lunedì 5 aprile 2021

Shiranui

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Lo shiranui (letteralmente "fuoco sconosciuto") è, secondo lo scrittore italiano Peter Kolosimo, un fenomeno inspiegabile che si verifica ogni anno, nella notte tra il 31 luglio e il 1º agosto, nel cielo sovrastante il mare al largo della città giapponese di Kumamoto. Verso l'alba, innumerevoli luci di color arancione si accendono sopra e dentro l'acqua, muovendosi freneticamente. Sono state proposte numerosi spiegazioni (plancton in risalita, presenza di pescherecci al largo, pesci sconosciuti), ma ognuna non spiega la totalità del fenomeno. Gli ufologi hanno una loro teoria, che si riallacerebbe a quelle sostenenti l'atterraggio di alieni nell'antichità: a causare lo Shiranui sarebbe una razza aliena vivente sul fondo del mare, intenta a celebrare il suo approdo sulla Terra. Per quanto ardita, questa teoria trova un supporto nella regolarità del ripetersi ininterrotto dello shiranui da centinaia di anni, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche e anche in periodi particolari per la storia del Giappone (il fenomeno si manifestò anche in piena seconda guerra mondiale) e dai continui avvistamenti di UFO in cielo durante il fenomeno. Su scala ridotta lo stesso sconcertante fenomeno accade a Ōshima (a sud di Tokyo): in questo caso gli ipotetici UFO sembrerebbero diretti verso antiche tombe raffiguranti, tra l'altro, strani esseri simili a quelli ritratti dai dogū che, per molti, altro non sarebbero che esseri alieni scesi sulla Terra in epoche remote.
Nella realtà non vi è alcuna traccia di questo presunto fenomeno, nessuna fotografia è stata reperibile e non si riscontra nessuna descrizione nelle guide della regione di Kumamoto.
L'origine della leggenda si può datare all'epoca dell'imperatore Keikō, conosciuto anche come Ōtarashihikōshirowake no Sumeramikoto, che regnò tra il 71 e il 130 d.C. La sua storia è narrata in due cronache giapponesi, il Kojiki e il Nihon Shoki. Nella seconda in particolare si racconta che l'imperatore Keikō, mentre navigava per fare ritorno dopo aver soggiogato le tribù dell'isola di Kyūshū, avrebbe visto luci misteriose brillare sul mare durante la notte e avrebbe chiesto al suo timoniere di raggiungerle. L'imperatore avrebbe chiesto inoltre spiegazioni sulla natura di quelle luci, ma nessuno seppe rispondere, così quel mare venne da allora chiamato Shiranui-kai, ovvero "Mare delle luci sconosciute". Quel mare è oggi noto come Yatsushiro-kai e si trova tra la regione di Kumamoto e le isole Amakusa. La stessa regione di Kumamoto è anche chiamata Hi no kuni ("Terra dei fuochi") a causa delle frequenti eruzioni del vicino vulcano Aso, uno dei più attivi del mondo. È probabile che anche le luci, secondo l'antica cronaca avvistate dall'imperatore Keikō, fossero legate all'intensa attività vulcanica della zona.

