giovedì 14 luglio 2022

Mary Celeste: il mistero della nave fantasma il cui equipaggio svanì nel Nulla.

Sulle cause della sparizione dell’equipaggio e dell’abbandono del brigantino canadese Mary Celeste nel 1872 è stata considerata ogni ipotesi, dalla più fantasiosa alla più realistica. Nonostante ciò, dopo quasi due secoli dalla sua costruzione, la storia della Mary Celeste rimane uno dei più grandi misteri irrisolti del mare.

Sotto, dipinto del 1861 della nave “Amazon”, in seguito Mary Celeste. Autore sconosciuto Immagine di Hautala, Pubblico Dominio.



Costruita nel 1861 a Spencer Island, in Canada, la nave-brigantino venne inizialmente battezzata col nome “Amazon”. In seguito a una serie di vicende sfortunate, tra cui un naufragio e la morte dei primi due capitani che la comandarono, la nave venne acquistata come rottame da Richard Haines, per 1.750 dollari, e riparata per un costo di oltre 8.000 dollari.

Nel 1868, dopo aver preso il vessillo americano ed esser stato registrato al porto di New York, il brigantino venne rinominato “Mary Celeste”. Tuttavia, nell’ottobre 1869, la nave fu sequestrata ad Haines da alcuni creditori; essa venne rivenduta a un consorzio con a capo James H. Winchester, un facoltoso armatore, che ne suddivise la proprietà con altri investitori.

Obiettivo dei suoi nuovi possessori era quello di commerciare con i grandi porti del Mediterraneo, tra cui anche quelli del Mar Ligure; fu così che il 5 Novembre 1872 la nave salpò da Staten Island (New York), diretta verso Genova, con un carico di 1701 barili contenenti alcool denaturato per uso industriale.

Capitano e comproprietario della Mary Celeste divenne Benjamin Spooner Briggs, socio in affari di James H. Winchester.

Sotto, il Capitano della Mary Celeste Benjamin Spooner Briggs. Immagine di zbigniew.czernik, Pubblico Dominio.


Insieme a un piccolo equipaggio composto da sette uomini, Briggs portò con sé anche la moglie, Sarah E. Briggs, e la figlioletta Sophia Matilda, di soli due anni.

Sotto, Sarah. E. Briggs, moglie di Benjamin Briggs. Immagine di Quibik Pubblico Dominio.

Sotto, Sophia Matilda Briggs. Immagine di Quibik, Pubblico Dominio.



Come Sarah E. Briggs scrisse in una lettera indirizzata alla madre, il principio del viaggio sembrò esser favorito dal personale di bordo, definito “tranquillamente capace”. Ben presto però, la rotta della Mary Celeste subì un’improvvisa interruzione che avrebbe condotto lei e il suo equipaggio a un oblio senza fine.

Il 4 Dicembre 1872, il brigantino mercantile Dei Gratia, capitanato da David Reed Morehouse, si trovava a metà strada tra le coste del Portogallo e delle isole Azzorre, dopo una nottata di forti venti e fitte nubi.

Verso le ore tredici, il capitano avvistò una nave a vele spiegate navigare in modo maldestro; quando la Dei Gratia vi si avvicinò, Morehouse si rese conto che questa era in movimento solo grazie alle vele sussidiarie, mentre le altre erano assenti o severamente danneggiate.

Avvicinatisi all’imbarcazione, gli uomini lessero il nome: Mary Celeste.

Quando, col cannocchiale, ne scrutò la superficie, fu per lui probabilmente una grande sorpresa accorgersi della totale assenza dell’equipaggio. La nave era alla deriva; Morehouse inviò il suo primo aiutante Deveau, accompagnato da qualche altro marinaio, a bordo della Mary Celeste, in cerca di qualcuno.



Sebbene sarebbe stato facile presupporre che l’imbarcazione fosse stata lasciata sul posto in seguito a disastri, carneficine, attacchi da parte di pirati o a epidemie, essa non presentava segni di lotta, carenza di viveri, tracce di sangue o che lasciassero pensare a un incendio.

Solo le stive, dove erano contenuti i barili, presentavano una quantità di acqua al loro interno alta circa 1 metro.

Mancava l’unica scialuppa di salvataggio e alcuni oggetti di navigazione, come bussola, mappe nautiche e sestante, ma gli effetti personali del disperso equipaggio e una gran quantità di provviste erano ancora presenti a bordo. Tutto lasciava presupporre che la Mary Celeste fosse stata abbandonata in fretta, ma non a causa di un pericolo esterno, visto che le armi dello stesso capitano Briggs erano ancora presenti sotto il letto della sua cabina.

Naturalmente incuriositi e preoccupati, Deveau e i suoi marinai consultarono quello che era il diario di navigazione; l’ultima annotazione risaliva alle otto del mattino del 25 Novembre, dove venivano segnalati forti raffiche di vento e l’avvistamento dell’isola di Santa Maria, una delle Azzorre.

Dopo una lunga perlustrazione, Deveau tornò a bordo della Dei Gratia, dove riferì a Morehouse tutto ciò che aveva scoperto. Il capitano prese la decisione di scortare il relitto fino a Gibilterra, a seicento miglia nautiche di distanza dal punto del ritrovamento, dove la Dei Gratia attraccò il 12 Dicembre 1872 mentre il brigantino canadese sarebbe giunto il mattino seguente.

Sotto, un dipinto mostra come apparivano le rocce della scogliera frontale di Gibilterra nel XIX secolo, 1810 circa, autore sconosciuto. Immagine di RedCoat, Pubblico Dominio.



Immediatamente sequestrata dal governo inglese al suo arrivo in porto, la Mary Celeste divenne oggetto d’inchiesta per la sparizione del suo equipaggio, aperta dal procuratore generale di Gibilterra, Frederick Solly Flood.

Sotto, incisione della Mary Celeste (1817-1890) come appariva al momento del ritrovamento, autore sconosciuto. Immagine di GianniG64, Pubblico Dominio.


Le cause della mancanza dell’equipaggio a bordo della nave che il procuratore prese in considerazione furono principalmente due: Gli uomini della Mary Celeste potevano essersi ubriacati e ribellati al capitano e alla sua famiglia, massacrandoli tutti per poi fuggire con la scialuppa.

Ciò fu ipotizzato in seguito alla scoperta di una spada macchiata da una sostanza rossastra, che si rivelò però essere ruggine. Vi era inoltre una gran quantità di alcool a bordo, ma l’alta tossicità di quest’ultimo non avrebbe lasciato scampo ai suoi consumatori.

La prima ipotesi era quindi poco attendibile.

In seconda istanza, Flood pensò che Morehouse e Briggs potessero aver concordato una grande frode ai danni delle assicurazioni, inscenando la sparizione dell’equipaggio e la deriva dell’imbarcazione.

Presto anche questa seconda accusa cadde, poiché Briggs era comproprietario del brigantino, e dal suo abbandono avrebbe tratto soltanto una piccola quota di risarcimento.

Senza alcun appiglio plausibile, il procuratore generale giunse infine a sospettare di Morehouse e dei suoi marinai: Potrebbero aver assassinato l’equipaggio della Mary Celeste e aver finto il ritrovamento del relitto alla deriva per incassare la ricompensa.

Senza concrete prove su cosa fosse effettivamente accaduto alla nave e al suo equipaggio, Flood fu costretto a chiudere e ad archiviare il caso Mary Celeste il 25 Febbraio 1873, assegnando a Morehouse un compenso di circa ottomila dollari per il recupero dell’imbarcazione.

Sebbene il caso della Mary Celeste sembrasse destinato a esser dimenticato, qualche anno più tardi, grazie alla penna di Arthur Conan Doyle, la sua storia riguadagnò fama e risonanza.

Sotto, un ritratto fotografico del 1893 di Sir Arthur Conan Doyle scattato da Herbert Rose Barraud. National Portrait Gallery, Londra. Immagine di Scewing, Pubblico Dominio via Wikipedia


Nel suo breve racconto, scritto per il Cornhill Magazine nel Gennaio 1884, Conan Doyle narrò di un membro dell’equipaggio della nave che, pervaso dall’odio per la razza bianca in quanto di origini nere-africane, avrebbe sterminato l’equipaggio della Mary Celeste in seguito a un raptus omicida, per poi fuggire per mezzo di una delle scialuppe.

Oltre a ciò, raccontò di cosa rinvennero gli scopritori del relitto al suo interno; zuppe ancora bollenti, sigari ancora accesi, e rocchetti di fili di seta ancora in piedi su una macchina per il cucito.

