sabato 22 maggio 2021

Chi ha scritto il necronomicon?

"Rilegato in pelle umana e scritto col sangue, l'antico testo sumero spiega strani riti funebri, incantesimi funerari e riporta formule per la resurrezione dei morti"



Chi ha scritto il necronomicon?

Abdul Alzared, the tradotto dall'arabo significa grosso modo 'lo strangolatore pazzo'. Lo scrisse nel 700 dopo Cristo. Narra la leggenda che Abdul sia stato poi fatto a pezzi da forze invisibili di fronte a una folla di testimoni impotenti e in preda al panico.

In realtà…

Nessuno ha mai scritto il Necronomicon… Questo perché il 'vero' Necronomicon non esiste.

Il Necronomicon non è altro che un libro immaginario inventato dello scrittore H.P. Lovecraft nei suoi racconti di fantasia.

Nei suoi racconti dell'orrore, il Necronomicon viene descritto come un testo di magia nera. Viene menzionato più volte nei suoi racconti, ne troviamo citati alcuni passaggi, ma il testo completo… Quello non lo troverete mai. O almeno, non scritto da Lovecraft.



Il libro contiene sia 'conoscenze' pure che formule magiche 'pratiche'. La maggior parte di tali conoscenze e magie hanno effetti decisamente deleteri sui lettori del Necronomicon, i quali possono arrivare fino a impazzire, farsi del male, suicidarsi, eccetera.

In sostanza, il Necronomicon è un libro che contiente un sapere pericolosissimo che, nonostante i pericoli, fa comunque gola a molte persone, soprattutto i cultisti invasati di quelle religioni.

Lovecraft, inventore del libro immaginario, non solo non scrisse mai il vero Necronomicon, ma non voleva nemmeno che nessun altro provasse a scriverlo.

"Nella realtà, un libro devastante come il Neronomicon non può esistere, e pertanto sarebbe soltanto una delusione.

E quindi scriverlo non avrebbe altro effetto che rovinare il mito"

Bé, l'appello del povero Lovecraft cadde nel vuoto.

Troverete infatti nelle librerie non uno, ma addirittura vari Necronomicon. Tali Necronomicon costano poco e non ammazzerranno decisamente nessuno… Ma sono soltanto dei falsi scritti da autori anonimi. I testi non fanno altro che ricalcare grosso modo poco quel poco che si sa del necronomicon grazie ai testi di Lovecraft.

Il 'vero' necronomicon in realtà non esiste, perché è un libro immaginario.

E per fortuna.


venerdì 21 maggio 2021

Trigono

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Il trigono è l'aspetto tra due pianeti corrispondente a una distanza angolare di 120 gradi. Il suo simbolo astrologico è .
Il trigono è considerato il più armonico e quindi favorevole tra gli aspetti. Indica un'integrazione positiva tra le caratteristiche simboleggiate dai due pianeti che lo formano, anche quando esse sono assai diverse tra loro o addirittura contrastanti.


giovedì 20 maggio 2021

X-Proserpina

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X-Proserpina è un ipotetico decimo pianeta del sistema solare la cui esistenza è stata ipotizzata da alcune correnti astrologiche. Secondo infatti le ricostruzioni zodiacali compiute dall'astrologa Lisa Morpurgo negli anni '70, accanto ai 12 segni zodiacali devono, "per condizione logica", trovarsi 12 corpi planetari. Ed il primo di questi due corpi planetari mancanti venne da essa denominato "X-Proserpina".
Il decimo pianeta, secondo la ricostruzione zodiacale, dovrebbe rappresentare l'opposto e parallelo delle simbologie di Plutone. Un pianeta quindi, nella simbologia astrologica, strettamente femminile.
Avrebbe dunque sede domiciliare in Toro e Bilancia e sede di esaltazione in Sagittario. Astrologicamente, X-Proserpina rappresenta l'utero (completando così l'intero apparato genitale femminile che ora è solo rappresentato da Venere-ovaie), i capelli (comprovando così la rarissima calvizie femminile) e le forme viventi vegetali. Psicologicamente, X-Proserpina dovrebbe assumere caratteristiche legate alla possessività, all'oralità intesa come fagocitazione e ad un temperamento coinvolgente, avvolgente.
La recente scoperta di Eris, un pianeta nano di massa leggermente superiore a Plutone e quindi degno di essere preso in considerazione come Pianeta X, sta attualmente occupando il lavoro di ricerca degli astrologi alla scoperta di sue possibili associazioni con le simbologie espresse dalla moderna astrologia.
Attualmente il pianeta vede la sua presenza nell'ultima decade dell'Ariete, dove ha fatto ingresso attorno al 1920. La fortissima inclinazione dello stesso (attualmente di 44° sulla linea dell'eclittica) desta sicuramente perplessità in quanto la sua proiezione lo collocherebbe ben al di fuori della fascia zodiacale. In questo caso, l'astrologia dovrebbe riconsiderare anche la possibilità di allargare la suddetta fascia zodiacale arrivando, come già ipotizzò la Morpurgo, a creare non più una cintura zodiacale, bensì una sfera zodiacale.

