La pianta mangia-uomini è il
nome riferito a leggendarie piante, alberi e anche fiori carnivori in
grado di mangiare animali e uomini integri. La leggenda nasce
probabilmente da veri avvistamenti di piante carnivore cresciute
fuori norma, tuttavia gli esemplari più grandi appartengono alla
specie Nepenthes rajah, le cui trappole possono raggiunge i 35
centimetri di lunghezza riuscendo a catturare in casi sporadici
mammiferi di piccola taglia.
Fin dai tempi della loro scoperta, le
piante carnivore hanno suscitato un grande interesse da parte degli
autori di romanzi d'avventura, dell'orrore e opere simili,
specialmente con ambientazioni esotiche. Non di rado le piante
carnivore appaiono di proporzioni tali da essere pericolose per
l'essere umano, nonché dotate di tentacoli capaci di avviluppare una
preda di passaggio. Queste storie potrebbero avere origine da
presunti fatti di cronaca (mai verificati e altamente improbabili),
come quello riportato il 26 settembre del 1920 da The American
Weekly, secondo cui una pianta carnivora avrebbe divorato una ragazza
in Madagascar nel 1878 (la stessa rivista riportò un fatto analogo
che sarebbe avvenuto nel 1925 nelle Filippine).
Dal mito della pianta carnivora
derivano probabilmente anche altre celebri "piante assassine";
in particolare si possono citare i trifidi del romanzo di
fantascienza Il giorno dei trifidi di John Wyndham, dal quale
è stato tratto il film L'invasione dei mostri verdi. I
trifidi della storia sono piante capaci di sradicarsi e spostarsi da
sole, uccidendo le vittime con una coda come quella dello scorpione
che porta un pungiglione velenoso. Il libro lascia nel mistero se i
trifidi siano o meno intelligenti.
Nel secondo episodio del film Le
cinque chiavi del terrore, intitolato La vite rampicante
(Creeping Wine), piante mostruose attaccano una famiglia
strangolandone anche il cane.
In un romanzo della saga fantasy di
Deltora di Emily Rodda vi sono piante carnivore chiamate grippers
(gripper = colui che stringe, afferra), o pinzoni
nell'edizione italiana della serie. Assomigliano a bocche dentate che
crescono nella terra, coperte da foglie simili a quelle dei cavoli e
che si aprono per farvi cadere la vittima che ci mette i piedi sopra,
considerate pericolose per le persone.
Nel romanzo Vita di Pi di Yann
Martel, Pi arriva su un'isola di alghe che poi scoprirà essere
carnivore.
L'albero mangia-uomini del Madagascar
Tra i resoconti storici di piante
assassine, senza dubbio l'albero mangia-uomini del Madagascar è
quello più di degno di nota.
Nel 1881, l'esploratore tedesco Carl
Liche, dal ritorno dall'isola africana scrive una lettera per il
giornale South Australian Register, ove racconta di un suo
personale incontro con l'albero e di ciò che avveniva intorno ad
esso.
La storia viene riportata a galla nel
1924, questa volta in un libro, Madagascar, Land of the Man-eating
Tree, scritto e redatto dall'allora governatore del Michigan,
Chase Osbron. Nel libro vengono accennati racconti di preti
missionari, anch'essi consapevoli dell'esistenza dell'albero
assassino e dei sacrifici a lui dati da parte degli autoctoni.
Lo Ya-Te-Veo
Lo Ya-te-veo (dallo spagnolo
"Già ti vedo") è il nome con cui si indica una specie di
pianta carnivora che crescerebbe nella giungla dell'Africa nera ed
equatoriale e dell'Amazzonia con alcuni lontani "cugini" in
India.
La pianta è stata descritta come
possedere molti tronchi gracili e lunghi molto somiglianti ai
tentacoli delle piovre, che si animano di vita alla vista di prede.
Nel libro Land and Sea (1887) di
J.W. Buel, viene raccontato - tra i tanti argomenti - della pianta, e
si racconta del suo cibarsi continuo di grandi insetti ma anche di
indigeni.
The Devil's Snare
Nell'ottobre 1891, William Thomas
Stead, da qualche anno direttore della rivista da lui fondata Rewiew
of Rewiews dopo l'esperienza di capo redattore presso il Pall Mall
Gazette pubblica un articolo di discussione di una breve storia
comparsa sul Lucifer, l'articolo parlava di una pianta succhia sangue
del Nicaragua chiamata dai nativi del posto The Devil's Snare.
La pianta secondo l'articolo aveva la capacità di drenare il sangue
di qualsiasi essere vivente fosse entrato nel raggio d'azione del suo
tocco mortale. L'articolo parla di Mr.Dunstan, naturalista , che si è
da poco tornato dal Centro America dove ha trascorso quasi due anni
nello studio della fauna e della flora del paese, nei pressi delle
paludi vicino ai grandi laghi, Mr. Dunstan fa un ritrovamento al
quanto singolare, una pianta capace di creare una vera e propria
trappola con le sue lunghe radici aeree, e di drenare il sangue con
un sorprendente numero di bocche fatte a ventosa, lo studio della
pianta risulta essere difficile per via della sua presa mortale
nonché il sacrificio di lembi di pelle e carne da parte della
vittima.
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