domenica 4 aprile 2021

Sinastria

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La sinastria è uno dei due metodi generalmente utilizzati in astrologia per studiare la relazione tra due persone, l'altro essendo il tema composito.
La sinastria è una tecnica di comparazione dei due temi natali considerati. Si analizzano dunque tanto gli interaspetti tra i diversi pianeti (congiunzione, sestile, trigono, quadratura, quinconce e opposizione) che la posizione rispettiva dei pianeti di una persona nelle case del tema natale dell'altra persona. Lo scopo è di capire come interagiranno i campi energetici delle due persone.
Sono considerati inoltre gli interaspetti più generali; in altre parole l'armonia o la mancanza di armonia fra i vari pianeti e luminari, in particolar modo il Sole, la Luna, Venere e Marte, Venere/Luna e Sole/Marte. Una particolare importanza è data agli interaspetti ripetuti due volte (es. Sole di A congiunto a Marte di B e Marte di A trigono a Sole di B), ossia a quelle che sono definite "doppie enfasi".
Di grandissimo rilievo sono gli aspetti dei pianeti lenti (Giove, Saturno, Urano, Nettuno e Plutone) di un soggetto su quelli personali dell'altro (Sole, Luna, Mercurio, Venere e Marte) e viceversa; l'analisi di queste configurazioni planetarie va oltre la lettura dei rapporti tra Sole Luna, Venere e Marte legate all'incontro e all'attrazione sessuale e danno una visione molto più profonda delle reali dinamiche del rapporto di coppia. La Sinastria tra due persone può essere calcolata anche online mediante software automatico ovviamente l'interpretazione dei risultati calcolati è invece necessario affidarla a esperti del settore. Per il calcolo della Sinastria è importante anche la domificazione che si sceglie. Solitamente le più utilizzate sono il Sistema Placidiano, Sistema di Koch, Sistema Regiomontano, Sistema delle Case Uguali di Huber, Sistema di J. Vehlow etc..
In sinastria è opportuno considerare gli aspetti dei pianeti con tolleranze molto più strette che non nel tema natale: 5 gradi per congiunzione; 5 gradi per opposizione; 4 gradi il trigono; 3 gradi la quadratura; 2 gradi il sestile; 2 gradi il quinconce. Per gli aspetti fra i punti cardinali (ASC, DISC, MC, FC) l'orbita di tolleranza è di 5 gradi.
L'analisi complessiva, che dovrebbe essere svolta solo dopo aver studiato le capacità individuali di relazione di ambedue i soggetti considerati, dovrebbe permettere di capire quali sono i fattori principali della relazione (equilibrio, stimolo, sicurezza...).

sabato 3 aprile 2021

Pesce vescovo

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Il Pesce vescovo, dall'inglese Sea bishop o Bishop-fish, è un mostro marino simile al Pesce monaco, di cui probabilmente costituisce una variante. Secondo la leggenda, nel 1531 un esemplare di questo animale fu catturato nel Mar Baltico e offerto in dono al re della Polonia. In seguito fu mostrato a dei vescovi cattolici e in quell'occasione chiese di essere liberato. Accordatogli questo favore, il pesce si fece il segno della croce e scomparve nel mare. Fu descritto e rappresentato nel quarto volume della Historia Animalium di Conrad Gesner.

Respirianesimo

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Il respirianesimo (in inglese breatharianism, talvolta reso in italiano come bretharianismo, bretarianismo) è una credenza pseudoscientifica i cui aderenti dichiarano - senza che ciò sia mai stato dimostrato oggettivamente - di essere in grado di sopravvivere senza mangiare (talvolta anche senza bere), e di nutrirsi semplicemente "respirando" (to breathe in inglese) prana (la presunta "energia vitale" dell'Induismo) o, in alcuni casi, l'energia del Sole. Sebbene questo concetto sia correlato principalmente all'ascetismo orientale, diversi sedicenti breathariani hanno sostenuto anche in Occidente questa presunta "pratica", in realtà estremamente pericolosa da un punto di vista medico.
Fra i più noti sedicenti respiriani si può citare l'australiana Ellen Greve (alias Jasmuheen), autrice di libri come Nutrirsi di luce, Ambasciatori di luce e Alimentazione pranica nei quali racconta il suo presunto percorso per "liberarsi" dalla necessità di assumere cibo. Jasmuheen sostiene di aver sperimentato l'alimentazione pranica fin dal 1993.
Nel 1999 partecipò alla trasmissione australiana 60 minutes, in cui fu sottoposta a ripresa televisiva senza sosta di una settimana al fine di verificare che non si nutrisse: già al secondo giorno manifestò i sintomi della disidratazione. La signora accusò di essere, a suo dire, "disturbata dall'inquinamento", e fu quindi trasferita in montagna, dove manifestò una forte disidratazione, problemi a parlare e perdita di peso; il programma fu interrotto su consiglio dei medici che temevano danni ai reni.
È stata citata in diverse pubblicazioni la presunta - e indimostrata - capacità di vivere senza nutrirsi di cibo da parte di alcuni grandi maestri esoterici, quali Babaji, Saint Germain, Elijah, Ram Bahadur Bomjon o più recentemente di Giri Bala e Teresa Neumann, che sostennero - senza fornire però prove scientifiche verificabili - di aver vissuto gran parte della loro vita senza mangiare né bere.
La posizione unanime della comunità scientifica è di totale scetticismo, data l'impossibilità biologica di sopravvivenza in assenza prolungata di nutrimento.
Le pratiche in questione, col trascorrere del tempo, porteranno ad un'inevitabile morte causata dalla mancanza di alimentazione corretta.
A pratiche pericolose di questo genere sono state inoltre associate delle casistiche di persone morte per inedia nel tentativo di seguirle.

