nel male, tra l'uomo e i canidi ha fatto sì che tra tutti i mannari proprio quelli di stirpe lupina siano tra le specie con le origini documentabili più antiche.
Le leggende riguardo agli uomini-lupo si moltiplicano in tutta Europa dall'Alto Medioevo in poi. Il corpus mitologico che ne scaturisce si manterrà sostanzialmente in costante espansione fino al XVIII secolo, con punte di massima crescita tra il XIV e il XVII secolo, in coincidenza delle più grandi Caccia alle streghe dell'Inquisizione. Dal Settecento in poi si tenderà a sconfessare apertamente la possibilità che un essere umano si muti fisicamente in un lupo, e la licantropia rimarrà contemplata solamente dalla psichiatria come affezione patologica che porta il malato già "lunatico" a credersi bestia a tutti gli effetti. Nel folclore locale manterrà, invece, solide radici.

Antico Egitto
Nell'Antico Egitto era presente una divinità teriomorfica con caratteristiche sia umane sia canine: il dio Anubi. Questa divinità veniva raffigurato come uno sciacallo, il più delle volte accucciato ma, quando deve presiedere ai riti del trapasso, assume la forma di un uomo con la testa di sciacallo. Le sue raffigurazioni, sebbene compaiano già all'inizio della storia egizia, si fanno più frequenti a partire dal Medio Regno (2134 a.C.–1991 a.C.), quando si diffondono maggiormente le tombe ipogee riccamente decorate. È da specificare che in questo caso non si può parlare di mannarismo vero e proprio perché manca l'aspetto della trasformazione, volontaria o involontaria; semplicemente, le due forme del dio convivono nell'immaginario egizio. La convivenza contemporanea di due o più forme per le divinità è caratteristica della religione egizia.

Antica Grecia
Nell'Antica Grecia compaiono altre raffigurazioni, rispettivamente Zeus, Febo e Licaone.
Zeus è un appassionato mutaforma e più volte si serve della sua facoltà per sedurre donne mortali eludendo la sorveglianza di Hera. Nel suo repertorio di trasformazioni (che, in effetti, si può ritenere illimitato, essendo egli un dio), vi è anche quella in lupo. Proprio in questa forma, e col nome di Liceo era adorato in Argo. In questa città, e sotto forma di lupo, Zeus era comparso a causa del malcontento popolare nei confronti del re Gelanore e appoggiare l'eroe Danao, che al re fu sostituito.
Febo, insieme a sua sorella Artemide, viene partorito da Latona, trasformata in lupa. Inoltre, tra le facoltà attribuite al dio Febo-Apollo vi è quella di mutare forma; una delle sue trasformazioni è appunto in lupo. A Febo Lykos viene anche dedicato un boschetto nei pressi del suo tempio ad Atene, nel quale soleva tener lezione ai suoi discepoli Aristotele (il Liceo di Aristotele, da cui prende il nome l'ordine scolastico, detto, appunto, liceo). Il lupo diviene quindi animale della sapienza. L'interpretazione non è comunque univoca; secondo altre fonti il nome deriverebbe da (Apóllōn) lýkeios, quindi "uccisore del lupo".
Il mito di Licaone documenta, nelle sue varie versioni, il passaggio del lupo da creatura degna di venerazione a essere da temere. Nella versione originaria, Licaone, re dei Pelasgi, fonda sul monte Liceo la città di Licosura, la prima città di questo popolo. Nelle versioni successive Licaone diviene un feroce re dell'Arcadia. Un giorno dette ospitalità a un mendicante ma, per burlarsi di lui, lo sfamò con le carni d'uno schiavo ucciso (secondo altre versioni, la portata principale era uno dei suoi stessi figli). Il mendicante, che era in realtà Zeus travestito, si indignò per il gesto sacrilego, e dopo aver fulminato i suoi numerosi figli lo trasformò in lupo, costringendolo a vagare per i boschi in forma di bestia. L'economia nella zona dell'Arcadia in cui ha origine la seconda versione del mito è molto più legata all'allevamento di quanto non fossero Atene o Argo. Si riflette quindi, in questa visione del predatore, l'atteggiamento di diffidenza che poteva assumere una società pastorale; il lupo viene visto, qui, come negativo, essere trasformati in esso è una punizione, non più una qualità divina. Il "lupo cattivo" stesso, nemesi dell'eroe in duemila anni di favole, ha i suoi natali nella Grecia antica. La lupa Mormolice, demone femminile, diviene lo spauracchio dei bambini cattivi, che, secondo le madri greche, fa diventare zoppi.

