Un cosmogramma è una figura
geometrica piana che raffigura una cosmologia (intesa come
filosofia). Alcune di queste figure furono create a scopo meditativo.
I cosmogrammi più famosi sono quelli Mandala della cultura buddista,
ad ogni modo simili diagrammi erano anche usati in occidente durante
il medioevo.
La maggior parte dei cosmogrammi sono costituiti da un cerchio e
un quadrato o un cerchio e una croce: il cerchio di solito
rappresenta l'universo o l'unità, mentre il quadrato o la croce può
rappresentare la Terra (le quattro direzioni). Il centro può
rappresentare l'individuo.
sabato 24 ottobre 2020
venerdì 23 ottobre 2020
Corpo esoterico
In numerose tradizioni, religioni e
scuole di pensiero orientali ed esoteriche, il corpo è
considerato tutto ciò che – a livello più o meno materiale –
riveste e ricopre la «vera essenza» spirituale di un essere che
deve, attraverso pratiche religiose, liberarsi delle necessità
materiali corporee per raggiungere i più alti gradi di spiritualità.
Trattandosi di un'essenza "nascosta", il suo studio attiene
alla cosiddetta anatomia occulta.
Cenni storici
«Tutto quanto si sa dei
corpi non consiste solo nell'estensione, come sostengono i
moderni. Questo ci costringe a reintrodurre quelle forme che essi
hanno bandito.»
|
(Gottfried Leibniz, Discorso
di Metafisica, XVIII) |
A una concezione risalente a Platone,
che vedeva nei corpi la manifestazione fenomenica di un'idea
trascendente, o ad Aristotele che individuava nei corpi un sinolo,
cioè un'unione, di sostrato materiale e forma spirituale, si è
andata sempre più sostituendo nell'età moderna una visione
esclusivamente materialista che riduceva il corpo ad una mera
estensione spazio-temporale.
Con Cartesio, che separò rigidamente
la res extensa o «sostanza estesa», dalla res cogitans
o «sostanza pensante», venne da un lato inaugurata una concezione
soltanto meccanicista e quantitativa dei corpi, ripresa dall'atomismo
di Democrito, mentre dall'altro, sul piano mentale, fu eliminata la
distinzione che la filosofia greca poneva tra i livelli dell'anima,
in particolare tra nous e dianoia, ossia tra intelletto
e ragione, distinzione fatta propria dalla scolastica, e tramandata
fino al Rinascimento. Sino allora, almeno per quanto riguarda la
tradizione occidentale, le varie dottrine dell'antichità avevano
trovato una sintesi filosofica nel neoplatonismo, concepito da Ficino
come pia philosophia, cioè come un'unica dottrina
filosofico-religiosa, antitetica alle correnti di pensiero atee e
materialiste, che percorrendo la storia dell'umanità ne unificava i
diversi filoni spirituali, da Platone al Cristianesimo.
Fu così che nel Rinascimento,
all'interno di certi ambienti alchemico-cristiani dell'Europa, aveva
ripreso vigore una visione esoterica dell'essere umano, concepito
come un microcosmo in cui si riflette il macrocosmo, e quindi come un
insieme di parti che concorrono a formare un tutto organico, ognuna
delle quali veniva associata ad esempio a un particolare pianeta, o
un particolare metallo. All'interno del neoplatonismo confluivano
anche concezioni del pitagorismo e del Corpus Hermeticum, la
dottrina già ripresa, almeno in parte, da Porfirio, da Giamblico e
Proclo.
Anche se con accezioni e funzionalità
parzialmente diverse da quelle neoplatoniche, le distinzioni e le
specifiche peculiarità attribuite ai corpi sono ritornate nelle
dottrine esoteriche moderne, in particolare con la Società Teosofica
fondata da Helena Blavatsky, e con l'antroposofia di Rudolf Steiner.
Le tre suddivisioni
La tradizione occidentale, rifacendosi
alle dottrine greche e giudaico-cristiane, ha generalmente proposto
una suddivisione dell'essere umano in tre livelli. Platone lo
suddivideva in una componente razionale (loghistòn), volitiva
(thumoeidès), e concupiscibile (epithymetikòn),
oppure, in un altro contesto: nous (intelletto), thumos
(passione), e epithumia (appetito). Aristotele differenziava
invece le funzioni dell'anima umana in: intellettiva, sensitiva e
vegetativa. Queste suddivisioni sono state poi assimilate e integrate
nella tripartizione evangelica fatta da Paolo di Tarso che
distingueva il corpo, l'anima e lo spirito, nei quali la tradizione
agostiniana vedrà l'immagine della Trinità.