Per lungo tempo, il resoconto dello scrittore fu preso per assoluta verità.

Ciò che il grande pubblico di lettori allora non sapeva, era che tale racconto era solo frutto della fantasia di Doyle, e non cronaca reale; inoltre, le vicende facevano parte di un suo scritto di gioventù “J. Habakuk Jephson’s Statement”, al quale modificò nomi e luoghi per prestarli agli eventi della Mary Celeste.

Nonostante questo, l’immaginazione degli appassionati al caso era già scatenata, intenta a imputare il naufragio della Mary Celeste alle cause più eccezionali.

Come nel 1913 quando, sullo Strand Magazine, vennero pubblicate le memorie di un presunto naufrago del brigantino, Abel Fosdyk, amico del capitano Briggs e presumibilmente imbarcatosi di nascosto. Secondo l’uomo, Briggs avrebbe sfidato per gioco l’equipaggio e la sua famiglia a tuffarsi in mare con gli abiti indosso, dopo averlo fatto egli stesso. Mentre lo osservavano da una piattaforma, questa all’improvviso si sarebbe rotta, trascinando tutti in acqua. Poco dopo, un gruppo di squali li avrebbe raggiunti, divorandoli uno a uno.

Unico superstite era Fosdyk, il quale avrebbe galleggiato, appeso a un asse di legno, fino a una spiaggia sulle coste africane.

Sebbene l’articolo avesse fatto sensazione, venne presto smentito da numerose incongruenze con i fatti realmente accaduti e da dettagli tecnici del brigantino totalmente errati, a cominciare dal fatto che nessun tale Abel Fosdyk risultava mai essere esistito e che non vi era alcuna traccia di una piattaforma costruita in aggiunta al ponte della nave.

Sotto, il porto di New York dipinto da George McCord nel XVIII secolo:


Vennero inoltre ipotizzati ammutinamenti, zuffe tra capitano ed equipaggio, disastri climatici, o addirittura che una piovra gigante avesse divorato tutti i presenti sulla nave.

Ad oggi, l’ipotesi più credibile e più sostenuta pare essere collegata ai barili di alcool denaturato; delle 1701 botti presenti nella stiva, nel porto di Genova ne arrivarono vuote ben nove. Secondo lo storico Conrad Byers, Briggs potrebbe essersi accorto di una perdita di materiale da parte delle botti, realizzate in quercia rossa, (e non in quercia bianca come le restanti) dalle cui travi avrebbe potuto facilmente trasudare la sostanza.

Dopo aver annusato nell’aria i vapori sprigionati dai barili ed aver pensato a un imminente pericolo di esplosione, il capitano avrebbe ordinato l’abbandono immediato della Mary Celeste per mezzo della scialuppa di salvataggio. Ma a causa del forte vento e del mare mosso, la scialuppa si sarebbe slegata dalle corde a cui era assicurata, perdendosi e lacerandosi tra le onde del mare in tempesta.

L’unica soluzione sarebbe stata quella di gettarsi in mare; i naufraghi sarebbero quindi morti di senti, dopo chissà quanti giorni trascorsi a galleggiare nelle acque dell’Atlantico.

L’ipotesi di Conrad Byers, riveduta nel 2005 dallo storico Eigel Wiesse e (su suo suggerimento) da un team dell’Università di Londra, avrebbe trovato conferma, ma con una differenza: un incendio si sarebbe realmente potuto sviluppare sull’imbarcazione, per colpa dei vapori trasudati dalle botti.

Tramite alcuni esperimenti, gli studiosi hanno verificato che l’alcool trasportato, l’etanolo, raggiunge il punto d’infiammabilità a soli 13 gradi centigradi, una temperatura molto bassa. Le fiamme avrebbero quindi potuto sprigionarsi nella stiva, spaventando l’equipaggio e inducendolo ad abbandonare in fretta e furia l’imbarcazione, ma senza compromettere l’integrità del legno e dei materiali presenti a bordo.

Questo spiegherebbe come mai la ciurma di Morehouse, durante il suo sopralluogo, non rinvenne alcun segno di combustione dei materiali a bordo.

La nave venne venduta in fretta e furia dal suo proprietario, disposto a rimetterci pur di liberarsi dello scomodo brigantino. Negli anni seguenti nessun marinaio osò più imbarcarsi sulla nave, e l’ultimo dei 17 proprietari, il capitano Gilman Parker, la fece naufragare il 3 Gennaio del 1885 contro una scogliera nei pressi di Haiti. Il capitano sperava di incassare il premio assicurativo, 30.000 dollari dell’epoca paragonabili a quasi un milione di dollari odierni, ma le compagnie portarono lui e i soci in tribunale, e ottennero di non pagare alcun risarcimento.

Viste le peripezie della Mary Celeste, il capitano e i complici vennero graziati dai giudici.

Nel 2001, l’archeologo marino Clive Cussler, seguito da una troupe televisiva, mostrò di aver trovato il relitto della Mary Celeste incagliato nella scogliera di Rochelois. Fu possibile recuperare solo qualche manufatto, poiché la nave era ormai trattenuta da una grande quantità di corallo.

Sotto, gli scogli Rochelois sono ben visibili fra l’isola di Gonâve e la terra di Haiti.

Fotografia NASA:



Nonostante l’entusiasmo iniziale, alcuni test dendocronologici compiuti su assi di legno recuperati dal relitto dal Geological Survey of Canada, mostrarono che il materiale era legno statunitense, non canadese, e non poteva risalire all’epoca di costruzione della Mary Celeste (1861), bensì alla fine del XIX secolo.

Il brigantino Mary Celeste affolla ancora le menti degli appassionati di mistero e di mare, inducendoli a cercare una spiegazione che probabilmente non potrà mai trovare conferma ufficiale.

Dai rapimenti alieni, ai mostri marini, dai duelli fra uomini, alle calamità naturali, tutto è stato vagliato, tutto è stato preso in considerazione, soprattutto in un’epoca, quella Vittoriana, in cui la passione morbosa per il soprannaturale e il mistero sovrastavano il buon senso.

L’equipaggio della nave sarà certo sparito per sempre, inghiottito dal mare, ma la sua storia rimarrà viva, a galla nei libri di storia, fin tanto che la soluzione a questo enigma rimarrà un’incognita ricoperta di salsedine.




mercoledì 13 luglio 2022

Il mistero della casa sanguinante.


Nel 1987, in una casa nella città di Atlanta sono state ritrovate macchie di sangue umano. Non apparteneva però a nessuno degli abitanti e la casa è stata ribattezzata: la casa sanguinante.


La casa sanguinante di Fountain Drive

L’8 settembre 1987, la 77enne Minnie Winston si trova in bagno quando nota delle macchie di sangue sul pavimento. Spaventata cerca il marito, pensando che possa essere ferito, ma quando urla il suo nome, William Winston compare e non ha nemmeno un graffio.

Anzi, anche lui rimane sorpreso dalle macchie di sangue presenti sul pavimento. Dopo una perlustrazione della casa, i coniugi Winston scoprono che le macchie di sangue sono ovunque: in bagno, in cucina, nel seminterrato, sui muri, sotto alla televisione.

Spaventati, decidono di chiamare la polizia. I poliziotti notano che nella casa non ci sono segni di effrazione e che i coniugi non presentano nessuna ferita. Prendono un campione del liquido rosso per esaminarlo e i risultati lasciano tutti sbigottiti.

Si tratta di sangue umano di tipo 0. Minnie e William Winston hanno entrambi il gruppo sanguigno A e quindi viene definitivamente appurato che il sangue non sia il loro.

Ma di chi era?


Le indagini


La polizia ha trattato il caso come una scena del crimine, nonostante non ci sembrasse essere stato nessun crimine. I rapporti della polizia riportano che nella casa sono state trovate “abbondanti quantità di sangue”.

La notizia fa il giro dei giornali e alla casa di Fountain Drive si presentano centinaia di giornalisti e curiosi. Al contrario di molti altri casi in cui si verificano eventi paranormali (o presunti tali), i coniugi Winston non cercano l’attenzione mediatica.

Anzi, sono abbastanza infastiditi dall’attenzione indesiderata e non vogliono rilasciare interviste.

Le indagini, guidate dal Detective Steve Cartwright, continuano, ma il mistero rimane a tutt’oggi irrisolto.


Ipotesi

Lo scrittore Curt Rowlett, nel suo libro “Labyrinth13: True Tales of the Occult, Crime & Conspiracy” afferma di avere intervistato la signora Winston dopo che l’interesse per il caso era scemato e che questa gli abbia detto che le macchie non erano sangue, ma acqua mista a ruggine.

