sabato 30 gennaio 2021

Perché Satana vuole semplicemente distruggere tutto? Non ha senso?

Condividerò un'analisi (logica e atea) di Satana e analizzerò le sue filosofie, psicologia e logica. Perchè Satana distrugge tutto e uccide tutti apparentemente senza un motivo ?

Ti sorprenderà molto ma esiste una ragione perfettamente logica dietro al comportamento del mito di Satana.

Premetto che stò analizzando l'archetipo di Satana il distruttore e non le altre versioni diverse di Satana di alcune religioni che lo dipingono diversamente. Prima di rispondere ecco l'indice della lunga risposta che stò per dare.

  1. Il concetto di essere e la sua sofferenza intrinsica

  2. Il motivo e l'origine di tale sofferenza intrinsica

  3. L'oscillazione tra costruttivo e distruttivo

  4. L'annientamento totale del concetto di essere


  1. Il concetto di essere e la sua sofferenza intrinseca

Essere vuol dire pensare, avere sensi, essere senzienti e avere la consapevolezza della realtà intorno a noi. Essere vuol dire quindi ricevere costante input dall'esterno senza la possibilità di interrompere questo input e quindi si è vittima di tutto ciò che ci viene trasmesso dall'esterno. La realtà in cui viviamo è principalmente maligna, negativa e trasmette dolore. Intorno a noi è pieno di predatori in cerca di prede, prede che provano un dolore immenso nell'essere divorate, prede che devono avere terrore perpetuo di essere divorate e che devono stare in perpetua cautela dalla nascita fino alla morte. Siamo legati da un corpo che si deve alimentare perpetuamente per poter sopravvivere e come schiavi siamo costretti a difenderci, cercare prede, lavorare, costruire e preoccuparci contro la nostra volontà ogni singolo giorno della nostra esistenza fino alla morte. Se tale sofferenza e scocciatura non viene soddisfatta eternamente allora il mondo intorno a noi ci causerà una sofferenza molto peggiore come conseguenza, povertà e malattia. Siamo legati a una sofferenza perpetua in entrambi i casi. Anche il nostro stesso essere, il nostro corpo, solo per il fatto che esiste, causa continua sofferenza e input negativi a cui siamo abituati. La fame, il dolore, il freddo, il caldo, i costanti impulsi eterni di respirare, i bisogni corporei, il sonno, la stanchezza, i pensieri perpetui e le emozioni negative. Siamo perpetuamente legati ad essi contro la nostra volontà. Dalla nascita fino alla morte si è sepelliti di sofferenza e di doveri vuoti senza meta. Fin da bambini si va a costruire il proprio individuo attraverso la scuola dove si lotta e soffre per dei risultati contro la propria volontà che si è costretti ad ottenere per poi avere i presupposti migliori per continuare a soffrire e lottare da adulti a lavoro per fare in modo di poter soppravvivere solo per poter evitare sofferenze ancora maggiori nel caso in cui si fallisca in questo intento. Durante la fase finale della nostra vita il nostro stesso corpo incrementa le sofferenze attraverso malattia programmata dallo stesso. Tutta la nostra esistenza gira intorno a costrizioni,  sofferenza e tentativi perpetui di evitare ulteriore sofferenza. Tutto questo lo viviamo contro la nostra volontà essendo stati catapultati nell'esperienza senziente senza averlo scelto e senza uno scopo se non quello unico e universale di evitare ulteriore sofferenza. Esistono anche cose positive nella vita ma è innegabile che le negative siano enormemente di più. Questo rende la vita una sofferenza perpetua basata su costrizioni che non abbiamo scelto, senza un fine se non quello di evitare ulteriore sofferenza. Mi sveglio, lavoro per il cibo per alimemtarmi. Mi sveglio lavoro per il cibo per alimentarmi per potermi svegliare. Perchè? Cosa mi ha legato a questo ? Non ero legato a nulla nel buio…

Essere = sofferenza intrinsica


2. Il motivo e l'origine di tale sofferenza intrinsica

Noi siamo essere e in quanto esistenti siamo limitati. Nulla può esistere a meno che non sia limitato. I limiti esistono per poter definire qualcosa. Immaginate un oggetto senza limiti in tutti i suoi aspetti. Qualsiasi aspetto di questo oggetto sarebbe infinito e ingloberebbe tutta la realtà, diventando quindi il nulla, non sarebbe definito e non potrebbe diventare una sostanza con un'identità propria. Noi sappiamo che un sasso è diverso da un foglio di carta perchè entrambi hanno limiti che definiscono e rendono questi oggetti diversi, distinguibili e questo causa la loro esistenza. Sappiamo dove inizzia il foglio e dove finisce, sappiamo che forma ha e vale lo stesso per la pietra. Tutto per esistere deve avere limite. Anche noi abbiamo limiti ma i nostri limiti ci rendono inpotenti di fronte alla realtà e ci rendono succubi delle sue infinite sofferenze. Non possiamo curare tutte le malattie perchè siamo limitati, non possiamo resuscitare i nostri cari perchè siamo limitati, non possiamo resistere a tutte le minaccie esterne, non possiamo riparare gli errori del passato, non possiamo ottenere tutto ciò che volgiamo, non possiamo evitare la sofferenza perchè siamo limitati. Il motivo stesso della nostra sofferenza è l'essere perchè l'essere è limite. Sono la stessa cosa. L' essere è d'unque sofferenza intrinsicamente.