Ogni livello è a sua volta
ulteriormente suddivisibile, compreso quello fisico, che può essere
concepito come una composizione dei quattro elementi fondamentali
(aria, acqua, terra, fuoco). In seno all'anima, ad esempio, la
scolastica medioevale ha fatto propria la tripartizione aristotelica
dell'essere umano in anima vegetativa (comune alle piante), sensitiva
(comune agli animali), e razionale (esclusiva dell'uomo).
Analogamente, secondo l'antroposofia
steineriana, il primo livello è quello propriamente fisico, mentre
ai due superiori (anima e spirito) si attribuisce un'ulteriore
suddivisione a seconda dei vari livelli di densità. La costituzione
occulta dell'uomo risulta quindi la seguente:
- 1) corpo fisico;
- corpo sottile:
- 2) corpo eterico (o vitale),
- 3) corpo astrale (o emozionale),
- 4) Io razionale (personalità umana);
- corpo spirituale (o causale):
- 5) Sé spirituale (coscienza superiore),
- 6) Spirito vitale (individualità universale),
- 7) Uomo-spirito (emanazione della divinità).
Si tratta quindi di sette corpi in
tutto, che nel lessico filosofico greco-latino trovano corrispondenza
nei seguenti termini:
- σῶμα (Soma) / Corpus
- ψυχῆ (Psyche) / Anima
- σκιά o ὅχημα (Ochema) / Umbra
- εἴδωλον (Eidolon) / Imago
- Φάσμα (Phasma) / Manes
- διάνοια (Dianoia) / Mens
- νοῦς (Nus) / Spiritus
Corpo grossolano
Il corpo grossolano non è altro
che il corpo fisico, soggetto a nascita e morte. Esso è ovviamente
il corpo più denso in modo assoluto, tant'è che può essere
percepito con i normali organi di senso. Rudolf Steiner lo equipara
alla condizione dei minerali, sebbene le forze in esso attive siano
poste al servizio di altre componenti più elevate:
«Il corpo fisico è, nel mondo manifesto, ciò in cui l'uomo è
simile al mondo minerale; d'altra parte, non può considerarsi
corpo fisico ciò che differenzia l'uomo dal minerale. Da questo
punto di vista, il fatto di massima importanza è che la morte
mette in evidenza quella parte dell'entità umana, che,
sopravvenuta la morte, è della stessa natura del mondo minerale.
Possiamo accentuare il fatto che in questo elemento costitutivo
della natura umana, cioè nel cadavere, sono attive le stesse
sostanze e le stesse forze del regno minerale; ma occorre
insistere non meno vivamente sul punto che con la morte questo
corpo fisico entra in decomposizione.»
|
(R. Steiner, La
scienza occulta nelle sue linee generali
[1910], cap. II, trad. di E. De Renzis ed E. Bataglini, Bari,
Laterza, 1947)
|
Corpo sottile
Le dottrine metafisico-esoteriche
definiscono genericamente corpo sottile ogni tipo di struttura
extracorporea che convive con la struttura fisica, e di cui ogni
essere vivente è dotato. Le terapie che utilizzano il concetto di
vibrazione, come l'omeopatia o i fiori di Bach, si propongono di
agire su questo tipo di struttura.
Presso la filosofia orientale, il corpo
sottile indica il campo di energia composto dagli organi "eterici"
che hanno ognuno un corrispondente sul piano fisico, come il cuore,
il fegato, e così via. Nella tradizione indiana vi sono poi quegli
organi conosciuti come i chakra, la kundalini, e i flussi di energia
vitale (prana che scorre nei nadi), mentre nella
tradizione cinese ad esso appartengono i meridiani e gli altri organi
come il triplice riscaldatore. L'insieme di questi corpi formano i
vari strati dell'aura, legati tra di loro in modo tale che
ogni cambiamento a livello fisico venga avvertito dapprima nel corpo
eterico, poi in quello astrale, poi in quello mentale, e infine in
quello causale; viceversa i cambiamenti del corpo sottile si
manifestano come cambiamenti di colore negli strati dell'aura prima
di arrivare agli strati interni del corpo fisico.