Le analisi della polizia ovviamente smentiscono questa affermazione, ma la donna non ha mai creduto che si trattasse di un evento soprannaturale, forse perché non voleva ammettere di vivere in una casa infestata da qualche spirito.

Le ipotesi in questo caso vanno da quelle paranormali a quelle più razionali. I sostenitori della teoria paranormale affermano che la casa possa essere stata teatro di un omicidio in passato. I coniugi Winston però vivevano lì da ben 20 anni e non avevano mai sperimentato niente di paranormale prima.

Le ipotesi più razionali pensano invece che sia stato qualcuno a mettere il sangue nella casa, per uno scherzo o per ottenere qualcosa.

Si tende ad escludere che possano essere stati i coniugi a organizzare il tutto per attirare l’attenzione dei media, soprattutto perché non hanno mai voluto rilasciare interviste né partecipare a programmi televisivi.

Chi avrebbe avuto interesse a fare una cosa del genere? E come è riuscito a ottenere il sangue e a entrare nella casa di Fountain Drive senza lasciare tracce?

Il caso è ancora oggi irrisolto ed è l’unico in cui sia stato trovato sangue umano in una casa senza alcuna spiegazione.

Un caso simile può forse essere quello di Jackie Hernandez. Nel suo caso però il liquido che fuoriusciva dalle pareti non era vero e proprio sangue, ma plasma.


martedì 12 luglio 2022

Urban Legends

 


Urban Legends è stata una trasmissione televisiva dedicata alle leggende metropolitane, andata in onda su Italia 1 nel 2007 e condotta da Andrea Pellizzari.

La trasmissione è andata in onda su Italia 1 il lunedì sera, alle 23:35, condotta da Andrea Pellizzari e la modella brasiliana Regina Fioresi. Nel corso della serata venivano visualizzate sei storie, tra le quali due vere e quattro false: lo scopo era indovinare quali erano le due veritiere.

Il programma è stato in seguito replicato sui canali Italia 2 e TOP Crime.



lunedì 11 luglio 2022

Luna nera

Risultati immagini per Luna nera (astrologia)





La Luna Nera, chiamata anche Lilith, nella cartomanzia e nell'astrologia indica uno dei due fuochi dell'orbita lunare, l'altro dei quali è occupato dalla Terra.
Anticamente Lilith era in realtà il nome dato a un secondo satellite naturale della Terra oltre alla Luna, quello che gli antichi egizi chiamavano Nefti. Nella storia dell'astrologia occidentale ha assunto però lo stesso significato simbolico della Luna Nera, relativo al potere inconscio e ribelle dell'emancipazione femminile, sicché le due entità hanno finito per essere identificate.

Storia
Una leggenda risalente ai Pitagorici considerava originariamente Lilith alla stregua di un'anti-Terra, invisibile dal pianeta terrestre.
Nella tradizione esoterica e cabalistica passò a designare un piccolo corpo celeste, compagno della Luna, che sarebbe stato effettivamente individuato nel 1618 dall'astronomo emiliano Riccioli, e successivamente da Cassini e Alischer. In seguito si sarebbero avuti altri avvistamenti di questa seconda luna terrestre, l'ultimo dei quali nel 1898 da parte di Georg Waltemath, astronomo di Amburgo.
Rifacendosi a Waltemath, il teosofo cabalista Sepharial nel 1918 fu il primo astrologo ad utilizzare questo ipotetico satellite nei suoi calcoli, chiamandolo "Luna Nera" per la sua simbologia oscura, e perché esso avrebbe avuto a suo dire una superficie totalmente nera da risultare praticamente invisibile per la maggior parte del tempo. Gli attribuì un moto uniforme di 3° al giorno e lo rinominò Lilith, cioè col nome della prima moglie leggendaria di Adamo, precedente a Eva.
Figura medievale citata nello Zohar, Lilith era tornata in voga nella letteratura esoterica tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del XX secolo.
Da allora tuttavia non è stato mai più segnalato dagli astronomi un astro errante con simili caratteristiche.

Posizione e orbita
Schema esplicativo che raffigura la Luna Nera nel secondo fuoco dell'orbita lunare, l'altro essendo la Terra.
Sarà nel 1937 che Dom Neroman identificò la "Luna Nera" come il secondo fuoco dell'orbita lunare. Da allora cominciò ad apparire sempre più nei temi astrali, venendo trattata astrologicamente come un pianeta, anche se non corrisponde a un vero corpo celeste. La presenza di un astro materiale in quella regione di spazio contraddirebbe d'altronde le leggi di Keplero.
Si tratta quindi di un punto vuoto che rispetto alla Terra si muove seguendo la precessione absidale dell'orbita lunare impiegando 3231,50 giorni (quasi 9 anni) per girare attorno alla sfera celeste, e attraversando così in questo periodo tutti i segni dello zodiaco. Esso percorre in realtà 3 gradi ogni giorno lunare, cioè all'incirca in 28 giorni terrestri.

Simbologia
Il significato della Luna Nera accentua in senso estremo e negativo il simbolismo della Luna tradizionale, collegato all'aspetto inconscio e materno della femminilità. Rappresenta infatti le componenti più oscure e inquietanti della personalità, che nonostante ciò occorre in qualche modo far emergere alla coscienza per evitare di soccombere alla loro potenza distruttiva.
Per le persone di sesso maschile, in particolare, la Luna Nera assomma tutte le esperienze angosciose, le insoddisfazioni e le paure ancestrali vissute nei rapporti con l'altro sesso. Per le donne simboleggia invece la forza dell'erotismo congiunto alla dimensione dell'occulto, l'affrancamento dai vincoli e la sfrenatezza degli istinti repressi; costituisce in un certo senso la parte in ombra della psiche femminile, mentre la Luna bianca ne è l'aspetto conscio.
Nel tema natale di un oroscopo, la posizione della Luna Nera esprime il modo in cui una persona vive la propria sessualità e le proprie pulsioni più profonde. Può denotare inoltre un particolare tipo di mancanza a cui occorre sopperire, variabile a seconda del segno zodiacale in cui si trova.


Nella cultura di massa
Nel programma televisivo La zingara, andato in onda dal 1995 al 2002, la Luna Nera identificava una carta nefasta il cui eventuale pescaggio determinava la fine prematura del gioco a premi che vi si svolgeva, basato su una versione riadattata degli arcani maggiori dei Tarocchi.

domenica 10 luglio 2022

Lilith

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Lilith è una figura presente nelle antiche religioni mesopotamiche e nella prima religione ebraica, che potrebbe averla appresa dai babilonesi assieme ad altri culti e miti come il diluvio universale presente nell'epopea di Gilgameš, durante la prigionia di Babilonia.
Nella religione mesopotamica Lilith è il demone femminile associato alla tempesta, ritenuto portatore di disgrazia, malattia e morte. La figura di Lilith appare inizialmente in un insieme di demoni e spiriti legati al vento e alla tempesta, come è il caso nella religiosità sumerica di Lilitu, circa nel 3000 a.C.
Per gli antichi ebrei Lilith era la prima moglie di Adamo, quindi precedente ad Eva, e fu ripudiata e cacciata via perché si rifiutò di obbedire al marito che pretendeva di sottometterla. Sebbene alcuni studiosi datassero l'origine verso l'VIII secolo a.C., le trascrizioni mesopotamiche accennano a questa figura già dal III millennio a.C.
Lilith compare nell'insieme di credenze dell'Ebraismo come un demone notturno, ovvero come una civetta che lancia il suo urlo nella versione della cosiddetta Bibbia di re Giacomo. Invece secondo la tradizione della cabala ebraica è il nome della prima donna creata, prima compagna di Adamo e precedente a Eva. La sua figura, delineata nel Medioevo, risale a miti e leggende antiche della Mesopotamia. Nell'immaginario popolare ebraico è temuta come demone notturno capace di portare danno ai bambini di sesso maschile e caratterizzata dagli aspetti negativi della femminilità: adulterio, stregoneria e lussuria.
Alla fine dell'Ottocento, in parallelo alla crescente emancipazione femminile nel mondo occidentale, la figura di Lilith diventa il simbolo del femminile che non si assoggetta al maschile e, rivalutata nelle religioni neopagane, viene posta a fianco di simboli come quello della Grande Madre.
Il suo corrispettivo astronomico è un presunto satellite della Terra, ritenuto compagno della Luna, in seguito identificato con la Luna Nera, che corrisponde al secondo fuoco dell'orbita lunare, essendo l'altro occupato dalla Terra.

