lunedì 18 gennaio 2021
Anello temporale
domenica 17 gennaio 2021
Mehen
Almeno in un'occasione però il guardiano della barca solare fallì il suo compito ed Apopi ingoiò il sole. Ma con l'aiuto di divinità protettrici, Mehen fece uscire Ra da un buco nell'addome di Apopi, come illustrato nella tomba di Ramses IX, consentendo così al dio-sole di terminare il suo tragitto e rinascere.
- Ramses I vi è rappresentata la barca solare di Ra con testa d'ariete, chiamato Auf-Ra, nella III ora del Libro delle Porte. Entrambi sono protetti dal dio Mehen e dalle minori divinità Sia e Heqa;
- Horemheb anche qui, essendo ben illustrato il Libro delle Porte pur se incompleto, sono numerose le raffigurazioni del serpente Mehen;
- Seti I splendidamente decorata con i Libri, ha numerose raffigurazioni tratte dal Libro delle Porte tra cui quella in cui Mehen e altre divinità impediscono ad Apopi di ostacolare Ra;
- Ramses VI dipinta con immagini dalla tecnica perfetta, ha numerose rappresentazioni di Mehen. Nella tomba infatti i testi dei Libri delle Porte, dei Cieli e delle Caverne sono completi;
- Thutmose III ove sono rappresentate le dodici ore notturne dell'Amduat con la barca di Ra protetta da Mehen.
Gioco egizio
All'Antico Regno risale anche il gioco "del serpente attorcigliato" che era così strettamente connesso al dio Mehen, da ipotizzare più una funzione religiosa che un passatempo, si pensa infatti fosse un rituale dove tra il dio mehen e il defunto che se avesse vinto la partita si sarebbe salvato dal morso velenoso. Svolgimento del gioco: per scegliere chi dovesse iniziare si lanciavano i dadi e chi faceva il numero maggiore iniziava. Si procede dalla coda alla testa del serpente lanciando i dadi. Arrivati alla testa ci si trasforma in leone o in leonessa a questo punto si ritorna alla coda (trasformandosi il lancio dei dadi vale doppio), il primo ad arrivare alla coda vince.sabato 16 gennaio 2021
Padre Pio si procurava le stimmate usando acido fenico
Ordinava in segreto acido fenico dal farmacista attraverso alcuni bigliettini, chiedeva flaconi di acido fenico e veratrina, sostanze caustiche in grado di procurare bruciature e lesioni sulla pelle. Quando il Santo Uffizio mandò a San Giovanni Rotondo monsignor Raffaele Carlo Rossi per indagare sui sospetti che circondavano le sue stigmate, Padre Pio si difese sostenendo che in realtà intendeva usare tali sostanze per fare uno scherzo ai confratelli, mischiandole al tabacco in modo da farli starnutire.
Agostino Gemelli (foto sopra), il fondatore dell’Università Cattolica di Milano, fu inviato dal Sant’Uffizio per indagare sul frate, si conosce poco dell'incontro, avvenuto nel 1920, le fonti che riferiscono del colloquio narrano di un dialogo teso tra i due, ma tali fonti risalgono ad alcuni anni dopo l'accaduto. Nell'imminenza, invece, nessuno sollevò clamori. Nella prima lettera al Sant'Uffizio Gemelli disse che padre Pio era un uomo di vita encomiabile, ma non gli pareva un mistico. Gemelli suggerì dunque alcuni accertamenti con un metodo di lavoro innovativo per il tempo, ossia con la composizione di una équipe di esperti in teologia, medicina e psicologia. Nel 1926, dopo essere stato raggiunto da alcuni devoti di padre Pio, Gemelli scrisse una nuova lettera al Sant'Uffizio. Questa volta affermò che per lui Padre Pio era "uno psicopatico ignorante e che indulgeva in automutilazione e si procurava artificialmente le stigmate allo scopo di sfruttare la credulità della gente".
venerdì 15 gennaio 2021
Azoth
«Azoth, in Paracelso, significa il Mercurio vivo,
estratto da un qualsiasi corpo metallico; più propriamente, è il
Mercurio corporeo [...] In Paracelso, indica la Medicina
universale [...] che contiene in sé le virtù di ogni altra
medicina [...] Si dice che ne portasse sempre un poco con sé,
racchiuso nel pomo della spada.»
|
(Antonio Ricciardi, Commentaria
Symbolica, Venetiis, 1591, I, p. 101, dal
Dictionarium Paracelsi
di Gerardus Dorneus del
1575) |
Etimologia
- "A" in quanto inizio dell'alfabeto,
- "Z" in quanto ultima lettera di quello latino,
- "O" in quanto omega, posta alla fine dell'alfabeto greco,
- "TO" in quanto lettera finale dell'alfabeto ebraico;
Ricorrenze
giovedì 14 gennaio 2021
Amrita
Il mito
mercoledì 13 gennaio 2021
Suicidio quantistico
Spiegazione
Prove ripetute dell'esperimento
Il punto di vista del ricercatore
Bomba atomica
Immortalità quantistica
Assunti da fare e controversie
Coloro che sostengono questa teoria chiariscono che, sebbene essa sia altamente speculativa, non viola nessuna legge fisica conosciuta; perché funzioni è comunque necessario che:- L'interpretazione multi-mondo della meccanica quantistica (MWI) sia corretta.
