L’origine dei tarocchi è da ricercarsi nel contesto del Rinascimento italiano, intorno al XV secolo, come un semplice gioco di carte. Questi mazzi, composti da figure, numeri e simboli, furono concepiti inizialmente senza alcun intento esoterico o mistico. Solo successivamente, nel corso dei secoli, vennero attribuiti loro significati più profondi, in particolare in relazione a sistemi esoterici come la Kabbalah, l’ermetismo e la numerologia pitagorica.
È importante sottolineare che i tarocchi non furono creati per spiegare la Kabbalah, bensì come strumento ludico, simile alle comuni carte da gioco europee già diffuse dal XIV secolo. Queste carte tradizionali portavano con sé simbolismi e numeri che successivamente furono reinterpretati da studiosi e occultisti.
Un momento chiave di questa evoluzione fu l’opera di un occultista francese noto come Etteilla, alla fine del XVIII secolo. Egli fu il primo a sistematizzare un legame tra tarocchi e Kabbalah, creando un mazzo apposito e associando le carte ai concetti cabalistici, in particolare alle 10 Sephiroth dell’Albero della Vita, che trovano riscontro nella numerologia pitagorica. Questo processo introdusse la dimensione esoterica dei tarocchi, facendoli diventare strumenti di meditazione e conoscenza occulta.
La Kabbalah, con le sue radici nel misticismo ebraico, insieme all’ermetismo, l’alchimia e l’astrologia, si inserì così nel ricco tessuto simbolico dei tarocchi solo dopo la loro nascita come semplice gioco. Tale intreccio di discipline permise di sviluppare interpretazioni più articolate e profonde, contribuendo a diffondere la fama dei tarocchi come chiave di lettura dei misteri dell’esistenza.
I tarocchi sono nati come carte da gioco indipendenti, ma nel tempo sono stati arricchiti da elementi cabalistici e altri insegnamenti esoterici, che ne hanno trasformato l’uso da passatempo a strumento di ricerca spirituale. Se la storia tradizionale lo conferma, non mancano voci contrarie che sostengono l’esistenza di simboli cabalistici nascosti già nelle carte del XVII secolo, ma la consapevolezza ufficiale e sistematica di questi collegamenti è senza dubbio un prodotto posteriore alla loro invenzione.
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