Il punto di vista scientifico

Diversi altri astrologi hanno ipotizzato l'esistenza di ulteriori pianeti nel sistema solare (Pianeta X); tuttavia le loro affermazioni non sono mai assunte al rango di previsioni accurate, ma sono rimaste nel campo di ipotesi vaghe. L'astronomia, al contrario, è in grado di dare in anticipo previsioni sulla posizione celeste, la massa, la distanza del Sole, ecc. dei presunti corpi nuovi nel sistema solare (come è stato il caso per le scoperte di Urano, Nettuno e lo stesso Plutone).
Al momento, le scoperte di nuovi oggetti astronomici nel sistema solare esterno si susseguono, e una recente decisione dell'Unione Astronomica Internazionale ha sancito ufficialmente una linea di demarcazione fra i pianeti maggiori e i pianeti nani; a quest'ultima classe appartengono due oggetti transnettuniani (Plutone ed Eris) ed è prevedibile che nel prossimo futuro verranno scoperti numerosi corpi, sia più grandi sia più piccoli di Plutone, a distanze sempre maggiori.



mercoledì 19 maggio 2021

Transito

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In astrologia si definisce transito il passaggio sul tema natale, e i singoli elementi che lo compongono, di un pianeta in rivoluzione.
I transiti sono utilizzati per formulare delle previsioni, a breve e lunga scadenza. Queste ultime, di gran lunga più importanti, si basano sui transiti dei pianeti cosiddetti lenti, ossia che impiegano maggior tempo a compiere il moto di rivoluzione: Giove, Saturno, Urano, Nettuno e Plutone.
Per quanto riguarda gli angoli rilevanti, molte scuole mantengono gli stessi criteri usati per la lettura del tema natale. Altre utilizzano solo gli aspetti definiti "maggiori": congiunzione, sestile, quadratura, trigono e opposizione.
L'orbita entro la quale i transiti agiscono, ossia la tolleranza rispetto all'aspetto esatto, è ancora oggetto di discussione. In genere, si considera accettabile un'orbita di 5 o 6 gradi per la congiunzione e l'opposizione e di 2 o 3 gradi per gli altri aspetti.

martedì 18 maggio 2021

Nave fantasma

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Una nave fantasma è una nave il cui equipaggio è formato esclusivamente da fantasmi. Il termine si usa anche per alludere ad una vera nave avvistata come un'apparizione improvvisa e subito svanita oppure ad una nave vista galleggiare in mezzo al mare senza equipaggio a bordo.

