Sotto l'espressione di teoria della
Terra cava è raccolto un filone di diverse teorie formulate da
pensatori in varie epoche storiche, secondo cui il pianeta Terra
sarebbe cavo al proprio interno. Secondo alcune di queste teorie,
sotto la superficie terrestre vi sarebbero altre superfici
concentriche, che potrebbero a loro volta essere abitate o abitabili.
Questa teoria fu formulata in termini
scientifici a partire dal XVII secolo, per essere resa popolare nei
secoli successivi da romanzi fantastici che la sfruttavano come
artificio narrativo. Pur essendo ampiamente confutata dalla scienza
moderna (geologia, geofisica e astrofisica) e quindi relegata alla
pseudoscienza, ancora oggi la teoria della Terra cava trova un certo
seguito presso alcuni sostenitori di teorie del complotto.
Sin dai tempi antichi diverse teorie
hanno sostenuto l'esistenza di regni e territori sotterranei, sia
come teorie relative a ipotetici veri territori sia come metafore per
condizioni dello spirito (si pensi all'opera di Platone e al mito
della caverna). Alcune di queste teorie col tempo sono andate a
costituire le basi per luoghi concettuali, quali l'Ade della
mitologia greca, lo Svartálfaheimr della mitologia norrena, lo Sheol
ebraico o l'inferno cristiano.
Edmund Halley nell'opera Philosophical
Transactions of Royal Society of London (1692) propose l'idea che
la Terra fosse formata da un guscio esterno spesso 800 km, con due
altri gusci interni concentrici e un nocciolo interno. Questi gusci
avrebbero avuto le dimensioni dei pianeti Venere, Marte e Mercurio, e
sarebbero separati da atmosfera. Ogni guscio avrebbe i propri poli
magnetici, e i vari gusci ruoterebbero a velocità differenti.
Halley propose questa teoria per
cercare di spiegare alcuni risultati anomali ottenuti dalla bussola,
per poi spingersi a teorizzare che l'atmosfera interna fosse
luminescente, che i continenti interni fossero abitati e che i gas
sfuggiti dai passaggi ai poli fossero la causa dell'aurora boreale.
Lo scrittore di fantascienza L. Sprague
de Camp ed il divulgatore Willy Ley hanno sostenuto nel documentario
Lands Beyond del 1952 che anche Eulero avrebbe proposto l'idea
di una terra cava, ma senza strati multipli; in compenso, al centro
della cavità vi sarebbe un sole di 1000 km di diametro, che
illuminerebbe l'interno e sosterrebbe una civiltà avanzata. Il
documentario tuttavia non riporta fonti attendibili e anzi, nella
Lettera alla principessa tedesca Eulero descrive un
esperimento mentale che postula una Terra solida.
De Camp e Ley affermano inoltre che sir
John Leslie avrebbe espanso l'idea di Eulero, immaginando non uno ma
due soli (Plutone e Proserpina, secondo i nomi presi dal mito greco).
Leslie in realtà propose la teoria della Terra cava nel 1829, nel
trattato Elements of Natural Philosophy (pp. 449–453), ma
non menziona soli interni.
Nel 1818 John Cleves Symmes, Jr. avanzò
l'ipotesi che la Terra sia formata da un guscio cavo di 1300 km di
spessore, con due cavità di 2300 km di diametro su entrambi i poli
geografici. Oltre alla crosta esterna ci sarebbero quattro gusci
interni, anch'essi con aperture ai poli. Symmes ottenne grande
rilievo come uno dei primi e più famosi assertori della teoria della
Terra cava e fu il primo a proporre una spedizione alla ricerca del
foro che sarebbe collocato al Polo Nord, che venne sostenuta di
fronte al Congresso degli Stati Uniti da parte del senatore Richard
M. Johnson il 28 gennaio 1823. Portò avanti il progetto con l'aiuto
del pioniere James McBride, ma il neoeletto presidente statunitense
Andrew Jackson lo bloccò e Symmes morì nel 1829 poco dopo tale
rifiuto.
Anche Jeremiah N. Reynolds, seguace
della teoria, propugnò l'organizzazione di una spedizione alla
ricerca del passaggio. Reynolds arrivò ad organizzare una spedizione
nell'Antartico, col sostegno del presidente Adams, ma la spedizione
si concluse in un disastro. Reynolds non riuscì a partecipare alla
Spedizione Wilkes del 1838-1842, nonostante quell'impresa fosse in
parte dovuta alla sua opera di convincimento, dato che nelle sue
battaglie aveva offeso troppe persone coinvolte nel viaggio.
