La tiptologia (dal greco τύπτω,
typto, "batto, colpisco" e λόγος, logos, "parola")
è, nell'ambito dello spiritismo, la forma più semplice di ricezione
delle "comunicazioni" di tipo medianico, e consiste nella
traduzione in parole e in frasi dei colpi battuti dai piedi di un
tavolo o di altro mobile.
giovedì 13 febbraio 2020
mercoledì 12 febbraio 2020
Ouija
La tavola ouija
è un piccolo strumento usato per le comunicazioni medianiche, ideato
nella metà del XIX secolo e diventato famoso nella metà del XX
secolo.
Descrizione e funzionamento
L'apparecchio è costituito da una
superficie piatta, in genere di legno lucido o in plastica, sulla
quale sono disegnate tutte le lettere dell'alfabeto, i numeri dallo 0
al 9, spesso un "sì" e un "no" e altri simboli,
il cui utilizzo è abbinato a un indicatore mobile. Esistono in
commercio tabelloni, di forme svariate, già pronti per l'uso. Il
tipo più comune è quello con le lettere collocate in senso
circolare, ma ve ne sono anche con disposizioni orizzontali o
semicircolari.
Si tratta di uno strumento utilizzato
per le sedute spiritiche. Lo scopo di tale tavoletta è quello di
interagire con gli spiriti: gli utilizzatori pongono delle domande a
imprecisate entità sovrannaturali (fantasmi, demoni ecc..), che,
attraverso un medium, farebbero sì che l'indicatore si muova sulla
tavola ouija e componga la risposta, utilizzando le lettere e le
cifre disegnate sul supporto. I partecipanti, seduti attorno a un
tavolo, evocano l'entità con cui desiderano comunicare e poi
poggiano, in modo leggero, l'indice della mano destra
sull'indicatore. In seguito lo strumento inizia a muoversi prima
lentamente e poi con maggiore decisione e celerità.
Le varianti dell'Ouija
La planchette
Un tipo particolare di tavoletta è la
"Planchette" che, al posto della punta indicante le
lettere, ha un foro nel quale è fissata una matita che scrive
direttamente. Posandovi sopra le mani, essa si muove e traccia sul
foglio su cui è appoggiata lettere o parole. La Planchette è più
veloce dell'Ouija e rinvia alla scrittura automatica.
La tecnica da seguire usando la
planchette è identica a quella osservata con gli altri strumenti, ma
naturalmente al posto del tabellone spiritico si posa sul tavolo un
foglio di carta bianca. La comunicazione avviene tramite scrittura.
La seduta medianica fatta con il bicchiere
È possibile operare in modo simile
alla tavola Ouija utilizzando un bicchiere o una moneta all'interno
di una tavola contenente lettere e numeri. L'esperimento, che si può
svolgere anche senza la presenza di medium o sensitivi, si effettua
dispondendo su un tavolo un cerchio di quadratini di carta, ognuno
dei quali porta disegnata una lettera dell'alfabeto. Al centro si
mette un bicchierino rovesciato (o un piattino da caffè o una
tazzina) e tutti i presenti vi posano un dito. Dopo una breve
concentrazione il bicchiere inizia a scorrere nel cerchio indicando
via via le lettere dell'alfabeto. È un metodo che si può usare
anche in piena luce.
Etimologia
La parola "ouija" deriva
dall'unione dei due termini, "oui", ("sì" in
lingua francese) e "ja" (stesso significato in lingua
tedesca) ma non è chiaro per quale motivo il nome della tavoletta
sia stato formato in questo modo.
Storia
Usata tra il XIX secolo e il XX secolo,
essa non aveva un nome preciso ed era composta solo dalle lettere
dell'alfabeto. Inventori "ufficiali" della tavoletta Ouija
furono gli uomini d'affari Elijah J. Bond e Charles Kennard che
ebbero l'idea di brevettare una tavoletta con stampato l'alfabeto e
metterla in commercio il 28 maggio 1890. Nel 1901 un impiegato di
Kennard, William Fuld rilevò i diritti di sfruttamento della
tavoletta parlante, rimettendola in produzione 1901 e dandole il nome
"Ouija".
Dal 1991 il trademark per la tavola
Ouija è passato dalla ditta Parker Brothers alla Hasbro.
Esiste la leggenda secondo la quale
l'origine della tavoletta ouija sarebbe molto antica e che lo stesso
Pitagora l'avrebbe usata per comunicare con il mondo invisibile, ma
di tutto questo non esiste alcuna prova.
Spiegazioni scientifiche
Il movimento della lancetta sulla
tavola, laddove si manifesti, viene spiegato come un effetto
ideomotorio, ovvero un movimento umano inconscio suggerito dalla
psiche. James Randi, autore del libro An Encyclopedia of Claims,
Frauds, and Hoaxes of the Occult and Supernatural,
fece notare come, se i partecipanti a una seduta di ouija erano
bendati, non producevano alcuna parola di senso compiuto.
Tale spiegazione è avvalorata dalla frequenza dei casi in cui si
ottengono subito frasi prive di senso non appena si mischiano e
rovesciano lettere e numeri, cosa che è verificabile con altri
dispositivi (e non con la tavola ouija in cui lettere e numeri non si
possono spostare).
martedì 11 febbraio 2020
Astrologia cabalistica
In ebraico,
l'astrologia
era chiamata hokmat ha-nissayon,
"la saggezza del pronostico", a differenza di hokmat
ha-hizzayon (la saggezza
dell'osservazione stellare, o astronomia). Pur non essendo una
pratica ebraica o un insegnamento in quanto tale, l'astrologia si
diffuse nella comunità ebraica e divenne predominante soprattutto in
alcuni libri della Cabala ebraica.