Nella realtà
Forse il caso documentato più famoso di una vera nave fantasma è quello della Mary Celeste, trovata abbandonata tra il Portogallo e l'arcipelago delle Isole Azzorre nel 1872. Dell'equipaggio non fu trovata traccia come se fosse scomparso misteriosamente da un momento all'altro.
Analogamente alla Mary Celeste, anche il brick Resolven venne ritrovato, nel 1884, mentre vagava alla deriva all'imboccatura della Trinity Bay, nella provincia canadese di Terranova. L'equipaggio ed i passeggeri erano scomparsi, ma il fuoco nella cucina di bordo era ancora acceso, così come le lampade ad olio della nave.
Il 2 dicembre 1920 la nave Carrol A Deering lascia Rio de Janeiro e, dopo una breve sosta alle Barbados per le forniture, fa perdere le tracce di sé fino al 28 gennaio 1921 quando il guardiano di un faro incrocia la nave. Il 31 gennaio la nave viene trovata in secca al largo di Cape Hatteras. L'equipaggio, così come i registri di navigazione e le due scialuppe di salvataggio era scomparso.
Nel febbraio 1948 la nave mercantile olandese Ourang Medan lanciò due SOS nei quali comunicava che tutto l'equipaggio era morto o moribondo. Tre ore dopo una nave riuscì a raggiungere il punto in cui si trovava il cargo olandese. Saliti a bordo gli uomini della nave trovarono tutti gli ufficiali raggruppati nella sala nautica. Erano tutti morti con gli occhi sbarrati dal terrore e il corpo già irrigidito dal rigor mortis. Anche i marinai vennero ritrovati morti sul ponte e persino il cane di bordo venne ritrovato morto sottocoperta. La nave venuta in soccorso tentò di trainare il cargo nel porto più vicino ma l'improvviso scoppio di un incendio portò alla distruzione dell'Ourang Medan. Nell'inchiesta che seguì il medico riferì che i marinai erano morti per cause sconosciute.
Il MV Joyita venne ritrovato nel Pacifico nel 1955. Dei 16 membri dell'equipaggio e dei 9 passeggeri non fu mai ritrovata traccia. All'interno dell'imbarcazione furono trovate solamente delle bende insanguinate. Inoltre le scialuppe di salvataggio, così come il carico della nave, erano sparite.
Nel 2003 venne trovata alla deriva la nave High Aim 6, battente bandiera taiwanese, senza equipaggio e con la stiva piena di cibo. Dieci giorni dopo la scoperta, i soli membri dell'equipaggio di cui si erano ritrovate le tracce, raccontarono che il capitano della nave era stato assassinato e che gli altri membri dell'equipaggio se ne erano tornati a casa. Nessuna spiegazione dell'accaduto o ulteriori dettagli furono mai rivelati.
Nel 2006 il Jian Seng fu ritrovato vicino alla costa dell'Australia, senza che si sapesse molto della sua origine e delle ragioni per le quali si trovasse lì.
Nell'agosto 2006 il Bel Amica fu scoperto al largo della Sardegna senza alcuna traccia dell'equipaggio. Gli uomini della guardia costiera ritrovarono cibo, artefatti egizi, mappe francesi del mare del Nord Africa e una bandiera del Lussemburgo. Le autorità scoprirono che la barca non risultava registrata presso alcun paese. Ben presto si scoprì che lo yacht apparteneva ad un uomo originario del Lussemburgo che non registrò mai la barca per evadere le tasse.
Il 15 aprile 2007 tre amici partirono con la loro barca per fare un giro lungo la costa dell'Australia. La loro barca fece ritorno intatta verso la barriera corallina ed ogni cosa al suo interno era perfettamente al suo posto. Dei tre uomini però non c'era alcuna traccia. Si ipotizzò che uno di loro fosse caduto in mare e gli altri due, nel soccorrerlo, fossero annegati anch'essi, ma i loro corpi non sono mai stati ritrovati.
A seguito del terremoto che ha colpito il Giappone nel marzo 2011 e del conseguente tsunami numerose imbarcazioni ormeggiate lungo le coste sono state travolte dai marosi. Una di queste, la Ryou-Un Mar, è stata scoperta alla deriva alla fine di marzo 2012 (quasi tredici mesi dopo il sisma) al largo delle coste canadesi della Columbia Britannica, a oltre 10.000 km dalle coste di provenienza. La nave era adibita alla pesca di calamari e, a un'ispezione aerea, è risultata essere priva di segni di vita. L'imbarcazione costituiva l'avanguardia di una serie di detriti galleggianti che, stimati in 25 tonnellate di materiale, raggiungeranno le coste occidentali del Nord America fino al 2014. La Ryou-Un Mar è stata affondata dalla motovedetta statunitense Anacapa giovedì 5 aprile, con l'impiego di un mitragliatore da 25 mm, in quanto costituiva un potenziale pericolo per la navigazione.