giovedì 1 aprile 2021

Gerarchia degli angeli

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Secondo la tradizione ebraica e successivamente cristiana, gli angeli sono organizzati in una gerarchia di differenti ordini, detti nel medioevo cori angelici.
Queste gerarchie consistono in figure intermedie tra Dio e gli uomini, in quanto collegano e descrivono il rapporto esistente fra l'assoluta trascendenza divina e la sua attività nel mondo.
Lo Pseudo-Dionigi l'Areopagita, nel libro De coelesti hierarchia, indica alcuni passaggi del Nuovo Testamento, nello specifico la Lettera agli Efesini e la Lettera ai Colossesi, sulla cui base costruire uno schema di tre gerarchie, sfere o triadi di angeli, ognuna delle quali contiene tre ordini o cori. In decrescente ordine di potenza esse sono:
  • Prima gerarchia: Serafini, Cherubini, Troni
  • Seconda gerarchia: Dominazioni, Virtù, Potestà
  • Terza gerarchia: Principati, Arcangeli, Angeli
A partire da antiche tradizioni misteriche, ogni gerarchia era identificata inoltre con una delle orbite degli astri, dalle quali proveniva un coro, un'armonia recondita conosciuta come «musica delle sfere».
Nel canto ventottesimo del Paradiso dantesco è esplicita l'identificazione delle Gerarchie con le sfere celesti, disposte in cerchi concentrici attorno a Dio: «un punto vidi che raggiava lume /
acuto sì, che 'l viso ch'elli affoca /
chiuder conviensi per lo forte acume; /
e quale stella par quinci più poca, /
parrebbe luna, locata con esso /
come stella con stella si collòca
» (vv. 16-21).

Origini e fortuna della gerarchie angeliche

Un primo accenno alle Gerarchie si ha nell'Antico Testamento, dove gli angeli, pur comparendo all'inizio come semplici controfigure di Jahvè, ed acquistando solo in seguito i connotati di entità distinte, nel sogno di Giacobbe appaiono posizionati su una scala che unisce il cielo alla terra. La loro presenza sarà più esplicita negli scritti ebraici diffusi fra il III secolo a.C. e il V secolo successivo, quali Hekhalot, ed il Libro di Enoch, dove l'ascesa al cielo dell'omonimo patriarca è descritta come l'attraversamento di successive schiere angeliche fino alla visione beatifica del Nome.
La figura degli angeli, tuttavia, potrebbe avere anche un'origine pre-biblica, nutrendosi di antiche conoscenze sapienziali, astrologiche, ed esoteriche riguardanti esseri divini e soprannaturali, appartenenti alle culture persiana, assiro-babilonese, egiziana, spogliandosi in seguito delle diverse connotazioni politeistiche.
All'inizio dell'era cristiana l'angelologia veniva coltivata soprattutto dagli gnostici. Paolo di Tarso, pur polemizzando contro costoro, rappresentò la fonte principale del Nuovo Testamento da cui attingerà la futura angelologia cristiana utilizzando i suoi stessi accenni (Rom 8,38-40, 1 Cor 15,24, Col 1,16, Ef 1,21). Il testo di riferimento più famoso su questo tema sarà appunto il De coelesti hierarchia. Occorre considerare inoltre i contributi della filosofia classica e neoplatonica, tra cui il concetto di dynamis della metafisica di Proclo, negli influssi sull'angelologia cristiana.
La Chiesa cattolica cercò di limitare il culto degli angeli ai tre soli citati nella Bibbia, dirigendo la pietà dei fedeli verso il solo angelo custode. Si deve in ogni caso a Papa Gregorio la diffusione in Occidente delle gerarchie angeliche descritte dallo Pseudo-Dionigi l'Areopagita, anche se collocate in un ordine diverso da quello indicato da quest'ultimo.
Nel Medioevo altri schemi furono proposti, spesso collegati a considerazioni di natura astrologica e cosmologica. Riallaciandosi ancora a Dionigi, Tommaso d'Aquino scriveva nel XIII secolo:
«Vediamo dunque, da prima, il criterio della determinazione fatta da Dionigi. In proposito va ricordato che, secondo lui, la prima gerarchia apprende le ragioni delle cose in Dio stesso; la seconda, nelle loro cause universali; la terza nell'applicazione di esse agli effetti particolari. E poiché Dio è il fine non solamente dei ministeri angelici, ma di tutto il creato, alla prima gerarchia spetta considerare il fine; alla gerarchia di mezzo, disporre universalmente le cose da fare; all'ultima, invece, applicare le disposizioni agli effetti, e cioè eseguire l'opera. È evidente infatti che queste tre fasi si riscontrano nel processo di ogni operazione. Perciò Dionigi, che dai nomi degli ordini deriva le loro proprietà, nella prima gerarchia pose quegli ordini i cui nomi indicano un rapporto con Dio: cioè i Serafini, i Cherubini e i Troni. Nella gerarchia intermedia pose invece quegli ordini i cui nomi significano un certo universale governamento ovvero ordinamento: cioè le Dominazioni, le Virtù e le Potestà. Nella terza gerarchia infine pose quegli ordini i cui nomi designano l'esecuzione dell'opera: cioè i Principati, gli Arcangeli e gli Angeli.»
(Tommaso d'Aquino, Summa teologica, I, 108, 6)
Secondo ulteriori concezioni astrologiche ed esoteriche, risalenti a remote dottrine iniziatiche e riprese anche da Dante Alighieri nella sua Divina Commedia, ogni gerarchia angelica dominava su una delle nove sfere celesti ruotanti al di sopra della Terra, da intendere come le orbite planetarie di luoghi celesti di cui i diversi pianeti non sarebbero che una manifestazione riduttiva a livello fisico. È questa una delle rappresentazioni più recenti dell'angelologia sviluppatasi a partire dalla scuola antroposofica creata dall'esoterista Rudolf Steiner.

