Con diavolo (definito anche
demonio) si vuole indicare, nella religione, una entità
spirituale o soprannaturale malvagia, distruttrice, menzognera o
contrapposta a Dio, all'angelo, al bene e alla verità.
Origine del termine
- Il termine "diavolo" deriva dal latino tardo diabŏlus, traduzione fin dalla prima versione della Vulgata (V secolo d.C.) del termine greco Διάβολος, diábolos, ("dividere", "colui che divide", "calunniatore", "accusatore"; derivato dal greco -διαβάλλω, diabàllo, composizione di dia "attraverso" bàllo "getto, metto", indi getto, caccio attraverso, trafiggo, metaforicamente anche calunnio).
Nell'antica Grecia διάβολος era un aggettivo denotante qualcosa, o qualcuno, calunniatore e diffamatorio; fu usato nel III secolo a.C. per tradurre, nella Septuaginta, l'ebraico Śāṭān ("avversario", "nemico", "colui che si oppone", "accusatore in giudizio", "contraddittore"; reso negli scritti cristiani come Satanas e qui inteso come "avversario, nemico di Dio").
- Il termine "demònio" deriva dal latino tardo daemonium traslitterazione del greco δαιμόνιον, daimónion, (sempre dal greco δαιμόνιος, daimónios, "appartenente agli dèi", "che è in rapporto con un δαίμων", "ammirabile", "sorprendente") e quindi collegato a δαίμων, dáimōn, il cui significato originario in lingua greca è quello di demone, entità soprannaturali "neutre",cioè che potevan essere sia benevole sia malevoli. Solo col cristianesimo assunse esclusivamente un significato negativo. Infatti tale termine greco nel Nuovo Testamento è presente sia con l'originale senso neutro di 'divinità', che con quello di angelo caduto.
Già nella Septuaginta, e in altre traduzioni dall'ebraico al greco, tale termine occorreva ad indicare l'ebraico שְׂעִירִ֖ים (śe'îrîm: capre selvatiche, →satiri, capre demoni), צִיִּים֙ (siyyim: dimoranti del deserto, bestie selvatiche), אֱלִילִ֑ים ('elilim: idoli), שֵּׁדִים֙ (šēdîm, shedim: spiriti tutelari, idolo), גָּד (Gad: nome ebreo di un dio della Fortuna) e יָשׁ֥וּד (yâšûd: devastare, il devastatore).
Nelle religioni
Ebraismo
Nell'Ebraismo non esiste il concetto di
diavolo come nel Cristianesimo o nell'Islam. In ebraico, il termine
biblico ha-satan (שָׂטָן)
significa "l'avversario" o l'ostacolo, o anche
"l'accusatore in giudizio, contraddittore" (sottolineando
così che Dio viene visto come il Giudice finale).
Nel Libro di Giobbe (Iyov), ha-satan
è la qualifica, non il nome proprio, di un angelo sottomesso a Dio:
egli è il capo-accusatore della corte divina. Nell'Ebraismo ha-satan
non è malvagio, ma piuttosto indica a Dio le cattive azioni ed
inclinazioni dell'umanità. Essenzialmente ha-satan non ha
potere a meno che gli umani non compiano azioni malvagie. Dopo che
Dio fa notare la devozione di Giobbe, ha-satan chiede il
permesso di mettere alla prova la sua fede. A quest'uomo retto
vengono sottratte la famiglia, le proprietà, ed in seguito, la
salute, ma rimane ancora pieno di fede verso Dio. Alla fine di questo
libro Dio appare come un mulinello d'aria, spiegando a tutti che la
giustizia divina è imperscrutabile. Nell'epilogo vengono restituiti
a Giobbe i suoi averi ed egli ha una seconda famiglia per
"rimpiazzare" la prima che era deceduta.
Nella Torah, ha-satan viene
menzionato diverse volte. L'occasione principale è durante
l'incidente del vitello d'oro: come fonte dell'inclinazione malvagia
del popolo, o yetser harah, è responsabile per la costruzione
da parte degli Israeliti del vitello d'oro mentre Mosè era sul Monte
Sinai a ricevere la Torah da Dio. Nel libro delle Cronache, ha-satan
incita Davide ad un censimento illegale.
Di fatto, il Libro di Isaia, Giobbe,
Qoelet e Deuteronomio hanno tutti passi in cui a Dio viene attribuito
l'esercizio del controllo sovrano sul bene e sul male.
