Il Conte di Saint-Germain (1712?
– Eckernförde, 27 febbraio 1784) è stato un alchimista e
avventuriero francese, e personaggio di rilievo alla corte di
Francia, vissuto nel XVIII secolo in Europa.
Origini
Le origini del conte di Saint-Germain
rimangono avvolte nel mistero: per alcuni si suppone che sia stato
figlio illegittimo di Francesco II Rákóczi, principe di
Transilvania della principessa Violante Beatrice di Baviera,
appartenente alla dinastia dei Wittelsbach e granduchessa di Toscana.
Secondo questa teoria, sarebbe stato educato a Firenze da Gian
Gastone de' Medici, cognato di Violante. Altre leggende lo vogliono
figlio naturale della regina di Spagna Maria Anna del
Palatinato-Neuburg (vedova di Carlo II di Spagna), e di un
aristocratico, il conte di Melgar.
Attività certe
Le sue attività erano quelle di
cortigiano in viaggio tra Inghilterra, Francia, Paesi Bassi, Russia,
Germania. Compare per la prima volta verso il 1740 esule
dall'Inghilterra introdotto alla corte di Francia. Famoso per la sua
grande cultura, abile musicista, conoscitore di molte lingue, pittore
e soprattutto grande alchimista, produttore di portentosi cosmetici.
Ebbe anche incarichi diplomatici e fu affiliato ad una società
segreta dell'ordine dei Rosacroce. Viene citato nelle memorie di
Giacomo Casanova ma anche Voltaire, Mozart, Madame de Pompadour e
Cagliostro lo incontrarono. Alcune sue caratteristiche più
stravaganti, come quella di sparire all'improvviso e di riapparire
contemporaneamente in più luoghi, insieme alla sua attività
protratta per molti anni, se non per secoli, indussero addirittura
alcuni a pensare che non si trattasse di un'unica persona, ma di un
di gruppo di individui con lo stesso aspetto e la stessa identità
esterna introdotte presso le corti europee.
Saint-Germain lascia Londra nel 1746 e
se ne perdono le tracce per dodici anni. Per alcuni si ritira in
Germania per consacrarsi agli studi alchemici, per altri compie un
lungo viaggio fino all'India e al Tibet. Giunge a Parigi nel 1758 e
fin dall'inizio formula una richiesta al marchese Marigny, direttore
dei Bâtiments du Roi, per ottenere uno spazio dove installare un
laboratorio alchemico, promettendo a Luigi XV, «la più ricca e rara
delle scoperte mai compiute». È così che ottiene una parte del
castello di Chambord. Grazie alla marchesa di Pompadour,
Saint-Germain riesce anche ad avere un incontro con il sovrano.
Il conte ottiene quindi la simpatia del
sovrano, ma è detestato dal potente ministro duca di Choiseul, che
lancerà una campagna per screditare, senza riuscirvi, il sedicente
alchimista. Nel 1760 è invece l'accusa di spionaggio ad obbligare il
conte a lasciare Parigi alla volta dei Paesi Bassi. Negli anni
successivi lo si ritrova in Inghilterra, Italia, Russia e Prussia,
dove nel 1766 si pone sotto la protezione di Federico II. Finirà i
suoi ultimi anni ospite del principe Carlo d'Assia-Kassel.
Nella cultura popolare
Il conte di Saint-Germain è citato in
varie opere letterarie ed artistiche: tra le altre, egli appare come
personaggio della novella La dama di picche, dello scrittore
russo Aleksandr Puškin, e nel celebre romanzo di Umberto Eco Il
pendolo di Foucault, come figura costantemente evocata dai
protagonisti e soltanto alla fine del romanzo impersonata da un
sanguinario impostore. Viene citato anche nella Trilogia Delle Gemme
dove occupa un ruolo di rilievo e si dice che abbia scoperto la
Pietra Filosofale infatti sarebbe immortale. Infine è uno dei
naufraghi del manga "Drifters". Infine, viene anche
mostrato nei libri de "I segreti di Nicholas Flamel,
l'immortale" di Michael Scott (scrittore) come amico di Nicolas
Flamel e di sua moglie Perenelle Flamel.
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