Nella Bibbia
L'astrologia non viene citata
specificamente nella Torah, ma ci sono due comandamenti che sono
stati usati da alcune autorità quale base per proibire tale pratica.
«Non
praticherete alcuna sorta di divinazione o di magìa.»
(Levitico 19:26) |
«Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti, non imparerai a commettere gli abomini delle nazioni che vi abitano. Non si trovi in mezzo a te ... chi esercita la divinazione o il sortilegio o l'augurio o la magia; né chi faccia incantesimi, né chi consulti gli spiriti o gli indovini, né chi interroghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore...» (Deuteronomio 18:9-12) |
Questi comandamenti vengono
interpretati da alcune autorità rabbiniche come proibizione
dell'astrologia, mentre altre limitano queste mitzvot ad altre
forme di divinazione e quindi reputano permissibile l'astrologia.
Nella Bibbia ebraica i profeti si
adiravano contro gli "scrutatori di stelle" (hoverei
ha-shamayim) in Isaia 47:13 e Geremia 10:2. Gli astrologi di
Babilonia erano chiamati Kasdim/Kasdin (Caldei) nel Libro di
Daniele. Nella letteratura rabbinica, il termine Caldei veniva
in seguito spesso usato come sinonimo per coloro che praticavano
l'astrologia.
Possibile storicità
Alcuni storici ritengono che
l'astrologia si sia gradualmente diffusa nella comunità ebraica
tramite il sincretismo con l'antica cultura ellenistica. Gli oracoli
sibillini lodano la nazione ebraica, perché "non medita sulle
profezie dei cartomanti, maghi e prestigiatori, né pratica
l'Astrologia, né cercano gli oracoli dei Caldei nelle stelle"
(III. 227), sebbene l'autore dell'articolo su Encyclopaedia
Judaica che tratta dell'astrologia sostenga che questa visione
sia sbagliata. Lo storico antico Flavio Giuseppe biasima il suo
popolo per aver ignorato i segni che predicevano la distruzione del
Tempio di Gerusalemme.
Opposizione rabbinica
Nelle prime opere rabbiniche classiche
scritte in Terra di Israele (Talmud gerosolimitano e le compilazioni
midrash palestinesi) gli astrologi sono noti come astrologos e
astrologiyya. Nelle opere rabbiniche classiche scritte a
Babilonia, gli astrologi sono chiamati kaldiyyim, kalda'ei,
e iztagninin.
Il Talmud babilonese, in Shabbat
156a, registra una citazione rabbinica che descrive quei tratti del
carattere associati con l'essere nati in giorni specifici della
settimana. Questa concessione alla superstizione comunque non si
estendeva alla astrologia, come Rabbi Johanan bar Nappaha, l'Amora
palestinese, ebbe a dire: "non c'è mazal (letteralmente
"stella ") per Israele, ma solo per le nazioni [che
riconoscono la validità dell'astrologia]." Questa opinione era
condivisa da Rav (Bavli Shabbat 156a). Inoltre, mentre il
Talmud babilonese Sanhedrin 65 si limita a suggerire che i
singoli ebrei non possono consultare un astrologo, il Trattato Bavli
Pesachim 113b afferma chiaramente che gli ebrei non possono
consultare gli astrologi.
Samuel di Babilonia (250 e.v. ca.) è
l'unico saggio nel Talmud che abbia seriamente studiato l'astrologia,
tuttavia asserì che non era compatibile con l'Ebraismo. Citando il
Deuteronomio 30:12, "La legge non è nei cieli", divenne
noto per aver insegnato che "la Torah non [può/deve] stare
insieme all' "arte" che scruta i cieli"
(Midrash Rabbah Deuteronomio 8:06). Un'osservazione analoga fu
fatta dal saggio babilonese Jose di Hu'al: "Noi non ci è
permesso far appello ai Caldei, poiché sta scritto (Deuteronomio
18:13), 'Tu sarai irreprensibile verso il Signore tuo Dio'"
(Bavli Pesachim 113b).
La Letteratura rabbinica annota che
Rabbi Akiva si opponeva alle credenze astrologiche (cfr. per es.,
Sifre, Deuter. 171; Sifra, Kedoshim, VI; Sanhedrin 65).
Le mitzvot di Maimonide affermano che non si deve prestar fede
alle superstizioni.
Accettazione rabbinica
Tuttavia altre dichiarazioni del Talmud
e della letteratura midrash dimostrano che molti ebrei avevano un
certo livello di ammirazione per l'astrologia.
Alcuni sostengono che le stelle in
generale controllano veramente il destino delle persone e delle
nazioni, ma Abramo ed i suoi discendenti furono fortificati e
innalzati dalla loro alleanza con Dio e quindi raggiunsero un alto
livello di libero arbitrio. (Midrash Genesi Rabbah 44:12,
Yal., Ger. 285). Una dichiarazione nella Tosefta (Kiddushin 5,17)
sostiene che la benedizione concessa ad Abramo fu il dono di
astrologia. Midrash Rabbah Ecclesiaste afferma che i
governanti di alcune nazioni non ebraiche erano esperti in
astrologia, e che anche Salomone aveva competenze in questo
ambito.(7:23 nr. 1)
C'è una storia nel Talmud, secondo cui
Dio mostrò ad Adamo tutte le generazioni future, compresi i loro
scribi, studiosi e governanti (Bavli Avodah Zarah 5a). Secondo
questa fonte, il patriarca biblico Abramo portava sul petto una
tavoletta astrologica su cui si poteva leggere il destino di ogni
uomo. Così si dice che i re si radunavano davanti alla sua porta per
chiedere consiglio.