Gli Esseni vedono il mondo come terreno
di lotta tra i figli della luce e i figli delle tenebre, teorizzando
la magia angelica. Nel Libro dei Giubilei le teorie sulle
schiere angeliche, sui nomi degli angeli, sulle loro funzioni, hanno
un posto di rilievo. Soprattutto, nella loro teologia, agli angeli è
riservato un ruolo importante nella guerra contro i figli delle
tenebre, capeggiati da Belial.
Giudaismo ellenistico
La versione dei Settanta utilizza la
parola diabolos al posto di ha-satan in due casi,
entrambi riguardanti gli esseri soprannaturali:
Giobbe 1:6 "Or accadde un giorno,
che i figliuoli di Dio vennero a presentarsi davanti all'Eterno, e il
diavolo venne anch'egli in mezzo a loro."
Zaccaria 3:1 "Poi il Signore mi
fece veder Giosuè, sommo sacerdote, che stava ritto in piè davanti
all'Angelo del Signore; e il diavolo stava alla sua destra,
per essergli contra, come parte avversa."
Ma quando la parola ebraica satan si riferisce ad un essere
umano, è trascritta (σαταν), e non tradotta (διάβολος):
1 Re 11:23 "Iddio suscitò un
altro satan (σαταν) a Salomone: Rezon, figliuolo
d'Eliada, ch'era fuggito dal suo signore Hadadezer, re di Tsoba."
Questa distinzione si riscontra in
altri testi ebraici.
Cristianesimo
Secondo la dottrina cattolica il
diavolo è noto anche con il nome di Satana e talvolta come Lucifero,
sebbene la maggior parte degli studiosi riconoscano che il
riferimento in Isaia 14,12 a Lucifero, o la Stella del Mattino, sia
in relazione al re babilonese. Secondo alcune lezioni della teologia
cattolica, il Diavolo è il più bello tra gli angeli e per un atto
di orgoglio si è ribellato a Dio. La teologia cattolica lo descrive
come un essere che odia la creazione e tutta l'umanità operando con
menzogne e false promesse affinché l'essere umano rinunci alla sua
figliolanza divina, al suo legame con Dio.
Altri Cristiani (ad esempio i
cristadelfiani) pensano che il diavolo nella Bibbia si riferisca
figurativamente al peccato e alla tentazione umani e a qualsiasi
sistema umano in contrapposizione a Dio.
Nel cattolicesimo il diavolo viene
identificato con il serpente nel Giardino dell'Eden, con il dragone
nell'Apocalisse di Giovanni, e con il tentatore dei Vangeli. È
menzionato più frequentemente nei Vangeli, specialmente in
riferimento alla forza trainante dietro la crocifissione di Cristo.
Sulla personalità e azione del diavolo
è interessante quanto il dott. Gabriele Amorth, esorcista ufficiale
della Chiesa cattolica, ricava dalle sue esperienze dirette: da esse,
e da analoghe presentazioni di altri autori, emerge il pensiero
cattolico circa il diavolo: essere personale che influisce nella vita
di ogni uomo.
Il diavolo è uno spirito che tiene
incatenati agli inferi le persone che sono in stato di peccato
mortale infatti Gesù dice "chi non è con me è contro di me e
chi non raccoglie con me disperde" 12, 30. Le persone che
perseverano in questo stato fino alla morte sono condannate al
supplizio eterno (parte 3, articolo 8, sezione 4 versetto 1861) e
vengono punite per sempre dal diavolo e dai suoi seguaci all'inferno
(San Tommaso D'Aquino, Summa Teologica, supp. III, argomento 97). Al
diavolo è stato dato un potere enorme in questo mondo principalmente
sulla morte (Concilio di Trento, Sess. 5a, Decretum de peccato
originali, canone 1: DS 1511) 2,14, secondo le parole di San
Giovanni: "Tutto il mondo giace sotto il potere del maligno"
5,19. Il Signore infatti si è incarnato proprio per distruggere le
opere del Maligno 3,8.
Il demonio preferisce agire nell'ombra
senza farsi scovare perché appena viene scovato e individuato il suo
potere può essere facilmente indebolito o annullato. Per fare ciò
il suo modo di operare preferito è la tentazione, la quale si
presenta agli occhi dell'uomo sempre come una cosa attraente e
"desiderabile per acquistare saggezza" 3,6. Infatti essendo
uno spirito può manifestarsi in parole, pensieri o atti contrari
alla legge di Dio e all'insegnamento di Gesù (San Tommaso d'Aquino,
Summa theologiae, I-II, q. 71, a. 6: Ed. Leon. 7, 8-9). Nella maggior
parte dei casi preferisce lasciare le sue vittime libere di operare
nel mondo per spargere la zizzania mentre perseguita e tenta
particolarmente quelli che si sono decisi per Dio e per i suoi
comandamenti come spiega San Giovanni nelle sue lettere.