Nonostante Symmes non abbia mai scritto
un libro su queste sue teorie, esistono diversi testi sulla sua
opera: tra questi vi è il saggio di McBride Symmes' Theory of
Concentric Spheres (1826). Anche Reynolds nel 1827 pubblicò
Remarks of Symmes' Theory Which Appeared in the American Quarterly
Review. Nel 1868, il professor W.F. Lyons pubblicò The Hollow
Globe, sostenendo una teoria simile a quella di Symmes ma senza
accreditarlo: il figlio di J.C. Symmer, Americus Symmes, pubblicò
allora un testo per rivendicare le origini della teoria, The
Symmes' Theory of Concentric Spheres.
Nel 1871 sir Edward Bulwer-Lytton,
scrittore, politico ed esoterista, pubblicò un romanzo oggi
considerato anticipatore del genere fantascientifico, La razza
ventura (The Coming Race, 1871, ripubblicato come Vril,
The Power of the Coming Race, 1871), in cui sosteneva che
all'interno della Terra si trovasse una razza di superuomini
sopravvissuti a cataclismi mitologici. John Uri Lloyd, farmacologo ed
erborista, pubblicò nel 1895 il romanzo Etidorhpa, dove
descrisse un viaggio immaginario fino al centro della Terra a partire
dalle caverne del Kentucky, tentando di giustificare scientificamente
la possibilità di tale viaggio (Jules Verne aveva già utilizzato
l'idea trent'anni prima, nel 1864, per il suo celebre romanzo
avventuroso Viaggio al centro della Terra).
La teoria arrivò fino all'inizio del
XX secolo, quando William Reed, scrisse Phantom of the Poles
(1906), sostenendo la teoria di una terra cava ma senza soli o
secondi gusci. Reed portò a sostegno i racconti di alcuni famosi
esploratori dell'epoca, tra cui Louis Bernacchi, Fridtjof Nansen,
Karl Mauch, Adolphus W. Greely, Allen Henry e altri. Sulla base di
queste osservazioni, Reed sostenne l'esistenza di un grande mare di
acqua dolce che si estendeva oltre quello che avrebbe dovuto essere
il Polo Nord. Da questi resoconti, Reed arrivò a sostenere che i
Poli non fossero mai stati in realtà scoperti, semplicemente perché
non esistono: al loro posto si troverebbe un enorme buco con il
passaggio al Continente Interno.
Le acque marine si sarebbero riversate
all'interno correndo lungo la superficie. In seguito Marshall Gardner
scrisse A Journey to the Earth's Interior (1913, in edizione
ampliata nel 1920). Gardner sosteneva l'esistenza di un sole
all'interno della terra, e arrivò a costruire un modello brevettato
della sua idea di Terra. Gardner citò Symmes, ma non Reed. Reed e
Gardner ripresero alcuni dubbi espressi dagli esploratori polari,
stupiti di trovare enormi iceberg di acqua dolce e non salata.
La risposta data da entrambi gli
studiosi fu formulata in questi termini: gli iceberg sono d'acqua
dolce perché sono formati dalle acque dei fiumi del continente
interno. Quando Robert B.Cook rinvenne negli strati glaciali i resti
di mammuth perfettamente conservati, Marshall Gardner affermò che
non era possibile che un reperto fosse rimasto integro così a lungo,
e che quelli trovati sarebbero stati i resti di creature morte di
recente dopo essere sfuggite dal Continente interno.
Altri scrittori hanno sostenuto che nel
territorio sotterraneo abitino creature di grande saggezza.
L'Antartide, il Polo Nord, il Tibet, il Perù, e il Monte Shasta in
California, Stati Uniti, sono stati di volta in volta identificati
come punti di ingresso a questi regni sotterranei, dove si
troverebbero la città mitologica di Agarttha, o addirittura delle
basi di alcune razze aliene. Le idee di Reed e Gardner vennero
riprese nel 1969 nel libro The Hollow Earth (nell'edizione
italiana Il grande ignoto), a nome di un sedicente Dr
Raymond W. Bernard che però ignorava totalmente il lavoro di
Symmes.
Bernard aggiunse anche alcune idee
peculiari, sostenendo che gli UFO proverrebbero dal Continente
Interno, e che le nebulose ad anello proverebbero l'esistenza di
mondi cavi. Un articolo di Martin Gardner rivelò che lo pseudonimo
"Bernard" era usato da Walter Siegmeister, ma solo con il
libro di Walter Kafton-Minkel Subterranean Worlds: 100,000 years
of dragons, dwarfs, the dead, lost races & UFOs from inside the
Earth nel 1989 emerse la storia di Bernard/Siegmeister. Le idee
di Siegmeister furono riprese negli scritti di David Hatcher
Childress. Ispirandosi alle teorie della Terra cava sono state
proposte megastrutture che ne riprendono alcune caratteristiche, come
la Sfera di Dyson o il Globus Cassus.