- Tutti gli scenari nei quali lo sperimentatore (o un'altra entità oggetto dello stesso esperimento) muore contengano comunque un numero qualsivoglia piccolo di sotto-scenari nei quali continua a vivere.
- Non morire un certo numero finito di volte equivalga a immortalità.
- La coscienza e l'abilità di osservare cessino permanentemente al fuoco della pistola.
Spiegazione
Se l'interpretazione multi-mondo della MQ è corretta, il numero delle copie sopravvissute dello sperimentatore diminuirà del 50% a ogni prova pur senza mai giungere a zero continuando all'infinito il percorso o viaggio dimensionale.martedì 12 gennaio 2021
Titani
Etimologia
I Titani nella Teogonia di Esiodo
Nella Teogonia di Esiodo, viene narrato che unendosi a Urano (il Cielo), Gaia (la Terra) genera i sei Titani:- Oceano (Ὠκεανός),
- Coio (Κοῖος, anche Ceo),
- Creio (Κριός, anche Crio),
- Iperione (Ύπέριον),
- Iapeto (Ιαπετός, anche Giapeto),
- Kronos (Κρόνος, anche Crono);
- Theia (Θεία, anche Teia o Tia),
- Rea (Ῥέα),
- Themis (Θέμις, anche Temi),
- Mnemosyne (Μνημοσύνη, anche Menmosine),
- Phoibe (Φοίϐη, anche Febe),
- Tethys (Τηθύς, anche Teti).
La Titanomachia
- Ponto (Πόντος, il Mare) genera, forse per partenogenesi o come gli altri successivi a lui, per mezzo dell'unione con Gaia, Nereo (Νηρεύς) detto il "vecchio", divinità marina sincera ed equilibrata; poi, sempre Ponto ma unitosi a Gaia, genera Taumante (Θαῦμας – l'aspetto meraviglioso del mare), quindi Phorcy (Φόρκυς, Phòrkys – l'aspetto mostruoso del mare), Cetó (Κητώ) dalle "belle guance", ed Eurybie (Εὐρύβια – l'aspetto violento del mare);
- Theia (Θεία, Teia) e Iperione (Ἰαπετός) generano Elios (Ἥλιος, Helios, Sole), Selene (Σελήνη, Luna) e Eós (Ἠώς, Aurora)
- Phoibe (Φοίβη) e Coio (Κοῖος) generano la dolce Letó (Λητώ, anche Latona) dal peplo azzurro, Asterie (Ἀστερία, anche Asteria) che Perse (Πέρσης) condusse al suo palazzo come consorte;
- Asterie e Perse generano Ecate (Ἑκάτη); nell'Inno a Ecate, la dea di stirpe titanica che qui possiede un rango particolarmente elevato, assegnatole da Zeus in persona; la sua zona di influenza è la terra, il mare e il cielo dove ella appare a protezione dell'uomo oltre che nel ruolo di intermediaria tra questi e il mondo degli dèi;
- Iapeto e l'oceanina Climene (Κλυμένη) generano Atlante (Ἄτλας) dal cuore violento, Menetio (Μενοίτιος), Prometeo (Προμηθεύς – "colui che pensa prima") e Epimeteo (Ἐπιμηθεύς – "colui che pensa dopo"): il destino di Atlante e di Menetio sono decisi da Zeus che costringe il primo a sorreggere la volta celeste con la testa e facendo forza sulle braccia, mentre il secondo, per via della sua tracotanza, lo scaglia con il fulmine nell'Erebo.
I Titani nelle altre tradizioni mitologiche greche
- Diodoro Siculo ( Bibliotheca historica V, 64 e sgg.) riferisce che secondo i Cretesi, i Titani nacquero al tempo dei Cureti. Essi vivevano nei pressi di Cnosso, erano sei maschi (Crono, Iperione, Ceo, Iapeto, Crio, Oceano) e cinque femmine (Rea, Temi, Mnemosine, Febe e Teti), figli di Urano e di Gea, oppure figli di uno dei Cureti andato in sposo a una certa Titaia da cui essi presero il nome. Ognuno di questi Titani ebbe modo di lasciare un dono prezioso in eredità agli uomini conquistando in questo modo un onore imperituro. Crono, dei Titani il più anziano, fu re.
- Apollonio Rodio (Argonautiche I, 503-506) racconta, per mezzo di Orfeo, come, prima di Crono e Rea, i Titani fossero sudditi del serpente marino Ofione (Ὀφίων) e dell'oceanina Eurinome (Εὐρυνόμη) i quali avevano sede sull'Olimpo, ma questi sovrani dovettero cedere il potere regale rispettivamente a Crono e a Rea dopo essere stati gettati nei flutti dell'Oceano.