giovedì 1 luglio 2021

Rosa Croce

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I Rosacroce (dal tedesco Rosenkreuzer) o Rosa-Croce sono un leggendario ordine segreto ermetico cristiano, menzionato storicamente per la prima volta nel XVII secolo in Germania, sebbene l'accostamento della rosa alla croce sia già presente nel Rosarium Philosophorum, opera del XIII secolo. L'effettiva esistenza dell'ordine, come quella del suo fondatore Christian Rosenkreuz, è ritenuta poco probabile e le prove della loro esistenza sono debolissime; secondo gli storici le molte leggende che li riguardano sono prive di fondamento.
Ad ogni modo a partire dal XVII secolo fino ad oggi svariate associazioni esoteriche hanno rivendicato la propria derivazione, in tutto o in parte, dall'ordine dei Rosa-Croce del XVII secolo, o fanno riferimento alla "tradizione rosacrociana" o all'"eredità di Cristiano Rosa-Croce". I loro membri sono chiamati "rosacrociani". Il termine "Rosa-Croce", nel loro linguaggio, sta a indicare uno stato di perfezione morale e spirituale.
Come archetipo della società segreta di origini immemorabili e onnipotente, i Rosa-Croce appaiono nella letteratura esoterica, spesso come successori dei Cavalieri del Graal e dei Cavalieri Templari. Alcuni movimenti rosacrociani sono citati più volte nelle relazioni della commissione parlamentare sulle sette in Francia.
Nel 1614 comparve a Kassel un opuscolo anonimo dal titolo Fama fraternitatis Rosae Crucis, che raccontava la vita di Christian Rosenkreuz (Cristiano Rosa Croce): passati 120 anni dalla sua morte si sarebbe ritrovato il suo corpo ancora intatto, circondato da simboli e insegne iniziatici. L'opuscolo forse era circolato come manoscritto già a partire dal 1610.
L'anno seguente comparve un secondo opuscolo sull'argomento (Confessio Fraternitatis) e nel 1616 fu pubblicata un'opera del teologo Johannes Valentinus Andreae (1586-1654), avente per argomento Le nozze chimiche di Christian Rosenkreutz. Ad Andreae si possono forse attribuire anche i due opuscoli precedenti. Successivamente egli descrisse i Rosa Croce come un ludibrium, un termine latino con il significato di "scherzo", scherno pesante e offensivo. Secondo Frances Yates l'uso del termine andrebbe tuttavia inteso nel senso di una sorta di Divina Commedia e indica un'allegoria drammatica legata agli anni tumultuosi che precedettero in Germania la guerra dei trent'anni.
Queste pubblicazioni causarono un grande fermento in tutta Europa, che portò non solo a numerose ristampe, ma anche a discussioni, con opuscoli favorevoli o contrari, i cui autori spesso non conoscevano nulla dei veri scopi degli originari autori e in qualche caso è probabile si siano divertiti a spese dei loro lettori. Gli autori delle opere dei Rosa Croce erano in generale favorevoli al Luteranesimo e in opposizione al Cattolicesimo, altri, come John Heydon, ammisero di non essere dei Rosa Croce, ma di aver utilizzato titoli suggestivi per le loro opere per favorire la divulgazione dei loro studi ermetici.
Poiché i presunti autori dei manifesti rosacrociani ne hanno rifiutato la paternità o hanno detto che si trattava di uno scherzo, ed essendo dubbia l'esistenza stessa del movimento, il quale comunque dichiaratamente affermò di fondarsi sulla segretezza dei suoi membri, è evidente che chiunque poteva dirsi appartenente ai rosacrociani senza timore di smentita e viceversa a poco valeva negare l'appartenenza al movimento: pertanto non c'è quindi modo di saperlo con esattezza.
Nel XVIII secolo diverse società segrete, legate più o meno strettamente alla massoneria, iniziarono a rivendicare una discendenza dal mitico ordine. L'influenza sulla nascita della massoneria non è del tutto accertata, anche se alcune cerimonie furono occasionalmente adottate. "Cavaliere Rosa-Croce" o "Cavaliere dell'Aquila e del Pellicano" è comunque la denominazione del 18º grado del "Rito scozzese antico ed accettato" e "Sovrano Principe Rosa+Croce, Cavaliere dell'Aquila" quella del IV Ordine, 7º grado del "Rito francese".
È possibile analizzare le principali fraternità rosacrociane attualmente esistenti.
Nel 1909 Harvey Spencer Lewis (1883-1939), che da anni studiava l'esoterismo interessandosi in particolare alla filosofia rosacrociana, si recò in Francia per incontrare i responsabili dell'Ordine. Dopo aver affrontato numerosi esami e diverse prove, fu iniziato a Tolosa e ufficialmente incaricato di preparare la rinascita dell'Ordine in America, il quale prese il nome di Antico e Mistico Ordine della Rosa-Croce (Antiquus Arcanus Ordo Rosæ Rubeæ et Aureæ Crucis) o AMORC. Prima di allora, l'Ordine della Rosa-Croce era sempre sopravvissuto attraverso piccoli gruppi in rischio di estinguersi sotto le difficoltà delle contingenze di ogni epoca. Grazie a Spencer Lewis, per la prima volta si venne a costituire un Ordine su scala mondiale dedito esclusivamente all'insegnamento della Rosa-Croce.
Oggi l'AMORC ha sedi e organismi in tutto il mondo, e promuove diverse opere di diffusione di quella parte della saggezza rosacrociana che può essere trasmessa attraverso libri o conferenze, riservando agli iniziati gli aspetti più interiori della sua via iniziatica Tradizionale. Tra gli obiettivi, vi è quello di diffondere le arti, le scienze e un umanesimo sotto l'influsso della più elevata spiritualità, al fine di guidare l'umanità verso la completa realizzazione di sé.
Nel 1989, Michele Moramarco, uno studioso della società nel suo ramo italico (che si richiama a fonti neoplatoniche rinascimentali), pubblicò per la prima volta nella sua Nuova Enciclopedia Massonica frammenti del manoscritto Il Libro del Giglio e della Rosa, una sintesi delle idee sul cosmo e sull'uomo trasmesse da quella scuola. Nel 1992, egli - uscito dal Grande Oriente d'Italia affermando che quella associazione massonica era in uno stato di "deriva laicista" - fondò un Real Ordine degli Antichi Liberi Accettati Muratori sotto l'egida dell'Ordo Albae Rosae et Aureae Crucis.
Diverse organizzazioni che rivendicano di essere Rosacroce sono state sospettate di settarismo da parte delle autorità francesi.
L'Alleanza Rosa-Croce, il Lectorium Rosicrucianum e l'AMORC sono menzionati a diverso titolo nei rapporti della commissione parlamentare sulle sette in Francia del 1995 (rapporto generale) e del 1999 (le sette e il denaro). L'AMORC fece causa per diffamazione contro il presidente della commissione Jacques Guyard che riconobbe in seguito che l'AMORC esercitava il suo ruolo associativo in piena legalità e nel rispetto del libero pensiero.
Secondo la leggenda l'ordine venne fondato nel 1407 da un pellegrino tedesco di nome Christian Rosenkreuz (Rosen = rosa; Kreuz = croce) (1378-1484) al suo ritorno in Germania. Soggiornò a Damasco e in Terra santa dove avrebbe studiato l'occultismo. Sembra che l'ordine fosse limitato a soli otto membri e che si fosse estinto immediatamente dopo la sua morte, per rinascere solo nel XVII secolo.
Secondo una leggenda meno conosciuta e circolante in ambiente massonico l'ordine sarebbe invece stato creato nell'anno 46, quando il saggio gnostico alessandrino Ormus e sei suoi discepoli si convertirono al Cristianesimo ad opera di San Marco evangelista, fondendo la dottrina cristiana con le religioni misteriche dell'antico Egitto: Christian Rosenkreuz sarebbe stato iniziato a quest'ordine divenendone il gran maestro invece di averlo fondato.
In realtà quella che era conosciuta agli inizi del XVII secolo come la "Società dei Rosa Croce" era probabilmente un piccolo numero di individui isolati che condividevano alcuni punti di vista, apparentemente il loro solo legame. Non esiste alcuna traccia di una società che tenesse incontri o assegnasse cariche. Secondo le numerose opere che ne parlano i Rosa Croce erano probabilmente riformatori religiosi e morali che utilizzavano mezzi per l'epoca ritenuti scientifici, in particolare l'alchimia, per far conoscere le proprie opinioni. I loro scritti sono permeati di misticismo od occultismo e suggeriscono significati nascosti che potrebbero essere compresi solo dagli iniziati.
Il simbolo dell'ordine è una croce con al centro una sola rosa rossa. Il termine designa uno stato spirituale che corrisponde ad una conoscenza d'ordine cosmologico che può avere rapporti con l'ermetismo cristiano: il concetto centrale è doppiamente indicato dalla Croce e dal cuore, mentre le gocce di sangue che cadono dalla piaga aperta nel costato di Gesù Cristo si dispongono a forma di rosa.
Esistono anche altre interpretazioni del simbolo che si riferiscono all'evoluzione spirituale dell'uomo: la croce ne rappresenta il corpo fisico e la rosa la personalità psichica e mentale in sviluppo, come la rosa che si apre lentamente alla luce. Altri simboli rosacrociani sono il pellicano e il giglio.
Riguardo ai numeri, la simbologia dei Rosacroce fa riferimento soprattutto ai numeri 3, 4, 7, 10 e 12.