Antica Roma
La figura del lupo, in qualche modo antropomorfa, fa la sua comparsa indipendente anche in altre zone europee. Presso le tribù galliche è un carnivoro necrofago, e viene raffigurato seduto come un uomo nell'atto di divorare un morto. Presso gli etruschi è Ajta a incarnare in qualche modo le sembianze del mannaro; il dio etrusco degli inferi ama portare un elmo di pelle di lupo, che lo rende invisibile.
È difficile stabilire quando si abbiano le prime leggende che parlino esplicitamente di licantropi. Di certo, la figura del lupo mannaro compare, ancora in epoca classica, nel I secolo nella narrativa della Roma antica. Ne parla Gaio Petronio Arbitro nel frammento LXII del Satyricon ed è la prima novella in cui appare questa figura:
«[...] arrivati a certe tombe il mio uomo si nascose a fare i suoi bisogni tra le pietre, mentre io continuo a camminare canticchiando e mi metto a contarle. Mi volto e che ti vedo? Il mio compagno si spogliava e buttava le vesti sul ciglio della strada. Mi sentii venir meno il respiro e cominciai a sudare freddo. Sennonché quello si mette ad inzuppare di orina le vesti e diventa d'improvviso un lupo. [...] appena diventato lupo, si mette ad ululare ed entra nel bosco. [...] Mi faccio forza e, snudata la spada, comincio a sciabolare le ombre fino a che non arrivo alla villa dove abitava la mia amica. La mia Melissa pareva stupita al vedermi in giro a un'ora simile e aggiunse: "Se tu fossi arrivato poco fa, ci avresti dato una mano: un lupo è entrato nella villa e ha scannato tutte le pecore peggio di un macellaio. Ma anche se è riuscito a fuggire, l'ha pagata cara, perché uno schiavo gli ha trapassato il collo con una lancia". Al sentire questo non riuscii a chiudere occhio durante la notte e, a giorno fatto, me ne tornai di volata a casa di Gaio, il nostro padrone, come un mercante svaligiato. [...] quando entrai in casa, vidi il soldato che giaceva disteso sul mio letto, sanguinante come un bue, e un medico gli curava il collo. Capii finalmente che si trattava di un lupo mannaro.»
Nella cultura romana, il lupo non è visto solo con sospetto, ma anche con ammirazione. È un simbolo di forza, e la sua pelle viene indossata da importanti figure all'interno dell'esercito. I vexillifer, sottufficiali incaricati di portare le insegne di ogni legione, indossavano infatti una pelle di lupo che copriva l'elmo e parte della corazza. Il licantropo veniva chiamato versipellis, in quanto si riteneva che la pelliccia del lupo rimanesse nascosta all'interno del corpo di un uomo, che poi si "rivoltava" assumendo le fattezze bestiali.
Il rapporto tra il lupo e i Romani antichi è positivo, come testimoniato anche da altre tradizioni: a parte la lupa nutrice di Romolo e Remo, il 15 febbraio si svolgeva la cerimonia dei Lupercali, in onore del dio Luperco (identificato dai Greci con il loro Pan), nel corso della quale il sacerdote, vestito da lupo, passava un coltello bagnato di sangue sulla fronte di due adolescenti (questo aspetto della cerimonia era probabilmente derivato da un originario sacrificio umano). Luperco era il protettore delle greggi e il rito era stato ereditato dai Sabini. Essi identificavano sé stessi nel lupo, animale da cui pensavano avessero origine le loro caratteristiche originarie di guerrieri e cacciatori. Il termine "lupo mannaro" ha origine dal basso latino lupus hominarius, il cui significato etimologico è "lupo che si comporta come un uomo".
