La balena-isola, nota anche come
zaratan o aspidochelone (composto dalle parole greche
aspis "serpente" o "scudo", e chelone
"tartaruga"), è un leggendario mostro marino, con la forma
di un'enorme balena o tartaruga. È caratterizzato da dimensioni tali
che i marinai che navigano nelle sue vicinanze possono scambiarlo per
un'isola, e sbarcarvi sopra; inoltre, se rimane a lungo a fior
d'acqua, il suo dorso può coprirsi di vegetazione, arrivando a
sviluppare nel corso del tempo persino una foresta.
Origini
Il mito di un mostro marino grande come
un'isola, e che poteva essere scambiato per tale dai naviganti,
risale almeno alla mitologia norrena (la Saga di Örvar-Odds e
il Konungs skuggsjá) e accomuna Zaratan ad altri mostri
marini celebri, in particolare il Kraken. Il Kraken tuttavia non
viene in genere rappresentato come un pesce, ma come una piovra o un
granchio.
Plinio il Vecchio nella Historia
naturalis racconta la storia di un pesce gigante, che chiama
pristis, sul quale sbarcano dei marinai, che si accorgono
della vera natura dell'animale quando esso si immerge. L'allegoria
della balena-isola si ritrova anche in sant'Isidoro di Siviglia nelle
Etymologiae.
Una balena-isola compare nei racconti
di Sindbad il marinaio, durante il suo primo viaggio. All'incirca
alla stessa epoca, ovvero al IX secolo, risale il primo riferimento a
questo mostro in un'opera non di fantasia. Al-Jahiz, zoologo arabo,
annotava nel proprio Libro degli animali:
«Per quanto concerne lo
Zaratan, non ho mai incontrato nessuno che l'abbia visto con i
propri occhi. Ci sono marinai che asseriscono di essersi spinti
verso certe isole, vedendo valli boscose e spaccature nella
roccia, e di essere sbarcati per accendere un gran fuoco; e che
quando il calore delle fiamme ebbe raggiunto la spina dorsale
dello Zaratan, questo abbia iniziato a immergersi nell'acqua con
loro sopra di lui, e con tutte le piante che vi crescevano, fino a
che solo quelli capaci di nuotare furono in grado di salvarsi.
Questo supera persino la più coraggiosa e fantasiosa delle
finzioni.»
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Il racconto di Al-Jahziz si ritrova in
numerose altre fonti successive. Un episodio praticamente identico
viene raccontato dal cosmografo persiano Zakariyya al-Qazwini nel
XIII secolo nella sua opera Le meraviglie delle creazione; in
questo caso, tuttavia, il mostro è indubbiamente una tartaruga.
L'episodio entrò anche a far parte del
mito irlandese di San Brendano, narrato nella Navigatio sancti
Brendani. Ludovico Ariosto riutilizzò l'idea nell'Orlando
furioso. Numerose altre fonti citano episodi di questo tipo; per
esempio, la Storia dei popoli settentrionali (Historia de
gentibus septentrionalibus) di Olao Magno (1555), Il
Fisiologo, il Bestiario d'amore e il Baldus di
Teofilo Folengo (libri XVIII-XX).
Attorno alla figura di Zaratan come
balena gigantesca si svilupparono alcuni dei temi che Herman Melville
avrebbe in seguito ripreso nel suo Moby Dick. Più recente è
la menzione di Zaratan-tartaruga da parte di Peter Prescott, nel
saggio Incontri con la cultura americana. Anche Jorge Luis
Borges ha incluso lo Zaratan nel suo Manuale di zoologia
fantastica.
Il mito nella cultura di massa
Questo tipo di creatura si ritrova ad
esempio nel film di Terry Gilliam Le avventure del barone di
Munchausen, dove è rappresentato come un titanico mostro simile
a uno scorfano e dotato di sfiatatoio come una balena; prima di
venire ingoiati, il Barone e i suoi compagni lo scambiano per
un'isola vulcanica. Creatura simile appare anche in Sinbad - La
leggenda dei sette mari della DreamWorks, dove l'isola su cui
approdano Sinbad e il suo equipaggio non è altro che una sorta di
pesce abissale simile al pesce lanterna.
Una variante del tema tradizionale del
mostro-isola si trova nel film di fantascienza Guerre stellari -
L'Impero colpisce ancora, in cui un'astronave (il Millennium
Falcon) si insinua ed infine atterra in un tunnel di un asteroide,
che risulta invece essere l'apparato digerente di un gigantesco
mostro spaziale.
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