mercoledì 30 giugno 2021

Setta

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Setta (dal latino secta, da sequi, seguire, seguire una direzione, e da secare, tagliare, disconnettere) è, in senso generale, un gruppo di persone che segue una dottrina religiosa, filosofica o politica minoritaria la quale, per particolari aspetti dottrinali o pratici, si discosta da una dottrina preesistente già diffusa e affermata. La definizione di setta è dibattuta e il termine ha assunto un significato negativo.
In passato poteva indicare una scuola di pensiero all'interno di una religione, senza che fosse eterodossa o che entrasse in conflitto con altre scuole. In seguito il termine assunse una connotazione dispregiativa, ricercata dalla religione dominante, per indicare gruppi minoritari che contestavano la sua autorità dottrinale e interpretativa. In tal senso movimenti come i valdesi vennero considerati una pericolosa setta da parte della Chiesa cattolica e gli sciiti dell'Islam vennero considerati erroneamente eretici in vari paesi a maggioranza sunnita e, oggi, dagli gihadisti.
A seconda dei periodi storici e culturali le controversie hanno determinato scontri anche molto violenti, persecuzioni e intimidazioni del gruppo più forte sul più debole con casi meno frequenti di ritorsioni. In alcuni casi la setta divenuta dominante ha assunto a sua volta comportamenti violenti, intimidatori e persecutori.
In tempi più recenti setta indica più frequentemente gruppi, anche non religiosi sorti, attorno a personalità carismatiche.
Nonostante il passare del tempo e un clima più orientato al dialogo e al rispetto delle diversità, il termine setta viene ancora utilizzato in senso dispregiativo per indicare gruppi che hanno credenze, miti e ritualità differenti rispetto a quelli della religione o della mentalità dominante. Alcuni sociologi della religione, per ovviare a questo problema, preferiscono utilizzare il termine "culto", ritenuto più neutrale. Questo termine però è frequentemente utilizzato negli Stati Uniti come sinonimo di setta, soprattutto per indicare gruppi borderline (definiti "cult-like").
Il termine «setta religiosa» ha una doppia interpretazione a seconda dell'origine etimologica che gli si attribuisce. Alcuni lo mettono in relazione con il verbo latino seco, inteso come "tagliare" o "dividere", e in tal senso indica le congregazioni distaccatesi da una chiesa madre: movimenti eterodossi nati in seno ad altre religioni, come la cattolica o i dissidenti delle chiese di stato evangeliche, che si sono evolute nel tempo fino a divenire religioni a pari titolo con la religione madre, con analoga forza e accettazione sociale. Oggi vi si fa riferimento con il termine di chiese.
Altri con il latino sector, rafforzativo di sequor che significa "seguire". In tal senso indica la propensione a seguire l'insegnamento di un maestro o leader che si ritiene illuminato.
Inoltre la parola secta in latino significa dottrina, scuola filosofica e gruppo religioso, perciò una valenza negativa è, probabilmente, stata applicata in seguito, dato che sectae erano definite anche le scuole degli stoici, degli epicurei e degli aristotelici.
In inglese, invece, l'interpretazione è univoca grazie all'uso di due differenti termini: sect e cult. Con sect si intendono i movimenti considerati in passato «ereticali» in quanto distaccatisi da una chiesa madre (come ad esempio i bogomili, i catari, gli albigesi, i valdesi). Con la parola cult, invece, si indicano, più propriamente, quei movimenti che in italiano vengono chiamati "sette".
Non esiste una definizione condivisa di cosa sia chiesa e cosa sia setta. Sulla eventuale definizione di un gruppo grava anche e soprattutto la sua influenza sugli aderenti al gruppo stesso e sulla società e nella cultura in cui il gruppo si muove. Se ne consegue che un gruppo che nasca oggi e oggi venga guardato con sospetto, può radicarsi e venire chiamato chiesa dopo qualche decennio. Tipico è il caso dei cristiani che venivano chiamati "setta dei nazareni" dagli ebrei e dai romani (Atti degli apostoli 24,5).
Il passaggio da "setta" a "chiesa" si verifica tutte le volte che un culto da minoritario e marginale riesce a espandersi nella società acquisendo maggiore credibilità.In base a queste considerazioni, tutte le chiese attuali erano quindi delle sette nelle loro fasi iniziali. Esempi recenti del passaggio da setta a chiesa sono costituiti dalle varie Chiese dell'Avventismo, oppure dai mormoni nati come una comunità, di tipo settario, non sempre in buoni rapporti con la realtà circostante, che si riuniva attorno alla figura del fondatore, Joseph Smith e alle sue rivelazioni (soprattutto il Libro di Mormon). Via via che il gruppo cresceva, e soprattutto con il suo migrare e stabilizzarsi nella città, da loro fondata e costruita, che ora viene chiamata Salt Lake City, questa realtà religiosa è divenuta sempre più una chiesa vera e propria, in particolar modo dopo che lo Stato dove si erano stabilizzati, lo Utah, entrò a fare parte degli Stati Uniti e i mormoni stessi dovettero rinunciare alla pratica della poligamia.
Alcuni sociologi hanno proposto di considerare la differenza tra "chiesa" e "setta" nella modalità di adesione ad essa: alla setta si aderisce mentre nella chiesa si nasce. I figli nati all'interno della setta, dato che lì sono stati cresciuti ed educati, tenderanno a vedere la setta più come una chiesa. Questa proposta di lettura rimane però controversa e non è molto utilizzata.
Altri sociologi distinguono le "chiese" dalle "sette" e le stesse sette tra loro in base a quattro elementi caratterizzanti:
  • le origini storiche;
  • l'evoluzione e lo sviluppo;
  • il contenuto dottrinale;
  • le modalità di organizzazione.
I gruppi maggioritari, quando usano il termine sette, intendono fare riferimento a gruppi che:
  • basano la loro dottrina sugli insegnamenti di un solo leader fortemente carismatico (fino a sconfinare talvolta nel culto della personalità);
  • hanno un percorso di avvicinamento alla conoscenza che è frequentemente di tipo iniziatico o esoterico in cui l'adepto percorre successivi livelli di indottrinamento;
  • esercitano un controllo ossessivo sul singolo adepto volto a asservirne la volontà ai loro scopi controllandone azioni, emozioni, scelte morali, lavorative ed economiche;
  • vivono separati dal resto della collettività, talvolta in modo tanto ossessivo da dare origine a fenomeni violenti o autolesionisti dei componenti della setta stessa.
Alcuni studiosi, tuttavia, fanno notare che questi punti possono venire rilevati anche in gruppi che si trovano all'interno di quelle che definiamo chiese, come nel caso degli ordini religiosi di clausura. Altri, come fa notare Massimo Introvigne, ritrovano questi punti anche nei movimenti interni alla Chiesa Cattolica che vengono chiamati di rinnovamento carismatico (come la Comunità di Sant'Egidio, il Cammino neocatecumenale, l'Opus Dei, il Movimento dei Focolari, ecc.).
Non a caso anche gli studiosi cattolici, come Introvigne, quando è stata proposta in Italia una legge contro la "manipolazione mentale", si sono schierati contro di essa, facendo notare che sarebbe stata usata anche contro gruppi cattolici. In sostanza una simile legge sarebbe stata una legge contro la libertà di religione, la quale è uno dei diritti fondamentali dell'uomo.
Non è scontato che i movimenti cui si fa riferimento come sette abbiano risvolti distruttivi o violenti, né che debbano necessariamente essere pericolosi per l'adepto: sono numerosi quelli che predicano la nonviolenza. In molti gruppi è frequente una commistione di fonti dottrinali, che rende gli adepti tolleranti verso le diversità di pensiero e non ostili al dialogo o al cambiamento.
Tuttavia, nel parlare quotidiano odierno, si tende a usare il termine setta riferendosi alle accezioni più negative, associandolo a intolleranza ideologica, rigidità di pensiero, prevaricazione sul singolo individuo con risvolti anche molto violenti. Il termine si applica soprattutto nei casi in cui si ritiene che il gruppo eserciti indebite pressioni psicologiche sui suoi adepti, tali da definirle come tentativi di controllo mentale e che tale norma sia quotidiana e in un certo senso parte integrante del modo di vivere quella particolare religione.
Nel sentire comune del gruppo maggioritario si ritiene che tali caratteristiche non siano proprie delle chiese poiché, anche se si sono verificati numerosi casi di pressioni simili in movimenti consolidati, tali risvolti distruttivi non sono percepiti come fondanti della totalità del sentire religioso dei fedeli e delle loro azioni, ma caratteristica solo di alcuni enti o periodi specifici come delle persone si mettono apposta degli tatuaggi per essere parte integrante del esoterismo associato una persona missionaria legate alla teoria del complotto che qualcuno e burattinaio che manovri l'umanità per come se qualcuno vorrebbe raggiungere l'obiettivo del dominio del mondo.
In quest'ottica si tende a usare il termine in relazione al danno umano e sociale che si ritiene un gruppo settario potrebbe causare rispetto alle regole sociali, economiche e religiose considerate accettabili e positive dalla collettività di riferimento e in cui la presunta setta si muove come diversa.
I movimenti cui ci si riferisce frequentemente come sette sono estremamente variegati tra loro, sia per fonti dottrinali sia per organizzazione del gruppo. Una classificazione che considera l'oggetto di interesse di questi gruppi può essere la seguente:
Movimenti non religiosi
di norma si basano su principi o teorie psicoterapeutiche, politiche o economiche. Non contemplano una divinità o il senso del sacro e mettono un accento forte sulle possibilità della mente e della psiche (cfr. Scientology). Per questo vi si fa riferimento talvolta come "psico-sette" o come movimenti del potenziale umano. Tra questi movimenti o associazioni si distinguono quelli che pongono un accento particolare alla gnosi e alla scienza: filomatiche, tecnocratiche, prometeiche.
Movimenti religiosi
I filoni legati alla religiosità sono numerosissimi e complessivamente possiedono il maggior numero di membri. I culti spaziano da quelli cristiani, orientali, islamici, profetici, sino a quelli apocalittici, messianici e millenaristi. Non sono infrequenti commistioni tra tradizioni religiose diverse (sincretismo religioso). Vengono accusati di muoversi con dinamica settaria anche alcuni movimenti cattolici.