I Romani colti sembrano piuttosto consapevoli che la licantropia fosse concepita soprattutto come affezione psichiatrica piuttosto che come reale condizione fisica, e in ambito ellenico lo stesso Claudio Galeno nella sua Arte medica dà una descrizione più realistica di questa malattia, prescrivendo anche dei rimedi:
«Coloro che vengono colti dal morbo chiamato lupino o canino, escono di casa di notte nel mese di febbraio e imitano in tutto i lupi o i cani; fino al sorgere del giorno di preferenza aprono le tombe. Tuttavia si possono riconoscere da questi sintomi. Sono pallidi e malaticci d'aspetto, hanno gli occhi secchi e non lacrimano. Hanno anche gli occhi incavati e la lingua arida, e non secernono saliva per nulla. Sono anche assetati e hanno le tibie piagate in modo inguaribile a causa delle continue cadute e dei morsi dei cani; e tali sono i sintomi. È opportuno invero sapere che questo morbo è della specie della melanconia: che si potrà curare, se si inciderà la vena nel periodo dell'accesso e si farà evacuare il sangue fino alla perdita dei sensi, e si nutrirà l'infermo con cibi molto succosi. Ci si può avvalere d'altra parte di bagni d'acqua dolce: quindi il siero di latte per un periodo di tre giorni, parimenti si purgherà con la colloquinta di Rufo o di Archigene o di Giusto, presa ripetutamente ad intervalli. Dopo le purgazioni si può anche usare la teriaca estratta dalle vipere e le altre cose da applicare nella melanconia già in precedenza ricordate»
Nel latino medievale, infine, wargus designa il lupo (normale, in questo caso) ma deriva da una parola germanica che indica l'uomo che viene punito per un crimine. Nella società germanica questi veniva allontanato dalla civiltà e dalla protezione che essa offre, divenendo simile all'essere selvatico per eccellenza. "Criminale" è detto dunque wearg in Antico Inglese, warag in Antico Sassone, warc(h), in Antico Alto Tedesco, vargr in Norreno e wargus in Latino medievale (come prestito dal Germanico).

Nord Europa
Nelle tradizioni del Nord Europa compaiono figure di guerrieri, uomini e donne, consacrati a Odino, i berserker, che nella furia della battaglia si diceva si trasformassero in orsi, mentre gli úlfheðnar si tramutassero in lupi.
Fenrir è il prototipo del lupo mannaro scandinavo. È uno dei tre mostruosi figli di Loki, il dio vichingo degli inganni. Fenrir non è un lupo mannaro vero e proprio, perché non può trasformarsi e si presenta sempre in forma di lupo; tuttavia, è grosso al punto di essere deforme, ferocissimo, scaltro e dotato di parola come un uomo, tutte caratteristiche che lo avvicinano fortemente alla stirpe dei mannari. Gli dei vichinghi, man mano che cresce, iniziano a temerlo. Cercano di imprigionarlo, ma la belva è troppo forte e riesce a liberarsi. Per bloccarlo definitivamente devono ricorrere all'inganno e alla magia (altra analogia con molti miti riguardanti licantropi): lo legano con un laccio fabbricato dai nani intrecciando barba di donna, rumore di passi di gatto, radici di un monte, respiro di pesce, tendini d'orso e sputo d'uccello.
Ha forma di lupo anche l'innaturale progenie di una vecchia gigantessa. Due dei suoi figli lupi, Skǫll e Hati, inseguono dall'alba dei tempi il sole e la luna (ed è per questo motivo, secondo il mito, che i due astri si muovono) e finiranno per divorarli nell'ultimo giorno del mondo.
I lupi mannari propriamente detti compaiono anche nell'epica vichinga, in particolare nella saga dei Volsunghi, in almeno due occasioni. Nel canto quinto, a trasformarsi in lupo è la madre di re Sigger, facendo uso delle sue arti magiche. La regina-lupa si diverte, nella leggenda, a infierire sui figli di Volsung, che erano stati fatti prigionieri in battaglia da suo figlio; dei dieci uomini, nove vengono uccisi. Sopravvive Sigmund, aiutato dalla gemella Signi, che è anche moglie di re Sigger. Questa gli unge il volto di miele e la notte il lupo mannaro si ingolosisce, sentendo l'odore, ma gli lecca il volto anziché sbranarlo. Prontamente Sigmund gli afferra la lingua con i denti e la belva se la strappa per liberarsi. Nel tentativo, si procura una ferita che la uccide e, contemporaneamente, spezza i ceppi di Sigmund, liberandolo. Il tema del lupo mannaro ricompare nel canto ottavo; qui Sigmund e il nipote Sinfjotli giungono, attraverso una foresta, a una casa dove dormono due uomini di nobile stirpe. Sopra di loro sono appese delle pelli di lupo, due principi stregati da un incantesimo: devono sempre mostrarsi in forma di lupo, e solo una volta ogni cinque giorni possono riprendere sembianze umane. Sigmund e il nipote, incuriositi dalle pelli, le rubano, facendo ricadere su di loro la maledizione. Assumono sia le sembianze che la natura di lupi, e iniziano a aggredire uomini. In particolare, Sinfjotli si dimostra aggressivo e furbo.