Il corpo sottile è quindi solitamente
suddiviso in:
Corpo eterico
È il più denso di tutti e il più
direttamente connesso con il corpo fisico. I cambiamenti dello stato
fisico sono immediatamente avvertiti come variazioni di energia nel
corpo eterico. La sua funzione è quella di strutturare dinamicamente
il corpo fisico secondo un'articolazione intelligentemente prevista
ma non personalizzata. Gli spiritisti chiamano il corpo eterico anche
perispirito, intendendolo come una specie di raccoglitore di
involucri strumentali dello Spirito, oppure doppio eterico,
essendo in fondo un duplicato del corpo fisico, il quale ne risulta
modellato. Su di esso sono situati i chakra, e vi affluisce il prana,
ossia di quel tipo di energia funzionale al nutrimento della
dimensione psichica.
Steiner lo chiama anche «corpo
vitale», trattandosi di quel veicolo che conferisce vitalità
all'organismo, e a cui riconosce, pur con molti distinguo, una certa
parentela col concetto di forza vitale di cui parlavano gli
scienziati nella prima metà del XIX secolo, prima che venisse
bandito dalla biologia. Il corpo eterico è ciò che accomuna l'uomo
alle piante, le quali vivono come in uno stato permanente di sonno.
«L'uomo ha in comune con il
mondo vegetale il corpo eterico, come quello fisico con il
minerale.»
|
(R. Steiner,
ivi)
|
La separazione del corpo eterico dal
corpo fisico è ciò che sul piano visibile determina la morte.
Corpo astrale, animico, o emozionale
È meno denso ma ancora più complesso
del corpo eterico; riflette lo stato emotivo dell'individuo, ed è
sede e motore dei sentimenti, dei desideri, delle emozioni.
Poiché ogni passione ha la sua
tonalità astrale, i suoi colori si riverberano sull'involucro
generale dell'aura. Helena Blavatsky lo scompone in sette principi,
prossimi al livello fisico. Rudolf Steiner lo chiama anche «corpo
psichico», «corpo di coscienza», e a volte «corpo dei desideri».
Non è associato a forme fisiche o eteriche, ma possiede forma
ovoidale ed è percorso da correnti di forze psichiche che si
manifestano in maniera luminosa, colorata o trasparente. È
strettamente collegato con le ghiandole endocrine, ed è a partire da
questo livello che avrebbero origine il 90% delle malattie fisiche.
Secondo Steiner, il corpo astrale è
responsabile dello stato di veglia a cui ci ridestiamo dopo il sonno.
Durante lo stato di incoscienza del sonno, il corpo astrale si separa
da quello eterico: mentre il secondo rimane all'interno del corpo
fisico, il primo deve esplicare la sua azione in un ambiente astrale
extra-corporeo dove poter reintegrare quelle forme e quei modelli da
veicolare al corpo eterico, funzionali a sua volta della
conservazione del corpo fisico.
«L'osservazione dei sensi non riguarda invero il corpo astrale
stesso, ma soltanto i suoi effetti su ciò che è manifesto; e
questi durante il sonno non sono direttamente visibili. Nello
stesso senso in cui l'uomo ha in comune con i minerali il corpo
fisico e con le piante il corpo eterico, così egli ha il corpo
astrale in comune con gli animali.»
|
(R. Steiner,
ivi)
|
Trattandosi di un terzo strato, il
corpo astrale non ha, di per sé, influenza diretta sul corpo fisico;
la sua azione sulla materia passa sempre per il sostrato eterico,
fungente da guaina di protezione.
Anche Porfirio e Giamblico parlavano di
un sostrato a cui l'anima eterica si associa una volta uscita dal
corpo fisico, in attesa di reincarnarsi. In questi scritti
neoplatonici è definito ὅχημα, veicolo dell'anima. In seguito
sarà poi concepito come associato all'anima anche quando si trova
incarnata in un corpo.
Corpo mentale
È costituito dall'unione della mente
con gli organi di percezione, ed è il corpo adibito alla
formulazione del pensiero. Sede dell'Io e delle intuizioni, ma ancora
al di sotto della percezione pura dello Spirito, non ha un
corrispettivo sul piano sensibile, né su quello animale, ed è
pertanto esclusivo dell'essere umano.
Rudolf Steiner a questo livello non
parla di corpo ma di anima, distinguendola in tre componenti:
- anima senziente;
- anima razionale;
- anima cosciente.