Sull'origine del diavolo nelle credenze
cristiane compie una disamina non cristiana lo storico francese
Georges Minois nel suo saggio Le diable. Minois sottolinea che
l'immagine del diavolo è indissolubilmente legata al concetto di
"agonismo cosmico" e "divino".
L'idea cristiana di diavolo è erede,
secondo Minois, di numerosi attributi di altre religioni del vicino
Oriente. Miti agonici erano presenti in area egizia (il dio Seth
contro il dio Horus), babilonese (Gilgameš contro il mostro Huwawa,
il dio Marduk contro il mostro Tiāmat nell'Enûma Eliš) e nella
religione cananea (il dio Baal contro il dio infero Mot). Sono
presenti pure elementi greco-romani: la lotta di Zeus e di suo figlio
Dioniso, forze vitali, contro i Titani di Crono, divoratore dei
propri figli; Eracle contro l'Idra, e Teseo contro il Minotauro.
Il predecessore del diavolo
ebraico-cristiano è, per Minois, Angra Mainyu (pahlavico Ahrimane)
che, con il suo esercito malefico di demonii (daeva), era il
principio del male nel Mazdeismo (Zoroastrismo) iranico e quindi
persiano. Nell'Antico Testamento c'era un Satana accusatore ed
oppositore, non una maligna potestà. La concezione cambiò sotto
l'influsso di testi della letteratura apocalittica non canonica
dell'Ebraismo che trattava anche di una rivolta degli angeli contro
Dio (Libro dei Custodi, Libro dei Giganti, Visione
di Enoch, Libro di Enoch, Libro dei Giubilei, Libro
di Adamo). Anche la comunità ascetico-monastica degli Esseni di
Qumram, i “figli della luce”, si considerava artefice della
vittoria imminente su Satana. Le due forze cosmiche rivali, il Bene
ed il Male, si preparano allo scontro escatologico finale che porterà
alla vittoria del bene. Sia nelle sette apocalittiche dell'Ebraismo
sia nella comunità di Qumram è evidente l'influsso del dualismo
metafisico iranico del Mazdeismo: Ahura Mazdā, dio del Bene e della
Verità, contro Angra Mainyu, principio del Male e della Menzogna.
«È all'interno di questa confusa letteratura che il diavolo, qualunque sia il suo nome - Satana, Belial, Mastema, Semihazaz, ecc.- acquista le caratteristiche che gli sono proprie nel Nuovo Testamento: angelo caduto, per lussuria o superbia, che si è fatto nemico di Dio e dell'uomo, che egli cerca di mettere contro il suo Creatore, e che sparge il male ovunque» |
(Georges Minois. Op. cit., p. 24) |
Il diavolo dunque, quasi assente
nell'Antico Testamento, si affermò nel Cristianesimo. Egli ha
antenati dalla Mesopotamia, dalla Persia e dalla Grecia.
Nell'Ebraismo l'idea di un avversario del diavolo si fece strada dopo
l'esilio a Babilonia e i contatti con i Persiani.
Un testo degli Esseni recita:
"Dall'angelo della tenebra deriva ogni aberrazione [...], gli
spiriti come lui sono intenti a far cadere i figli della luce".
Gli Esseni formularono per primi un concetto di Inferno. Scrive di
loro lo storico Giuseppe Flavio : " Alle anime cattive
assegnano una grotta buia e tempestosa, piena di supplizi infiniti".
Il già citato Libro di Enoch in ambiente ebraico parla per la prima
volta di angeli ribelli a Dio.
Sant'Agostino rifiutò questo libro che
invece fu pienamente accolto da Tertulliano, Origene e dal filosofo
Giustino. Quest'ultimo, riecheggiando il Libro di Enoch, ma anche
Genesi 6,4, scrisse: "Gli angeli trasgredirono agli ordini di
Dio, si accoppiarono con donne generarono figli, cioè i cosiddetti
demoni". La teologia cristiana mantenne l'idea che Satana fosse
un ex angelo, rifacendosi ad un passo del profeta Isaia (14. 12):
"Tu, portatore di luce, figlio dell'aurora, perché sei caduto
dal cielo?". Il "portatore di luce" diventò Lucifero.
L'idea che il demonio abitasse sottoterra non era così diffusa
presso i primi cristiani. San Paolo scrive (Efesini, 2: 2):
"principe delle potenze dell'aria, quello spirito che ora opera
negli uomini ribelli" e, più oltre, aggiunge (Efesini, 6:
12): " spiriti del Male che abitano nelle regioni celesti".