Esiste un ammonimento che avverte come
sia pericoloso bere acqua il mercoledì e venerdì sera (Pesachim
112a). Samuel, medico e astrologo, insegnava che era pericoloso far
sanguinare (cfr Salasso) un paziente il lunedì, martedì o giovedì,
perché nell'ultimo giorno citato Marte regna nelle ore pari della
giornata, quando i demoni fanno il loro gioco. Similmente, la luna
nuova era altresì considerata come un periodo sfavorevole per il
sanguinamento, come lo erano anche il terzo del mese e il giorno
precedente una festa. (Bavli Shabbat 129b).
Interpretazioni
Tuttavia, storie contrastanti vengono
riportate. Si dice che Abramo abbia previsto in queste tavolette
astrologiche che non avrebbe avuto un secondo figlio, ma Dio gli
disse: "Basta con la tua astrologia, per Israele non esiste
mazal ("fortuna", letteralmente "pianeta"
o "costellazione")!" La nascita del suo secondo
figlio, il patriarca Isacco, poi smentisce l'idea che l'astrologia
sia valida. (Bavli Shabbat 156a). Midrash Genesi Rabbah
afferma che Abramo non era un astrologo, ma piuttosto un profeta, in
quanto solo coloro che stavano sotto le stelle potevano essere
soggetti alla loro influenza, ma Abramo era al di sopra delle stelle
(Genesis Rabbah xliv. 12).
In generale, molte persone citate nel
Talmud credevano che, in teoria, l'astrologia avesse il merito di
essere una qualche sorta di scienza, ma erano scettici sul fatto che
i segni astrologici potessero essere interpretati correttamente o in
modo pratico. Commentando sugli astrologi in Sotah 12b, il
Talmud dice di loro che "scrutano e non sanno che cosa scrutano,
riflettono e non sanno cosa riflettono."
La forma più popolare di credenza
astrologica era la scelta dei giorni propizi. Secondo questa idea,
certi periodi di tempo sono considerati fortunati o sfortunati. Rabbi
Akiva è contro la convinzione che l'anno prima del giubileo
sia particolarmente benedetto. Si condanna anche la credenza che
nessun affare debba essere iniziato con la luna nuova, il venerdì o
il sabato sera (Sifre, Deuteronomio 171; Sifra,
Kedoshim, VI.; Sanhedrin 65).
Correlazione tra calendario ebraico e zodiaco
Il Talmud identifica le dodici
costellazioni dello zodiaco con i dodici mesi del calendario ebraico.
La corrispondenza delle costellazioni coi loro nomi in ebraico ed i
mesi è il seguente:
- Ariete - Ṭaleh - Nisan
- Toro - Shor - Iyar
- Gemelli - Teomim - Sivan
- Cancro - Sarṭon - Tammuz
- Leo - Ari - Av
- Vergine - Betulah - Elul
- Libra - Moznayim - Tishri
- Scorpione - ‘Aḳrab - Cheshvan
- Sagittario - Ḳasshat - Kislev
- Capricorno - Gedi - Tevet
- Aquario - D‘li - Shevat
- Pesci - Dagim - Adar
Alcuni studiosi identificano i dodici
segni dello zodiaco con le dodici tribù di Israele.
Nel Medioevo
Molti rabbini dell'era geonica (dopo la
chiusura del Talmud, primo periodo medievale) discussero delle varie
opinioni talmudiche e midrashiche sull'astrologia. Un responsum
afferma una veduta di mezzo: Otzar HaGeonim 113, conclude che
l'astrologia ha una qualche realtà, in quanto le stelle danno certe
inclinazioni alla persona; tuttavia ogni persona ha l'abilità di
superare tali inclinazioni e quindi mantenere un libero arbitrio.
L'astrologia venne praticata da alcuni
ebrei durante tutto il Medioevo, sia come arte professionale che come
scienza. Provenendo dall'Est, gli ebrei furono a volte considerati
come eredi e successori dei Caldei. Per questo motivo gli ebrei a
volte furono reputati dal mondo occidentale quali maestri di
Astrologia. Il loro presunto potere sul destino a volte riempiva le
masse di timore e paura.
Moshe Chaim Luzzatto
Nel suo Derekh Hashem Sezione
II, capitolo 7, Mosè Luzzatto discute l'influenza delle stelle
sull'umanità e sugli eventi della terra. Fornisce due ragioni per
l'esistenza di stelle e pianeti. La prima è che stelle e pianeti
preservano l'esistenza di tutte le cose fisiche sulla terra, come
mezzi tramite i quali le forze spirituali vengono trasmesse a entità
fisiche. La seconda è che gli eventi sulla terra sono inoltre
avviati attraverso attività planetarie e stellari. Luzzatto afferma
che ogni fenomeno terrestre è assegnato ad una specifica stella, che
lo controlla. Citando il detto talmudico in Sanhedrin 156a -
"per Israele, non c'è mazal ("fortuna ",
letteralmente "pianeta" o "costellazione")",
egli afferma anche che le potenze superiori (cioè Dio o gli angeli)
possono superare le influenze di questo sistema, e che in genere lo
fanno per gli ebrei.