Movimenti magici, occultistici e satanici
i filoni guida di tali movimenti sono innumerevoli e molto diversi. Si basano su culti di magia bianca e nera, di esoterismo, di spiritismo e filosofie pseudo-sataniche. La maggior parte dei gruppi satanici non sono violenti, malgrado la presenza di una figura tradizionalmente considerata negativa come Satana, poiché il Satana cui si riferiscono non è sempre quello tradizionale del Cristianesimo: in alcuni casi è piuttosto ricondotto ad un principio filosofico o a divinità ancestrali come il dio Pan; in effetti, alcuni esperti, tra i quali Cecilia Gatto Trocchi, hanno individuato sette luciferine sfumanti sia nel neopaganesimo sia nella neo-stregoneria, nelle quali i diavoli dell'inferno non sono altro che le antiche divinità pagane degradate. Le accuse di abuso rituale satanico portate contro questi gruppi sono perlopiù riconducibili a fenomeni di isteria collettiva.

Movimenti neopagani, New Age, mistico-esoterici
in questo filone è frequente il rifarsi a pratiche di meditazione orientali. Questo tipo di movimenti si caratterizza per il rifiuto delle dottrine ufficiali o delle religioni tradizionali, in favore di religioni primitive e antiche mescolate con studi sulla natura, riti magici e astrologia. In questo tipo di ambiente i gruppi professano frequentemente uno stile di vita semplice e pacifico. Possono tuttavia decidere di vivere in isolamento rispetto alla società per dedicarsi con maggior concentrazione alle proprie ricerche.



