Il Codex Gigas (in italiano: Libro
Gigante) è il più grande manoscritto medioevale esistente al mondo.
Si ipotizza sia stato creato nel monastero benedettino di Podlažice
in Boemia (ora nella Repubblica Ceca): la sua realizzazione si
colloca nel primo trentennio del XIII secolo. Nel 1648, durante la
Guerra dei trent'anni, l'opera fu presa dall'esercito svedese come
bottino di guerra ed è ora conservata presso la Biblioteca nazionale
svedese a Stoccolma.
È anche conosciuto col nome di Bibbia
del Diavolo per la grande illustrazione del demonio in esso contenuta
e per la leggenda riguardo al fatto che l'autore, per scriverlo,
abbia richiesto l'aiuto del demonio. Infatti secondo la leggenda egli
era un monaco che si impegnò, isolandosi nella sua cella, a produrre
in una notte un'opera che glorificasse il suo monastero.
Aspetto
Il codice è riccamente miniato
Il Codex Gigas è contenuto in una
copertina di legno ricoperta di pelle, con alcuni ornamenti in
metallo. Le dimensioni sono: 92 centimetri di lunghezza, 50 di
larghezza e 22 di spessore, misure che lo rendono il manoscritto più
voluminoso del medioevo con un peso di 75 kg. Inizialmente conteneva
320 pagine di vellum, ma otto di queste sono state successivamente
rimosse provocando ulteriori sospetti riguardo all'origine.
Storia
Il codice pare sia stato creato da un
certo Herman il Recluso nel monastero Benedettino di Podlažice nei
pressi di Chrudim, che venne distrutta nel XV secolo. Nel codex, il
1229 viene registrato come l'anno di completamento dell'opera. Il
libro fece poi la sua comparsa nel monastero cistercense di Sedlec e
successivamente venne acquistato da quello benedettino di Břevnov.
Dal 1477 al 1593 fu custodito nella biblioteca di un monastero di
Broumov fino a quando non venne trasferito a Praga nel 1594 per
entrare a far parte della collezione di Rodolfo II d'Asburgo.
Alla fine della Guerra dei Trent'anni,
nel 1648, tutta la collezione di Rodolfo II venne presa dall'esercito
svedese. Dal 1649 il manoscritto si trova nella Biblioteca Reale di
Svezia a Stoccolma. In seguito il Codex Gigas attirò la curiosità
della regina Cristina I di Svezia, la quale avendo messo insieme una
vasta biblioteca oggi in parte andata perduta, si interessò anche a
questo libro fino a quando non abdicò nel 1655 per poi lasciarlo a
Stoccolma.
Il 7 maggio 1697 scoppiò all'interno
del castello reale un incendio che partendo dall'ala nord colpì
anche la Biblioteca reale e molti dei libri furono messi in salvo. Il
Codex Gigas, date le sue enormi dimensioni e il suo peso, per essere
salvato dalle fiamme fu lanciato da una finestra del palazzo.
Andarono comunque smarrite alcune pagine.
Nel settembre 2007, dopo 359 anni, il
Codex Gigas è stato riportato a Praga in prestito fino a gennaio
2008 (a disposizione della Biblioteca Nazionale Ceca).
Contenuto
Il Codex include una trascrizione
completa della Bibbia tratta quasi interamente dalla Vulgata, ad
eccezione degli Atti degli Apostoli e dell'Apocalisse di Giovanni,
che sono tratti dalla Vetus Latina.
Il testo include anche: la Etymologiae
di Isidoro di Siviglia, due lavori di natura storica di Giuseppe
Flavio, ovvero Antichità giudaiche e la Guerra giudaica, una storia
della Boemia (Chronica Boëmorum) di Cosma Praghese, vari trattati
(di storia, etimologia e fisiologia), un calendario con la lista dei
santi, l'elenco dei monaci dei monasteri di Podlažicama, formule
magiche e altri documenti tra cui gli alfabeti greco, cirillico ed
ebraico. L'intero libro è scritto in latino.
Il manoscritto include miniature in
rosso, blu, giallo, verde ed oro. Le maiuscole iniziali sono
minuziosamente miniate e frequentemente occupano l'intera pagina.
L'aspetto del manoscritto resta fondamentalmente invariato
dall'inizio alla fine, così come la calligrafia dello scrivano che
non mostra segni di anni di malattia o di cambiamenti di umore.
Questo fatto ha alimentato la credenza che il manoscritto sia stato
scritto in un periodo di tempo incredibilmente breve. In realtà
alcuni studiosi hanno stimato che l'opera potrebbe essere il lavoro
di un solo uomo che ha lavorato per oltre 20 anni.
Illustrazione del Diavolo, pagina 577
(Folio 290 Recto). La leggenda narra che il codice sia stato creato
da un monaco che vendette la sua anima al Demonio.
Degna di nota è la pagina 577, che
contiene un'immagine del Diavolo a tutta pagina. Alcune pagine prima
dell'immagine sono scritte su fogli di pergamena stranamente anneriti
che le danno un aspetto inquietante, in qualche modo differente dal
resto del codice.
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