Prima sfera

«[...] I cerchi primi
t'hanno mostrato Serafi e Cherubi.
Così veloci seguono i suoi vimi,
per somigliarsi al punto quanto ponno;
e posson quanto a veder son soblimi.
Quelli altri amori che 'ntorno li vonno,
si chiaman Troni del divino aspetto,
per che 'l primo ternaro terminonno.»
(Divina Commedia, Paradiso, XXVIII, 98-108)

Serafini

I Serafini (nome ebraico Seraphim) appartengono al più alto ordine di Angeli, quello situato nel cielo Empireo, o cristallino, il più prossimo a Dio, da cui ricevono in forma immediata le idee e le direttive con cui far evolvere un complesso cosmico.
La Bibbia li raffigura come angeli dotati di sei ali: due per volare, due per coprirsi il volto e due per coprirsi i piedi. Cantano continuamente le lodi di Dio: «Santo, Santo, Santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della Sua gloria».
È anche detto che cantano la musica delle sfere, regolando il movimento del cielo, così come loro comandato, e che ardendo di amore e zelo per Dio, emanano una luce così potente e brillante che nessuno, se non occhi divini, può guardarli.
Francesco d'Assisi viene anche appellato "Serafico" perché, al momento di ricevere le stigmate, il Signore gli apparve in una visione in cui si mostrava Crocefisso e velato da sei ali come un Serafino; e dalle Sue mani, piedi e costato, partirono i raggi che segnarono il corpo di Francesco rendendolo simile a Lui. Sarebbe così stata esaudita la preghiera di Francesco: "Fa' o Signore che io possa soffrire per te tanto quanto lo può una creatura umana e amarti quanto lo può un cuore umano".
I serafini vengono menzionati alcune volte nella Bibbia solo nel libro di Isaia. Secondo Tommaso d'Aquino, i serafini presiedevano alla carità e i cherubini alla scienza.

Cherubini

I Cherubini (nome ebraico Cherubim) risiedono oltre il trono di Dio, nelle profondità del firmamento, o cielo stellato dello zodiaco; sono perciò i guardiani della luce e delle stelle. Essi rielaborano le intuizioni immediate dei Serafini traducendole in riflessioni e pensieri di saggezza riguardanti l'evoluzione dei sistemi planetari.
La Bibbia li raffigura come esseri con quattro ali e quattro facce, ovvero una umana, una di bue, una di leone ed infine una di aquila. I Cherubini vengono inoltre descritti come angeli dediti alla protezione, posti a guardia dell'Eden e del trono di Dio. Ad essi è attribuita una perfetta conoscenza di Dio, superata soltanto dall'amore di Dio dei serafini.
Sempre secondo la Bibbia, le sculture di due cherubini contrapposti erano rappresentate sul coperchio dell'Arca dell'Alleanza. Essi vengono menzionati di solito al plurale, ma anche al singolare.