Limiti = causa sofferenza intrinsica


3. L'oscillazione tra costruttivo e distruttivo

L'esistenza è meccanicamente basata su equilibrio tra forze costruttive e distruttive. L'agricoltore anaffia il suo orto e poi è lui stesso a tagliarlo. Questo crea poi il raccolto, crea un qualcosa di significato. Costruzione dell'orto, distruzione dell'orto, da capo. Il povero salta di gioia per il suo euro perchè un minimo di costruttivo fa la differenza e significa qualcosa solo quando sei distrutto. Mentre un ricco non si accorge nemmeno dei milioni che ha perchè gli manca la distruzione, quindi non è in grado di trarre qualcosa dal suo immenso positivo. Il positivo non significa nulla senza negativo. Ci si può divertire solo perchè esiste la noia. Si è più sodisfatti dopo un lungo, stressante e difficile lavoro e meno sodisfatti dopo un lavoro semplice. C'è il piacere perchè c'è il dolore. Per ogni peso serve un contrapeso. Nella natura, mangi e vieni mangiato per mantenere l'equilibrio. Il sole si espande per le fusioni nucleari ma la gravità lo restringe e lo mantiene compatto e funzionante. Gli esempi sono infiniti a tutti i livelli più intrinseci. Dal livello atomico, alla natura, alla mente umana, alla società e a livello cosmologico è sempre lo stesso processo. Forze opposte che si scontrano, è un concetto olistico. Ogni forza che sia costruttiva o distruttiva è vitale per mantenere equilibrio ed è dall'equilibrio che viene fuori tutto ciò che è di valore che sia fisico o astrattoNon esistono forze malvage, esistono solo forze in opposizione. Non esiste immorale. Tutte le forze costruttive, distruttive sono necessarie e parti fondamentali della realtà.


4. L'annientamento totale del concetto di essere

Come si ricollegano questi punti a Satana e come giustificano il suo desiderio di totale anientamento della realtà e dell'essere?

Nel punto 1 e 2 abbiamo visto come l'essere non sia altro che sofferenza intrinsica senza fine e senza scopo. Un'esistenza che non abbiamo scelto fatta di costrizioni che non vogliamo dove l'unica cosa che possiamo fare è evitare sofferenze più grandi. Nel punto 3 abbiamo visto che il bene e il male non esistono ma che sono solo due forze in opposizione e che quindi nessuna delle due ha universalmente ragione o torto in quello che fa perchè il loro scontro porta all'equilibrio.

Quindi qual'è l'unico modo per fermare la sofferenza di tutto e tutti ? Morte e distruzione (punto 1 e 2)

È immorale o malvagio ? No (punto 3)

Lo scontro tra il costruttivo e distruttivo porta equilibrio ma sai cosa porta un'equilibrio ancora più perfetto ? Il nulla. Il non essere. La non esistenza. Non esiste equilibrio più perfetto di qualcosa che non necessita equilibrio.

Era tutto tranquillo nel buio, non mancava niente a nessuno, non c'era sofferenza, c'era l'equilibrio perfetto, tutti erano realizzati perchè non c'era nulla da realizzare, e nessuno temeva perchè non c'era niente da temere. Poi è arrivata la luce, Dio, l'essere. Ha interrotto la pace e l'armonia eterna legandoci a un'esistenza orribile destinata comunque a finire, quindi perchè ? L'orrore innecessario dell'esistenza senziente.

Da li in poi c'è Satana, il nemico dell'essere. Colui che vuole riportare tutti alla pace del buio, lontani dall'orrore senziente.

Aggiungo una nota dello psicologo Jordan Peterson in termini simili ai suoi: "Cosa passa per la testa di un asassino che fa una strage contro persone innocenti prima di togliersi la vita ? Alcuni lo fanno con in mente di ribellarsi a Dio, alcuni di ribellarsi al destino, alcuni al karma, alcuni alla società, ma una cosa sembrano avere in comune tutti quanti. Si sono tutti ribellati a qualcosa di più grande. La loro ribellione era contro il concetto di essere. Non volevano essere e hanno portato anche gli altri con se nel buio come ribellione, queste persone erano diventate Satana".




venerdì 29 gennaio 2021

Nisser

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I nisser (sing.: nisse) sono dei folletti più o meno piccoli che fanno parte del folklore scandinavo, in particolare i nisser dei fienili (fjøsnisser) e i nisser rossi (rødnisser) vengono spesso associati al periodo di natalizio in Danimarca e Norvegia. In questi paesi infatti il nome di Babbo Natale è appunto Julenissen cioè il nisse di Natale.
Si possono vedere ovunque; nelle vetrine dei negozi, sui davanzali delle finestre e sui muri di tutte le case e restano appesi in modo precario alle cornici dei quadri tenendosi con la punta delle dita.
I nisser sono considerati parenti scandinavi dei pixie e sono famosi per i loro dispetti con i quali si rivelano agli umani. Vengono spesso rappresentati vestiti con abiti poveri tipici della scandinavia del XIX secolo cioè: pantaloni Pantaloni alla zuava (o la gonna per le femmine), zoccoli di legno o scarpe di cuoio, calze di lana alte fino al ginocchio, maglioni tipici di lana, panciotti e camicie da lavoro e un lungo cappello a punta tipicamente rosso.
I nisser solitamente vivono nelle fattorie e nei fienili dove lavorano e curano gli animali in gran segreto, però il loro umore è molto difficile e se si sentono offesi si vendicano con i loro dispetti. Così per generazioni i bambini scandinavi hanno dovuto rappacificarsi con loro lasciando delle scodelle di pappa di riso e latte nascoste nei fienili o nelle soffitte. Infatti l'unica vera prova dei nisser è che la scodella è sempre vuota al mattino dopo.
Esistono però altri tipi di nisser come ad esempio i nisser delle navi (Skipsnisser) chiamati anche Klabautermann. Questi sono ritenuti i responsabili degli inconvenieti che accadono a bordo delle navi che quando non hanno un colpevole vengono considerati tradizionalmente i loro dispetti. Loro però vivono sulla nave, se ne prendono cura e sono considerati degli spiriti protettori, che secondo una leggenda diffusa nel Mar Baltico risiederebbero nelle navi che vengono trattate con cura e dedizione. I nisser comunque nonostante si tengano sempre nascosti proteggerebbo sia la struttura che l'equipaggio di tali navi.
La leggenda dei nisser ha ispirato numerossisime fiabe e canti natalizi tra i quali il tradizionale canto natalizio norvegese På låven sitter nissen di Margrethe Munthe (1860 – 1931).


giovedì 28 gennaio 2021

Omini verdi

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Omini verdi (in inglese Little Green Men) è il nome dato in ufologia e fantascienza ad una tipologia di extraterrestri. Con minore frequenza, il termine è utilizzato per descrivere esseri mitologici come i Goblin.

