L'orso di Bergman (Ursus
arctos piscator Bergman, 1920) è una
presunta sottospecie di orso bruno, probabilmente estinta, che viveva
nella Penisola di Kamchatka. Venne identificato e battezzato dallo
zoologo svedese Sten Bergman nel 1920.
Bergman ritenne che si trattava di una
distinta sottospecie dopo aver esaminato una pelle (la cui pelliccia
era molto diversa da quella degli altri orsi del luogo) ed una serie
di impronte di 36,8 x 25,4 centimetri che giudicò molto più grandi
di quelle degli altri orsi della Kamchatka.
Alcuni pensano che la Guerra Fredda
possa aver aiutato la popolazione ad aumentare di numero, dato che in
quel periodo l'Esercito Sovietico aveva bloccato l'accesso all'area.
L'interesse riguardo a quest'orso tornò
alla ribalta durante gli anni '60. Il cacciatore Rodion Sivobolov
riportò testimonianze di alcuni nativi della Kamchatka riguardo ad
un orso insolitamente grande che chiamavano sia Irkuiem (che tradotto
alla lettera significa «calzoni tirati giù» a causa dell'aspetto
delle zampe posteriori) od «Orso Divino», per le sue grandi
dimensioni.
Sulla base della descrizione di
Sivobolov, il biologo N. K. Vereshchagin ha suggerito che gli orsi
divini potrebbero trattarsi di esemplari relitti di Arctodus
simus, un gigantesco orso ormai estinto. Quest'ipotesi però è
stata accolta con freddezza dalla comunità scientifica; i resti di
Arctodus non sono mai stati trovati al di fuori delle Americhe
e, cosa più importante, quest'orso apparteneva ai Tremarctini, che
differiscono considerevolmente nell'aspetto dagli orsi «tipici»
(Ursini). In particolare, i Tremarctini hanno zampe lunghe e più
snelle (secondo gli standard degli orsi), caratteristica che non
concorda con il nomignolo di «calzoni tirati giù».
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