Troni

I Troni (in ebraico ophanim, in greco Thronoi) sono esseri angelici dalla forma mutevole e dagli infiniti colori. Il loro luogo spirituale è il settimo cielo, che corrisponde all'orbita di Saturno. Il loro compito è quello di tradurre in opera la sapienza e il pensiero elaborato dai Cherubini.
Vengono descritti dalla Bibbia come ruote intersecate ad altre ruote, delle quali se una si muove avanti e indietro, l'altra si muove da un lato all'altro. Si tratta di ruote dotate di innumerevoli occhi, secondo l'immagine presente nel libro di Ezechiele, dove il profeta Ezechiele descrive la visione dei cieli; il profeta non descrive esplicitamente queste ruote come angeli, ma come oggetti o "creature viventi" che possiedono uno spirito.
L'apostolo Paolo usa il termine troni nella lettera ai Colossesi. Secondo Steiner, si deve ai Troni il fatto che l'universo esista in forma fisica così come lo conosciamo, grazie all'emanazione della loro stessa sostanza di calore, sviluppatasi in densità.

Seconda sfera

«In essa gerarcia son l'altre dee:
prima Dominazioni, e poi Virtudi;
l'ordine terzo di Podestadi èe.»
(Divina Commedia, Paradiso, XXVIII, 121-123)

Dominazioni

Le Dominazioni (in ebraico hashmallim, in greco Kyriotetes) esercitano la loro influenza a partire dalla sfera orbitante di Giove. Essi hanno il compito di regolare i compiti degli angeli inferiori. Ricevono i loro ordini dai Serafini, Cherubini o direttamente da Dio, e devono assicurarsi che il cosmo sia sempre in ordine.
Pseudo Dionigi usò il nome di Dominazioni per indicare una categoria di "intelligenze celesti" libere da qualsiasi legame con le dimensioni più basse, e volta interamente verso l'Essere Sovrano.
Sono gli angeli ai quali Dio affida la forza del dominare. Si suppone essi compongano l'esercito dell'Apocalisse, e da loro dipendano l'ordine universale e la disciplina ferrea alla quale gli angeli inferiori si rivolgono per mantenerlo.
Il termine dominazioni è usato da Paolo di Tarso nella lettera ai Colossesi.

Virtù

Le Virtù, anche chiamate "Fortezze" (in greco Dynameis) risiedono nella sfera orbitale di Marte.
Per Dionigi, «il nome delle sante Virtù significa coraggio saldo e intrepidità in tutte le attività, un coraggio che mai si stanca di accogliere le illuminazioni donate dal Principio divino».
Sono menzionati da Paolo di Tarso nella Lettera agli Efesini (1,21). Spiriti combattenti, che presiedono ai grandi cambiamenti della storia, nella prospettiva esoterica dell'antroposofia di Rudolf Steiner le Virtù definiscono l'archetipo, in termini di qualità specifiche, degli elementi creati, in quanto si deve a loro tutto ciò che nel creato muta e si evolve, come ad esempio la trasformazione del seme in una pianta.

Potestà

Le Potestà (in ebraico Elohim, in greco Exusiai) estendono il loro dominio sul Sole. Descritti dalla Bibbia come esseri angelici dai molti colori, simili a vapori nebbiosi, sono gli elementi portanti della coscienza e i custodi della storia. Sono descritti da Dante come accademicamente guidati e interessati alla sapienza, a discipline quali filosofia, teologia, religione, e ai documenti che appartengono a questi studi. In una prospettiva esoterica, le Potestà si occupano di guidare l'evoluzione della Terra verso una successiva epoca cosmica, pianificando e sorvegliando lo sviluppo e la distribuzione di poteri all'umanità. Nella credenza popolare essi sono gli angeli che accompagnano le decisioni dei padri e li consigliano nella cura della famiglia.
Paolo di Tarso usa il termine potestà nella lettera ai Colossesi e nella lettera agli Efesini. Egli tuttavia usa sia il termine potenza che autorità nella lettera agli Efesini, per riferirsi a questo tipo di angeli: le potenze svilupperebbero le ideologie, laddove le autorità scrivono i documenti e le dottrine.
Entrambe sono comunque coinvolte nella formulazione delle ideologie. Mentre però le potenze comprendono tutto, le autorità si focalizzano su particolari linee di conoscenza, specializzandosi nel codificare quelle idee, e nella produzione di documenti concettuali a quelle inerenti. Secondo la dottrina della chiesa cattolica, le Potestà frenano l'azione dei demoni e con la loro virtù possono anche scacciarli.