Soprattutto influssi della cultura dei Greci e dei Romani
trasferirono Satana agli Inferi: l'Ade dei Greci, ad esempio, di cui
c'è un cenno nel Fedone di Platone e poi nell'Odissea (XI libro)
quando Ulisse scende nell'Ade per incontrare l'indovino Tiresia. Nel
Tardo Medioevo Satana diventò una figura orripilante, mostruosa e
paurosa, dai tratti orrendamente bestiali come negli affreschi di
Giotto (Cappella degli Scrovegni) e del Beato Angelico o nella
descrizione dantesca della Divina Commedia (Inferno XXXIV,
vv.37- 60). Tratti animaleschi del diavolo medioevale richiamano
altre divinità pagane: il celtico Cernumnos, con palchi
ramificati da cervo; l'etrusco Tuchulcha, con becco ricurvo,
ali da avvoltoio e serpenti al posto di capelli; ed in particolare il
dio greco Pan, selvaggio, terrificante (anche per le sue urla) e
dedito ai piaceri sessuali della carne (con un grande fallo, era
rappresentato dedito alla masturbazione, alla bisessualità e alla
violenza sessuale). Nel 1215, durante il Concilio Lateranense IV, la
Chiesa emanò il documento Firmiter che elencava princìpi
dottrinali. Uno di essi recitava: "Il diavolo e gli altri demoni
sono stati creati buoni da Dio, ma da se stessi si sono trasformati
in malvagi. L'uomo ha poi peccato per suggestione del demonio".
La interpretazione della figura e del
ruolo del diavolo fu una delle origini delle "eresie"
cristiane; comevad esempio nel bogomilismo che, in sintesi, riteneva
che Dio avesse due figli: Satanael (il diavolo), il primogenito, e
Michele (l'Arcangelo). Satanel si ribellò al padre e si trasformò
in una creatura malvagia la quale, una volta cacciata dal regno dei
cieli, creò l'inferno e la terra, cercando nel contempo, di generare
l'uomo: non riuscendovi chiese aiuto al padre che soffiò l'anima nel
corpo inanimato. Così ormai padrone dell'uomo per aver creato la sua
parte materiale, Satanel permise ad Adamo di colonizzare la terra.
Islam
Nell'Islam il diavolo prende il nome di
Iblis (arabo: Shaytan, un termine che si riferisce ad esseri
malvagi simili al diavolo). Secondo il Corano, Dio creò Iblis dal
"fuoco senza fumo" e creò l'uomo dall'argilla. La
caratteristica principale del Diavolo, oltre alla hýbris, è che non
ha altro potere se non quello di gettare suggestioni malvagie nel
cuore degli uomini e delle donne.
Secondo la teologia musulmana, Iblis
venne espulso dalla grazia di Dio quando gli disobbedì scegliendo di
non rendere omaggio ad Adamo, il padre dell'intera umanità. Egli
sostenne di essere superiore ad Adamo, basandosi sul fatto che
l'uomo, a differenza di sé, era fatto di terra. Come per gli angeli,
essi si prostrarono ad Adamo per mostrare il loro omaggio e la loro
obbedienza a Dio. Tuttavia a Iblis, inamovibile dal punto di vista
che l'uomo era inferiore, e a cui, a differenza degli angeli, venne
data la capacità di scegliere, fece la scelta di non obbedire a Dio.
Ciò lo portò ad essere espulso da Dio, un atto di cui Iblis accusò
l'umanità. Inizialmente, il Diavolo riuscì ad ingannare Adamo, ma
una volta che le sue intenzioni divennero chiare, Adamo ed Eva si
pentirono dei loro peccati davanti a Dio e vennero liberati dai loro
misfatti e perdonati. Dio diede loro un forte avvertimento riguardo
Iblis ed i fuochi dell'Inferno, e chiese a loro e ai loro figli
(umanità) di stare lontano dalle illusioni dei loro sensi causate
dal Diavolo.
Secondo i versi del Corano, la missione
del Diavolo fino alla Qiyama, o Giorno della Resurrezione (yawm
al-qiyāma), è quella di ingannare i figli di Adamo (l'umanità).
Dopo di ciò, egli verrà posto tra i fuochi dell'Inferno insieme a
coloro che ha illuso. Il Diavolo è noto anche come uno dei jinn,
anche se la natura del diavolo è il fuoco e quella dei jinn è
quella del nerofumo, sebbene creato dalle fiamme. Il Corano non
raffigura Iblis come il nemico di Dio, poiché Dio è supremo a tutte
le sue creazioni ed Iblis è solo una di queste. Il solo nemico di
Iblis è l'umanità: egli vuole scoraggiare gli uomini dall'obbedire
a Dio. Perciò l'umanità è avvertita del fatto che dovrà lottare
(jihād) contro le malizie del Diavolo e le tentazioni che
egli instillerà in loro: coloro che riusciranno in questo verranno
ricompensati con il Paradiso (jannat al-firdaws),
raggiungibile solo con una condotta giusta.