Nelle opere di fantasia
La nave fantasma più famosa è l'Olandese Volante, condannata a solcare i mari in eterno senza una meta precisa, e a cui un destino avverso impedisce di tornare a casa. Il nome della nave è diventato sinonimo delle apparizioni e si usa spesso come termine generico per indicare una qualunque apparizione di navi fantasma.
Nella letteratura inglese si trovano numerosi rimandi alle leggende delle navi fantasma in varie opere, tra cui La ballata del vecchio marinaio (1797-1798) di Samuel Taylor Coleridge e Rokeby (1813) di Walter Scott.



lunedì 17 maggio 2021

Magia bianca

 




La magia bianca è un tipo di magia così denominata perché contrapposta a quella nera; a differenza di quest'ultima essa è mossa in linea teorica da intenzioni benefiche, positive, o altruistiche, prefiggendosi obiettivi nobili come la realizzazione interiore, o il raggiungimento della verità e della luce spirituale, a cui allude il colore bianco.

Il confine tra magia bianca e nera può tuttavia sfumare laddove questi poteri vengano perseguiti, anche in maniera inconsapevole, da un animo poco disinteressato, in cui tendano a prevalere egoismo, orgoglio o titanismo.

Storicamente nella magia bianca possono rientrare sia le forme cerimoniali della teurgia, finalizzate all'invocazione di potenze sovrumane salvifiche come angeli, divinità, spiriti elementali benevoli, sia la nozione di «magia naturale», la quale invece si propone di intervenire unicamente sui fenomeni della natura, attraverso lo studio delle sue leggi e gli strumenti tipici ad esempio dell'alchimia, relegando nella magia nera qualunque intervento che esuli da quest'ambito.

La questione della liceità della magia, dibattuta all'interno del cristianesimo, condusse i filosofi scolastici, tra cui soprattutto Ruggero Bacone, a distinguere quella operante nella luce dalle pratiche oscure. Mentre così la magia nera mira ad accrescere il potere del mago tramite l'invocazione di forze soprannaturali e paranormali, che vadano oltre le leggi naturali imposte alla realtà, la magia bianca intende operare in armonia con esse, ritenendo che ogni organismo, fenomeno o evento abbia un suo posto nel disegno universale stabilito da Dio, in quanto partecipe di un'unica Anima del mondo, secondo la concezione tipica del neoplatonismo che si ritroverà ad esempio in Marsilio Ficino.

Più precisamente, chi fa della magia nera cerca di sottomettere le entità del cosmo al proprio volere (sovvertendone le leggi), chi fa della magia bianca sottomette invece la propria volontà alle leggi del cosmo. Ciò significa che per operare in armonia con l'universo occorreva sviluppare un senso morale basato sull'obbedienza a Dio e sul rispetto della sua volontà.

E poiché si pensava che la volontà divina coincidesse con la razionalità oggettivata del mondo, la magia bianca si proponeva di preservarla, e anzi di favorire la sua naturale evoluzione. La magia bianca si inseriva così nell'ottica tipica dei pensatori rinascimentali, i quali ritenevano che tutta la creazione, corrottasi a causa del biblico peccato originale, tendesse a ritornare verso la perfezione originaria. Come l'uomo tende verso la divinizzazione, così ogni elemento tende a ritornare verso la meta cui è stato assegnato (o entelechia), secondo la concezione aristotelica mescolatasi con quella platonica. Si cercava in un certo senso di risolvere la materia nello spirito; la magia bianca finì in tal modo per coincidere con l'alchimia, che si prefiggeva di costruire la pietra filosofale, al fine di trasmutare i metalli in oro, considerato la meta naturale di ogni elemento. L'oro era ricercato non a scopi di avidità o di possesso, ma per le sue proprietà intrinseche, essendo tra i metalli quello più incorruttibile (cioè più resistente al tempo), oltre ad essere un ottimo catalizzatore da usare nelle reazioni chimiche.

Gli interessi suscitati dalla magia bianca, rivolta esclusivamente allo studio della natura e al rispetto delle leggi in essa presenti, funsero così da apripista alla chimica moderna. L'opera dell'alchimista consisteva infatti essenzialmente nello studio empirico delle sostanze elementari e in esperimenti scientifici su di esse. Egli ne cercava le proprietà operando all'incirca come un chimico, catalogandole, tentando miscugli, introducendo nel suo lavoro fornelli ed alambicchi che saranno poi gli strumenti principali utilizzati dalla chimica come viene intesa oggi.

