Una
profezia
è un'affermazione che prevede il futuro, in generale.
Tuttavia, c'è un'importante differenza tra profezia e previsione:
una previsione ha alla base un processo empirico e logico, mentre una
profezia non è legata a dati di fatto e ragionamenti, ma alla
supposta chiaroveggenza di chi se ne fa portatore, oppure, in senso
più lato, alla capacità pragmatica del "profeta" di
evocare gli avvenimenti storici da lui voluti influenzando così il
futuro. In quest'ultimo senso, il termine "profezia" è
stato applicato a filosofi come Emerson e Nietzsche.
Le grandi religioni monoteiste (Islam,
Cristianesimo, Ebraismo) danno grande importanza ai profeti e alle
profezie. Il termine profeta, però, indica "colui che parla per
conto di Dio": la profezia è quindi un messaggio che Dio,
attraverso il profeta, vuole far giungere agli uomini e che non
necessariamente consiste nella rivelazione di un evento futuro.
Nell'Ebraismo e nel Cristianesimo compaiono profezie nel senso
moderno del termine: le più importanti sono quelle che annunciano il
compimento del disegno divino e l'avvento del regno del Messia, e
quelle escatologiche; nell'Islam Maometto riceve una rivelazione su
Dio, sull'uomo e sulla vera religione e la previsione di eventi
futuri si limita all'escatologia. Tra i profeti dell'Islam vi sono
anche Mosè e Gesù Cristo.
La maggior parte delle religioni
cristiane distingue la profezia intesa nell'Antico Testamento, quando
non esisteva la parola di Dio completa come esiste oggi, e la
profezia del Nuovo Testamento (nei
Vangeli, nelle
Lettere di Paolo,
nell'Apocalisse di Giovanni). Nell'A. T. il profeta parlava
secondo quanto Dio gli aveva suggerito (in visione, direttamente o
quant'altro) e riportava spesso avvenimenti che sarebbero successi in
futuro. Ciò serviva per confermare la parola di Dio e la cultura
cristiana che si sarebbe poi manifestata con la venuta del Messia.
Oggi nelle chiese di tipo tradizionale
l'accezione di profeta o profezia è diversa e più esattamente
quella di essere capaci d'interpretare la parola di Dio applicandola
ai bisogni, spirituali e non, dell'uomo. Nelle chiese evangeliche
pentecostali e carismatiche, si crede ancora oggi nell'attualità del
dono di profezia per i credenti laici, e nel ministero profetico per
alcuni pastori. Attraverso questi doni Gesù Cristo edifica, esorta e
consola chi crede in lui (1Cor14,3) rivelando cose di cui le persone
presenti non sono al corrente. Viene così data pubblica
testimonianza della realtà della vita eterna, anche ai non
credenti(1Cor14,24-25). Non sempre le profezie sono precise o
veritiere, per questo motivo vanno sottoposte al discernimento
ecclesiale (1Cor14,29;1Ts5,19-21)...
Nell'ambito delle religioni legate al
Cristianesimo, i Mormoni credono nelle profezie contenute, oltre che
nella Bibbia, nel Libro di Mormon; vari movimenti cristiani
predicarono profezie aventi come fondamento il millenarismo.
Nel mondo antico la profezia ebbe una
grande diffusione, già nelle grandi religioni dell'India: il
Buddhismo, l'Induismo e il Giainismo. Nel VI sec. a. C. in Persia il
profeta Zarathustra fondò il Mazdeismo basato su varie profezie,
inclusa quella di un Giudizio Universale, e sull'attesa escatologica
di un Messia.
Nel mondo greco e romano esistevano
delle profetesse dette Sibille; la più importante per i Romani era
la Sibilla Cumana. Inoltre, nell'antica Roma, in caso di necessità,
si consultavano i profetici
Libri sibillini
(adire ad libros Sibyllinos).
Lo stesso poeta latino Virgilio nella IV delle sue
Bucoliche
tratta della venuta di un
puer
(fanciullo) rigeneratore del mondo
nonché di una futura età dell'oro. Presso gli Etruschi ed i Romani
esistevano dei collegi sacerdotali con il compito di prevedere il
futuro, di compiere quindi una profezia
(vaticinium): gli aruspici
(haruspices) che analizzavano le viscere degli animali (il
fegato in particolare) e gli auguri (augures) i quali
prevedevano il futuro in base al volo ed al comportamento degli
uccelli (aves inspicĕre) o di altri animali o in base allo
studio di fenomeni celesti come i fulmini (scienza fulgurale).
Nell'antica Grecia esistevano le profezie degli oracoli, i più noti
dei quali erano la Pizia, sacerdotessa di Apollo (dio della
divinazione) a Delfi, e l'oracolo di Zeus a Dodona nell'Epiro.