Secondo i critici di questa classificazione, dal momento che non distingue tra gruppi pericolosi e gruppi non pericolosi essa suggerirebbe, seppure implicitamente, l'idea che tutti i gruppi abbiano la stessa distruttività: satanisti come New Age e così via, contribuendo alla formazione di un clima di confusione, foriera di scarsa tolleranza, nei confronti di tutti i culti minoritari.
Va rilevato che vi sono stati gruppi fortemente minoritari di orientamento religioso che hanno destato particolari preoccupazioni per le loro pulsioni distruttive, autolesioniste o di circonvenzione sugli adepti. Tra questi i casi più famosi: il Tempio del popolo, che nel 1978 condusse al suicidio 914 persone, di cui 276 bambini in Guyana. I Davidiani, l'Ordine del Tempio del Sole, Heaven's Gate ed altri ancora furono scoperti essersi macchiati di abusi fisici e sessuali persino su bambini, di aver depredato gli averi dei loro membri spesso per comprare armi da usarsi durante il giorno del Giudizio o contro i nemici del bene, di aver indotto i propri membri al suicidio. Taluni di questi gruppi destano la preoccupazione di alcuni operatori di orientamento cattolico, poiché opererebbero anche nell'ambito della salute, come ad esempio i Damanhur o l'Energo Chromo Kinesi che mescolano medicina energetica, gnosticismo ed esoterismo New Age. Secondo questa interpretazione, tali gruppi indurrebbero nei loro aderenti atteggiamenti fobici incentivanti verso tutto ciò che è ritenuto "energeticamente" contaminante. Gli operatori cattolici riconoscono nei movimenti appena citati un fine ultimo che sarebbe di "salvifico-apocalittico", ove solo le anime "energeticamente pure" dopo essersi liberate del corpo potranno essere salvate. Inutile rammentare che tali affermazioni sono di tipo interpretativo da parte di chi non condivide la linea di pensiero dei gruppi citati. Molto differenti sono invece le proposizioni dei gruppi medesimi sulle loro medesime filosofie esistenziali, le quali devono essere opportunamente spiegate e contestualizzate, ai fini di una corretta informazione verso chi decide di avvicinarsi per cercare di comprenderle e di praticarle. Va tuttavia ricordato come le conseguenze estreme messe in atto da parte di aderenti a movimenti religiosi o non religiosi siano decisamente rare. Esse rappresentano una percentuale minima soprattutto se raffrontate con il quotidiano dei molti gruppi religiosi presenti nelle varie nazioni e società, che manifestano prevalentemente il desiderio di una ricerca spirituale diversa da quella maggioritaria senza presentare nessuna di queste caratteristiche deleterie.
Per prevenire il presentarsi di abusi da parte di alcuni gruppi alcuni governi, come quello degli Stati Uniti hanno portato avanti ricerche sociologiche ed antropologiche su di essi e ricavato modelli comportamentali ricorrenti che alcuni gruppi possono applicare.
Uno di questi aspetti viene definito con l'acronimo inglese BITE e fa riferimento alle metodologie di controllo dell'adepto da parte del gruppo: il controllo avverrebbe
  • sul comportamento e le abitudini della persona (Behaviour control)
  • sulle informazioni a sua disposizione (Information control)
  • sul pensiero (Thought control)
  • sulle emozioni (Emotions control).
In un approccio di questo tipo la persona viene coinvolta in corsi, seminari, riunioni di preghiera o studio, attività di volantinaggio e simili sempre più intense. Spesso vi sono restrizioni ferree sul modo di vestire, alimentarsi, sulle persone da frequentare, in generale sulle libertà quotidiane. Si tende, inoltre, a indurre la persona a non consultare fonti di informazione esterne o che non siano state approvate dal gruppo o a ritenerle in qualche modo impure o dannose per sé.
Particolare importanza ha il legame affettivo con gli altri appartenenti al gruppo, che tendono a iperesponsabilizzare la persona verso i suoi doveri. Mancando verso di essi si manca anche verso i propri amici, la propria famiglia religiosa. In tal senso gli studi sembrano suggerire che le persone che aderiscono a frange particolarmente distruttive di gruppi religiosi siano frequentemente introverse, timide o in condizione di forte stress emotivo o crisi esistenziale. Tali soggetti sarebbero più desiderosi di sentirsi parte di un gruppo solido, che possa guidarli e prendersi cura di loro e sarebbero più esposti a non percepire come lesive di sé alcune pratiche del gruppo stesso, anche sino a conseguenze drammatiche come quelle del suicidio di massa.
Il concetto di psico-setta è stato introdotto da Margaret Singer, una psicologa americana. In Italia, Cecilia Gatto Trocchi ha introdotto il termine psico-setta. Più recentemente, Mario Aletti ritiene privo di alcuna scientificità il tentativo di riutilizzare il concetto di lavaggio del cervello, secondo l'autore già liquidato scientificamente negli anni '80, per le psico-sette. Aletti rifiuta il concetto stesso di psico-setta che ritiene talmente esteso da non risultare chiaramente distinguibile neppure dal tifo calcistico.
Un parere autorevole in tema di fenomeni settari è venuto dal Consiglio d'Europa che, nel 1992, ha approvato una Raccomandazione su Sette e Nuovi Movimenti Religiosi (n. 1178). In tale occasione il Consiglio d'Europa ha sostenuto che una legislazione specifica sulle sette sia indesiderabile, poiché potrebbe interferire negativamente con l'articolo 9 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali ritenendo, tuttavia, che misure educative, così come legislative e di altra natura, dovrebbero essere prese in risposta ai problemi sollevati da alcune delle attività di sette e nuovi movimenti religiosi.
Il Consiglio d'Europa, nel 1999, ha stilato un nuovo rapporto, approvato all'unanimità, in cui ribadiva i contenuti della sua Raccomandazione su Sette e Nuovi Movimenti Religiosi (n. 1178) del 1992.
Nel rapporto, il Consiglio d'Europa, scrive Raffaella Di Marzio, oltre a ribadire l'indesiderabilità di una più significativa legislazione in materia di sette, ha anche scoraggiato l'uso stesso della parola setta: poiché non esiste una definizione accettata del termine "setta", che oltretutto ha assunto una connotazione molto negativa, gli stati membri sono stati invitati ad utilizzare la definizione di "gruppi di natura religiosa, spirituale o esoterica". In questo modo, scrive sempre la Di Marzio, si eviterebbero tre insidie:
  1. discriminare gruppi con dottrine strane ma del tutto innocui;
  2. includere, tra i gruppi pericolosi, organizzazioni perfettamente inserite nelle religioni maggioritarie;
  3. distinguere, in maniera discutibile e arbitraria, le sette dalle religioni.
In tale rapporto si afferma tra l'altro la necessità di:
  • garantire libertà di coscienza ed espressione religiosa a tutti i cittadini, in conformità alle condizioni espresse dalla Convenzione Europea sui Diritti Umani
  • promuovere l'educazione religiosa
  • promuovere migliori relazioni con e tra le religioni
  • promuovere l'espressione sociale e culturale delle religioni