Connotazione storico-linguistica mesopotamica
L'accadico Lil-itu ("signora dell'aria") potrebbe riferirsi alla divinità femminile sumerica Ninlil (del pari "signora dell'aria"), dea del vento meridionale e moglie di Enlil. La storia di Adapa narra come Adapa avesse infranto le ali del vento del sud, azione per la quale egli temette di essere punito con la morte. Nell'antico Iraq il vento del sud è associato all'aggressione portata dalle tempeste di polvere meridionali e in generale con le malattie. Il corrispondente maschile accadico līlû non mostra suffissi desinenziali ed è simile al sumerico (kiskil-) lilla.

Origini mesopotamiche
Vi sono almeno tre tradizioni precedenti a cui la figura della Lilith ebraica può richiamarsi: una legata ad un demone di desolazione e di appassimento associata al vento e da cui anche il nome "lilith", una legata ad un demone di distruzione e morte, e infine la più nobile in origine Ishtar o Astarte, Dea Madre del culto della femminilità, che gli ebrei stessi adorarono all'inizio della loro storia, come è testimoniato nella Bibbia.

Mitologia sumero-accadica
Lilith viene identificata con ki-sikil-lil-la-ke4, donna demoniaca in lingua sumera e appare nella storia "l'albero huluppu" i cui protagonisti sono Inanna e Gilgameš.
Inanna trova un albero huluppu sulle sponde dell'Eufrate che è sradicato dall'erosione dell'acqua, lo prende con sé per piantarlo nel suo giardino con l'intenzione di utilizzarne la legna per fare il proprio trono ed il proprio letto. Ma dopo dieci anni, quando l'albero è cresciuto, non può essere utilizzato.
(EN)
«Then a serpent who could not be charmed
Made its nest in the roots of the huluppu-tree.
The Anzu-bird set his young in the branches of the tree.
And the dark maid Lilith built her home in the trunk.»
(IT)
«Quindi un serpente, che non può essere incantato
fece il suo nido tra le radici dell'albero huluppu.
L'uccello Anzu mise i suoi piccoli tra i rami dell'albero
e la vergine oscura Lilith costruì la sua casa nel tronco.»
(da "l'albero huluppu")
Inanna, la giovane dea che ama sorridere, a questo punto piange a dirotto ma non risolve la situazione. Chiama in aiuto il fratello Utu che però non l'aiuterà così si rivolge a Gilgameš, eroe nascente, che dotato di una forza prodigiosa colpisce il serpente tra le radici, l'uccello Anzû fugge quindi con i suoi piccoli verso le montagne e così Lilith, verso i luoghi selvatici.

Rilievo Burney
Il passaggio di Ghilgameš citato sopra è stato anche utilizzato per associare Lilith al Rilievo Burney, una terracotta paleobabilonese che raffigura una divinità nuda dotata di ali, con artigli al posto dei piedi e affiancata da due gufi. Acquistato dal British Museum di Londra, un rilievo simile e circa dello stesso periodo è conservato al Louvre di Parigi.

Mitologia babilonese
Nella mitologia babilonese si delineano tre classi di spiriti maligni:
  • Diavoli - hanno la stessa natura degli dei e producono tempeste e malattie.
  • Fantasmi - anime di defunti che vagano sulla terra senza trovare pace.
  • Demoni - esseri per metà umani e per metà divini.
Lilu, Lilitu e Ardat Lili formano una terna di demoni, la mitologia mesopotamica è spesso formata da terne divine, Lilu è il demone maschile, Lilitu quello femminile e Ardat Lili la giovane figlia. Di Lilitu il Thompson dice che è il demonio che l'uomo crea sul letto durante il sonno.
Il "Lilith Prophylactic" di Arslan Tash (Museo Nazionale di Aleppo), datato al VII secolo a.C. indica una creatura simile ad una sfinge ed una donna lupo nell'atto di divorare un bambino, con una iscrizione fonetica indicante la sfinge come Lili. L'associazione con i gufi è difficile da datare, e potrebbe essere dovuta all'associazione dell'uccello visto come uno spirito notturno succhiasangue.

Le altre componenti del mito
La Lilith ebraica non deriva da un unico corrispondente: altre figure concorrono a formarne il simbolo. Lamassu è il demone mezza donna e mezza vacca, la controparte femminile del Lamashtu, il famoso bue alato con volto umano barbuto dell'iconografia assira. La Lamassu diventa la Lamia greca. La sua sola presenza significava distruzione e l'immagine veniva utilizzata come simbolo apotropaico, per incutere terrore e a protezione delle città e degli edifici. Ma la caratteristica di irresistibilità del fascino femminile viene da Ishtar (sumera Inanna) conosciuta agli ebrei attraverso la Astarte siriana (altrove Astariel o Astaroth) per la quale si praticava la cosiddetta prostituzione sacra. Così come la cananea Asheráh, venerata in un primo tempo come dea dagli stessi ebrei. È in questo passaggio, nel divieto imposto dell'adorazione di una divinità femminile, che possiamo leggere la componente di femminilità ribelle in Lilith, dove l'immaginario di bellezza, fecondità e femminilità confluiscono a ravvivare una figura fino allora solo simbolo di morte e devastazione.

Tradizione popolare
Nella tradizione popolare ebraica Lilith è un terribile demone.
Esiste una tradizione secondo la quale viene posto attorno al collo dei neonati di sesso maschile un amuleto con iscritti i nomi dei tre angeli (Senoy, Sansenoy e Semangelof detti anche Sanvi, Sansavi e Semangelaf) per proteggerli da Lilith prima della circoncisione rituale. Secondo un'altra versione si traccia un cerchio magico attorno alla culla con i nomi degli angeli. Un'altra tradizione ancora prevede che si aspetti a tagliare i capelli ad un ragazzo per far credere a Lilith che si tratti di una ragazza.
Un amuleto persiano del XVIII o XIX secolo, un ciondolo protettivo per un neonato, conservato nel museo di Israele, Gerusalemme, raffigura Lilith in catene, con "Lilith cieca in catene" scritto sotto ogni arma.
Nei ragazzi adolescenti si pensa poi che provochi le eiaculazioni notturne con cui genera demoni (i jinn nella tradizione arabo-islamica), comportandosi in tal modo come spirito succubo, analogo femminile dello spirito incubo maschile.
Qualcuno ha osservato che Lilith sembra essere il corrispondente pagano della Madonna, ma mentre questa schiaccerà il serpente e lo dominerà Lilith ne è attratta quasi inconsapevolmente e ne è avvolta, quasi connivente nello scoprire i segreti della natura umana, come nel ritratto del pittore preraffaellita John Collier del 1892. Tuttavia queste interpretazioni sono di carattere più psicoanalitico che storico-religioso in senso stretto.
Simbologie legate a Lilith e, più in generale, a un'antica dea della notte, si rintracciano in moltissime culture combinate in modi differenti. Attualmente il mito è addirittura tornato in auge, generando nuove forme nell'immaginario collettivo, dai fumetti ai videogiochi, ma in particolare nel contesto neopagano.

Nell'ebraismo
Etimologia
L'accadico Līlītu e l'ebraico לילית (lilith) sono aggettivi femminili che derivano dalla radice linguistica proto-semitica <L-Y-L> "notte" con l'aggiunta della nisba t a significare "della notte", "notturna". Traducono letteralmente un "essere femminile della notte/demone", anche se le iscrizioni cuneiformi in cui compaiono i termini Līlīt e Līlītu (come pure in Ebraico) si riferirono in seguito agli spiriti aerei che apportano malattie. La stessa radice, che non esige letteralmente uniformità di concetti, in ebraico e nell'arabo Layla/Leyla, Lela o Lel significa "sera, notte".