Descrizione

Gli omini verdi sono descritti come umanoidi caratterizzati da piccola statura e pelle di colore verde; talvolta sono rappresentati con antenne sulla testa.

Storia

Certe storie sugli omini verdi si ritrovano nel folclore prima ancora che a questi esseri si attribuisse un'origine extraterrestre. Si racconta che nel 1877 in Spagna, nel villaggio di Banjos, vennero trovati due bambini con la pelle di colore verde, che non sapevano dire da dove provenivano: probabilmente si trattava di bambini abbandonati e il colore della pelle poteva essere dovuto a clorosi provocata da denutrizione.
Uno studioso di folclore, Chris Auben, ha trovato nelle sue ricerche su giornali del XX secolo diversi articoli con riferimenti a storie relative al ritrovamento di omini verdi. Il primo di essi risale al 1899 e fu pubblicato negli USA sul giornale Atlanta Journal Constitution; l'omino verde a cui l'articolo faceva riferimento venne chiamato "Little Boy from Hurrah". Nel 1908 uscì un articolo sul Daily Kennebec Journal (Augusta, Maine) dove si usò per la prima volta il termine "omini verdi" con riferimento ad extraterrestri identificati come "marziani".
Un'altra storia racconta che nel 1910 (secondo altri nel 1915) un omino verde fu catturato in Italia, esattamente in Puglia, dopo la caduta di un veicolo extraterrestre. Anche durante gli anni trenta vennero riferiti avvistamenti di omini verdi: nel 1932 in Russia, nel villaggio di Viukovo (Oblast' di Jaroslavl') e nel 1933 in Canada a Cudworth, nel Saskatchewan. All'inizio degli anni cinquanta circolarono storie su piccoli uomini verdi rinvenuti dopo la caduta di dischi volanti; tali storie erano leggende metropolitane.
Nel 1965 il giornale La Cronica Matutina (Buenos Aires) pubblicò la notizia dell'avvistamento di piccoli uomini verdi avvenuto nell'ottobre dello stesso anno a Salta, in Argentina. Dalla fine degli anni settanta la popolarità degli omini verdi è andata gradualmente declinando in favore dei grigi, che sono diventati la forma più conosciuta e popolare di extraterrestri nel campo dell'ufologia e della fantascienza.

Omini verdi nella fantascienza

Nel romanzo Sotto le lune di Marte (A Princess of Mars, 1912) lo scrittore Edgar Rice Burroughs descrisse varie specie di Marziani, tra cui una razza con la pelle verde. Tra il 1920 e il 1950 gli omini verdi diventarono popolari grazie alle riviste di fantascienza con le storie di Flash Gordon e Buck Rogers.
Negli anni cinquanta gli omini verdi furono protagonisti di vari romanzi di fantascienza, tra cui The Case of the Little Green Men di Mack Reynolds (1951) e Marziani, andate a casa! di Fredric Brown (1954), una satira delle invasioni aliene.

mercoledì 27 gennaio 2021

Possiamo realizzare viaggi interstellari usando solo la fisica conosciuta?

Sì. Ovviamente.

Ma puoi dimenticare quello che hai visto in Star Trek o Star Wars.

Utilizzando la fisica conosciuta e la tecnologia attuale, la nostra unica possibilità di viaggiare interstellari richiederebbe un'astronave di generazione.





Sarebbero enormi astronavi, con idroponica, case, scuole e molte altre merci, dove le persone vivrebbero, si riprodurranno e moriranno.

L'obiettivo sarebbe che i tuoi discendenti arrivassero a destinazione, ma non tu.

Affinché le persone possano arrivare a destinazione, sarà fondamentale una tecnologia di animazione criogenica o sospesa. In questo modo le persone possono dormire per tutto il tempo del viaggio, andando a dormire e poi svegliarsi diversi anni, decenni o secoli dopo.

E ovviamente questo presenta un enorme problema, perché una nave del genere avrebbe bisogno di sistemi che funzionassero perfettamente, per il tempo necessario a compiere il viaggio.

Il che sarebbe problematico, considerando che anche ora non possiamo far funzionare la nostra tecnologia in modo impeccabile per così tanto tempo.

Inoltre, non dimenticare che sarebbe un viaggio di sola andata. Indipendentemente dal fatto che tu sia arrivato a destinazione o meno, rimarrebbe comunque il fatto che tutte le persone che hai lasciato sulla Terra non ti rivedranno mai più.

Il viaggio interstellare con la tecnologia attuale sarebbe un viaggio di sola andata, che richiederebbe tutto al suo equipaggio e qualsiasi guasto a un sistema critico significherebbe la morte di tutti a bordo.


martedì 26 gennaio 2021

Il draug

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Il draug o draugr (in islandese draugur, in danese, svedese e norvegese draugen), al plurale draugar, è una creatura non morta della mitologia norrena. Un'altra maniera per definirlo è aptrgangr (letteralmente "camminatore di nuovo", o "colui che cammina dopo la morte").

