Il termine extraterrestre (detto
anche alieno) indica qualsiasi oggetto di provenienza esterna
al pianeta Terra. Può essere riferito a materiale come i meteoriti o
a forme di vita estranee alla Terra.
L'esistenza (presente o passata) di
forme di vita extraterrestre è al momento solo ipotetica, dato che
non sono mai state trovate chiare prove di organismi complessi al di
fuori della biosfera terrestre, ma l'enorme numero di galassie e
quindi pianeti con caratteristiche molto simili al nostro rende
statisticamente probabile la loro esistenza. Inoltre in questi anni
si sono scoperti molti pianeti attorno a stelle della Via Lattea, di
cui parte nella fascia abitabile.
Nella cultura popolare l'extraterrestre
è visto soprattutto come un ipotetico essere dotato di intelligenza
proveniente da un altro pianeta, ed è un personaggio descritto
all'interno di innumerevoli opere di fantascienza, ma anche in
resoconti di misteriosi avvistamenti - mai del tutto provati - da
parte di persone di ogni nazionalità (si veda la voce UFO). I
presunti avvistatori si dividono tra chi considera gli extraterrestri
esseri umanoidi di indole pacifica e chi, al contrario, li descrive
come creature mostruose e malvagie.
Possibili basi e origini di vita extraterrestre
Tutta la vita sulla Terra è basata su
carbonio, idrogeno, azoto e ossigeno, e questo fatto potrebbe essere
una costante anche per quanto riguarda altri pianeti alieni. Ci sono
però altri elementi chimici che potrebbero ipoteticamente costituire
la base per la vita, come ad esempio il silicio. Il punto di vista
secondo il quale il carbonio è necessariamente la base di tutta la
vita sugli altri pianeti, in quanto le sue proprietà chimiche e
termodinamiche lo rendono di gran lunga superiore a tutti gli altri
elementi, è stato soprannominato sciovinismo del carbonio.
Lo studio scientifico sulla possibile
base biomeccanica della vita extraterrestre è noto con il nome di
esobiologia o xenobiologia. Per alcuni la vita nell'universo è
nata e si è evoluta autonomamente in punti diversi,
differenziandosi. Mentre per altri, sostenitori della teoria detta
panspermia, la vita è stata generata da un unico tipo di spore che
hanno provveduto a inseminare dallo spazio ogni pianeta. Una variante
della panspermia vuole che il passaggio della vita sia dovuto non
solo a schianto su un certo pianeta "vergine" di meteoriti
"viventi", ma anche di interi pianeti "viventi".
Sull'esistenza di forme di vita aliene
«Osiamo sperare che verrà il
giorno in cui mezzi sconosciuti alla nostra scienza attuale ci
daranno testimonianze dirette circa l'esistenza di abitanti di altri
mondi.»
(Camille
Flammarion, La Planète
Mars et ses conditions d'habitabilité, 1892)
La questione dell'esistenza di altri
mondi come luoghi abitabili si è dibattuta prevalentemente solo dopo
l'invenzione del telescopio e la sua diffusione a partire dal XVII
secolo: l'idea generale in precedenza era infatti che le stelle e i
pianeti - che apparivano come semplici punti luminosi fissati nel
firmamento - non fossero veri e propri corpi fisici. Malgrado questo,
già nell'Antica Grecia, nel VII secolo a.C., alcuni filosofi
intuirono che nell'infinita estensione dell'universo sarebbe stato
possibile imbattersi in altri mondi popolati. Diogene Laerzio
riferisce ad esempio come Anassagora ritenesse la Luna abitata. Nella
sua opera De Rerum Natura (circa 70 a.C.), Lucrezio speculava
apertamente della possibilità di vita su altri mondi:
«Pertanto dobbiamo capire
che esistono altri mondi in altre parti dell'Universo, con tipi
differenti di uomini e di animali.»
|
Aristotele e Platone tuttavia
propugnavano l'unicità metafisica del mondo (inteso come creato).
Dopo che il Cristianesimo ebbe preso piede, sulla scorta di
Aristotele l'idea di vita su altri mondi venne prevalentemente
rigettata, in quanto era vista in contraddizione con la pretesa
centralità dell'uomo nel piano della creazione divina, ma rimase
comunque oggetto di dibattito nel corso del tempo. Il vescovo di
Parigi Ètienne Tempier nel 1277, nell'intento di portare un po' di
quiete nel mondo intellettuale assai vivace e per questo propenso a
litigi e agli scontri, nell'elenco di 219 proposizioni da rigettare
poneva anche quella - di tradizione aristotelica - che negava a Dio
la possibilità di aver creato o di creare altri mondi diversi dal
nostro (art 34).