Zoroastrismo
Angra Mainyu (avestico) o
Ahreman e Arimane (pahlavico) o Ahriman (fārsì)
è, nella religione mazdeista, il nome dello spirito malvagio guida
di una schiera di "demòni" indicati come daēva.
Angra Mainyu ("Spirito del Male")
è lo spirito malvagio e distruttore, l'avversario di Spenta Mainyu
("Santo Spirito"; pahlavico Spentomad) lo spirito santo del
Bene e guida degli "angeli" indicati come Ameša Spenta.
L'origine di Angra Mainyu è dibattuta dagli studiosi. Alcuni lo
intendono una creatura spirituale celeste del Dio unico creatore
Ahura Mazdā e a lui successivamente ribellatasi per libera scelta.
«La teologia di Zarathustra
non è 'dualista' in senso stretto, poiché Ahura Mazdā non è
messo a confronto con un 'anti-dio'; l'opposizione si esplicita,
all'origine tra i due Spiriti. D'altra parte è più volte
sottintesa l'unità tra Ahura Mazdā e lo Spirito SAnto (Y.,43:3;
ecc.). Insomma il Bene e il Male, il santo e il demone procedono
entrambi da Ahura Mazdā, ma poiché Angra Mainyu ha scelto
liberamente la sua natura e la sua vocazione malefica, il Signore
non può essere considerato responsabile della comparsa del Male.»
|
(Mircea Eliade. Zarathustra e la religione iranica in Storia delle credenze e delle idee religiose vol.I. Milano, Rizzoli, 2006, pag.331 pag.337) |
«Non è necessario
attribuire ad Ahura Mazdā la paternità dello Spirito
Distruttore. Come ha suggerito Gershevitch, basta pensare che il
Signore Saggio abbia generato lo Spirito, probabilmente sotto
forma di due Spiriti (diremmo noi); ma questi si sono
differenziati soltanto- e qui sta il punto fondamentale- per loro
libera scelta»
|
(Jacques Duchesne-Guillemin. L'Iran antico e Zoroastro in Storia delle religioni (a cura di Henri-Charles Puech) vol.2. Bari, Laterza, 1977, pag. 146) |
«Come si è detto, è
certamente il dualismo -un dualismo eminentemente etico- il tratto
più caratteristico ed originale del pensiero di Zoroastro. Esso
ne completa, quasi giustificandola sul piano logico, la visione
tendenzialmente monoteistica. [...] In realtà l'insegnamento
gathico dev'essere propriamente definito dualistico nella sua
ispirazione di fondo: esso si presenta come un "monoteismo
dualistico" in cui il potere divino è limitato, per così
dire, dalla presenza del Male su un piano che precede e trascende
quello della vita materiale, che da tale presenza è a sua volta
pesantemente e drammaticamente condizionata.»
|
(Gherardo Gnoli. Le religioni dell'antico Iran e Zoroastro in Giovanni Filoramo (a cura di) Storia delle religioni vol.1 Le Religioni antiche. Bari, Laterza, 1994, pag.400) |
Alcuni studiosi ritengono che la figura
di Angra Mainyu abbia ispirato negli ebrei la figura di Satana, come
avversario di Dio, questo dopo il ritorno dall'esilio in Babilonia
(VI secolo a.C.).
Bahaismo
Nelle Scritture del Bahaismo, il
"diavolo" o il "satanico" può assumere diversi
significati. A volte viene usato per riferirsi all'interpretazione
Bahá'í di Satana. Altre volte si riferisce a persone che sono
comandate dalla loro stessa bassa natura. In questo senso, la fede
Bahá'í pensa che alcune persone malvagie siano diavoli incarnati,
non nel senso di essere governati da una forza malvagia esterna, ma
dai propri desideri egoistici. Bab definisce i suoi persecutori come
"i seguaci del diavolo". La possessione demoniaca
menzionata nella Bibbia è considerata essere un altro esempio di
individui che sono comandati dai loro bassi istinti. Shoghi Effendi
ha scritto:
«Riguardo alla tua domanda
relativa alla condizione di queste persone che vengono descritte
nei vangeli come se fossero possedute da diavoli; ciò dovrebbe
essere interpretato figurativamente; il diavolo o Satana è un
simbolo delle forze oscure e malvagie che cedono alla tentazione.»
|
Nel contesto della tentazione di Gesù
nel deserto, il diavolo viene interpretato come la natura umana di
Gesù. Questa gli ha mostrato ciò che poteva ottenere con i suoi
poteri, se avesse seguito le vie del mondo. Tuttavia, lo Spirito
Santo all'interno di Cristo si rifiutò di sottomettersi alla natura
più spregevole, scegliendo di seguire invece la volontà di Dio.