L'anima senziente può tuttavia essere
fatta coincidere con il precedente corpo astrale, mentre l'anima
cosciente con il livello successivo del Sé spirituale. L'anima
razionale è invece quella che caratterizza più propriamente l'Io, a
cui l'uomo perviene tramite la sensazione che, in mezzo al mutare
delle esperienze di dolore e piacere, o di fame e di sete, vi è
qualcosa che permane. Ed è proprio questo sentimento che differenzia
l'uomo dagli animali, e che operando nell'ambito della razionalità,
consente il perdurare della conoscenza tramite la memoria.
«Come il corpo fisico si disgrega quando non lo tiene assieme
il corpo eterico, come il corpo eterico cade nell'incoscienza
quando non lo illumina il corpo astrale, così il corpo astrale
dovrebbe lasciar cadere il passato continuamente nell'oblio, se
l'«Io» non lo preservasse richiamandolo in vita nel presente.
L'oblio per il corpo astrale equivale alla morte per il corpo
fisico e al sonno per il corpo eterico. Si può anche dire: del
corpo eterico è proprio il vivere, del corpo astrale l'aver
coscienza, dell'Io il ricordare.»
|
(R. Steiner,
ivi)
|
L'anima razionale o mentale è il punto
dove si ha il passaggio dal corporeo all'animico, perché è grazie
all'anima che l'uomo è in grado di guidare le proprie conoscenze,
svincolandosi dagli oggetti presenti della percezione, a cui il corpo
astrale limita le proprie esperienze, diventando capace di richiamare
anche quelle del passato.
Questi diversi corpi fin qui esaminati
costituiscono così, attraverso la loro sintesi, la personalità
dell'uomo (storica e psicosociale) che si rinnova o si trasforma
attraverso la reincarnazione.
Corpo spirituale o causale
L'Io può anche andare oltre le
esperienze, che seppur rielaborate dalla propria memoria, egli ha pur
sempre ricevuto dall'esterno. Egli può rivolgere la propria
attenzione interamente su se stesso, pervenendo alla percezione della
propria essenza attraverso l'autocoscienza.
Si tratta di una struttura ulteriore
che non può essere compresa e percepita se non attraverso una certa
attività interiore: è il «santuario nascosto» dell'anima a cui
non può avere accesso nulla di esterno ad essa, ma può essere
raggiunto solo immergendosi nel divino che è nell'uomo. Per Alice
Bailey il corpo spirituale è la «Luce interiore chiamata
Anima». Gli orientali parlano a questo livello di corpo
causale, prima origine di ogni altra manifestazione. Steiner
la chiama «anima cosciente», la quale conduce a una conoscenza
interiore di se stessi, così come il corpo astrale (sensazione),
unito alla capacità mnemonica dell'Io (intelletto), raggiunge una
conoscenza del mondo esterno.
Da qui ha inizio il percorso che ogni
uomo deve saper compiere individualmente per riuscire a percepire lo
Spirito, a cui si accede con la medesima attività che egli sviluppa
per percepire se stesso. Diventando padrone degli elementi inferiori
della propria anima, l'Io riesce a nobilitarla e spiritualizzarla,
aggiungendo così nuovi elementi al suo essere.
«Ciò può andare così oltre, che nell'anima non entri alcun
desiderio né alcun piacere, senza che l'Io, come autorità
competente, ne permetta l'ingresso. Per tal via l'intera anima
diviene una manifestazione dell'Io, mentre al principio ciò
accadeva solo per l'anima cosciente. In fondo, tutta la civiltà e
tutto lo sforzo spirituale dell'umanità consiste in un lavoro che
ha per meta questa supremazia dell'Io. Ogni uomo vivente
attualmente è impegnato in questo lavoro, lo voglia o no, ne sia
o no cosciente.»
|
(R. Steiner,
ivi)
|
Gli elementi che l'Io dovrà sviluppare
sono i seguenti:
Sé spirituale
È il primo livello della componente spirituale dell'uomo, a cui si collega ciò che Steiner chiama diversamente «anima cosciente», poiché in esso l'anima si connette con lo spirito. Presente nell'uomo solo in germe, il Sè spirituale si sviluppa grazie al lavoro compiuto dall'Io sul corpo astrale, che ne risulta via via dominato e trasformato.