Etimologia

L'originale significato del termine in norreno era fantasma, il che rende draugr singenico con l'antico inglese dréag ("apparizione, fantasma"), il quale a sua volta è all'origine del gaelico dréag o driug ("portento, meteora"). Per contro, le parole "drago" (in norvegese drage) e "draugr" non sono imparentate, sebbene esistano draghi con comportamenti analoghi al draugr nel Beowulf, così come in alcune parti dell'Edda poetica (Fáfnir).
Al giorno d'oggi, il termine draugr viene usato per descrivere ogni tipo di redivivo del folklore nordico (in norvegese per esempio i vampiri vengono chiamati "draugr succhiasangue").

Caratteristiche

Aspetto

Si credeva che i draugar vivessero nelle tombe dei vichinghi morti e ne fossero il corpo; la presenza di un draugr poteva essere mostrata da una grande luce che brillava dal tumulo e che secondo le credenze consisteva in un fuoco che creava una barriera tra la terra dei vivi e quella dei morti.
Queste creature avevano una forza sovrumana, la possibilità di ingrandirsi a piacimento e portavano con sé l'inconfondibile odore della decomposizione; erano altresì conosciute per la loro capacità di alzarsi dalla tomba sotto forma di fili di fumo e "nuotare" attraverso rocce solide.
A seconda del loro aspetto esteriore potevano essere definiti nár-fölr ("pallidi come un cadavere") o tutto il contrario, hel-blár ("neri come la morte"; quest'ultimo colore in realtà consisteva in un blu scuro) o in una tinta marrone che copriva tutto il corpo.

Poteri

I draugar erano noti per avere numerosi doti magiche (chiamate trollskap) simili a quelle delle streghe e degli stregoni, come l'essere mutaforma, controllare le condizioni atmosferiche e vedere nel futuro. Tra le creature nelle quali potevano tramutarsi vanno citate la foca, un grande toro scorticato, un cavallo grigio con la schiena spezzata e senza orecchie o coda, un gatto che si sarebbe seduto sul petto di un dormiente per poi crescere progressivamente fino a far soffocare la vittima.
Altre abilità erano l'entrare nei sogni dei viventi, maledire le persone (come descritto nella Grettis saga, dove a Grettir viene lanciato un anatema che gli impedisce di diventare più forte) e portare la malattia in un villaggio; va altresì detto che potevano inoltre creare un'oscurità temporanea durante il giorno visto che, sebbene preferissero decisamente l'attività notturna, non sembravano essere vulnerabili alla luce solare come gli altri revenant.
Alcuni arrivavano persino ad essere immuni alle armi, tanto che solamente un eroe aveva il coraggio e la forza necessari per affrontare un nemico così formidabile, che spesso andava combattuto fino a ricacciarlo nella tomba: infatti, sebbene il ferro fosse in grado di ferire un draugr (come succedeva con molte creature soprannaturali) non era sufficiente per fermarlo.

Comportamento

I draugar lasciavano la propria tomba per visitare i viventi durante la notte, questo tipo di visite erano universalmente considerate eventi orribili che spesso finivano con la morte di qualcuno, il che avrebbe poi giustificato l'esumazione della tomba del draugr da parte di un eroe; il movente delle loro azioni stava principalmente nell'avidità e nell'invidia: la cupidigia li spingeva ad attaccare qualsiasi potenziale profanatore di tombe e l'invidia proveniva dal desiderio di ciò che avevano avuto da vivi, sia beni materiali che immateriali.
Potevano uccidere le proprie vittime in varie maniere: schiacciandole (a causa dell'aumento delle dimensioni il corpo del draugr veniva descritto come estremamente pesante), strappando e divorando loro la pelle, bevendone il sangue o indirettamente, facendoli impazzire. Gli animali che mangiavano nei pressi della tomba di un draugr, venivano portati alla follia a causa dell'influenza della creatura, fino a portarli alla morte, stessa sorte per gli uccelli, che potevano cadere morti passando sopra ad un tumulo.
I draugar non si limitavano a mietere vittime solo tra coloro si avvicinassero alla loro sepoltura: gli spettri erranti decimavano il bestiame facendo correre gli animali fino alla morte sia cavalcandoli che inseguendoli; i pastori, che passavano la notte all'aperto per via del loro mestiere, erano un altro bersaglio.

Contromisure

Tradizionalmente, un paio di forbici aperte venivano poste sul petto di una persona deceduta di recente e tra o suoi vestiti poteva venire nascosta della paglia o dei ramoscelli. Gli alluci venivano legati assieme e le piante dei piedi venivano infilzate da aghi, in maniera tale da trattenere il morto dal poter camminare. La tradizione diceva anche che la bara doveva venire alzata ed abbassata in tre direzioni differenti da quando veniva trasportata dalla casa, così da confondere un eventuale senso dell'orientamento del draugr.
Il sistema più efficiente per prevenire il ritorno del morto era l'uso di una porta speciale, attraverso la quale il cadavere veniva introdotto, circondato dalla gente, affinché non potesse vedere dove stava andando; la porta veniva poi murata. Si è ipotizzato che questa credenza abbia avuto origine in Danimarca, per poi diffondersi in tutta l'area nordica, essa si fondava sull'idea che il morto potesse uscire solamente da dove era entrato.
Rimedi più drastici, utilizzati nel momenti in cui il draugr diveniva una minaccia, consistevano invece nel tagliarne la testa, bruciarne il corpo e buttare le ceneri in mare; in parole povere l'importante era di essere assolutamente sicuri che fosse morto sul serio.
Da segnalare un metodo curioso, citato nell'Eyrbyggja saga, dove i draugar che infestavano una casa vennero scacciati tenendo una specie di processo: una ad una le creature vennero convocate e giudicate per poi esserere mandate fuori dall'abitazione, che venne poi purificata con acqua santa in maniera tale che non tornassero.