«[...] quando nel più folto della foresta si imbatté a sua volta in un gruppo di undici uomini. Invece di chiamare lo zio [si erano accordati di non aggredire più di sette uomini contemporaneamente senza chiedere l'aiuto dell'altro], aspettò il momento più opportuno per coglierli di sorpresa, poi li assalì tutti insieme e li sbranò. Lo zio lo sorprende stanco a sonnecchiare presso i corpi degli uomini uccisi e si adira "Non rispetti i nostri accordi, Sinfjotli".»
Sigmund e Sinfjotli riescono poi a liberarsi dalla maledizione del lupo mannaro dando fuoco alle pelli.
Il mito del licantropo si ritrova nel nord Europa anche in altre zone, oltre alla Scandinavia. Compaiono nella tradizione dei popoli germanici e delle isole britanniche a fianco, di volta in volta, dell'orso mannaro o del gatto selvatico. La diffusione di queste credenze è testimoniata da Olaus Magnus nella sua Historia de gentibus septentrionalis. Magnus racconta come, nella notte di Natale, si radunino in un certo luogo molti uomini-lupo:
«[...] li quali la notte medesima, con meravigliosa ferocità incrudeliscono, e contro la generazione umana, e contro gl'altri animali, che non son di feroce natura, che gl'abitatori di quelle regioni patiscono molto di più danno da costoro, che da quei che naturali Lupi sono, non fanno. Perciochè, come s'è trovato impugnano con meravigliosa ferocità a le case de gl'uomini, che stanno nelle selve, e sforzansi di romperle le porte, per poter consumare gl'uomini e le bestie che vi son dentro»
(traduzione dal latino di Remigio Fiorentino, Venezia, 1561)
Il carattere di questi licantropi si differenzia quindi notevolmente dai lupi genuini, che ne escono quasi riabilitati. I mostri descritti da Magnus hanno anche spiccata tendenza all'alcolismo; dopo essere entrati nelle cantine:
«quivi si bevono molte botti [di birra] e di quella e d'altre bevande, e poi lasciano le botti vote, l'una sopra l'altra, in mezzo alla cantina. E in questa parte sono disformi dai naturali, e veri Lupi»
Ulfhendhnir è il nome dato in molte regioni settentrionali a questi esseri, e il suo significato è "dalla casacca di lupo".

Altre culture europee
In Italia il lupo mannaro assume nomi diversi da regione a regione: lupi minari nel forlivese, lupu pampanu o marcalupu in Calabria, lupenari in Irpinia, lupom'n in Puglia, Malaluna a Porticello, luv ravas nel cuneese, loup ravat nelle valli valdesi. In Lunigiana (Fortezza del Piagnaro a Pontremoli) viene segnalata la figura del lupomanaio, che comunque deve provenire da una zona linguisticamente toscana data la terminazione in -aio e la stessa forma lupo anziché il normale lov.
In Barbagia esiste la leggenda dell'Erchitu, un uomo che può trasformarsi, non in lupo, ma in un grosso bue bianco dalle grandi corna d'acciaio.
Nella Francia centrale e meridionale il lupo mannaro è il loup garou. L'etimologia è incerta; secondo Carlo Battisti e Giovanni Alessio garou deriva dal francone *wari(-wulf), "uomo(-lupo)", mentre secondo altri deriva da loup dont il faut se garer, ovvero "lupo dal quale bisogna guardarsi". Nella Francia settentrionale, in particolare in Bretagna, è il bisclavert.