Significativa la testimonianza di
Basilio di Cesarea che riteneva gli antichi Egizi essere la progenie
di una civiltà proveniente da luoghi collocabili "fuori dalle
sfere abitate dagli uomini o dai demoni" alludendo
inequivocabilmente a esseri non terrestri né divini, aggiungendo che
quella dei faraoni fu una "stirpe non discendente da Adamo"
e dotata di poteri superumani ("διὰ ὑπερανθρωπίνης
δυνάμεως") grazie ai quali fu possibile edificare le
piramidi.
L'ammissione, dunque, di tale
possibilità appare indirettamente una condizione per poter operare
nell'ambito degli istituti della cultura del tempo. Tommaso d'Aquino,
in piena egemonia tolemaica, ventilò l'ipotesi di più mondi abitati
e perciò bisognosi di redenzione (cfr. III libro delle Sentenze),
negando invece quella di altri universi (diversi dall'unico creato da
Dio). Il cardinale e teologo Nicola Cusano, nella sua opera più
importante De docta ignorantia del 1440, ammetteva la
possibilità che Dio potesse avere creato altri mondi con altri
esseri razionali in uno spazio senza limiti. Anche questi esseri
razionali, egli scriveva, sono creati ad immagine di Dio ed eredi
delle promesse di Cristo.
Il filosofo e frate domenicano Giordano
Bruno, condannato come eretico e messo al rogo nel 1600, certamente
ammetteva questa possibilità di altri mondi. Bruno in realtà non fu
condannato per tale idea (che non è annoverata tra i capi d'accusa
della sentenza) che però interessò teologi e filosofi per una certa
confusione o identificazione tra mondo e Dio.
La possibilità di vita extraterrestre
era un luogo comune del discorso dotto nel XVII secolo, grazie
soprattutto alla diffusione del telescopio di Galileo. Nel
Sette-Ottocento l'idea che la Luna e gli altri pianeti del sistema
solare fossero abitati si era abbastanza diffusa a livello popolare e
anche nell'ambito del mondo accademico era una questione seriamente
dibattuta, anche da numerosi religiosi e teologi.
Il continuo miglioramento della
tecnologia dei telescopi rifrattori, inoltre, faceva presagire nuove
imminenti scoperte. L'astronomo francese Camille Flammarion
(1842-1925), ad esempio, rimase convinto per tutta la vita che vi
fossero altri pianeti abitati, concetto che divulgò nei suoi libri.
Flammarion fu anche tra i primi a proporre l'idea che gli esseri
extraterrestri fossero davvero alieni, e non semplicemente variazioni
delle creature terrestri.
La presunta scoperta dei canali di
Marte nel 1877 da parte di Giovanni Virginio Schiaparelli condusse
alcuni astronomi, come Percival Lowell, a sostenere la loro origine
artificiale e quindi l'esistenza di vita senziente sul pianeta Marte.
L'esistenza dei canali venne confutata da osservazioni successive,
pur rimanendo viva a livello popolare. Nel 1961 l'astronomo Frank
Drake propose, in modo puramente speculativo, l'equazione che prende
il suo nome, come tentativo di stimare il numero di civiltà
extraterrestri evolute presenti nella Via Lattea.
Dalla fine degli anni quaranta, il
dibattito sull'esistenza degli extraterrestri si è ulteriormente
diffuso a livello popolare con la nascita dell'ufologia: molti
ufologi sostengono infatti che gli alieni visitino regolarmente il
nostro pianeta, e gli UFO sarebbero i loro mezzi di trasporto. Le
missioni spaziali dalla fine degli anni sessanta hanno mostrato
all'opinione pubblica ciò che gli scienziati già sapevano, cioè
che la superficie degli altri pianeti del sistema solare è troppo
inospitale per sostenere esseri viventi complessi. Più
realisticamente l'unico contatto possibile con la vita extraterrestre
all'interno del sistema solare sarebbe quello con ipotetici
microorganismi su altri pianeti e sulle loro lune. Questo ha spostato
il dibattito verso i mondi extrasolari.