«Si consideri anzitutto come si sviluppino certe proprietà
dell'anima umana quando l'Io lavora su di essa: come piaceri e
desideri, gioie e dolori possano cambiare. Basta che l'uomo
ripensi alla propria infanzia. Da che derivavano allora le sue
gioie e i suoi dolori? Che cosa imparando ha aggiunto a ciò che
sapeva da fanciullo? La risposta non sarà che una prova del
dominio che l'Io ha acquistato sul corpo astrale: ché esso è
infatti il veicolo di piaceri e di dispiaceri, di gioie e dolori.»
|
(R. Steiner,
ivi)
|
Presso la sapienza orientale è
denominato «Manas».
Spirito vitale
È la controparte spirituale del corpo
eterico o vitale, che si sviluppa quando l'Io lavora su di esso.
Si tratta di un lavoro più arduo che sul corpo astrale, poiché il
corpo eterico è avvolto sotto due strati: la costruzione dello
Spirito vitale consiste infatti nel modificare il proprio
temperamento e le peculiarità più profonde del carattere.
Gli impulsi più forti che spingono
l'uomo ad agire sul corpo eterico sono gli insegnamenti di natura
religiosa, che creano in lui un sentimento costante in grado di
conferire ai suoi pensieri e volizioni, modellati nel Sé spirituale,
una caratteristica di unitarietà e di durata che si mantiene
attraverso i loro cambiamenti.
«L'espressione «spirito
vitale» è appropriata, perché in ciò ch'essa denota agiscono
le stesse forze che nel «corpo vitale»; solo quando tali forze
si manifestano come corpo vitale non è in esse attivo l'Io umano,
mentre, quando si estrinsecano come spirito vitale, esse sono
impregnate dall'attività dell'Io. Lo sviluppo intellettuale
dell'uomo, la purificazione e la nobilitazione dei suoi sentimenti
e delle sue volizioni ci danno la misura della trasformazione del
suo corpo astrale in Sé Spirituale; le sue esperienze religiose,
e varie altre sue prove e vicende, s'imprimono nel suo corpo
eterico, e trasformano questo in spirito vitale.»
|
(R. Steiner,
ivi)
|
In modo analogo agiscono sull'uomo gli
influssi dell'arte:
«Quando l'uomo, in presenza di un'opera d'arte, attraverso la
forma esterna o il colore o il suono, penetra colla
rappresentazione e con il sentimento nei substrati spirituali di
essa, gl'impulsi che l'Io ne riceve arrivano in verità ad agire
fino sul corpo eterico. Se si approfondisce questo pensiero, si
potrà misurare l'enorme importanza dell'arte per tutta
l'evoluzione umana.»
|
(R. Steiner,
ivi)
|
Lo Spirito vitale è analogamente
conosciuto presso la filosofia orientale come «Buddhi».
Uomo-Spirito
Il lavoro dell'Io può estendersi,
oltre che ai corpi astrale ed eterico, anche a quello fisico: è così
che si sviluppa il grado più alto dell'evoluzione umana
rappresentato dall'Uomo-Spirito. Un segno di tale lavoro, da non
intendersi però come di natura rozzamente materiale, si può
scorgere ad esempio nei fenomeni dell'impallidire o del rossire.
Steiner tiene a precisare che solo approfondendo la conoscenza
soprasensibile si può arrivare a capire la natura di questo lavoro
dell'Io sul corpo fisico, inaccessibile altrimenti all'esperienza
ordinaria.
«Riguardo all'Uomo-Spirito
si può anche facilmente esser tratti in errore dal fatto che nel
corpo fisico vediamo l'elemento più basso dell'uomo e quindi
possiamo difficilmente rappresentarci che il lavoro su questo
corpo fisico debba essere compiuto dall'elemento più alto
dell'uomo. Ma, appunto perché il corpo fisico nasconde sotto tre
veli lo spirito che in lui è attivo, occorre il più alto genere
di lavoro umano per unire l'Io con ciò che è il suo spirito
nascosto.»
|
(R. Steiner,
ivi)
|
Questo elemento supremo è lo stesso
che è chiamato «Atma» dalla sapienza orientale.
