venerdì 8 dicembre 2023

IL DIBBUK

 


Secondo un'antica tradizione ebraica, che trova riscontro anche nell'Antico Testamento, quando il corpo di una persona viene attaccato da un'anima dannata, siamo di fronte a uno spirito maligno chiamato Dibbuk.

Il termine è entrato nella letteratura a partire dal XVII secolo, ma sia nella Cabala che in molte altre tradizioni culturali, troviamo riferimenti a questo strano essere il cui nome deriverebbe dall'abbreviazione di due espressioni: "dibbuk me-ru’aḥ ra’ah", ovvero "assalto di uno spirito maligno", o "dibbuk min ha-hiẓonim", che significa "che attacca dall'esterno" il corpo di un individuo. Di conseguenza, il nome di questo spirito sarebbe il risultato dell'azione compiuta dallo stesso di prendere possesso dell'anima di un ospite.

Inizialmente il Dibbuk veniva considerato un semplice demone che entrava nel corpo di una persona malata peggiorandone le condizioni e talvolta causandone la morte; successivamente, però, il Dibbuk è stato visto come lo spirito di una persona morta "non sepolta", diventando per questa ragione un demone. È simile alla credenza del Revenant nella cultura europea, che si riferisce a una creatura che ritorna dal regno dei morti per vendicarsi di un'ingiustizia subita in vita.

La tradizione dei Dibbukim, sebbene originariamente ebraica, è diventata comune anche tra i cristiani, tanto che i Dibbukim sono stati considerati in molte comunità cattoliche come anime che, a causa del gran numero di peccati commessi in vita, non possono passare oltre e cercano rifugio nei corpi delle persone viventi.

Naturalmente, secondo le diverse culture, non tutti gli individui possono ospitare un Dibbuk. Questo spirito sceglie come potenziale vittima qualcuno che ha commesso un grave peccato, mantenuto segreto. In questo modo, la vittima del Dibbuk aprirebbe le porte della sua anima al demone.

Numerose credenze, diffuse soprattutto tra il popolo ebraico ma non solo, narrano episodi di possessione da parte di un Dibbuk e dei relativi esorcismi. Libretti speciali per gli esorcismi degli spiriti sono stati pubblicati in yiddish a Nikolsburg tra il 1696 e il 1743, a Detmold nel 1743 e a Stolowitz nel 1848. L'ultimo documento di questo tipo, pubblicato a Gerusalemme nel 1904, riguarda un Dibbuk che ha posseduto il corpo di una donna esorcizzata da Ben-Zion Hazzan. Quest'ultimo faceva parte di una cerchia ristretta di individui creduti in grado di liberare il corpo della vittima dal demone, salvando contemporaneamente l'anima posseduta.

Infine, sull'affascinante leggenda dell'anima errante che entra nel corpo di un vivente, l'autore Sholem An-Ski nel 1918 ha scritto un dramma d'amore che narra la storia di un giovane che, dopo la morte, entra nel corpo della sua amata con conseguenze drammatiche.


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