In Germania e in Gran Bretagna esiste il werwulf o werewolf, la cui origine etimologica è la medesima: wer, dalla stessa radice del latino vir ("uomo") e wulf o wolf ("lupo").
Nell'Europa dell'Est compare una figura ambigua, a metà tra il lupo mannaro e un demone in grado di risucchiare la forza vitale (che, più tardi, si identificherà col vampiro). Il suo nome cambia a seconda della regione, ma l'origine del nome rimane sempre la stessa.
È detto oboroten in Russia, wilkolak in Polonia, vulkolak in Bulgaria, varcolac' (la forma forse più nota), in Romania.

Oriente e Americhe
In Oriente, si diceva che Gengis Khan fosse discendente del "grande lupo grigio".
Nelle pianure degli Stati Uniti, erano gli indiani Pawnee a ritenersi imparentati con i lupi. Usavano anche ricoprirsi delle pelli di questi animali per andare a caccia. Un simile comportamento può avere un valore esclusivamente simbolico (la volontà di impadronirsi delle doti del predatore) e non certo mimetico: le potenziali prede degli uomini sono anche, da altrettanto tempo se non di più, prede del lupo, e sono quindi molto ben allenate a distinguerne il manto. Inoltre poco dopo la scoperta delle Americhe i coloni sostenevano che la licantropia fosse una maledizione dei "pelle rossa" dovuta all'"incrocio" di sangue tra coloni e indiani dovuti a matrimoni misti o ad altre motivazioni come gli stupri compiuti meschinamente da coloni nei confronti degli indiani. Ed altri sostenevano fosse la punizione di Dio per aver accettato scambi con gli indiani. Mentre i nativi americani sostenevano che la licantropia fosse una malattia o maledizione portata dai coloni. Nel Sudamerica, in Argentina e Paraguay esiste la leggenda del Lobizon dove si narra che il settimo figlio maschio di un settimo figlio maschio nascerà uomo-lupo. Nel Suriname è presente la figura dell'Azeman, spirito malvagio femminile con caratteristiche sia del licantropo che del vampiro.

Epidemie medievali
Dal Basso Medioevo in avanti, il rogo è una soluzione usata a profusione per sbarazzarsi dei sempre più numerosi mutaformi, che paiono moltiplicarsi, specialmente in Francia e Germania. Il fenomeno arriva a toccare dimensioni gigantesche negli anni successivi alla controriforma, sia nei Paesi cattolici che protestanti. Redigere una contabilità precisa di quanti siano finiti al rogo con l'accusa di mannarrismo, da sola o in congiunzione con quella di stregoneria, è molto difficile. Le fonti più prudenti parlano di circa ventimila processi e condanne di licantropi tra il 1300 e il 1600, ma alcuni si sbilanciano fino a suggerire un numero prossimo alle centomila vittime. La storia più famosa è quella di un certo Peter Stubbe, che forse era effettivamente un serial killer. Per secoli si è comunque in presenza di una sorta di isteria collettiva, che è ben testimoniata dagli studi di Jacques Collin de Plancy. De Plancy, studioso francese dell'Ottocento che si dedicò animatamente a studi di spirito volterriano per spazzare la superstizione residua nella gente, raccoglie molte testimonianze dei secoli precedenti nel suo Dictionnaire Infernal, dando un quadro abbastanza preciso di quella che era la situazione in Europa nei secoli citati:
«L'imperatore Sigismondo fece discutere in sua presenza, da un conclave di sapienti, la questione dei lupi mannari, e fu unanimemente stabilito che la mostruosa metamorfosi era un fatto accertato e costante. Un malfattore che volesse compiere qualche soperchieria, non aveva che da spacciarsi per Lupo Mannaro per terrorizzare e mettere in fuga chiunque. A tale scopo non aveva bisogno di trasformarsi davanti a tutti in lupo: bastava la fama. Molti delinquenti vennero arrestati come lupi mannari, pur rimanendo sempre con sembianze umane. Pencer, nella seconda metà del Cinquecento, riferisce che in Livonia, sul finire del mese di dicembre, ogni anno si trova qualche sinistro personaggio che intima agli stregoni di trovarsi in un certo luogo: e, se loro si rifiutano, il Diavolo stesso ve li conduce, distribuendo nerbate così bene assestate da lasciare immancabilmente il segno. Il loro capo va avanti per primo, e migliaia di Stregoni vanno dietro di lui; infine attraversano un fiume, varcato il quale si cambiano in lupi e si gettano su uomini e greggi, menando strage»
Plancy riferisce anche un episodio italiano, la cui fonte prima dice essere un certo Fincel:
«Un giorno venne preso al laccio un lupo mannaro che correva per le vie di Padova; gli si tagliarono le zampe, e il mostro riprese tosto forma d'uomo, ma con piedi e mani mozzati»
Questa sorta di isteria collettiva porta a episodi terribili e grotteschi insieme. A tal medico Pomponace, sempre secondo Plancy, venne portato un contadino affetto da licantropia; questi gridava ai suoi vicini di fuggire se non volevano essere divorati. Siccome lo sventurato non aveva affatto la forma di lupo, i villici avevano cominciato a scorticarlo per vedere se per caso non avesse il pelo sotto la pelle. Non avendone trovato traccia, lo avevano portato dal medico. Pomponace, con maggior buon senso, stabilì che si trattava di un ipocondriaco.