Il corpo esoterico nelle dottrine orientali
Tradizione indiana
La scuola filosofica induista
dell'Advaita Vedānta identifica con il termine Kosha
(lett. involucro o guaina) i cinque corpi che rivestono
l'Ātman, l'essenza immortale fatta di pura beatitudine. Questi
cinque involucri, velando la verità di Brahman (radice impersonale e
metafisica dell'esistenza, e principio fondante di ogni realtà),
generano la manifestazione stessa (in tutti i suoi aspetti), il senso
dell'Io e quello di separatività, che l'uomo deve gradualmente
superare per riscoprire la propria autentica identità: di essere
il Brahman.
Medicina tradizionale cinese
Secondo la medicina tradizionale cinese
il corpo umano è pervaso a livello eterico da un'energia (qi)
che scorre nei meridiani. I vari organi, ognuno dei quali è
associato a uno dei dodici meridiani principali, sono visti come una
funzione particolare in cui si specializza quest'energia. Esiste cioè
un cuore, un intestino, un polmone, e così via, non solo del corpo
fisico, ma anche dell'anima, dei pensieri, dei sentimenti. Gli
organi-funzione sono complessivamente i seguenti: rene, vescica,
fegato, cistifellea, stomaco, milza-pancreas, polmone, intestino
crasso, cuore, intestino tenue, pericardio e triplice riscaldatore.
Triplice riscaldatore
Triplice riscaldatore, o
triplice focolare, nella terminologia MTC denota un organo di
materia fine, situato all'altezza dello stomaco, che non trova
corrispondenza sul piano fisico. È incaricato di trasformare gli
alimenti in energia, ed è perciò suddiviso in tre parti: quella
centrale si occupa più propriamente di questa trasformazione,
generando un flusso di energia pura, che viene indirizzata verso
l'alto dalla parte superiore del focolare. All'altezza dei polmoni
questo flusso si mescola con l'energia cosmica penetrata attraverso
l'aria, andando a costituire la prima forma di energia di cui si
serve l'essere umano. Viene poi generato anche un flusso di energia
impura, trattata invece dalla parte inferiore dell'organo. Dopo una
prima depurazione essa giunge così, attraverso un canale interno,
fino ai reni, dove viene ulteriormente depurata. L'energia di scarto
finisce nell'urina, mentre quella purificata percorre un canale che
collega i reni al fegato, e di qui al meridiano della cistifellea.
Quest'ultimo fuoriesce infine all'altezza dell'angolo esterno
dell'occhio, determinando l'alternanza degli stati sonno-veglia. In
definitiva, il triplice riscaldatore è caratterizzato da numerose
connessioni energetiche con le altre parti del corpo e rappresenta in
generale l'organo della vitalità.
giovedì 22 ottobre 2020
Confraternita di Crotone dell'Ordine della Rosa Croce
La Confraternita di Crotone
dell'Ordine della Rosacroce fu una società segreta rosacrociana
fondata da George Alexander Sullivan intorno al 1924. Il nome deriva
dall'omonima città situata in Calabria, nel sud Italia.
Storia
Già esistita probabilmente sotto il
nome di Ordine dei Dodici dal 1911 al 1914 e poi di nuovo dal 1920,
operò prima nell'area di Liverpool e, successivamente, nell'area di
Christchurch dopo la metà degli anni trenta. I membri che ne fecero
parte studiarono temi a sfondo esoterico tratti da prediche
pubbliche, opere teatrali e materiale di corrispondenza preparate da
Sullivan.
Nel 1930 un gruppo di membri
dell'Ordine locali della zona di Christchurch cominciò a riunirsi
regolarmente in un pub della città, più o meno nello stesso periodo
in cui si tenne l'annuale conclave nella vicina Bournemouth. Qualche
tempo dopo il gruppo decise che fu necessaria una sede più stabile.
La sede del gruppo di Christchurch fu
un edificio in legno chiamato Ashrama Hall, ultimato nel 1936 e
ubicato all'interno del giardino di una casa di proprietà
appartenuta a Catherine Emily Chalk, che si suppone abbia anch'essa
partecipato alle prime riunioni tenutesi in quel pub. Nel 1938, sullo
stesso terreno, il gruppo costruì il Christchurch Garden Theatre,
che si autodefinì il primo teatro rosacrociano
d'Inghilterra. Dal giugno-settembre del 1938 vennero presentate
commedie a tema mistico, scritti dallo stesso Sullivan (sotto il suo
pseudonimo giornalistico Alex Matthews) insieme a Mabel Besant-Scott.
