Il cinema splatter, noto anche
come gore, è un sotto-genere cinematografico del cinema
horror. È basato sull'estremo realismo degli effetti speciali, che
descrivono lo schizzare del sangue ("To splat", in inglese)
o la lacerazione dei corpi umani, con conseguente fuoriuscita di
interiora. Spesso dal realismo si è passati all'esagerazione, allo
scopo di disgustare o anche di far macabramente ridere gli
spettatori.
Nato essenzialmente nell'ambito
dell'exploitation, come fenomeno per attirare il pubblico curioso,
nelle mani di alcuni talentuosi registi il cinema splatter si è
trasformato in una "forma artistica" peculiare, che ha
mostrato la debolezza del corpo umano soprattutto in un momento
storico, gli anni ottanta, in cui la perfezione fisica e l'edonismo
erano considerati simboli di scalata sociale.
Il termine "cinema splatter"
è stato coniato per la prima volta dal regista statunitense George
Romero, per descrivere il suo film Zombi, diretto nel 1978.
Storia
Ispirazioni
Il cinema splatter trae ispirazione
dalle tavole anatomiche rinascimentali, che mischiavano realismo e
fantasia, dalle illustrazioni di torture dei martirologi del
Cinquecento, ma soprattutto dal teatro parigino Grand Guignol,
specializzato dal 1897 al 1963 in spettacoli macabri, violenti ed
esagerati. Il Grand Guignol metteva in scena i delitti più efferati,
mischiandoli con il grottesco. Va poi nominato lo scrittore francese
Gaston Leroux, il quale in alcuni suoi racconti di inizio '900 (ad
esempio Il mistero dei quattro mariti) descrisse atti estremamente
brutali. Inoltre alcuni registi del cinema splatter sono stati
influenzati dai fumetti violenti pubblicati negli anni cinquanta
dalla EC Comics.
Le origini
L'apparizione dello splatter nel cinema
si può far risalire ad Intolerance, diretto da David Wark
Griffith nel 1916, che presenta numerose sequenze violente quali
decapitazioni e altre scene di violenza grafica come una lancia che
si conficca nel ventre di un soldato, accompagnata da abbondanti
schizzi di sangue.
Uno dei primi esempi di film splatter è
considerato Blood Feast, del 1963, diretto da Herschell Gordon
Lewis. Il film narra la storia di un uomo che uccide belle ragazze e
ne conserva pezzi del corpo per resuscitare una dea. Girato in nove
giorni, con un budget di 30.000 dollari, il film riscosse un enorme
successo, scioccando il pubblico dell'epoca, non abituato a certe
scene estreme quali un cuore estratto dal petto, arti smembrati e una
lingua strappata, e divenne negli anni un cult movie. Lewis in
seguito si specializzò nel genere splatter, dirigendo film come Two
Thousand Maniacs!, A Taste of Blood, The Gore Gore Girls e Blood
Feast 2.
Il film che fece conoscere
definitivamente lo splatter fu La notte dei morti viventi,
diretto da Romero nel 1968: il cinema splatter nasceva in America.
Lo splatter negli anni settanta
Negli anni settanta il cinema horror
statunitense scoprì definitivamente lo splatter, grazie a una serie
di registi come George Romero, Wes Craven e Tobe Hooper. Lo splatter
venne inserito in dosi massicce in questi film, come reazione alle
violenze della Guerra del Vietnam e come conseguenza del grande
periodo di ribellione e cambiamento in atto nella società
statunitense di quegli anni. I film di questi registi, conosciuti
anche con il termine "New Horror", rientrano anche nel
cosiddetto periodo della New Hollywood, attraversato dal cinema
statunitense dal 1967 al 1979.
Film come La notte dei morti viventi,
L'ultima casa a sinistra, Non aprite quella porta, Zombi e Le colline
hanno gli occhi presentano molte scene splatter, atte non solo a
disgustare il pubblico (come i film di Lewis), ma anche a farlo
ragionare e riflettere sulla violenza presente nella società reale.