La fede Bahá'í insegna che Satana è
anche un metafora dell'"ego insistente" o dell'"ego
più infimo" che è un'inclinazione innata all'interno di ogni
individuo. Questa tendenza viene spesso citata nelle Scritture Bahá'í
come "il Malvagio". Bahá'u'lláh ha scritto:
«Vegliate su voi stessi,
poiché il Malvagio giace in attesa, pronto ad intrappolarvi.
Proteggetevi dai suoi mezzi maligni, e, guidati dalla luce del
nome del Dio che vede tutto, rifuggete dall'oscurità che vi
circonda.»
|
«Questa bassa natura
nell'uomo è simboleggiata da Satana - l'ego malvagio all'interno
di noi, non una personalità malvagia esterna.»
|
Neopaganesimo
La tradizione cristiana ha spesso
identificato le religioni pagane e la stregoneria con l'influenza di
Satana. Nel Medioevo la Chiesa accusò presunte streghe di essere
spose e cospirare con Satana. Alcuni scrittori moderni conservatori,
come Jack Chick e James Dobson, hanno descritto il neopagano odierno
e le religioni stregonesche come esplicitamente satanici.
Nel paganesimo e nel neopaganesimo,
così come nella Wicca la figura del satana/diavolo biblico non
esiste.
Nonostante molti gruppi neopagani
venerino il Dio Cornuto, come ad esempio il consorte della Grande
Madre nella religione Wicca, queste divinità non hanno nulla a che
fare con il Demonio cristiano propriamente inteso come figura maligna
e portatore di malvagità, ma solitamente rispecchiano figure come il
Dio Cernunnos oppure il Dio Pan. Qualsiasi somiglianza abbiano con il
Diavolo cristiano risale solamente al XIX secolo, quando una reazione
cristiana alla crescente importanza di Pan nella letteratura e nelle
arti portò a far sì che la sua immagine venisse identificata con
quella del Diavolo.
Movimento New Age
Gli aderenti al movimento New Age hanno
punti di vista molto diversi su Satana, il Diavolo ed entità simili.
In alcune forme di Cristianesimo esoterico Satana rimane un'entità
malvagia, o almeno una metafora del peccato e del materialismo, ma la
tendenza più diffusa è quella di negare completamente la sua
esistenza. Lucifero, d'altra parte, nel significato originario romano
di "portatore di luce", appare talvolta negli scritti di
alcuni gruppi come una figura metaforica abbastanza distinta da
Satana, e senza alcuna implicazione con il male. Ad esempio, la
fondatrice della Teosofia Madame Blavatsky diede alla sua rivista il
nome Lucifer poiché voleva che fosse una "portatrice di
luce". Molte scuole di pensiero New Age seguono una filosofia
non-dualistica che non riconosce una forza centrale per il male;
Anche quando viene seguito un modello dualistico, questo è molto
spesso affine al sistema cinese dello yin e yang, in cui il bene ed
il male sono contrapposti in un chiaro dualismo ,ma complementari uno
all'altro. Sono presenti anche scuole di pensiero che mettono in
rilievo una guerra spirituale tra il bene ed il male o tra la luce e
l'oscurità, come la filosofia di Rudolf Steiner, Agni Yoga e la
Chiesa Universale e Trionfante.
Satanismo
Alcune sette venerano il Diavolo. Ciò
si realizza in un senso politeistico in cui "Dio", Satana,
e altri sono tutte divinità con Satana che è il patrono preferito;
oppure in un punto di vista più monoteistico in cui Dio viene
considerato un vero dio, ma viene tuttavia sfidato.
Alcune varianti negano totalmente
l'esistenza di Dio e del Diavolo, ma comunque prendono il nome di
satanisti, come ad esempio la Chiesa di Satana di Anton LaVey che
vede Satana come una rappresentazione dello stato originario e
naturale dell'umanità.