Nel corso della seconda metà del XX
secolo, quando la teoria godeva di discreta notorietà ma era già
stata ampiamente smentita, vennero pubblicati numerosi testi che
riportavano varie versioni di questa teoria, di volta in volta
integrandole con nuove "rivelazioni".
Il valore scientifico di queste
pubblicazioni è nullo, e si tratta principalmente di opere a
carattere pseudoscientifico o fantastico, nate sull'onda dell'ascesa
alla moda della letteratura del mistero e della fantascienza. Queste
storie avventurose possono essere viste come una variante del tema
del "mondo perduto", che fu popolare nella letteratura
vittoriana a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Willis George Emerson, nell'opera Il
Dio fumoso (The Smoky God - A voyage to the inner World,
1908), ha riportato una storia che gli sarebbe stata riferita da un
pescatore norvegese di nome Olaf Jansen, il quale avrebbe raggiunto
con suo padre e la sua barca il continente interno, dove rimasero per
due anni visitando le città del regno che vi si trovava
(identificato in opere successive con Agarthi) e da cui uscirono
dalla parte opposta, al Polo Sud. Il padre sarebbe rimasto ucciso
durante il ritorno, il figlio ricoverato come pazzo. Il resoconto
sarebbe stato dato dal figlio, che dopo la dimissione dal sanatorio
si sarebbe stabilito in California, e che novantenne avrebbe deciso
di rendere pubblica la vicenda. Il racconto di Emerson è considerato
una delle prime fonti della credenza sulle civiltà sotterranee.
Dal 1945 al 1949 la rivista pulp di
fantascienza Amazing Stories sostenne l'idea di una Terra
cava: il curatore editoriale Ray Palmer pubblicò una serie di storie
di Richard Sharpe Shaver in cui veniva presentata come realistica la
storia di una razza superiore preistorica che sarebbe sopravvissuta
nelle cavità della Terra. I discendenti di questa razza, noti come
Dero vivrebbero nelle caverne usando macchine fantastiche
abbandonate da razze antiche per tormentare coloro che vivono in
superficie. In seguito alle affermazioni di Shaver, supportate solo
da ipotetiche "voci", migliaia di persone scrissero al
giornale affermando di sentire "voci infernali" provenienti
da sottoterra. L'argomento venne ripreso anche in seguito e quella di
Shaver non fu l'unica pretesa "storia vera" sulla Terra
cava pubblicata dalla rivista (tra il 1947 e il 1948 fu pubblicata
anche la storia su un manoscritto che descrive "Rainbow City",
una favolosa città collocata sotto le distese ghiacciate
dell'Antartide, da cui proverrebbero i dischi volanti).
Nel 1959 Francis Amadeo Giannini
pubblicò Worlds beyond the Poles: Physical Continuity of the
Universe, in cui sosteneva che nel 1928 le spedizioni polari
statunitensi avessero trovato delle terre sconosciute al di là dei
poli, e che nel 1956 un'unità della Marina avesse raggiunto il
continente interno. Non vi sono prove a sostegno di queste
affermazioni, che senza dubbio sarebbero state riportate nei
dettagliati resoconti delle spedizioni americane.
Alcuni autori invece di sostenere la
teoria di un globo cavo sul cui esterno giace il mondo come lo
conosciamo (teoria della Terra convessa), hanno sostenuto una
teoria opposta secondo cui l'umanità vivrebbe nel lato interno,
dando vita alla teoria della Terra concava. La superficie
della Terra, secondo questa teoria, somiglierebbe all'interno di una
Sfera di Dyson. Anche questa teoria, come la precedente, è stata
smentita dai fatti, ed in particolare dalle esplorazioni spaziali del
XX secolo.
Cyrus Teed, un eccentrico studioso di
New York, propose la teoria della Terra concava nel 1869, definendo
questa teoria come "Cosmogonia Cellulare". Teed
fondò una setta, denominata Koreshan Unity basata su questa idea,
che definì Koreshanesimo. Una colonia di Koreshani venne fondata a
Estero, in Florida, ed è oggi preservata come sito storico
nonostante non vi siano più seguaci viventi. I Koreshani sostenevano
di aver verificato sperimentalmente la concavità della curvatura
terrestre usando uno strumento detto "rettilineatore" sulle
coste della Florida.