Caratteristiche
Morfologia licantropica
Per lo più, tutte le storie e le leggende sono concordi nell'affermare l'origine diabolica del mostro che viene spesso associato con streghe ed eretici. A parte questo punto in comune, è impossibile tracciare una morfologia univoca del licantropo. Normalmente lo si trova rappresentato in forma di lupo (e non una creatura ibrida tra l'uomo e la bestia, come nei film d'orrore) che può però assumere un'ampia gamma di aspetti e dimensioni, dal normale lupo, da cui si distingue solo per l'intelligenza e la ferocia, a una mostruosità grossa come una vacca e deforme, dalla forza spaventosa e dalla ferocia senza pari. Taluni affermano anche che il licantropo è privo di coda, perché le creazioni del diavolo, per quanto ben riuscite, sono necessariamente imperfette. Altri ritengono che sia necessariamente di colore nero. Un possibile tratto distintivo sta nelle sue impronte: in alcune leggende, il lupo mannaro lascia a terra il segno di cinque unghie (i canidi normali lasciano solo quattro tacche. Il pollice si è atrofizzato e non tocca il terreno). Alcuni di questi uomini bestia conservano la possibilità di parlare e ragionare come normali esseri umani, altri la perdono completamente. Anche alla regola secondo cui non vengono mai rappresentati come ibridi ci sono delle eccezioni, sia pure rare e parziali. Infatti, a volte il lupo mannaro sembra poter procedere su due zampe, o conservare una certa prensilità degli arti anteriori, cosa che gli consente, all'occorrenza, di intrufolarsi nelle case scassinando le porte chiuse. Altro tratto distintivo è l'immenso gusto del licantropo per la carne fresca.
Il demonologo francese Pierre Delancre (Bordeaux 1565 (?) – Parigi 1630), lo descrive così:
«Essi sgozzano li cani e li bambini e li divoran con eccellente appetito; camminano a quattro zampe; ululano come veraci [lupi]; hanno ampia bocca, occhi di fuoco e zanne acuminate»
Diventa imperativo, per la possibile vittima medievale, cercare di capire anche come si presenta il mannaro in forma umana, per individuarlo e guardarsene. Il compito non è facile, perché esistono quasi tanti segni indicatori quante sono le versioni della bestia. Bisogna guardarsi da chi ha sopracciglia troppo folte e unite al centro, oppure il volto ferino, i canini troppo affilati, pelo sia sul dorso che sul palmo delle mani. Il dito indice più lungo del medio è sicuro indizio di licantropia, così pure un insano appetito per la carne cruda. È opportuno anche sospettare di chi sia troppo in forze senza che lo si veda mai mangiare; quasi di sicuro è un lupo mannaro che uccide persone la notte e le divora di nascosto.