Induismo
A differenza del Cristianesimo,
dell'Islam, e dello Zoroastrismo, l'Induismo non riconosce alcuna
forza o entità malvagia principale come il Diavolo in opposizione a
Dio. L'Induismo riconosce però che esseri ed entità differenti (ad
esempio, gli Asura) possano compiere atti malvagi, sotto il dominio
temporaneo del guna chiamato tamas, e causare sofferenze agli
uomini. Le guna rajasica e tamasica del Maya sono considerate molto
vicine al concetto abramitico, ovvero come le porzioni diaboliche
dell'Illusione Definitiva chiamata "Prakriti". Una
rappresentazione di ciò è il concetto di Advaita (non-dualismo)
dove non si distinguono il bene ed il male ma semplicemente
differenti livelli di comprensione.
D'altra parte nell'Induismo, che dà
assai spazio al contrappunto, esiste anche la nozione di dvaita
(dualismo) in cui c'è un'interazione tra le tendenze buone e quelle
malvagie. Un'Asura importante è Rahu le cui caratteristiche sono
simili a quelle del Diavolo Tuttavia, gli Indù, e i Vaishnava in
particolare, credono che un avatar di Vishnu si incarni per
sconfiggere il male quando raggiunge la sua massima potenza. Il
concetto di Guna e Karma spiegano inoltre il male come un grado,
piuttosto che come l'influenza di un diavolo.
Per essere più specifici, la filosofia
Indù indica che l'unica cosa esistente (Verità) è il Dio
Onnipotente. Così, tutte le tendenze degli asura sono inferiori e la
maggior parte esiste solamente come illusione nella mente. Gli Asura
sono anche persone differenti in cui cattive motivazioni ed
intenzioni (tamas) hanno temporaneamente soppiantato quelle buone
(Sattva). Esseri diversi come siddha, gandharva, yaksha
ed altri vengono considerati entità a differenza dell'umanità, ed
in qualche modo sono superiori agli uomini.
Nell'Ayyavalismo, ufficialmente un ramo
dell'Induismo prominente a Tamil Nadu (uno Stato meridionale
nell'India con retaggio Dravidiano), i seguaci, a differenza di molte
altre correnti dell'Induismo, credono in una figura simile a Satana,
Kroni. Kroni, secondo gli Ayyavali è la manifestazione primordiale
del male e si manifesta in svariate forme, come ad esempio, Ravana,
Duryodhana ecc., in diverse epoche o yuga. Di contro a questa
manifestazione del male, i credenti della religione ayyavaliana
credono che Dio, come Vishnu si manifesti nei Suoi avatar quali Rama
e Krishna per sconfiggere il male. Infine, Ekam con lo spirito (lo
spirito assunto da Narayana solo per incarnarsi nel mondo) Narayana
si incarna nel mondo come Ayya Vaikundar per distruggere la
manifestazione ultima di Kroni, Kaliyam.
Kroni, lo spirito di Kali Yuga viene
considerato onnipresente in questa epoca e si crede sia una delle
ragioni per cui i seguaci dell'Ayyavalismo, come la maggior parte
degli Indù, ritengano che l'attuale yuga, Kali Yuga, sia così
degradata.
Buddhismo
Una figura simile a quella del diavolo
nel Buddismo è Mara. Egli è un tentatore, che ha tentato anche
Gautama Buddha cercando di sedurlo con la visione di bellissime donne
che, in varie leggende, sono spesso riconosciute come le figlie di
Mara. Mara personifica l'incapacità, la "morte" della vita
spirituale. Egli cerca di distrarre gli uomini dal praticare una vita
spirituale rendendo il noioso allettante o facendo sì che il
negativo sembri positivo. Un'altra interpretazione di Mara è che lui
rappresenti i desideri che sono nella mente di un uomo impedendo che
questo veda la verità. In un certo senso quindi Mara non è un
essere indipendente ma una parte dello stesso essere di una persona
che deve essere sconfitta.
Politeismo
Nel mito di Osiride scopriamo che Ausar
(in greco: Osiride) viene tagliato in 13 pezzi da Seth. Auset (Iside)
raccoglie tutti i suoi pezzi tranne il suo fallo. Horo, figlio di
Ausar e Auset decide di vendicare la morte e lo smembramento di suo
padre affrontando Seth. Horo ha la meglio su Seth, e Ausar, essendo
riportato in vita dalla morte diviene il signore degli inferi. È
questo dramma che ci riporta al conflitto tra bene e male, con
quest'ultimo incarnato da Seth: ciò comunque non significa che Seth
sia stato sempre considerato un personaggio malvagio nella teologia
dell'Antico Egitto. In più occasioni nella storia dell'Antico Egitto
ci sono stati conflitti tra "famiglie" differenti volte
alla svalutazione di un dio rispetto ad un altro.