martedì 29 giugno 2021

Basilisco

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Nei bestiari e nelle leggende greche ed europee, il basilisco (dal greco βασιλίσκος basilískos, "piccolo re" da βασιλεύς basiléus, "re"; in latino rēx,regis) è una creatura mitologica citata anche come "re dei serpenti", che si narra abbia il potere di uccidere o pietrificare con un solo sguardo diretto negli occhi.
Secondo Plinio il Vecchio e Solino il basilisco sarebbe un piccolo serpente, lungo meno di venti centimetri e nonostante questo sarebbe la creatura più mortale in assoluto. È infatti velenosissimo e in grado di uccidere con il solo sguardo che pietrifica o incenerisce. Qualunque essere vivente entri in contatto con il suo fiato o venga morso muore sul colpo. Il basilisco vivrebbe nel deserto da lui stesso creato, perché ha la capacità di seccare gli arbusti oltre che con il contatto, con il solo sguardo. Un cavaliere che colpì il basilisco fu ucciso insieme al cavallo dal veleno che si infiltrò attraverso la lancia, come racconta anche il poeta Lucano.
Durante l'alto Medioevo a Plinio si rifece Isidoro di Siviglia, che lo definiva come il re dei serpenti, i quali lo temono per il suo soffio velenoso e per il suo sguardo mortale. Il basilisco è riconoscibile grazie ad una macchia bianca che ha in testa come un diadema che gli vale, per altro, l'epiteto di "re dei serpenti".
Beda fu il primo ad attestare la leggenda di come il basilisco nascerebbe da un uovo deposto di tanto in tanto da un gallo anziano (altri autori hanno aggiunto di sette anni quando Sirio sia ascendente). L'uovo deve essere sferico e deve essere covato da un serpente o da un rospo sopra un nido di peli di Iuvi, processo, questo, che poteva impiegare fino a nove anni. Secondo l'enciclopedia di Rabano Mauro, sarebbe lungo mezzo piede e striato da macchie chiare. Alessandro Neckam fu il primo a riferire la teoria secondo la quale non era lo sguardo del basilisco a uccidere direttamente, ma la corruzione dell'aria che esso provocava (teoria sviluppata un secolo dopo da Pietro d'Abano).
Nel XII secolo Teofilo (monaco), nella raccolta di ricette artigiane che ha preso il suo nome, indicò un procedimento dettagliato per creare un basilisco, attraverso la copula di due galli rinchiusi in una cella sotterranea e tramite la cova di due rospi: la polvere del basilisco bruciato e macinato serviva a creare il cosiddetto aurus hyspanicus, ottenuto a partire dal rame. Nell'Europa dell'età medievale, la descrizione della creatura cominciò ad inglobare caratteristiche proprie dei galli. Le sue caratteristiche lo collocano nella stessa famiglia della coccatrice.
Nonostante la loro apparenza invincibile, i basilischi hanno due nemici mortali: le donnole, che però muoiono sempre anche se riescono ad ucciderlo, azzannandolo alla gola, e i galli, il cui canto gli è letale. Un basilisco può inoltre essere ucciso anche facendolo specchiare in modo che sia il suo stesso sguardo ad ucciderlo. Con il passare del tempo, grazie al moltiplicarsi di storie, le sue capacità letali continuarono ad aumentare, comprendendo l'abilità di sputare fiamme e quella di uccidere solo con il suono della sua voce, oltre alle sue sempre crescenti dimensioni. Alcuni scrittori affermarono che la creatura poteva uccidere anche senza un tocco diretto, ma perfino toccando qualcosa che a sua volta toccava qualcuno, come una spada. Il basilisco è anche la creatura a guardia della città svizzera Basilea.
Per quanto riguarda lo sguardo pestilenziale sulla vegetazione, potrebbe essere illuminante il confronto con le teorie della scuola salernitana del XII secolo: essi sostenevano che i rettili nascessero per "putrefazione" della materia causata dal calore esterno. Il periodo estivo della Canicola era infatti la stagione più propizia per i serpenti che allora uscivano in massa dalle tane sotterranee trascorrendo più tempo sulla superficie; il collegamento tra calura e serpenti presto diede origine a un ribaltamento delle cause, indicando i rettili come responsabili della corruzione dell'aria e dell'imputridimento delle acque che causavano epidemie malariche. Quindi esisteva un vero e proprio collegamento tra il re dei rettili, il periodo più caldo dell'anno e il seccare della vegetazione.
Alberto Magno nel De animalibus scriveva di credere allo sguardo assassino del basilisco, ma negava che questi morisse se un uomo lo vedeva per primo e che un gallo potesse fare un uovo; interessante è come egli indichi queste credenze come frutto nei suoi contemporanei nell'autorità di Ermete Trismegisto, il quale avrebbe pure sostenuto come le ceneri di basilisco fossero state necessarie per trasformare l'argento in oro: un'attribuzione del tutto infondata ma che dimostra come già nel XIII secolo la figura del basilisco fosse associata a interpretazioni alchemiche.
Il “basilisco filosofico” come una folgore in un istante penetra e distrugge i “metalli imperfetti” ricorda Evola, associandolo alla folgore che ha abbattuto i Titani e aggiungendo che corrisponde al prana, la forza vitale della tradizione induista.
La leggenda del basilisco ha goduto di continui richiami nel tempo.
È citato in un salmo biblico nella versione della Vulgata:
« Super aspidem et basiliscum ambulabis, et conculcabis leonem et draconem.
Tu camminerai sull'aspide e sul basilisco, e calpesterai il leone e il drago. » (Salmi 91,13)
Geoffrey Chaucer parla di una basilicok nelle Canterbury Tales. Leonardo da Vinci incluse un basilisco nel suo bestiario, citando la sua malvagità di nascondersi in alto sui rami e di fissare le sue vittime mentre appassiscono al suo sguardo. Percy Bysshe Shelley ne L'ode a Napoli alluse a un basilisco. Anche Voltaire citò un basilisco nel capitolo XVI di Zadig.
Il basilisco è anche la creatura a guardia della città svizzera Basilea. In Italia centrale, tra la Toscana, l'Umbria e l'alto Lazio, è diffusa nelle campagne la tradizione del serpente regolo, anch'esso "piccolo re", serpente pernicioso e vendicativo, dalla testa grande come quella di un bambino, abitante fossi, campi, rovine e foreste. Anche nel Piemonte nord-orientale (Verbano, Cusio, Val d'Ossola ...) il basilisco, localmente detto baselesc o re di biss, è una presenza abituale nelle leggende e nel folklore locale.
I basilischi sono stati riutilizzati nei giochi, film, libri e romanzi fantasy moderni. Non è insolito trovare un basilisco nei bestiari dei giochi di ruolo come Dungeons & Dragons e Final Fantasy. Il basilisco è il primo boss del videogioco God of War: Chains of Olympus, mentre in Metal Gear Solid: Peace Walker Basilisco è il soprannome del Peace Walker. Nella serie di Harry Potter il basilisco è un gigantesco serpente dallo sguardo mortale; il protagonista, Harry Potter, si batte con esso nel capitolo Harry Potter e la camera dei segreti.
Il gruppo folk rock italiano Marta sui tubi ha scritto una canzone dal titolo Basilisco contenuta nell'album Carne con gli occhi.
In araldica suoi attributi frequenti sono squamoso e allumato.
Il basilisco simboleggia potenza ed eternità della stirpe, in base alle credenze egizie che lo dipingevano di vita lunghissima, vista la sua capacità di uccidere gli altri animali col fiato. A causa di ciò, alcuni lo presero a simbolo di calunnia, colpa o contagio, ma queste sue caratteristiche mal si adattano alle necessità dell'araldica che impiega solo simboli positivi.
Il basilisco viene spesso accomunato ad un'altra figura mitologica: il biscione, simbolo del casato dei Visconti e della città di Milano, delle cui origini non vi sono ancora dati certi.
Il basilisco è il simbolo di Sternatia, nel Salento, e di alcune città della Basilicata quali Lauria, Melfi, Teana e Venosa. Inoltre è simbolo della città campana di Aversa: infatti esso è perfetta sintesi culturale tra l'origine d'oltralpe dei Normanni fondatori di Aversa e la tradizione osca locale che aveva eletto il basilisco, re dei serpenti, ad emblema dell'eternità della stirpe degli Osci.
La città di Belluno ha due basilischi nell'araldica.

lunedì 28 giugno 2021

Codex Gigas

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Il Codex Gigas (in italiano: Libro Gigante) è il più grande manoscritto medioevale esistente al mondo. Si ipotizza sia stato creato nel monastero benedettino di Podlažice in Boemia (ora nella Repubblica Ceca): la sua realizzazione si colloca nel primo trentennio del XIII secolo. Nel 1648, durante la Guerra dei trent'anni, l'opera fu presa dall'esercito svedese come bottino di guerra ed è ora conservata presso la Biblioteca nazionale svedese a Stoccolma.
È anche conosciuto col nome di Bibbia del Diavolo per la grande illustrazione del demonio in esso contenuta e per la leggenda riguardo al fatto che l'autore, per scriverlo, abbia richiesto l'aiuto del demonio. Infatti secondo la leggenda egli era un monaco che si impegnò, isolandosi nella sua cella, a produrre in una notte un'opera che glorificasse il suo monastero.