Draugar marini

Il collegamento tra draugr e mare può essere fatto risalire agli scrittori Jonas Lie e Regine Nordmann, così come ai dipinti di Theodor Kittelsen, che passò alcuni anni a Svolvær.
Nel folklore più recente i draugar vengono spesso identificati con gli spiriti dei marinai annegati in mare e descritti avente fattezze umane, eccetto che per la testa, composta interamente di alghe. In altri racconti, il draugr viene descritto come un pescatore senza testa, vestito con una cerata e che naviga in una nave a metà; questa caratteristica è comune nella parte più settentrionale della Norvegia, dove la vita e la cultura sono basate sulla pesca.
Una leggenda proveniente da Trøndelag narra di come un cadavere che giaceva sulla spiaggia divenne l'oggetto di una disputa tra due tipi di draugr; una fonte simile narra addirittura di un terzo tipo di draugr, il gleip, conosciuto per agganciarsi ai marinai che camminavano a riva e per farli scivolare sulle rocce umide.


Creature simili

Una variante del draugr è l'haugbui (dal norreno haugr "tumulo") un abitante dei tumuli, la differenza notevole tra i due sta nel fatto che l'haugbui non era capace di abbandonare la sua sepoltura ed attaccava solamente chi si introduceva nel suo territorio.

lunedì 25 gennaio 2021

La cosa più assurda rinvenuta sul fondo del mare

Un enorme fiume sottomarino scorre sul fondo del Mar Nero.



Come se non fosse di per sé sorprendente, il fiume è contornato di alberi e fogliame, preservatisi con l’arrivo dell’ultima era glaciale.

Se scorresse sulla terra ferma, risulterebbe il sesto corso d’acqua più grande al mondo per portata.

Il fiume presenta caratteristiche tipiche dei nostri fiumi usuali, quali argini, cascate e rapide.

L’acqua dei canali risulta più densa dell’acqua marina circostante, grazie ad una maggiore salinità ed i numerosi sedimenti trasportati. La differenza di densità tra i due liquidi ne consente la stratificazione, evitando che si mescolino.

Tuttavia, non è la prima volta che il fenomeno viene documentato: in Messico, una grotta subacquea ospita un altro fiume chiamato “Cenote Angelita”.



La scoperta avrebbe grandi implicazioni per lo studio della biologia marina, i cambiamenti climatici, nonchè la formazione geologica.

Inoltre, le informazioni ottenute potrebbero tornare utili a compagnie petrolifere interessate a sfruttare le riserve sommerse di petrolio e metano.


domenica 24 gennaio 2021

AMORC

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L'Antico e Mistico Ordine della Rosacroce (Antiquus Mysticusque Ordo Rosae Crucis in lingua latina), anche conosciuto con la sigla AMORC, o come Ordine della Rosa-Croce, definisce se stesso come un «movimento filosofico, iniziatico e tradizionale mondiale, non settario e non religioso, apolitico, aperto agli uomini e alle donne, senza distinzioni di razza, di religione o di posizione sociale». Il suo motto è: «la più ampia tolleranza nella più rigorosa indipendenza».
Il suo simbolo è una croce con al centro una rosa rossa. La croce non ha connotazione cristiana.
Fondato nel 1915 dall'americano Harvey Spencer Lewis a partire da una sintesi di insegnamenti Rosacroce antichi, l'AMORC sostiene di avere circa 250.000 membri nel mondo.

Storia

L'AMORC, benché fondato nel 1915, rivendica una filiazione con la fraternità mistica che, all'inizio del Seicento, si rese nota in Germania mediante la pubblicazione della Fama Fraternitatis (a Kassel nel 1614), e alcuni anni dopo (nel 1623) in Francia, per mezzo di manifesti che iniziavano con la dicitura: «Noi, Deputati del Collegio principale dei Fratelli della Rosa-Croce», affissi sui muri di Parigi.

Origini egizie, secondo due autori del Seicento

Alla stessa epoca (1617), nell'opera letteraria Post Clamores Silentium, l'alchimista tedesco Michael Maier fa risalire l'origine della Fraternità da lui chiamata Orden und Bruderschaft der Rosenkreutzer (Ordine e Fratellanza dei Rosacroce), all'antico Egitto. Vi narra che i Rosacroce sono «i successori dei collegi di Bramini indù, degli antichi Egizi, degli Eumòlpidi dei Misteri Eleusini e di Samotracia, dei Maghi di Persia, dei Gimnosofisti dell'Etiopia, dei Pitagorici e dei mistici dell'Arabia».
Anche nel libro Tractatus Apologeticus Rosae Cruce Societatis Integritatem (Trattato apologetico sull'autenticità della Società dei Rosacroce) datato 1617, di Robert Fludd, medico e rosacrociano inglese, viene narrato come «la saggezza [Rosacroce] fu estratta dalla dottrina dei geroglifici, che può venire contemplata nelle piramidi di Menfi, ove gli antichi filosofi la celebravano».
L'Egitto al quale si riferiscono Michael Maier e Robert Fludd è simboleggiato dal mitico personaggio di Ermete Trismegisto (ossia tre volte grande). Sin dall'inizio del secolo scorso l'AMORC è stato quindi in grado di sviluppare la teoria che fa risalire l'Ermetismo ai Saggi della XVIII dinastia egizia. D'altronde, l'insegnamento attuale dell'Ordine si ispira, in gran parte, all'Ermetismo egizio.