Nella Bibbia ebraica
Lilith compare una sola volta nella Bibbia, in Isaia 34:14, dove si descrive la desolazione di Edom.
Ebraico (ISO 259): pagšu ṣiyyim et-ʾiyyim w-saʿir ʿal-rēʿhu yiqra ʾakšam hirgiʿah lilit u-maṣʾah lah manoḫ
L'edizione della CEI del 1974 traduce "lilit" con "civette":
«Gatti selvatici si incontreranno con iene, i satiri si chiameranno l'un l'altro; vi faranno sosta anche le civette e vi troveranno tranquilla dimora»
(Isaia 34:14)
e poi continua:
«Vi si anniderà il serpente saettone, vi deporrà le uova, le farà dischiudere e raccoglierà i piccoli alla sua ombra; vi si raduneranno anche gli sparvieri, l'uno in cerca dell'altro; nessuno si farà attendere.»
(Isaia 34:15)
Questo sembra ricalcare i passi del racconto dell'albero huluppu (Lilith). Il libro di Isaia è datato al VII secolo a.C., e la presenza di ebrei a Babilonia coinciderebbe con i già attestati riferimenti al Līlītu nella demonologia babilonese. Schrader (Jahrbuch für Protestantische Theologie, 1. 128) e Levy (ZDMG 9. 470, 484) ipotizzano che Lilith fosse una divinità della notte, nota anche agli esuli ebrei in Babilonia.
Blair dimostra che tutte le otto creature, che sono menzionate, sono animali naturali. Si tenga presente che la posizione dei testi biblici a proposito delle divinità pagane è sempre molto negativa. Nel brano vengono accomunati cinque animali o esseri (gatto, civetta, serpente, iena, satiro) di cui almeno tre, il gatto, la civetta e il serpente, erano ampiamente venerati nelle precedenti religioni pagane e non possedevano a quel tempo alcuna connotazione negativa.

Manoscritti di Qumran
Nei manoscritti non biblici di Qumran sono presenti passi che hanno molte similitudini con le proprietà attribuite a Lilith. Un riferimento è nella "Canzone per un sapiente"(4Q510-511), e un'allusione trovata da A. Baumgarten nel "La seduttrice" (4Q184).
Il primo riferimento a Lilith nella Canzone appare al 4Q510, frammento 1:
«Ed io, il Maestro [lett. l'Istruttore], proclamo il Suo glorioso splendore così da atterrire e terrorizzare tutti gli spiriti degli angeli distruttori, gli spiriti dei bastardi, demoni, Lilith, urlatori, e [abitatori del deserto] e coloro che cadono sugli uomini senza avvertimento per sviarli da uno spirito di comprensione e per rendere i loro cuori e i loro [-] desolati durante l'attuale dominio di malvagità ed il predeterminato tempo di umiliazione per i figli della luce, attraverso la colpa, nelle ere, di coloro che sono afflitti dall'iniquità- non per la distruzione eterna, ma per un'era di umiliazione per la trasgressione.»
Collegato al Libro di Isaia:
« Le bestie del deserto s'incontreranno con le bestie che ululano, i capri si chiameranno l'un l'altro; vi si stabiliranno anche le civette e vi troveranno un luogo di riposo. »   (Isa 34:14 )
Questo testo liturgico tenta di prendere le distanze dalla presenza di entità soprannaturali malefiche e allo stesso tempo dimostra familiarità con Lilith. Diversamente dal testo biblico, questo passaggio non ha funzioni socio-politiche in nessun programma. Serve da Esorcismo (4Q560) e Canzone dei Demoni Dispersi (11Q11), a tal punto da essere compresa in alcuni incantesimi. Comparabile al rilievo dell'Arslan Tash, usato per "aiuto nella protezione dei fedeli contro il potere degli spiriti." Il testo è così, per una comunità "profondamente coinvolto nel regno della demonologia", un inno esorcistico.
Un altro testo scoperto a Qumran, di solito associato al Libro dei Proverbi, si appropria del mito di Lilith nella sua descrizione di una donna pericolosa e attraente- la Seduttrice (4Q184). L'antico poema, risalente al I secolo ma plausibilmente molto più vecchio, descrive una donna infida e avverte continuamente il lettore dei pericoli di un incontro con lei. Di solito la donna descritta nel testo è eguagliata a una "strana donna" dei Proverbi 2 e 5, e per una buona ragione; il parallelo è immediatamente riconoscibile:
«La sua casa sprofonda nella morte,
Ed il seguirla porta alle ombre.
Tutti coloro che la seguono non possono tornare
E trovare ancora le vie della vita.»
(Proverbi 2:18-19)
«I suoi cancelli sono cancelli di morte
e dall'entrata della casa
se ne va verso Sheol.
Nessun che entri tornerà mai,
e coloro che la possiedono scenderanno l'Abisso.»
(4Q184)
Tuttavia, ciò che quest'associazione non considera sono le ulteriori descrizioni della "Seduttrice" del Qumran che non possono essere associate alla "strana donna" dei Proverbi; ad esempio, le corna e le ali: "una moltitudine di peccati è nelle sue ali". La donna illustrata nei Proverbi è probabilmente una prostituta, o almeno una sua rappresentazione, e una di quelle con le quali la comunità del testo aveva familiarità. La "Seduttrice" del testo del Qumran, diversamente, non può aver rappresentato una minaccia sociale esistente date le caratteristiche ascetiche della comunità in questione. Diversamente, il testo del Qumran utilizza l'immagine dei Proverbi per presentare una minaccia più ampia e soprannaturale, la minaccia del demone Lilith.

Nella letteratura post-biblica
I commentatori della Torah sostengono che prima che Eva fosse presentata dal Signore ad Adamo, quest'ultimo notò Lilith che però non gli piacque. Sono stati alcuni passaggi della Genesi a far speculare sull'esistenza di una donna che abbia preceduto Eva; si spiega che Lilith fu creata dalla terra come Adamo, quindi alla pari de facto ma Adamo voleva comandare e giacere sopra Lilith come dimostrazione della sua superiorità ma Lilith si ribellò e la tradizione maschilista la fece divenire un demone, come quegli spiriti dannosi creati durante i primi sei giorni della Creazione, divenuti demoni perché ribellatisi al Signore che non donò loro un corpo come avvenne invece per Adamo ed Eva, che si racconta fossero uniti in una sola anima prima di essere divisi e poi formati come primo uomo e prima donna dell'umanità. La creazione dell'uomo e della donna viene infatti citata nel primo capitolo:
«Dio creò l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò»
(Genesi, 1:27)
Nel secondo capitolo si ripete poi, con parole diverse, prima la creazione dell'uomo con polvere del suolo (Genesi 2:7) e poi, dalla costola di Adamo (Genesi 2:22), la creazione della donna chiamata Eva.

Nel Talmud
Sebbene i riferimenti talmudici a Lilith siano sporadici, tali passaggi forniscono la miglior immagine del demone trovata finora nella letteratura giudaica, che fa riferimento alle origini mesopotamiche di Lilith e prefigura il suo futuro come enigma esegetico della Genesi. Ricordando Lilith abbiamo visto allusioni Talmudiche che la dipingono come dotata di "ali" e lunghi capelli, andando indietro alla prima citazione in Gilgameš:
«Rab Judah citando Samuele dice: Se un aborto ha somiglianza con Lilith, sua madre è impura a causa della nascita, perché è un bimbo ma ha le ali.»
(Niddah 24b)
«In un Baraitha è insegnato: Le crescono lunghi capelli come a Lilith, siede a bere acqua come le bestie e serve da cuscino a suo marito.»
(‘Erubin 100b)
Più unica del Talmud, in merito a Lilith, è la sua carnalità insalubre, cui si allude nella "Seduttrice" ma che è espansa senza metafore vaghe nell'idea del demone che assume forma di donna per abusare sessualmente di uomini durante il loro sonno:
«R. Hanina disse: non si può dormire soli in casa [in una casa solitaria], e chiunque dorma in una casa da solo è preso da Lilith.»
(Shabbath 151b)
Tuttavia la concezione più innovativa di Lilith offerta dal Talmud appare in Erubin, ed è più che probabile che sia responsabile del mito di Lilith per i secoli a venire:
«R. Jeremiah b. Eleazar disse inoltre: in tutti quegli anni [130 anni dall'espulsione dal giardino dell'Eden] durante i quali era bandito, Adamo generò fantasmi e demoni maligni e demoni femmina [demoni della notte], come è detto nelle Scritture: "E Adamo visse cento e trenta anni e generò un figlio a lui somigliante (Shet, come Abele, è fratello di Caino), fatto a sua immagine, e da ciò segue che prima di quel tempo non avesse generato a sua immagine... quando vide che attraverso di lui la morte era divenuta punizione spese cento e trenta anni in dissolutezze, tagliò i ponti con sua moglie per 130 anni, indossò vestiti di fico per 130 anni." Questa citazione [di R. Jeremiah] fu fatta in riferimento al seme che Adamo emise accidentalmente.»
(‘Erubin 18b)
Confrontando ‘Erubin 18b e Shabbath 151b con il brano dallo Zohar: "Ella vaga a notte fonda, vessando i figli degli uomini e spingendoli a rendersi impuri" (19b), sembra chiaro che questo passaggio del Talmud indica una unione tra Adamo e Lilith.