Luzzatto prende atto che le leggi e le
norme che regolano questo sistema di influsso astrologico sono
estremamente complesse e non facilmente verificabili attraverso
l'osservazione diretta, quindi gli astrologi sono raramente in grado
di predire il futuro con precisione e in modo chiaro. L'accuratezza
delle loro previsioni è ulteriormente ridotta dalla citata
propensione della Divina provvidenza di intervenire e trascendere il
sistema. Ciò, afferma Luzzatto, spiega l'uso della parola me'asher
("qualcosa") nel Isaia 47:13: "si presentino e ti
salvino gli astrologi che osservano le stelle, i quali ogni mese ti
pronosticano che cosa ti capiterà". Secondo Luzzatto, questo
significa che possono dire qualcosa sul futuro, ma non tutto.
Opinioni moderne
Critiche e proibizioni contro
l'astrologia appaiono nel commentario ufficiale della Torah
dell'Ebraismo conservatore e sul sito ufficiale dell'Ebraismo
riformato, e molti rabbini conservatori e riformati hanno scritto
contro tale pratica. La posizione tradizionalista ortodossa e
dell'Ebraismo ortodosso moderno mantiene l'orientamento stabilito
nello Shulchan Arukh di Yosef Karo, contrario alla pratica
dell'astrologia; citano inoltre Deuteronomio 18:9, che afferma:
«Quando sarai
entrato nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti, non
imparerai a commettere gli abomini delle nazioni che vi abitano.
Non si trovi in mezzo a te chi immola, facendoli passare per il
fuoco, il suo figlio o la sua figlia, né chi esercita la
divinazione o il sortilegio o l'augurio o la magia; né chi faccia
incantesimi, né chi consulti gli spiriti o gli indovini, né chi
interroghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio
al Signore.»
(Deuteronomio 18:9-10) |
È interessante notare che Maimonide,
unico nel Medioevo, rifiutò di credere nell'astrologia. In una sua
lettera ai rabbini della Francia meridionale, il Rambam distingue tra
astronomia, chiamandola vera scienza, e astrologia, chiamandola pura
superstizione. "Molte centinaia di anni dopo, il Mondo
Occidentale è arrivato alle stesse conclusioni - scrive il rabbino
ortodosso Ephraim Buchwald - Maimonide audacemente dichiara che
nell'Ebraismo il destino di una persona è determinata solo da Dio,
non dalle stelle."
Il Rabbino Capo (Ortodosso) del Regno
Unito Jonathan Sacks scrive:
«Lottare con gli uomini:
fin dai tempi di Abramo, essere un ebreo è essere un iconoclasta.
Sfidiamo gli idoli dell'epoca, quali che siano gli idoli,
qualunque sia l'epoca. A volte ha significato lottare con
idolatria, superstizione, paganesimo, magia, astrologia, e
credenze primitive.»
|
Astrologia cabalistica
L'astrologia cabalistica, detta anche
mazal o mazzaroth/mazalot, ("zodiaco",
"destino") è un sistema astrologico basato sulla Cabala
ebraica. È usato per interpretare e delineare il genetliaco di una
persona, cercando di capirlo attraverso una prospettiva cabalistica.
La maggioranza degli astrologi
preparano e usano gli oroscopi per illustrare le posizioni planetarie
che si crede influenzino le attività quotidiane. Gli astrologi
cabalistici tendono ad assumere una diversa posizione perché
desiderano esaminare i pianeti in base a ciascuna Sephira
dell'Albero della vita.
Ogni Sephira punta ad un tratto caratteriale specifico che
ci aiuta ad identificare esattamente dove ci troviamo lungo il
sentiero evolutivo di illuminazione interiore. Ogni Sephira
nell'Albero corrisponde ad un pianeta specifico ed è quindi
strettamente allineata all'arte celeste dell'astrologia.Corrispondenze planetarie
Ognuna delle dieci Sephirot
corrisponde ad una funzione astrologica. Queste corrispondenze
astrologiche esistono nel Mondo di Assiah, il più basso dei Quattro
Mondi della Cabala.
Negli apocrifi, proibiti
Ci sono molti riferimenti agli
astrologi negli apocrifi. Il Libro dei Giubilei afferma che Abramo
superò le credenze negli astrologi accettando un solo Dio, mentre il
Libro di Enoch dice che uno dei peccati dei Nefilim in
ebraico:הנּפלים
fu l'astrologia.
lunedì 10 febbraio 2020
Apofenia
L'apofenia
è definibile come il riconoscimento di schemi o connessioni in dati
casuali o senza alcun senso. Il termine è stato coniato nel 1958 da
Klaus Conrad, che la definì come un'"immotivata visione di
connessioni" accompagnata da una "anormale
significatività".
In statistica, l'apofenia potrebbe
essere classificata come errore di primo tipo (falso positivo, falso
allarme). Spesso viene usata come spiegazione di fenomeni paranormali
e religiosi e può anche spiegare come molti credano nelle
pseudoscienze.
Definizione
(EN)
«While observations of
relevant work environments and human behaviors in these
environments is a very important first step in coming to
understand any new domain, this activity is in and of its self not
sufficient to constitute scientific research. It is fraught with
problems of subjective bias in the observer. We often see what we
expect to see, we interpret the world through our own personal
lens. Thus we are extraordinarily open to the trap of apophenia.»
|
(IT)
«Sebbene l'osservazione di
determinati ambienti di lavoro e del comportamento umano in tali
ambienti può costituire un'importante primo passo verso la
comprensione di un nuovo campo, quest'attività non è sufficiente
per una ricerca scientifica, essendo gravida di problemi di
distorsione soggettiva nell'osservatore. Spesso vediamo ciò che
ci aspettiamo di vedere, interpretando il mondo attraverso la
nostra lente personale. Siamo quindi straordinariamente esposti
alla trappola dell'apofenia.»
|
(Mica
R.Endsley, in Banbury, Tremblay A Cognitive
Approach to Situation Awareness: Theory and Application,
p. 333)
|
In origine, Conrad descrisse il
fenomeno in relazione alla distorsione della realtà presente in
alcune forme di psicosi, ma il termine è diventato sempre più usato
per descrivere questa tendenza in individui sani, senza
necessariamente implicare la presenza di differenze neurologiche o
malattie mentali.