Diversi autori tedeschi del XX secolo
(tra cui Peter Bender, Johannes Lang, Karl Neupert e Fritz Braun),
hanno pubblicato opere in sostegno della teoria della terra concava
(Hohlweltlehre). La teoria è oggi sostenuta da pochi. Lo
studioso egiziano Mostafa A. Abdelkader ha pubblicato diverse
ricerche in cui ha stilato una mappa dettagliata della Terra concava.
In un capitolo del suo libro On the
Wild Side (1992), Martin Gardner ha esaminato il modello di
Abdelkader: secondo Gardner, questa teoria presupporrebbe che i raggi
luminosi viaggino in percorsi circolari, rallentando con
l'avvicinarsi del centro della sfera dove si trova il Sole. L'energia
non potrebbe raggiungere il centro della cavità, che corrisponde ad
un punto a distanza infinita dalla Terra. Gardner sottolinea che
"molti matematici credono che un modello di universo capovolto,
con leggi fisiche adeguatamente corrette, è empiricamente
inconfutabile". Tuttavia, Gardner stesso respinge la teoria
sulla base del Rasoio di Occam.
Da un punto di vista logico, è
possibile applicare una trasformazione matematica al nostro sistema
di coordinate in modo che l'esterno della terra diventi l'interno e
viceversa: queste trasformazioni verrebbero poi compensate da
adeguate modifiche alle leggi fisiche oggi note, ma si tratterebbe
comunque di puri sofismi e speculazioni logiche.
Un essere all'interno di una Terra cava
non riceverebbe una spinta gravitazionale verso la superficie: la
teoria della gravitazione prevede che una persona all'interno della
sfera sarebbe praticamente senza peso. Questo fatto fu dimostrato per
la prima volta da Newton, il cui teorema del guscio sferico prevede
che la forza gravitazionale sia pari a zero ovunque all'interno di un
guscio solido sfericamente simmetrico, indipendentemente dallo
spessore del guscio.
Una debole forza gravitazionale
deriverebbe dalla non perfetta sfericità della Terra, e dalla forza
di marea, dovuta alla Luna. Anche la forza centrifuga contribuirebbe
alla formazione di una gravità, che tuttavia all'equatore sarebbe
pari a solo un trecentesimo della gravità normale.
La teoria risulta fallace anche per il
fatto che una terra prevalentemente cava avrebbe una massa molto
inferiore a quella sperimentalmente osservata. Inoltre una Terra cava
collasserebbe sotto il suo stesso peso, sbriciolandosi e creando una
seconda Terra, più piccola della prima, e piena.
La teoria della Terra cava non è
compatibile con il modello della tettonica delle placche in quanto i
fori di entrata alla cavità, posizionati ai poli, si sarebbero
dovuti spostare nel corso delle ere dalla Pangea alla posizione
attuale.
Le aperture in prossimità dei Poli
previste dalla teoria dovrebbero essere presenti nelle immagini
rilevate dai satelliti, ma ciò non avviene.
Gli studiosi L. Sprague de Camp e Willy
Ley hanno sostenuto che anche Eulero avrebbe proposto l'idea di una
terra cava con un piccolo Sole al centro di circa 1000 km di raggio
(sembrerebbero però smentiti dallo stesso Eulero). Questa stella,
date le dimensioni ridotte, dovrebbe essere una nana bianca ed
avrebbe una massa simile a quella del nostro Sole, sufficiente a far
implodere la Terra.
- Nel romanzo del 1741 Il viaggio sotterraneo di Niels Klim (Nicolai Klimii iter subterraneum) di Ludvig Holberg, Niels Klim cade in una caverna mentre l'esplorava e trascorre molti anni a vivere sia in un globo più piccolo all'interno della terra, sia sulla superficie interna del guscio esterno.
- Icosaméron (1788) di Giacomo Casanova è una storia di 5 volumi, 1 800 pagine, di fratello e sorella che cadono all'interno della Terra scoprendo l'utopia sotterranea dei Mégamicri, una razza di nani multicolori ed ermafroditi.
- Un romanzo precursore della fantascienza dal nome Symzonia: A Voyage of Discovery di un certo "Capitano Adam Seaborn" apparve alle stampe nel 1823. Esso riflette ovviamente le idee di John Cleves Symmes, Jr. e alcuni ritennero Symmes il vero autore, che è accreditato in tal modo in una recente ristampa. Altri non sono d'accordo. Alcuni ricercatori dicono che il romanzo fa una voluta satira delle idee di Symmes, e pensano di avere identificato l'autore come uno scrittore statunitense, Nathanial Ames, che scrisse altre opere, tra le quali una che avrebbe potuto fornire ispirazione per Moby Dick.