Nella Qabbalah ebraica
Lo Zohar spiega che il demone Lilith, figura impura, coopera strettamente con l'angelo Satana.
Lo Zohar ammette che Adamo si accoppiasse con Lilith sino a quando poi incontrò e conobbe Eva, sua compagna naturale; dopo il peccato originale Adamo rifiutò di incontrare Eva per 130 anni, periodo durante il quale egli perse il proprio seme (in questo, anche se in modo differente, fu simile ai peccatori puniti con il diluvio universale che sprecarono il seme a terra) la Qabbalah afferma che da questo seme sorsero molti demoni. In seguito, dopo i 130 anni, Adamo si riunì ad Eva.
Il mito di Lilith come prima figura femminile incontrata da Adamo, viene ripreso nel XIII secolo in quello che divenne un testo canonico della letteratura post-talmudica, appunto il Sèfer ha-Zòhar o "Libro dello splendore", secondo l'Halakhah scritto da Shimon bar Yohai o, secondo altri, da un anonimo in Castiglia, o anche da Moshe de Leon. Lo Zòhar è una raccolta di discorsi, alcuni laconici e oscuri, altri fioriti e dotati di una particolare inventiva lessicale che reinterpreta e reinventa le tradizioni, a volte ispirando il dubbio, altre volte dando l'impressione di trovarsi di fronte a realtà profonde e terribili. È stato considerato da molti mistici ebrei come il testo più vicino ai propri sentimenti.

Nello pseudo Ben-Sira
Una fonte nella storia che descrive Lilith come la prima figura femminile vista da Adamo è L'alfabeto di Ben-Sira, intitolato a Yeshua ben Sira (II secolo a.C.), ma in realtà di autore anonimo, scritto nel X secolo d.C.
Nel libro viene raccontato che Lilith, mentre in un primo momento provocò Adamo, poi fu spiritualmente vinta da quest'ultimo ed abbandonò il Giardino dell'Eden. Come prova della superiorità morale ed etica, spirituale e sapienziale del genere umano sui demoni, che stanno sul mondo dell'impurità conosciuto come l'altro lato, è scritto:
«Ella disse 'Non starò sotto di te,' ed egli disse 'E io non giacerò sotto di te, ma solo sopra. Per te è adatto stare solamente sotto, mentre io sono fatto per stare sopra.»
Lilith pronunciò infuriata il nome di Dio, prese il volo e abbandonò il giardino del Paradiso, rifugiandosi sulle coste del Mar Rosso. Lilith abbandonò il Paradiso di propria iniziativa, prima della caduta dell'uomo e non avendo toccato l'Albero della Conoscenza non fu condannata alla mortalità.
In seguito Lilith si accoppiò con Asmodai, creando un'infinita generazione di jinn o demoni detti Lilim. Adamo chiese a Dio di riportare indietro Lilith così tre angeli, chiamati Senoy, Sansenoy e Semangelof, furono mandati per ricercarla. Quando i tre angeli la trovarono e le ingiunsero di tornare minacciandola di morte, lei rispose che non sarebbe potuta tornare da Adamo dopo aver avuto relazioni con i demoni e che non sarebbe potuta morire in quanto immortale. Ma quando gli angeli minacciarono di uccidere i figli che lei aveva generato con i demoni, lei li supplicò di non farlo promettendo che non avrebbe toccato i discendenti di Adamo ed Eva, se solo si fossero pronunciati i nomi dei tre angeli.
I precedenti e lo scopo dell'Alfabeto di Ben-Sira non sono chiari. È una raccolta di storie su eroi della Bibbia e del Talmud e potrebbe essere una raccolta di racconti popolari, una confutazione del Giudaismo, della Cristianità, o di altri movimenti separatisti. I suoi contenuti sembrano offensivi riguardo il giudaismo contemporaneo, alcuni ritengono che sia una satira anti-giudaica. Tramandato dai mistici ebrei della Germania medievale. Diventa ampiamente conosciuto con il Lexicon Talmudicum di Johannes Buxtorf del XVII secolo.

Cristianesimo e traduzioni della Bibbia
Geronimo di Cardia tradusse Lilith con lamia, un mostro che Orazio (De Arte Poetica liber, 340) descrive come una strega che rapisce i bambini, affine alla bretone Mórrígan, nella mitologia greca invece è descritta come una regina libica che si accoppiò con Zeus. Dopo che Zeus ebbe abbandonato Lamia, Era rubò i figli di Lamia, e Lamia si vendicò rapendo i figli di altre donne.
La traduzione gufo stridente della versione della Bibbia di Re Giacomo è senza precedenti. Apparentemente un tentativo di rendere l'atmosfera tetra del suo passaggio scegliendo un paragone animalesco, per quanto difficile da tradurre dalla lingua ebraica, come "gufo" (yanšup, probabilmente un uccello acquatico) e "grande gufo" (qippoz, più propriamente un serpente).
Le traduzioni più recenti includono:
  • gufo della notte (Young, 1898)
  • mostro della notte (ASV, 1901, NASB 1995)
  • tormento della notte (RSV, 1947)
  • creatura della notte (NKJV 1982, NLT 1996)
Religioni neopagane
In tempi recenti Lilith è assurta al simbolo della femminilità schiacciata dalla prepotenza della cultura patriarcale maschilista. Infatti c'è una leggenda secondo cui Lilith fu la prima donna creata, la prima compagna data da Dio ad Adamo. Dio la cacciò dal paradiso terrestre perché rifiutava di sottomettersi ad Adamo, anche in ambito sessuale, rifiutando che fosse sempre e solo lui a possederla. Una volta scacciata Lilith vagò sulla terra e generò con Satana, simbolo della ribellione, le passioni umane.

Rappresentazioni
Per quanto sia indicata come una donna dalla bellezza sovrumana cui è impossibile resistere, in alcuni casi viene talvolta raffigurata come:
  • coperta da una leggera peluria in alcuni punti, ossia priva della depilazione completa, come era uso nelle zone mediorientali
  • con artigli da rapace anziché piedi, chiaro simbolismo al suo legame con la luna;
  • talvolta con la coda da sirena
  • con lunghissimi capelli rossi, ricci
  • con la pelle blu o azzurro scuro
  • con occhi di fuoco
  • con le ali da pipistrello, acquisite dopo aver pronunciato il nome segreto di Dio
Inoltre si manifesta solo di notte ed è immortale, avendo abbandonato l'Eden prima che Dio privasse l'umanità dell'immortalità.