Terza sfera

«Poscia ne' due penultimi tripudi
Principati e Arcangeli si girano;
l'ultimo è tutto d'Angelici ludi.»
(Divina Commedia, Paradiso, XXVIII, 124-126)
Alla terza sfera appartengono quegli angeli che assolvono la funzione di messaggeri del Cielo.

Principati

I Principati (in greco Archai) esercitano i loro influssi dall'orbita di Venere. Esseri angelici dalla forma simile a raggi di luce, si trovano oltre il gruppo degli arcangeli. Sono gli spiriti della storia e del tempo, guardiani delle nazioni e delle contee, e di tutto quello che concerne i loro problemi ed eventi, inclusa la politica, i problemi militari, il commercio e lo scambio.
Paolo usa il termine principati nelle lettere ai Colossesi e agli Efesini.
Il compito dei Principati consiste nell'ispirare la nascita di nuove idee o invenzioni in grado di segnare una certa epoca, facendo anche in modo che l'uomo acquisisca sempre più consapevolezza del suo periodo storico, per trovare in questo il suo posto, non lasciandosi trascinare dal progresso della civiltà, bensì appropriandosene, per vivere pienamente il destino in cui si trova collocato.

Arcangeli

Gli Arcangeli, il cui influsso giunge fino a Mercurio, appartengono al secondo ordine della terza sfera; questi angeli tendono ad essere i più grandi consiglieri e amministratori inviati dal Cielo. Un arcangelo ha normalmente un ruolo di grande importanza nei riguardi dell'uomo. Secondo l'angelologia dello Pseudo-Dionigi, tuttavia, gli arcangeli stanno appena sopra l'ordine più basso, quello degli angeli comuni. Nella prospettiva antroposofica, i compiti degli arcangeli consistono nell'ispirare e proteggere grandi gruppi di persone, come nazioni, popolazioni o gruppi etnici; essi perciò sono chiamati anche spiriti del popolo. Ciò li distingue dagli Angeli, che invece si occupano dei singoli individui (angeli custodi) o dei piccoli gruppi.
La parola "arcangelo" è usata solamente due volte nelle Scritture (ma diverse volte nel Septuaginta). Alcuni insistono sul punto che gli arcangeli non sono divisi in separati ordini, ma nella tradizione cattolica gli arcangeli (Michele, Raffaele, Gabriele, e in alcuni casi Uriel), sono cherubini o serafini, oltre che essere arcangeli. Come è scritto nella Bibbia, Lucifero era "come un cherubino"; in seguito alla sua ribellione a Dio, fu affrontato, sconfitto e gettato (per l'eternità) nel pozzo infernale da parte dell'arcangelo Michele.

Angeli

Gli Angeli appartengono all'ordine più basso della gerarchia; sono i più vicini agli uomini e ai singoli individui, sovraintendendo a tutte le loro occupazioni. Risiedono infatti nello spazio cosmico più prossimo alla Terra, quello della Luna.
Rappresentano la coscienza della singola persona, custodendo la memoria della sua vita e, in un'ottica esoterica, delle sue diverse incarnazioni. All'interno della categoria degli angeli ci sono, in ogni caso, differenze di molti tipi. Gli angeli vengono sovente inviati come messaggeri agli uomini. La parola "angelo" proviene dal greco anghelos, cioè "messaggero".
Nel cattolicesimo, tutte le gerarchie angeliche vengono lodate dall'umanità grazie alla corona angelica, una corona simile ad un rosario, con la quale si pregano gli angeli di ogni gerarchia e si chiede loro di intercedere presso Dio per ottenere delle grazie. Essa consente inoltre di ricevere, in particolari giorni, anche indulgenze, se opportunamente benedetta da un sacerdote.