Aspetto
Il codice è riccamente miniato
Il Codex Gigas è contenuto in una copertina di legno ricoperta di pelle, con alcuni ornamenti in metallo. Le dimensioni sono: 92 centimetri di lunghezza, 50 di larghezza e 22 di spessore, misure che lo rendono il manoscritto più voluminoso del medioevo con un peso di 75 kg. Inizialmente conteneva 320 pagine di vellum, ma otto di queste sono state successivamente rimosse provocando ulteriori sospetti riguardo all'origine.

Storia
Il codice pare sia stato creato da un certo Herman il Recluso nel monastero Benedettino di Podlažice nei pressi di Chrudim, che venne distrutta nel XV secolo. Nel codex, il 1229 viene registrato come l'anno di completamento dell'opera. Il libro fece poi la sua comparsa nel monastero cistercense di Sedlec e successivamente venne acquistato da quello benedettino di Břevnov. Dal 1477 al 1593 fu custodito nella biblioteca di un monastero di Broumov fino a quando non venne trasferito a Praga nel 1594 per entrare a far parte della collezione di Rodolfo II d'Asburgo.
Alla fine della Guerra dei Trent'anni, nel 1648, tutta la collezione di Rodolfo II venne presa dall'esercito svedese. Dal 1649 il manoscritto si trova nella Biblioteca Reale di Svezia a Stoccolma. In seguito il Codex Gigas attirò la curiosità della regina Cristina I di Svezia, la quale avendo messo insieme una vasta biblioteca oggi in parte andata perduta, si interessò anche a questo libro fino a quando non abdicò nel 1655 per poi lasciarlo a Stoccolma.
Il 7 maggio 1697 scoppiò all'interno del castello reale un incendio che partendo dall'ala nord colpì anche la Biblioteca reale e molti dei libri furono messi in salvo. Il Codex Gigas, date le sue enormi dimensioni e il suo peso, per essere salvato dalle fiamme fu lanciato da una finestra del palazzo. Andarono comunque smarrite alcune pagine.
Nel settembre 2007, dopo 359 anni, il Codex Gigas è stato riportato a Praga in prestito fino a gennaio 2008 (a disposizione della Biblioteca Nazionale Ceca).

Contenuto
Il Codex include una trascrizione completa della Bibbia tratta quasi interamente dalla Vulgata, ad eccezione degli Atti degli Apostoli e dell'Apocalisse di Giovanni, che sono tratti dalla Vetus Latina.
Il testo include anche: la Etymologiae di Isidoro di Siviglia, due lavori di natura storica di Giuseppe Flavio, ovvero Antichità giudaiche e la Guerra giudaica, una storia della Boemia (Chronica Boëmorum) di Cosma Praghese, vari trattati (di storia, etimologia e fisiologia), un calendario con la lista dei santi, l'elenco dei monaci dei monasteri di Podlažicama, formule magiche e altri documenti tra cui gli alfabeti greco, cirillico ed ebraico. L'intero libro è scritto in latino.
Il manoscritto include miniature in rosso, blu, giallo, verde ed oro. Le maiuscole iniziali sono minuziosamente miniate e frequentemente occupano l'intera pagina. L'aspetto del manoscritto resta fondamentalmente invariato dall'inizio alla fine, così come la calligrafia dello scrivano che non mostra segni di anni di malattia o di cambiamenti di umore. Questo fatto ha alimentato la credenza che il manoscritto sia stato scritto in un periodo di tempo incredibilmente breve. In realtà alcuni studiosi hanno stimato che l'opera potrebbe essere il lavoro di un solo uomo che ha lavorato per oltre 20 anni.
Illustrazione del Diavolo, pagina 577 (Folio 290 Recto). La leggenda narra che il codice sia stato creato da un monaco che vendette la sua anima al Demonio.
Degna di nota è la pagina 577, che contiene un'immagine del Diavolo a tutta pagina. Alcune pagine prima dell'immagine sono scritte su fogli di pergamena stranamente anneriti che le danno un aspetto inquietante, in qualche modo differente dal resto del codice.

domenica 27 giugno 2021

Linguaggio alieno



Il termine linguaggio alieno si riferisce a qualsiasi forma di linguaggio che potrebbe essere utilizzato da ipotetiche forme di vita extraterrestri. Lo studio di tali linguaggi è stato denominato xenolinguistica o astrolinguistica ed è un campo ipotetico presente soprattutto nella fantascienza.

Generazioni di autori di fantascienza si sono confrontati col problema dei linguaggi alieni; alcuni hanno creato lingue artificiali per i propri personaggi, altri invece hanno eluso il problema introducendo speciali dispositivi per la traduzione o altre tecnologie fantastiche.

Sebbene la questione dei linguaggi alieni rimanga per lo più limitata alla letteratura fantascientifica, la possibile esistenza di forme di vita extraterrestri intelligenti la rende oggetto credibile anche di speculazioni scientifiche e filosofiche.


Fantascienza
In molti racconti di fantascienza compaiono culture aliene dotate di una propria lingua. Il protagonista del romanzo Lontano dal pianeta silenzioso di C. S. Lewis, ad esempio, grazie alla sua esperienza di filologo è in grado di ricostruire le lingue parlate su Marte. Lewis era un creazionista e riteneva quindi plausibile che un alieno parlasse un dialetto indoeuropeo. Allo stesso modo, i marziani in Noi marziani di Philip K. Dick sono in qualche modo collegati con gli australiani aborigeni e parlano una forma d'inglese pidgin.
Tuttavia, autori con posizioni più convenzionali in materia di antropogenesi hanno dovuto ricorrere a stratagemmi più complessi, come ad esempio il Pesce di Babele di Douglas Adams, o hanno dovuto ammettere che la comunicazione può rivelarsi estremamente difficile, se non impossibile. Questo è sicuramente il caso di Stanisław Lem in Solaris e di Arthur C. Clarke in 2001: Odissea nello spazio.
Probabilmente la lingua artificiale più complessa è il Klingon dell'universo di Star Trek, una lingua piuttosto evoluta interamente creata a tavolino. In Star Trek compare inoltre il Linguacode, un mezzo di comunicazione basato su segni grafici usato nei primi contatti con specie sconosciute.
Babylon 5 descrive un linguaggio ‘universale’ chiamato Interlac, pensato in modo che le altre civiltà possano facilmente decifrarlo e utilizzarlo per comunicare. Alcune specie dispongono di computer in grado di tradurre nella propria lingua le trasmissioni in Interlac in tempo reale, rendendo la comunicazione con le altre razze il più semplice possibile. Molte specie nell'universo di Babylon 5 sono comunque in grado di imparare altre lingue.
Nel film e nel libro Incontri ravvicinati del terzo tipo, gli scienziati si servono delle note musicali per comunicare con gli ospiti alieni.
Nel film Mars Attacks! i marziani parlano un'insolita lingua aliena che comprende solo le parole "ack!" e "rack!"
Nel cartone animato Futurama vi sono due lingue aliene; la prima sostituisce direttamente i caratteri dell'alfabeto latino, mentre la seconda è un codice di addizione modulare.
Nel film e nel libro Contact gli alieni inviano le istruzioni per costruire una macchina per raggiungerli servendosi della matematica, che il protagonista definisce "l'unico linguaggio universale".