Sabina Magliocco, docente universitario
di Antropologia e Folklore presso l'Università
di Northridge, in California, nelle sue ricerche sulle influenze
nello studio del folklore in merito allo sviluppo della religione
Wicca, sostenne che verso la fine del 1930 alcuni membri della
Confraternita di Crotone eseguirono rituali simili a quelli
utilizzati dalla religione Wicca basati sulla Co-Massoneria, e che
questo fu il gruppo che frequentò anche Gerald Gardner prima che
venisse iniziato al culto della Wicca all'interno della New Forest
Coven.
Il numero dei partecipanti agli eventi
della Confraternita fu sempre molto basso e a tutt'oggi il gruppo è
maggiormente noto per la sua associazione con Gerald Gardner e Peter
Caddy. In seguito alla morte di George Alexander Sullivan nel 1942,
le attività del gruppo e dei suoi membri diminuì e all'inizio degli
anni cinquanta la loro attenzione si focalizzò su Southampton.
Una significativa minoranza degli
studenti della Scuola Arcana di Alice Bailey furono membri della
Confraternita di Crotone.
mercoledì 21 ottobre 2020
Casa Fuset
Casa Fuset, anche chiamata Casa
de Franco o Casa del Pánico, è un edificio abbandonato e
in parte fatiscente, situato nella zona montuosa di El Moquinal
nel comune di San Cristóbal de La Laguna (Tenerife, Spagna).
L'edificio è conosciuto principalmente perché, secondo la credenza
popolare, viveva lì il dittatore Francisco Franco e fu usato come
rifugio dal criminale omicida Dámaso Rodríguez Martín.
Storia
La terra in cui si trova la casa
apparteneva a Benito Pérez Armas, noto politico, giornalista e
scrittore delle isole Canarie. Successivamente, la terra divenne
proprietà di Lorenzo Martínez Fuset (l'uomo di fiducia di Franco),
che vi costruì la casa negli anni '40. Popolarmente si ritiene che
la Casa Fuset sia stata visitata dal dittatore Francisco Franco
durante il soggiorno suo e della sua famiglia a Tenerife, e anche che
il dittatore abbia vissuto lì. In realtà nulla di ciò è vero,
dato che la casa fu costruita nel decennio dopo la permanenza di
Franco sull'isola.
L'edificio fu abitato fino agli anni
'80, dopo di che fu abbandonata e versa da allora in pessime
condizioni di conservazione.
Nella zona in cui si trova Casa Fuset
l'assassino Dámaso Rodríguez Martín si nascose nel 1991 nel corso
della sua fuga dalla prigione. Braccato dalla polizia il criminale si
tolse poi vita, ma non nella Casa Fuset come si crede di solito.
La Casa Fuset è stata spesso collegata
a fenomeni paranormali, e simboli kabbalistici e satanici abbondano
sulle sue pareti. Alcuni garantiscono che nella casa vengano
celebrati riti satanici, che di notte vi si odano degli spari e che
l'edificio sia sede di fenomeni di psicofonia.
La casa è stata protagonista di uno
degli episodi del programma televisivo spagnolo Cuarto Milenio e del
programma radiofonico Milenio 3, entrambi dedicati ai temi del
mistero.
martedì 20 ottobre 2020
Elisir di lunga vita
L'Elisir
di lunga vita (in arabo: الإكسير,
al-Iksīr) è
una leggendaria pozione o elisir capace di donare vita eterna e
immortalità a chiunque lo beva, talvolta è stato associato il
potere di dare la vita.
L'elisir è collegato ai miti di Enoch,
Thot ed Ermete Trismegisto, dei quali si racconta che abbiano bevuto
una sola goccia di questa pozione per diventare immortali.
Un'ulteriore fonte sono alcuni testi di Nag Hammâdi che parlano
della pozione e delle avventure di Al Khidr.
lunedì 19 ottobre 2020
Salamandra
Nella mitologia delle
saghe popolari e delle tradizioni alchemiche, le salamandre
sono creature del fuoco a cui è attribuita la capacità di far
vivere le fiamme, riuscendo ad attraversarle rimanendo illese.
Descrizioni
Fin dall'antichità le salamandre erano
assimilate agli omonimi animali, i quali si pensava che vivessero nel
fuoco come gli uccelli nell'aria, sebbene in realtà la pelle umida
di questi anfibi li renda estremamente vulnerabili non solo a fonti
di calore, ma anche al disseccamento dovuto alla lontananza
dall'acqua o da luoghi umidi. Plinio il Vecchio nella sua Storia
Naturale ne dava questa spiegazione: «[La salamandra] è tanto
fredda che al suo contatto il fuoco si estingue non diversamente
dall'effetto prodotto dal ghiaccio».