Lo splatter negli anni ottanta
Il cinema splatter esplose
definitivamente negli anni ottanta, grazie a film diretti da registi
quali Sam Raimi (La casa e La casa 2), Peter Jackson, (Fuori di
testa), Brian Yuzna (Society - The Horror), David Cronenberg
(Scanners e La mosca) e Lloyd Kaufman (fondatore della celebre casa
di produzione indipendente Troma e autore con l'amico Michael Herz di
film splatter come Il vendicatore tossico e i tre sequel, Tromeo and
Juliet e Terror Firmer).
Lo splatter degli anni ottanta è
fortemente contaminato con il cosiddetto body horror, ossia un cinema
che narra delle deformità fisiche del corpo umano, e segna l'avvento
definitivo, totalizzante e provocatorio dello splatter come
principale sotto-genere dell'horror. I film splatter degli anni
ottanta sono anche contaminati con il grottesco e con l'iperrealismo:
la dissezione dei corpi viene mostrata in dettaglio, accompagnata da
un'ilarità provocatoria e repellente.
Lo splatter negli anni novanta
Negli anni novanta il cinema splatter
perse il suo fascino provocatorio, superato dal nuovo horror ironico
inaugurato nel 1996 da Scream, diretto da Wes Craven. Nel 1992 Peter
Jackson diresse Splatters - Gli schizzacervelli, considerato l'unico
film splatter estremo degli anni novanta insieme a Re-Animator 2 di
Stuart Gordon.
Lo splatter negli anni duemila: il Torture Porn
Negli anni duemila il cinema splatter è
ritornato prepotentemente di moda, soprattutto dopo gli attentati
dell'11 settembre 2001 e la scoperta delle torture inflitte dai
soldati statunitensi ai prigionieri di Abu Grahib e Guantanamo.
Questa nuova stagione del cinema splatter è stata definita dal
critico cinematografico del New York Magazine David Edelstein come
"torture porn", evidente riferimento alla pornografia
presente in questi film, non ovviamente per quanto riguarda le scene
di sesso ma per il fatto che i "Torture Porn" mostrano ogni
atto di tortura senza stacchi e censure, proprio come un film porno
fa nei confronti del sesso.
Il film che inaugura il "Torture
Porn" è considerato Saw - L'enigmista, diretto nel 2004 da
James Wan, mentre il film che ha portato il genere alla ribalta è
considerato Hostel, diretto da Eli Roth nel 2006. I film inseriti in
questo genere sono, oltre ai due precedentemente citati, Saw II - La
soluzione dell'enigma, Saw III - L'enigma senza fine, Saw IV, Saw V,
Saw VI, Saw 3D - Il capitolo finale, Hostel: Part II, La casa dei
1000 corpi, La casa del diavolo, Wolf Creek, Le colline hanno gli
occhi e Captivity.
I registi considerati i maggiori
esponenti del "Torture Porn" sono stati definiti dal
critico Alan Jones come appartenenti allo "Splat-Pack", e
sono: Eli Roth, Rob Zombie, Alexandre Aja, James Wan, Darren Lynn
Bousman, Greg McLean e Neil Marshall. Le peculiarità principali che
legano questi registi sono l'essere stati dei pionieri del genere,
l'assoluta assenza di ironia nei loro film e il fatto di aver
riproposto dopo anni una violenza grafica dettagliata e provocatoria.
Lo splatter nel cinema europeo
Nel cinema europeo lo splatter è
presente soprattutto nel cinema italiano degli anni settanta. I primi
registi italiani a mostrare scene splatter nei loro film furono Dario
Argento (con L'uccello dalle piume di cristallo) e Mario Bava (con
Reazione a catena).
Ma il maestro del cinema splatter
italiano è considerato Lucio Fulci, che nel 1979, dopo aver diretto
film appartenenti a vari generi, diresse il suo primo horror, Zombi
2. Fulci diresse negli anni ottanta e novanta molti film
horror-splatter divenuti dei film di culto. I più noti e apprezzati
sono ...E tu vivrai nel terrore! L'aldilà, Paura nella città dei
morti viventi, Quella villa accanto al cimitero e Lo squartatore di
New York. Per questi suoi film, Fulci fu soprannominato dalla critica
cinematografica francese il "poeta del macabro".
Un altro regista che, dopo aver diretto
film dai generi più disparati, si cimentò con lo splatter fu Joe
D'Amato, autore di titoli come Antropophagus, Rosso sangue e Buio
Omega.