Origini egizie, secondo gli scritti di Harvey Spencer Lewis

Anche secondo Harvey Spencer Lewis (1883-1939), fondatore e primo Imperator dell'AMORC, l'origine tradizionale della Rosacroce viene individuata nell'antico Egitto. Lewis riteneva, infatti, che fosse esistito un unico Ordine Rosa-Croce attraverso le epoche, con varie denominazioni, e che l'AMORC ne fosse l'odierno erede. Sarebbe stato fondato dal faraone Thutmose III (ca. 1450 a.C.) il quale avrebbe raggruppato le «scuole dei misteri» esistenti in un'unica fratellanza. Successivamente, il faraone Amenofi IV (regnò ca. dal 1355 al 1335 a.C.) detto anche Akhenaton (nome che egli assunse quando fondò la religione monoteistica detta «Amarniana»), ne avrebbe proseguito l'operato.
Lewis scrive anche che, secondo la Tradizione orale Rosacroce, la grande Scuola dei Misteri di Thutmose III, chiamata «Grande Fratellanza Bianca» (il colore è simbolo di purezza e di luce, non si riferisce all'etnia dei partecipanti), diede vita ad un Ordine mistico. Quest'Ordine si estese via via nel mondo antico per mezzo dei filosofi greci che studiarono in Egitto, come Platone e Pitagora, adottando, ad un certo punto, il simbolo della Rosa e della Croce (la quale non è quindi una Croce Cristiana). Secoli dopo si sviluppò nei circoli degli alchimisti del Medioevo e si manifestò tramite l'Ordine dei Templari, prima di rivelare pubblicamente la propria esistenza all'inizio del Seicento.
Rispetto alle opinioni di Harvey Spencer Lewis, risalenti all'inizio del secolo scorso, la posizione attuale dell'AMORC riguardo alla propria ascendenza, fa riferimento a due origini: quella secondo la Tradizione Orale la quale, sebbene non dimostrabile, fa risalire le radici dell'Ordine all'epoca di Thutmose III, e quella storica che inserisce l'AMORC nel solco della Fraternità Rosacroce del Seicento.


Il ciclo dei 108 anni

Sempre secondo Harvey S. Lewis, l'Ordine sarebbe retto da cicli periodici di 108 anni, alternando periodi di sonno e di attività. Egli fa riferimento a un tale ciclo, così come alla fondazione dell'Ordine narrata nella sezione precedente, nel libro Complete History of the Rosicrucian Order (Storia Completa dell'Ordine della Rosa-Croce), pubblicato nel 1928.
Sempre secondo questo libro, Lewis narra di aver ricevuto nel 1909 un'iniziazione Rosa-Croce a Tolosa, in Francia, che gli conferì l'autorità di «risvegliare» l'Ordine Rosa-Croce negli Stati Uniti, dove era «in sonno» dalla fine del Settecento.

La Fondazione dell'AMORC

Fortemente attratto dal misticismo sin dalla giovane età, Lewis aveva presieduto il New York Institute for Psychical Research (Istituto per la ricerca psichica di New York). Tra i fondatori di questo Istituto vi furono personaggi come la scrittrice e poetessa Ella Wheeler Wilcox (1850-1919) e Isaac Kauffmann Funk (1839-1919) noto per i suoi lavori sulle scienze psichiche, fondatore della casa editrice Funk & Wagnalls (famosa per i suoi dizionari ed enciclopedie).
Harvey Spencer Lewis fondò l'AMORC nell'aprile del 1915, a New York.
Una degli ultimi discendenti dei Rosa-Croce d'America, la Signora May Banks-Stacey, si mise allora in contatto con Lewis. Gli rivelò la tecnica per accedere alla conoscenza delle sue vite anteriori. Lewis così «prese coscienza» di aver appartenuto, in una precedente incarnazione, ad una Confraternita mistica dell'antico Egitto. Durante queste esperienze psichiche, Harvey Spencer Lewis asserisce aver «riscoperto» varie conoscenze acquisite in vite precedenti. May Banks-Stacey gli consegnò quindi un piccolo scrigno ed alcuni manoscritti, risalenti ai primi Rosa-Croce che emigrarono in America nel 1694, sui quali egli riconobbe i simboli Rosa-Croce che aveva visto a Tolosa nel 1909.
Harvey Spencer Lewis fu anche iniziato alla massoneria, nel rito egiziano di Misraim Memphis, e fu accolto a Parigi dai più alti dignitari dei riti massonici. Camille Savoire, uno dei responsabili della massoneria francese, gli scrive nel 1928, esprimendo la propria simpatia ed il proprio interesse per l'insegnamento Rosa-Croce da lui divulgato. Va precisato che la massoneria e l'Ordine Rosa-Croce sono due organizzazioni tradizionali totalmente indipendenti, anche se legate da un retaggio comune e dal reciproco rispetto.
È stato anche scritto - da storici dell'esoterismo non appartenenti all'AMORC - che Lewis si interessò per un certo periodo alla Golden Dawn (ossia Ordine Ermetico dell'Alba d'Oro), senza esservi mai entrato. Sempre secondo alcune supposizioni, Lewis si sarebbe avvicinato all'inglese Aleister Crowley, seguace dell'Alba d'Oro. Secondo l'AMORC invece, Harvey Spencer Lewis non nutrì mai alcuna simpatia per Aleister Crowley, che criticò sin dall'ottobre 1916, presentandolo come un mago nero, un impostore che, contrariamente a quanto voleva far credere non fu mai un dirigente segreto, né dell'AMORC né tantomeno di qualsivoglia Collegio Rosa-Croce.
Si dice anche che il vero nome dell'AMORC, ossia il nome ermetico, segreto, tradizionale ed autentico, sia Antiquus Arcanus Ordo Rosæ Rubeæ et Aureæ Crucis (Ordine Antico e Segreto della Rosa Rossa e della Croce d'Oro). Tuttavia se questa denominazione è stata utilizzata da Harvey Spencer Lewis, in concomitanza con Antiquus Mysticusque Ordo Rosae Crucis, per contraddistinguere il Movimento da lui fondato, diverse altre Società hanno anch'esse usato nomi contenenti "rosa rossa" e "croce d'oro" causando confusione. Alcuni esempi:
  • L'Ordo Rosæ Rubeæ et Aureæ Crucis, cerchio interno della Golden Dawn.
  • L'Antiquus Arcanæ Ordinis Rosæ Rubeæ Aureæ Crucis, dal quale Spencer Lewis avrebbe ricevuto l'iniziazione a Tolosa.
  • L'Antique Arcanæ Ordinis Rosæ Rubeæ et Aureæ Crucis, del belga Emile Dantinne.
  • L'Antiquus Arcanus Ordo Rosæ Rubeæ et Aureæ Crucis, società austriaca creata nel 1937 da Eduard Munninger, che in precedenza era stato membro dell'AMORC.