Il concetto di magia bianca può tuttavia venire esteso fino a comprendere le più elevate cerimonie magiche, come anche le preghiere e i rituali stessi della religione, con cui fin dall'antichità si cercava di comunicare con gli Dei, gli spiriti celesti o i genii, per ingraziarsi i loro favori a scopi benefici.

Presso i Greci, questa capacità di congiungersi al divino, in virtù della quale si poteva arrivare a compiere azioni prodigiose, era chiamata «teurgia»: praticata soprattutto nei culti misterici, essa consentiva di acquisire la telestiké, ossia l'iniziazione ai mondi ultraterreni e alla conoscenza segreta delle forze occulte di simpatia che collegano ogni aspetto della realtà, per essere in grado di manipolarle magicamente.

Tali poteri luminosi ottenuti per via inizatica, il cui apprendimento era riservato a una cerchia ristretta di adepti, venivano usati da parte dei maghi e dei sacerdoti anche per finalità terapeutiche, essendo assimilabili a una sorta di magnetismo.

Lo scopo curativo implicito in quello salvifico della magia bianca continuerà ad essere perseguito dai filosofi del Rinascimento, per i quali le simpatie che collegavano i pianeti con gli eventi terreni sublunari potevano essere ridestate utilizzando appositi oggetti come piante, pietre, animali, amuleti, canzoni, ecc., associabili per somiglianza o affinità. Ficino li chiamava «esche», in quanto catturavano e riassumevano in sé specifici influssi astrali, «doni del mondo animato e delle stelle viventi», tra i quali era possibile scegliere di volta in volta quello più adatto a una particolare situazione.

In ambito ebraico la magia bianca è consistita prevalentemente nell'uso pratico dei nomi sacri della cabala, la quale è un sistema di corrispondenze basato analogamente sulla visione di un universo come una totalità organizzata. Notevole rilevanza ebbe lo studio e lo sviluppo di un alfabeto, introdotto dall'inglese John Dee e da questi attribuito al patriarca Enoch, dal quale venne chiamato appunto «enochiano», ritenuto adatto a parlare con gli angeli e gli spiriti buoni, i quali venivano chiamati con dei nomi formulati in questo particolare linguaggio.

Intorno al Quattrocento apparve un grimorio di un certo Abramelin il mago che parla di una magia sacra solo leggermente inferiore alla più famosa Cabbala; nel suo manoscritto intitolato La Magia Sacra egli afferma di poter comandare spiriti demoniaci, dopo averli fatti giurare, con l'aiuto del proprio angelo custode e di quadrati magici. Sebbene l'intervento dei demoni venga tradizionalmente escluso dall'ambito della magia bianca, la conoscenza stessa del male può anche essere considerata una via per approdare al bene; il mago inoltre, per essere tale, dovrebbe dar prova di saper dominare le intelligenze diaboliche, anziché farsene sottomettere.

In ogni caso, le pratiche cerimoniali che si presumeva sovvertissero l'ordine naturale furono avversate dalla teologia, finché in età moderna, nonostante i contributi della magia alla nascita della scienza moderna, furono sempre più relegate nel campo della superstizione o della fraudolenza dal pensiero materialista.

A partire dal XIX secolo, tuttavia, si ebbe un rinnovamento della tradizione ermetica e occultistica; tra i maggiori cultori di magia in generale, ma dediti alla magia bianca, si annoverano Dion Fortune, Israel Regardie, e Eliphas Lévi, da cui derivano in gran parte gli studi odierni sulla scienza magica. Per Eliphas Lévi, il mago dovrebbe liberarsi il più possibile dai desideri, perché nel desiderare un oggetto, è questo ad attrarre lui, non lui ad attrarlo, mentre paradossalmente «la volontà compie ogni cosa senza desiderarla». Tra i fondatori della Società Teosofica, Charles Webster Leadbeater indagò l'aspetto occulto delle cerimonie cristiane. Sempre nell'ambito della teosofia rientra l'opera di Franz Hartmann.