Il genere italiano che ha mostrato più
scene splatter è sicuramente il cannibal movie, inaugurato nel 1972
da Umberto Lenzi con Il paese del sesso selvaggio. Lenzi diresse
altri due film molto splatter, Mangiati vivi! e Cannibal Ferox. Anche
Ruggero Deodato ha diretto dei film splatter, il più celebre di
tutti è il controverso e scioccante Cannibal Holocaust, girato nel
1979, che ebbe svariati problemi con la censura per le sue sequenze
estreme e realistiche e fu bandito in più di 50 paesi.
Nel Regno Unito il film splatter più
noto è Non violentate Jennifer, che per le sue immagini scioccanti
ed estreme ebbe molti problemi e fu bandito da tutto il Regno Unito;
ciò ha determinato il divieto assoluto per molti film splatter nel
paese.
In Francia il cinema splatter ha avuto
popolarità negli ultimi anni, grazie soprattutto ai registi
Alexandre Aja (che diresse nel 2003 Alta tensione), Xavier Gens (che
diresse nel 2007 Frontiers - Ai confini dell'inferno), e la coppia
Alexandre Bustillo-Julien Maury (autori nel 2007 di À l'intérieur).
Lo splatter nel cinema orientale
Nel cinema orientale lo splatter è
stato sempre molto presente. Veniva usato spesso nei film di samurai,
per spettacolarizzare le scene di morte violenta. In seguito lo
splatter è stato usato da vari registi, quali Takeshi Kitano, Kinji
Fukasaku, Shinya Tsukamoto e soprattutto Takashi Miike. Scene
splatter sono presenti in abbondanza nella celebre serie Guinea Pig e
in recenti film quali Tokyo Gore Police, The Machine Girl e Wild
Zero.
Lo splatter negli altri generi
Lo splatter non è presente solo nei
film horror. Anche in molti altri generi cinematografici è stato
fatto un uso abbondante di sequenze splatter. Il primo film
hollywoodiano a inserire scene splatter, pur non appartenendo
direttamente al genere horror, essendo di fatto un thriller, è
Piano... piano... dolce Carlotta, diretto da Robert Aldrich nel 1965,
in cui appare, seppur brevemente, la sequenza di una mano mozzata con
una mannaia. Ma fu soltanto nella New Hollywood degli anni settanta,
caduti alcuni tabù e abbandonato il Codice Hays, che molti registi
iniziarono a inserire sequenze splatter nei loro film non horror: un
western come Soldato blu, girato nel 1970, presenta delle sequenze
molto splatter, insostenibili per l'epoca. Nel 1976 Martin Scorsese
inserì alla fine di Taxi Driver alcune sequenze splatter, come la
strage finale ad opera di Travis Bickle (Robert De Niro).
Russ Meyer inserì molte sequenze
splatter nei suoi film erotici, come in Lungo la valle delle bambole,
Supervixens e Le deliranti avventure erotiche dell'agente Margò.
Nel 1982 John Carpenter diresse La
cosa, film di fantascienza fortemente contaminato con lo splatter.
Anche Quentin Tarantino ha inserito nei
suoi film alcune sequenze splatter, pur non avendo mai diretto un
horror vero e proprio: ci sono molte scene in cui la violenza viene
estremizzata come in Le iene, Pulp Fiction e soprattutto Kill Bill
vol. 1, Kill Bill vol. 2 (i combattimenti della Sposa/Uma Thurman) e
Bastardi senza gloria (gli scalpi e le incisioni sui corpi dei
nazisti).
Anche in John Rambo ci sono scene al
limite dello splatter, con decapitazioni, sbudellamenti e
squartamenti, che però sono state censurate nella versione italiana.
In Italia basti pensare a film come il
western Django, diretto da Sergio Corbucci nel 1966, con un orecchio
mozzato e fatto ingerire alla malcapitata vittima oppure, sempre
nello stesso anno, al grottesco L'armata Brancaleone di Mario
Monicelli con una mano mozzata all'inizio della pellicola, per non
parlare di Luca il contrabbandiere, noir diretto da Lucio Fulci nel
1980, che presenta sequenze degne di un horror-splatter, quali colpi
di pistola che squarciano i volti e le gole, coltellate che
squarciano il petto e una donna torturata con la fiamma ossidrica.