Lingue aliene
Lingue artistiche riferite ad immaginarie civiltà extraterrestri pubblicate professionalmente su libri o altri media:
Civiltà aliene
D'ni - La lingua del popolo D'ni nella serie di videogiochi e romanzi di Myst.
Goa'uld - La lingua dei Goa'uld nell'universo di Stargate SG-1.
Huttese - La lingua degli Hutt nell'universo di Guerre stellari.
Kēlen - Una lingua senza verbi creata da Sylvia Sotomayor.
Klingon - La lingua dei Klingon nell'universo di Star Trek.
Mando'a - La lingua dei Mandaloriani nell'universo di Guerre stellari.
Minbari - La lingua dei Minbari nell'universo di Babylon 5.
Mondano - Dal ciclo delle porte di Nancy Kress.
Na'vi - La lingua del popolo Na'vi che vive sulla luna Pandora del film Avatar
Romulano - La lingua dei Romulani nell'universo di Star Trek.
Tenctonese - Dal film Alien Nation: nazione di alieni e dal telefilm Alien Nation.
Unas - La lingua degli Unas nell'universo di Stargate SG-1.
Vulcaniano - La lingua dei Vulcaniani nell'universo di Star Trek, con relativo alfabeto.
Civiltà umane non terrestri
Antico - La lingua degli Antichi nell'universo di Stargate.
Baronh - La lingua degli Abh negli anime di Morioka Hiroyuki Crest of the Stars e Banner of the Stars.
Chakobsa - La lingua dei Fremen nel ciclo di Dune di Frank Herbert.
Iotico - La lingua degli abitanti del pianeta Urras nel romanzo di Ursula Le Guin I reietti dell'altro pianeta.
Kobaïan - La lingua degli abitanti del pianeta Kobaia creato dal musicista francese Christian Vander.
Linguaggio da battaglia degli Atreides - La lingua della Casa Atreides nel ciclo di Dune di Frank Herbert.
Mando'a - La lingua dei della cultura Mandaloriana
Pravico - La lingua degli abitanti del pianeta Anarres nel romanzo di Ursula Le Guin I reietti dell'altro pianeta.
Stark - La lingua comune interstellare nel ciclo di Ender di Orson Scott Card.
Civiltà miste
Basic Galattico - La lingua franca dell'universo di Guerre stellari.
Galach - la lingua ufficiale dell'Impero nel ciclo di Dune e in altri romanzi di Frank Herbert.
Linguacode - Lingua usata per comunicare con culture sconosciute da parte della Federazione dei Pianeti Uniti nell'universo di Star Trek.
Marain - La lingua comune della Cultura nei romanzi di Iain Banks.

sabato 26 giugno 2021

Ciclo di Cthulhu

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Il Ciclo di Cthulhu, anche noto come Miti di Cthulhu, è il ciclo letterario che si riferisce alla parte più importante della produzione di Howard Phillips Lovecraft (1890-1937).
Il termine fu creato da August Derleth dopo la morte di Lovecraft nel tentativo di sistematizzare i riferimenti alle divinità blasfeme e alle creature cosmiche presenti nella letteratura del Solitario di Providence. Alcuni autori ritengono questa sistematizzazione una forzatura: per esempio Dirk W. Mosig ha proposto come nome alternativo Ciclo del Mito di Yog-Sothoth.
Lovecraft fu un influentissimo autore di romanzi brevi e racconti di difficile classificazione (a metà fra la fantascienza, il fantasy e l'horror "cosmico"), che fanno riferimento ad ere della Terra precedenti l'avvento dell'umanità, e i cui retaggi arrivano fin ai giorni nostri (o meglio all'epoca dell'autore). Si tratta di retaggi fatti di culti innominabili e segreti, e di antichi misteri di quando la terra era giovane e abitata da razze extraterrestri "filtrate dalle stelle" e che avevano portato con loro i propri Dei, noti anche come Grandi Antichi (dei quali il più conosciuto, ma non il più importante, è appunto Cthulhu).
L'intero ciclo è attraversato da numerosi leitmotiv, il più celebre dei quali è senza dubbio il Necronomicon, il grimorio (ovvero il libro magico) - uno pseudobiblium inventato da Lovecraft, ma che alcuni ancora oggi ritengono o spacciano per realmente esistente - che sarebbe stato scritto dall'arabo pazzo Abdul Alhazred, e col quale sarebbe stato possibile evocare "Quelli di Fuori", traendoli dalla più remote regioni del cosmo e dell'essere.
Per ogni racconto è indicata la data (presunta) di stesura. La traduzione dei nomi è quella data da Gianni Pilo e Sebastiano Fusco. Tutti i racconti sono indipendenti l'uno dall'altro, e non seguono un ordine particolare.
Non sono state incluse le "opere oniriche", che seppur contenendo elementi del Ciclo di Cthulhu se ne separano nettamente per toni e contenuti.
Dagon (1917) - racconto
La città senza nome (gennaio 1921) - racconto
Il cane (settembre 1922) - racconto
La ricorrenza o La cerimonia (gennaio 1923) - racconto
Il richiamo di Cthulhu (giugno 1926) - racconto
Il caso di Charles Dexter Ward (gennaio 1927-marzo 1927) - romanzo
Il colore venuto dallo spazio (marzo 1927) - racconto
Storia del Necronomicon (1927) - racconto
La maledizione di Yig (1928) - racconto
L'orrore di Dunwich (luglio 1929) - racconto
Il tumulo (1928) - romanzo
Colui che sussurrava nelle tenebre (24 febbraio 1930-26 settembre 1930) - racconto
L'abbraccio di Medusa (maggio 1930) - racconto
Le montagne della follia (febbraio-marzo 1931) - romanzo
La maschera di Innsmouth (novembre-dicembre 1931) - racconto
I sogni nella casa stregata (gennaio-febbraio 1932) - racconto
L'uomo di pietra (1932) - racconto
L'orrore nel museo (ottobre 1932) - racconto
Dagli eoni (1933) - racconto
La cosa sulla soglia (21-24 agosto 1933) - racconto
L'ombra venuta dal tempo ( novembre 1934-marzo 1935) - racconto
Il diario di Alonzo Typer (ottobre 1935) - racconto
L'abitatore del buio (novembre 1935) - racconto

Secondo l'edizione di 'Tutti i racconti', Mondadori (a cura di Giuseppe Lippi), i racconti che possono ritenersi 'precursori' del Ciclo sono invece i seguenti:
Dagon (1917) - racconto
Oltre il muro del sonno (1919) - racconto
Il tempio (1920) - racconto
Dall'ignoto (1920) - racconto
Gli altri dei (1921) - racconto
La Casa Sfuggita (1924) - racconto

Circa i racconti che seguono Il richiamo di Cthulhu non c'è universale accordo: si può ritenere orientativamente valida la lista precedente.