Nel caso di disturbi di tipo autistico,
fra cui la sindrome di Asperger, gli individui potrebbero in realtà
essere consci dell'esistenza di schemi nascosti: piuttosto che essere
a conoscenza di schemi inesistenti, gli individui autistici
potrebbero essere a conoscenza di strutture definite in situazioni
apparentemente insensate per gli altri.
Esempi
Pareidolia
La pareidolia è un caso particolare di apofenia, che si riferisce al riconoscimento di immagini e suoni in stimolazioni casuali, come per esempio sentire il telefono squillare durante la doccia: il rumore prodotto dall'acqua corrente potrebbe fornire un background casuale da cui potrebbe essere "prodotta" l'apparenza del suono del telefono.Fiction
Vari autori, sia in letteratura sia nel cinema, hanno inserito nelle loro opere fenomeni collegati all'apofenia. Alcuni esempi:- Narrazioni paranoiche
- Vladimir Nabokov (Signs and Symbols);
- Thomas Pynchon (L'incanto del lotto 49 e V.);
- Alan Moore (Watchmen e From Hell);
- Umberto Eco (Il nome della rosa e Il pendolo di Foucault);
- William Gibson (L'accademia dei sogni);
- Arturo Pérez-Reverte (Il club Dumas).
- Film
- Richard Donner (Ipotesi di complotto);
- Darren Aronofsky (π - Il teorema del delirio);
- Ron Howard (A Beautiful Mind);
- Joel Schumacher (Number 23);
- John August (The Nines).
domenica 9 febbraio 2020
Strega dei Bell
La Strega dei Bell è una storia
del folklore nord americano, che narra di fenomeni paranormali
accaduti alla famiglia Bell di Adams (Tennessee).
Negli Stati Uniti la leggenda è così
popolare da aver ispirato la realizzazione di film come An
American Haunting, Bell Witch Haunting e il più famoso The
Blair Witch Project ormai un cult del genere.
Il memoriale della famiglia Bell si
trova al Bellwood Cemetery di Adams.
Leggenda
La storia iniziò nel 1817 quando John
William Bell Sr., durante una passeggiata nel proprio campo di mais
nella Contea di Robertson vicino al fiume Red, incontrò uno strano
animale. Bell descrisse l'animale come "corpo di cane e testa di
coniglio". Lo strano avvistamento fu il primo degli inquietanti
segni che sarebbero accaduti nella proprietà Bell.
Nei giorni successivi furono avvertiti
rumori intorno e all'interno dell'abitazione. L'unica figlia ancora
abitante in casa, Betsy Bell, dichiarò di essere stata aggredita di
notte, intorno alle tre, da una forza invisibile alla quale era stata
incapace di resistere.
Nella sua tormentata vita, John fu
spesso colpito da attacchi di epilessia, a volte così violenti da
renderlo periodicamente rauco e senza voce. John morì il 18 dicembre
1820 in casa. Accanto al corpo esanime fu rinvenuto un flacone mezzo
vuoto, pertanto si ritiene che non si sia trattato di una morte
naturale.
Il gatto dei Bell, al quale fu
somministrata la piccola dose di liquido ancora contenuta nel flacone
mista a mangime per animali, morì quasi subito dopo aver ingerito la
pozione.
Al funerale di John partecipò molta
gente e alcuni riferirono che, rimanendo in silenzio, si potevano
sentire le risate agghiaccianti della fantomatica strega che lo aveva
tormentato.
Lo studioso Pat Fitzhugh affermò che
secondo nativi e contadini del luogo, la strega fece ritorno
nell'abbandonata fattoria nel 1935 e lì vivrebbe ancor oggi. Oggi è
luogo comune che, passando per la fattoria abbandonata, si possano
sentire strani rumori e risate di bambini.
sabato 8 febbraio 2020
Cronovisore
Il cronovisore
(o cronoscopio)
è un ipotetico dispositivo in grado di captare e riprodurre immagini
e suoni provenienti dal passato.
Lo scrittore di fantascienza Isaac
Asimov nel racconto del 1956 Il cronoscopio (The Dead Past)
descriveva questa tecnologia immaginaria. Malgrado il nome, non
esiste alcuna relazione con il cronoscopio di Hipp, uno strumento
meccanico sviluppato da Mathias Hipp per la misurazione di brevi
intervalli di tempo con una precisione del millesimo di secondo, né
con il cronoscopio inventato dallo scienziato vittoriano Charles
Wheatstone per misurare piccoli intervalli di tempo.
Varie opere di fantascienza - anche
precedenti ad Asimov - hanno raffigurato la stessa idea, e alcune
hanno rappresentato l'ipotesi secondo la quale, realizzando un
viaggio interstellare a velocità superluminali e disponendo di
adeguate tecnologie di osservazione a distanza, sarebbe possibile
osservare il passato della Terra da qualche lontana stella.
L'ipotetica invenzione di un
"cronovisore" nei primi anni settanta è stata attribuita a
Pellegrino Ernetti, un monaco benedettino; non esiste tuttavia alcuna
prova concreta che sia mai stata realizzata una tecnologia simile e
il dispositivo non fu mai mostrato in pubblico e Peter Krassa riporta
in un suo testo quella che dichiara essere l'ammissione dello stesso
Ernetti circa l'infondatezza delle sue affermazioni.
