lunedì 28 giugno 2021

Codex Gigas

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Il Codex Gigas (in italiano: Libro Gigante) è il più grande manoscritto medioevale esistente al mondo. Si ipotizza sia stato creato nel monastero benedettino di Podlažice in Boemia (ora nella Repubblica Ceca): la sua realizzazione si colloca nel primo trentennio del XIII secolo. Nel 1648, durante la Guerra dei trent'anni, l'opera fu presa dall'esercito svedese come bottino di guerra ed è ora conservata presso la Biblioteca nazionale svedese a Stoccolma.
È anche conosciuto col nome di Bibbia del Diavolo per la grande illustrazione del demonio in esso contenuta e per la leggenda riguardo al fatto che l'autore, per scriverlo, abbia richiesto l'aiuto del demonio. Infatti secondo la leggenda egli era un monaco che si impegnò, isolandosi nella sua cella, a produrre in una notte un'opera che glorificasse il suo monastero.

Aspetto
Il codice è riccamente miniato
Il Codex Gigas è contenuto in una copertina di legno ricoperta di pelle, con alcuni ornamenti in metallo. Le dimensioni sono: 92 centimetri di lunghezza, 50 di larghezza e 22 di spessore, misure che lo rendono il manoscritto più voluminoso del medioevo con un peso di 75 kg. Inizialmente conteneva 320 pagine di vellum, ma otto di queste sono state successivamente rimosse provocando ulteriori sospetti riguardo all'origine.

Storia
Il codice pare sia stato creato da un certo Herman il Recluso nel monastero Benedettino di Podlažice nei pressi di Chrudim, che venne distrutta nel XV secolo. Nel codex, il 1229 viene registrato come l'anno di completamento dell'opera. Il libro fece poi la sua comparsa nel monastero cistercense di Sedlec e successivamente venne acquistato da quello benedettino di Břevnov. Dal 1477 al 1593 fu custodito nella biblioteca di un monastero di Broumov fino a quando non venne trasferito a Praga nel 1594 per entrare a far parte della collezione di Rodolfo II d'Asburgo.
Alla fine della Guerra dei Trent'anni, nel 1648, tutta la collezione di Rodolfo II venne presa dall'esercito svedese. Dal 1649 il manoscritto si trova nella Biblioteca Reale di Svezia a Stoccolma. In seguito il Codex Gigas attirò la curiosità della regina Cristina I di Svezia, la quale avendo messo insieme una vasta biblioteca oggi in parte andata perduta, si interessò anche a questo libro fino a quando non abdicò nel 1655 per poi lasciarlo a Stoccolma.
Il 7 maggio 1697 scoppiò all'interno del castello reale un incendio che partendo dall'ala nord colpì anche la Biblioteca reale e molti dei libri furono messi in salvo. Il Codex Gigas, date le sue enormi dimensioni e il suo peso, per essere salvato dalle fiamme fu lanciato da una finestra del palazzo. Andarono comunque smarrite alcune pagine.
Nel settembre 2007, dopo 359 anni, il Codex Gigas è stato riportato a Praga in prestito fino a gennaio 2008 (a disposizione della Biblioteca Nazionale Ceca).

Contenuto
Il Codex include una trascrizione completa della Bibbia tratta quasi interamente dalla Vulgata, ad eccezione degli Atti degli Apostoli e dell'Apocalisse di Giovanni, che sono tratti dalla Vetus Latina.
Il testo include anche: la Etymologiae di Isidoro di Siviglia, due lavori di natura storica di Giuseppe Flavio, ovvero Antichità giudaiche e la Guerra giudaica, una storia della Boemia (Chronica Boëmorum) di Cosma Praghese, vari trattati (di storia, etimologia e fisiologia), un calendario con la lista dei santi, l'elenco dei monaci dei monasteri di Podlažicama, formule magiche e altri documenti tra cui gli alfabeti greco, cirillico ed ebraico. L'intero libro è scritto in latino.
Il manoscritto include miniature in rosso, blu, giallo, verde ed oro. Le maiuscole iniziali sono minuziosamente miniate e frequentemente occupano l'intera pagina. L'aspetto del manoscritto resta fondamentalmente invariato dall'inizio alla fine, così come la calligrafia dello scrivano che non mostra segni di anni di malattia o di cambiamenti di umore. Questo fatto ha alimentato la credenza che il manoscritto sia stato scritto in un periodo di tempo incredibilmente breve. In realtà alcuni studiosi hanno stimato che l'opera potrebbe essere il lavoro di un solo uomo che ha lavorato per oltre 20 anni.
Illustrazione del Diavolo, pagina 577 (Folio 290 Recto). La leggenda narra che il codice sia stato creato da un monaco che vendette la sua anima al Demonio.
Degna di nota è la pagina 577, che contiene un'immagine del Diavolo a tutta pagina. Alcune pagine prima dell'immagine sono scritte su fogli di pergamena stranamente anneriti che le danno un aspetto inquietante, in qualche modo differente dal resto del codice.

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