Lilith nell'immaginario moderno
Corrispettivo astronomico
  • Nella cartomanzia e nell'astrologia Lilith indica la Luna nera. Per la precisione, Lilith e Luna nera hanno lo stesso significato simbolico, relativo al potere inconscio e ribelle dell'emancipazione femminile. Pur essendo da alcuni astrologi considerati sinonimi, con "Luna nera" si dovrebbe indicare uno dei due fuochi dell'orbita lunare (l'altro è occupato dalla Terra); mentre Lilith in antichità era considerato un presunto secondo satellite della Terra (che gli antichi egizi chiamavano Nefti).
Letteratura
  • Nel Faust di Goethe Lilith si trova nella notte di Valpurga:
«FAUST: ma quella chi è?
MEFISTOFELE: quella è Lilith
FAUST: Chi?
MEFISTOFELE: La prima moglie di Adamo,
Sta in guardia dai suoi bei capelli
Da quello splendore che solo la veste.
Fai che abbia avvinto un giovane con quelli,
E ce ne vuole prima che lo lasci.»
  • In Italia è Primo Levi a scrivere in Lilìt e altri racconti, il racconto Lilìt, ambientato in un campo di sterminio.
«Dio è rimasto solo; come succede a tanti, non ha saputo resistere alla tentazione e si è preso un'amante: sai chi? Lei Lilìt, la diavolessa, e questo è stato uno scandalo inaudito.»
  • Anche Mario Farneti in Attacco all'Occidente e Nuovo Impero Occidente usa l'invenzione dei figli di Lilith, una progenie discendente da Adamo e Lilith, e che ha causato la fine degli atlantidei (Aztlan) e indotto a degli eventi come il nazismo e altre crisi per i suoi fini.
  • La poetessa araba Joumana Haddad ha scritto un poema dal titolo "Il ritorno di Lilith" pubblicato in Italia dalla "Asino d'oro Edizioni" nel novembre del 2009. La poetessa libanese trae spunto dalla figura mitologica di Lilith per raccontare di una donna che come Adamo è stata creata dalla terra (Gea) e quindi in quanto tale è pari all'uomo. Ciò che ha ispirato Joumana Haddad è propria questa figura femminile che decide di non essere sottomessa all'uomo (Adamo) e che per questo abbandona il Paradiso terrestre. Inoltre, dall'opera di Joumana Haddad è stato tratto uno spettacolo teatrale per voci e musica dal titolo "Il ritorno di Lilith", rappresentato nel mese di agosto 2009 nella città di Viterbo ed il 6 dicembre dello stesso anno presso il Teatro Eliseo in Roma.
  • Lilith ha un ruolo importante nel romanzo breve L'orrore a Red Hook del celebre scrittore horror H.P. Lovecraft.
  • Nel romanzo Caino Lilith viene rappresentata come moglie di Noah e padrona assoluta di una città della terra di Nod nella quale Caino, secondogenito di Adamo ed Eva, fugge dopo il fratricidio. Lilith seduce Caino, lo imprigiona presso il suo palazzo come amante. Dall'unione tra Caino e Lilith nascerà Enoch, l'erede di Noah.
  • Nel libro Il diario del Professor Abraham Van Helsing, pubblicato da Allen Conrad Kupfer, Lilith viene citata con diversi nomi come Malia, Lamia o Lilitu, ed è una vampira. Viene più volte menzionato il fatto che fosse incredibilmente affascinante e che avesse il potere di controllare i maschi con il solo sguardo. La si delinea con occhi rossi e lunghissimi capelli ricci rossi. Nel libro la vampira ha anche il potere di controllare la natura (o, per meglio dire, alcuni animali come lupi e pipistrelli).
  • Lilith riveste un ruolo ricorrente come personaggio nella saga letteraria dedicata da Valerio Evangelisti all'inquisitore Nicolas Eymerich.
  • Nella trilogia Emily Laing e l'Antica Metropoli Lilith è la diabolica amante di ferLucifero. È relegata in un sonno eterno dagli angeli. Ma verrà poi risvegliata dall'angelo Rahel, anch'egli innamorato di lei, che al solo tocco delle sue labbra morrà.
  • Ne Le cronache di Narnia, di C. S. Lewis la Strega Bianca, il principale antagonista, viene descritta come discendente di Lilith.
  • Nella saga Fallen di Lauren Kate Lilith è la donna che spezza il cuore e porta a scegliere di diventare un demone il co-protagonista Cam.
  • Nella Saga Shadowhunters Lilith appare alla fine del libro "Città degli angeli caduti" ed è capace di trasformarsi in demone nero.
  • Nella saga The Dark Elements di J.L.Armentrout Lilith è riconosciuta come la madre della protagonista Layla, e come amata del demone Paimon.
  • Nel tardo XIX secolo l'autore dello scozzese George MacDonald incorpora la storia di Lilith come prima moglie di Adamo e predatrice dei figli di Eva in una mitologica novella fantasy in stile Romantico. La descrive anche come figura bisognosa della redenzione Divina.
  • Lilith appare come una succube nel De Arte Magica di Aleister Crowley.
  • Lilith è l'unico demone femminile nel libro Il demone di Dio di Wayne Barlowe, ed è dotata di pietà per le anime dei dannati, che tenta di salvare attraverso statuine recanti la sua effigie e distribuite di nascosto dalla sua fidata serva Ardat Lili. Il suo aspetto è molto simile a quello dell'arpia Silen, antagonista del celebre manga Devilman: perennemente nuda, pelle candida e artigli da uccello rapace al posto degli arti umani. Al contrario della visione pagana e neopagana, è un demone sottomesso e schiavo di Belzebu, schiacciata dal maschilismo e dalla forza bruta dei demoni caduti dal paradiso.
Film e televisione
  • Nel telefilm Supernatural di Eric Kripke compare Lilith come il Demone più potente che i due fratelli protagonisti devono sconfiggere. Ha le sembianze di una bambina innocente e più avanti anche di un'avvenente donna che usa l'atto sessuale per stringere patti, è il primo umano trasformato in demone da Lucifero per fare un affronto a Dio. Lilith. La morte di Lilith, avvenuta nell'ultima puntata della quarta stagione, rompe il 66º dei sigilli che tenevano rinchiuso il padre, lasciandolo libero di camminare sulla Terra, e dando il via all'Apocalisse.
  • Nella serie TV True Blood Lilith viene nominata nella Bibbia originale, quella dei vampiri, come progenitrice di tutti i vampiri, creata ancor prima di Adamo ed Eva.
  • Nella serie di Netflix Le terrificanti avventure di Sabrina Lilith si presenta come la madre dei demoni che ambisce a sedere sul trono accanto al Signore Oscuro, ovvero Satana.
  • Nel film Gabriel - La furia degli angeli Lilith è il comandante in seconda di Satana (in realtà San Michele), e l'assassina dell'"Arcangelo" Uriele. Verrà uccisa poco prima di Michele, in una discoteca affollata, da Gabriele.
  • Nel film I racconti della cripta - Il piacere del sangue Lilith è la signora di tutti i vampiri. La sua bellezza viene eguagliata solo dalla sua crudeltà. Viene interpretata magistralmente da Angie Everhart.
  • Nel film-cortometraggio Lucifer Rising Lilith è una delle entità che evocano Lucifero. È interpretata da Marianne Faithfull
  • Nel film 30 giorni di buio 2 i vampiri fanno capo a Lilith, senza la quale si sottomettono a colei che la uccide.
  • Nella seconda serie di Split Lilith, oltre a essere l'antagonista principale della serie è la regina e creatrice di una razza di demoni che succhiano le anime ai vampiri. Vorrà creare una nuova razza di demoni che attacca sia vampiri che umani, e può essere sconfitta solo dai poteri di un mezzosangue (figlio di un'umana e un vampiro).
  • Nel film Case 39 l'antagonista del film è un demone con le sembianze di una innocente bambina chiamata Lillith, chiaramente ispirata al demone Lilith
  • Nella serie televisiva Costantine, nell'episodio 7 compare un demone che rapisce dei bambini innocenti di nome Lilith
  • Nella serie TV Shadowhunters, Lilith è la madre di tutti i demoni e la Regina di Edom
  • Nella serie TV Chambers, Lilith è il demone che tramite un rituale è stato messo nel corpo della co-protagonista Becky Lefevre
  • Nel Film La regina dell'inferno Lilith è un demone che prende forma sulla terra come una bellissima donna per adescare, sedurre e uccidere tutti i principali manager di una nota rivista periodica di moda, prenderne possesso e apparire in copertina per essere adorata dai migliaia di lettori.
Animazione e fumetti
  • Ecate, personaggio del fumetto Hellboy, è una dea che ha diversi punti in comune con Lilith.
  • Nel fumetto Lilith di Luca Enoch viene dato alla protagonista il nome Lilith nel primo volume, nome che terrà poi per tutto il resto della storia
  • Nel fumetto Gea di Luca Enoch è presente la terna di demoni Lilu, Lilitu e Ardat Lili, che tramano contro la razza umana per il possesso della Terra. Lo stesso autore utilizza il nome di Lilith per la protagonista di una sua altra opera, per l'appunto Lilith.
  • Nel fumetto Jeff Hawke di Sidney Jordan, l'episodio Il mistero di Shorty vede Lilith fondatrice di una colonia spaziale popolata da donne avvenenti e crudeli. Lilith giace in eterna animazione sospesa per essere destata dal protagonista. La distruzione della cella criogenica la trasforma da donna avvenente in mostro, nella "vera Lilith". L'intervento insperato degli angeli Sanvi, Sansavi e Samangelaf salva l'eroe da una morte certa.
  • Una strega di nome Lilith compare come antagonista del personaggio dei fumetti Marvel Ghost Rider.
  • Nel fumetto Tex Willer (Aquila della Notte) Lilyth è una squaw della tribù dei Navajo (o Navaho) che salva e sposa Tex; avranno un figlio Kit (Piccolo Falco); morirà di vaiolo, epidemia causata da avversari di Tex; talvolta ritorna nei pensieri e nei racconti di Tex.
  • Nella serie d'animazione giapponese Neon Genesis Evangelion Lilith, il secondo angelo, è concepita come la progenitrice del genere umano; Lilith, relegata nelle estreme profondità del Terminal Dogma del quartier-generale della Nerv, appare come un essere gigantesco: le sue mani sono inchiodate ad una croce che ricorda quella di Cristo, ed il suo addome è trafitto dalla Lancia di Longino.
  • Esiste un Digimon ispirato a Lilith, che si chiama appunto Lilithmon.
  • Nel fumetto Lucifer la guerriera Mazikeen, guardia del corpo di Lucifero Stella Del Mattino, è a capo della tribù guerriera dei Lilim, discendenti dell'accoppiamento di Lilith con i demoni e ansiosi di dare l'assalto alla Città d'Argento del Paradiso.
  • Nel settimo episodio Bifolchi di coccio e manici di scopa della 21ª stagione della serie televisiva I Simpson le streghe wikkan incontrate da Lisa evocano Lilith.
  • Nel fumetto Rachel Rising, di Terry Moore, uno dei personaggi principali è proprio Lilith (anche se in questa versione, oltre ad essere l'amante dell'Angelo che diventerà il Diavolo, è pure la sorella di Rachel, la protagonista).
  • Nell'universo narrativo di Martin Mystère, i discendenti di Lilith e Adamo vivono celati al resto del mondo sul monte Sashta, in California. Possiedono una tecnologia molto avanzata e impediscono a tutti di rivelarsi all'esterno. Sono identici agli esseri umani tranne che per una fessura al centro della fronte, che sarebbe il loro ombelico, dato che hanno il ventre piatto. Sono mortali ma possono vivere oltre i 200 anni.
Musica
  • Nel disco "Not For Trees" dei Plaid è presente una canzone in duetto con Björk che porta proprio il nome di "Lilith". Nel brano si fa più volte riferimento alla Luna, ed è anche possibile sentire l'artista islandese imitare gli ululati dei lupi.
  • Nel loro concept album capolavoro, The Lamb Lies Down on Broadway del 1974, il gruppo progressive inglese dei Genesis presenta un brano dal titolo Lilywhite Lilith che fa un riferimento positivo a Lilith:
«Lilywhite lilith,
She gonna take you thru the tunnel of night
Lilywhite lilith,
She gonna lead you right»
  • Una canzone di Ginevra Di Marco dall'album Trama Tenue si intitola Lilith.
  • Una canzone del gruppo heavy metal italiano Death SS dell'album Heavy Demons si intitola Lilith.
  • È presente nell'album Before The Bleeding Sun del 2008, degli Eternal Tears Of Sorrow, band Melodic Death Metal finlandese, un brano intitolato Sweet Lilith Of My Dreams, in cui rappresenta il desiderio amoroso di tutti i cuori impuri.
  • La canzone "Dark Mother Divine", presente nell'album "Reinkaos" del gruppo black metal svedese Dissection è dedicata a Lilith.
  • Il gruppo italiano gothic metal Theatres des Vampires ha composto nell'album Bloody Lunatic Asylum la canzone Lilith's Child che è una vera e propria esortazione all'anticristianesimo e nell'album Suicide Vampire la canzone Lilith Mater Inferorum che è invece più un'elegia alla dea.
  • Una canzone del gruppo thrash metal svizzero Coroner dell'album Mental Vortex si intitola "Son of Lilith"
  • Viene raffigurata in un video musicale del gruppo black metal norvegese Ancient.
  • Il celebre gruppo metal Cradle of Filth ha dedicato un intero album incentrato sulla figura di Lilith nel disco Darkly, Darkly, Venus Aversa
  • Anche i Therion, gruppo svedese symphonic metal ha dedicato l'ultima parte della canzone Dark Princess Naamah alla dea.
  • Una canzone del gruppo deathcore Chelsea Grin si intitola Lilith.
  • Dana International, controversa cantante israeliana, ha inserito nel suo ultimo album "Ha Kol Ze Le Tova" una canzone dal titolo "BeReshit" (Genesi). Non nomina direttamente la demone, ma parla in prima persona come se lei stessa la impersonasse, dicendo, tra le altre strofe, «Genesi, era tutto così bello, ancora non erano stati inventati i peccati. Elohim, che splendido mondo hai creato, prima che i divieti arrivassero».
  • Nel concept album Visions of Eden dei Virgin Steele Lilith è una divinità che ha contribuito alla creazione ed è stata la prima moglie di Adamo.
  • Una canzone degli Is Tropical tratta dall'album I'm Leaving si intitola Lilith.
  • L'album "Sotto casa" (2013) del cantautore italiano Max Gazzè contiene una canzone intitola "L'amore di Lilith"
  • Una canzone dei Noisia si intitola, Lilith's club.
  • La figura di Lilith viene citata nella canzone "Questo Pianeta" di Rancore.