Gerarchia angelica ebraica

Maimonide, nel suo Mishneh Torah: Yesodei ha-Torah, conta dieci ranghi di angeli nella gerarchia angelica ebraica, iniziando dal più alto:
Rango Angelo Note
1 Chayot Ha Kodesh

2 Ophanim

3 Erelim Vedi Libro di Isaia 33:7
4 Hashmallim Vedi Libro di Ezechiele 1:4
5 Seraphim Vedi Libro di Isaia 6
6 Malakhim Messaggeri, angeli
7 Elohim "Esseri divini"
8 Bene Elohim "Figli di esseri divini"
9 Cherubini Vedi Talmud Hagigah 13b
10 Ishim "esseri antropomorfi", vedi Libro di Daniele 10:5

Gerarchia angelica cabalistica

Nell'ebraismo, inoltre, l'angelologia cercò indizi di supporto nella Bibbia e trovò la sua piena fioritura nella cabala. Nella scuola cabalistica di Girona, ambiente catalano del XII secolo, l'assegnazione di un angelo a 72 segmenti dello zodiaco, ognuno di 5°, consentì la formulazione di oroscopi inculturando le tradizioni astrologiche pagane, diffuse dal Tetrabiblos di Claudio Tolomeo, e aggirando così il divieto per i pii ebrei di prestar fede alle stelle dello zodiaco. Il numero 72 o il suo multiplo 216 era associato al nome di Dio Shemhamphorasch, creato prendendo una o tre lettere dai nomi dei 72 angeli.
Secondo la Cabala, come descritta dall'Ordine ermetico dell'alba dorata, associazione esoterica del XIX secolo, ogni coro di angeli della gerarchia ebraica è comandato da un arcangelo ed è in corrispondenza con uno dei sephirot.
Rango Coro di Angeli Traduzione Arcangelo Sephirah
1 Hayot Ha Kodesh Animali Santi Metatron Keter
2 Ophanim Ruote Raziel Chokmah
3 Erelim Troni Tzaphkiel Binah
4 Hashmallim Gli Elettrici Tzadkiel Chesed
5 Seraphim Gli Ardenti Khamael Gevurah
6 Malakhim Messaggeri, angeli Raffaele Tipheret
7 Elohim Dei Haniel Netzach
8 Bene Elohim Figli divini Michele Hod
9 Cherubini I Forti Gabriele Yesod
10 Ishim Persone Sandalphon Malkuth



mercoledì 31 marzo 2021

Conte di Saint-Germain

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Il Conte di Saint-Germain (1712? – Eckernförde, 27 febbraio 1784) è stato un alchimista e avventuriero francese, e personaggio di rilievo alla corte di Francia, vissuto nel XVIII secolo in Europa.

Origini

Le origini del conte di Saint-Germain rimangono avvolte nel mistero: per alcuni si suppone che sia stato figlio illegittimo di Francesco II Rákóczi, principe di Transilvania della principessa Violante Beatrice di Baviera, appartenente alla dinastia dei Wittelsbach e granduchessa di Toscana. Secondo questa teoria, sarebbe stato educato a Firenze da Gian Gastone de' Medici, cognato di Violante. Altre leggende lo vogliono figlio naturale della regina di Spagna Maria Anna del Palatinato-Neuburg (vedova di Carlo II di Spagna), e di un aristocratico, il conte di Melgar.

Attività certe

Le sue attività erano quelle di cortigiano in viaggio tra Inghilterra, Francia, Paesi Bassi, Russia, Germania. Compare per la prima volta verso il 1740 esule dall'Inghilterra introdotto alla corte di Francia. Famoso per la sua grande cultura, abile musicista, conoscitore di molte lingue, pittore e soprattutto grande alchimista, produttore di portentosi cosmetici. Ebbe anche incarichi diplomatici e fu affiliato ad una società segreta dell'ordine dei Rosacroce. Viene citato nelle memorie di Giacomo Casanova ma anche Voltaire, Mozart, Madame de Pompadour e Cagliostro lo incontrarono. Alcune sue caratteristiche più stravaganti, come quella di sparire all'improvviso e di riapparire contemporaneamente in più luoghi, insieme alla sua attività protratta per molti anni, se non per secoli, indussero addirittura alcuni a pensare che non si trattasse di un'unica persona, ma di un di gruppo di individui con lo stesso aspetto e la stessa identità esterna introdotte presso le corti europee.
Saint-Germain lascia Londra nel 1746 e se ne perdono le tracce per dodici anni. Per alcuni si ritira in Germania per consacrarsi agli studi alchemici, per altri compie un lungo viaggio fino all'India e al Tibet. Giunge a Parigi nel 1758 e fin dall'inizio formula una richiesta al marchese Marigny, direttore dei Bâtiments du Roi, per ottenere uno spazio dove installare un laboratorio alchemico, promettendo a Luigi XV, «la più ricca e rara delle scoperte mai compiute». È così che ottiene una parte del castello di Chambord. Grazie alla marchesa di Pompadour, Saint-Germain riesce anche ad avere un incontro con il sovrano.
Il conte ottiene quindi la simpatia del sovrano, ma è detestato dal potente ministro duca di Choiseul, che lancerà una campagna per screditare, senza riuscirvi, il sedicente alchimista. Nel 1760 è invece l'accusa di spionaggio ad obbligare il conte a lasciare Parigi alla volta dei Paesi Bassi. Negli anni successivi lo si ritrova in Inghilterra, Italia, Russia e Prussia, dove nel 1766 si pone sotto la protezione di Federico II. Finirà i suoi ultimi anni ospite del principe Carlo d'Assia-Kassel.