Personaggio a metà tra lo stregone e l'uomo-lupo è il francese meneur de loups o "pastore di lupi". È una sorta di incantatore che, pur non trasformandosi personalmente in lupo, è in grado di radunare e guidare un branco di queste bestie per i suoi scellerati fini. La capacità di comandare un branco di normali lupi è spesso riconosciuta anche al licantropo. Alla testa dei suoi "simili", poi, il lupo mannaro può dare l'assalto a paesi o, addirittura, a roccaforti, facendo strage degli abitanti e divorando gli armenti. Talvolta, questi branchi misti si presteranno anche a fare da cavalcatura alle streghe, e a portarle ai luoghi del sabba.
Nel Medioevo si completa l'opera di demonizzazione del lupo, che viene assimilato al suo "doppio" innaturale e visto come servo delle streghe (il mannaro è una loro possibile incarnazione). I lupi sono vicini a Satana, e devono cominciare a guardarsi con molta attenzione dagli uomini, che talvolta arriveranno a fare dei veri e propri roghi di queste bestie, a fianco di sventurati accusati di stregonerie o eresia.

Diventare licantropo
Molti sono i modi per diventare licantropi. L'unico che non figura nella tradizione è il morso: chi viene morso da un lupo mannaro non diventa lupo mannaro esso stesso. Il morso come veicolo dell'infezione muta forma è una trovata narrativa relativamente moderna, dovuta, quasi certamente, a una contaminazione proveniente dalle storie sul vampirismo.
Per tutto il Medioevo invece, per trasformarsi in lupi il modo più sicuro rimane ricorrere alla magia. Ciò, ovviamente, implica che la trasformazione sia volontaria. Per compierla ci si deve spogliare della propria pelle e indossare una pelle di lupo. Se si è restii ad autoscorticarsi, può bastare indossare una cintura confezionata con la pelle di questo animale. Caratteristica fondamentale perché la pelle possa funzionare è che la testa sia sostanzialmente intatta, se possibile con ancora il cranio inserito a supporto dei denti. La pelle, ovviamente, non può essere quella di un comune lupo, ma deve essere una sorta di veste maledetta. Questa deve essere consegnata da Satana, che volentieri la fornisce a persone esecrabili, oppure, secondo consolidata tradizione, in cambio dell'anima. Un'alternativa all'uso della pelle è il ricorso a unguenti o filtri magici. Uno dei componenti fondamentali è quasi sempre il grasso di lupo. A volte questo viene mescolato con sostanze tossiche (come la belladonna) o dagli effetti psicotropi. Una delle più note ricette di filtro magico prevede di mescolare cicuta, semi di papavero, oppio, zafferano, assafetida, solano, prezzemolo e giusquiamo. Parte andava spalmata sul corpo e parte bevuta. Non è quindi improbabile che una persona, se assume un simile intruglio e sopravvive, si comporti come un animale invasato, arrivando ad essere pericoloso. Un ulteriore sistema per trasformarsi è bere "acqua licantropica", cioè raccolta nelle impronte lasciate da un uomo-lupo.
La volontarietà di queste trasformazioni fa sì che possano avvenire in ogni ora del giorno o della notte e in ogni momento. Questo significa che, secondo molte tradizioni, non basta guardarsi dalla luna piena per essere in salvo dai lupi mannari. Il plenilunio assume importanza, anche se non sempre risulta fondamentale, nelle trasformazioni involontarie. Il primo autore ad associare la trasformazione alle fasi lunari è stato presumibilmente Gervasio di Tilbury, uno scrittore medievale. L'idea dell'influsso della luna piena viene ripreso e ritenuto fondamentale dalla maggior parte delle leggende. Vi sono tradizioni (ad esempio in Calabria) secondo cui il licantropo si può trasformare anche sotto l'influsso della luna nuova. L'involontarietà della trasformazione non si ricollega solo al fatto che si verifichi in particolari congiunzioni astrali, ma anche alle sue cause: è solitamente dovuta agli effetti di una maledizione o ad altro accidente. Infatti, anche il venir maledetti da una strega, come pure da un santo o da persona venerabile può portare alla licantropia. San Patrizio, secondo la tradizione, si dedicò a maledire e trasformare in lupi intere popolazioni, così come San Natale. I motivi per cui si può venire maledetti sono molteplici: eresia, empietà, antropofagia (qui ritorna il mito di Licaone), al limite anche solo essere nati in certi periodi dell'anno. Chi nasce la notte di Natale a cavallo della mezzanotte o il giorno dell'Epifania, per esempio, ha buone probabilità di divenire lupo mannaro. Si tratterebbe di una sorta di maledizione divina per punire un gesto quasi blasfemo. Per salvare il figlio dalla crudele sorte, il padre, utilizzando un ferro rovente, deve incidere una croce sotto la pianta di un piede del bambino per i tre Natali successivi. La maledizione può essere dovuta anche a incidenti o piante velenose. Vi è una tradizione abruzzese secondo cui dormire sotto la luna piena (in alcune zone deve essere anche un mercoledì notte) porta al licantropismo. Per le piante, la credenza più diffusa proviene dall'est europeo e avverte di stare lontani dai fiori neri (secondo la versione moldava, questi crescerebbero di preferenza vicino a cimiteri). Il nero è un colore che le infiorescenze in natura non assumono, tranne in casi particolarissimi (non attira gli insetti o altri animali impollinatori), quindi indica soprannaturalità e probabile matrice diabolica.

