sabato 5 marzo 2022

Perché la castità è così importante all'interno di molte religioni? Qual è il suo significato simbolico?

Già in epoca preistorica si è ipotizzato che gli sciamani, in contatto con gli spiriti dell'Aldilà, per essere ritenuti tali dovessero in qualche modo effettuare una sorta di iniziazione molto dura e che richiedesse parecchi sacrifici.

In base agli studi di Mircea Eliade, che fece dei raffronti molto interessanti con le tribù "primitive" ancora esistenti dove sono praticati riti sciamanici, questo è importante per rendere il futuro sciamano, stregone o uomo-medicina, tramite fra due mondi, realmente tale.

Ho unificato per semplicità le figure di sciamano, stregone e uomo medicina, che sono leggermente diverse, ma spero di aver reso l'idea.

In pratica a colui o colei che veniva scelto dagli spiriti, ricevendo una chiamata particolare, era richiesto anche un sacrificio grande da effettuare, che riguardava sia la sfera esteriore che quella interiore.

La sfera sessuale è importantissima per tutti gli animali, non solo dal punto di vista del piacere, ma soprattutto perché è essenziale per la riproduzione e prosecuzione della specie.
Per questo alcune religioni hanno inteso il sacrificio di questo aspetto così essenziale della vita umana come una sorta di pegno da pagare per essere i prescelti dalla divinità.

Tracce di questo concetto lo si può rintracciare leggendo tra le righe alcuni miti che hanno conservato in qualche modo una traccia di questo aspetto.

Un esempio è quello nordico relativo a Wotan/Odino che per poter conoscere i segreti delle rune si impicca al grande albero del mondo Yggdrasil e si trafigge con la sua lancia. Proibisce agli altri dei di aiutarlo, e poi rimane appeso lì per 9 giorni, fissando le acque scure sottostanti, dopodiché ottiene la conoscenza che ha cercato.

Sempre lo stesso dio in seguito, per poter acquisire la saggezza di Ymir, non esiterà a sacrificare il proprio occhio.


Alcune religioni hanno ulteriormente amplificato il concetto, intendendo la rinuncia alla sessualità come la rinuncia stessa al mondo e ai suoi piaceri (Buddhismo, Cristianesimo) nonché uno degli strumenti essenziali per potere accedere all'Illuminazione o Chiamata del Dio. In pratica era solo liberandosi da pulsioni interiori che si era più disposti a ricevere quello dello Spirito o divinità.
In alcune religioni misteriche, come quella di Cibele, i sacerdoti venivano addirittura evirati proprio per evitare completamente la sessualità dalla loro esistenza.
Anche il fatto del vivere per sempre o per lunghi periodi in isolamento porta per forza di cose come conseguenza la rinuncia del tutto o in parte alla vita sessuale.

Questo avveniva già in alcune religioni del passato dove le sacerdotesse/druidesse erano relegate per gran parte del tempo su isole o in luoghi poco accessibili, riservati solo a loro. Vedi ad esempio le Pizie, le Vestali, la sacerdotessa/sciamana Velleda che viveva in una torre, ecc.


Col cristianesimo questo aspetto alla solitudine e preghiera è presente fin dai primi secoli.
Sia che fossero anacoreti (dediti al romitismo) che cenobiti (alla vita comunitaria) i monaci/eremiti praticavano, assieme a digiuni e preghiere, anche la castità.
In questo si differenziarono fin da subito da altre figure come i sacerdoti e diaconi che, almeno agli inizi, non erano tenuti a questo.

In seguito, almeno nel cristianesimo, le figure di sacerdote/monaco si sono via via rassomigliate sempre di più soprattutto nel cattolicesimo romano.



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