Cronovisori nella narrativa fantascientifica
Il primo chiaro esempio di cronovisore
appare nel racconto L'historioscope (nella raccolta
Fantaisies, 1883) di Eugène Mouton, dove un telescopio
elettrico è utilizzato per vedere il passato.
Nel romanzo breve del 1947 D come
Diamoci Dentro (E for Effort), T. L. Sherred descrive un
visualizzatore temporale costruito da un genio povero che non riesce
a farsi considerare seriamente. Il genio usa la tua invenzione per
creare pellicole storiche che egli poi proietta al pubblico nel suo
decrepito cinema. Viene scoperto da un produttore di Hollywood che è
in grado di sfruttare l'apparecchio per creare i primi film, poi
ricostruzioni storiche e infine documentari politici. L'ultima parte
è la sua rovina, dato che egli espone ogni crimine commesso dai
leader mondiali in nome del patriottismo e dell'ideologia, con
conseguente crollo del governo, seguito da una guerra nucleare.
Per il racconto L'occhio privato
(Private Eye) del 1949, Henry Kuttner e C.L. Moore (scrivendo
con lo pseudonimo collettivo di Lewis Padgett) immaginano una società
in cui la visione del tempo rende virtualmente impossibile commettere
omicidi senza essere scoperti, ma che consente eccezioni per
temporanea infermità mentale e legittima difesa. Il protagonista si
organizza per provocare un attacco da parte della sua vittima, per
poi uccidere l'uomo per (apparente) autodifesa. L'arma dell'assassino
è un antico bisturi usato come tagliacarte, la cui presenza tra di
loro è accuratamente orchestrata dall'assassino. Il racconto è
stato trasposto dalla BBC1 nell'episodio The Eye della serie
tv antologica di fantascienza Out of the Unknown (stagione 2,
episodio 7).
Nel racconto Previdenza
(Paycheck) del 1953 di Philip K. Dick, la Rethrick
Constructions assume un ingegnere elettronico per costruire una
macchina che possa vedere nel futuro. Completato il lavoro, la
memoria dell'uomo viene cancellata ed egli si scopre indagato dalla
polizia segreta. Il racconto è stato liberamente adattato nel film
Paycheck del 2003.
Il racconto Il cronoscopio (The
Dead Past) di Isaac Asimov, pubblicato in origine sulla rivista
Astounding nell'aprile del 1956, riguarda l'invenzione
clandestina di un visualizzatore temporale dopo che la ricerca in
quel campo era stata soppressa. La ragione di ciò è rivelata nella
conclusione della storia: il monitoraggio temporale col cronoscopio
priva le persone della loro privacy. Asimov aveva già narrato della
possibilità di vedere (e manipolare) altre epoche nel suo romanzo La
fine dell'eternità (The End of Eternity) del 1955.
Il racconto Ti vedo (I See
You) di Damon Knight del 1976 descrive un'invenzione che permette
al suo operatore di vedere chiunque in qualsiasi punto del tempo.
Nel suo romanzo Millennium del
1983, John Varley concepisce un visore temporale manovrato da
viaggiatori temporali attraverso un varco spaziotemporale artificiale
chiamato "soglia". La soglia impedisce ai suoi operatori di
vedere luoghi in cui sono stati o saranno (fenomeno detto "censura
temporale"). Quando la soglia mostra un paradosso temporale,
l'immagine sfuma in quanto i futuri alternativi si sovrappongono.
Nel romanzo La luce del passato
(The Light of Other Days, 2000), Arthur C. Clarke e Stephen M.
Baxter descrivono il concetto di "visualizzatore del tempo"
o "cronovisore" come uno strumento che elabora i dati
presenti e futuri trasmessi attraverso i corpuscoli della luce che,
potendo raggiungere e superare la velocità della luce, con una
specie di apparecchio amplificatore riescono a inviare i dati anche
dal passato. La trama si dipana su tutta la storia umana fino a
giungere al Golgota.
Il racconto Custer's Angel del
2003 di Adrienne Gormley presenta una "Trappola temporale"
che il protagonista usa per studiare le storie riguardanti l'uccisore
del generale Custer.
Il romanzo ZigZag (2006) di José
Carlos Somoza descrive una tecnologia basata sulla teoria delle
stringhe che rende possibile produrre immagini fotografiche degli
eventi passati.
Altre storie che presentano
visualizzatori temporali come parte relativamente minore della trama
sono:
- Le guide del tramonto o Angelo custode (Childhood's End, 1953) di Arthur C. Clarke
- Pastwatch: The Redemption of Christopher Columbus (1996) di Orson Scott Card
- Cowl (2004) di Neal Asher
- The Brightonomicon (2005) di Robert Rankin (dove la tecnologia è chiamata Cronovisione)
Cinema
- I dominatori dell'universo (Masters of the Universe) (1987). Evil-Lyn usa un visore temporale portatile per osservare un combattimento tra He-Man e i propri guerrieri.
- Déjà Vu - Corsa contro il tempo (Déjà Vu, 2006) di Tony Scott: nel film è presente un concetto analogo al cronovisore.
- Guardiani della Galassia (Guardians of the Galaxy) (2014). All'inizio del film Peter Quill o Star-Lord usa un visore temporale portatile sul pianeta Morag per assisterlo nel ritrovamento di un antico globo.