Come in molte confessioni
politeistiche, i personaggi coinvolti si differenziano dalla
tradizione occidentale di un diavolo con cui tutte le divinità sono
strettamente in relazione. In questo caso, numerosi testi storici
indicano che Seth sia lo Zio o il Fratello di Horo e che nella
"sconfitta" di Seth, si possa vedere un altro discostamento
dalla norma nel divoramento/assimilazione di Seth in Horo, con il
risultato che quest'ultimo venga raffigurato sia con la testa di
falco sia con la testa (di un animale sconosciuto) di Seth. Ciò
(come nel Buddismo) rappresenta una dissoluzione della dicotomia.
Nelle tradizioni culturali
Nella tradizione cristiana occidentale,
il Diavolo è entrato nel folklore popolare, specialmente nel suo
ruolo di figura trickster (ingannatore). Come tale, si ritrova come
personaggio di un gran numero di fiabe popolari tradizionali e
leggende provenienti dall'Irlanda, da Terranova, dall'Italia e dal
Regno Unito: in queste egli cerca spesso di ingannare o sconfiggere
altri personaggi. In alcune di queste favole, il diavolo è ritratto
più come un personaggio malvagio che come la personificazione del
male. Il diavolo si presenta anche notevolmente in alcune favole
agiografiche, o favole dei santi (come nel tradizionale racconto di
San Dunstano), molte delle quali si discostano dal canone religioso
autorizzato. Il diavolo è anche un personaggio ricorrente in
racconti che spiegano l'etimologia di nomi geografici, dando il nome
a formazioni geografiche come ad esempio il Cammino del Diavolo in
Inghilterra.
Demoni
In alcune religioni e tradizioni,
questi titoli rappresentano demoni diversi; altri identificano questi
nomi come forme del Diavolo. Anche quando vengono considerati come
demoni individuali, si pensa spesso che alcuni siano sotto il
controllo diretto del Diavolo. Questa lista elenca solo quelli
ritenuti essere il Diavolo; Lista di demoni ha una lista più ampia.
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Titoli
Questi sono titoli o nomi che si riferiscono quasi sempre al Diavolo stesso.
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Altre divinità affini
Le principali correnti cristiane e islamiche riconoscono spesso l'esistenza di altre divinità pagane, ma le considerano demoni dell'inferno. Alcune divinità maggiori sono state considerate analoghe al diavolo stesso in forma differente. Le divinità considerate includono:
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Curiosità
Nelle seconda meta dell'Ottocento Marco
Antonio Canini nel suo Etimologico dei vocaboli italiani di
origine ellenica con raffronti ad altre lingue dice che l'etimo
di "diavolo" è lo stesso di "dio", in quanto
entrambe deriverebbero dalla radice sanscrita DIV, DIU rilucere
[da cui dyaus l'aere luminoso], aggiungendo che in principio
la voce diàbolos non era, al pari di "daimon" demone,
di significato sinistro, ma di buon genio, come lo zingaresco "devel"
significante santo e "devla" nome di Maria madre
di Gesù; e che solo in seguito il significato di calunniatore
sarebbe derivato a DIÀBOLOS, dalla leggenda cristiana. Per
convincere di tale sua teoria nella monografia che introduce il
vocabolario presentò il parallelo tra i vocaboli esprimenti le idee
assimilabili a quella di DIO e di DIAVOLO nelle diverse lingue.
Tale definizione etimologica causò un dibattito tra Canini e Graziadio Isaia Ascoli il quale presentò una lettera al direttore del Politecnico, in rapporto alla quale Canini inviò a Gaspare Gorresio un testo intitolato Degli Spropositi del professore G.I.Ascoli. L'etimologia è citata «a titolo di curiosità e perché gli inesperti non lo accettino per buono» da Ottorino Pianigiani nel suo dizionario etimologico il quale, in rapporto al confronto tra i vocaboli nella monografia, aggiunge che è scorretta dato che la voce Diavolo non è stata applicata al genio del male prima del cristianesimo.
Tale definizione etimologica causò un dibattito tra Canini e Graziadio Isaia Ascoli il quale presentò una lettera al direttore del Politecnico, in rapporto alla quale Canini inviò a Gaspare Gorresio un testo intitolato Degli Spropositi del professore G.I.Ascoli. L'etimologia è citata «a titolo di curiosità e perché gli inesperti non lo accettino per buono» da Ottorino Pianigiani nel suo dizionario etimologico il quale, in rapporto al confronto tra i vocaboli nella monografia, aggiunge che è scorretta dato che la voce Diavolo non è stata applicata al genio del male prima del cristianesimo.
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