Secondo l'ipotesi degli astrobiologi
dell'Università Nazionale Australiana, gli alieni non
contatterebbero la vita umana perché estinti. Nella teoria
pubblicata sulla rivista Astrobiology, si giustifica la mancanza di
segnali da parte degli extraterrestri ritenendo che le forme di vita
più primitive, una volta comparse, appaiono molto fragili e per
questo il coordinatore dello studio Aditya Chopra, pensa che
difficilmente queste vite riescano ad evolversi abbastanza
velocemente per sopravvivere alle condizioni ambientali in rapido
cambiamento.
Ricerca scientifica
Diretta
Gli scienziati sono alla ricerca di una
qualche prova dell'esistenza di vita unicellulare sui pianeti del
sistema solare, portando avanti gli studi sulla superficie di Marte
ed esaminando le meteoriti cadute sulla Terra. È stata proposta
anche una missione per Europa, una luna del pianeta Giove, che si
ipotizza possa contenere delle riserve liquide sotto la sua
superficie; rimane da verificare, oltre alla reale esistenza di
queste riserve, se sono costituite da acqua o da componenti gassosi
allo stato liquido a causa delle basse temperature (metano o
ammoniaca); sono previste spedizioni di sonde nel futuro per cercare
di indagare la cosa.
Nel 1996 è stata scoperta all'interno
di un meteorite, ALH 84001, proveniente da Marte, la presenza di una
struttura fossilizzata che potrebbe essere compatibile con i residui
dovuti al metabolismo di qualcosa simile a batteri. Tuttavia la reale
natura di questa struttura (residuo di batteri alieni di un lontano
passato o semplice configurazione casuale all'interno del meteorite)
è tutta da verificare.
Nel maggio del 2001 il geologo Bruno
D'Argenio e il biologo molecolare Giuseppe Geraci, accomunati da un
progetto svolto per il Consiglio Nazionale delle Ricerche, hanno
annunciato di aver scoperto - all'interno di alcuni meteoriti - dei
batteri, dalla stampa ribattezzati batteri alieni, i quali, rimasti
immobili e inattivi per 2,3 miliardi di anni nelle rocce, una volta
estratti si sarebbero risvegliati e riprodotti. L'annuncio ha
immediatamente suscitato incertezza nel mondo scientifico in merito
all'attendibilità dei risultati del progetto. Tanto vero che parte
della stampa ha lealmente rilevato che "la maggioranza degli
scienziati ritiene che si tratti di una contaminazione avvenuta sulla
Terra. Ed è l' obiezione con cui gli esobiologi hanno accolto
l'annuncio".
Nel febbraio del 2005, due scienziati
della NASA avevano inizialmente riferito di aver trovato quella che
essi definivano una possibile prova della presenza di vita su Marte.
In particolare, i due scienziati, Carol Stoker e Larry Lemke, si
erano basati sul fatto che alcuni segni spettrografici di metano
nell'atmosfera marziana sono molto simili al metano prodotto da
alcune forme di vita primitive sulla Terra; tuttavia i vertici della
NASA smentirono la notizia, e i due scienziati in seguito
ritrattarono le loro affermazioni. Nonostante questo alcuni
scienziati considerano ancora plausibile l'ipotesi riportando alcune
rilevazioni che potrebbero essere compatibili con un'origine
biologica del metano su Marte.
Indiretta
È stato teorizzato che una società
altamente tecnologica comunichi attraverso lo spazio grazie alla
trasmissione di informazioni in molteplici forme. Progetti come il
SETI conducono attualmente ricerche in questo senso, vagliando le
informazioni che vengono ricevute dallo spazio attraverso i
radiotelescopi, in cerca di onde radio anomale che possano confermare
la presenza di vita intelligente. Sia il Seti che il sistema ARCADE
in tempi diversi hanno registrato due diversi segnali radio, tra cui
il Segnale Wow!, provenienti dallo spazio, entrambi di forma e natura
tale da non potere escludere, allo stato attuale delle conoscenze,
che non possano provenire da fonte artificiale.