La presunta invenzione di Ernetti
Padre Pellegrino Ernetti (1925-1994),
monaco benedettino, esperto di musica antica, appassionato di fisica
ed elettronica, inoltre esorcista ufficiale della diocesi di Venezia,
iniziò a investigare, a partire dagli anni cinquanta, sulla
possibilità di ottenere immagini e suoni del passato e nei primi
anni settanta annunciò la scoperta di una macchina, successivamente
denominata "cronovisore" (termine creato dallo studioso
Luigi Borello), che tuttavia non mostrò mai al pubblico.
L'ipotetica invenzione ebbe la sua
notorietà nel 1972, quando La Domenica del Corriere riportò
il testo di un'intervista a padre Ernetti sugli esperimenti che lo
avrebbero condotto alla costruzione di un apparecchio da lui
denominato macchina del tempo. Agli inizi degli anni duemila,
François Brune ha ripreso l'argomento, aggiungendo vari dettagli che
gli sarebbero stati rivelati da Ernetti.
Padre Ernetti - a colloquio con
Vincenzo Maddaloni, giornalista della "Domenica del Corriere"
- spiegò come fosse giunto alla costruzione del cronovisore e quanto
affermava di aver visto nel corso della successiva sperimentazione.
L'apparecchio sarebbe stato realizzato in una serie di ricerche,
svoltesi tra Roma e Venezia, a cui avrebbe collaborato una cerchia di
dodici scienziati: gli unici nomi lasciati trapelare furono quelli di
Enrico Fermi, Wernher von Braun e Agostino Gemelli.
Principi di funzionamento
Il principio fisico che
sovrintenderebbe al funzionamento di questa macchina sembrerebbe
riassumersi nella teoria secondo cui ogni essere vivente lascerebbe
dietro di sé, nel tempo, una traccia costituita da una non ben
identificata forma di energia. Tali tracce, in forma di energia
visiva e sonora, non subirebbero col tempo una cancellazione
definitiva, bensì una semplice attenuazione, rimanendo "impresse"
nell'ambiente nel quale si manifestarono, confinate in una non meglio
specificata "sfera astrale", dalle quali secondo Ernetti
sarebbe possibile recuperarle. Nell'intervista a La Domenica del
Corriere affermò infatti: «L'intera elaborazione si basa su
un principio di fisica accettato da tutti, secondo il quale le onde
sonore e visive, una volta emesse, non si distruggono ma si
trasformano e restano eterne e onnipresenti, quindi possono essere
ricostruite come ogni energia, in quanto esse stesse energia.»
Il suo principio di funzionamento
sarebbe in buona sostanza un'applicazione delle teoria di Albert
Einstein e agirebbe nel modo seguente: dando per acclarato che la
velocità della luce sia la costante finita di cui ci parlano le
teorie relativistiche, noi percepiamo in ogni momento l'immagine (e
quindi la posizione) che il Sole aveva (circa) 8 minuti prima, dato
che la sua distanza media dalla terra è di 150 milioni di km. Il
cronovisore permetterebbe di vedere il passato perché, adoperando
tecniche non meglio specificate ma - a dire dell'autore - derivate da
applicazioni di metodiche usuali, si connetterebbe con la posizione
che aveva la terra nel momento in cui si svolgeva l'evento passato.
In ciò consisterebbe la "sintonizzazione" del cronovisore
con l'energia lasciata dall'evento; una sintonia che lo strumento,
secondo quanto afferma Ernetti, sarebbe in grado di raggiungere,
assicurando la visione e l'ascolto di qualsiasi fatto avvenuto in
epoche passate.
Il cronovisore, secondo la descrizione
dell'autore, consisteva di tre distinti componenti:
- una serie di trasduttori e antenne, in una lega di metalli non meglio specificati, garantiva la rivelazione di tutte le lunghezze d'onda del suono e della radiazione elettromagnetica.
- un modulo in grado di orientarsi sotto la guida delle onde sonore ed elettromagnetiche captate.
- una serie di dispositivi deputati alla registrazione delle immagini e dei suoni.
Visioni della storia
Lo scrittore e religioso François
Brune ha scritto che padre Ernetti gli avrebbe rivelato alcuni viaggi
temporali da lui compiuti con il cronovisore, raccontando di aver
voluto «[...] per prima cosa verificare che quello che vedevamo
fosse autentico. Così iniziammo con una scena abbastanza recente,
della quale avevamo buoni documenti visivi e sonori. Regolammo
l'apparecchio su Mussolini che pronunciava uno dei suoi discorsi.»
Presa dimestichezza con il dispositivo:
«[...] risalimmo nel tempo, captando Napoleone (se ho ben compreso
quello che diceva, era il discorso con il quale annunciava
l'abolizione della Serenissima Repubblica di Venezia per proclamare
una Repubblica Italiana). Successivamente andammo nell'antichità
romana. Una scena del mercato ortofrutticolo di Traiano, un discorso
di Cicerone, uno dei più celebri, la prima Catilinaria. Abbiamo
visto e ascoltato il famoso: "Quousque tandem Catilina"»,
tenuto davanti al Senato romano nel 63 a.C., in merito al quale
Ernetti commentava: «I suoi gesti, la sua intonazione...com'erano
potenti. E che fantastica oratoria!»
Sosteneva inoltre di aver assistito, a
una rappresentazione, tenutasi nel 169 a.C., del Tieste, una tragedia
del poeta latino Ennio che si riteneva definitivamente perduta, da
lui trascritta proprio in quell'occasione.