Difendersi dal licantropo
Tra le scarse difese contro questo essere forte e feroce la più efficace pare essere l'argento. Questo metallo può uccidere tutte le creature sovrannaturali (anche i vampiri, sebbene alcune tradizioni prediligono il paletto di frassino). Bisogna perciò trafiggere il mannaro con una lama di argento o sparargli con una pallottola dello stesso materiale. La credenza si deve alle proprietà di disinfettante che fin dall'epoca greca erano associate a questo metallo. Secondo alcune versioni del mito, l'arma d'argento deve anche essere benedetta, o addirittura fusa da un crocifisso d'argento. Le più complesse sono una versione piemontese e una francese della Saintogne; secondo quella piemontese, la fusione deve provenire non solo da un crocifisso d'argento benedetto, ma deve essere realizzata la notte di Natale. La versione della Saintogne non prevede espressamente l'argento, ma le pallottole devono essere benedette in particolari ore della notte in una cappella dedicata a Sant'Uberto. Un'alternativa che sembra funzionare bene, almeno con quelli che usano una pelle per trasformarsi, è la distruzione della pelle stessa. Opzionalmente, dopo aver ucciso l'uomo-lupo, si può procedere al taglio della testa prima del seppellimento. Questo eviterà che il mostro, dopo morto, si tramuti in vampiro (tradizione slava).
La licantropia si fronteggia meglio sul fronte della cura e della dissuasione. Se uccidere un lupo mannaro è complicato, si può sempre riuscire a sfuggirgli o a guarirlo. Ad esempio, l'uomo-lupo siciliano non è in grado di salire le scale che, di conseguenza, costituiscono un sicuro riparo e per curare il malcapitato da tale stato di affezione bisogna colpirgli la testa in modo da far zampillare fuori un quantitativo sufficiente di "sangu malatu" (sangue malato). Anche lo zolfo messo sulla soglia di casa costituisce un valido deterrente. Il lupo mannaro abruzzese potrà arrestare la trasformazione se gli si lascia a disposizione un recipiente con acqua pura, nel quale si possa bagnare. In alternativa, si può indurre il licantropo a riassumere la forma umana spillandogli tre gocce di sangue dalla fronte o facendolo ferire da un suo familiare che brandisce un forcone, oppure ancora colpendolo con una chiave priva di buchi. Buona efficacia ha anche l'aconito (in inglese prende il nome di wolfsbane, "veleno dei lupi") che risulta particolarmente sgradito.
La soluzione definitiva e radicale rimane il fuoco, da usarsi, preferibilmente, sul licantropo ancora in forma umana.



venerdì 1 novembre 2019

Lettura del biglietto

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La lettura del biglietto è un'illusione basata sulla suggestione psicologica, mediante la quale un soggetto legge, facendo finta di usare la chiaroveggenza, un messaggio sigillato in una busta, di cui in realtà già conosce il contenuto. Benché la lettura del biglietto sia sempre svolta attraverso un trucco, l'effetto è tale da dare l'impressione di un'effettiva lettura del pensiero.
La "lettura del biglietto" è di solito una performance degli illusionisti. I medium e coloro che affermano di possedere potere paranormali spesso usano questa tecnica per fingere di provare i loro presunti "poteri soprannaturali".


 
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