Comunicare con gli extraterrestri
Come ci viene mostrato in opere di
fantascienza quali ad esempio Contact di Carl Sagan, se anche
incontrassimo una forma di vita intelligente, dovremmo tener conto di
alcune difficoltà tra cui:
- superare la notevole distanza interstellare per scambiare i messaggi (un messaggio impiegherebbe anni, se non secoli, prima di poter raggiungere anche le stelle più vicine, con i mezzi a noi noti: infatti, secondo la teoria della relatività di Einstein, nessun corpo può viaggiare alla velocità della luce, perché a quella velocità la materia viene interamente convertita in energia e lo spazio-tempo si contrae fino ad azzerarsi; e siccome potrebbe essere possibile che non esistano forme di vita intelligente nel raggio di qualche decina di anni luce dalla Terra, un contatto fisico tra due civiltà aliene, alla luce delle conoscenze attuali, appare quantomeno improbabile, se non addirittura impossibile; solo per scambiarci un semplice segnale radio, impiegheremmo millenni, con il verosimile rischio che una delle due civiltà si sia nel frattempo estinta;
- stabilire se gli alieni siano abbastanza evoluti da poter comunicare con noi (e viceversa);
- trovare un linguaggio comune per poterci comprendere.
Come potrebbero essere gli alieni?
L'aspetto di ipotetici alieni è stato
argomento sia di riflessioni scientifiche sia di moltissima fiction.
Attraverso i mezzi di comunicazione di massa, come film e spettacoli
televisivi, gli extraterrestri dotati di intelligenza vengono
solitamente dipinti come umanoidi, cioè di forma somigliante a
quella umana (quattro arti, simmetria, stazione eretta ecc.); un
esempio di questo tipo è costituito dagli esseri denominati Grigi,
che costituiscono un popolare tipo di ipotetico alieno.
Tuttavia molti scienziati sostengono
che ci siano pochissime possibilità che una forma di vita aliena
possa somigliare minimamente a noi, considerate tutte le possibili
variabili che potrebbero fare la differenza, come quelle ambientali,
riferite alla particolare conformazione geologica, atmosferica e
meteorologica del pianeta, quelle fisiche (prima fra tutte la forza
di gravità differente da quella terrestre), quelle planetarie, ad
esempio un pianeta vivibile potrebbe avere un'orbita e una geografia
spaziale più complesse di quella terrestre, e quelle biologiche
legate al processo evolutivo e alla selezione naturale. Tra gli Anni
Sessanta e gli Anni Settanta Carl Sagan e altri calcolarono le
condizioni per la formazione di vita macroscopica, basata sugli
amminoacidi, relativamente all'atmosfera del pianeta Giove, in base
alle osservazioni svolte di detta atmosfera.
Questo ha influenzato a sua volta la
fantascienza che è arrivata a immaginare forme di vita non umanoide
o persino decisamente esotiche, come nuvole di gas o forme di vita
basate sulla chimica del silicio anziché del carbonio.
La fantascienza più tradizionale tende
a dare per scontate alcune condizioni improbabili a ripetersi quando
raffigura esseri extraterrestri senzienti: la simmetria bilaterale,
la presenza di occhi, orecchie, bocca ed altri organi concentrati in
una testa, le dimensioni contenute in un range umano (o comunque
raramente sotto i 50 cm e sopra i 2,5 m), la presenza di 5 sensi (ed
in particolare della vista), la presenza di quattro arti, la
respirazione aerobica (e specificatamente in atmosfere dominate
dall'ossigeno, mentre, per esempio, anche la stessa atmosfera
terrestre negli ultimi 300 milioni di anni ha cambiato diverse volte
la propria composizione chimica). Gli alieni più raffigurati nella
fantascienza camminano, parlano, manipolano gli strumenti con delle
mani, non vivono in acqua o nell'aria, guardano il mondo con gli
occhi e sarebbero in grado di vedere leggere questa voce. Viceversa
ipotizzando scientificamente forme di vita, anche intelligenti,
aliene, è necessario abbandonare tutti i preconcetti antropocentrici
ed accettare creature differenti da noi in tutti i parametri. La
convergenza è molto diffusa nell'evoluzione, ma difficilmente
riproporrebbe tutte queste caratteristiche in un'altra creatura.
Ufologia e incontri ravvicinati
L'ufologia è un variegato movimento
d'opinione, sorto dopo la seconda guerra mondiale, i cui sostenitori
professano in genere che gli oggetti volanti non identificati (UFO)
siano di origine extraterrestre. È stata anche studiata una
classificazione per discriminare i diversi tipi di avvistamenti di
UFO, chiamata classificazione Hynek (dal nome dell'astrofisico Josef
Allen Hynek). Un buon numero tra i sostenitori dell'ufologia credono
che si siano verificati vari casi di contatto più o meno ravvicinato
tra esseri umani ed entità extraterrestri, e addirittura casi di
rapimento.