Nel corso del Medioevo nel mondo
cristiano si svilupparono poi movimenti profetici come quello di fra
Dolcino e del frate calabrese Gioacchino da Fiore (gioachimismo). Lo
stesso Dante Alighieri, vivendo nella temperie culturale del suo
tempo, risentì dell'influsso delle correnti profetiche tanto che
nella
Divina Commedia
la profezia è un tema ricorrente
(dal Veltro alle profezie sull'esilio). In letteratura si ricordano
anche le profezie delle streghe (witches) nel Macbeth
di Shakespeare nonché quelle
della Sibilla Cumana e di Anchise ad Enea nell'Eneide
virgiliana (libro VI).
Sono di contenuto profetico anche molti
messaggi contenuti nelle apparizioni mariane avvenute fra il XIX ed
il XX secolo, come quelle di Nostra Signora di La Salette e di
Lourdes in Francia, di Fatima in Portogallo e di Međugorje in Bosnia
ed Erzegovina.
Nella Guida dei perplessi Maimonide
individua 12 livelli di profezia. Tra i veri profeti, i Neviìm, la
tradizione ebraica ne individua altri non citati nel Tanakh. La
profezia non è soltanto previsione del futuro, ma anche conoscenza
degli eventi passati e presenti e cose in genere non necessariamente
vicini o precedentemente conosciuti dal profeta ma rivelati
direttamente da Dio allo stesso; è inoltre apprendimento, rivelato
da Dio, della sapienza divina della Torah e della sua parte nascosta,
la Qabbalah. La condizione profetica può presentarsi, in modo
momentaneo o continuamente, in modo estatico o senza uno stato
estatico; il profeta risulta tale sia per elevazione intellettiva e
spirituale sia per visioni di angeli e manifestazioni divine o di Dio
stesso nella Shekhinah.
Spesso il livello profetico è strutturato
logicamente ma, come ammette anche Maimonide, non tutte le concezioni
o i concetti possono essere correlati tramite l'interpretazione
esegetica, ciò anche se possono essere trovati elementi di molti
concetti in altre concezioni più ampie.
Come ricorda Chaim Luzzatto nel testo
138 Aperture di Saggezza
l'essenza della profezia ([secondo
le
radici della grazia]) può
giungere al profeta in forme differenti le cui qualità descrivono
l'entità del messaggio, sia essa la stessa profezia trasmessa più
di una volta o il manifestarsi di uno o più messaggi da Dio allo
stesso: essa si presenta quindi all'intelletto, tramite visione
mistica o come segno, anche secondo il Governo divino della
provvidenza nella Creazione; per associarvene la modalità della
saggezza, come considerato spesso differente o non necessariamente
correlata alla profezia, egli dimostra per esempio che la figura del
"leone" viene messa ontologicamente a confronto con
l'archetipo Chessed inoltre afferma che spesso l'archetipo risulta il
medesimo anche in diverse forme e che appunto la natura di tali
entità definisce il significato del messaggio divino trasmesso
tramite la profezia.
Durante il periodo del Tempio di
Salomone, con l'avvicinarsi del momento della sua distruzione, vi fu
anche la falsa profezia.
La profezia non riguarda solo il popolo
ebraico inoltre esistono anche profezie di non ebrei, come il caso di
Balaam.
Alcune opinioni attestano che dal
momento della distruzione del Tempio di Gerusalemme la profezia non
sia stata presente, ma secondo altre vi furono rari casi,
manifestatisi anche con il Ruach haQodesh che invero non deve essere
considerato stato profetico completo: infatti alcuni Chakhamim
possono essere pervasi dallo spirito santo senza per questo
necessariamente profetizzare o essere profeti.
La profezia risulta
presente nell'era messianica avvenuta.
Altri tipi di profeti, come
Nostradamus, hanno lasciato indicazioni su fatti futuri che secondo
gli scettici sono così vaghe che potrebbero riferirsi a qualunque
evento. Qualcosa di simile accade anche con alcune profezie
appartenenti alla tradizione delle grandi religioni monoteiste
(Profezia sui papi). Le profezie apocalittiche hanno come tema
principale la fine del mondo o Armageddon.
I più scettici fanno notare che molto
spesso si viene a conoscenza che una profezia era stata fatta dopo
che l'evento "predetto" si è verificato. Ad esempio,
subito dopo l'attentato dell'11 settembre 2001 molti furono i profeti
post eventum, ovvero coloro
che dissero di averlo previsto. Questo conferisce a molte profezie
l'aspetto di semplici leggende metropolitane e a molti profeti la
fama di ciarlatani.