Ernetti affermava di aver assistito
anche alla passione e crocifissione di Gesù Cristo, le cui vicende
sarebbero state da lui interamente registrate. Così riferì a padre
Brune: «Vidi tutto. L'agonia nel giardino, il tradimento di Giuda,
il processo... il calvario.» Della presunta ripresa è stata
divulgata unicamente un'istantanea del volto di Cristo. Nel giro di
pochi mesi però si scoprì che l'immagine altro non era che la foto
di una scultura del Cristo in croce che si trova nel Santuario
dell'Amore Misericordioso di Collevalenza, nei pressi di Todi.
Mancanza di prove
Non esiste a tutt'oggi alcuna prova
dell'effettiva realizzazione del cronovisore e del suo funzionamento,
all'infuori delle parole del suo autore. Né è disponibile
un'esposizione dei principi che ne permetterebbero il funzionamento.
La macchina infatti non è mai stata dimostrata pubblicamente e lo
stesso padre Ernetti, dapprima vago nelle descrizioni, a un certo
punto della sua vita si chiuse in un riserbo assoluto sull'apparato.
Peter Krassa, autore di un libro
sull'argomento, ha riconosciuto in un'intervista l'inesistenza di
testimoni attendibili circa l'esistenza del cronovisore, ammettendo
inoltre che nessuno, nemmeno chi, come Brune, era a lui molto vicino,
aveva mai visto l'apparecchio. Inoltre nessuno degli scienziati che
avrebbero preso parte al progetto è stato mai in grado di fornire
conferme o smentite: i soli tre nomi trapelati si riferivano o a
persone che all'epoca delle dichiarazioni di Ernetti, nel 1972, erano
già morte da tempo (Fermi e Gemelli) o, nel caso di von Braun (morto
nel 1977), a una personalità vissuta in strettissima sorveglianza
per motivi di sicurezza, prima dai nazisti e poi dagli americani, per
tutta la sua carriera.
Quanto poi alla presunta ed eccezionale
immagine del volto di Cristo, già pochi mesi dopo la sua
divulgazione, Alfonso De Silva, un lettore di Roma, in una lettera
pubblicata sul Giornale dei misteri nell'agosto 1972, spiegava
come essa fosse null'altro che la fotografia di una scultura lignea,
realizzata nel 1931 dallo scultore spagnolo Lorenzo Coullaut Valera,
di cui lui era in possesso avendola acquistata per la somma di 100
Lire nel Santuario dell'Amore Misericordioso di Collevalenza a Todi,
presso cui il crocifisso è conservato dal 1965.
Quanto alla presunta trascrizione del
Tieste di Ennio, la sua non autenticità sarebbe stata provata
dalla studiosa Katherine Owen Eldred, una classicista di formazione
princetoniana, servendosi di argomentazioni puramente linguistiche.
La trascrizione infatti, se da un lato include quasi tutti i
frammenti già noti dell'opera, dall'altro si rivelerebbe stranamente
breve e i frammenti già noti, precedentemente stimati essere la
decima parte dell'opera, coprirebbero invece ben il 65% dell'intera
trascrizione. Inoltre nelle parti nuove ricorrerebbero frequentemente
parole appartenenti a una lingua latina di gran lunga posteriore (250
anni) all'epoca della scrittura della tragedia. Infine l'eccessiva
frequenza con cui si presentano alcune parole sarebbe indice di una
estensione e una varietà lessicale che, se possono essere
considerate eccellenti in un latinista moderno (come Ernetti era),
risulterebbero invece limitate e povere se attribuite a un sommo
poeta come Ennio. Le affermazioni di Katherine Owen Eldred sono state
successivamente contestate da François Brune, il quale non possiede
però titoli o pubblicazioni specifiche nell'ambito della letteratura
classica, ma che nel suo libro sul cronovisore accusa la traduzione
della studiosa di essere "frettolosa" e di contenere
svariati errori grammaticali e lessicali.
La vicenda del cronovisore ha suscitato
polemiche tra chi crede alla sua reale esistenza e chi invece non ne
accetta l'esistenza in assenza di prove e argomentazioni
verificabili.
Peter Krassa riporta nel testo citato
la lettera di un non meglio identificato nipote di Ernetti, che
avrebbe raccolto le ultime volontà del monaco sul suo letto di
morte. Nella lettera si afferma che Ernetti aveva mentito, che la
foto di Cristo non era autentica e che il Thyestes l'aveva
scritto lui, ma l'aveva fatto perché sperava di riuscire un giorno a
trasformare il cronovisore in realtà.
venerdì 7 febbraio 2020
Tensizione
Tensizione è il termine che
indica la danza rituale dello sciamano, la quale, accompagnata
dall'assunzione di sostanze psicotrope, gli permette di provare ad
entrare in contatto con alcuni spiriti e di viaggiare nel tempo e
nello spazio.
Il termine tensizione si
sostituisce convenientemente a tensegrità (traduzione di
tensegrity), termine mutuato da Carlos Castaneda da R. Fuller,
ingegnere ed architetto, per indicare i "passi magici"
degli sciamani del centro America. Infatti il termine tensegrity
indica una situazione statica, che mal si addice al dinamismo di una
danza.
Talvolta, gli sciamani, specialmente
quelli Africani, non utilizzano alcuna danza rituale propiziatoria,
si affidano unicamente al potere delle erbe, specialmente per
effettuare guarigioni. In questo caso è chi si rivolge allo sciamano
ad assumere la sostanza; il paziente resta, durante il "viaggio"
dell'"anima", vegliato dai suoi parenti e dallo sciamano
stesso, che vigila sul corpo affinché non si smarrisca o non
incontri spiriti malvagi.
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