Elementi di storia dell'AMORC, successivi alla fondazione

A partire dal 1930, i dirigenti dell'AMORC elessero un Consiglio composto dai responsabili delle varie giurisdizioni mondiali. Tra questi, il celebre pittore e «tibetologo» russo Nicolas Roeric' che viene nominato «Legato dell'AMORC per il Tibet». L'insegnamento odierno dell'AMORC reca ancora il marchio di alcune «tecniche» tibetane svelate da Roeric'.
Il primo Imperator moderno della Rosa-Croce fu quindi Harvey Spencer Lewis, dal 1915 al 1939; alla morte gli succedette il figlio Ralph Maxwell Lewis (1904-1987). Nel 1987, poiché Ralph M. Lewis non aveva designato un successore, il suo assistente Gary L. Stewart venne nominato Imperator. Ma nel 1990 fu rimosso dal Consiglio Supremo per incompetenza e cattiva gestione finanziaria Il Gran Maestro di Francia, Christian Bernard, venne quindi nominato Imperator. Bernard, nato nel 1951, è tutt'oggi il responsabile supremo dell'Ordine.
In Italia, la Grande Loggia si è stabilita nel 1929 con la nomina di Dunstano Cancellieri come Gran Maestro. Con sede a Milano dal 1994, nel 2001 si è stabilita a Ornano Grande (Colledara) in Abruzzo, all'ombra del Gran Sasso d'Italia.

Riferimenti all'AMORC nella letteratura contemporanea

Il romanzo Il simbolo perduto di Dan Brown pubblicato nel 2009, si riferisce più volte ed in maniera molto positiva alla Rosa-Croce, rendendo inoltre omaggio all'Antico e Mistico Ordine della Rosa-Croce, riconoscendolo implicitamente come l'erede dell'antica Tradizione Rosa-Croce.

Edith Piaf

Edith Gassion, cantante francese di fama mondiale nota come Edith Piaf (1915-1963), è stata membro dell'AMORC dall'aprile 1955 alla sua morte. A seguito della sua affiliazione, recava sempre al collo una catenina con una Rosacroce d'oro. Una sera, avendola dimenticata, si rifiutò di andare in scena fino a quando la sua guardarobiera non gliela portò.
Numerose personalità di fama mondiale (scrittori, attori, musicisti, registi, come pure docenti, scienziati, ricercatori, medici, uomini politici...) sono stati oppure sono attualmente membri nelle varie Giurisdizioni dell'Ordine Rosa-Croce; in genere, preferiscono rimanere anonimi, anche se spesso gli artisti esprimono la loro appartenenza all'AMORC attraverso un simbolismo celato nelle loro produzioni ma facilmente riconoscibile da parte dei rosacrociani.

Filosofia generale

La filosofia ontologica dell'AMORC enuncia che:
  • Dio è considerato come l'Intelligenza universale che ha pensato, manifestato ed animato la Creazione.
  • Quest'ultima è impregnata da un'Anima Universale che si evolve in costante ricerca della perfezione della propria natura.
  • La Vita è il supporto dell'evoluzione, sia nell'universo sia sulla Terra.
  • La Materia deve la propria esistenza ad un'energia vibratoria.
  • Tempo e Spazio sono stati di coscienza e non hanno alcuna realtà indipendente dall'Uomo.
  • Il destino di ogni essere umano è determinato dalla maniera in cui egli applica il proprio libero arbitrio e dal Karma che ne risulta.
  • L'evoluzione spirituale dell'Umanità è retta dalla legge della Reincarnazione ed ha come scopo ultimo il raggiungimento della Perfezione.
  • Al termine della propria evoluzione spirituale, l'anima di ogni essere umano reintegra l'Anima Universale in uno stato di totale purezza e di piena coscienza con l'Immanenza divina.

Insegnamento e finalità

L'AMORC, che tramanda una filosofia umanista e spiritualista, aiuta i propri membri a raggiungere un certo equilibrio interiore tramite il raggiungimento di una «padronanza della vita» di stampo esoterico e mistico. L'insegnamento messo a disposizione dei membri dell'AMORC consta di dodici gradi e si basa su di una ricerca e uno studio da compiere a casa propria. Coloro che lo desiderano, possono inoltre partecipare a riunioni collettive per assistere a rituali, ricevere iniziazioni nonché condividere con altri membri la comprensione di ciò che hanno studiato.
Secondo l'opuscolo «Il Dominio della Vita», l'insegnamento si presenta sotto forma di fascicoli di una decina di pagine, chiamati monografie, inviati per posta ai membri. Queste monografie trattano di vari argomenti mistici ed esoterici tra i quali: la natura divina, l'origine dell'universo, la struttura della materia, i concetti di tempo e spazio, le leggi della vita, lo scopo dell'evoluzione, l'anima dell'uomo e i suoi attributi, i fenomeni psichici, i misteri della morte, della reincarnazione e della vita dopo la morte, il simbolismo tradizionale ecc. Le monografie comprendono anche "esperienze" dedicate all'apprendimento di tecniche considerate fondamentali nel misticismo: il rilassamento, la concentrazione, la meditazione, la creazione mentale, l'alchimia spirituale, ecc.