Nella cultura popolare

Il conte di Saint-Germain è citato in varie opere letterarie ed artistiche: tra le altre, egli appare come personaggio della novella La dama di picche, dello scrittore russo Aleksandr Puškin, e nel celebre romanzo di Umberto Eco Il pendolo di Foucault, come figura costantemente evocata dai protagonisti e soltanto alla fine del romanzo impersonata da un sanguinario impostore. Viene citato anche nella Trilogia Delle Gemme dove occupa un ruolo di rilievo e si dice che abbia scoperto la Pietra Filosofale infatti sarebbe immortale. Infine è uno dei naufraghi del manga "Drifters". Infine, viene anche mostrato nei libri de "I segreti di Nicholas Flamel, l'immortale" di Michael Scott (scrittore) come amico di Nicolas Flamel e di sua moglie Perenelle Flamel.

martedì 30 marzo 2021

Titivillus

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Titivillus è un diavolo che nel Medioevo si credeva lavorasse alle dipendenze di Belfagor, Lucifero o Satana per indurre in errore i copisti.

Storia

La prima menzione attestata del nome Titivillus è quella del Tractatus de Penitentia (ca. 1285), di Johannes Galensis (Giovanni del Galles). Ma secondo alcuni studiosi il primo a nominarlo fu il frate e scrittore tedesco Cesario di Heisterbach.
Titivillus viene anche indicato come un raccoglitore delle chiacchierate inutili che avvengono durante le funzioni religiose; e delle parole mal pronunciate, borbottate oppure omesse nelle funzioni stesse; per portarle nell'Inferno e includerle nelle colpe dei peccatori.
Gli fu attribuita la qualifica di "diavolo patrono degli scribi", in quanto Titivillus forniva una comoda scusa per giustificare gli errori che capitavano facilmente durante la copia dei manoscritti.
Marc Drogin, nel suo manuale didattico Medieval calligraphy: Its History and Technique (La calligrafia medievale: storia e tecnica) del 1980, indica che for the past half-century every edition of "The Oxford English Dictionary" has listed an incorrect page reference for, of all things, a footnote on the earliest mention of Titivillus. (Nel mezzo secolo passato ogni edizione de "The Oxford English Dictionary" ha elencato un riferimento di pagina scorretto riguardo, ironia della sorte, una nota a pie' di pagina sulle prime citazioni di Titivillus).
Titivillus ottenne un importante ruolo come figura sovversiva della commedia, con commenti satirici sulla vanità umana, nel Dramma liturgico tardo-medievale inglese, in particolare nel Teatro del Mistero, come ad es. nel Iudicium che termina il Ciclo di Towneley (o Ciclo di Wakefield). Svolse un ruolo antagonistico nella commedia inglese Mankind.
In un anonimo trattato devozionale inglese del XV secolo, Myroure of Oure Ladye (Lo specchio di Nostra Signora), Titivillus così presenta sé stesso (I.xx.54): I am a poure dyuel, and my name ys Tytyvyllus... I muste eche day... brynge my master a thousande pokes full of faylynges, and of neglygences in syllable and wordes. (Sono un povero diavolo, e il mio nome è Titivillus... Devo ogni giorno... portare al mio padrone un migliaio di borse piene di errori, e di negligenze nelle sillabe e nelle parole).
Nel Monasterio de Santa María la Real de las Huelgas di Burgos (Spagna) è custodita una tavola dipinta (ca. 1485) attribuita a Diego de la Cruz, dove sopra il manto protettivo della Vergine della Misericordia si trovano due diavoli; uno dei quali porta un fardello di libri sulla spalla, che secondo il professor Joaquín Yarza Luaces rappresenterebbe Titivillus.

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Porta il nome di Titivillus Mostre Editoria una Casa editrice di Corazzano, frazione di San Miniato (PI), specializzata nell'editoria teatrale.
 
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