In base ai racconti di presunti
testimoni di incontri ravvicinati e presunti rapiti, sostenitori
dell'esistenza degli extraterrestri ne hanno descritto diversi tipi,
tra cui: i Grigi provenienti da Zeta Reticuli, esseri umanoidi con la
pelle generalmente di colore grigiastro, da cui il nome, ritenuti i
primi responsabili dei rapimenti; i Rettiliani, esseri dalle
sembianze di rettili, provenienti da Alpha Draconis, muscolosi,
costituirebbero una minaccia per l'uomo in quanto avrebbero
schiavizzato i Grigi; gli Insettoidi, dalle sembianze di insetti,
come l'uomo falena; i Nordici, esseri dalle fattezze umane
caucasiche, ma molto più alti. Basandosi su tali descrizioni, alcuni
ufologi hanno elaborato classificazioni delle tipologie di
extraterrestri. Una delle classificazioni più note è quella
dell'ufologo Brad Steiger, che divide le presunte razze
extraterrestri in quattro categorie: Alfa, che comprende i
Grigi; Beta, che comprende i Nordici; Gamma, che
comprende umanoidi dall'aspetto selvaggio, come Yeti e Chupacabras,
creati da alieni; Delta, che comprende gli extraterrestri
dall'aspetto non umano, tra cui i Rettiliani e gli Insettoidi. Il
maggior numero di avvistamenti di razze aliene riguarderebbe le
categorie Alfa e Beta. L'astronomo Carl Sagan, studioso
di esobiologia, ha espresso scetticismo sui tipi di extraterrestri
descritti dall'ufologia, che assomiglierebbero troppo agli esseri
umani o ad animali terrestri come gli insetti e i rettili; secondo lo
scienziato, è improbabile che la vita su altri mondi si possa
sviluppare in maniera così simile a quella del nostro pianeta.
Extraterrestri nella letteratura e nei media
Le rappresentazioni di personaggi
extraterrestri compaiono nella letteratura fin dall'antichità, nel
racconto Una storia vera di Luciano di Samosata (120-190
d.C.), o più avanti, nel Somnium di Keplero, ne Gli stati
e gli imperi della luna di Cyrano de Bergerac, nel Micromégas
di Voltaire. È soprattutto a partire dal XVII secolo, con
l'invenzione del telescopio, che si crea un interesse diffuso per il
tema della vita negli altri mondi.
Con il romanzo del 1898 La guerra
dei mondi di H.G. Wells, che rappresenta realisticamente
un'invasione della Terra da parte dei marziani, l'idea di abitanti di
altri mondi entra prepotentemente a far parte dell'immaginario
collettivo. L'elenco dei libri di narrativa che contengono
descrizioni di extraterrestri o di forme di vita aliene, da quel
momento in poi, è sterminato. Le opere di questo tipo vanno dalla
narrativa di anticipazione o di speculazione (Infinito di Olaf
Stapledon, La nuvola nera di Fred Hoyle), al racconto
filosofico (come in alcune opere di Stanislaw Lem, dove l'alieno è
solitamente un enigma: ad esempio Solaris, Il pianeta del
silenzio), agli horror (molti dei racconti di Lovecraft) fino
alla space opera e alle fiabe per bambini.
Extraterrestri - più o meno
pittoreschi - compaiono abitualmente (anche come personaggi
principali) in film, serie televisive e fumetti. La prima pellicola
cinematografica in cui appaiono extraterrestri (per la precisione si
tratta di seleniti) è, con tutta probabilità, il Viaggio nella
Luna di Georges Méliès (1902). In questo viaggio fantastico gli
abitanti della Luna sono rappresentati come creature grottesche
simili a folletti, senza nessuna pretesa di scientificità. Segue il
meno noto film danese Himmelskibet di Holger-Madsen (1918),
dove compaiono dei marziani, l'inglese The First Men in the Moon
di Bruce Gordon and J.L.V. Leigh (1919; abitanti della luna) e il
film sovietico Aelita diretto da Jakov Aleksandrovič
Protazanov (1924; marziani).
Dagli anni cinquanta in poi la presenza
di extraterrestri diventa un tema fisso per il cinema e gli show
televisivi, e i film in cui compaiono extraterrestri (anche a scopo
parodistico) sono ormai centinaia; così come le serie televisive.
Per queste ultime, i primi titoli - in ordine cronologico - sono la
serie inglese Doctor Who (dal 1963) e le serie americane Lost
in Space (1965 - 1968), Star Trek (dal 1966).
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