Nei racconti di Lovecraft non vi sono personaggi seriali, ad eccezione del suo alter ego Randolph Carter (che tuttavia compare in opere non considerate come parte dei cosiddetti "Miti") e gli autori dei libri blasfemi più volte citati: Abdul Alhazred, il Conte D'Erlette ecc.
Alcuni personaggi dei suoi lavori sono degni di menzione:
Wilbur Whateley (L'Orrore di Dunwich). È il figlio di un mostruoso incrocio fra una donna del paese e il dio Yog Sothoth.
Professor Henry Armitage (L'Orrore di Dunwich). Studioso di Arkham che riuscirà a fermare l'abominevole progenie di Yog Sothoth a Dunwich.
Henry Akeley (Colui che sussurrava nelle tenebre). Studioso che vive semi-recluso, è entrato in contatto con i Funghi di Yuggoth ed è stato catturato e sostituito con un doppio.
Charles Dexter Ward (Il caso di Charles Dexter Ward). Un folle di Providence che si imbarca in oscure ricerche alchemiche.
Diversi elementi degli scritti di Lovecraft e in particolare dei Miti di Cthulhu sono stati spesso utilizzati nella cultura popolare come modelli stilistici per ambientazioni e per personaggi orribili o soprannaturali.
Molti sono gli scrittori che hanno collaborato con Lovecraft, come Clark Ashton Smith, Robert Ervin Howard e Fritz Leiber, attingendo a loro volta alle sue opere. Stephen King e Neil Gaiman sono tra gli autori moderni più influenzati dai racconti lovecraftiani. Anche alcuni fumetti hanno tratto ispirazione, seppur in minima parte o solo in alcuni numeri, dall'opera di Lovecraft, tra i quali Batman, Dylan Dog, Métal Hurlant, Martin Mystère, Dampyr, Soul Eater, Djustine e Zagor. Negli anni duemiladieci il fumettista Alan Moore ha scritto un trittico di fumetti (Neonomicon, Il cortile (The Courtyard) e Providence) ispirati al ciclo di Cthulhu. Il manga di Masamune Shirow Orion contiene riferimenti e citazioni di tipo lovecraftiano.
Tra le pellicole cinematografiche in parte tratte dalle opere dello scrittore vi sono La città dei mostri, ...E tu vivrai nel terrore! L'aldilà, Paura nella città dei morti viventi, Re-Animator, Jason va all'inferno, Il seme della follia e Dagon - La mutazione del male, oltre alla serie La casa. Anche alcuni serie televisive contengono, in qualche episodio, riferimenti ai Miti di Cthulhu, tra le quali South Park, Doctor Who, Supernatural e Andromeda.
La musica è il campo che ha maggiormente risentito dell'opera di Lovecraft, dedicando album o singoli alle sue creature; tra i gruppi musicali, in particolare vicini al heavy metal, influenzati dallo scrittore vi sono Black Sabbath, Iron Maiden, Metallica, Mercyful Fate, 1349, Therion, Nile, Blue Öyster Cult, GWAR, Morbid Angel e Rage. Due band hanno scelto di chiamarsi con in nome dell'artista di Providence, i H. P. Lovecraft e i Lovecraft. Anche deadmau5, famoso produttore e dj Canadese, ha tratto ispirazione da Cthulhu per tre sue canzoni.
Anche giochi e videogiochi hanno tra le proprietà caratteristiche elementi che richiamano la filosofia e l'universo lovecraftiano; tra questi vi sono Bloodborne, Alone in the Dark, Call of Cthulhu: Dark Corners of the Earth, Dark Project: L'ombra del ladro, Il richiamo di Cthulhu, The Elder Scrolls IV: Oblivion, Amnesia: The Dark Descent, The Witcher, Silent Hill, Fallout 3, Tales of Symphonia, Penumbra, Quake, Terraria, Fate/Grand Order, World of Warcraft.


venerdì 25 giugno 2021

Triangolo nero (UFO)

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Con triangolo nero o triangolo volante si definisce una tipologia di oggetti volanti non identificati di forma triangolare. Tali oggetti sono conosciuti anche come Big Black Deltas (BBDs).

Avvistamenti segnalati

Avvistamenti sporadici di UFO triangolari sono stati segnalati già negli anni cinquanta (come l'incidente di Carson Sink, indagato nell'ambito del Progetto Blue Book), ma le segnalazioni sono diventate più frequenti a partire dalla fine degli anni ottanta. Gli avvistamenti di questo tipo di UFO si sono verificati soprattutto negli Stati Uniti d'America e nel Regno Unito, prevalentemente nelle ore serali.
I testimoni degli avvistamenti hanno descritto questi presunti oggetti come triangoli di colore scuro, con luci di colore bianco ai vertici; a volte è stata segnalata una quarta luce di colore rosso, posta al centro del triangolo.
Gli avvistamenti più noti di UFO triangolari sono i seguenti:
  • Ondata belga del 1989-1990: fra il 1989 e il 1990 si verificò in Belgio una serie di avvistamenti di UFO triangolari.
  • Incidente di Cosford-Shawbury (Regno Unito): il 31 marzo 1997 parecchi testimoni segnalarono l'avvistamento di un oggetto triangolare in Devon e Cornovaglia.
  • Avvistamento di Phoenix (USA): il 31 marzo 1997 furono osservate nel cielo di Phoenix alcune luci in formazione a triangolo.
  • Triangolo di St. Clair (USA): il 5 gennaio 2000 diversi cittadini della contea di St. Clair segnalarono al numero di emergenza della polizia l'avvistamento di un oggetto triangolare con luci ai vertici. L'oggetto fu avvistato anche da alcuni ufficiali di polizia.
  • Luci di Tinley Park (USA): fra il 2004 e il 2006 si verificò a Tinley Park una serie di avvistamenti di massa di tre luci rosse disposte in formazione a triangolo.

Ipotesi

Per spiegare gli avvistamenti di UFO triangolari, alcuni ufologi chiamano in causa veicoli extraterrestri, mentre secondo altri si tratterebbe invece di aerei sperimentali segreti, come l'Aurora o il TR-3 Black Manta.
Gli scettici hanno avanzato diverse ipotesi alternative, tra cui: luci di aerei o elicotteri (come nel caso di Cosford-Shawbury), razzi di segnalazione lanciati da aerei militari (come nel caso di Phoenix), dirigibili (come nel caso del Triangolo di St. Clair), mongolfiere o riflessi delle luci di atterraggio di aerei. Alcuni casi si possono spiegare con satelliti di tipo NOSS, che viaggiano in orbita attorno alla Terra in gruppi di tre.
Secondo un rapporto del Ministero della Difesa (MoD) britannico riguardante lo studio di avvistamenti di UFO nel Regno Unito, che è stato declassificato e pubblicato nel 2006, la maggior parte degli UFO triangolari sarebbero in realtà formazioni di plasma gassoso fluttuante e carico elettricamente. Tali formazioni avrebbero il potere di interagire tra loro provocando fenomeni di rifrazione della luce, dando l'apparenza di una forma poligonale con le luci ai vertici. Queste formazioni di plasma avrebbero inoltre effetti elettromagnetici ancora sconosciuti, che potrebbero avere effetti sul cervello dei testimoni degli avvistamenti, causando allucinazioni.

 
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