Le arti oscure non erano sconosciute a Roma.
L’esempio archeologico più noto sono le defixiones, di cui molti esemplari sono giunti fino a noi.
Su queste tavolette, generalmente di piombo, erano incise delle maledizioni: vi si scriveva il nome del soggetto cui era destinato il maleficio e ciò che ci si augurava gli capitasse.
Di solito venivano anche trafitte da uno o più chiodi, che avevano la funzione di conficcarsi magicamente non tanto nel corpo quanto nell’anima della vittima.
Le iscrizioni venivano deposte in una tomba, un luogo sotterraneo o una fonte d’acqua, così che raggiungessero gli dèi degli inferi: spettava a loro portare a termine la missione.
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