I gradi

Vi è una determinata "progressione" da una monografia all'altra e da un grado all'altro, da cui l'aspetto iniziatico. Ecco i principali temi dei primi nove gradi:
  • 1º grado: La Materia (struttura, ruolo...)
  • 2º grado: La Coscienza (fasi, funzioni...)
  • 3º grado: La Vita (origine, caratteristiche...)
  • 4º grado: L'Ontologia (princìpi, leggi...)
  • 5º grado: La Filosofia secondo la tradizione Rosa-Croce (origini, correnti...)
  • 6º grado: Il Corpo fisico (funzioni, terapeutica e benessere...)
  • 7º grado: Il Corpo psichico (natura, facoltà...)
  • 8º grado: L'Anima (natura, facoltà...)
  • 9º grado: L'Alchimia spirituale (scopo, metodo...)
Ogni grado è preceduto da un'iniziazione. Vi sono tre ulteriori gradi dopo il nono.

Struttura e funzionamento

Il responsabile mondiale dell'AMORC è denominato «Imperator». Ogni Grande Loggia (detta anche Giurisdizione, ovvero raggruppamento di Paesi che usano la medesima lingua) è diretta da un «Gran Maestro» eletto dal «Consiglio Supremo», composto dagli altri «Gran Maestri». Il Consiglio Supremo elegge anche l'Imperator ed ha il potere di rimuoverlo. In ogni Giurisdizione, il Gran Maestro è coadiuvato, nel proprio operato, da «Gran Consiglieri» e da «Monitori Regionali». Vi sono anche, in ogni Giurisdizione, un certo numero di strutture locali («Organismi»), chiamate «Logge», «Capitoli» e «Pronaoi». Gli ufficiali di questi Organismi sono scelti da un Consiglio di Amministrazione e confermati nelle loro funzioni, che durano uno o due anni, dalla Grande Loggia.
Mondialmente l'Ordine è suddiviso in una ventina di Grandi Logge in base alla lingua, ad es. in Europa: Francese (che comprende tutti i Paesi di lingua francese come il Belgio, la Svizzera francofona ma anche molte Nazioni dell'Africa, Haiti ecc.), inglese, italiana (Italia e Canton Ticino), Tedesca, Spagnola, Olandese, dei Paesi nordici, Ceca, Polacca, Croata… e, oltre Europa: Statunitense, Latinoamericana, Portoghese-Brasiliana, Russa, Giapponese, Australiana e Neo-Zelandese, ecc.
La sede della Giurisdizione di lingua Italiana è in Abruzzo, quella della Francia in Normandia, quella statunitense a San Jose, in California, e via di seguito.
L'insegnamento ed i rituali sono i medesimi quale che sia la Giurisdizione. L'affiliazione all'AMORC è mondiale, ossia un membro può assistere ai rituali di qualsiasi Giurisdizione. Vengono organizzati periodicamente convegni regionali, nazionali, continentali (europei, latinoamericani ecc.) e mondiali.
In qualsiasi momento un membro dell'AMORC, chiamato rosacrociano(a), può mettere fine alla propria affiliazione, senza doversi giustificare. Può anche non frequentare gli Organismi, o smettere di farlo, senza doverne fornire il motivo. La quota associativa è la medesima, quale che sia l'avanzamento del membro, il grado raggiunto o l'eventuale funzione svolta in seno all'AMORC. Oltre alla quota associativa annuale, non vengono mai richiesti al membro ulteriori pagamenti, né quote aggiuntive, obbligatori.

Pubblicazioni

Nell'agosto 2001, l'Antico e Mistico Ordine della Rosa-Croce ha pubblicato la Positio Fraternitatis Rosae Crucis, presentato come il «quarto Manifesto Rosacroce» (dopo i tre del Seicento: Fama Fraternitatis (1614), Confessio Fraternitatis (1615) e Die Chymische Hochzeit – Le nozze chimiche (ovvero alchemiche) di Christian Rosenkreutz - 1616). A differenza degli altri tre manifesti, il contenuto della Positio non è esoterico. Propone al grande pubblico alcune considerazioni dei dirigenti di un Ordine mistico mondiale moderno, su come l'Ideale Rosa-Croce, trasmesso dall'AMORC, può contribuire ad illuminare l'umanità nel periodo di profonda crisi dei valori che sta attraversando.
Più recentemente, l'AMORC ha inoltre divulgato una «Dichiarazione Rosa-Croce dei Doveri dell'Uomo», pubblicata su vari quotidiani e riviste mondiali.
La giurisdizione di lingua inglese dell'AMORC pubblica regolarmente il Rose+Croix Journal, rivista on-line i cui articoli trattano di questioni relative alla scienza, l'arte, la filosofia, la spiritualità, l'esoterismo, la storia ed altre aree dell'attività umana.
L'AMORC-USA pubblica inoltre, dal 1930, il Rosicrucian Forum, una rivista riservata ai membri, il Rosicrucian Digest, e, in italiano, la rivista trimestrale «Rosa+Croce».



Attività

Il Museo Egizio

L'AMORC possiede, sin dagli anni trenta del secolo scorso, un museo di Antichità Egizie a San Jose (California), negli Stati Uniti. Recentemente una mummia di questo museo è stata oggetto di uno studio effettuato dall'ospedale della celebre Università di Stanford.

L'Università Internazionale Rosa-Croce (U.R.C.I.)

L'AMORC sin dall'inizio del XX secolo promuove una «Università di Ricerche». È composta da membri dell'AMORC competenti in un campo specifico della scienza e della cultura. Le ricerche vengono effettuate in settori diversi come: astronomia, ecologia, egittologia, informatica, medicina, musica, psicologia, scienze fisiche e "tradizioni esoteriche del passato". I risultati di queste ricerche sono regolarmente pubblicati nella rivista «Rosa+Croce», in libri e sono anche oggetto di conferenze e di seminari, alcuni pubblici, altri riservati ai membri.
 
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