Secondo Omraam Mikhaël Aïvanhov (1900-1986) la magia dovrebbe essere distinta dall'occultismo: l'occultismo non è la vera scienza spirituale in quanto sarebbe un miscuglio di bene e di male, prestandosi a diventare sinonimo di oscurità. La vera magia è la magia divina che consiste nell'utilizzare le proprie facoltà e il proprio sapere per realizzare il regno di Dio sulla terra. Il mago, precisa questo autore, è colui che lavora nella luce e per la luce, è colui che desidera sempre di fare del bene, di consolare, illuminare e vivificare le creature.

Lo studioso Robert M. Place, in Magic and Alchemy del 2009, offre un'ampia definizione di magia bianca e nera, preferendo riferirsi ad esse come «magia alta» (bianca) e «magia bassa» (nera), pur con tutti i distingui del caso, poiché ad esempio la magia popolare, anche se ben intenzionata, viene spesso considerata di bassa qualità. Secondo Place, tutta la magia sciamanica preistorica sarebbe magia di cura e assistenza, che costituisce l'essenza della moderna magia bianca: guarire malattie o lesioni, indovinare il futuro o interpretare i sogni, trovare oggetti smarriti, placare gli spiriti, controllare i fenomeni atmosferici, favorire il benessere e la prosperità.




domenica 16 maggio 2021

Terzo occhio




 Il terzo occhio (anche noto come l'occhio interiore) nell'ambito di certe tradizioni religiose ed esoteriche è ritenuto un organo capace di percepire realtà invisibili situate oltre la visione ordinaria. Viene localizzato poco sopra la radice del naso in un punto centrale della fronte denominato ajna in sanscrito, all'altezza del bordo superiore delle sopracciglia.

Se ne parla anche come della soglia in grado di condurre all'interno di mondi interiori e spazi di coscienza superiore. Nella spiritualità new Age, il terzo occhio può alternativamente simboleggiare uno stato di illuminazione oppure l'evocazione di immagini mentali che hanno un profondo significato personale spirituale o psicologico. È quindi spesso associato a visioni, alla chiaroveggenza che include la capacità di osservare chakra e aura, e ad esperienze extracorporee. Le persone che hanno presumibilmente sviluppato la capacità di utilizzare il loro terzo occhio sono talvolta noti come veggenti.

Nelle tradizioni religiose induiste e buddiste corrisponde al sesto chakra, detto della fronte, che riguarda la capacità di comprendere la realtà vibratoria sovrasensibile, ed è pertanto in relazione con le facoltà di intuizione e di visione delle entità normalmente non percepibili.

A livello fisico risulta connesso alla ghiandola pituitaria o ipofisi, che esercita un'influenza su tutte le altre ghiandole endocrine, mentre alle volte il terzo occhio viene identificato diversamente con la cosiddetta ghiandola pineale o epifisi, che è situata invece al centro del cranio all'altezza della punta superiore delle orecchie: l'epifisi, responsabile della produzione di melatonina che regola il ritmo circadiano sonno-veglia, è collegata piuttosto al settimo chakra, e sarebbe quindi in realtà un diverso tipo di occhio interiore spesso confuso con quello frontale.

Risale alla dottrina teosofica fondata da Helena Petrovna Blavatsky l'identificazione del terzo occhio con la ghiandola pineale, secondo gli insegnamenti della promotrice del movimento, e come sostenuto anche da Charles Webster Leadbeater.

Vengono descritti in proposito esercizi di meditazione e concentrazione per imparare ad «aprire» correttamente quest'organo della visione sovrasensibile. Rudolf Steiner sottolineava tuttavia come fosse dapprima necessario allenare il pensiero mentale per favorire una siffatta visione, poiché «voler riconoscere i mondi superiori soltanto dopo averli veduti ce ne ostacola la visione. La volontà di comprendere prima attraverso il sano pensare quel che più tardi potrà essere veduto promuove tale veggenza; evoca forze importanti dell'anima, le quali appunto conducono alla veggenza». Lo stesso Steiner aggiungeva che la vista degli archetipi spirituali, così ottenuta, è accompagnata anche da suoni, percepibili tramite lo sviluppo di un analogo «orecchio sovrasensibile».


 
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