Già in epoca preistorica si è
ipotizzato che gli sciamani, in contatto con gli spiriti dell'Aldilà,
per essere ritenuti tali dovessero in qualche modo effettuare una
sorta di iniziazione molto dura e che richiedesse parecchi sacrifici.
In base agli studi di Mircea Eliade,
che fece dei raffronti molto interessanti con le tribù "primitive"
ancora esistenti dove sono praticati riti sciamanici, questo è
importante per rendere il futuro sciamano, stregone o uomo-medicina,
tramite fra due mondi, realmente tale.
Ho unificato per semplicità le figure
di sciamano, stregone e uomo medicina, che sono leggermente diverse,
ma spero di aver reso l'idea.
In pratica a colui o colei che veniva
scelto dagli spiriti, ricevendo una chiamata particolare, era
richiesto anche un sacrificio grande da effettuare, che riguardava
sia la sfera esteriore che quella interiore.
La sfera sessuale è importantissima
per tutti gli animali, non solo dal punto di vista del piacere, ma
soprattutto perché è essenziale per la riproduzione e prosecuzione
della specie.
Per questo alcune religioni hanno inteso il
sacrificio di questo aspetto così essenziale della vita umana come
una sorta di pegno da pagare per essere i prescelti dalla divinità.
Tracce di questo concetto lo si può
rintracciare leggendo tra le righe alcuni miti che hanno conservato
in qualche modo una traccia di questo aspetto.
Un esempio è quello nordico relativo a
Wotan/Odino che per poter conoscere i segreti delle rune si impicca
al grande albero del mondo Yggdrasil e si trafigge con la sua lancia.
Proibisce agli altri dei di aiutarlo, e poi rimane appeso lì per 9
giorni, fissando le acque scure sottostanti, dopodiché ottiene la
conoscenza che ha cercato.
Sempre lo stesso dio in seguito, per
poter acquisire la saggezza di Ymir, non esiterà a sacrificare il
proprio occhio.
Alcune religioni hanno ulteriormente
amplificato il concetto, intendendo la rinuncia alla sessualità come
la rinuncia stessa al mondo e ai suoi piaceri (Buddhismo,
Cristianesimo) nonché uno degli strumenti essenziali per potere
accedere all'Illuminazione o Chiamata del Dio. In pratica era solo
liberandosi da pulsioni interiori che si era più disposti a ricevere
quello dello Spirito o divinità.
In alcune religioni misteriche,
come quella di Cibele, i sacerdoti venivano addirittura evirati
proprio per evitare completamente la sessualità dalla loro
esistenza.
Anche il fatto del vivere per sempre o per lunghi
periodi in isolamento porta per forza di cose come conseguenza la
rinuncia del tutto o in parte alla vita sessuale.
Questo avveniva già in alcune
religioni del passato dove le sacerdotesse/druidesse erano relegate
per gran parte del tempo su isole o in luoghi poco accessibili,
riservati solo a loro. Vedi ad esempio le Pizie, le Vestali, la
sacerdotessa/sciamana Velleda che viveva in una torre, ecc.
Col cristianesimo questo aspetto alla
solitudine e preghiera è presente fin dai primi secoli.
Sia che
fossero anacoreti (dediti al romitismo) che cenobiti (alla vita
comunitaria) i monaci/eremiti praticavano, assieme a digiuni e
preghiere, anche la castità.
In questo si differenziarono fin da
subito da altre figure come i sacerdoti e diaconi che, almeno agli
inizi, non erano tenuti a questo.
In seguito, almeno nel cristianesimo,
le figure di sacerdote/monaco si sono via via rassomigliate sempre di
più soprattutto nel cattolicesimo romano.