- Edgar Allan Poe usò l'idea per il suo romanzo Storia di Arthur Gordon Pym (The Narrative of Arthur Gordon Pym of Nantucket, 1838). Ne fece riferimento anche in Manoscritto trovato in una bottiglia (Ms. found in a bottle, 1833) e L'incomparabile avventura di un certo Hans Pfaall (The unparalleled adventure of one Hans Pfaall).
- Jules Verne, che nelle proprie opere non si allontanava spesso dai limiti della plausibilità scientifica, utilizzò l'idea di una Terra cava nel suo romanzo del 1864 Viaggio al centro della Terra.
- Il romanzo di James De Mille A Strange Manuscript Found in a Copper Cylinder (1888) è una satira vittoriana di una società invertita all'interno della Terra cava.
- Il racconto fantastico Il dio fumoso (The Smoky God, 1908) di Willis George Emerson narra le avventure di un certo Olaf Jansen che viaggio all'interno, trovò una civiltà avanzata e se ne andò. Alcuni hanno ritenuto il romanzo un resoconto veritiero.
- Edgar Rice Burroughs scrisse storie avventurose del mondo interno di Pellucidar (tra cui, ad un certo punto, la visita del suo personaggio Tarzan). Benché la superficie interna della Terra avesse un'estensione ben più piccola dell'esterno, Pellucidar ha oceani in corrispondenza dei continenti sulla superficie esterna, e viceversa; in tal modo il mondo interno ha una superficie occupata da terre emerse più grande di quello esterno. È abitato da esseri umani primitivi e creature estinte sulla superficie esterna, tra cui i Mahar, creature simili a pterodattili con poteri psichici. Pellucidar presenta un sole interno che non tramonta mai, per cui gli abitanti non hanno mai sviluppato la nozione del tempo.
- Il racconto horror Il tumulo (The Mound, 1930) di Howard Phillips Lovecraft narra di immensi paesaggi e di terribili esseri che vivono da tempi remotissimi nel sottosuolo all'insaputa di tutti, riprendendo in parte le teorie qui sopra riportate.
Nel 1965 Guido Crepax crea il
personaggio di Valentina, la cui storia si intreccia perennemente con
quella di Philip Rembrandt, detto Neutron, discendente meticcio
dell'antico popolo dei Sotterranei o ciechi cavalieri degli abissi,
ancora attivo a 20 chilometri all'interno del globo, luogo dove si
svolgeranno alcune ambientazioni del fumetto, per prima ne I
sotterranei, in Valentina del 1968. In realtà negli
intenti di Crepax, il mezzosangue sotterraneo Philip Rembrandt
avrebbe dovuto essere il protagonista della serie, inizialmente
pubblicata sul periodico Linus dal maggio 1965, ma il grande
successo del personaggio femminile cambiò i piani dei lavori che
seguirono fin dalla terza puntata.
Nella serie a fumetti Martin Mystère,
in particolare nell'albo n. 115bis intitolato "Al centro
della Terra" il protagonista entra all'interno della Terra
cava tramite un'apertura al Polo Nord, e vi trova una società
evoluta quasi al pari di quella esterna, in cui un generale nazista -
ivi speditovi da Adolf Hitler per appurare la veridicità della
teoria - ha preso il potere ed ha instaurato un regime dittatoriale.
Il protagonista riesce a fuggire ed elabora la teoria che la Terra
non sia cava ma che il passaggio al Polo Nord conduca invece ad
un'altra dimensione simile a quella terrestre.
Esiste anche una teoria riguardante la
Luna, che sarebbe cava e all'interno ospiterebbe vita intelligente.
L'uso più noto di questa teoria è il
romanzo di H. G. Wells I primi uomini sulla Luna (The First
Men in the Moon, 1901). L'idea venne ripresa da Edgar Rice
Burroughs nei romanzi brevi La fanciulla lunare (The Moon
Maid, 1923) e Gli uomini della Luna (The Moon Men,
1925) (ed. it. Il popolo della Luna).
Quell'orribile forza (That
Hideous Strength, 1946) di C.S. Lewis è ambientato sulla Terra,
ma prevede l'esistenza di una luna cava abitata dai Sulva, in
cui si svolge una titanica lotta tra il Bene e il Male.
Questo sottogenere è svanito dopo la
conquista lunare del 1969.
0 commenti:
Posta un commento