Altro
  • Il titolo di Fata Lilith fu preso dalla leggenda di Lilith come prima moglie di Adamo, onorandola nell'immaginario moderno come icona femminista: nella tradizione si rivela infatti una donna forte, che non piega la propria volontà a quella dell'uomo.


sabato 9 luglio 2022

Jenny Haniver

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Un Jenny Haniver è un falso mostro realizzato usando la carcassa di un pesce chitarra (nome comune della famiglia di razze Rhinobatidae), a cui si applicano tagli, ripiegature e mutilazioni fino a conferirle le sembianze di una creatura vagamente umanoide, in genere simile a un demone o un angelo. Lo scopo è solitamente quello di ingannare il prossimo, per esempio rivendendo il corpo spacciandolo per cucciolo di drago, un basilisco, il cadavere di un extraterrestre o una qualche rarità criptozoologica. Ai Jenny Haniver si fa spesso riferimento come possibile spiegazione di alcune misteriose creature marine descritte in letteratura, come il pesce monaco spiaggiato in Danimarca nel 1546.

Storia

L'origine e il significato del nome "Jenny Haniver" non sono noti con certezza. L'ipotesi più accreditata è che si tratti di una anglicizzazione del francese jeune d'Anvers ("ragazza di Anversa"); i primi a creare questi falsi, con l'intento di rivenderli come "cadaveri di sirena", potrebbero essere stati i pescatori britannici di Anversa. Altrimenti potrebbe prendere il nome dall'unione dei nomi inglesi sia di Genova sia di Anversa.
La pratica di deformare il corpo delle razze al fine di produrre questo genere di falsi è piuttosto antica; già nel 1558, nel saggio Historia Animalium (vol. IV), il naturalista Konrad Gesner descriveva i "Jenny Haniver" come un falso molto diffuso, spiegando come nei mercati di Zurigo fossero talvolta spacciati per basilischi. Numerosi Jenny Haniver furono realizzati in Belgio, in Francia e a quanto pare anche in Italia: ne sono stati infatti trovati molti a Milano, Venezia e Verona, realizzati soprattutto nel XVI secolo con pesci del Mediterraneo.
Curiosamente, i Jenny Haniver furono prodotti (e spacciati per creature misteriose) ancora in tempi recenti. Uno dei casi di pubblicità mediatica data a questo fenomeno è avvenuto nel 1971 a San Juan in Porto Rico, quando Alfredo Garcia Garamendi, professore di educazione fisica e appassionato di fenomeni paranormali, sostenne di aver catturato uno strano pesce che poteva uscire dal mare, respirare e porsi in stato eretto. A tale animale, di sembianze umane, Garamendi diede il nome di "Garadiabolo". Nel 1974 Garamendi pubblicò informazioni sulla sua presunta scoperta nel libro Los Garadiabolos.
L'ultimo Jenny Haniver salito alla ribalta dei media in Italia è quello segnalato nel luglio del 2006 dalla pubblicazione locale Meridianodieci (letto specialmente nell'Ovest Bresciano), quindi dal Giornale di Brescia, e inizialmente presentato dalla stampa come il cadavere di un extraterrestre: "Mummia rossa in un pollaio. Rossa come un marziano", questo il titolo in copertina. Il Jenny Haniver faceva parte in realtà di un deposito di materiali provenienti dalla ristrutturazione di un palazzo milanese.


venerdì 8 luglio 2022

Rod

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Rod è il termine con cui vengono chiamate delle teoriche creature che si sposterebbero attraverso l'aria a velocità tali da renderli invisibili ad occhio nudo. I rod sarebbero tuttavia individuabili analizzando certi filmati realizzati all'aperto.

Storia

I rod sono entrati solo nel 1994 nel campo di ricerca della criptozoologia, la loro esistenza come forme di vita è stata ipotizzata dal filmmaker José Escamilla, mentre si trovava nel nuovo Messico a registrare un documentario UFO e notò la loro presenza.
Per un certo periodo non è esistita una definizione certa, ma prevaleva comunque un forte scetticismo, dato che diverse spiegazioni più logiche e scientifiche erano arrivate a spiegare le frequenti illusioni ottiche prodotte dalle videocamere.
Esperimenti successivi hanno provato che questi Rod che appaiono nei film, sono in realtà una illusione ottica (soprattutto in registrazioni video interlacciate), e sono in genere tracce di battito d'ali di un insetto volante.

 
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