Una breve riflessione a preambolo. Il Mutus Liber è un elogio all’immagine; l’autore possedeva senz’altro una conoscenza esoterica della fisiologia umana. Le immagini infatti hanno un impatto sul cervello molto superiore delle parole.
Con la tecnica di neuroimaging funzionale infatti, risulta che le immagini impattano i due lobi frontali del cervello, interessando quindi un’area molto più vasta di quanto non facciano le parole, come a dire: “Occhio alle immagini mute, perchè sono più importanti delle parole”. Una raffinatezza, per quei tempi, da veri intenditori.
C’è poi un aspetto che richiama il valore dei contrasti – coincidentia o conjuntio oppositorum dei filosofi. Nelle uniche due frasi del libro, i riferimenti biblici sono capovolti come vedremo, come a dire: “Bene e male sempre in perenne lotta”. “Occhio quindi agli estremi - perchè fan pensare al contrario”, come ha scritto Carl Gustav Jing. E vengo al libro.
Mutus liber o Libro muto, è il capolavoro dell’alchimia secentesca francese; è la formula alchemica per far crescere gli zecchini; come quella usata in alchimia per tramutare i metalli in oro.
È costituito unicamente da immagini che descrivono la realizzazione della Grande Opera in quindici tavole:
Vi sono rappresentati un uomo e una donna che lavorano sia all'interno di un laboratorio, davanti all'athanor - forno a forma di torre - sia all'aperto, nei campi, per raccogliervi i preziosi influssi cosmici. È da notare come gli alchimisti impegnati nel lavoro siano sempre due - un uomo e una donna - ad indicare e rimarcare la legge degli opposti, sempre presente in ogni aspetto della realtà:
Nel corso dei secoli, molti autori hanno tentato di interpretare il Mutus liber, ma le loro spiegazioni sono spesso contrastanti, al punto da non poter essere considerate definitive.
Ad un primo livello di lettura, alle fasi della Grande Opera, si sovrappone un articolato simbolismo il quale - come tutta l'Arte alchemica - richiede intuizione, riflessione e ricerca profonda; nessuna parola potrebbe mai spiegare l'illuminazione che si sviluppa dalla fusione tra uomo e natura.
Ad un secondo livello di lettura, il Mutus liber si configura come una sintesi di alchimia spirituale - animistica e fisica - che si svolge su una molteplicità di livelli interpretativi.
Mentre l'intero segreto del processo fisico non viene mai interamente rivelato, sono comunque offerte preziose informazioni per porre insieme i dettagli del modus operandi; grandi alchimisti francesi come Canseliet e Barbault - trassero dalla lettura, ispirazione e indizi per il compimento dell'opera.
Canseliet infatti scrive: “Nessun libro di simbolismo ermetico può essere comparato al Mutus Liber per interesse e rarità; in esso tutta la Filosofia ermetica è rappresentata in figure geroglifiche ed è consacrato: al Dio misericordioso, tre volte buonissimo e grandissimo e ai soli figli dell'arte - dall'autore il cui nome è “Altus”.
Pubblicato a La Rochelle nel 1677 da un autore nascosto sotto lo pseudonimo di "Altus", il Mutus Liber è ormai introvabile nella sua edizione originale e completa, di cui esiste un solo esemplare nella Biblioteca Municipale di La Rochelle.
È un libro alchemico che si legge con il cuore, con le sensazioni e il ragionamento, visto che non possiede parole ma solo immagini, come espresso dal titolo stesso: Mutus Liber - Libro Muto. Le uniche frasi si trovano nella prima, nella penultima e nell'ultima pagina.
Queste le parole sulla prima pagina: "Mutus liber, in quo tamen tota Philosophia ermetica figuris hierogliphicis depingitur, ter optimo maximo Deo misericordi consecratus, solisque filiis artis dedicatus, autore eius nomen est Altus".
E cioè: "Il libro muto, nel quale l'intera filosofia Ermetica viene rappresentata in forma di immagini geroglifiche, consacrato a Dio misericordioso, tre volte massimo ottimo e dedicato ai soli figli dell'Arte, il cui autore ha nome Altus."
21.11.82. Neg
93.82.72. Neg
82.81.33. Tued.
Questa serie di numeri sono dei riferimenti al testo biblico e cioè 21.11. 82 Neg si riferisce al genesi; genesi abbreviata Gen e la sigla è poi capovolta, così come i numeri equivalgono ai versetti indicati capovolti e quindi: 21.11. 82 diviene 28,11,12 - 93.82.72 Neg corrisponde al Genesi 27,28,39 - 82.81.33 Tued corrisponde al Deuteronomio 33,18,28.
L'autore fa riferimento a tre specifici passi della Bibbia in cui si sottolinea anche la presenza della rugiada celeste; un ingrediente indicato come essenziale per il raggiungimento dell'opera. Nella penultima raffigurazione invece troviamo la scritta:
"Ora, lege, lege, lege, rilege, labora et inveniens"...che tradotto dal latino diventa: "Prega, leggi, leggi, leggi, rileggi, lavora e troverai”.
Nel frontespizio viene indicato lo stato che deve possedere colui che vuol "trasformare i vili metalli in oro"; dalla pietra grezza, alla purezza di cuore. La figura rappresenta due angeli che tentano con la loro tromba di risvegliare Giacobbe, fisso nel suo letargo:
La scala è il simbolo delle varie fasi che si susseguono (i 12 gradini) e che conduce verso la materia sublimata, distaccata dal caos.
Anche nell'ultima tavola vediamo la scala ma, mentre nella prima, con i suoi 12 gradini rappresentanti le 12 fasi (1- calcinazione 2- congelazione 3- fissazione 4- soluzione 5- digestione 6- distillazione 7- sublimazione 8- separazione 9- cerazione 10- fermentazione 11- moltiplicazione 12- proiezione e i 12 segni dello zodiaco - è posta all'impiedi come ad indicare la salita verso la sublimazione - nell'ultima tavola - la numero 15 - ritroviamo la scala adagiata a terra ad indicare che l'opera è stata compiuta e il fine raggiunto:
L'uomo non ha più bisogno della scala e si trova sorretto da due angeli in ascesa verso il sole splendente per la sua vittoria. I due filatteri che escono dalla bocca dell'uomo e della donna - inginocchiati di fronte alla gloria dell'alchimista - recano le parole: "Oculatus abis", ovvero: "Dotato di occhi (oh! chiaroveggente) te ne vai".
L’ultima Tavola conclude il Libro acclamando la felice riuscita del processo alchemico.
Quindici raffigurazioni o tavole quindi, nelle quali vengono descritte le varie fasi dell'opera alchemica. Chiudo citando e consigliando un libro molto bello di un filosofo moderno:
“Le orecchie della strada mortificate da parole vane; cerco diligentemente i miei pensieri sui sassi di antica memoria - molti li trovano subito nel fango”. Dal libro:
“Così mi parlano le cose mute” del compianto Prof. Michele Sciacca.
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