L'associazione col fuoco era rimarcata
anche dall'infiammazione provocata dal loro veleno: le loro ghiandole
cutanee possono infatti secernere una sostanza irritante per le
mucose. Plinio sostenne che se una qualunque parte del corpo umano
fosse entrata in contatto con la bava della salamandra avrebbe
cambiato colore ricoprendosi di macchie biancastre: probabilmente
voleva dare una spiegazione alla vitiligine.
A ogni modo, le salamandre
davano il nome a una categoria del popolo fatato già conosciuta
dalla mitologia celtica, gli elementali del fuoco. Nella tradizione
esoterica, l'aspetto con cui costoro apparirebbero ai veggenti è
quello di lingue di fuoco o di globi luminosi. Personificazioni del
fuoco stesso, furono scelte dagli alchimisti come simbolo dell'opera
di calcinazione.
Nel Medioevo cristiano la salamandra fu
caricata ancor più di significati simbolici, legati all'immagine
stessa del Cristo, per la capacità dell'omonimo anfibio di risorgere
dopo morto, come la Fenice dalle sue ceneri. La si trova molto
frequentemente nei bestiari dell'epoca, anche se le sue
caratteristiche erano spesso identificate con quelle di vari rettili,
dai serpenti alle lucertole. Brunetto Latini la descriveva così:
«E sappiate che la
salamandra vive in mezzo alla fiamma del fuoco senza dolore e
senza danni al suo corpo, ma spegne il fuoco grazie alla sua
natura.»
|
(Brunetto Latini, Li livres
dou Tresor, libro I, cap. CXLVI) |
L'emblema della salamandra nel fuoco fu
adottata come stemma dal re di Francia Francesco I, associata al
motto nutrisco et extinguo e dal duca di Mantova Federico II
Gonzaga, accompagnata dal motto Quod huic deest me torquet.
Benvenuto Cellini racconta che una
salamandra era sempre presente nelle fiamme del suo caminetto, e già
nella sua casa d'infanzia gli era capitato di vederne una.
Paracelso, nel suo trattato dedicato
agli elementali, presenta le salamandre come lunghe, agili e snelle,
abitanti soprattutto in prossimità dei vulcani sin da tempi remoti.
Il rumore di sottofondo proveniente dalla profondità dei crateri
consisterebbe nella loro operosa attività di edificazione delle
proprie dimore, ad esempio sull'Etna, dove Paracelso afferma di
averne sentito le grida. Egli riferisce che parlano raramente e con
grande sforzo dei loro segreti, preferendo la compagnia delle vecchie
e delle streghe.
Uno studio sistematico delle salamandre
lo si ritrova nell'esoterista Rudolf Steiner, secondo cui il loro
compito in natura consiste nel raccogliere il calore dal cosmo e
trasmetterlo ai fiori delle piante attraverso il veicolo del polline.
Esse compenetrano a tal fine l'aura degli insetti, facendosi
portatrici dell'elemento fecondante paterno – il calore del cielo –
che si unirà poi a quello femminile rappresentato non dall'ovulo,
ritenuto ancora un elemento maschile, bensì dalla terra, cioè
dall'archetipo della pianta elaborato dagli Gnomi all'interno del
suolo.
Delle salamandre sarebbero inoltre
intessuti i pensieri stessi dell'uomo: l'anatomia occulta del corpo
delle salamandre è infatti per Steiner quella tra gli elementali più
simile all'essere umano, perché al pari di quest'ultimo consterebbe
di un organo fisico di terra, uno eterico d'acqua, uno astrale
d'aria, ed infine un abbozzo dell'Io, la cui essenza sarebbe sostanza
pensante di fuoco: avendo però sviluppato solo in parte questo
principio dell'Io, la salamandra rimane al livello della materia
invisibile.
domenica 18 ottobre 2020
Forneus
In demonologia, Forneus
è un marchese dell'Inferno, e ha 29 legioni di demoni sotto il suo
governo. Insegna la retorica e le lingue, dà agli uomini una buona
reputazione, e li fa essere amati da amici e nemici. È raffigurato
come un grande mostro marino. Il suo nome sembra derivare dal latino
'fornus', 'furnus', forno.
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